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Ristoranti stellati e low cost: gli imperdibili in Europa

Il binomio sapori e piacere ci accompagna da sempre e in ogni momento della vita, del resto quello della gola è l’unico vizio capitale che possiamo concederci. Una vera e propria esperienza di gusto alla quale non rinunciamo mai, né nella nostra quotidianità, né tanto meno in un viaggio.

Del resto sappiamo bene che la cultura, così come le tradizioni di un determinato luogo passano anche per i sapori, per le ricette antiche tramandate da generazioni e per le sperimentazioni gastronomiche più contemporanee.

Per questo oggi abbiamo scelto di fare un viaggio sensoriale e gastronomico con voi che ci conduce direttamente lì, tra i ristoranti stellati e low cost d’Europa.

Ristoranti stellati d’Europa

Consumare un pasto all’interno di un ristorante stellato Michelin è una vera e propria esperienza destinata a inebriare il palato e i senti. Un’avventura culinaria che tutti ci meritiamo nella vita.

Tuttavia a causa dei costi proibitivi di questi menù raffinati ed esclusivi molto spesso ci rinunciamo, soprattutto quando siamo in viaggio.

E invece, grazie a Chef’s Pencil, abbiamo scoperto che in Europa esistono almeno 10 ristoranti stelle Michelin all’interno dei quali è possibile consumare pasti deliziosi, raffinati e unici a meno di 30 euro. E vi anticipiamo che, purtroppo, nessuno di questi è in Italia. Scopriamoli insieme.

I ristoranti stellati Michelin più convenienti d’Europa

La classifica di Chef’s Pencil è stata stilata a seguito di un’analisi di oltre 500 menù di ristoranti Michelin in tutta Europa, per identificare i pasti più convenienti che comunque possono variare in determinati momenti dell’anno, nei weekend e nei fine settimana.

È emerso che, nel continente, esistono diversi ristoranti stellati che offrono un’esperienza gastronomica unica a prezzi contenuti. Pronti a segnarli tutti in agenda?

La prima tappa del nostro tour low cost e sensoriale inizia in Spagna dove troviamo L’Antic Molí a Ulldecona dello chef chef Vicent Guimerà Sales. A circa due ore di distanza da Barcellona, questo ristorante offre il menù stellato più economico del continente con un costo di soli 20 euro.

Dall’altra parte del Paese però, troviamo Silabario, ristorante di chef Alberto González Prelcic che offre un pasto stellato a un costo di 27 euro. Scontrini davvero contenuti, questi, se consideriamo che la Spagna ospita il ristorante più costoso del mondo.

Ci spostiamo ora in Francia che, inaspettatamente, detiene il record di ristoranti stellati Michelin più convenienti d’Europa. Lo avreste mai detto?

Gli indirizzi da segnare in agenda sono La Robe, a Montaigu, che offre un menù da di 24 euro a persona e Hostellerie la Montagne, a Colombey-les-Deux-Églises, che permette di consumare un pasto stellato a soli 25 euro.

Restiamo sempre in Francia e ci spostiamo a Mont-de-Marsan. È qui che troviamo Les Clefs d’Argent dove lo chef Christophe Dupouy offre un menu fatto di sapori e ricette locali, con un tocco esotico, a soli 25 euro a persona.

A Blainville-sur-Mer, con un budget di 26 euro, è possibile mangiare nel ristorante Le Mascaret. Con lo stesso prezzo possiamo deliziare il palato anche all’interno dell’Hotel Restaurant Le France a Villers-le-Lac.

Conclude la lista dei ristoranti francesi stellati ed economici La Grange de Belle-Église con un menu di 27 euro che porta la firma dello chef Marc Duval.

L’ultimo locale da raggiungere si trova in Ungheria, nella sua capitale. A Budapest, infatti, possiamo mangiare da Essência, ristorante stellato Michelin gestito dallo chef portoghese Tiago e sua moglie, a soli 25 euro deliziando il palato con le eccellenze della cucina locale.

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Tahiti: la barriera corallina a forma di roseto che nessuno ha mai visto

Le meraviglie della natura ci spingono a organizzare nuovi viaggi, alcuni dei quali ci conducono dall’altra parte del globo. Eppure sappiamo bene che quelle lunghe ore di volo saranno ripagate dagli spettacoli più belli mi visti.

E questo è il caso delle barriere coralline, microcosmi di biodiversità e bellezza che caratterizzano i mari e gli oceani tropicali. Formazioni rocciose sottomarine che mutano l’aspetto dei fondali e che incantano la vista e meravigliano i sensi. I coralli brillano sotto le acque cristalline mentre pesci di ogni forma e colore e tartarughe marine nuotano tra una vegetazione incredibile. Un’ecosistema straordinario quanto fragile che tutti noi abbiamo il dovere di preservare.

E se alcune di queste le abbiamo potute ammirare, fotografare e osservare da vicino proprio durante i nostri viaggi, ce n’è una, invece, che nessuno ha mai visto. Una barriera corallina tentacolare a forma di roseto scoperta a largo di Tahiti.

Barriera Corallina scoperta al largo di Tahiti

Barriera Corallina scoperta al largo di Tahiti

La barriera corallina a forma di roseto

La forma è proprio quella e le immagini non ingannano. La barriera corallina scoperta nel cuore della Polinesia francese sembra un gigantesco roseto. Ma non è solo la bellezza indiscussa che la caratterizza a fare notizia, quanto il fatto che si tratti di un ecosistema incontaminato e straordinario.

A diffondere la notizia della scoperta, nel gennaio del 2022, è stata proprio l’UNESCO, impegnata nella salvaguardia dei nostri oceani. È successo che durante un’operazione di mappatura dell’oceano è stata localizzata questa barriera incontaminata con coralli a forma di rose che si perdono a vista d’occhio.

Le fotografie diffuse sono spettacolari e mostrano una lunga scogliera orizzontale con coralli suggestivi che restituiscono una visione spettacolare. La barriera corallina presenta coralli a forma di rosa che, nella loro totalità, occupano più di tre chilometri di fondale in lunghezza e circa 60 in larghezza.

Barriera Corallina scoperta al largo di Tahiti

Barriera Corallina scoperta al largo di Tahiti

La scoperta a Tahiti

Come abbiamo anticipato, la sensazionalità della scoperta non riguarda solo la caratteristica forma dei coralli, ma anche le sue condizioni. La barriera corallina, infatti, è risultata intatta e incontaminata e probabilmente non è stata mai raggiunta da nessuno fino a questo momento.

I coralli sono sani e non hanno subito alcun deterioramento né dalle attività umane né dagli effetti dei cambiamenti climatici che, invece, hanno danneggiato i delicati ecosistemi nel resto del mondo.

Perché questa barriera sia immune da questi fattori è presto detto. Questa formazione è stata ritrovata al largo della costa di Tahiti a una profondità di oltre 30 metri dalla superficie, una posizione piuttosto insolita dato che la maggior parte delle barriere coralline si trovano molto più vicino alla superficie delle acque, o comunque non oltre i 20 metri.

Entusiasti della scoperta, gli esperti sono portati a credere che possano esserci altre barriere coralline del mondo conservate e preservate negli abissi dell’oceano.

Dopo la scoperta, un team di esperti ha continuato a monitorare e studiare la barriera corallina, assistendo anche alla deposizione delle uova dei coralli volta a rigenerare i coralli stessi.

Probabilmente non riusciremo a vedere, né a raggiungere, questa meraviglia della natura. Ma la sua sola esistenza gli fa guadagnare un posto di diritto tra le più belle barriere coralline del mondo.

Barriera Corallina scoperta al largo di Tahiti

Barriera Corallina scoperta al largo di Tahiti

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ristoranti Viaggi Wanderlust

Vi portiamo nel ristorante più costoso del mondo

Non stupisce che spesso a guidarci verso le prossime destinazioni di viaggio siano proprio i sensi, del resto è soddisfacendo questi che possiamo vivere esperienze straordinarie e indelebili.

Così come non sorprende che per molti viaggiatori il senso da seguire e appagare sia quello del gusto. Del resto non dimentichiamoci che la gola è l’unico vizio capitale che possiamo concederci, soprattutto in viaggio.

E se è il palato che volete inebriare, senza badare a spese s’intende, allora sappiamo noi dove portarvi. Destinazione Ibiza: andiamo alla scoperta del menù sensazionale e sublime proposto da quello che è il ristorante più costoso del mondo.

Sublimotion

Sublimotion

Sublimotion: benvenuti nel paradiso del gusto

Il nome Sublimotion non sarà nuovo ai nostri lettori perché è lui che capeggia il primato della lista dei ristoranti più costosi del mondo che abbiamo realizzato.

Ma se fino a questo momento l’esperienza vi è sembrata quasi impalpabile, oggi abbiamo deciso di tornare qui, insieme a voi, per fare un viaggio sensoriale all’interno del locale più esclusivo, immersivo e straordinario dell’intero globo.

All’ombra delle grandi discoteche, delle luci scintillanti e delle calette selvagge che caratterizzano l’Isla Bonita, esiste un ristorante che propone un’esperienza unica e sublime destinata a inebriare il palato e a stordire tutti i sensi.

Sì perché non è solo il menù a fare la differenza, ma l’intera esperienza che si serve di realtà aumentata, tecnologia e manipolazioni visive volte a creare un viaggio gastronomico quasi trascendentale.

E se l’idea che vi siete fatti di Sublimotion comprende privé o eleganti postazioni appartate e riservate vi sbagliate, perché all’interno del ristorante più costoso del mondo c’è solo un tavolo, con 12 coperti, tra i quali è possibile sperimentare e condividere quest’esperienza con altri commensali.

Sublimotion Menu

Dentro il ristorante più costoso del mondo

Inaugurato nel 2014 all’interno del lussuoso e celebre Hard Rock Hotel di Playa D’en Bossa, Sublimotion è un locale 2 stelle Michelin nato dalla mente visionaria dello chef di fama internazionale Paco Roncero.

“The leading gastronomic performance in the world”: è con questo claim che il ristorante accoglie gli ospiti provenienti da ogni parte del mondo alludendo all’avventura che questi andranno a vivere. Ed è con questa frase che l’esperienza ha inizio.

Un’esperienza che, come il nome stesso suggerisce, va oltre al menù stellato che da solo vale la visita, ma si tramuta in uno show immersivo volto a coinvolgere tutti i sensi. Tecnologia, musica e design creano un’ambientazione interattiva che cambia di continuo e crea un’atmosfera sospesa nella dimensione spazio temporale.

È proprio in questa cornice suggestiva che assomiglia a un set cinematografico di fantascienza dove tutto è destinato a mutare, che vengono serviti piatti inediti e innovativi che seguono i dettami della gastronomia molecolare perfezionata da Paco Roncero. Vi ritroverete, quindi, ad assaggiare piatti con forme, colori e sapori lontani da tutto ciò che conoscevate.

E potremmo continuare a parlare di Sublimotion all’infinito, ma la verità è che l’esperienza nel locale di Paco Roncero non si può raccontare, ma solo vivere.

Sublimotion: informazioni utili

Se avete deciso di provare questa esperienza, allora ecco qualche informazione utile. Sublimotion ospita un solo tavolo dedicato a 12 commensali che possono sedersi qui durante uno dei due turni serali.

Il costo della del menù, che comprende circa 20 portate, si aggira sui 1500 euro. Ma se credete che sia troppo vi sbagliate. I viaggiatori che sono stati qui assicurano che tutti i soldi spesi valgono la cena. Del resto la parola utilizzata per descrivere l’esperienza è sempre la stessa: spettacolare.

Sublimotion

Sublimotion

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deserti Viaggi Wanderlust

Le oasi nel deserto esistono, e questa ha la forma di un cuore

Le oasi del deserto non sono dei miraggi, né tanto meno delle illusioni ottiche. Si tratta di luoghi incredibilmente straordinari all’interno dei quali possiamo vedere la natura che domina e conquista i deserti aridi, che si manifesta attraverso ecosistemi fatti di acqua, villaggi, flora e fauna.

Come è successo in Egitto, tanti secoli fa, quando è nata questa oasi nel cuore del deserto. Un luogo inaspettato che si apre davanti agli occhi di guarda con una fitta e lussureggiante vegetazione che esplode in tutta la sua bellezza osservabile anche dallo spazio.

Ci troviamo a circa 100 chilometri a sud del Cairo, in uno degli spazi naturali più straordinari d’Egitto. Il suo nome è Fayyum ed è un’oasi incantata creata da Madre Natura che, vista dallo spazio, assume la romantica e suggestiva forma di un cuore.

Oasi di Fayyum, Egitto

Oasi di Fayyum, Egitto

L’oasi a forma di cuore

È stata la Nasa a immortalare quest’istantanea di immensa bellezza. Una fotografia evocativa e romantica che non ha fatto altro che aumentare la nostra curiosità nei confronti di questa oasi del deserto.

Quando gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) hanno rilevato nel deserto egiziano questo cuore verdeggiante non hanno avuto dubbi: si trattava dell’oasi di Fayyum nel deserto Libico-Nubiano in Egitto a poca distanza dal Nilo. Un luogo che non solo possiamo ammirare attraverso le fotografie ma che possiamo raggiungere per vivere un’esperienza unica.

Formatasi attorno all’antico lago Moeris, che oggi sopravvive in parte nel bacino del Qarun, l’oasi conserva una storia antica a e affascinante collegata al culto del dio coccodrillo Sobek. Nei dintorni del territorio sono presenti moltissimi resti archeologici che riguardano il periodo preistorico così come gli insediamenti più moderni.

L’oasi di Fayyum, che si estende oggi per oltre 1200 chilometri quadrati a sud del Cairo, ha permesso per secoli la sopravvivenza di persone e comunità. Ancora oggi fornisce risorse di sostentamento a diverse specie di uccelli che qui hanno trovato la loro casa.

Oasi di Fayyum, Egitto

Oasi di Fayyum, Egitto

Fayyum: l’oasi rigogliosa nel deserto egiziano

Storia e natura qui si incontrano con l’obiettivo di raccontare uno dei luoghi più belli del mondo: l’Egitto. L’oasi, che prende il nome dalla vicina città di Fayyum, è diventata meta di numerose escursioni per tutti i viaggiatori amanti della natura e della storia.

Quello che si apre davanti agli occhi di chi arriva qui è un paesaggio sorprendente, fertile e lussureggiante, circondato tutto intorno dall’aridità del deserto e dai resti di una storia antichissima. Nei pressi dell’oasi, infatti, è presente anche la piramide di Meidum, una delle più antiche e più sconosciute di tutto il Paese. Ma c’è molto altro da scoprire: potrete passeggiare tra numerosi ruderi di borghi e insediamenti secolari.

All’interno dell’oasi di Fayyum è possibile anche scoprire il lago Qarun, nato dall’antico Moeris. Caratterizzato da acque salate, il bacino idrico si estende per una superficie di diversi chilometri quadrati e ospita sulle sue sponde i resti di templi e fortezze antiche.

Ed è proprio qui, in questo perfetto connubio tra storia e natura che vive e sopravvive in una terra intrisa di fascino e suggestione, che è possibile vivere l’esperienza magica di passeggiare in un’oasi nel deserto.

Lago di Qarun, Oasi di Fayyum

Lago di Qarun, Oasi di Fayyum

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Quest’isola-museo è il luogo perfetto per celebrare l’estate

La fine della primavera è uno dei periodi più attesi dai viaggiatori di tutto il mondo perché è questo il momento perfetto per pianificare le prossime avventure da vivere durante la stagione estiva.

C’è chi sceglie di trascorrere l’estate tra le meraviglie della natura, chi pianifica vacanze vista mare e chi ancora si ritira tra le campagne e le colline. Indipendentemente dalle vostre preferenze, però, c’è una cosa che tutte le persone in questo periodo sono chiamate a fare: celebrare questa stagione e tutto ciò che la riguarda. E noi abbiamo trovato il posto perfetto per farlo.

Il suo nome è Seurasaari e vi anticipiamo che non ci troviamo né sotto il sole caldo delle Hawaii, né tanto meno tra i celebri locali di Ibiza, ma in Finlandia, e più precisamente sull’isola che appartiene alla sua capitale.

Juhannus: l’estate in Finlandia

Messe da parte quelle che sono le destinazioni estive più quotate dai viaggiatori, ci rechiamo in Finlandia e più precisamente a Seurasaari per celebrare l’estate. Perché abbiamo scelto di recarci proprio in Nord Europa in estate è presto detto, è questo il momento in cui il sole di mezzanotte diventa protagonista assoluto della quotidianità dei cittadini.

Il fenomeno astronomico che si verifica nelle regioni polari, e che vede il sole assoluto protagonista sia di giorno che di notte, è capace di rendere la vacanza estiva in questo Paese una vera e propria esperienza magica. A questo si aggiungono tutti quei misteri antichi e mai risolti che appartengono alla tradizione e alle storie locali.

E sono proprio queste storie locali che prendono vita in estate, durante la Juhannus, la più grande celebrazione estiva in Finlandia. “Una notte senza notte”, come la chiamano i cittadini, durante la quale è possibile incontrare fate e elfi, cacciare via la negatività e fare buoni propositi.

Le tradizioni locali vogliono l’accensione di grandi e maestosi falò che si snodano lungo la costa del Paese, nelle campagne e presso i laghi, appiccati per spaventare gli spiriti maligni. Ne risulta così uno spettacolo luminoso e scintillante senza uguali che affonda le sue radici in storie antichissime. I cittadini e i viaggiatori che giungono qui in questo periodo si riuniscono davanti al fuoco per parlare, cantare e danzare.

Le feste di mezza estate in Finlandia, e più in generale in Nord Europa, diventano così un modo per riscoprire e vivere il folclore all’insegna della musica popolare, della danza e del divertimento. La più bella, secondo noi, è proprio quella che si svolge a Seurasaari, l’isola museo di Helsinki.

Seurasaari: la festa di mezza estate

Quando parliamo di festa di mezza estate, ci riferiamo a tutte quelle celebrazioni che si tengono nei vari Paesi del Nord Europa tra il 20 e il 25 giugno, in occasione del solstizio d’estate. La Finlandia, ovviamente, non è immune ai festeggiamenti e con la complicità del sole di mezzanotte questo momento si trasforma in pura magia.

Sono molti i cittadini che si spostano dalle loro città per raggiungere Helsinki e soprattutto la sua isola. A Seurasaari, infatti, si tiene ogni anno una delle più belle feste di mezza estate di tutto il Paese.

Sull’isola finlandese, già celebre per essere un musei a cielo aperto dotato di un’atmosfera rurale e sospesa nel tempo, nei giorni di festa viene acceso il juhannuskokko, un grande falò al largo delle acque dell’isola che, come da tradizione, deve essere inaugurato da una coppia di neo sposi.

In questa occasione, migliaia di cittadini e turisti giungono sull’isola per celebrare l’estate sotto il sole che non tramonta. Altri restano sulla costa per ammirare lo spettacolo e altri ancora danno il via alle danze su navi e imbarcazioni che restano attraccate a Seurasaari.

Seurasaari, festa di mezza estate

Seurasaari, festa di mezza estate

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C’è una casa che balla in Europa ed è spettacolare

Protagonista indiscussa di fotografie, cartoline e immagini visive di Praga, la Casa danzante non ha bisogno di presentazioni perché è lei l’indiscussa sovrana di tutte le istantanee scattate nella capitale della Repubblica Ceca.

È proprio qui, nella città delle cento torri, della Piazza della Città Vecchia, degli edifici barocchi, delle chiese gotiche e di quell’orologio astronomico dal fascino irresistibile, che troviamo un edificio che non ha nulla a che fare con tutto ciò che abbiamo visto durante i nostri viaggi.

Tančící dům, così la chiamano i cittadini, è una casa ispirata alla danza promossa dalla celebre coppia Fred Astaire e Ginger Rogers, che visivamente rappresentano rispettivamente la torre di pietra e quella di vetro.

Un progetto ambizioso

La casa che balla è una costruzione che non si può ignorare, perché la sua surreale e affascinante estetica balza subito all’occhio. Sin dalla sua costruzione è stata oggetto di venerazioni o di critiche feroci e ancora oggi è chiaro che questo edificio non lascia indifferenti: o lo si ama o lo si odia.

Costruita nel 1996, la Casa danzante è considerata uno dei pilastri dell’architettura moderna della Repubblica Ceca, nonché il simbolo della città di Praga. A firmare il progetto sono stati gli architetti Vlado Milunič e Frank O. Gehry che hanno ridato nuova vita a quello che era il sito di una vecchia casa distrutta durante i bombardamenti americani del 1945 situata sul lungofiume che ospita la celebre Cattedrale dei Santi Cirillo e Metodio.

Ispirato a Fred Astaire e Ginger Rogers, e al loro inconfondibile stile di ballo, l’edificio è un unicum in tutta Europa. Nonostante la sua forma atipica e sicuramente non convenzionale, riesce comunque ad armonizzarsi perfettamente con gli edifici circostanti e col panorama urbano, pur ridefinendolo in maniera unica.

La Casa danzante: da sede degli uffici a hotel di lusso

In origine la Casa Danzante fu concepita come Sede degli Uffici Nazionali Olandesi e quindi il suo accesso ai visitatori era molto limitato. Oggi, invece, l’edificio ospita un hotel straordinario che garantisce un’esperienza unica, ma anche una caffetteria con terrazza panoramica, e non solo.

Una delle attività preferite dei viaggiatori che giungono a Praga è proprio quella di scattarsi un selfie davanti all’iconico edificio. Vetro, pietra, finestre asimetriche, curve sinuose e pannelli in cemento di forme e dimensioni diverse rendono questa architettura un vero e proprio gioiello da ammirare a distanza ravvicinata, ma non solo.

Il consiglio, infatti, è quello di non limitarsi a fotografare questa casa che sembra iniziare a danzare davanti agli occhi di chi guarda, ma di scoprire anche i suoi interni.

I due palazzi congiunti, che si snodano su 9 piani, ospitano una galleria d’arte, l’hotel di lusso Dancing hotel, un ristorante, il Ginger & Fred restaurant, e un bar. La caffetteria che si trova all’ultimo piano ospita una terrazza situata in corrispondenza della cupola in metallo e vetro della torre di pietra. Da qui è possibile godere di uno dei panorami più spettacolari di tutta la città, mentre ci si rilassa all’interno dell’edificio che ha riscritto la storia del panorama urbano di Praga.

Casa danzante Vladislav Zolotov

Casa danzante di Praga

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Nel Mar dei Coralli esiste un’isola che non c’è

Nell’immaginario favolistico che appartiene alla nostra infanzia sono state delineate chiaramente e soggettivamente le forme che appartengono all’isola che non c’è, quella dove vivono Peter Pan, Trilly e gli altri bambini che non crescono mai, la stessa in cui c’è anche il temibile Capitano Uncino con la sua cattivissima ciurma. Questa è solo una favola s’intende, probabilmente una delle più belle che abbiamo mai letto. Ma se vi dicessimo che anche noi abbiamo un’isola che non c’è?

Un’isola che pare nessuno abbia mai visto, ma di cui si è discusso per tanto, troppo tempo. Un’isola che non si raggiunge seguendo la seconda stella a destra, ma che ha una storia, delle coordinate ben precise e persino un nome.

Si tratta di Sandy Island, l’isola che non c’è, individuata nel Mar dei Coralli, tra l’Australia e la Nuova Caledonia, secoli fa. Questa è la sua storia.

Sandy Island, l’isola che non c’è più

In francese la chiamano Île de Sable, gli altri, invece, hanno coniato per lei il nome di isola fantasma o di isola che non c’è, appunto. Eppure c’è chi giura di averlo visto questo lembo di terra, neanche poi così piccolo, più e più volte.

Nessuno, attualmente in vita, può vantare un incontro ravvicinato con Sandy Island, eppure per anni esploratori e navigatori hanno segnalato la sua presenza. La prima menzione risale al 1774 quando grande il esplorate James Cook dichiarò di aver trovato quest’isola nel Mar dei Coralli e la inserì nelle mappe del tempo.

Poco più di un secolo dopo, l’imbarcazione Velocity segnalò di aver incrociato l’isola durante il suo percorso di navigazione. E poi, ancora, fu un ammiraglio britannico a confermare la presenza dell’isola e della sua posizione.

Una striscia di terra lunga circa 34 chilometri e larga 4, quindi non proprio piccola. Eppure, nonostante le numerose ricerche sul posto, in superficie e sott’acqua, nessuno ha mai trovato conferma degli avvistamenti che si sono susseguiti nei secoli.

Sandy Island è stata così rimossa ufficialmente dalle cartine geografiche, ma l’alone di mistero che la riguarda è continuato a sopravvivere fino ai giorni nostri.

Cosa resta dell’isola oggi

Una ricerca condotta nel 2004 ha portato gli esperti a pensare che in realtà quella terra che i navigatori avevano mappato altro non era che un grande scoglio galleggiante di pietra pomice creato a seguito dell’eruzione di un vulcano sulle isole Tonga.

La conclusione è arrivata propio in seguito a un avvistamento di una porzione di scoglio nei pressi di quelle che erano le coordinate geografiche di Sandy Island. Il mistero, quindi, sembra essere stato risolto.

Eppure c’è ancora chi non smette di subire il fascino di quella che è diventata a tutti gli effetti l’isola che non c’è, un luogo da scoprire, se non tanto con il corpo almeno con la fantasia. Una fantasia stuzzicata anche dal fatto che Sandy Island è apparsa e scomparsa più volte da su Google Maps. Volete provare a risolvere il mistero? Ecco le coordinate: 19°12’08.1″S 159°55’01.2″E. E se non riuscite a vedere nulla in quella gigantesca area dell’oceano pacifico, provate impostando la visione satellitare.

L'isola che non c'è

L’isola che non c’è su Google Maps

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Abbiamo trovato l’hotel più bello del mondo ed è immerso tra vigne secolari

Non sono più solo i monumenti iconici e le attrazioni turistiche più popolari a influenzare la scelta delle nostre prossime destinazioni di viaggio, ma anche e soprattutto le esperienze che desideriamo vivere, le stesse che spesso passano anche per gli alloggi.

Ormai le strutture ricettive di tutto il mondo fanno a gara per soddisfare quell’esigenza di turismo esperienziale che appartiene a tutti gli esploratori: dagli hotel a tema cartoons alle case sugli alberi, passando per alloggi immersi nella natura e alberghi galleggianti, queste sono solo alcune delle avventure che ci aspettano intorno al mondo.

Ma se è dal fascino dell’architettura che non siamo immuni, allora non possiamo che menzionarvi quello che secondo noi è l’hotel più spettacolare del mondo. Il suo nome è Marqués de Riscal ed è una struttura ricettiva a cinque stelle immersa tra le vigne della città del vino.

Hotel Marqués de Riscal

Hotel Marqués de Riscal

Hotel Marqués de Riscal

È difficile descrivere a parole l’immensità di questa struttura ricettiva che assume forme fuori dall’ordinario, che brillano sotto il sole e mostrano un gioco di colori e riflessi inediti. Forme che sembrano care al nostro immaginario visivo che però cambiano a seconda del punto di vista.

Non è solo un hotel di lusso, il Marqués de Riscal è un capolavoro di design e architettura dove vivere un’esperienza visiva e sensoriale unica.

L’hotel, che porta la firma del celebre architetto Frank Gehry,  è immerso negli straordinari paesaggi di Elciego, la città spagnola del vino nella regione del Rioja, caratterizzata da vigneti che si perdono all’orizzonte. Una struttura a 5 stelle che che per peculiarità stilistiche assomiglia a un sogno onirico che promette di far vivere esperienze al di fuori dall’ordinario.

Sin dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 2006, l’hotel è diventato il punto di riferimento di un viaggio di lusso unico nel suo genere. Da una parte la possibilità di alloggiare in una struttura quasi surreale, dall’altra le degustazioni di piatti locali e di vini raffinati e caratteristici, il tutto incorniciato dallo splendido panorama delle vigne circostanti e infinite e sul borgo medievale di Elciego.

Hotel Marqués de Riscal

Hotel Marqués de Riscal

Tra vino, lusso e design

Il design dell’Hotel Marqués de Riscal balza subito all’occhio. Il rosa, l’argento e l’oro che caratterizzano la struttura brillano sotto al cielo su quella si riflette. I colori evidenziano forme straordinarie e originali che vanno a creare un edificio strabiliante che spicca nella tranquilla e silenziosa campagna circostante.

La struttura ricettiva si sviluppa su tre piani che comprendo 14 stanze, un ristorante e una sala riunioni. Non manca un auditorium, una libreria e un wine bar con vista mozzafiato sul paesaggio circostante e sul vigneto.

Sono diversi in realtà i punti panoramici dell’Hotel Marqués de Riscal che ospita ben 8 terrazze dalle quali godere di visioni incredibili. E se gli esterni incantano, gli interni non sono da meno. L’arredamento, infatti, è contraddistinto da materiali ricercati come la pelle, il marmo e il legno d’acero che convivono armoniosamente tra finestre a zig zag e pavimenti dal design irregolari.

Cosa fare all’interno di questo hotel è presto detto: concedersi degustazioni lussuose con i vini delle cantine più antiche della Spagna, rilassarsi nel centro benessere tra sauna e vinoterapia e visitare gli antichi vigneti che si snodano attorno al borgo silenzioso.

Ma quanto costa dormire all’interno dell’hotel progettato da Frank Gehry? Non molto, se consideriamo che i prezzi partono 394 euro a notte e promettono esperienze pronte a soddisfare gusto, vista e tutti gli altri sensi. Pronti a partire?

Hotel Marqués de Riscal

Hotel Marqués de Riscal

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Bruxelles Capitale del cioccolato: è lei la città più dolce d’Europa

È una storia d’amore antica, straordinaria e destinata a durare per sempre, quella tra la Bruxelles e il cioccolato. Una relazione, questa, dall’alto tasso di carboidrati e zuccheri che non ci lascia immuni perché è qui che possiamo vivere una delle esperienze sensoriali più sopraffine e strabilianti del mondo.

Un luogo che ci permette di soddisfare tutte le esigenze del nostro palato, prima ancora della nostra sete di avventura, una città che ci invita a compiere un peccato di gusto per conoscere la sua storia, la sua cultura e le sue tradizioni.

E sì perché se parliamo della capitale del Belgio non possiamo non parlare di cioccolato. E allora eccolo il viaggio più dolce, zuccherino e prelibato che possiamo concederci adesso.

Bruxelles, la capitale del cioccolato

Bruxelles, la capitale del cioccolato

C’era una volta la prima pralina belga

Tutto è iniziato tanto tempo fa, quando il farmacista Jean Neuhaus aprì uno dei suoi negozi all’interno delle lussuose Gallerie Reali Saint Hubert. Per rendere più accattivanti e gradevoli le sue medicine, l’uomo usava ricoprirle di cioccolato. Era il 1857 e così si andava formando la prima idea di quella che sarebbe stata la pralina belga.

Suo nipote, Jean Neuhaus Jr., ereditando l’intuizione dello zio e la passione per il cioccolato dalla famiglia, sostituì presto le medicine con del cioccolato morbido ricoperto da uno strato più solido e sottile. Nacque così la prima pralina belga nel 1912.

Negli anni successivi questo delizioso prodotto conobbe una fama immensa in tutto il Paese e anche oltre. Merito di Charles Callebaut, maître chocolatier, che inventò un modo per trasportare il cioccolato liquido. Da quel momento, la pralina è diventata storia. Tantissime le sue varianti e le cioccolaterie in città e nel mondo che la propongo ancora adesso, sia nella sua versione originale che in quelle più moderne.

Bruxelles, la capitale del cioccolato

Bruxelles, la capitale del cioccolato

Dove mangiare cioccolato a Bruxelles

Dove mangiare cioccolato a Bruxelles? Praticamente ovunque. Nel centro della città, infatti, una serie di cioccolaterie e botteghe storiche sono pronte a deliziare il palato di cittadini e viaggiatori da tutto il mondo. Dalle vetrine sapientemente addobbate alle degustazioni all’interno, passando per uno shopping sensoriale ed esperienziale: questa è Bruxelles.

Tra le cioccolaterie più iconiche della città è impossibile non menzionare Godiva, situata proprio in Grand Place e la boutique Neuhaus, il negozio dove sono nate le praline. Ma non c’è angolo, strada o piazza di Bruxelles che non ospiti un dolcissimo negozio pronto a deliziare il palato di tutti.



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Se non volete accontentarvi di una mera esperienza di gusto, allora, dovete recarvi al Belgian Chocolate Village. Questo museo del cioccolato trasporta gli ospiti nella storia di questo ingrediente, tra lavorazioni, creazioni, trasformazioni e idee che riguardano il passato, il presente e il futuro. Non mancano, ovviamente, le degustazioni.

E se tutto questo ancora non basta a soddisfare la vostra voglia di zuccheri, ecco allora che non potete non concedervi i deliziosi waffle di Bruxelles. Soffici dentro e croccanti fuori, in città sono proposti in tantissime dolci varianti. Se volete osare ancora di più, però, vi consigliamo anche di provare il curioso e sagace abbinamento di birra e cioccolato. Del resto la capitale del Belgio è anche il paradiso della birra.

Bruxelles, la capitale del cioccolato

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Alla scoperta dei palheiros: le case portoghesi che sembrano caramelle

Avete presente quei bastoncini di zucchero a strisce bianche e rosse, e declinati in tantissime altre colorazioni, che non vorremmo mai smettere di mangiare? Sì, proprio quelli che abbondano sulle nostre tavole durante il periodo natalizio, quelli amati dai grandi e dai bambini. Le candy cane, questo il loro nome, non hanno bisogno di altre presentazioni perché sono i dolciumi più venduti d’America e non solo. Perché ve ne parliamo oggi? Perché abbiamo trovato delle case che hanno preso in prestito forme e colori proprio da queste iconiche caramelle.

E no, per vederle e fotografarle non dovrete recarvi dall’altra parte del mondo, ma in un luogo molto suggestivo e lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa.

A poco più di 70 chilometri da Porto, infatti, esiste una località balneare che affaccia sulle acque dell’Oceano Atlantico. Il suo nome è Costa Nova, e si trova nel Distretto di Aveiro. È qui che è possibile passeggiare tra case ed edifici colorati che assomigliano a caramelle.

I palheiros, Costa Nova

I palheiros, Costa Nova

Da Aveiro a Costa Nova: tra canali, oceano e case colorate

Probabilmente avrete già sentito parlare di Aveiro, una di quelle tappe imprescindibili per chiunque scelga di raggiungere ed esplorare il Portogallo centrale. Questa cittadina, adagiata tra l’oceano e la laguna, è attraversata da canali sui quali navigano quelle caratteristiche e coloratissime imbarcazioni che prendono il nome di moliceiros e che sono diventate col tempo una vera e propria attrazione turistica della città.

L’atmosfera che si respira ad Aveiro, con barche, canali e case colorate che si specchiano nell’acqua, ha fatto sì che la città portoghese si guadagnasse l’appellativo di Venezia Portoghese, nonché di città più instagrammabile d’Europa.

Punto strategico per visitare le vicine località balneari e alcuni dei luoghi più belli del Portogallo centrale, Aveiro rappresenta anche il punto di partenza per raggiungere Costa Nova, in auto o in bus, che si trova a soli dieci chilometri dal centro cittadino. È qui che è possibile passeggiare tra i palheiros, le case colorate che sembrano delle candy cane, e che sono super instagrammabili.

I palheiros, Costa Nova

I palheiros, Costa Nova

I palheiros di Costa Nova

Non sono solo le acque cristalline e quell’atmosfera vacanziera e spensierata ad attirare i turisti qui. La vera particolarità di questa località balneare, infatti, sta in quelle case di legno a strisce colorate. Sono bianche e rosse, bianche e blu, e ancora gialle e verdi.

Il loro nome è palheiros che tradotto letteralmente vuol dire pagliai. Quesi edifici affondano le loro origini in secoli fa, quando i pescatori del luogo utilizzavano paglia e canne per realizzare dei magazzini dove conservare gli attrezzi per la pesca.

Quando Costa Nova divenne una una località balneare turistica, sui palheiros vennero dipinte queste strisce colorate e cangianti che coprivano il legno grezzo delle assi orizzontali e che si ispiravano ai colori dei moliceiros. I magazzini sono stati poi trasformati in case curate e deliziose, alcune delle quali trasformate in alloggi per i viaggiatori. Non solo però, il fascino ricreato dalla presenza di queste case che somigliano a caramelle, ha attirato qui negli anni anche diversi intellettuali che hanno scelto Costa Nova come buen ritiro, come ha fatto Eça de Queiroz.

Il risultato è un lungomare estremamente caratteristico e colorato da esplorare e fotografare. Buon viaggio!

I palheiros, Costa Nova

I palheiros, Costa Nova