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Il Palazzo dei Papi a Viterbo: storia, meraviglie e come visitarlo

Il Palazzo dei Papi di Viterbo non è soltanto un monumento di straordinaria bellezza architettonica, ma un vero e proprio simbolo della storia pontificia e della città stessa.

Edificato nel XIII secolo per volontà di Papa Alessandro IV, rappresenta il fulcro di un periodo in cui Viterbo divenne la sede della curia pontificia: il trasferimento da Roma avvenne in un’epoca segnata dalle tensioni tra il papato e le potenti famiglie nobiliari romane, che stavano cercando di sottrarre autorità alla Chiesa. Così, Viterbo fu il rifugio dei papi e accolse per anni la corte pontificia ospitando alcuni degli eventi più significativi della storia ecclesiastica medievale.

Ancora oggi, il Palazzo incanta con la sua austerità medievale e la ricchezza dei suoi spazi, e racconta secoli di vicende storiche tra le sale monumentali.

La Storia del Palazzo dei Papi

La costruzione del Palazzo dei Papi si svolse tra il 1255 e il 1266, e trasformò la città di Viterbo in un’importante sede del potere ecclesiastico. Uno degli elementi architettonici di spicco del complesso è la Loggia delle Benedizioni, completata nel 1267, che divenne il luogo da cui il pontefice si affacciava per rivolgersi ai fedeli, proprio come avviene oggi dalla Basilica di San Pietro a Roma.

Ma il Palazzo è noto anche per aver ospitato il conclave più lungo della storia, durato ben 1006 giorni tra il 1268 e il 1271. Proprio all’interno della Sala del Conclave si discusse per quasi tre anni la nomina di un nuovo pontefice, finché la cittadinanza, esasperata dall’attesa, non decise di rinchiudere i cardinali e persino di scoperchiare il tetto per accelerare la loro decisione. Tale evento segnò la nascita ufficiale del termine “conclave” per indicare le riunioni a porte chiuse per l’elezione del papa.

Nel corso dei secoli, il Palazzo ha subito modifiche e restauri, perdendo parte del suo aspetto originario. Tuttavia, nei primi anni del XX secolo, sono stati avviati importanti lavori di recupero che hanno restituito alla struttura l’austera imponenza medievale con cui era stata concepita.

Cosa vedere

Scorcio del Palazzo dei Papi a Viterbo

Fonte: Ph @Photo Beto – iStock

La porta principale e la Loggia del Palazzo dei Papi nel centro di Viterbo

La visita al Palazzo dei Papi inizia dalla spettacolare facciata che guarda su Piazza San Lorenzo, caratterizzata da una merlatura guelfa e da eleganti finestre monofore e bifore. Ma, come accennato, è la Loggia delle Benedizioni a catturare lo sguardo con i suoi archi gotici che si stagliano contro il cielo. Qui spiccano anche un antico pozzo e una fontana risalente al XV secolo, elementi che conferiscono ulteriore fascino.

Varcata la soglia, la già citata Sala del Conclave si impone come uno degli ambienti più suggestivi, grazie all’ampiezza e alle dodici bifore che la pervadono di luce naturale.

Un altro ambiente imperdibile è la Sala Gualtiero, interamente affrescata e oggi custode di un documento eccezionale: la pergamena originale del primo conclave, preziosa testimonianza che conserva tuttora i sigilli in ceralacca dei cardinali elettori e narra così il dramma vissuto durante quei lunghi anni di discussioni e clausura forzata.

Salendo nella parte superiore, si accede alla torre, dove sono custoditi numerosi documenti storici. Si tratta di uno spazio che delinea un autentico tuffo nel passato, con testimonianze scritte che raccontano l’importanza politica e religiosa del Palazzo nel corso dei secoli.

Il Polo Monumentale Colle del Duomo

Il Palazzo dei Papi fa parte del Polo Monumentale Colle del Duomo, un complesso che comprende anche la Cattedrale di San Lorenzo e il Museo del Colle del Duomo. La cattedrale, realizzata nel XII secolo in stile romanico, è stata oggetto di modifiche che, nel tempo, le hanno conferito un’impronta rinascimentale. Al suo interno si sviluppano tre navate e la vicinanza con il Palazzo Papale ne accresce il valore storico, poiché rappresentava il cuore della vita religiosa della città nel periodo in cui Viterbo ospitava la corte pontificia.

Il Museo del Colle del Duomo, fondato in occasione del Giubileo del 2000, espone reperti archeologici, opere d’arte sacra e manufatti liturgici. Tra i pezzi più preziosi figurano calici, reliquiari e paramenti sacri risalenti al XV secolo, uno spaccato unico sulla vita ecclesiastica medievale e rinascimentale.

Come arrivare a Viterbo e info per la visita

Viterbo è facilmente raggiungibile da Roma, e il Palazzo dei Papi è una meta perfetta per una gita di un giorno. Se viaggiate in auto, potete scegliere tra l’autostrada A1 o la strada provinciale SP1, con un tragitto di circa un’ora e mezza. Per chi preferisce il treno, la linea regionale Roma-Civitacastellana-Viterbo offre un collegamento diretto, con un tempo di percorrenza simile.

Una volta giunti a Viterbo, il Palazzo dei Papi si trova nel cuore del centro storico, in Piazza San Lorenzo. Il biglietto d’ingresso consente di visitare, in un’ora, l’intero Polo Monumentale Colle del Duomo, un’esperienza completa per chi desidera immergersi nella storia e nell’arte della splendida città medievale.

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Il Carnevale di Ronciglione è tra i più antichi e folli d’Italia: gli eventi imperdibili

Torna l’appuntamento carnevalesco più atteso della provincia di Viterbo, nel cuore della Tuscia, con sfilate di carri allegorici, tradizioni folcloristiche, musica, maschere e delizie locali in un misto di colori, profumi, risate e magia: il Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi e affascinanti d’Italia, è pronto ad accogliere tutti per far vivere momenti di spensierata allegria, con eventi che fondono storia e divertimento in un’esperienza unica.

Il borgo di Ronciglione, adagiato sulle alture meridionali dei Monti Cimini, a circa 50 km da Roma, si trasforma per l’occasione in un teatro a cielo aperto, in cui va in scena un susseguirsi di spettacoli, sfilate e balli adatti a tutti, dai bambini fino agli anziani. Non a caso è noto come il “paese del Carnevale” e per il 2025 il suo programma è davvero ricco di eventi imperdibili.

Storia del Carnevale di Ronciglione

Il carnevale di Ronciglione ha radici lontane che risalgono addirittura agli anni a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento, quando si svolgeva la tradizione del Carnevale romano rinascimentale e barocco con le “Pubbliche Allegrezze“, nel periodo farnesiano (1537-1649). Si trattava delle cosiddette corse dei Barberi, gare di cavalli senza fantino. In particolare, sembra che nel 1538 papa Paolo III Farnese decise di festeggiare l’investitura del figlio Pier Luigi Farnese a duca di Castro e Ronciglione, concedendo ai ronciglionesi tre giorni di feste e bagordi. Da lì sarebbe stata ripresa la tradizione delle corse dei Barberi e del Carnevale romano.

Il primo documento conosciuto che si riferisce al Carnevale di Ronciglione è del 12 gennaio 1748, nel quale il Vescovo di Sutri e Nepi Giacinto Silvestri disciplinava il Carnevale di quell’anno, in particolare sull’uso delle maschere. Negli anni a seguire, si aggiunsero le varie tradizioni che caratterizzano tutt’oggi il Carnevale di Ronciglione, come il Campanone del municipio che annuncia la festa, il Saltarello (danza popolare), i carri allegorici, le maschere (tra le quali quelle dei Nasi Rossi, che hanno formato un’associazione) e il rituale della morte di Re Carnevale.

Date del Carnevale di Ronciglione 2025

L’edizione 2025 del Carnevale di Ronciglione prevede le iconiche sfilate e un calendario ricco di eventi, spettacoli e tradizioni imperdibili. Le date? Dal 16 febbraio al 4 marzo 2025 tutti sono invitati a partecipare alle tante manifestazioni tradizionali che da 130 anni caratterizzano il Carnevale di Ronciglione, uno dei più antichi del Centro Italia e dello Stivale.

Eventi e spettacoli nel Carnevale di Ronciglione 2025

Fonte: Pro Loco Ronciglione

Carnevale di Ronciglione

Eventi 2025 del Carnevale di Ronciglione

A Carnevale Ronciglione si riempie di magia e di un clima di festa che pervade ogni angolo del cuore cittadino, con spettacoli ed eventi imperdibili e per tutti i gusti. Di seguito, quelli che consigliamo di non perdere nei 15 giorni di festeggiamenti che animano questo paese, inserito nel 2023 nella prestigiosa lista dei Borghi più belli d’Italia.

Il Corso di Gala, la parata di carri allegorici

Non sarebbe un vero Carnevale della tradizione senza la sfilata dei colorati e stravaganti carri allegorici. A Ronciglione si chiama Corso di Gala e prevede un tripudio di colori, musica e atmosfere festaiole. Fino al tramonto, le vie rinascimentali e barocche della cittadina vedono elaborati carri allegorici, gruppi in maschera, bande folcloristiche e performance artistiche che intrattengono le migliaia di persone presenti.

I carri del Corso di Gala replicano la sfilata la domenica, in particolare il 16 e 23 febbraio e il 2 marzo 2025. L’ingresso per assistere all’evento è a pagamento (10 euro – troverete tutti i dettagli più in basso nell’articolo).

Corso di Gala, la parata di carri allegorici tra gli eventi del Carnevale di Ronciglione

Fonte: Pro Loco Ronciglione

Corso di Gala nel Carnevale di Ronciglione

La parata storica degli Ussari e il Giovedì Grasso

Da non perdere il 16 febbraio (con repliche il 27 febbraio e 4 marzo) la Parata storica degli Ussari. Dalle 15:30, un gruppo di persone vestite con costumi da cavaliere del XIX secolo, mette in scena un’emozionante cavalcata per le vie del paese, rievocando il periodo del dominio francese. La tradizione vuole che tutto sia nato da una leggenda: si racconta che un capitano degli ussari francesi, che si trovava a Ronciglione per difendere lo Stato Pontificio, si fosse innamorato di una bella dama. Così, per pavoneggiarsi davanti ai suoi occhi, decise di sfilare più volte di fronte ai suoi cavalieri. Da qui deriverebbe la tradizione della Parata storica degli Ussari.

Al termine della sfilata, spazio alle danze con il tradizionale Saltarello di Carnevale in Piazza Vittorio Emanuele II° (Piazza della Nave).

Il 27 febbraio è invece il Giovedì Grasso e anche questa giornata riserva uno spettacolo particolare: alle 14.30 il Campanone di Carnevale suona per annunciare il ritorno di Re Carnevale. Successivamente, inizia la follia di Carnevale e le autorità cittadine e del Carnevale consegnano le chiavi della Città di Ronciglione a Re Carnevale, scortati da un gruppo di Ussari.

Parata degli Ussari tra gli eventi del Carnevale di Ronciglione

Fonte: Pro Loco Ronciglione

Parata degli Ussari nel Carnevale di Ronciglione

Il Carnevale Jotto, o Sabato Ghiotto

Da non perdere anche il cosiddetto “Sabato Ghiotto” (o “Carnevale Jotto”), l’1 marzo. Tra gli eventi più importanti in questa giornata c’è il Carnival Soap Box Race, una parata di vetture senza motore guidate da persone rigorosamente in maschera, che dalle 15:00 competono per il miglior tempo e per l’originalità sfrecciando per le vie di Ronciglione. Al termine di questa divertente gara, dalle 17:00 inizia il Carnevale Jotto: la giornata dedicata alla gastronomia, durante la quale polentari e fagiolari faranno degustare carne di maiale condita e cotta al forno (porchetta) e tante altre specialità accompagnate dal buon vino, trasformando la piazza in una grande sala da pranzo

Il Lunedì dei Nasi Rossi

Il 3 Marzo è invece il Lunedì dei Nasi Rossi, che porta in scena uno degli eventi più particolari e divertenti del Carnevale: la “Carica dei Nasi Rossi” o “pitalata”. Vestiti con camicioni bianchi, berretti da notte e con i nasi rossi, portano con sé i “pitali”, ovvero vasi da notte in terracotta, che contengono squisiti rigatoni al ragù. Si riversano quindi nella piazza centrale brandendo i loro forchettoni e iniziano così la carica, rincorrendo gli spettatori per offrire loro queste delizie fumanti.

Un’evento divertente e goliardico che è legato ad una leggenda curiosa: la Società dei Nasi Rossi sarebbe nata a seguito di una grossa sbronza di alcuni ronciglionesi, che si sarebbero ritrovati al mattino con il naso rosso e stupendosi di aver utilizzato un vaso da notte (“pitale”) per condire la pasta della cena.

Carica dei Nasi Rossi tra gli eventi del Carnevale di Ronciglione

Fonte: Pro Loco Ronciglione

Carica dei Nasi Rossi nel Carnevale di Ronciglione

Il Gran Carnevale dei Bambini

Come ogni Carnevale che si rispetti, anche i bambini sono i protagonisti di questa festa colorata all’insegna dell’allegria. Per loro, oltre ai carri e agli altri numerosi eventi segnalati, sono previsti altri appuntamenti speciali. Il 27 febbraio e il 4 marzo, alle ore 16:00, si tiene il Gran Carnevale dei Bambini con le mascherate spontanee, mentre sempre il 27 febbraio è organizzata una grande merenda per tutti i piccoli festeggianti. Inoltre, tutti i bambini potranno incantarsi ammirando anche il Carnival street artist show, il festival degli artisti di strada.

Martedì Grasso con la “morte di Re Carnevale”

Il 4 marzo è il Martedì Grasso. Tra gli eventi da non perdere c’è la rappresentazione della Morte di Re Carnevale e l’apertura del suo testamento, dalle 18:30. Si avvia quindi un corteo funebre con la tradizionale Fiaccolata della “Compagnia della Penitenza” e della “Compagnia della Buona Morte”. In seguito, alle 19:30, è prevista la partenza di Re Carnevale, rappresentato da un grosso pupazzo in cartapesta, che viene innalzato al cielo a bordo di un colorato Globo Aerostatico. Una sfrenata veglia d’addio, con musica, balli in maschera e buon vino conclude i 15 giorni di festeggiamenti del Carnevale di Ronciglione 2025.

Biglietti del Carnevale di Ronciglione

Tra tutti gli eventi in programma nel Carnevale di Ronciglione, il Corso di Gala, ovvero la sfilata dei carri allegorici, è a pagamento. Nelle domeniche 16 e 23 febbraio e 2 marzo 2025, quindi l’ingresso costa 10 euro a persona, ma esistono delle eccezioni. Non pagano il biglietto i minori di 18 anni accompagnati da un maggiorenne (con l’acquisto di almeno un ticket adulto – Pacchetto Famiglia) e le persone con disabilità. Viene specificato, inoltre, che per i bambini fino ai 14 anni l’ingresso è sempre gratuito, sia se accompagnati che non, mentre i ragazzi tra i 15 e i 18 anni non accompagnati devono pagare il biglietto.

Dove comprare il biglietto di entrata al Carnevale di Ronciglione? Il ticket d’ingresso, che include anche un biglietto omaggio della Lotteria del Carnevale, è acquistabile nelle biglietterie situate presso tutte le principali entrate del paese, ovvero:

  • Viale Garibaldi
  • Via S. Giovanni
  • Piazzale Mancini
  • Via Magenta
  • Via Farnesiana
  • Via dell’Ospedale Consorziale

Come raggiungere il Carnevale di Ronciglione

Per raggiungere il Carnevale di Ronciglione si può scegliere di utilizzare i mezzi pubblici oppure l’automobile. Nel primo caso, si può prendere un autobus Cotral dalla stazione di Roma Saxa Rubra, che arriva in paese, oppure un treno fino a Capranica o Viterbo e da lì proseguire in autobus fino a Ronciglione.

In auto, partendo da Roma si prende il GRA e si prende l’uscita 5 in direzione Viterbo, per poi proseguire sulla Cassia. Dopo Monterosi si prende l’incrocio a destra in direzione Nepi e al primo incrocio si svolta a sinistra per la Cassia Cimina in direzione Ronciglione-lago di Vico.

Se si viaggia sull’autostrada A1, invece, si prende l’uscita Magliano Sabina in direzione Civita Castellana e Borghetto. Si prosegue poi per Fabrica di Roma e da lì si gira a sinistra per percorrere la Provinciale Massarella. Arrivati al bivio con la Cassia Cimina, si gira a destra in direzione Ronciglione.

Una volta giunti nel borgo si può lasciare l’auto in una delle aree parcheggio disponibili gratuite, che si trovano in diversi punti: viale 5 Giugno, via dell’Artigianato, Ecocentro, via Caduti di Nassirya, Largo Don Carlo Gnocchi, zona Campo Sportivo, Chianello, via Aldo Moro e piazzale Mancini. Inoltre, dalle seguenti zone parte la navetta gratuita che conduce al centro storico:

  • Zona Artigianale (via dell’artigianato ed Ecocentro), con punto di raccolta al bancomat Banca Lazio Nord (viale 5 giungo);
  • Via Caduti di Nassirya, Largo Don Carlo Gnocchi (zona San Paolo), con punto di raccolta al Parco Giochi adiacente alla caserma dei Carabinieri.

Ogni dettaglio sul Carnevale di Ronciglione è consultabile sul sito web ufficiale dell’evento carnevaledironciglione.org. Pronti alla follia di Carnevale più particolare del Belpaese?

tra gli eventi del Carnevale di Ronciglione

Fonte: Pro Loco Ronciglione

Carri allegorici durante il Corso di Gala, Carnevale di Ronciglione
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A Viterbo per la Calza della Befana più lunga del mondo

Com’è ormai tradizione da 23 edizioni, la città di Viterbo torna ad accogliere la Calza della Befana più lunga del mondo. Domenica 5 gennaio, il centro storico viterbese sarà teatro di un evento unico e spettacolare che unisce tradizione, folklore e solidarietà, regalando emozioni a profusione a grandi e piccini.

Protagonista indiscussa della giornata sarà una calza di ben 52 metri, trasportata con entusiasmo da oltre 100 Befane e 15 storiche FIAT 500 del “500 Tuscia Club Viterbo”. E per chi volesse vivere da protagonista questa esperienza, è ancora possibile iscriversi per unirsi al gruppo delle Befane e dare il proprio personale contributo all’iniziativa.

Il percorso tra le vie del centro

Il corteo partirà alle ore 15 di domenica 5 gennaio da piazza del Comune, dove Befane e auto d’epoca si riuniranno per dare inizio alla manifestazione. Da lì, il percorso si snoderà attraverso il centro storico, toccando alcuni dei luoghi più iconici della città della Tuscia: porta Romana, via Garibaldi, piazza Fontana Grande, via Cavour, piazza del Comune, via Ascenzi, il Sacrario, via Cairoli, piazza San Faustino e viale Bruno Buozzi. La sfilata si concluderà alla Chiesa del Sacro Cuore del Pilastro, dove la calza sfilerà davanti al suggestivo presepe vivente di San Faustino.

Quest’anno, a causa dei cantieri presenti in piazza del Comune, il percorso subirà una piccola variazione rispetto agli anni precedenti. Come spiegato da Luciano Barozzi, ideatore della Calza della Befana più lunga del mondo e membro del comitato organizzatore del Centro Sociale Pilastro, la calza verrà portata a mano dalla fine di via Cavour fino a piazza San Faustino. Inoltre, per agevolare il trasporto, non sarà effettuato il consueto giro intorno alla fontana del Sacrario. Alla Chiesa del Sacro Cuore, l’arrivo della calza segnerà un momento speciale per i bambini, che riceveranno dolci tipici e potranno immergersi nella magia dell’Epifania.

Ad accompagnare il corteo, ci saranno le esibizioni musicali della Banda Città di Viterbo, le spettacolari coreografie delle Majorettes di Grotte Santo Stefano e il coinvolgente spettacolo del Gruppo di Musici e Sbandieratori dell’Associazione Culturale Pilastro. Per la prima volta, inoltre, sarà eseguito l’inno ufficiale della Calza della Befana, composto dal maestro Pierluigi De Santis.

Calza della Befana più lunga del mondo, Viterbo

Fonte: credits: Luciano Barozzi

Il corteo della Calza della Befana più lunga del mondo (edizione 2024), Viterbo

Un evento di solidarietà

Come sottolineato dalla sindaca Chiara Frontini: “Questa è una tradizione che vive grazie all’energia e alla passione della comunità. Dopo 23 anni, è importante coinvolgere nuove generazioni per garantire continuità a questa bellissima iniziativa”. L’invito a partecipare è rivolto a tutti, con particolare attenzione a chi vuole vestire i panni della Befana.

La manifestazione è resa possibile grazie alla collaborazione di numerose associazioni del quartiere Pilastro, tra cui il Centro Sociale Pilastro, la Parrocchia, Avis e Admo, e oltre che una festa, rappresenta anche un’occasione per sostenere iniziative di solidarietà locali. L’edizione di quest’anno è dedicata alla memoria di Rosanna De Marchi, scrittrice e poetessa recentemente scomparsa, che ha sempre mostrato grande passione per questa tradizione.

L’organizzazione della manifestazione è frutto di mesi di lavoro e dedizione. Come ha raccontato l’assessora alla cultura Katia Scardozzi: “Questa è una festa pensata per famiglie e bambini, ma dietro ogni dettaglio c’è un impegno enorme. Anche la calza, dopo la pioggia dello scorso anno, ha richiesto numerosi ritocchi per essere pronta a sfilare”.

Corteo Calza della Befana Viterbo

Fonte: credits: Luciano Barozzi

Calza della Befana più lunga del mondo, Viterbo

La discesa della Befana 115 a Piazza della Rocca

Il giorno successivo, lunedì 6 gennaio, la festa continua con la spettacolare Befana 115. A partire dalle ore 15,30 piazza della Rocca si animerà con un susseguirsi di iniziative che culmineranno alle 18 con il momento più atteso: la discesa della Befana dall’alto, per la gioia di tutti i bambini presenti. Un evento che si rinnova da oltre vent’anni grazie al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, al Comune di Viterbo e all’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco.

Il pomeriggio prenderà il via con l’intrattenimento musicale della cartoon cover band “Cavalli a Dondolo”, seguita da danze caraibiche e dalle performance degli allievi della Artist Academy, diretti dall’attrice e cantante Laura Leo. Non mancheranno momenti di poesia, animazione con le Befane che distribuiranno caramelle e zucchero filato, e l’allegria contagiosa dei clown di corsia Goji VIP. La tradizionale discesa della Befana sarà affidata agli specialisti S.A.F. (Speleo Alpinistico Fluviale) dei Vigili del Fuoco, che utilizzeranno le stesse tecniche impiegate nei soccorsi in aree impervie.

Novità di questa edizione è il concorso fotografico che invita i partecipanti a immortalare la discesa della Befana 115 e inviare le foto per concorrere alla selezione dell’immagine ufficiale dell’edizione 2026. Più di mille calzette verranno distribuite gratuitamente ai bambini nel corso dell’evento, rendendo questa giornata ancora più speciale e memorabile per tutti.

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Terme dei Papi, le più antiche della città di Viterbo

Viterbo è una bellissima città del Lazio che sorge ai piedi dei Monti Cimini e che, oltre a vantare un prezioso centro storico e una natura sorprendente, è anche ricca di sorgenti termali dalle origini antichissime: erano persino conosciute dagli Etruschi, un popolo che già in epoche lontanissime aveva scoperto il benessere che possono infondere le acque termali della zona. Furono i Romani poi ad ampliarle, per poi essere arricchite dai Papi fino ad arrivare come dei veri gioielli ai giorni nostri.

Non vi sorprenderà sapere, quindi, che uno degli impianti termali più apprezzati del capoluogo del Centro Italia si chiama proprio Terme dei Papi (tra le migliori di tutta la Regione Lazio), nome ispirato dal Pontefice Niccolò V che qui trovò un grande beneficio nelle cure dei suoi mali, grazie alle proprietà di queste calde acque naturali. Oggi le Terme dei Papi sono le più antiche di tutta la città e offrono al pubblico diversi servizi, tra cui un’imperdibile piscina monumentale.

Come arrivare alle terme alle Terme dei Papi

Le Terme dei Papi di Viterbo non si trovano affatto lontano dal centro storico cittadino. Per la precisione, sorgono tra L.go Socrate Sensi, 1/Strada Bagni, 12 e sono facilmente raggiungibili con mezzi propri o pubblici.

In auto

Per chi arriva da Nord occorre prendere la Strada statale 675 Umbro-Laziale e proseguire fino all’uscita Viterbo Terme, mentre da Sud bisogna guidare sulla Cassia Bis fino a Vetralla, per poi svoltare sulla Superstrada Orte-Viterbo e infine uscire a Viterbo Terme.

In treno

Da Roma Ostiense parte a tutte le ore (tranne il fine settimana) un treno che conduce fino a Viterbo Porta Romana. Da qui è necessario prendere un autobus cittadino, come il 2F, oppure i bus extracittadini della Cotral o il taxi.

In autobus

Ci sono vari autobus in città per raggiungere le Terme dei Papi: 2, A, AG, 2F e, come già accennato, alcuni linee bus della Cotral. Inoltre, in determinati periodi dell’anno a disposizione dei visitatori c’è anche un apposito servizio navetta (attualmente sospeso).

Giorni di apertura e orari dell’impianto termale

Se siete in cerca di benessere e relax non dovete assolutamente preoccuparvi: le Terme dei Papi sono aperte 365 giorni all’anno, festivi compresi, con orario continuato dalle 9.00 alle 19.00. Anzi, l’affascinante piscina termale monumentale esterna è aperta anche nei giorni festivi, sempre dalle 9.00 alle 19.00.

È chiusa solo il martedì per manutenzione ordinaria, mentre il resto dei servizi rimangono attivi. In più, il sabato è possibile fare un vero e proprio bagno sotto le stelle a partire dalle ore 21.00 e fino all’1.00 di notte. Tuttavia è bene sapere che se festivo, il giorno di chiusura della piscina viene anticipato o posticipato.

Prezzi delle Terme dei Papi

I visitatori possono scegliere tra diverse opzioni, ingressi e pacchetti a prezzi di tutti i tipi. L’ingresso alla piscina monumentale termale nei giorni feriali può essere di 3 ore, 12 euro, o giornaliero per 18 euro. I bambini dai 2-12 anni non compiuti pagano invece 8 euro. Se si desidera anche un lettino si può affittare per 5 euro, e a disposizione c’è anche la possibilità di fare un abbonamento di 10 ingressi giornalieri feriali a 120 euro.

Nei giorni festivi i prezzi aumentano un pochino (attenzione, i giorni che vanno dal 25 dicembre al 6 gennaio sono tutti considerati festivi): l’ingresso di 3 ore è a 18 euro, mentre quello a giornaliero a 25. Bambini e lettino rimangono inalterati. L’ingresso notturno, invece, costa 20 euro.

Le Terme dei Papi offrono anche dei pacchetti d’ingresso, che prevedono la possibilità di provare diversi servizi come, per esempio, la Grotta Naturale o degli speciali massaggi, o per poter soggiornare presso l’hotel a quattro stella della struttura. Maggiori informazioni si possono trovare sul sito delle terme stesse.

Trattamenti e servizi

Alle Terme dei Papi c’è davvero l’imbarazzo della scelta: oltre all’acqua della piscina monumentale classificata come acqua sulfurea-solfato-bicarbonato-alcalino-terrosa che sgorga a 58° e con caratteristiche fisico-chimiche uniche e uno specifico contenuto di oligo-elementi, la struttura mette a disposizione anche trattamenti estetici, di benessere, hotel, bar e ristorante.

Molto interessante è la sopracitata Grotta Naturale, che si presenta umida, ad altissima temperatura interna (45-48°C), e ideale nella cura delle malattie reumatiche e delle infiammazioni delle prime vie aeree. Questa caverna, infatti, è unica in Italia poiché le altre presenti nel nostro territorio non raggiungono tali temperature.

Non è di certo da meno la Piscina Sensoriale, in cui possono accedere massimo 5 persone e dove, per 20 minuti, è possibile dedicarsi a cromoterapia, idromassaggi e musica da ascoltare con le orecchie a pelo d’acqua, mentre si è sdraiati su comodi lettini in pietra sommersi sott’acqua.

Poi ancora la Vasca San Valentino, perfetta per gli innamorati che desiderano fare un idromassaggio in un ambiente romantico impreziosito da una serie di candele profumate. Da non perdere sono anche le docce emozionali e il percorso vascolare.

Infine, l’impianto termale propone a tutti i visitatori che ne hanno bisogno una vasta scelta di trattamenti specialistici, anche in convenzione, come otorino, dermatologia, ginecologia e molto altro ancora.

Informazioni utili

Le Terme dei Papi sono dotate di un ampissimo parcheggio e offrono anche spogliatoi, docce e asciugacapelli compresi nel prezzo. È però necessario portare con sé costume, ciabatte e accappatoio. In alternativa, si possono acquistare nel negozio che si trova all’interno dello stesso impianto.

Per maggiori informazioni chiamare il numero +39 0761 3501 o mandare una mail a info@termedeipapi.it.

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Civita di Bagnoregio, la Pietranera de “Il nome della rosa”

Un piccolo e antico villaggio arroccato su una collina, nel cuore della Valle dei Calanchi, ed un unico ponte che lo collega con il resto della civiltà. Ci troviamo nel meraviglioso borgo di Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel cuore della Tuscia laziale. Un luogo sospeso nel tempo e nello spazio, che la fiction “Il nome della rosa” ha voluto celebrare scegliendolo come protagonista tra le suggestive location in cui è stata girata.

Sono solo 11 gli abitanti che vivono in questo luogo a metà tra mito e storia, tra magico e mistico, chiamato il “paese che muore”. È tra i borghi più belli d’Italia e merita di essere esplorato in ogni suo angolo, perché offre la sensazione di tornare ad epoche lontane e regala panorami unici che tolgono il fiato.

Civita di Bagnoregio diventa Pietranera ne “Il nome della rosa”

Ha un aspetto unico permeato da un’atmosfera quasi magica, Civita di Bagnoregio. La location perfetta per girare le scene suggestive della fiction “Il nome della rosa”, tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco.

Nelle immagini della serie tv (nella prima puntata) vediamo questo bellissimo borgo leggermente trasformato per esigenze televisive e letterarie: il suo nome diventa Pietranera e “sparisce” il suo inconfondibile ponte, l’unico passaggio pedonale in cemento dal quale poter accedere al centro abitato.

Nella fiction questo luogo è abitato dai seguaci di Fra Dolcino, considerato eretico. Verrà poi distrutto dalle truppe pontificie, l’inquisizione, per infliggere una punizione al frate.

Vista su Civita di Bagnoregio

Fonte: iStock

Vista su Civita di Bagnoregio

Cosa vedere a Civita di Bagnoregio

Sono tantissime le persone che ogni anno raggiungono questo borgo che sembra sospeso nel vuoto nel cuore della Valle dei Calanchi. Civita di Bagnoregio sorge tra le due valli chiamate Fossato del Rio Torbido e Fossato del Rio Chiaro, che un tempo ne erano le vie d’accesso, poiché portavano dalla valle del Tevere fino al Lago di Bolsena.

È il “paese che muore“, soprannome dato a causa dalla sua situazione decisamente precaria: il borgo è arroccato su una platea tufacea, i cui  banchi d’argilla che la sorreggono sono soggetti a continua erosione. Il suo delicato equilibrio costringe questa località ad un destino inesorabile, una situazione che la rende unica nel suo genere.

Civita di Bagnoregio e il ponte che conduce verso il borgo

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Civita di Bagnoregio e il ponte che conduce verso il borgo

Attraversato l’unico ponte che collega il borgo con il resto della civiltà, si apre davanti agli occhi lo spettacolo del paesaggio circostante, fatto di valli e calanchi scavati da millenni di erosione dell’acqua. Si arriva quindi alla Porta Santa Maria, l’unico accesso al borgo. Da lì una varietà di viuzze si snoda tra gli edifici storici risalenti al medioevo e si riuniscono in piazza San Donato, il cuore del borgo su cui si affaccia la chiesa di San Donato, che custodisce un prezioso crocefisso ligneo risalente alla fine del XVI secolo.

Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

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Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

Tra le meraviglie da ammirare, camminando a passo lento tra le strette stradine del borgo, ci sono i palazzi nobiliari dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni, costruiti dalle importanti famiglie del viterbese nel corso del Rinascimento. In particolare, all’interno di Palazzo degli Alemanni si può visitare il Museo Geologico e delle Frane, un’esposizione che tocca una vasta gamma di discipline, dalla geologia alla sismologia fino all’archeologia, illustrando il rapporto tra Civita e il suo territorio, con una grande attenzione al tema del dissesto idrogeologico.

Da non perdere a Civita di Bagnoregio è anche il piccolo Museo Antica Civitas e la grotta di San Bonaventura, un’antica tomba a camera scavata a strapiombo sul muro di tufo, e che porta con sé una storia curiosa. Il suo nome deriva da Frate Bonaventura da Bagnoregio, vissuto tra il 1217 e il 1274 e che fu il biografo di San Francesco di Assisi. Si racconta che durante un suo soggiorno in questo borgo, San Francesco curò, salvando da morte certa, un ragazzo che si chiamava Giovanni di Fidanza. La madre del giovane promise al Santo che una volta cresciuto, il figlio sarebbe diventato un servitore di Dio, e così fu: Giovanni divenne Frate Bonaventura da Bagnoregio.

Tra gli altri punti di interesse, troviamo il Palazzo Vescovile, un mulino del XVI secolo, i resti della casa natale di san Bonaventura.

Info utili per accedere a Civita di Bagnoregio

Come detto, Civita di Bagnoregio è raggiungibile soltanto attraversando il lungo e suggestivo ponte pedonale in cemento (costruito nel 1965), che dalla collina più vicina accompagna i visitatori fino alla porta d’accesso al centro storico. Per accedervi, è necessario acquistare un biglietto giornaliero (online o fisicamente all’infopoint presente prima del ponte) che ha un costo di 5 euro. Un contributo che permette all’amministrazione comunale di compiere i lavori di restauro e di stabilizzazione, mantenendo il patrimonio di immenso valore rappresentato d questo borgo annoverato tra i più belli d’Italia.

Il suggestivo ponte pedonale che conduce a Civita di Bagnoregio

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Il suggestivo ponte pedonale che conduce a Civita di Bagnoregio

Le altre location della serie tv “Il nome della rosa”

Non è solo Civita di Bagnoregio ad apparire tra le meravigliose location della fiction “Il nome della rosa”, creata e diretta da Giacomo Battiato per Rai Fiction e Tele München, nel 2019. Sono diverse le regioni italiane che hanno prestato alla produzione di questa miniserie i loro paesaggi e i monumenti più belli, e in particolare Abruzzo, Lazio e Umbria.

Ecco le location scelte in Abruzzo:

  • Castello di Roccascalegna: si erge su uno sperone di roccia che domina l’omonimo borgo e dal quale si ammira il vallone del Rio Secco e la vallata del Sangro. Nella serie tv rappresenta il quartier generale del Distaccamento del comando imperiale in Toscana;
  • Eremo di Santo Spirito: luogo incastonato nella roccia a Roccamorice (PE), nel cuore della Maiella;
  • Gole di San Martino: un vero e proprio canyon stretto e lungo 14 chilometri e con pareti a picco, immerso nel Parco della Maiella.
Castello di Roccascalegna Abruzzo

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Castello di Roccascalegna Abruzzo

In Umbria, le location scelte per “Il nome della rosa” sono:

  • Perugia: piazza IV Novembre diventa la location di diverse scene ambientate ai tempi dell’Inquisizione tra roghi di eretici, scene con gruppi di popolani, nobili, soldati e cortei di monaci;
  • Abbazia di Montelabate: di questo borgo in provincia di Pescara diamo in particolare la scalinata dell’Abbazia di Santa Maria Valdiponte;
  • Bevagna: un borgo pittoresco in cui si ammirano, attraverso le riprese, il mercato coperto e piazza Silvestri con la Chiesa di San Silvestro.
Bevagna

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Bevagna

In Lazio, invece, oltre a Civita di Bagnoregio le scene della serie tv hanno visto:

  • Parco Archeologico di Vulci: a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, sorge questa antica valle etrusca che custodisce i resti dell’antica città Vulci, le necropoli e i canyon scavati nelle rocce;
  • Monte Porzio Catone: ha prestato i suoi paesaggi per diverse riprese esterne, insieme a Manziana, la valle della Molara, San Silvestro, e il Vivaro;
  • Faggeta a Soriano nel Cimino: un’oasi naturale dal fascino veramente unico e magico, nominata Patrimonio naturale dell’umanità dall’UNESCO;
  • Castello di Rocchettine: vediamo il castello medievale con le sue due torri gemelle, in provincia di Rieti, più precisamente a Torri in Sabina.
Parco Archeologico di Vulci

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Parco Archeologico di Vulci
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Viterbo, guida e itinerari alla scoperta della città della Tuscia

La città di Viterbo sorge nel Nord del Lazio e, più precisamente, in una zona che, per l’appunto, viene chiamata Tuscia Viterbese. È una città antica, molto probabilmente di origini etrusche, che affascina tutti i suoi visitatori per la presenza di preziosi vicoli, monumenti di varie epoche, casette in pietra e per i dintorni ricchi di natura e luoghi di interesse da non perdere. Scopriamo insieme cosa visitare in questo gioiello del Lazio.

Viterbo, informazioni utili

Posta a circa 320 metri sul livello del mare, Viterbo è una città di arte e di cultura ma anche di natura: prende vita a ridosso dei Monti Cimini e tra il Lago di Bolsena e quello di Vico (a poca distanza c’è pure il mare). Il suo centro storico è un piccolo capolavoro, talmente tanto ben conservato che pare catapultare direttamente nel Medioevo.

La sua è una storia antichissima e che fonda le radici ai tempi degli Etruschi, che qui hanno lasciato numerose tracce, alcune visibili nel Museo cittadino e altre in giro per la città e nelle zone circostanti. Nel corso dei secoli è stata anche una realtà ricca e potente, tanto che tra il 1200 e il 1300 controllava quasi 50 castelli e divenne persino la sede preferita di molti papi. Non vi sorprenderà sapere, quindi, che uno dei suoi appellativi è “Città dei Papi”.

Una piccola curiosità: è proprio a Viterbo che nacque la parola “conclave” e per un fatto molto curioso. Tale termine, infatti, deriva dal latino cum clave, cioè “(chiuso) con la chiave” o “sottochiave”, e fu utilizzato a causa delle divergenze dell’epoca tra i cardinali che dovevano eleggere il successore di papa Clemente IV: il popolo viterbese, esasperato dalla situazione, decise di rinchiudere tutti all’interno del palazzo (clausi cum clave) finché non si fosse trovato un accordo, arrivando a scoperchiare il tetto e a razionare i rifornimenti di cibo per i religiosi.

Ma non è di certo finita qui, perché Viterbo è anche città termale e detentrice di una delle delle feste tradizionali più belle del nostro Paese e più emozionanti del mondo intero: la Macchina di Santa Rosa.

Viterbo, Lazio

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Veduta di Viterbo

Cosa vedere nel centro storico di Viterbo

Una visita a Viterbo non può che partire dal suo affascinante centro storico, pieno di torri, fontane e palazzi che allietano, passo dopo passo, il visitatore. E poi ci sono le architetture tipiche del Medioevo, gli scorci mozzafiato e tanti piccoli punti di interesse racchiusi in una cinta muraria perfettamente conservata e che si estende per circa 4 chilometri.

Chiesa di San Sisto

Entrando dall’imponente Porta Romana, la prima cosa da visitare a Viterbo è l’affascinante Chiesa di San Sisto. È una delle più antiche della città e offre un interno che riempie di stupore tanto che Andrè Maurel, autore francese, nel suo “Petites villes d’Italie” del 1911 ne parlò come di “una chiesa che possiede solo la propria meraviglia”. Straordinario, per esempio, è l’altare che sorge sulla cima di una lunga scalinata.

Piazza Fontana Grande

Piazza Fontana Grande ha questo nome perché proprio qui si fa spazio un’importante fontana antica. È una delle tante che impreziosiscono la città, ma senza ombra di dubbio è una meraviglia. Realizzata da Pietro e Bertoldo di Giovanni, si distingue per essere rialzata da una gradinata rispetto al piano stradale e per una prima vasca a croce greca sui cui innalza una colonna che sorregge due tazze sovrapposte e un elegante pinnacolo.

Piazza del Plebiscito

I viterbesi la chiamano Piazza del Comune, ma qualunque sia l’appellativo scelto non rimarrete di certo delusi. Come dice il nome, qui è oggi concentrato centro politico e amministrativo della città che ha sede in edifici storici che lasciano senza fiato. Uno di questi è il Palazzo del Podestà con la sua lunghissima torre, mentre l’altro è il Palazzo dei Priori che una volta varcata la sua soglia regala scorci emozionanti, una fontana del 1600 con una palma sorretta da due leoni, una cappella con grandi affreschi e sale piene di opere preziose.

Piazza del Gesù

Piazza del Gesù è piccolina, ma permette di ammirare un angolo cittadino davvero incredibile. Proprio qui, infatti, svettano nei cieli la Chiesa di San Silvestro (detta del Gesù), dotata di un campanile a vela, la Fontana di Piazza del Gesù e una delle numerosissime torri di Viterbo, la Torre detta del Borgognone risalente al XIII secolo.

Piazza del Gesù, Viterbo

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Uno scorcio di Piazza del Gesù

Piazza della Morte

Il nome, Piazza della Morte, potrebbe risultare un po’ oscuro ma nei fatti si tratta di un angolo della città pieno di luce e di piccole meraviglie da visitare. Il nome deriva dal fatto che proprio qui, verso il  XVI secolo, all’interno della chiesa di San Tommaso – oggi non più esistente – venne ospitata la Confraternita dell’Orazione e della Morte. Tra le cose da non perdere vi consigliamo la bella fontana tipica viterbese al centro della piazza e Viterbo Sotterranea, un reticolo di gallerie che si estendono sotto il centro storico.

Polo Monumentale Colle Del Duomo

Il Polo Monumentale Colle Del Duomo, ovvero Piazza San Lorenzo con le sue meraviglie, è probabilmente uno degli angoli più straordinari di tutta la città. È proprio da queste parti, infatti, che prendono vita il Palazzo dei Papi, più importante monumento storico e vero simbolo cittadino, e la straordinaria Cattedrale di San Lorenzo, ovvero il Duomo di Viterbo, con un’imponente struttura romanica risalente al XII secolo e le spoglie mortali di Papa Alessandro IV.

Il quartiere di San Pellegrino

Visitare il quartiere di San Pellegrino di Viterbo vuol dire camminare in un vero capolavoro antico: è uno dei quartieri medievali meglio conservati d’Italia. Qui è praticamente impossibile non rimanere incantati da torri, vicoli, archi, piazzette, strade tortuose e caratteristici profferli, quindi delle peculiari scale esterne che creano un’incredibile armonia. Vi basti sapere che viene considerato unicum nel panorama mondiale dell’arte.

Quartiere di San Pellegrino; Viterbo

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La piazza principale del quartiere di San Pellegrino

Valle Faul

Valle Faul è un grande giardino, un notevole parcheggio gratuito e un luogo da dove ammirare Viterbo da un punto di vista più che privilegiato: da una parte si può scorgere il complesso papale, la loggia dei Papi e il dismesso Ospedale Grande degli Infermi, dall’altra l’imponente Chiesa della Trinità dei Pellegrini – che vi consigliamo assolutamente di visitare. Ma non è tutto, perché qui si trova anche un’opera ciclopica dello scultore americano Seward Johnson che prende il nome di “Awakening”, ovvero “Risveglio.

Piazza Giuseppe Verdi

I viterbesi hanno un nome affettuoso anche per Piazza Giuseppe Verdi, vale a dire Piazza del Teatro. Il motivo è molto semplice: proprio qui si fa spazio il Teatro del’Unione, nel quale si svolgono stagioni di musica lirica e concerti, pieno di pilastri ed archi a tutto sesto e con un interno assolutamente affascinante.

Chiesa di Santa Rosa

Santa Rosa (insieme a San Lorenzo) è patrona della città e a lei è dedicata la festa del 3 settembre e anche una bellissima chiesa. L’edifico religioso, l’annesso monastero e la vicina casa dove è nata la Santa sono un grande centro di spiritualità per tutta la città. Al suoi interno, inoltre, è conservata l’urna con il corpo delle giovane ragazza.

Piazza della Rocca

Piazza della Rocca è così chiamata per via della presenza della Rrocca Albornoz, monumento concepito come fortezza. Bellissimi sono è il Palazzo Grandori, progettato dall’architetto Luigi Grandori; la Fontana della Rocca, monumentale e formata da due coppe sovrapposte; Porta Fiorentina, una delle 13 porte della cinta muraria della città.

I musei di Viterbo

Viterbo si rivela una meta ideale anche per gli amanti della cultura, che qui possono scoprire storia e tradizioni in diversi musei:

  • Museo Civico di Viterbo: si trova nel convento della Chiesa di Santa Maria della Verità ed è ricco di sarcofagi del III sec a.C., di reperti archeologici di varie epoche e di opere di artisti illustri;
  • Museo Colle del Duomo: vanta tre differenti sezioni che ospitano manufatti, opere ed oggetti sacri;
  • Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa: si sviluppa su due piani e vi sono esposti alcuni modellini delle Macchine di Santa Rosa (dal 1690 fino ai giorni nostri) e anche proiezioni dei filmati dei trasporti delle macchine avvenuti nel corso degli anni;
  • Museo della Casa di Santa Rosa: con paramenti ed arredi sacri, ex-voto dipinti su tela, su tavoletta o in forma di bozzetti, raffiguranti la vita di Santa Rosa;
  • Museo della Ceramica della Tuscia: contiene circa 200 reperti medievali e rinascimentali di particolare interesse. Unico in Italia è il corredo di una spezieria viterbese databile alla fine del Quattrocento;
  • Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz: per un vero e proprio viaggio in epoca etrusca, poiché particolare attenzione è rivolta alla ricostruzione della vita quotidiana di questo antico popolo;
  • Museo Storico dei Cavalieri Templari: ricco di teche espositive con molti elementi originali, plastici rifiniti nei minimi dettagli, riproduzioni fedeli di cimeli del tempo e molto altro ancora;
  • Sala Museale dell’Aviazione dell’Esercito: con alcuni velivoli storici ed un percorso guidato attraverso 5 sale principali e tre spot tematici.
Piazza San Lorenzo, Viterbo

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La bellissima Piazza San Lorenzo

I siti archeologici di Viterbo

Viterbo, frazioni e località offrono davvero numerosi spunti interessanti per coloro che vogliono “camminare” nella storia. A pochissima distanza dalla città, per esempio, sorge la magnifica Ferento che ancora oggi conserva interessanti vestigia di epoca etrusca, romana e medievale, e un teatro romano in buono stato di conservazione nel quale si svolgono ancora  spettacoli teatrali e musicali estivi.

Molto interessanti sono anche la Necropoli di Castel d’Asso, la prima a essere scoperta e probabilmente la più vasta della zona e la Necropoli di Norchia, sito archeologico preistorico, etrusco, romano e medievale.

Viterbo, città termale

Viterbo non è grande, eppure non ha nulla da invidiare a tantissime altre realtà del mondo ben più estese di lei: è persino una città termale. Sono numerose le sorgenti termali naturali che sgorgano nella zona, conosciute fin dall’antichità e molto apprezzate persino dai Papi.

Le proprietà delle acque termali sono notevoli, come per esempio effetti benefici per la pelle e per la circolazione. Diversi sono invece gli stabilimenti termali: Terme dei Papi, Terme Salus, Tuscia Terme, Therma Oasi e poi ci sono le terme libere del Bagnaccio (attualmente chiuse) e del Bullicame.

Gli eventi da non perdere a Viterbo

Come vi abbiamo accennato, Viterbo è una città antichissima a ricca di tradizioni. Durante l’anno sono tantissimi gli appuntamenti che animano la città e che richiamano turisti che provengono da ogni parte del mondo. Noi di SiViaggia ne abbiamo selezionati tre che sono davvero imperdibili.

Macchina di Santa Rosa

Non si può die Viterbo senza esclamare con fierezza “Macchina di Santa Rosa” (e viceversa) perché sono un tutt’uno. Si tratta di una magica festa tradizionale che va in scena in più giornate ma che vede il picco massimo il 3 settembre, ovvero la sera del trasporto della Macchina di Santa Rosa.

Si tratta di una sorta di campanile illuminato da fiaccole e luci elettriche che viene portato a spalla da 100 uomini – chiamati Facchini di Santa Rosa – tra le viuzze in saliscendi e strette della città. Alta circa trenta metri, pesa più o meno cinquantuno quintali e rievoca simbolicamente la traslazione della salma di Santa Rosa, avvenuta nel 1258. Una festa davvero emozionante, tanto che nel 2013  è stata inclusa nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità nell’ambito della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

San Pellegrino in Fiore

Un altro appuntamento molto sentito dai viterbesi e dai turisti è San Pellegrino in Fiore, un evento che si svolge tra fine aprile e inizio maggio e che vede le vie e le piazze del centro ornate dai fiori e delle piante più belle: il visitatore può scoprire la città compiendo un itinerario che racconta la storia, l’arte e l’architettura locale, ammirando fiori alle finestre, sui balconi, sotto i portici, nelle vie e nelle piazzette, nei vicoli e intorno alle fontane “a fuso”.

La Calza della Befana più lunga del mondo

Con si suoi 52 metri la Calza della Befana di Viterbo è la più lunga del mondo. Viene trasportata da 100 befane nel centro storico insieme all’ausilio di Fiat 500, rendendo i giorni dell’Epifania davvero unici e speciali.

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La meta italiana che è ora una delle grandi città termali d’Europa

La chiamano la Città dei Papi, perché fu per lungo tempo sede pontificia, e vanta un quartiere medievale tra i più belli al mondo: stiamo parlando di Viterbo, una meta assolutamente da scoprire, oggi per un motivo in più. A partire dal 1° gennaio 2024, infatti, è ufficialmente una delle grandi città termali d’Europa. Si tratta di un riconoscimento importante, che elegge questa destinazione come una delle migliori in Italia per una vacanza all’insegna del wellness.

Viterbo tra le grandi città termali d’Europa

La città di Viterbo è da sempre rinomata per le sue sorgenti termali, da cui sgorgano acque caldissime e ricche di sali minerali, perfette per rilassarsi e per le loro proprietà curative. Tempo fa, aveva presentato la propria candidatura per entrare a far parte dell’associazione European Historical Thermal Town (ETTHA), che raccoglie le grandi città termali europee, e ora ce l’ha fatta. L’inizio del 2024 ha segnato il suo ingresso presso questa storica associazione, unendosi ad una ristretta cerchia di città italiane che ne sono già membri – come ad esempio Acqui, Castrocaro, Montecatini, Montegrotto, Salsomaggiore e Telese.

L’ETTHA custodisce un immenso patrimonio termale, ben distribuito in tutta Europa: spiccano, dunque, città importanti come Budapest, Baden Baden, Bath, Vichy e Spa. A tutte queste, si aggiunge ora la nostra splendida Viterbo, che ottiene così un riconoscimento di portata storica. Ciò consolida non solo il suo impegno nel settore, ma permetterà al turismo di fare un passo avanti nell’ambito wellness, spingendo a sua volta le altre attrazioni presenti in città – come ad esempio il meraviglioso quartiere medievale di San Pellegrino, rinomato a livello internazionale.

Le terme più belle di Viterbo

Molte sono le sorgenti termali che sgorgano a Viterbo e nei suoi dintorni, quindi non è difficile trovare bellissimi stabilimenti forniti di ogni confort e piscine ad accesso libero per chi vuole concedersi qualche ora di relax low cost. Tra i centri termali più interessanti c’è sicuramente lo storico stabilimento delle Terme dei Papi, che in passato ha ospitato personaggi illustri (e che è stato persino citato da Dante Alighieri, nonché disegnato da Michelangelo). Particolarmente suggestive sono la sua piscina monumentale esterna e una grotta naturale che funge da bagno turco, con temperature che raggiungono i 48°C.

Ci sono poi diverse terme gratuite ad accesso libero, piscine d’acqua caldissima all’aperto, spesso frequentabili tutto l’anno. È il caso, ad esempio, delle Piscine Carletti: si trovano a poca distanza dal centro della città, e le sue sorgenti vedono sgorgare acqua a 58°C. Ci sono diverse pozze in cui potersi immergersi, tutte di temperatura diversa. Ovviamente, essendo gratuite non hanno servizi da offrire, ad eccezione di un comodo parcheggio (anch’esso gratis). Sebbene non siano illuminate, infine, è possibile accedervi anche di notte.

Molto famosa è anche la sorgente termale del Bullicame, situata appena fuori Viterbo. Le sue acque sulfuree sgorgano a 58°C e possiedono diverse proprietà terapeutiche. Le sorgenti formano diverse piscine naturali, e anche in questo caso ne troviamo una pregevole citazione nella Divina Commedia di Dante. Infine, meritano una visita le 5 piscine del Bagnaccio, che costituiscono un parco termale situato lungo la Via Francigena, usato in passato dai pellegrini in cammino verso Roma. Gestite da un’associazione, richiedono il pagamento di un economico biglietto d’ingresso per poterne usufruire.