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Sta per ripartire il Treno dei Vini dell’Etna: le novità di quest’anno

Tra i territori di vini di qualità in Italia spicca la Sicilia. L’isola amatissima dai turisti propone un itinerario alla scoperta delle etichette più prestigiose sfruttando un mezzo di trasporto su rotaie. Hai mai pensato di esplorare l’Etna in treno? Con il nuovo tour 2025 in partenza da aprile per scoprire la strada dei vini dell’Etna è possibile, perché la Sicilia non è solo mare e spiagge ma ha davvero tanto da raccontare.

Scoprire l’Etna in treno

In Italia sono tante le regioni che stanno creando soluzioni originali di viaggio per esplorare il territorio così da combattere il fenomeno dell’overtourism. In Sicilia, per esempio, è stato progettato un nuovo tour 2025 per il treno dei vini dell’Etna, un’esperienza che conquista l’attenzione con un itinerario sensoriale.  Il tragitto attraversa il paesaggio vulcanico regalando viste straordinarie sulle pendici del monte: l’atmosfera sembra quasi farci fare un viaggio fuori dal tempo con la natura che domina la scena.

Chiaramente il tour non si limita alle bellezze del paesaggio, include alcune soste per scoprire il territorio attraverso calici di Etna DOC in borghi dall’anima autentica, il tutto accompagnato da specialità local da non perdere.

Il nuovo itinerario 2025 per il Treno dei Vini dell’Etna

Il treno dei vini dell’Etna per il 2025 ha rivoluzionato il programma proponendo un ampliamento di percorso. I viaggiatori potranno così esplorare il versante sud-est del vulcano dove sorgono tantissime aziende vitivinicole e altre imprese legate alle specialità gastronomiche. L’itinerario darà modo di scoprire una prospettiva inedita del territorio siciliano valorizzandolo al massimo.

Tra le news un servizio di biglietteria nel centro di Catania all’interno di palazzo Scamacca e un punto informativo annesso così da aiutare i turisti nella scelta del tour. Chiaramente i ticket saranno acquistabili anche online in pochi clic tramite sito ufficiale. In aggiunta è previsto il lancio del Vinobus Etna Wine Bus, un itinerario enogastronomico ancora più approfondito che parte dal centro di Catania per poter visitare le cantine e le aziende olivicole della zona, vivendo un viaggio dedicato interamente alla scoperta delle eccellenze del territorio.

Il biglietto include il prezzo del treno Circumetnea, una guida dedicata e un transfer in wine bus presso 2 cantine e presso un borgo storico (Castiglione di Sicilia o Randazzo). In aggiunta si potrà partecipare a 2 degustazioni in 2 cantine con inclusi 2 calici ciascuna e un piatto di specialità local in accompagnamento.

Treno dei Vini dell’Etna itinerario

Fonte: iStock

Un viaggio nei sapori della tradizione con il Treno dei Vini dell’Etna

La strada dei vini dell’Etna

Possiamo descrivere la strada del vino dell’Etna come un percorso unico per appassionati di enoturismo così da poter scoprire un territorio spettacolare simbolo del patrimonio enogastronomico regionale. Un itinerario che vuole essere un vero e proprio omaggio alla viticoltura eroica di un terreno impegnativo da gestire. Le numerose soste porteranno i visitatori alla scoperta di cittadine dall’atmosfera popolare e fortemente legata al territorio.

Il turismo slow sta vivendo una forte crescita attirando visitatori da ogni parte del mondo: non sono solo cittadini italiani ma viaggiatori provenienti da tutto il mondo  a voler scoprire quella che è la produzione vinicola sinonimo di eccellenza.

Il Treno dei Vini dell’Etna continua quindi a rappresentare un’opportunità straordinaria per esplorare il vulcano più alto d’Europa in un modo nuovo, tra gusto, cultura e paesaggi mozzafiato.

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Cosa fare ad Antigua Guatemala, la meta da visitare nel 2025

Se state cercando una meta diversa dalle altre da visitare nel 2025, vi rispondiamo senza alcuna esitazione: Antigua Guatemala. Devastata dal terremoto di Santa Marta nel 1773, la città Patrimonio UNESCO è di una bellezza particolare, tanto da essere considerata la vera gemma di questo Paese del Centro America, molto più della caotica Città del Guatemala. Con le sue strade acciottolate, le case basse dalle tonalità pastello e lo skyline composto dai vulcani (alcuni scalabili), offre un’esperienza di viaggio unica nel suo genere.

Incastonata fra tre vulcani – Fuego a sud, Agua e Acatenango a ovest – immerge i visitatori in atmosfere accoglienti, dove se da una parte gli abiti tradizionali dei suoi abitanti e i monumenti storici raccontano una parte della suggestiva cultura del Guatemala, dall’altra ci sono ristoranti, café e gallerie d’arte a mostrarci lo spirito di una città in continuo rinnovamento.

Antigua Guatemala è una città tranquilla non influenzata negativamente dal turismo; strizza l’occhio alla modernità senza intaccare negativamente il tessuto storico e identitario cittadino. Come scoprirla? Queste sono le cose che vi consigliamo di fare, dai trekking sui vulcani ai musei.

MUNAG: Museo Nacional de Arte de Guatemala

Come iniziare a scoprire la città di Antigua Guatemala se non immergendosi nella sua cultura millenaria, oltretutto in modo totalmente gratuito? Visitando il MUNAG – Museo Nacional de Arte de Guatemala, un vero gioiellino aperto nel 2021 dove l’entrata è gratuita, vi verrà semplicemente richiesto il passaporto per lasciare i vostri dati, quindi ricordatevi di portarlo con voi.

Il museo, situato nel Centro Culturale Reale Palazzo dei Capitani Generali, edificio costruito nel XVI secolo e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1979, custodisce oltre 90 manufatti dell’epoca preispanica, coloniale e repubblicana. I reperti più interessanti sono quelli risalenti all’epoca Maya, come alcune sculture lignee, oggetti artistici e i reperti ritrovati nel sito archeologico di Tak’alik Ab’aj.

Il museo è aperto dal giovedì alla domenica, dalle 10:00 alle 16:00.

Belvedere dalla Iglesia de la Merced

Passeggiando tra le strade del centro storico, nei pressi dell’iconico Arco de Santa Catalina, di cui vi parleremo a breve, noterete una chiesa gialla estremamente particolare. Questa è la Iglesia de la Merced la cui facciata, dalle tonalità accese e ornata con decorazioni in stucco bianco, è considerata la più bella di tutto il Guatemala. Progettata con cura per resistere ai terremoti, è arrivata ai nostri giorni in buone condizioni dopo ben tre secoli dalla sua costruzione e custodisce, all’interno delle rovine del monastero, una fontana di 27 metri di diametro, considerata la più grande dell’America ispanica.

La parte più bella, però, resta la terrazza: salite all’ultimo piano per godere di una vista privilegiata sui vulcani e sulla città. Una volta scesi, potreste trovare alcuni stand di street food allestiti nel giardino sottostante, dove provare alcune specialità tipiche davvero deliziose.

Iglesia merced Antigua Guatemala

Fonte: iStock

La facciata riccamente decorata della Iglesia de la Merced

L’Arco de Santa Catalina

Non c’è dubbio che l’Arco de Santa Catalina sia il monumento più iconico di Antigua. Fu costruito nel 1694 per consentire alle suore del convento di Santa Catalina di attraversare la strada senza essere viste, mentre la torre dell’orologio è un’aggiunta risalente al XIX secolo. L’arco si è splendidamente conservato, resistendo ai terremoti che hanno colpito la città, e una foto qui è un must soprattutto perché, con la giusta inquadratura, potete incorniciare anche il Volcán Agua.

Le rovine delle vecchie chiese

Un tempo capitale del Guatemala, Antigua custodisce una lunga storia che può essere scoperta, almeno in parte, attraverso le rovine sparse per la città. Tra queste, le più famose sono le vecchie chiese, tra cui la più bella e importante è quella di San Francisco. Fu la prima chiesa di Antigua ed è dedicata al Santo Hermano Pedro de San José de Betancourt, dove risiede anche la sua tomba, un missionario arrivato in città verso la metà del 1600.

Un’altra delle chiese a portare le cicatrici visibili del tempo e dei terremoti è la Iglesia del Carmen, un gioiello architettonico la cui costruzione risale all’iniziò del 1638 per volere del consiglio comunale di Santiago de los Caballeros, il nome con il quale era conosciuta Antigua al tempo. Il nome “Iglesia del Carmen” è un omaggio alle suore carmelitane che trovarono rifugio tra queste mura dopo i devastanti terremoti del 1773.

Rovine chiese Antigua Guatemala

Fonte: iStock

Le rovine di una chiesa ad Antigua Guatemala

Belvedere Cerro de la Cruz

Se volete godere di una vista pazzesca non solo sulla città, ma anche e soprattutto sui vulcani che la circondano, il luogo da raggiungere è il belvedere Cerro de la Cruz. Raggiungibile a piedi percorrendo un breve sentiero in salita, è il miglior punto panoramico di Antigua Guatemala, ma dovete fare attenzione all’orario. Come noterete dopo un paio di giorni, le nuvole sono una costante sui vulcani e vedere le loro vette non sarà sempre semplicissimo…tranne nelle prime ore del giorno. Se volete beneficiare del panorama perfetto, raggiungete il Cerro de la Cruz di prima mattina.

Trekking sui vulcani

I vulcani sono una presenza costante e, a volte, potreste vederli anche eruttare dalla città. Però, se volete portarvi a casa un’esperienza indimenticabile e avventurosa, ammirarli da lontano non sarà abbastanza. Ad Antigua Guatemala vengono organizzati diversi trekking per raggiungere la cima dell’Acatenango, situato a quasi 4000 metri di altezza. Da qui godrete di una vista unica non solo sui vulcani, ma anche sulla campagna circostante e addirittura sul Lago Atitlán.

Vulcano Antigua Guatemala

Fonte: iStock

Escursionisti ammirano l’eruzione del vulcano Acatenango

Si tratta di un trekking non adatto a tutti per il quale è necessario un minimo di preparazione: sono 15 chilometri in totale tra andata e ritorno, per i quali sono necessari uno o due giorni di cammino insieme a una guida autorizzata.

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Dove sciare in Sicilia: le migliori località sciistiche dell’isola

La Sicilia è una terra che sorprende sotto ogni aspetto: nota per le sue spiagge dorate, i paesaggi mozzafiato e il clima mediterraneo, l’isola custodisce anche un lato invernale affascinante e poco conosciuto. Le montagne siciliane, infatti, offrono alcune delle esperienze sciistiche più sorprendenti d’Italia, con impianti moderni e paesaggi naturali che si rivelano unici per chi cerca una vacanza sulla neve. Sebbene non si possa paragonare alle Alpi o agli Appennini per dimensioni, la Sicilia ha una straordinaria peculiarità: sciare su un vulcano attivo come l’Etna, con una vista che spazia dal mare alle cime innevate.

Le località sciistiche siciliane sono perfette per chi desidera unire lo sport invernale con la scoperta di una terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Tra le cime imponenti dell’Etna e le tranquille vette delle Madonie e dei Nebrodi, i comprensori sciistici siciliani offrono piste per ogni livello, impanti di risalita ben attrezzati e una diversità di attività che vanno oltre lo sci alpino, inclusi snowboard, freeride ed escursioni con ciaspole. Ma non solo: la possibilità di sciare di giorno e godere di piatti tipici siciliani a base di pesce, arancine e dolci tipici la sera, rendono queste località uniche.

Scopriamo quindi dove sciare in Sicilia e quali sono le caratteristiche principali di ogni stazione sciistica, le date di apertura, il modo più facile per raggiungerle e i prezzi degli skipass giornalieri.

Etna

L’Etna, con i suoi 3.329 metri di altezza, non è solo un vulcano attivo in Sicilia, ma anche una destinazione sciistica incredibile che attira ogni anno appassionati di sci da tutta Italia e non solo. Sebbene la stagione sciistica sull’Etna dipenda fortemente dall’innevamento naturale, la località offre un’esperienza unica di sci, con paesaggi spettacolari che combinano l’ambiente alpino con viste mozzafiato sul mare e sulla baia di Taormina. La stagione sciistica solitamente inizia intorno al periodo natalizio e può proseguire fino a Pasqua, a seconda delle condizioni meteorologiche e della quantità di neve presente.

La stazione sciistica di Piano Provenzana, situata sul versante nord del vulcano, è una delle più frequentate. Qui, gli appassionati di sci possono godere di un panorama straordinario mentre si avventurano sulle piste. Piano Provenzana è dotata di 4 impianti di risalita: una seggiovia quadriposto, la Pouchoz, che serve una pista blu ideale per i principianti, e tre skilift che si snodano attraverso le diverse difficoltà delle piste, permettendo così a sciatori di ogni livello di divertirsi.

La seggiovia Pouchoz è una seggiovia ad agganciamento automatico che copre una pista lunga 1,5 km, con un dislivello di circa 400 metri, ideale per chi sta imparando o per chi cerca una discesa più tranquilla. Il costo di uno skipass giornaliero per i bambini (fino a 12 anni) è di circa €25, mentre per gli adulti è di €35.

Gli skilift della stazione offrono una varietà di percorsi per sciatori più esperti. Lo Skilift Monteconca, che serve una pista rossa/blu di media difficoltà, si sviluppa su 1,6 km di lunghezza, con un dislivello che varia da 1828 m a 2090 m. La pista presenta sezioni più impegnative, ma anche tratti più facili. Anche in questo caso, il costo dello skipass giornaliero è di €25 per i bambini e €35 per gli adulti.

Lo Skilift Coccinelle è un’altra importante attrazione, servendo una delle piste più tecniche dell’Etna, frequentata anche da sciatori professionisti. La pista, che ha ospitato gare internazionali, è lunga 1,4 km e offre tratti di forte pendenza. Lo skipass giornaliero per bambini e adulti è lo stesso, €25 per i bambini e €35 per gli adulti.

Infine, lo Skilift Anfiteatro serve due piste rosse, una delle quali omologata per gare di sci alpino, con una lunghezza complessiva di 1,3 km e un dislivello che va dai 2050 m ai 2336 m. La discesa è entusiasmante e perfetta per gli sciatori che cercano una sfida in più. Il costo dello skipass giornaliero è lo stesso degli altri impianti: €25 per i bambini e €35 per gli adulti.

L’apertura è prevista per il 28 dicembre e Piano Provenzana è facilmente raggiungibile in auto. Partendo da Catania, si prende l’autostrada A18 in direzione Messina e si esce a Fiumefreddo di Sicilia. Da qui, si prosegue per Linguaglossa e infine per Piano Provenzana, che dista circa 15 km dal paese. Il viaggio dura circa un’ora. Se provenite da Messina o Palermo, il percorso è simile: basta prendere l’autostrada A18 e seguire le stesse indicazioni. In alternativa, è possibile raggiungere la zona anche con autobus locali che partono da Catania e Linguaglossa, ma gli orari e la frequenza potrebbero variare a seconda della stagione.

Madonie

Nel cuore della Sicilia centrale, il comprensorio sciistico di Piano Battaglia si trova immerso nel verde del Parco delle Madonie, un’area naturale che regala paesaggi incantevoli. Situato a circa 1.570 metri di altitudine, Piano Battaglia è il punto di riferimento per gli amanti dello sci in provincia di Palermo. La località si estende fino a 1.840 metri sulla vetta del Monte Mufara e offre impianti moderni e piste adatte a sciatori di ogni livello. A partire dal 2016, la stazione sciistica è stata completamente rinnovata con l’introduzione di una nuova seggiovia biposto, che permette di salire facilmente in cima, e un skilift Mufaretta. Le piste sono state completamente rifatte, allargate e messe in sicurezza, creando un ambiente ideale sia per i turisti che per gli sciatori più esperti.

Piano Battaglia vanta una varietà di piste da sci che si sviluppano su una lunghezza totale di 4,5 km. Tra le più note, la pista Mollica, riaperta dopo 30 anni, offre pendenze che ricordano quelle delle più celebri località alpine, ed è perfetta per chi cerca emozioni forti. La pista dello Scoiattolo, recentemente ristrutturata, è adatta anche a sciatori principianti, mentre la pista Sparviero, più tecnica, presenta tratti impegnativi che la rendono ideale per chi vuole affinare la propria tecnica. Per i neofiti e i bambini, il Campo Scuola Marmotta, situato nel settore orientale di Piano Battaglia, offre un’area sicura e attrezzata con tapis roulant, perfetta per imparare a sciare o fare snowboard.

Il comprensorio, che serve anche i ciclisti con uno skilift attrezzato per il trasporto delle biciclette, è dotato di impianti che consentono un’esperienza completa sia per il sci alpino che per il snowboard. Il Rifugio Marini, recentemente ristrutturato, offre un luogo accogliente per chi vuole fare una pausa e assaporare i piatti tipici siciliani. Con una stagione sciistica che va da fine dicembre a metà marzo, Piano Battaglia è perfetto per una giornata di sci immersi in un’atmosfera tranquilla, lontano dalla folla delle stazioni più grandi. I prezzi degli skipass partono da 15 euro per il giornaliero, rendendo questa meta particolarmente accessibile.

Per raggiungere Piano Battaglia nelle Madonie, il punto di partenza principale è la città di Palermo. Da lì, si prende l’autostrada A19 in direzione Catania e si esce a Caltavuturo. Da questa uscita, si prosegue seguendo le indicazioni per Petralia Sottana e successivamente per Piano Battaglia, situato a circa 20 km dal centro di Petralia. Il percorso è ben segnalato e la strada che sale verso la località sciistica è panoramica e abbastanza comoda, anche se durante l’inverno può essere necessaria una certa attenzione a causa delle condizioni meteo.

In alternativa, se si proviene da Catania, si percorre sempre l’autostrada A19 e si esce a Enna. Da lì si prosegue verso Sclafani Bagni e infine per Piano Battaglia. In entrambi i casi, la località è facilmente raggiungibile in auto e offre anche un parcheggio vicino agli impianti.

Per chi non ha un’auto a disposizione, è possibile raggiungere Piano Battaglia anche con autobus locali che partono da Palermo o Catania e arrivano a Petralia Sottana, da dove si può prendere un taxi o un servizio navetta fino alla località sciistica. Tuttavia, gli orari degli autobus potrebbero variare a seconda della stagione e del giorno della settimana, quindi è consigliato verificare in anticipo.

Nebrodi

I Nebrodi, purtroppo privi di impianti sciistici, sono una destinazione ideale per chi ama il sci di fondo e le ciaspolate. La zona, grazie al suo innevamento naturale, offre un’esperienza immersiva nei paesaggi invernali siciliani. Il percorso ad anello per lo sci di fondo, che si sviluppa nei pressi di Monte Soro (1.847 metri), attraversa le faggete secolari dei Nebrodi e i pittoreschi laghi di Maulazzo e Biviere di Cesarò, spesso ghiacciati durante l’inverno. Questo tracciato, che può essere percorso anche con le ciaspole, è una delle escursioni più belle da fare in Sicilia, con panorami mozzafiato e un’atmosfera di tranquillità totale. La pista, gestita dall’Ente Parco dei Nebrodi, è ben tenuta grazie all’uso di un battipista, ma è importante fare attenzione a non danneggiare la traccia durante l’escursione.

Per raggiungere la zona, si parte da Messina, prendendo la SS113 in direzione Cefalù e seguendo le indicazioni per Cesarò, passando per Portella Femmina Morta, dove si trova l’ingresso del percorso. Da qui, è possibile accedere direttamente alla pista, che si sviluppa intorno al monte Soro. In alternativa, si può percorrere la SS289 da Patti e seguire le indicazioni per i monti Nebrodi. L’unica struttura ricettiva nei pressi del percorso è il boutique hotel di Portella Femmina Morta, un ex rifugio di montagna, dove è possibile rilassarsi dopo una giornata sulle tracce della neve.

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Pompei contro l’overtourism: scatta il limite di ingressi a 20mila al giorno

L’antica città di Pompei è uno dei luoghi più suggestivi e, come direbbero alcuni, più inquietanti d’Italia. D’altronde stiamo parlando dei resti di quello che avvenne nel 79 d.C., quando l’eruzione del Vesuvio, che tuttora incombe minaccioso all’orizzonte, decimò la popolazione seppellendo la città sotto uno strato di detriti vulcanici. Raggiungibile facilmente da Napoli, e considerata la sua storia e drammatica bellezza, non stupisce che chiunque organizzi un viaggio in Campania desideri vedere il sito dal vivo.

E infatti, i dati degli ultimi anni dimostrano proprio questo, obbligando la gestione del parco a prendere dei provvedimenti che si traducono in un limite d’ingresso pari a 20.000 persone al giorno. Il direttore del Parco Archeologico di Pompei ha dichiarato che l’obiettivo è quello di puntare a “un turismo sostenibile, gradevole e non di massa”.

Limite d’ingresso a Pompei dopo un’estate da record

Sulla scia dei tanti provvedimenti presi quest’anno in diverse parti d’Italia per provare a contrastare il fenomeno dell’overtourism, dalla Fontana di Trevi a Roma al traffico alternato sulla Costiera Amalfitana, l’ultima notizia vede come protagonista Pompei. Il parco archeologico ha assistito a un’estate da record con oltre 4 milioni di visitatori in generale e oltre 36.000 visitatori in occasione di una delle prime domeniche del mese a ingresso gratuito.

Il direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, ha dichiarato che i visitatori del sito ora superano in media i 15.000-20.000 ogni giorno, e il nuovo tetto giornaliero impedirà che il numero aumenti ulteriormente. Al riguardo ha inoltre affermato: “Stiamo lavorando su una serie di progetti per alleviare la pressione umana sul sito, che potrebbe comportare rischi sia per i visitatori che per il patrimonio, così unico e fragile”.

Secondo i dati riportati dal Ministero della Cultura, le visite al parco archeologico hanno visto una crescita del 33,6% rispetto all’anno precedente, con una media giornaliera di circa 11.200 persone.

Biglietti nominativi e limite d’accesso giornaliero

Quest’estate Pompei è stata particolarmente affollata, oltre che protagonista di atteggiamenti scorretti da parte dei turisti, come il visitatore britannico sorpreso a incidere le iniziali sue e della sua famiglia su una delle case millenarie della città. Considerate la situazione, la gestione del parco archeologico si è vista costretta a prendere dei provvedimenti: dal 15 novembre i biglietti per il parco saranno nominativi e ogni giorno ne verranno rilasciati al massimo 20.000, con specifici slot temporali durante l’estate.

Tra gli obiettivi dei gestori del parco, oltre preservare il sito, c’è quello di incoraggiare i turisti a visitare altri siti archeologici legati a Pompei, come Stabia, Oplontis e Boscoreale, offrendo un servizio gratuito di navetta nell’ambito del progetto “Grande Pompei”. Al riguardo, il direttore del parco ha dichiarato: “Le misure di gestione dei flussi, di sicurezza e la personalizzazione delle visite fanno parte di questa strategia. Puntiamo a un turismo lento, sostenibile, piacevole e non di massa, e soprattutto diffuso sul territorio intorno al sito Unesco, ricco di gioielli culturali da scoprire.”

Il provvedimento viene applicato anche e soprattutto le prime domeniche di ogni mese, quando l’ingresso al parco è gratuito. In queste giornate, in caso di forte afflusso di visitatori nella mattinata, le casse saranno chiuse per un’ora al raggiungimento di 15.000 visitatori entro le ore 12.00, al fine di impedire una eccessiva presenza simultanea di turisti, che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza e la salvaguardia del sito e favorire il deflusso in uscita.

Parco Pompei

Fonte: iStock

Parco Archeologico di Pompei dall’alto

Come accedere al parco: ingressi, costi e orari

Il provvedimento che limita l’accesso a Pompei a 20.000 visitatori al giorno non ha influito sui costi e sulle modalità d’ingresso a uno dei parchi archeologici più belli d’Italia.

Per accedere avete a disposizione tre ingressi: Porta Marina è quello principale, situato direttamente di fronte alla stazione ferroviaria di Pompei Scavi, oltre che il più popolare tra i turisti, soprattutto per via di tutte le strutture disponibili come chiosco informativo, negozi di souvenir e noleggio audioguide; il secondo è Piazza Anfiteatro, situato a 15 minuti a piedi da Porta Marina, considerato l’ingresso ideale per visitare il sito perché sarete condotti direttamente all’anfiteatro, al foro e ad altri luoghi importanti di Pompei; infine c’è Piazza Esedra, l’ingresso meno affollato utilizzato soprattutto per le visite di gruppo.

Il Parco Archeologico di Pompei è aperto dal 1 aprile al 31 ottobre, dalle 9:00 alle 19:00 con ultimo ingresso alle 17:30, dal 1 novembre al 31 marzo dalle 9:00 alle 15:30. Il sito resta chiuso il 25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio.

Per acquistare i biglietti vi consigliamo di farlo online e con largo anticipo, soprattutto considerando il nuovo provvedimento di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Avete diverse opzioni: il biglietto salta fila con visita guidata al costo di 36,75 euro, il biglietto d’ingresso classico a 23,90 euro, con audioguida a 31,90 euro e combinato con Ercolano a 37,90 euro.

Infine, vi consigliamo di visitare Pompei all’inizio della giornata, poco dopo l’apertura, perché il sito sarà meno affollato, oltre che in un giorno feriale e in bassa stagione.

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Rabaul in Papua Nuova Guinea, cosa vedere: un tuffo nella storia e nella natura

Partiamo alla scoperta di Rabaul, che si trova in Papua Nuova Guinea: trascorrere qualche giorno in questo magico luogo è un consiglio che ci sentiamo caldamente di dare. Siamo nella Nuova Britannia, nella Baia di Rabaul: parte della caldera del mega vulcano è sprofondata in mare. Le cose da vedere a Rabaul ti permettono di fare un tuffo indietro nel tempo e di vivere la storia: non a caso, nel bar dell’albergo, sono conservati cimeli bellici, e la storia viene raccontata con le immagini ferme nel tempo sulla parete. Non solo la guerra, ma anche la distruzione a seguito del vulcano: ti raccontiamo il porto di Rabaul.

Cosa vedere a Rabaul in giornata

Distrutta nel settembre del 1994 dall’eruzione del Tavurvur, Rabaul è stata a lungo una delle città più spettacolari della Papua Nuova Guinea. In parte, la zona vecchia sembra quasi un set cinematografico: la distesa di cenere lavica nera ci fa comprendere il passato, il presente e il futuro di questo luogo, che si trova sulla punta nord-orientale dell’isola della Nuova Britannia, proprio ai margini di Simpson Harbour.

Il porto di Rabaul ha accolto numerose navi da crociera e yacht, in particolare durante i tempi d’oro: numerosi i turisti che si sono recati in questo posto per ammirare i vulcani, la foresta pluviale e le spiagge. Oltre, naturalmente, ai cimeli della Seconda Guerra Mondiale, tra cui un aereo di caccia giapponese. Un tempo, questa città era rigogliosa, splendente, accogliente: i viaggiatori si fermavano spesso allo yacht club o nel campo da golf, ammirando la natura maestosa.

Attività da fare a Rabaul in Papua Nuova Guinea

Un tempo è stata la Capitale del territorio australiano della Papua Nuova Guinea: la Perla del Pacifico, così era chiamata, è sopravvissuta alle invasioni, ai bombardamenti, alle eruzioni vulcaniche. La popolazione è fortemente legata al territorio e ai suoi valori, quindi hai l’opportunità di immergerti nella cultura del posto, andando alla scoperta dei simboli tradizionali, come i Duk-Duk e Tumbuan del popolo Tolai, o la danza del fuoco di Baining.

Tra le attività da fare, una sosta al mercato locale per mangiare l’Aigir, il piatto simbolo del posto, ovvero carne o pollo cucinati usando pietre roventi, con verdure, spezie e crema di cocco: il tutto viene poi servito nelle foglie di banano. Il mercato è anche il punto di riferimento per scoprire i cestini intrecciati e le “belim”, delle borse della spesa super colorate che i turisti amano molto.

Per chi apprezza in particolar modo l’avventura e il contatto con la natura, Rabaul non disattende le aspettative: qui è possibile fare escursioni al cratere (consigliamo di farlo in totale sicurezza con le guide del posto), trekking nella foresta e nuotare con i delfini. Lo snorkeling è indubbiamente una delle attività predilette dai turisti in questo luogo magico, e non è difficile capire il motivo: immergersi significa scoprire la vita marina e scivolare tra i relitti di guerra, in uno scenario naturalistico surreale, anche per il dislivello importante. Gli appassionati di pesca sportiva non rimarranno altrettanto delusi.

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Escursione sul Rucu Pichincha a Quito: cose da sapere

A nord di Quito, il vulcano Pichincha domina la capitale dell’Ecuador e ha dato il nome alla provincia di cui la città fa parte. Il vulcano è in realtà composto da due cime distinte, il Rucu Pichincha (noto come “Vecchio Pichincha” in quechua), a 4.698 m, e il Guagua Pichincha (noto come “Bambino Pichincha”), a 4.784 m. È quindi il più basso e antico dei due quello direttamente accessibile dalla funivia di Quito.

L’escursione sul Rucu Pichincha

I Pichincha sono vulcani gemelli, si trovano a pochi chilometri a ovest di Quito e sono molto visibili dalla capitale dell’Ecuador. I due vulcani sono ben distinti: il Gagua Pichincha, che significa BABY Pichincha, è il più alto e ancora attivo, mentre il Rucu Pichincha è più basso e più vicino a Quito, ma inattivo. L’ultima eruzione del Gagua è avvenuta nell’ottobre 1999 e ora si può notare la nuova cupola formatasi sul fondo del cratere. Possono essere scalati in maniera indipendente in due diverse escursioni, da affrontare con le dovute accortezze. Sono diventati un importante simbolo storico e turistico di Quito e dell’Ecuador. Entrambi, il Guagua e il Rucu Pichincha, offrono condizioni eccellenti per un acclimatamento morbido, magari in vista di altre escursioni sulle vette del continente, e viste mozzafiato su Quito e sull’Avenida dei Vulcani. Molte piante, colture endemiche colorate e diversi uccelli andini decorano il paesaggio sempreverde del Páramo.

sentiero rucu pichincha

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In cammino verso la cima del Rucu Pichincha

In passato, il sentiero per il Rucu era considerato piuttosto pericoloso, con bande che si aggiravano intorno alla montagna e aggredivano i viaggiatori. Visto che la scalata di questo vulcano stava diventando sempre più popolare tra i turisti, il governo ecuadoriano ha fatto un ottimo lavoro per rendere la zona più sicura: ora è possibile percorrerla a piedi senza temere aggressioni. Per iniziare la salita, dovrai arrivare fino alla stazione della funivia di Quito, con cui salirai fino ai 4000 metri di Cruz Loma. Una volta lì, dovrai prendere il sentiero lungo il fianco orientale della montagna che ti condurrò a una zona di ghiaia ripida prima di raggiungere la cima del Rucu Pichincha a 4627 metri. Qui potrai fare una pausa prima di tornare indietro verso la funivia e fare rientro in città.

Il sentiero per il Rucu Pichincha

Il sentiero che porta al vulcano è abbastanza facile da trovare. Basta seguire il tracciato mantenendo la splendida vista di Quito sulla destra e presto si vedrà l’indicazione per il vulcano Pichincha. Il percorso da seguire è ben visibile, a causa della vegetazione scomparsa per via del calpestio (ma a volte diventa meno chiaro man mano che ci si avvicina alla cima). All’inizio il sentiero sale e poi scende, superando alcune colline erbose da cui si gode una vista mozzafiato su Quito, che occupa tutta la valle. A questo punto ci si rende conto che l’escursione non sarà una semplice passeggiata! L’altitudine è già superiore a 4100 mt. e la respirazione è difficile. A poco a poco, il paesaggio diventa più roccioso, selvaggio e austero. Man mano che si sale di quota, le condizioni meteorologiche possono peggiorare, il vento si fa più forte, le nuvole colpiscono il viso e l’ossigeno viene a mancare.

Dopo un po’, il sentiero escursionistico si trasforma in un percorso di arrampicata. È un po’ sorprendente quando, dopo aver seguito un sentiero ben battuto fino a quel momento, ci si trova improvvisamente di fronte a rocce che bloccano il cammino. Ci si chiede se si debba aggirarle, scalarle? La risposta è sì, bisogna scalarle. Quando si inizia a scalare le parti rocciose, la vetta non è lontana. E il pendio diventa davvero ripido. Iniziano le difficoltà respiratorie. Ora siamo a 4500 metri, il solo camminare diventa molto difficile. La soluzione è quella di fare tante brevi pause per riprendere fiato.

teleferica rucu pichincha

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Sali sul vulcano Pichincha con la comoda teleferica

Dove si trova?

Il Rucu Pichincha si trova a cinque miglia a ovest di Quito ed è facilmente raggiungibile con un’escursione giornaliera. Il modo migliore e più veloce per arrivare è noleggiare un’auto o prendere un taxi fino alla funivia. Da lì, potrai decidere se salire con la teleferica (il viaggio costa circa 10 euro) o a piedi. In questo caso, il primo tratto dell’escursione è di circa 5 km fino al punto di arrivo della funivia. Anche se seguire il sentiero è abbastanza semplice, questa parte dell’escursione non è uno scherzo, perché in alcuni tratti è molto ripida e con la necessità di superare dei punti particolarmente rocciosi. Fai attenzione al meteo ovviamente perché se le nuvole iniziano a scendere potresti non riuscire più a vedere molto e a non seguire correttamente il percorso, che nel tratto finale diventa più arduo e necessita di una buona visibilità per essere affrontato in sicurezza. Quando si arriva in cima ci si può riposare all’interno della caffetteria e sedersi a godere del panorama (e dell’impresa appena compiuta).  Inoltre, si possono fare alcune attività come altalene panoramiche e noleggiare biciclette. Sicuramente, la vista panoramica è il motivo principale per cui si affronta la salita alla vetta del Rucu Pichincha. Per arrivare sulla vetta del vulcano gemello, il Guagua, ti servirà un veicolo 4×4 con il quale arrivare fino a una zona pianeggiante dove iniziare a camminare fino alla cima. Prima di raggiungere il bordo del cratere e la vetta, osserverai gli effetti dell’ultima eruzione, come la nuova cupola formatasi nel 1999.

quito panorama

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Vista dall’alto sulla bellezza di Quito

Come prepararsi all’alta quota?

Il nostro consiglio è quello di stare a Quito per almeno 2 o 3 giorni prima di tentare la scalata, per permettere al tuo corpo di produrre abbastanza globuli rossi. Sarebbe ancora meglio visitare alcuni luoghi nei dintorni di Quito a un’altitudine maggiore, per stimolare ancora meglio il processo di acclimatamento. Questa escursione dovrebbe essere fatta al mattino, perché spesso il tempo si guasta nel pomeriggio. Consigliamo vivamente di essere pronti a salire non appena la funivia apre, per avere le migliori possibilità di avere bel tempo e una splendida vista dalla cima. Questa escursione può risultare estremamente lunga, soprattutto se si sceglie di non usare la funivia e nel tuo equipaggiamento non potranno mancare stivaletti da trekking, giacca da pioggia, filtro per l’acqua, repellente per insetti, cappello, occhiali da sole e crema protettiva. Il bello di questa escursione è che potrai percorrere la strada più o meno lunga, e sarà comunque estremamente gratificante. Si rimane sbalorditi dalla vista non solo su Quito, ma anche dei vulcani. Può sicuramente essere considerato un percorso di media-alta difficoltà, per il quale è necessario essere ben preparati, ma ne vale indubbiamente la pena. Arrivare in cima è una sensazione fantastica. La mancanza di ossigeno svanisce e viene sostituita dalla gioia. Ci si sente davvero orgogliosi di non aver mollato. E in cima, è bello poter camminare di nuovo su un terreno pianeggiante!

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Pompei, dal 7 settembre al via le visite serali

Un’esperienza che trasporta gli spettatori indietro di quasi duemila anni, a quella fatidica notte del 79 d. C. precedente all’eruzione che cancellò la città di Pompei e la sua popolazione dalla faccia della Terra. Dal prossimo sabato 7 settembre, e per tutti gli altri sabati del mese di settembre, prendono il via gli appuntamenti serali nel sito archeologico, uno spettacolo incredibilmente suggestivo all’interno degli scavi.

Le passeggiate serali a Pompei

Le passeggiate serali a Pompei prevedono due itinerari, nello splendido scenario degli scavi archeologici dell’antica città alle falde del Vesuvio che nel 1997 è entrata a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco con accesso ad alcune case del lato orientale della città antica e alla Palestra grande, e dall’altro lato alla Villa dei Misteri, uno degli edifici più visitati degli scavi di Pompei, soprattutto per la serie di affreschi del triclinio, raffiguranti riti misterici, ben conservati, da cui la struttura prende il nome.

Primo itinerario

Il primo itinerario parte da piazza Anfiteatro e prevede una passeggiata tra alcune delle più eleganti domus pompeiane: i Praedia di Giulia Felice, una villa urbana con ampio giardino e dallo scenografico porticato con colonne in marmo scanalate, la Casa della Venere in Conchiglia, che prende il nome dal grande affresco che si trova su una parete del giardino, e la casa di Loreio Tiburtino. Il percorso include l’accesso alla mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” allestita nella Palestra grande degli scavi.

Da piazza Anfiteatro partirà anche l’attività dedicata ai bambini e alle loro famiglie, organizzata dal Pompeii Children’s Museum, che prevede la visita didattica speciale nelle domus del percorso, preceduta da una performance nella Casa Rosellino, sotto il grande Cavallo rosso di Mimmo Paladino.

Il costo è di 5 euro, oltre al biglietto d’ingresso al sito pari a 7 euro, e la durata della visita + performance è di circa un’ora e 40 minuti, con inizio alle ore 20.00. Gli orari delle passeggiate serali per il percorso da Anfiteatro sono i seguenti: 19.30-23.30 con ultimo ingresso alle 21.45.

Secondo itinerario

Il secondo itinerario, incluso nel biglietto d’ingresso di 7 euro, prevede l’accesso diretto dalla strada urbana esterna alla Villa dei Misteri illuminata. L’orario di accesso alla villa è dalle 19.30 alle 23.30, con ultimo ingresso alle 22.30. La durata del percorso è di circa 40 minuti. Sarà possibile usufruire del servizio navetta Pompeii Artebus in partenza da piazza Esedra. È consigliata la prenotazione online.

Un modo originale ed emozionante per visitare gli scavi di Pompei, che al tempo dell’antica Roma era una cittadina florida e pulsante. Un luogo che tutt’oggi rappresenta la maggiore espressione urbanistica e architettonica dell’ingegneria dell’epoca, ma anche un ricordo, a causa dell’eruzione, triste e malinconico di un popolo scomparso sotto la lava e la cenere.

Visite notturne ad altri siti

Le visite notturne prevedono anche quelle ad altri luoghi tra cui Villa Arianna e Villa San Marco, il Museo archeologico libero D’Orsi a Stabia, Villa di Poppea a Oplontis, l’Antiquarium e Villa Regina a Boscoreale. La Villa di Poppea a Oplontis è la maestosa dimora attribuita alla seconda moglie di Nerone e sarà aperta per le passeggiate serali del 7 settembre in occasione della Notte Bianca, organizzata dal comune di Torre Annunziata, e a seguire il 13 settembre. Il percorso serale consente di ammirare anche la suggestiva esposizione di statue e opere che arricchiscono la visita agli ambienti della villa, nell’ambito di un progetto di Museo diffuso permanente. Per la Notte Bianca sono in programma visite sul tema “Vinalia Rustica” con degustazione di vini locali e lettura di versi di poeti greci e latini a cura dell’Archeoclub di Torre annunziata – “Mario Prosperi”.

La Villa Arianna e Villa San Marco a Castellammare di Stabia, due esempi di grandiose ville aristocratiche romane, un tempo con affaccio panoramico sul mare, saranno visitabili di sera il 13 e il 20 settembre.

Anche il Museo archeologico di Stabia, presso la Reggia del Quisisana, sarà visitabile la sera del 13 e del 20 settembre, nel suo allestimento di recente rinnovato e arricchito di nuovi reperti provenienti dal territorio e dalle ville di Stabia. Il 13 settembre è prevista anche l’apertura straordinaria dei depositi archeologici. A conclusione del percorso di visita del museo, il visitatore sarà calato fisicamente nei sotterranei del palazzo reale, per visitare il nuovo allestimento dei depositi.

L’Antiquarium di Boscoreale e la Villa Regina saranno aperti il 7, 14 e 21 settembre. La passeggiata serale consente la vista a Villa Regina, un esempio di fattoria romana dedita alla produzione del vino, e all’Antiquarium che dall’anno scorso espone, oltre e reperti del territorio vesuviano, anche una nuova sala interamente dedicata alle recenti scoperte della villa suburbana in località Civita Giuliana, tra le quali il celebre carro cerimoniale e il calco del cavallo.

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Guida completa alla scoperta del vulcano Cotopaxi in Ecuador

Una meta davvero originale per un viaggio fuori dall’Europa? L’Ecuador: sono molti i viaggiatori che lo scelgono per il mix naturale caratterizzato da foreste amazzoniche e gli iconici vulcani. Se stai pensando di farti questo inestimabile regalo, oltre ad un itinerario completo della località, tra le tappe imperdibili c’è proprio il vulcano Cotopaxi: il più imponente e ricco di storia, con molto da far scoprire ai turisti.

Alla scoperta del vulcano Cotopaxi

Se pensi all’Ecuador, le prime immagini che ti vengono in mente sono quelle lussureggianti e verdi delle foreste ma non mancano l’ospitalità e i mercati vivaci. Tra tutti però, a fare da cartolina ci pensa il vulcano Cotopaxi, il più maestoso e di interesse dal punto di vista naturalistico. L’imponente colosso naturale incarna pienamente storia e cultura ecuadoriana, tanto che sono molti i coraggiosi che scelgono di salire fino alle pendici attraverso trekking ed escursioni organizzate per scoprire da vicino la sua autentica anima selvaggia.

Simbolo culturale, è considerato una montagna sacra da molte popolazioni indigene che ancora oggi la scelgono come località per cerimonie religiose e spirituali che vengono celebrate alle sue pendici. Il nome è altrettanto interessanti: deriva infatti dalla lingua quechua e significa “collo della luna”, rimando chiaro alla forma che lo contraddistingue. Conquista il titolo di secondo vulcano più alto dell’Ecuador e tra i più alti al mondo con i suoi 5.897 metri di altezza. La cima è perennemente innevata e svetta creando un contrasto netto con quello che è il paesaggio verdeggiante nelle zone circostanti.

Non solo l’altezza, la sua forma conica perfetta è altrettanto interessante ed è dovuta alla tipologia di formazione. Tra le curiosità, c’è da sapere che è tra i vulcani più attivi: sono state registrate diverse eruzioni nei secoli, l’ultima di grande rilevanza è del 2015. Gli studiosi monitorano costantemente la vita del vulcano per motivi di ricerca e sicurezza.

Il parco nazionale Cotopaxi

Il vulcano Cotopaxi si trova all’interno del parco nazionale omonimo, un’area protetta che si distingue per una biodiversità ricca e variegata. Mentre ti avventuri tra i sentieri, potresti incontrare diversi animali che popolano la zona; tra i più comuni ci sono il condor andino, il cervo delle Ande, o la volpe andina. La flora è altrettanto affascinante, con piante adattate all’altitudine e al clima rigido delle Ande. Tra queste, il pajonal, una tipologia particolare di erba alta che domina il paesaggio, e gli immancabili licheni che crescono sulle rocce vulcaniche, testimoniando la resilienza della natura in un ambiente così estremo.

Che tipo di vulcano è il Cotopaxi?

Il vulcano Cotopaxi dell’Ecuador rientra nella categoria degli stratovulcani, si caratterizza per l’iconica forma a cono perfetto e attira turisti per trekking ed esplorazioni per la sua altezza che supera i 3000 metri di altezza dalla base. Il nome “straovulcano” indica una tipologia specifica di vulcani, nati dalle sovrapposizioni di strati di lava solidificata, pomice e ceneri vulcaniche che nel tempo hanno consolidato la struttura. Rispetto ai vulcani a scudo, hanno pendii molto più ripidi che raggiungono i 45 gradi.

Cosa sapere sul vulcano Cotopaxi

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vulcano Cotopaxi, tra i più interessanti al mondo

Conquista la vetta

Per i più avventurosi e sportivi, la scalata alla cima del Cotopaxi rappresenta il culmine di un viaggio già di per sé straordinario; devi però sapere che non si tratta di un’impresa leggera e facile, soprattutto meglio farla in gruppo con escursionisti esperti alla guida.

Durante la tua super escursione fermati al rifugio José Rivas: si trova a quasi 4.800 metri di altitudine ed è il punto di partenza per la maggior parte delle scalate alla cima del vulcano. Anche se non pensi di raggiungere la vetta, fermarti qui per godere di un panorama straordinario e di vivere l’emozione di trovarsi così vicino al cielo.

Per poter affrontare l’escursione bisogna essere allenati e in ottime condizioni fisiche ma è soprattutto importante avere l’attrezzatura idonea; ribadiamo ancora una volta l’importanza di affidarsi ad una guida e non affrontare mai questa tipologia di impresa in solitaria. Il consiglio in più? Programma il viaggio tra dicembre e gennaio o tra agosto e settembre, sono questi i migliori periodi climatici per l’experience.

Raggiungere la sommità è una vera impresa: il primo europeo a tentare l’avventura è stato Alexander von Humboldt nel 1802 che però si è fermato a 4500 metri. Il primato del raggiungimento è del 1872 per il geologo tedesco Wilhelm Reiss in compagnia di Angelo Escobar. Tra gli esploratori noti c’è anche Hans Mayer che dopo aver raggiunto la cima nel 1903 ha rappresentato la meraviglia in diversi suoi dipinti.

Esplora il parco

Considerato il parco nazionale più importante e grande dell’Ecuador, conquista il primato per numero di visitatori risultando secondo solamente a quello delle Galapagos. Si trova a meno di 2 ore da Quito e ha una superficie di 33.400 ettari, un territorio ampissimo dominato dall’omonimo vulcano tra i più belli delle Americhe.

Nella parte più bassa del parco si trovano foreste montane mentre tra i 4000 e i 4500 metri la zona è coperta da páramo, un ambiente andino davvero unico nel suo genere. La biodiversità del parco è preziosa, ti basti sapere che sono oltre 90 le specie di uccelli e mammiferi che ci abitano. Cervi, puma e orsi dagli occhiali sono solo alcuni degli esemplari più interessanti.

All’interno del parco del vulcano, oltre alla vetta stessa, consigliamo la visita al centro Mariscal Sucre che racconta la geologia, la flora e la fauna del parco e custodisce addirittura alcuni pezzi della fortezza inca Pucará de Salitre.

Salendo, a circa 3800 metri di quota e con un cammino di circa 5 km, si raggiunge la laguna Limpiopungo: si tratta della meta ideale per osservare da vicino diverse specie di uccelli ed è anche possibile percorrere un sentiero di circa 3 km che costeggia il perimetro.

Raggiungibile a circa 50 km da Quito o a 33 da Latacunga, la seconda montagna più alta dell’Ecuador dopo il Chimborazo è tra le destinazioni più interessanti per chi organizza un viaggio in Ecuador. Il terzo vulcano più alto al mondo dalla forma conica straordinaria ha registrato diverse eruzioni di rilievo, tra cui l’imbattibile del 1534 documentata dai conquistadores spagnoli durante una battaglia con gli indigeni.

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Pompei sorprende ancora, la nuova scoperta dell’eruzione

Proseguono con successo le ricerche archeologiche nella Regio IX, Insula 10 di Pompei, un’area particolarmente ricca di scoperte che da tempo alimenta l’interesse degli studiosi. Le indagini in corso, parte di un progetto più ampio volto a mettere in sicurezza i fronti di scavo, hanno recentemente portato alla luce un altro importante ritrovamento: un piccolo ambiente che custodisce i resti di due vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

La nuova scoperta negli Scavi di Pompei

Questa nuova scoperta, oggetto di un primo inquadramento scientifico pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, ci riporta ai tragici istanti della catastrofe. All’interno del vano scoperto, un cubicolo adibito a stanza da letto temporanea, sono stati trovati i corpi di un uomo e di una donna. Quest’ultima, sul letto, portava con sé un piccolo tesoro composto da monete d’oro, d’argento e di bronzo, oltre a preziosi monili, tra cui orecchini in oro e perle, testimonianze della ricchezza e dello status sociale della vittima.

Il cubicolo, situato alle spalle del Sacrario blu, già documentato in precedenti scavi, e con accesso dal grande salone decorato in II stile, sembra fosse utilizzato come rifugio durante i lavori di ristrutturazione della casa. Le due vittime, sperando di sfuggire alla pioggia di lapilli che stava invadendo ogni spazio della domus, si rifugiarono in questa stanza, ignare del tragico destino che le attendeva.

L’ambiente, grazie alla porta chiusa, rimase sgombro dalle pomici, a differenza del salone adiacente, che si riempì rapidamente, bloccando la possibilità di fuga ai due sfortunati. Intrappolati nell’angusto spazio, furono infine travolti dai letali flussi piroclastici.

Le impronte nella cenere, perfettamente conservate, hanno permesso agli archeologi di ricostruire l’arredamento della stanza, rivelando la presenza di un letto, una cassa, un candelabro in bronzo e un tavolo con piano in marmo, ancora ornato con suppellettili in bronzo, vetro e ceramica. Questi reperti offrono uno spaccato straordinario della vita quotidiana a Pompei, permettendo di approfondire le conoscenze sulla società pompeiana e sulle tragiche storie individuali che si intrecciano con il dramma collettivo dell’eruzione.

I progetti del Parco Archeologico di Pompei

Il progetto di scavo in questione si inserisce in un più ampio approccio multidisciplinare adottato negli ultimi anni dal Parco Archeologico di Pompei. Questo metodo mira non solo alla conservazione del sito, ma anche al miglioramento dell’assetto idrogeologico e della sicurezza dei fronti di scavo. Sulla base dei dati raccolti, il Parco sta adattando continuamente le proprie strategie, concentrandosi sul restauro, la salvaguardia e l’accessibilità del patrimonio, e delimitando con precisione le nuove aree di scavo all’interno della città sepolta.

Contemporaneamente, il Ministero della Cultura e il governo hanno destinato importanti investimenti a nuovi scavi nel territorio circostante, tra cui Civita Giuliana, Villa dei Misteri e l’antica Oplonti nel Comune di Torre Annunziata. Questi interventi consentiranno di arricchire ulteriormente la nostra comprensione della vita nell’antica Pompei e nei suoi dintorni.

Secondo Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, l’analisi dei dati antropologici relativi alle vittime rinvenute fornirà informazioni preziose sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle loro microstorie. “Pompei rimane un grande cantiere di ricerca e restauro”, – ha dichiarato Zuchtriegel, – “ma nei prossimi anni ci aspettiamo importanti sviluppi negli scavi archeologici e nella valorizzazione del territorio, anche grazie agli investimenti Cipess recentemente annunciati dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano”.

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Otavalo, scopri la colorata cittadina dell’Ecuador

Otavalo è una piccola e colorata città situata nella parte settentrionale dell’Ecuador, facilmente visitabile come escursione giornaliera da Quito, da cui dista solo un paio d’ore d’auto. Il sabato, persone del posto e provenienti dai dintorni si riuniscono per vendere i loro prodotti al mercato settimanale di Otavalo, rendendola una destinazione popolare per i turisti di tutto il mondo. Qui si ha la possibilità di sperimentare la cultura, le tradizioni e l’artigianato dei suoi abitanti. Tuttavia, Otavalo e i suoi dintorni hanno molto altro da offrire. Nelle giornate limpide si può godere della vista dei vulcani circostanti Cotacachi (4939 metri), Imbabura (4630 metri) e Mojanda (4263 metri). Situata a 2500 metri di altitudine, Otavalo è nota per la cordialità dei suoi abitanti, per il mercato settimanale del sabato e per i villaggi vicini dove è possibile conoscere l’artigianato e le arti locali.

cappelli mercato otavalo

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Acquista un cappello andino al mercato di Otavalo

Cose da fare a Otavalo in Ecuador: i nostri consigli

Otavalo si è trasformata molto nel corso degli ultimi anni, da piccolo villaggio a popolare destinazione turistica, grazie al suo famoso mercato. Tuttavia, è tutta la regione di Otavalo che ha molto altro da offrire e che merita di essere scoperta con attenzione.

Incontrare gli Otavaleños

Otavalo è uno dei luoghi dell’Ecuador in cui la gente indossa con orgoglio gli abiti tradizionali. Gli uomini portano cappelli con lunghe code di cavallo sotto di essi, pantaloni bianchi e grandi poncho. Le donne indossano gonne nere, camicette bianche ornate di ricami e gioielli d’oro. Gli Otavaleños sono discendenti degli indiani Cañari dell’antico impero Pre-Inca, Quitu, e furono spostati a nord, nell’attuale Otavalo, quando gli Inca iniziarono le loro conquiste. La gente è molto amichevole, ancor più se si parla qualche parola di spagnolo.

Visitare il mercato

Una delle cose più importanti da fare è visitare il mercato settimanale, per il quale Otavalo è così famosa. Il sabato, la Plaza de Ponchos si riempie di bancarelle dove la gente espone le proprie merci. Anche se non hai intenzione di comprare nulla, probabilmente uscirai con una borsa piena di acquisti. Il mercato offre cappelli, poncho ricamati, calde sciarpe di alpaca, cinture e borse dai colori vivaci tipici della regione andina, il tutto a prezzi accessibili. Il sabato è il giorno di mercato più affollato a Otavalo Ecuador, con la città in fermento e le strade circostanti la piazza piene di bancarelle. Tuttavia, è possibile trovare bancarelle nella piazza tutti i giorni, quindi anche durante quelli feriali. Non dimenticare di visitare anche i numerosi negozi d’arte e di artigianato.

tessuti tradizionali ecuador

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Tessuti tradizionali andini al mercato di Otavalo
mercato otavalo

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Il popolare e affollato mercato del sabato di Otavalo

Istituto Otavaleño di Antropologia

Per chi è interessato a saperne di più sulla cultura otavaleño, una delle cose da fare a Otavalo è visitare l’Instituto Otavaleño de Antropologia. In questo piccolo museo sono esposti oggetti sulla tessitura e informazioni su Otavalo. Tieni presente che gli orari di apertura possono variare, quindi potrebbe essere necessario qualche tentativo prima di riuscire ad entrare.

Visitare il mercato del bestiame di Otavalo

Se ti trovi a Otavalo di sabato, cerca di svegliarvi presto e di visitare il mercato del bestiame. È una delle cose tipiche da fare in questa parte della Cordigliera delle Ande, che ti offre per una mattina uno sguardo in un mondo diverso. Potrai osservare come vengono commercializzati animali come porcellini d’India, mucche, maiali e conigli, e farti la tua idea in merito.

Cose da fare a Otavalo Ecuador e dintorni

La cascata Peguche

Tutti amano le cascate e la cascata Peguche di Otavalo non ti deluderà. Se hai voglia di fare un’escursione, potrai raggiungerla a piedi dalla città in circa 45 minuti lungo i pittoreschi binari della vecchia ferrovia tra i boschi. Le cascate raggiungono un’altezza di 18 metri e sono circondate da una vegetazione lussureggiante. Si può fare un tuffo e rinfrescarsi (attenzione: l’acqua è gelida) oppure ci sono sentieri che salgono su entrambi i lati delle cascate e raggiungono un ponte di legno che si inarca sopra la cima della cascata da cui scattare splendide foto. Ci sono anche alcune grotte interessanti da esplorare. Gli indigeni locali credono che le cascate e l’area circostante abbiano un significato religioso e si immergono qui durante alcune feste come portafortuna.

cascata di peguche

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Fai un tuffo nelle acque della cascata di peguche

Strumenti musicali a Peguche

Peguche è un piccolo villaggio poco distante da Otavalo, noto per la sua cascata e per gli strumenti musicali andini. Una visita piacevole è quella a La Casa de la Musica, di proprietà della famiglia Ñanda Mañachi, dove nel cortile vengono costruiti strumenti locali ecuadoriani. Durante la visita, potrai assistere alla creazione di un flauto e ricevere spiegazioni sugli strumenti dei Paesi andini, tra cui Bolivia, Ecuador e Perù. Non è raro che l’intera famiglia si riunisca per un piccolo concerto non previsto.

Visitare l’albero magico

El Lechero non è un albero qualsiasi. È un vecchio albero mitico e nodoso che si ritiene abbia poteri magici di guarigione. È anche un luogo panoramico per un picnic e offre una splendida vista su Otavalo. Si tratta di una ripida passeggiata di quattro chilometri dalla città (o di una breve corsa in taxi). Per arrivarci a piedi, dirigiti a sud verso Piedrahita dalla città e segui le indicazioni. Una volta superato il profumato boschetto di eucalipti, vedrai l’insegna di un ristorante e, sopra di esso, un albero solitario e una vista straordinaria che avrannò giustificato la fatica di arrivare fin lassù.

Visitare il lago Cuicocha

Il lago Cuicocha è una grande caldera situata a 3100 metri di altitudine ai piedi del vulcano Cotacachi, alto 4900 metri. Dal parcheggio è possibile raggiungere a piedi i punti panoramici in pochi minuti, incontrando lungo il percorso i siti cerimoniali delle popolazioni indigene. È anche possibile fare un giro in barca sul lago. L’escursione intorno all’intero lago è di circa 14 chilometri e richiede dalle 3 alle 5 ore, a seconda del ritmo. Il lago Cuicocha si traduce in “lago dei porcellini d’India”. Le due isole al centro del lago sono spesso paragonate al dorso di due porcellini d’India. Raggiungibile facilmente da Otavalo, rappresenta un’ottima gita di un giorno.

Lago Cuicocha

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Fai un tour del lago d’origine vulcanica vicino a Otavalo

Soggiorno presso l’Hacienda Piman

L’Hacienda Piman è situata in una valle idilliaca vicino alla città di Ibarra, a circa un’ora di auto da Otavalo. Questa storica hacienda è stata trasformata in un lussuoso hotel boutique, dove potrai rilassarti e lasciarti coccolare. Circondata da montagne, verde e numerosi fiori, l’Hacienda Piman è un’ottima base per esplorare gli splendidi dintorni di Otavalo

Ricerca dell’orso andino

Sapevi che le montagne andine dell’Ecuador ospitano “l’orso dagli occhiali”, l’unica specie di orso presente in Sud America? In Ecuador vivono circa 3000 orsi, la maggior parte dei quali risiede in zone di alta quota, tra cui le foreste di montagna, la foresta andina e il páramo, l’area compresa tra il limite degli alberi a 3500 metri e il limite delle nevi a circa 5000 metri. Una delle cose migliori da fare quando nei dintorni di Otavalo è visitare El Mirador de Oso Andino. Questo punto panoramico, situato vicino al villaggio di Pimampiro, offre un’ottima possibilità di osservare questi splendidi animali nel loro habitat ideale per l’orso, grazie all’abbondanza di cespugli e di cibo disponibile. Il momento migliore della giornata per avvistare gli orsi dagli occhiali a El Mirador de Oso è all’alba o al tramonto, quando non fa troppo caldo. Se hai più tempo a disposizione, puoi anche fare una passeggiata con il responsabile del centro di osservazione per vedere gli orsi più da vicino, sempre comunque rispettando gli animali e la distanza necessaria per garantire la loro tranquillità.

orso dagli occhiali

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Osserva l’originale orso dagli occhiali andino

Imparare a conoscere i condor

Il condor, con un’apertura alare fino a 3 metri e una lunghezza di 1,5 metri, è il più grande rapace del mondo e un simbolo dell’Ecuador, ma è anche una specie in via di estinzione e, sebbene questi incredibili uccelli abitino ancora il Paese, il loro numero è drasticamente diminuito. Il Parque Cóndor è un centro di Otavalo dove i condor andini e altri rapaci maltrattati vengono salvati e curati. Due volte al giorno è possibile assistere a una dimostrazione con gli uccelli che volano attraverso la valle, accompagnati da spiegazioni. Una delle altre cose da fare a Otavalo e dintorni per saperne di più sui condor è visitare l’Hacienda Zuleta. Questa tenuta ospita un piccolo museo con molte informazioni sul condor e sul suo habitat. I rapaci feriti o maltrattati vengono accolti e curati per evitare l’estinzione. L’Hacienda Zuleta si propone non solo di svolgere un ruolo educativo, ma anche di sensibilizzare il pubblico nazionale e internazionale su questa specie unica di uccelli. Ogni visita sostiene direttamente questo progetto locale e inoltre, l’ambiente circostante è mozzafiato.

condor andino

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L’animale simbolo delle ande, il condor, è in via di estinzione

Ricamo di Zuleta

Nella parte settentrionale dell’Ecuador, vedrai le donne indossare camicette splendidamente ricamate. Quando si parla di stili di ricamo di alta qualità in Ecuador, viene spesso menzionata la tecnica Zuleta, che fa riferimento a un piccolo villaggio interamente dedicato al ricamo Zuleta, con una tradizione che risale al 1940. La comunità crea opere meravigliose interamente a mano che si possono trovare in tutto l’Ecuador e all’estero. Ti consiglio di visitare e partecipare a uno dei laboratori, dove le persone condividono volentieri maggiori informazioni sul loro mestiere. Inoltre, l’acquisto diretto dai sarti garantisce l’acquisto dei pezzi migliori.

Cotacachi in Ecuador

Cotacachi è una piccola città situata ai piedi dell’omonimo vulcano in Ecuador in cui vale la pena fermarsi per fare una piccola passeggiata. Rinomata per l’artigianato del cuoio, sulla via principale, 10 de Agosto, troverai numerosi negozi che vendono borse, giacche e stivali in pelle. Nella piazza centrale si trova anche una bella chiesa.

Come raggiungere Otavalo da Quito

Otavalo si trova a circa due ore di macchina da Quito ed è ben collegata con gli autobus. Tutte le attrazioni e le cose da fare a Otavalo sono raggiungibili a piedi. Se invece vuoi esplorare i dintorni, pui prenotare un tour o prendere un taxi. È anche possibile noleggiare un’auto ed esplorare il territorio in autonomia.