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Nuovo record per un aeroporto italiano

Un’estate da record per gli arrivi, quella che ha interessato una delle destinazioni più amate dai turisti di tutto il mondo. Tanto da ritrovarsi al top in Europa per i voli privati durante la bella stagione. Un significativo risultato raggiunto soprattutto grazie al ritorno dei tanti visitatori stranieri, dopo due anni di assenza a causa dell’emergenza sanitaria, che ha confermato l’amore dei viaggiatori internazionali per questa meta da sogno. Ecco di quale si tratta.

L’aeroporto di Olbia primo in Europa per i voli privati

Ebbene, nel mese di luglio, l’aeroporto privato di Olbia-Costa Smeralda è stato tra gli scali europei più trafficati della sua categoria. Nello specifico, l’Aviazione Generale ha registrato oltre 3.900 collegamenti aerei transitati nell’aerostazione sarda, con un incremento del volume di traffico del +18,3% rispetto al 2019. Nello stesso periodo sono stati raggiunti 204 movimenti in un solo giorno. Stando alle stime, ad agosto questo record potrebbe essere superato.

Un traguardo raggiunto grazie, soprattutto, ai viaggiatori giunti dal Medio Oriente e dagli Stati Uniti, ma è stata registrata una presenza importante anche dall’Europa, dai tedeschi agli svizzeri, ma soprattutto inglesi, che hanno contribuito a compensare l’assenza dei visitatori russi, che finora avevano rappresentato un segmento turistico molto importante per il territorio.

L’estate da record della Sardegna

Per quanto riguarda gli arrivi negli scali portuali e aeroportuali di Olbia ad agosto, i dati provvisori proiettano la Sardegna verso una stagione record, registrando numeri complessivi superiori rispetto all’estate 2019. L’isola con il mare più bello d’Europa, della natura incontaminata, degli antichissimi nuraghi e delle tradizioni millenarie si conferma una delle mete preferite dai viaggiatori di ogni nazionalità, dove il turismo resta un solido settore trainante dell’economia del territorio, simbolo del rilancio della regione.

Dal 1 al 20 agosto, secondo i dati forniti dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, nei porti sardi si sono registrati 472.072 arrivi, (Olbia 292.312; Porto Torres 104.069; Golfo Aranci 62.636; Cagliari 13.055): numeri in crescita rispetto al 2021 (+3,49%), ma in calo in confronto al 2019, anno nel quale si registrarono oltre mezzo milione di arrivi.

Nello stesso periodo, nei tre aeroporti isolani sono arrivati quasi 500.000 passeggeri, tra voli di linea e non, con un incremento di oltre il 13% rispetto al 2021 e superiore (circa il 5%) anche al 2019. Tra porti e aeroporti, nei primi venti giorni del mese sono sbarcati sull’isola quasi un milione di passeggeri.

Intanto, il presidente della Regione, Christian Solinas, punta a condurre la Sardegna ad affermarsi come destinazione turistica competitiva anche oltre l’estate. In tale ottica, sono state impegnate risorse con l’obiettivo di consolidare i flussi estivi e di destagionalizzare in maniera concreta. Un aiuto decisivo è arrivato dall’incremento delle rotte garantite per tutto l’anno e dal fitto programma di grandi eventi, in particolare sportivi e culturali.

Le ragioni per desiderare una vacanza in Sardegna non mancano di certo (tra questi anche un turismo sempre più sostenibile) e sono talmente tante che non si sa da dove iniziare. Con le sue spiagge di sabbia soffice e candida lambite da acque cristalline, i paesaggi che sono un susseguirsi di rocce granitiche incorniciate da una macchia mediterranea selvaggia, i borghi e un patrimonio storico e archeologico unico, quest’isola dai mille contrasti seduce ad ogni scorcio.

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A bordo del treno vintage per un viaggio epico

Un treno che ha fatto la storia d’Italia, simbolo del benessere e della ripresa economica degli Anni ’60. L‘ETR 250, meglio conosciuto come treno “Arlecchino“, entrò in servizio il 23 luglio del 1960, in occasione delle Olimpiadi di Roma, compiendo il viaggio inaugurale da Bologna a Venezia.

Restaurato da qualche anno, ora è tornato a viaggiare sui binari in alcune occasioni speciali.

Il treno “Arlecchino”

L’elettrotreno “Arlecchino” era uno di quei convogli lussuosi, caratterizzati dall’alta qualità e da un design all’avanguardia. Prodotto dalla Breda, si ispirava al design degli aerei.

Il treno Arlecchino restaurato

Fonte: 123rf

Il mitico “Arlecchino”

Gli interni curati nei minimi dettagli, con una particolare disposizione delle sedute negli scompartimenti e i colori vivaci degli allestimenti con poltrone avvolgenti, pareti ricoperte di vinilpelle, pannelli e tappeti caratterizzati da una vasta gamma di tinte pastello – da cui il soprannome “Arlecchino”, appunto – rendevano il viaggio su questo mezzo una vera e propria esperienza, oggi come allora.

Dei quattro esemplari prodotti allora, oggi ne rimane uno solo in Italia, l’ETR 252, mentre gli altri furono smantellati alla fine degli Anni ’90. Nel 2013, la Fondazione FS recuperò questo “superstite” e lo trasferì al Deposito Rotabili Storici di Pistoia dove venne stazionato e in seguito restaurato e ammodernato. Tutto l’allestimento è stato sistemato nella più totale fedeltà al modello originale, riproducendo anche quei colori vivaci che lo hanno reso famoso. Oggi ha anche una meravigliosa carrozza panoramica.

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Fonte: @Fondazione FS

La carrozza panoramica del treno “Arlecchino”

Chi ha la fortuna di viaggiare a bordo dell’”Arlecchino” oggi trova aria condizionata, un nuovo impianto di illuminazione, un bar di bordo aggiornato ma coerente con lo stile dell’epoca. Anche in materia di sicurezza il treno è aggiornato, perché monta il Sistema controllo marcia treno (Scmt) che consente di viaggiare su tutte le tratte ferroviarie mantenendo velocità elevate e alti standard di sicurezza.

Le prossime partenze

Chi ha sognato di viaggiare a bordo del mitico “Arlecchino” può farlo tenendo d’occhio le prossime partenze. Il 27 agosto il treno partirà dalla stazione Centrale di Milano alla volta di Venezia per un viaggio a dir poco epico, vista anche la destinazione. Il treno farà tappa anche a Verona e Padova prima di raggiungere la stazione di Santa Lucia.

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Fonte: @Fondazione FS

La Prima classe dell’”Arlecchino”

Il treno effettuerà un itinerario di sola andata, quindi i posti a bordo delle quattro carrozze non saranno molti. I pochi fortunati non possono dunque farsi sfuggire questo appuntamento imperdibile viaggiando a bordo del convoglio che ha fatto sognare intere generazioni, con il suo belvedere e la raffinatezza degli interni realizzati dai più grandi designer italiani.

Info utili

Il biglietto di sola andata da Milano Centrale a Venezia Santa Lucia costa 60 euro, da Verona 40 euro e da Padova 22 euro. Si possono anche percorrere tratte più brevi: da Milano a Verona costa 36 euro, da Milano a Padova 54 euro e da Verona a Padova 32 euro.

I bambini fino ai 4 anni non compiuti viaggiano gratis, ma è obbligatoria la prenotazione del posto, mentre pagano il 50% i ragazzi dai 4 ai 14 anni non compiuti.

Il treno parte da Milano alle 9.20 con arrivo a Verona alle 11.02, a Padova alle 11.57 e a Venezia alle 12.25.

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Fonte: @Fondazione FS

L’”Arlecchino” in partenza dalla stazione
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Dentro la palafitta per un viaggio nel tempo: succede in Italia

C’è un posto speciale nel nostro Paese che ogni giorno attira migliaia di visitatori provenienti da ogni dove. Un luogo unico, magico e quasi incantato che promette di fare un viaggio incredibile nel tempo e di riportarci direttamente nella preistoria. Una sorta di varco temporale che, una volta attraversato, ci catapulta in un passato straordinario.

Ci troviamo nella Valle di Ledro, un luogo che conserva un patrimonio storico, culturale e paesaggistico unico. Una terra che oggi, esattamente come ieri, preserva le testimonianze antiche di un passato mai dimenticato. Questo territorio, infatti, è stato abitato fin dall’Età del Bronzo e le tracce dell’insediamo sono ben visibili nell’area archeologica e nelle stanze del Museo delle Palafitte a Ledro.

Proprio le palafitte di Ledro, dichiarate insieme all’area archeologica Patrimonio Mondiale dell’Unesco, rappresentano una delle più importanti testimonianze palafitticole dell’Italia e dell’Europa intera. Qui è possibile immergersi nel passato, osservare da vicino gli utensili dell’epoca del Bronzo, scoprire come si viveva un tempo e persino dormire in una palafitta preistorica.

C’erano una volta le palafitte

È uno scenario inedito e sorprendente quello che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che giungono nella Valle di Ledro. Qui, infatti, c’è uno straordinario villaggio sulle palafitte che ospita le antiche capanne di legno e paglia, costruite sull’acqua, dove vivevano i primi abitanti del territorio.

Le capanne, ricostruite secondo i dettami del tempo, sono state trasformate in hub tematici che permettono ai visitatori di scoprire le abitudini di vita preistoriche e di osservare da vicino alcuni reperti dell’epoca del Bronzo. Quest’esperienza straordinaria, poi, si arricchisce dell’annesso Museo delle Palafitte di Ledro che conserva tutte le testimonianze antiche rinvenute durante gli scavi del sito.

Se vi state chiedendo come vivevano i nostri antenati, come si vestivano e quali erano le loro abitudini, un viaggio in questo luogo preistorico può fornire le risposte a tutte le vostre domande. Ma può fare anche di più, come svelarvi come si dormiva in una palafitta.

Dormire in una palafitta: l’esperienza

Quella di dormire in una palafitta non è un’occasione che possiamo vivere ogni giorno, motivo per il quale bisogna coglierla subito. Ed è proprio quello che hanno fatto tutte le persone che hanno partecipato al concorso “Una notte in palafitta”.

In occasione del cinquantesimo anniversario del Museo delle Palafitte, infatti, è stato lanciato un concorso per dare la possibilità alle persone di dormire all’interno di una delle palafitte ricostruite nel villaggio adiacente al sito archeologico di Molina di Ledro.

Il concorso, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, è stato vinto da Luciana Rigotti di Roncegno che ha scelto di donare la sua vittoria al marito e alla figlia. “È stata un’esperienza davvero speciale che non dimenticheremo mai e che ci ha permesso, anche solo per una notte, di vivere come gli antenati, di scoprire e sperimentare il territori” hanno dichiarato i due dopo aver trascorso la notte nel villaggio.

Purtroppo, la possibilità di dormire in una palafitta è limitata al concorso che si è già concluso, tuttavia il medesimo contest è stato proposto anche negli scorsi anni permettendo ad altre fortunate persone di poter vivere la stessa esperienza. Si replicherà anche l’anno prossimo?

Intanto, nell’attesa, potete sempre andare alla scoperta di questo territorio unico, ricco di storia e natura, per fare un viaggio nel tempo straordinario.

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Il viaggio della vita. Destinazione: eclissi solare ibrida

Sono tanti gli spettacoli che si susseguono nel cielo e che ci lasciano senza fiato. Dagli sciami meteorici che ci consentono di sussurrare i desideri alla vista delle stelle all’allineamento dei pianeti che si traduce in una danza di immensa bellezza, passando poi per la Luna che ci sorprende con quella luce che illumina le nostre notti.

Insomma, il cielo non smette mai di stupirci. Ma se è vero che ogni spettacolo da ammirare a testa in su è destinato a incantarci, è altrettanto vero che ci sono degli appuntamenti che sono davvero imperdibili, perché unici e rari.

È questo il caso dell’eclissi solare, quel fenomeno ottico astronomico che ci permette di osservare l’oscuramento del disco del Sole da parte della Luna. L’appuntamento è previsto per il 2023, e se vi state chiedendo dove come assistere allo spettacolo ve lo sveliamo noi: una crociera in mare aperto che conduce, direttamente, verso l’eclissi solare totale.

In navigazione verso l’eclissi solare

Quello dell’eclissi solare totale è un fenomeno tanto straordinario quando raro. Affinché si verifichi, infatti, Sole, Luna e Terra devono essere perfettamente allineate. È a quel punto che l’ombra del nostro satellite naturale passa sulla superficie terrestre oscurando completamente il disco del sole.

Il fenomeno si verifica in un solo luogo, anche se nei territori circostanti è possibile comunque assistere alla copertura parziale del Sole. La rarità dell’evento, così come la sua bellezza, fa mettere in moto ogni volta migliaia di viaggiatori e appassionati del cielo per assistere, a occhio nudo, a quello che sembra lo spettacolo più magico e incantato di una vita intera.

Come abbiamo anticipato, il prossimo appuntamento è previsto nel 2023, e più precisamente giovedì 20 aprile. In realtà non si tratta di un eclissi solare totale, ma di un eclissi ibrida, un fenomeno ancora più raro e unico. In questo caso, infatti, si assisterà a una copertura sia totale che anulare.

Avvistarla, dobbiamo dirvelo, non sarà semplicissimo e sicuramente impossibile per chi resta in Europa. L’eclissi, infatti, darà spettacolo dei territori bagnati dall’Oceano Indiano che comprendono sia l’Australia Occidentale che le isole del Sud Est asiatico, per poi terminare nel Pacifico.

L’oceano, quindi, resta il posto migliore per avvistare lo spettacolo, ed è proprio da questa consapevolezza che il tour operator Smithsonian Journeys, in collaborazione con la compagnia di navi da crociere Ponant, ha messo a punto un viaggio unico e straordinario per vivere quella che si prospetta l’esperienza più magica di una vita intera.

La crociera che sembra un sogno

Saranno sedici, in totale, i giorni di navigazione, quelli che porteranno i viaggiatori direttamente davanti all’eclissi solare ibrida del 2023, attraversando le zone più remote e selvagge del mondo.

Il mezzo di trasporto scelto, per questa crociera straordinaria, è Le Lapérouse di Ponant, una lussuosa nave dotata di Spa, ristoranti e una lounge subacquea capace di ospitare 184 passeggeri.

La partenza è prevista il 9 aprile 2023 da Bali e farà tappa nel Parco Nazionale di Komodo per avvistare gli ultimi dinosauri viventi sulla terra. Dopodiché si navigherà verso Kimberley, nell’Australia Occidentale, in attesa del 20 aprile. Sarà a quel punto che la nave si posizionerà nel bel mezzo dell’Oceano Indiano per consentire ai passeggeri di osservare l’eclissi solare. Il rientro, invece, è previsto il 24 aprile con uno sbarco a Broome, sempre nella regione di Kimberley.

Ma quanto costa questa crociera astronomica? La tariffa base è di circa 20.000 dollari, ma considerando che si avrà l’opportunità di assistere all’eclissi da una posizione privilegiata e di navigare le coste dei luoghi più remoti del mondo, non ci sembra poi così tanto.

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Vola verso le più belle città del mondo: offerta imperdibile di fine estate

L’estate non è ancora terminata ma la voglia di programmare un viaggio fuori porta all’insegna del relax, della voglia di staccare la spina dalla routine quotidiana, di visitare posti nuovi e di provare a immergersi in tradizioni e culture diverse durante i primo giorni dell’autunno si fa già sentire.

Ed ecco che con un tempismo impeccabile ci pensa la nota compagnia aerea Ryanair a darci qualche consiglio. Per programmare un più che meritato city break tra settembre e ottobre, in modo semplice ed economico, optando per una meta carica di fascino, facilmente raggiungibile e che sappia riempire di emozioni ed energia chi sceglierà di visitarla. Magari prenotando fin da subito il proprio viaggio del cuore grazie a delle offerte davvero imperdibili.

Un tour tra monumenti, musei, strade vivaci e piene di vita e deliziose specialità del luogo, da gustare nei tantissimi locali e ristoranti che troverete lungo il cammino. Insomma, delle località davvero imperdibili.

Le mete consigliate

Come Londra, capitale inglese e città estremamente contemporanea e multietnica. Da sempre super gettonata per chi voglia trascorrere qualche giorno lontano da casa e capace di stupire chiunque vi si rechi. Una località unica e bellissima, in ogni stagione. E in cui potrete ammirare monumenti secolari, i patrimoni UNESCO, i musei e i verdissimi parchi che caratterizzano la città. Ma anche vivere esperienze eccezionali attraverso l’arte, la musica e la cultura di una città piena di vita e di bellezze.

Altra meta consigliata e sempre tra i primi posti per un city break carico di energia e divertimento è Barcellona (nella foto), in Spagna. Una città celebre soprattutto per l’arte e l’architettura, vivacissima e cosmopolita. E che dona sempre validissime ragioni per tornare. Qui, oltre alla bellezza delle opere lasciate da geni creativi del calibro dell’architetto catalano Antoni Gaudí, potrete gustare i sapori tipici del luogo e lasciarvi incantare e travolgere dalla sua strepitosa energia e vitalità.

E che dire, poi, di Agadir, in Marocco. Una località rinomata per le sue lunghissime spiagge sabbiose, in cui rilassarsi e vivere qualche giorno di puro benessere e pace. Un luogo perfetto per gli appassionati di sport acquatici, di affascinanti escursioni e di gite. Magari facendo visita al tradizionale mercato Souk o passeggiando tra i negozi di Port de Plaisance. Per vivere un’esperienza davvero unica.

Le intramontabili

Ma non solo. Perché tra le mete ideali dove trascorrere il vostro city break c’è anche l’intramontabile Vienna, la capitale dell’Austria, anche detta la “Città della Musica”. Una località ricca di arte, cultura e bellezze da scoprire e osservare a ogni passo.

O Siviglia, altra città spagnola, perfetta per vivere un divertente city break è una località particolarmente apprezzata per l’architettura moresca, per il suo clima mite e per le prelibatezze culinarie che arrivano direttamente dalla tradizione del luogo. E che sapranno rendere il vostro soggiorno ancora più piacevole. Fino ad arrivare a Dublino, una città dinamica, sempre bellissima e amichevole. Caratterizzata dalle case colorate di Merrion Square, dai musei dal grande valore artistico e culturale e da un animo pieno di entusiasmo e vita. E che non potrete fare a meno di amare.

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Viaggio tra i vulcani di fango delle Salse di Nirano

Paesaggi dal fascino lunare, nati da un fenomeno geologico unico. La Via dei Vulcani di Fango è un vero e proprio percorso emozionale che porta alla scoperta di affascinanti borghi, dimore storiche, siti archeologici e una natura sorprendente.

Il sentiero si snoda per oltre 60 km attraverso il territorio di sei comuni – Fiorano Modenese, Maranello, Sassuolo, Scandiano, Castellarano e Viano – e due province, toccando oltre 50 luoghi di interesse, legati dalle formazioni argillose chiamate ‘salse’, che rappresentano un unicum a livello scientifico, geologico e botanico. Una destinazione senz’altro da scoprire per chi visita l’Emilia-Romagna.

La Via dei Vulcani di Fango

I cosiddetti ‘vulcani di fango’ sono prodotti dalla risalita in superficie di acqua salata e fangosa mista ad idrocarburi gassosi e liquidi che, venendo in superficie, stemperano le argille dando luogo alle tipiche formazioni a cono o polla, a seconda della densità del fango. Un fenomeno noto sin dall’antichità, come dimostrano diversi ritrovamenti archeologici in zona, e studiato da celebri scienziati del passato, con osservazioni anche molto fantasiose.

Il nome ‘salsa’ (dal latino ‘salsus’) deriva dall’alto contenuto di sale delle acque fossili, ricordo del mare che fino ad un milione di anni fa occupava l’attuale Pianura Padana. Sale che rende particolarmente inospitali e aridi i terreni attorno, tanto che le sole piante che qui possono sopravvivere sono graminacee come la Puccinellia fasciculata, diffuse nei litorali costieri. Le salse vengono considerate fenomeni “pseudovulcanici”, in quanto hanno caratteristiche simili ai vulcani, ma hanno origini completamente diverse, non essendo collegate al magma ed essendo assolutamente fredde.

La Riserva Naturale Salse di Nirano

Istituita nel 1982, la Riserva Naturale delle Salse di Nirano tutela il più vasto e peculiare complesso di “salse” della regione e, con quello di Aragona (Agrigento), il più importante d’Italia e uno tra i più complessi d’Europa. Si estende su circa 200 ettari nel territorio comunale di Fiorano Modenese, tra i corsi d’acqua Fossa e Chianca, sulle prime pendici dell’Appenino Modenese. Di minore estensione, ma non meno affascinanti e spettacolari, sono le salse situate nei comuni di Maranello (località Puianello), Sassuolo (località Montegibbio) e Viano (località Regnano e Casola Querciola).

Parte dell’Ente Parchi dell’Emilia Centrale, la Riserva è una delle principali tappe della Via dei Vulcani di Fango. Con la sua rete di 13 sentieri attrezzati e percorsi didattici aperti a tutti, anche a disabili e ipovedenti, il Centro visite Cà Tassi, sede anche del Ceas Pedecollinare, l’Ecomuseo Cà Rossa e il Campo catalogo delle cultivar antiche, accoglie circa 70.000 visitatori all’anno.

Alla scoperta del borgo di Fiorano

Una volta qui, vale la pensa visitare il borgo storico di Fiorano, partendo dal Santuario della Beata Vergine in piazzale Giovanni Paolo II, dove è visibile un’area archeologica all’aperto che conserva i resti murari di un ambiente interrato dello scomparso castello di Fiorano, che occupava un tempo la sommità del colle, distrutto nel Seicento per costruire il santuario.

Una piacevole passeggiata conduce tra le case dell’antico borgo detto “il Sasso”, lungo via Brascaglia che circonda il colle e via Bonincontro da Fiorano, dove si trova un edificio che conserva ancora le finestre decorate con formelle in terracotta, risalenti al Quattrocento.

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Perché il backpacking è un modo di viaggiare da salvare

In italiano viene tradotto come “viaggio zaino in spalla”, ma tra i viaggiatori (spesso in grado di parlare più lingue tra cui l’inglese) è il backpacking, un modo di esplorare il mondo che ha una caratteristica fondamentale: in genere si viaggia low-cost. Ma non solo. Il backpacking è molto altro e, soprattutto, è un modo di viaggiare che deve essere salvato.

Chi è il backpacker

Il backpacker non è altro che lo stesso viaggiatore che parte, il più delle volte, esclusivamente in compagnia del suo zaino. L’obiettivo di chi predilige questo tipo di esplorazione è piuttosto chiaro: visitare il mondo spendendo il meno possibile anche perché, in media, le persone che si lanciano in questa esperienza hanno dai 18 ai 30 anni, tutti con la passione per il viaggio, ma allo stesso tempo con finanze ridottissime.

Ma non solo. Chi viaggia con lo zaino in spalla ama stare leggero, anzi, è proprio necessario. Questo perché tendenzialmente viaggia per periodi medio-lunghi spostandosi di giorno in giorno (o quasi) da un punto all’altro della destinazione che sta visitando.

A fare backpacking è chi conosce una lingua straniera, non per forza quella della meta scelta ma almeno l’inglese. Inoltre, è una persona con un forte spirito di adattamento e che ama trascorrere parte del viaggio in solitaria.

Quali sono i benefici di fare backpacking

La cosa fondamentale è fare il primo passo: preparare lo zaino (qui una serie di consigli). Dopo di quello si ha davvero l’occasione di vivere una delle esperienze migliori della propria vita, senza più riuscire a smettere di farlo.

Del resto, viaggiare con lo zaino in spalla, e quindi con poco budget a disposizione, insegna a “stringere la cinghia” in tutte le circostanze, dai mezzi di trasporto all’alloggio: a livello generale non si affittano macchine, ci si sposta sui mezzi locali e per dormire si va in ostello, dove i prezzi sono assolutamente più ridotti degli hotel.

Scegliere di soggiornare in camerate, però, ha anche un altro beneficio: significa imparare l’arte della condivisione, conoscere nuove persone (e provenienti da tutto il mondo) in posti nuovi e scoprire parti inedite di noi stessi.

Il backpacker non pianifica il viaggio o, se lo fa, lascia la porta aperta ad avventure improvvisate. La prima destinazione è solitamente ben definita per motivi puramente logistici, ma da quel momento in poi le strade possibili da percorrere sono pressoché infinite. Impara, in sostanza, a vivere giorno per giorno e a non privarsi delle eventuali occasioni che potrebbero capitare lungo il cammino, senza che il controllo ossessivo della vita quotidiana prenda il sopravvento.

Un altro motivo per cui vale la pena fare un’esperienza come questa è che il backpacker impara a diventare un cittadino del mondo. Lui non viaggia per fare il turista, ma per comprendere il modo di vivere delle persone che ha davanti e anche il più possibile della loro cultura, e lo fa appropriandosi degli usi, dei costumi, delle lingue e della storia del Paese che sta esplorando.

Tuttavia, tutto ciò lo fa prendendo delle precauzioni: avverte almeno una persona di fiducia della sua partenza, calcola in anticipo la somma di denaro che potrebbe utilizzare durante il viaggio, si informa sulla profilassi medica da adottare, prepara con cura i documenti e quando è lontano da casa comunica i propri spostamenti.

Perché bisogna salvare i viaggi zaino in spalla

Essere un backpacker significa seguire la filosofia del termine stesso: incoraggiare lo sviluppo e l’importanza dell’individuo, superare le barriere linguistiche, organizzarsi da soli e assaporare quello che è il gusto della libertà senza conformarsi alla massa.

Solo per questo dovrebbe essere salvato, ma la verità è che questo tipo di viaggio è anche una sorta di rito di passaggio, una specie di anno sabbatico che i giovani si prendono alla fine dell’università. Lo scopo è quello di dedicarsi all’esplorazione del mondo e di loro stessi.

Il problema, purtroppo, è che il Covid, il caos che sta caratterizzando questo periodo storico e l’impennata incredibile dei prezzi anche nel settore turistico, stanno davvero mettendo a rischio questo tipo di viaggio, rendendo molto difficile l’organizzazione dello stesso. Vi basti pensare che Michael O’Leary, numero uno della compagnia low cost irlandese Ryanair, ha da poco annunciato che i voli a basso costo non esisteranno più.

Non poter più fare i medio- lunghi viaggi zaino in spalla sarebbe un peccato, perché le nuove generazioni non possono e non devono assolutamente privarsi di un’esperienza come questa che è in grado di migliorarci come persone da diversi punti di vista. Il backpacking va salvato e praticato, senza ombra di dubbio, almeno una volta nella vita, ma è necessario che rimanga accessibile.

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Viaggio nella città dove si mangia meglio al mondo

Purtroppo, strano a dirsi, non è italiano il ristorante dove si mangia meglio al mondo. Nonostante la nostra famosa dieta Mediterranea, i nostri prodotti d’eccellenza e i nostri chef “star”, gli esperti hanno ritenuto che il ristorante migliore del mondo sia altrove. A Copenhagen, in Danimarca.

Sì, perché in occasione dell’importante appuntamento annuale in cui una giuria fatta di esperti indipendenti del mondo della gastronomia, di chef internazionali, giornalisti gastronomici e gastroturisti ha decretato i nomi dei migliori ristoranti del mondo, i cosiddetti 50 Best, il primo premio se l’è aggiudicato un locale iconico della Capitale danese, il Geranium.

I migliori ristoranti del mondo sono a Copenhagen

La Danimarca è da anni nell’empireo delle migliori cucine del mondo. Prima del Gernaium era un altro ristorante di Copenhagen a occupare la vetta mondiale, il famoso Noma. La cucina di questo Paese è non soltanto innovativa, ma anche locale, tradizionale e organica.

Il Geranium, che solo per la location merita una visita, dato che si trova in cima allo stadio di calcio Parken o Telia Parken dove gioca il Copenhagen e anche la nazionale danese, quindi anche con una bellissima vista panoramica, è guidato dallo chef Rasmus Kofoeda. È stato il primo ristorante danese ad aggiudicarsi le tre Stelle Michelin nel 2016. Un menu completo qui costa circa 430 euro. Non si serve carne, ma solo pesce e verdure e i suoi impiattamenti sono pura arte.

Il festival Copenhagen Cooking

Per chi volesse provarlo o volesse sperimentare la tanto nota cucina danese può farlo durante una vacanza estiva. Ad agosto, dal 19 al 28, si svolge un importante evento gastronomico che vede protagonisti i migliori ristoranti della città, Copenhagen Cooking, un festival che dura dieci giorni e che attira circa 100mila visitatori ogni anno.

Quest’anno sono previsti un centinaio di eventi, alcuni gratuiti altri a pagamento, dallo street food alle cooking class (anche per bambini), aperitivi, cene sotto le stelle o con musica jazz e tantissime altre esperienze incredibili, come i migliori chef danesi che si contendono il Dish of the Year 2022. Ma soprattutto, eventi legati alla sostenibilità, al cibo organico, al riciclo alimentare.

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Fonte: @Rasmus Flindt Pedersen, 2021

Una tavolata durante l’Harvest Festival di Frederiksberg, a Copenhagen

Le location inedite di Copenhagen

E il cibo è l’occasione per scoprire alcuni angoli inediti della città, fuori dalle solite rotte turistiche. Alcuni eventi si svolgono dentro i cortili, altri lungo The Lakes, i tre laghi rettangolari che circondano il centro città, nei giardini Søndermarken e nella ex Cisterna, una location sotterranea recuperata dove vengono ospitate mostre d’arte e che si trova all’interno del parco, a Blågårds Plads, una piazza pubblica nel quartiere Nørrebro dove spesso si organizzano eventi, specie d’estate.

Il centro dell’evento è Israels Plads, una grande piazza nel centro di Copenhagen. E pensare che un tempo proprio qui finiva la città e proprio qui si trovavano le fortificazioni che la racchiudevano. È uno dei simboli della rigenerazione urbana.

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Fonte: 123rf

Israels Plads a Copenhagen, dove un tempo finiva la città

Altro luogo centrale dell’evento è Frederiksberg, uno dei più bei quartieri cittadini, dove si trova anche lo splendido Palazzo di Frederiksberg, costruito in stile Barocco per la famiglia reale, circondato da bellissimi giardini che nelle belle giornate si riempiono di famiglie.

In occasione di Copenhagen Cooking, il parco ospita l’Harvest Festival con tanti bar e ristoranti che propongono i loro piatti direttamente dalla fattoria alla tavola. Si mangia condividendo una lunga tavolata, nei pop-up restaurant o facendo un pic-nic sul prato.

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Fonte: 123rf

Il Palazzo e i giardini di Frederiksberg
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Viaggio in Australia: animali fantastici e dove trovarli

Spesso ci mettiamo in viaggio per andare alla scoperta di tutte quelle attrazioni celebri e iconiche che con gli anni sono diventate simboli di città, paesi e territori interi. Quelle da vedere, contemplare e fotografare almeno una volta nella vita, le stesse che rappresentano un patrimonio inestimabile per tutta l’umanità.

Altre volte, invece, lo facciamo per scovare le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo, quelle plasmate dalla natura e da nessun altro.

Ma succede anche che a spingerci ad attraversare il globo, a volte, siano le creature che lo abitano. Animali che hanno trovato la loro casa in territori lontanissimi da noi e che lì sono restati. Ed è proprio in quei luoghi che vogliamo portarvi oggi per scoprire tutti gli animali fantastici che potete incontrare e conoscere durante un viaggio in Australia.

La straordinaria fauna australiana

La fauna australiana è estremamente variegata, forse una delle più ricche dell’intero pianeta. È caratterizzata da numerose specie endemiche che non è possibile incontrare in nessun altro luogo del mondo.

I koala, così come i canguri, sono gli animali più celebri di questo affascinante territorio, nonché i simboli dell’intera Australia. Con il tempo, infatti, la loro presenza ha attirato un numero sempre crescente di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo che sono giunti fin qui solo per incontrarli.

Eppure, oltre ai koala e i canguri c’è molto di più. All’interno dell’intero continente, infatti, esistono quasi 400 specie di mammiferi e circa 900 esemplari di uccelli. Qui vivono migliaia di pesci di ogni categorie e poi ancora lucertole, coccodrilli e altri animali marini.

È possibile incontrarli nei loro habitat naturali, oppure perdersi e immergersi nei tanti parchi naturali che si snodano in tutto il territorio che hanno come obiettivo proprio quello di proteggere la flora e la fauna del continente.

Da nord a sud, passando per est e ovest: un viaggio in Australia ci permette di fare incontri ravvicinati con esemplari unici e straordinari. Ma dobbiamo dirvelo, non tutti sono dolci e teneri come i koala o i quokka – questi ultimi sono celebri per i grandi sorrisi che dispensano – perché alcuni di questi sono decisamente più spaventosi e inavvicinabili. Scopriamoli tutti.

Quokka sull'isola di Rottnest

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Quokka sull’isola di Rottnest

Animali australiani e dove incontrarli

Quando parliamo dell’Australia non possiamo non pensare ai koala, animali che, con quell’aspetto aspetto così tenero e dolce, hanno conquistato inevitabilmente il nostro cuore. E sono molte le persone che scelgono di viaggiare dall’altra parte del mondo proprio per incontrarli dal vivo, per fotografarli e coccolarli. Avvistarli non sarà difficile: potete infatti trovarli lungo i tratti di foresta che si snodano lungo la Great Ocean Road di Victoria. È proprio qui che vive una delle più grandi popolazioni di koala dell’intero Paese.

Al primo posto per popolarità, insieme ai koala, troviamo anche i canguri. Questi marsupiali australiani sono diventati nei secoli simbolo e icona del continente intero. Potete avvistare questi animali ovunque: percorrendo una strada di campagna, o facendo una passeggiate nella foresta. Oppure potete recarvi nei parchi naturali dove questi vivono e interagiscono con le persone come il Morisset park nel Nuovo Galles del Sud.

Tra gli incontri più ambiti dai viaggiatori c’è sicuramente quello con i quokka. Questi piccoli marsupiali, infatti, sono particolarmente celebri per i loro grandi e perenni sorrisi, al punto tale da essere stati ribattezzati gli animali più felici della terra. Se volete osservarli in natura, allora, il consiglio è quello di raggiungere Rottnest Island, conosciuta anche come isola dei quokka.

Anche i vombati suscitano molto interesse tra i viaggiatori, sopratutto per quell’aspetto tenero e buffo che li caratterizza. Avvistarli, però, sarà un po’ difficile, sopratutto perché questi tendono a uscire dalle loro tane soltanto di notte. Per incontrarli dovrete dirigervi verso le lande dell’Australia sud-orientale oppure in Tasmania.

Ed è proprio in questo Stato che dovete fermarvi per fare un altro incontro ravvicinato, quello con il famosissimo diavolo della Tasmania. Non lasciatevi ingannare dal nome, però, perché in realtà questo animale è molto timido e riservato e non è pericoloso per l’essere umano, a meno che non si senta minacciato.

Del serpente tigre, invece, dovreste aver paura. Si tratta di uno degli esemplari più velenosi e pericolosi del mondo. E sì, vive in Australia, popolando le regioni meridionali. Meglio non avvicinarsi troppo!

Un altro animale dal quale restare alla larga è il coccodrillo marino, il più grande rettile vivente al mondo che si trova nell’Australia settentrionale. Se proprio ci tenete a fare un incontro ravvicinato con questo pericoloso animale, il consiglio è quello di raggiungere Darwin. All’interno del parco divertimenti Crocosaurus Cove, infatti, è possibile fare il bagno con i coccodrilli.

Coccodrillo marino

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Coccodrillo marino
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