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Alla ricerca del cielo stellato che ha ispirato Van Gogh

I cieli stellati ci incantano da sempre. Sono quelli che muovono le masse, che diventano vere e proprie attrazioni turistiche. Sono gli stessi che hanno ispirato poeti, scrittori, artisti e pittori, quelli nei quali ci rifugiamo per esprimere i nostri più profondi desideri.

Non stupisce che il firmamento, negli ultimi anni, abbia dato vita a una nuova tendenza di viaggi, quella dell’astroturismo che ci permette di mappare e raggiungere i luoghi privi di inquinamento luminoso che conservano i cieli stellati più belli di sempre. Quelli che ci permettono di immergerci e perderci in quell’universo che risiede proprio sopra le nostre teste. E c’è un cielo stellato che, più di tutti, è diventato celebre nel mondo. Ed è quello dipinto da Vincent van Gogh.

La Notte Stellata di Van Gogh

Non so nulla con certezza, ma la vista delle stelle mi fa sognare

Sono gli anni del ricovero psichiatrico nell’Istituto di Saint-Rémy-de-Provence, quelli in cui il pittore olandese realizza la sua Notte Stellata. Non poteva più dipingere i grandi spazi aperti che abbiamo trovato nelle sue opere precedenti, gli stessi che abbiamo raggiunto e ammirato. Può affacciarsi alla finestra, però, e replicare ciò che vede. Una realtà dove i confini con i suoi sogni e gli incubi si annullano totalmente.

Cielo stellato in Provenza

Cielo stellato in Provenza

Nella Notte Stellata di Van Gogh si vede, al centro del dipinto, una piccola chiesa che rimanda inevitabilmente ai suoi ricordi d’infanzia, quelli legati a Zundert, suo paese di origine e all’edificio sacro che lui e suo padre, pastore protestante, frequentavano. Le case che fanno da cornice al cielo ondulato, invece, sono quelle del paesino di Saint-Rémy-de-Provence, nella regione della Provenza, dove il pittore si trova durante la realizzazione del quadro.

È qui che può osservare il cielo stellato. È nervoso e tumultuoso, ma al contempo rassicurante. Le stelle, che qui sono rappresentate da sfere abbaglianti, sembrano creare un vortice di instabilità, la stessa probabilmente che caratterizzava gli ultimi anni di vita del pittore.

La Notte Stellata di Van Gogh oggi è conservata all’interno del Museum of Modern Art di New York. Ma dov’è che possiamo ammirare quel cielo che lo ha ispirato?

Saint-Rémy-de-Provence: sulle orme di Van Gogh

Un viaggio sulle orme di Van Gogh ci permette di scoprire i luoghi che hanno ispirato il pittore visionario e le sue immense creazioni. Tra questi non può mancare una visita a Saint-Rémy-de-Provence, luogo in cui l’artista ha deciso di rifugiarsi per trovare pace e sollievo.

Saint Paul de Mausole

Saint Paul de Mausole

Seppur il cielo della Notte Stellata sembra impossibile da trovare nel mondo reale, la permanenza del pittore all’interno del Monastero di Saint-Paul-de-Mausole funge da punto di riferimento per ritrovare in qualche modo le stesse suggestioni percepite dall’artista.

Il monastero agostiniano realizzato nel XII secolo è ancora lì, nei pressi del paesino di Saint-Rémy-de-Provence. Una visita qui permette di entrare direttamente nella stanza dove il pittore alloggiava, affacciarsi alla stessa finestra dal quale Van Gogh ha tratto le sue ispirazioni. Durante il soggiorno, infatti, l’artista ha immortalato tutto ciò che riusciva a vedere all’esterno producendo circa 150 quadri, tra cui la celebre e intensa Notte Stellata. Proprio vicino al monastero si estende il piccolo e suggestivo paesino che ha ispirato le case e gli edifici che ritroviamo nel quadro.

Saint Paul de Mausole

Saint Paul de Mausole

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In questo scatto si nasconde il simbolo di una città italiana

C’è un’immagine, meravigliosa e suggestiva, che sta facendo il giro del web. Sembra un fotomontaggio, un’opera d’arte digitalizzata o, ancora, un capolavoro di land art. All’apparenza non è riconoscibile, quello che è certo e che incuriosisce e affascina, anche se il soggetto non è chiaro. In realtà, però, il protagonista di quella foto è un luogo che conosciamo bene, uno dei simboli più riconoscibili di una delle città del nostro Paese. Avete indovinato cosa è raffigurato nell’istantanea?

A scattare e a condividere la fotografia è stato l’Earth Observatory dell’agenzia spaziale americana Nasa nell’ambito di Sentinel-2, un progetto sviluppato dell’ESA che ha come obiettivo quello di monitorare le aree verdi e naturali del pianeta Terra.

In questa immagine, dove all’apparenza tutto sembra essere stato ricoperto di candida neve, in realtà, c’è il Vesuvio che fa capolino tra le nubi a bassa quota. Lo scatto, acquisito il 2 gennaio dall’Operational Land Imager su Landsat 8, è magico e suggestivo. Il vulcano squarcia le nuvole formando una specie di spirale. Ma per quanto straordinaria possa apparire ai nostri occhi, quell’istantanea è anche un monito per tutti.

Bello e pericoloso: il Vesuvio di Napoli

Il Vesuvio, simbolo riconoscibile di una delle città più belle del nostro Paese, non ha bisogno di presentazioni. È bellissimo e suggestivo, perché con la sua maestosità definisce in maniera univoca l’intero paesaggio urbano di Napoli. Ma è anche molto pericoloso, nonostante la sua lunga inattività.

Il Vesuvio è uno dei pochi vulcani rimasti attivi in Europa ed è anche uno dei più pericolosi se consideriamo che su 3 milioni di persone che vivono nel capoluogo campano, 80000 risiedono proprio lì, alle pendici del Vesuvio. Anche la storia delle sue eruzioni non garantisce sonni tranquilli.

C’è quella del 79 d.C che non ha solo distrutto le città di Pompei ed Ercolano, ma le ha inghiottite con flussi piroclastici. L’episodio storico, considerato in assoluto una delle più grandi catastrofi naturali del mondo, ha trasformato l’intera area nel primo osservatorio vulcanologico del monco costruito nel XVIII secolo. Poi, dopo altre grandi eruzioni che si sono susseguite nei secoli, c’è stata quella del 17 marzo del 1944 che ha colpito principalmente San Sebastiano e Massa, situate sul versante occidentale del vulcano. Da quel momento, il Vesuvio, è rimasto in silenzio.

Il simbolo di una città nel mondo

Eppure nonostante la pericolosità decantata e riconosciuta di questo gigante spaventoso, il Vesuvio resta per i napoletani, e per tutti, il simbolo della città del sole e del mare. È sagoma maestosa e riconoscibile nelle foto e nelle cartoline del capoluogo campano, è ed è stato fonte inesauribile d’ispirazione per poeti, pittori, artisti e musicisti. È nella storia di San Gennaro, che fermò l’eruzione del Vesuvio, è nelle leggende, nei film e nelle parole, è nella quotidianità di ogni cittadino.

Nonostante la sua grandezza, il Vesuvio non sfigura Napoli anzi, la valorizza. Lo fa adagiandosi delicatamente sul golfo della città e quella rappresenta.

È complessa, affascinante e sicuramente incosciente questa storia d’amore che perdura da secoli tra i cittadini e il gigante addormentato. Eppure esiste e in qualche modo è magica, esattamente come questa foto in cui il cono del vulcano squarcia le nuvole e mostra tutta la sua forza.

Vista dall'alto del Vesuvio

Vista dall’alto del Vesuvio