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“Lolita Lobosco”: boom di turisti sui luoghi della fiction Tv

Quanto può contribuire allo sviluppo turistico di un luogo il fatto di essere mostrato al cinema o in Tv raggiungendo così un ampio pubblico lo dimostra il fatto che, secondo gli ultimi dati comunicati in occasione dell’ultima Borsa italiana del turismo che si è svolta a Milano, il 60% degli italiani sceglie la meta della propria vacanza dopo averla vista in un film, una fiction o una serie televisiva.

E il fatto che la città di Bari, location dove sono state girate le due stagioni della fiction con Luisa Ranieri “Le indagini di Lolita Lobosco” (la seconda si è appena conclusa su RAI1) sia stata presa d’assalto dai turisti desiderosi di prendere parte ai tour organizzati sui luoghi del celebre vicequestore ne è un’ulteriore conferma.

I nuovi tour guidati

Il tour guidato dura mezza giornata e porta i visitatori tra i vicoli di Bari Vecchia, sul lungomare e a scoprire di persona tutti i set resi celebri dalla fiction Tv, dalla casa dove vive Lolita o quella dove abita la madre alla Questura dove lavora fino alle scene dei crimini che deve risolvere.

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Fonte: ANSA

La casa della madre di Lolita Lobosco a Bari Vecchia

La Federazione Guide e Accompagnatori Turistici di Confcommercio Bari-Bat da deciso di organizzare tour guidati che partono da piazza del Ferrarese dove si trova l’Infopoint turistico portando i cineturisti alla scoperta dei luoghi più affascinanti dove è stata Lolita Lobosco.

Un ottimo modo per far visitare Bari anche in bassa stagione e attirare turisti, per il momento più che altro nazionali, ma un domani anche da ogni parte del mondo. Un po’ come è già accaduto in Sicilia dove, da anni ormai, si organizzano tour tutto l’anno sui luoghi del famoso Commissario Montalbano.

Le location della fiction

Con una guida, il tour delle location di Lolita Lobosco è sicuramente spiegato meglio, ma chi desidera visitare i luoghi visti in Tv può farlo anche in autonomia. Ecco quali sono le principali location.

Fuga freddo luoghi più soleggiati Italia inverno

Fonte: iStock – Ph: e55evu

Il lungomare di Bari

Centralissima è l’abitazione di Lolita, all’ultimo piano di una bella palazzina in piazza dell’Odegitria, nella Bari Vecchia, dove sorge la Cattedrale romanica, proprio di fronte allo storico negozio di dolciumi di “Marnarid”, a due passi dal castello normanno-svevo. La vista dal suo terrazzino è mozzafiato.

Se l’edificio usato per la Questura di trova in realtà a Monopoli e non a Bari, per gli interni come set è stato scelto il Palazzo della Città metropolitana di Bari, sul lungomare Nazario Sauro, edificato in stile eclettico negli Anni ’30. Nel palazzo è ospitata la Pinacoteca.

Ed è proprio sul lungomare che Lolita ama fare jogging. Una passeggiata non deve quindi mancare, da qui si può ammirare la città in tutta la sua luce e la sua bellezza. Lolita lo percorre costeggiando alcuni luoghi simbolo della città, sia correndo sia a bordo della sua Bianchina rossa o di un’Ape Car, guidata da un vecchio amico di suo padre che fa il fruttivendolo.

Si scorgono così l’Albergo delle Nazioni, il Palazzo della Città metropolitana, quello della Terza Regione Aera, la Caserma Bergia dei Carabinieri, il Fortino e il Molo Sant’Antonio, il Barion, il Teatro Margherita, la Muraglia, la Fiera del Levante, Il Ponte Adriatico e la spiaggia detta “Pane e pomodoro“, dove di tanto in tanto Lolita si ferma a pensare ai casi da risolvere.

Le location fuori Bari

Ma ci sono luoghi usati come set per “Le indagini di Lolita Lobosco” che sono anche fuori città. Come la Questura, appunto. Gli esterni e il cortile interno sono quelli di Palazzo Palmieri, nel centro storico di Monopoli, un bellissimo esempio di Barocco di fine ‘700, che fa da cornice all’omonima piazza. L’ultimo esponente della famiglia Palmieri, il marchese Francesco Saverio, scomparso nel 1921, nominò erede universale la Congregazione di Carità e dispose che nel suo palazzo fossero ospitati un asilo e una scuola d’arti e mestieri. Oggi è chiuso al pubblico e viene utilizzato solo in rare occasioni per eventi e manifestazioni culturali.

Chi volesse può visitare l’Abbazia di San Vito Martire alle porte di Polignano a Mare, visto nel terzo episodio della prima stagione intitolato “Spaghetti all’assassina”, un edificio dall’architettura incredibilmente affascinante che ha sicuramente colpito lo sguardo del telespettatore.

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Fonte: Wikimedia Commons – Facquis

L’Abbazia di San Vito Martire a Polignano Mare
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Lufthansa lancia le Green Fares: il nuovo modo di viaggiare

Viaggiare in aereo è senza dubbio molto comodo: questo mezzo di trasporto permette di volare da un capo all’altro del mondo in una manciata di ore, risparmiando tantissimo tempo. Ciò ha rivoluzionato il nostro modo di spostarci, ma ad un prezzo abbastanza importante. L’aereo è infatti un mezzo ad alto impatto ambientale, e solo negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi in avanti tali da poter effettivamente ridurre l’impronta di carbonio che ciascuno di noi lascia quando sale a bordo. Lufthansa ha deciso di fare qualcosa in più: è la prima compagnia a lanciare le Green Fares, scopriamo di che cosa si tratta.

Che cosa sono le Green Fares

Il Gruppo Lufthansa, di cui fanno parte le compagnie aeree Lufthansa, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Swiss, Edelweiss Air, Eurowings Discover e Air Dolomiti, ha annunciato una grande novità: a partire dal 15 febbraio 2023, i suoi passeggeri possono acquistare le nuove Green Fares, tariffe ideate per poter viaggiare in modo sostenibile. Queste tariffe sono attualmente applicate su circa 730mila voli annui in Europa, ma anche verso Paesi quali il Marocco, l’Algeria e la Tunisia. Disponibili sia per la classe Business che per quella Economy, si acquistano online sui siti delle compagnie aeree che hanno aderito.

L’idea alla base della nascita delle Green Fares è di ridurre le emissioni di CO2 e di compensare quelle per cui non possiamo ancora fare nient’altro. Acquistando una tra le tariffe Economy Green e Business Green, i passeggeri contribuiranno direttamente ad un viaggio più ecologico: il prezzo include infatti l’utilizzo di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF), che ridurranno le emissioni di CO2 del 20%. Il restante 80% verrà invece compensato con un contributo equivalente che verrà destinato a progetti di qualità per la tutela del clima.

Oltre al vantaggio per l’ambiente, le Green Fares garantiscono tutti gli altri servizi offerti rispettivamente dall’Economy e dalla Business Class. In aggiunta, i passeggeri potranno avere maggiore flessibilità per i cambi, un’opzione di riprenotazione gratuita e un 20% in più di miglia status e miglia premio. “Le Green Fares sono già state testate con successo lo scorso anno per i voli da Danimarca, Svezia e Norvegia” – ha affermato Harry Hohmeister, consigliere del CDA di Lufthansa Group – “Ciò ha dimostrato che la domanda di offerte di viaggio più sostenibili è in aumento”.

Come viaggiare in maniera sostenibile

Scegliere le Green Fares è un ottimo modo per viaggiare in maniera sostenibile, ma non è certo l’unico. Ci sono molti stratagemmi che possiamo adottare per tutelare l’ambiente anche durante le nostre vacanze. A partire dalla scelta del mezzo di trasporto: il treno è un’opzione che offre un minor impatto ambientale, oltre che una bellissima esperienza da vivere. E una volta giunti a destinazione, possiamo spostarci a piedi o in bici, scegliendo i mezzi pubblici per raggiungere i posti più lontani.

Un’altra idea per promuovere la sostenibilità consiste nel partire in bassa stagione ed evitare così di alimentare il fenomeno dell’overtourism, che sta danneggiando molti luoghi meravigliosi. Altri piccoli gesti che possiamo compiere per viaggiare in modo ecofriendly sono l’attento riciclo di ogni nostro scarto, l’acquisto di prodotti locali e il sostegno alle comunità presso cui siamo in visita. Inoltre possiamo evitare di utilizzare prodotti monouso, che sono tra i più inquinanti e rappresentano un enorme spreco di plastica.

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Benvenuti nella regione più amata dai turisti internazionali sul web

È italiana ed è una delle regioni più popolari sul web per i turisti internazionali. Vi basti sapere che sono stati quasi 2,8 milioni, e con un incremento del 15%, gli utenti che si sono collegati sul sito turistico regionale nel corso del 2022, con un aumento del 93% del traffico generato dalle ricerche sui motori di ricerca rispetto all’anno precedente. Scopriamo insieme di quale meraviglia italiana stiamo parlando.

La regione più amata del web: la Toscana

Come riporta TTG Italia, una delle regioni più amate in assoluto sul web da parte dei turisti internazionali è la nostra splendida e unica al mondo Toscana.

Ad apprezzarla molto più di altri sono soprattutto inglesi, spagnoli e americani. Non a caso, a far registrare la crescita maggiore sono stati in articolare gli utenti inglesi: il 142,7% in più rispetto al 2021 ma, come scritto su pisatoday.it, anche gli spagnoli sono aumentati di molto: +89%. Sul podio dei mercati più interessati alla regione c’è, infine, quello americano, a +58%, mentre i visitatori italiani del sito sono aumentati di 7 punti percentuali.

Perché la Toscana piace tanto agli stranieri

È impossibile dare una risposta unica alla domanda “Perché la Toscana piace tanto agli stranieri”. Diciamo che per alcuni aspetti la risposta è anche scontata: la Toscana è una delle regioni più belle di tutto il mondo.

Una porzione del nostro territorio che – come praticamente succede anche nel resto del nostro Paese – offre arte, cultura, storia e natura. In sostanza, la Toscana è un incredibile concentrato di città, paesi e borghi. E la cosa più curiosa è che sono tutti bellissimi e famosi per qualche motivo. Ecco perché la Toscana è una regione davvero unica agli occhi dell’intero pianeta.

Non da meno sono i paesaggi straordinari che offre: il mare della costa, come la zona dell’Argentario, o delle isole dell’Arcipelago toscano; i monti dell’Appennino Centrale, delle Alpi Apuane, colline del Chianti, della Val d’Orcia, della Val d’Elsa; le ampie distese di verde della Maremma, oasi naturali, lagune, fiumi, laghi e molto altro ancora.

Come avete avuto modo di capire, quindi, qui non solo non manca niente e tutto quanto si esprime in una massima potenza di equilibrio e armonia.

A conquistare gli stranieri, inoltre, sono anche le eccellenze culinarie toscane. Degli esempi sono, senza ombra di dubbio, le bistecche alla fiorentina, chianina o maremmana. Poi il salame, il prosciutto crudo toscano, il lardo di colonnata, tutti rigorosamente DOP, e il celebre cacciucco alla livornese.

E da non sottovalutare è l’ottimo olio EVO DOP con la relativa fettunta, col pane senza sale, con la ribollita, coi ravioli maremmani, coi tortelli alla mugellana, col panforte e molto altro ancora.

Infine, la Toscana è tanto amata dagli stranieri perché è una terra di sconfinata bellezza e dove hanno lasciato tracce grandi civiltà come quella etrusca, quella romana, fino ad arrivare a essere la culla del Rinascimento.

Grazie alle sue albe nebbiose sulle colline, i tramonti sul mare, i campanili innevati, i boschi rigogliosi e l’amore e l’ospitalità della sua gente, non può non essere amata dai visitatori di tutto il mondo.

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Il futuro del Green Pass: perché salverà il turismo

Introdotto nel 2021 per contrastare la diffusione del Covid-19 e al tempo stesso permettere ai cittadini di tornare a spostarsi liberamente anche al di fuori dei confini nazionali, il Green Pass europeo si è rivelato uno strumento particolarmente utile. Soprattutto se confrontato alle altre misure di sicurezza adottate sia dai singoli Stati che a livello di Unione Europea. Sarà dunque proprio questo certificato a fare da modello per il futuro, qualora dovesse mai ripresentarsi una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto negli ultimi anni.

Green Pass, che cosa succederà in futuro

Ufficialmente chiamato certificato digitale Covid UE, il Green Pass è stato uno dei principali strumenti adottati dall’Unione Europea per garantire nuovamente la libertà di movimento al di fuori dei confini nazionali, anche in tempi di emergenza sanitaria. Come ben ricorderemo, si tratta di un documento che dimostra l’avvenuta vaccinazione completa contro il Covid-19, la guarigione dall’infezione o l’effettuazione di un tampone negativo per accertarsi di non aver contratto la malattia. Per molti mesi ci ha accompagnati nei nostri primi viaggi post-pandemia, ed è stato proprio il Green Pass ad aver permesso al turismo di risollevarsi pian piano. Tanto che ora verrà preso come modello per future emergenze che potremmo trovarci ad affrontare, essendo un po’ più preparati.

La Corte dei Conti europea (ECA) ha recentemente affermato che questo strumento potrebbe salvaguardare i viaggi e gli spostamenti all’interno dell’UE, nel caso in cui dovessimo nuovamente vivere una crisi di portata simile a quella che il Covid ha portato con sé. È per questo che le autorità dovrebbero già pensare all’adozione di un quadro normativo comune a tutti i Paesi europei che permetta l’introduzione o la riattivazione tempestiva di un certificato digitale. In effetti, la base giuridica su cui il Green Pass ha visto la luce sta per venire meno, con la scadenza fissata per giugno 2023. È tempo di guardare al futuro e sfruttare questo modello per non trovarci nuovamente in difficoltà davanti ad una nuova emergenza.

Gli altri strumenti che hanno fallito

Assieme al Green Pass, l’UE ha adottato altri strumenti che non si sono però rivelati affatto così efficaci come sperato. Stiamo parlando dell’applicazione per il tracciamento dei contatti positivi, dei moduli digitali di localizzazione dei passeggeri (PLF) e delle piattaforme utilizzate per scambiare informazioni sanitarie tra i vari Paesi europei. Sebbene, come evidenziato dall’ECA, la Commissione Europea si sia mossa velocemente per affrontare la situazione di crisi, l’adozione di questi strumenti è stata inevitabilmente demandata poi ai singoli Stati membri, e molti di loro non hanno saputo sfruttarli al meglio.

“Purtroppo, non tutti gli strumenti sono stati recepiti e attuati in maniera rapida e corretta. Il successo del certificato digitale Covid UE non è stato quindi replicato” – ha affermato Baudilio Tome Muguruza, responsabile ECA per la revisione degli strumenti digitali. È sufficiente dare qualche cifra per capire l’insuccesso di queste misure di sicurezza. Il PLF, ad esempio, è stato utilizzato davvero solamente da quattro Paesi (e l’Italia è stata la capolista, avendo prodotto circa il 90% dei moduli complessivamente emessi nell’UE). Mentre l’app di tracciamento ha trovato un riscontro effettivo solo in Germania. Non è stato così per il Green Pass: “È stato l’unico strumento utilizzato in tutti gli Stati membri e anche da 45 Paesi non UE. Più di 1,7 miliardi di certificati sono stati emessi fino a marzo 2022″ – ha affermato l’ECA.

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In viaggio verso il Kenya senza cellulare. Chi vuole unirsi?

Le esperienze di viaggio, quelle straordinarie, indelebili e indimenticabili, sono probabilmente quelle all’insegna dell’autenticità e delle avventure genuine e senza fronzoli. Ecco perché sempre più viaggiatori scelgono destinazioni solitarie e immerse nella natura con l’unico desiderio di vivere le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo senza distrazioni.

Delle vere e proprie esperienze di disconnessione che non solo ci allontanano dalla città, ma anche dai social network, dal web e dalle continue notifiche dei nostri smartphone e dei device. Queste, almeno, sono le intenzioni di partenza delle cosiddette vacanze digital detox che non sempre, però, si traducono i fatti.

E allora ecco la sfida più stimolante dell’anno: partire verso una destinazione straordinaria lasciando il cellulare a casa. Quanti di voi vogliono unirsi a questo viaggio?

Partire senza cellulare: la sfida dell’anno

Partirà da Milano, il 10 marzo del 2023, il primo viaggio totalmente smartphone free dell’anno. A organizzare questa sfida, quella di restare senza cellulare per sette lunghissimi giorni, sono state Monica Bormetti e Stefania Clementi, fondatrici di YogaDigitalDetox.com, che hanno pensato a questa avventura come a un’esperienza di disconnessione totale dalla tecnologia.

La destinazione del viaggio è Nairobi e, siamo certi, non ha bisogno di presentazione. La bellezza della capitale del Kenya, infatti, precede il suo nome, così come lo fanno il Parco Nazionale della città, una delle più importanti riserve faunistiche del Paese, e l’orfanotrofio degli eleganti. Insomma, le cose da fare qui sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere. Chissà se i viaggiatori che giungeranno in città potranno apprezzarle di più senza il loro smartphone.

Nairobi, dicevamo, è solo il punto di partenza di un’esperienza autentica e genuina che proseguirà a Watamu, una piccola città costiera del Kenya conosciuta soprattutto per le spiagge di sabbia bianca e per i giardini di corallo. Trascorrere qui una settimana, senza tecnologia, sarà una vera e propria sfida per i partecipanti del viaggio.

Un’esperienza sicuramente al di fuori dall’ordinario che però permetterà alle persone che ne prendono parte di sperimentare un nuovo modo di viaggiare che abbraccia quella tendenza sempre più prepotente nei viaggi: disconnettersi dal mondo lì fuori.

La missione dell’avventura, infatti, è quella di andare alla scoperta di un luogo bellissimo senza distrazioni, con l’obiettivo di rilassarsi, riconnettersi a sé stessi e con la natura e ricaricare le batterie in un ambiente sereno e incontaminato. A rendere l’esperienza ancora più straordinaria ci pensa il meraviglioso paesaggio offerto da Watamu che fa da cornice a quello che si prospetta un viaggio indimenticabile.

In viaggio senza smartphone: un’opportunità

Ma è davvero possibile mettersi in viaggio senza uno smartphone? Una domanda lecita, questa, per la nostra generazione che è cresciuta proprio a pane e tecnologia. Siamo convinti, ormai, che il cellulare sia indispensabile per ogni spostamento, figuriamoci per quelli a lungo viaggio. E invece non è proprio così.

Lasciare lo smartphone a casa, e vivere un’esperienza totale di digital detox, può permetterci di esplorare le meraviglie del mondo senza distrazioni, ansie o preoccupazioni che, naturalmente, nascondo quando siamo sempre connessi.

Senza cellulare, invece, possiamo davvero concentrarci sull’avventura e su nient’altro, senza doverci preoccupare di postare ogni movimento sui social network o di essere connessi agli altri e per gli altri. Insomma, se è vero che è più importante “vivere che condividere”, questo viaggio lo dimostrerà.

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Koh Kood, l’isola più selvaggia della Thailandia

La Thailandia è una destinazione amata dai turisti di tutto il mondo. Presa d’assalto praticamente tutto l’anno, è un vero paradiso tropicale in cui ognuno di noi può trovare la sua dimensione ideale. Ma c’è un’isola, generalmente meno caotica delle altre, che è una vera esplosione di natura, un fazzoletto di terra selvaggio che saprà conquistare il cuore di tutti i suoi visitatori: Koh Kood.

Dove si trova Koh Kood

La meravigliosa isola Ko Kood si trova nel Golfo di Thailandia, a poca distanza dalla Cambogia, nella provincia di Trat. Chiamata anche Ko Kut, è la quinta isola più grande del Siam e fa parte dell’arcipelago di Mu Ko Chang che è caratterizzato da un totale di 52 isole per lo più disabitate.

Visitarla è come fare un viaggio nella Thailandia più autentica, quella di tanti anni or sono, prima che diventasse una così bramata meta turistica. Ciò vuol dire che non presenta particolari attrazioni turistiche, discoteche o simili: è una vera esplosione di natura esotica, flora e fauna selvaggia, mare turchese cristallino e lunghe spiagge di soffice sabbia bianca.

Facendo tappa a Koh Kood vi ritroverete in un’isola davvero particolare che si distingue per il suo interno selvaggio e lussureggiante impreziosito da un alternarsi continuo di montagne, picchi scoscesi e cascate, per arrivare poi fino a baie e lagune incontaminate che prendono vita tra scogliere di roccia granitica e lava vulcanica. Tante anche le spiagge di sabbia bianchissima lambite da un mare limpido, barriere coralline e pesci tropicali dai mille colori.

A lungo trascurata dal governo thailandese, solo dai primi anni del 2000 ha iniziato a sviluppare un principio di turismo e attualmente può essere raggiunta con uno dei tanti traghetti giornalieri, per via aerea con 1 ora da Bangkok sulla cittadina di Trat, oppure via terra privatamente in circa 4/5 ore con destinazione porto di Laem Sok.

isola Koh Kood

Fonte: iStock

Spiaggia di Ao Tapao sull’isola di Koh Kood

La natura incontaminata di Koh Kood

Scegliendo come meta Koh Kood dovete essere consapevoli che qui non troverete musei o templi per approfondire la conoscenza della cultura locale. Fare un viaggio da questa parti, infatti, vuol dire scegliere di immergersi in numero considerevole di luoghi incantevoli ma nei quali lasciarsi cullare dalle infinite meraviglie della natura.

Sulla costa meridionale, per esempio, potrete mettervi alla prova grazie a una serie di ripide pareti di roccia che possono essere scalate. Non mancano i percorsi percorsi di trekking che si addentrano nella giungla di mangrovie e alberi tropicali.

Essendo un’isola percorsa da diversi torrenti e piccoli corsi d’acqua, Koh Kood pullula anche di splendide cascate. Una di queste è la Klong Yai Kee Waterfall, ma non da meno è la Klong Chao dove è possibile fare un tuffo in un’acqua color smeraldo dai riflessi turchesi.

Questa zona, tra le altre cose, è popolata da scimmie, maiali selvatici, macachi, caprioli, pappagalli, falchi e molti altri uccelli dai mille colori.

Da non perdere, inoltre, sono Sai Yai e Makayuk, due enormi alberi secolari – da 200 a 500 anni – situati nell’entroterra dell’isola. Sono degli incredibili arbusti che sono in grado di produrre delle radici aeree che pendono dai rami, toccano terra e diventano altrettanti fusti supplementari. Una particolarità che rende questi alberi davvero giganteschi.

Cascata di Klong Chao

Fonte: iStock

La cascata di Klong Chao

I villaggi da non perdere

Chi vuole saperne un po’ di più sulla popolazione locale, non può di certo non fare una sosta al villaggio di Ao Salat dove c’è il molo principale. Si caratterizza per essere un grazioso paesino abitato prevalentemente da pescatori che vivono in palafitte.

Altrettanto tipico è il villaggio di Ao Yai, anch’esso dimora di pescatori, che si distingue per essere davvero colorato e pieno di suggestivi ponticelli.

Le spiagge più belle dell’isola

È praticamente impossibile fare un viaggio in Thailandia e non pensare al suo incantevole mare. E come vi dicevamo in precedenza, l’isola pullula di spiagge che sono un vero sogno a occhi aperti. La principali distese di sabbia bianca e fine sono situate lungo la costa occidentale, ma non sono da meno quelle che si trovano altrove.

Le prime che vi consigliamo sono Secret Beach e Haad Klong Yai Kee beach, due spiagge bellissime un po’ difficili da raggiungere su strada ma che valgono assolutamente la pena. Haad Klong è la più piccolina e lambita da un’acqua dalle tonalità verdi/azzurre. Secret Beach – come lascia intendere il nome- si trova nascosta dietro a un promontorio roccioso. Dall’acqua così limpida che sembra un diamante, è situata di fronte a un’altra straordinaria perla thailandese: l’isola di Koh Raet.

La più centrale e frequentata è Ao Klong Chao Beach che è composta da una finissima sabbia candida circondata dalle mangrovie della foresta tropicale. Qui potrete trovare la maggior parte dei resort più rinomati.

Altrettanto affascinante è Soneva Khiri Beach, una spiaggia privata che dà il nome al vicino hotel. Il posto perfetto per dedicarsi a varie attività sportive come lo snorkeling, la pesca subacquea e il kayak.

Koh Kood spiagge più belle

Fonte: iStock

Una delle spiagge di Koh Kood

Decisamente più intima Yak Kee Beach, non distante dall’omonima cascata. È importante sapere che è piuttosto difficile da raggiungere a causa delle sconnessioni del sentiero per accedervi, ma una volta arrivati sarete felici di averlo fatto.

C’è poi Tapao Beach, un’altra spiaggia molto interessante lunga circa un chilometro e contornata da alte palme da cocco.

Il viaggio alla scoperta delle fantastiche spiagge di quest’isola continua con Ao Ngam Kho beach, una baia di circa 650 metri di sabbia bianca grezza e porosa. Un punto in cui la bassa marea arriva poco, e quindi ideale per fare tuffi indimenticabili.

Infine – ma le spiagge presenti sull’isola non sono di certo finite qui – Ao Phrao Beach, una delle più incontaminate dell’isola.

Per ultimo, è bene sapere che il periodo migliore per andare nell’isola di Ko Kood va da novembre ad aprile con qualche eccezione per maggio in quanto è un mese transitivo tra la stagione calda (da novembre ad aprile) e quella delle piogge (da maggio ad ottobre).

L’arcipelago in cui si trova quest’isola eccezionale della Thailandia è particolarmente esposto ai venti monsonici che provengono da sud-ovest. Ciò vuol dire che da maggio in poi le piogge diventano sempre più frequenti, e in particolare ad agosto, settembre e ottobre sono molto insistenti.

spiaggia di Koh Kood tramonto

Fonte: iStock

I tramonti di Koh Kood
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I primi 50 anni del viaggio in treno più suggestivo di sempre

Quest’anno la Ferrovia Retica celebra i 50 anni del Bernina Express, il famoso Trenino Rosso, a bordo del quale si può vivere la più spettacolare traversata alpina. Dai ghiacciai scintillanti al paradiso delle palme italiano, collega da mezzo secolo la Svizzera all’Italia, portando alla scoperta di luoghi ricchi di storia, tradizioni e bellezza, da ammirare comodamente seduti nelle sue splendide carrozze panoramiche.

Bernina Express, il Trenino Rosso compie 50 anni

Il Bernina Express, treno più panoramico d’Europa, è stato inaugurato il 3 giugno 1973 sulla centenaria linea delle Ferrovia Retica, con l’obiettivo di un collegamento diretto da Coira a Tirano (in provincia di Sondrio), senza la necessità di un cambio a St. Moritz. A partire dal 2000 sono state introdotte le spettacolari carrozze panoramiche, fiore all’occhiello dello storico convoglio che percorre la tratta ferroviaria alpina più alta.

In cinquant’anni, il Trenino Rosso ha attratto ben 10 milioni di viaggiatori, dei quali più di un milione è italiano. Iscritta nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dall’UNESCO, la scenografica tratta ferroviaria si inserisce armoniosamente nella cornice montana dell’Albula e del Bernina, viaggiando attraverso il Cantone dei Grigioni. Si passa per Coira, l’Engadina, si affianca il corso del fiume Albula, si valica il passo del Bernina e si percorre la Valposchiavo e la Val di Pila fino a Brusio e Tirano, capolinea italiano della pittoresca linea ferroviaria. Tra le stazioni di Tirano e St. Moritz ne sono presenti altre 20 in cui i passeggeri possono scendere per visitare località ricche di fascino

Il percorso è di particolare interesse anche dal punto di vista ingegneristico e architettonico, considerando che comprende 55 tunnel e gallerie coperte, 196 viadotti e ponti, e tratti a pendenza elevata che coprono ampi dislivelli. In uno dei viaggi più romantici in treno, i passeggeri possono ammirare da vicino attrazioni straordinarie come la curva di Montebello con vista sul massiccio del Bernina, il ghiacciaio del Morteratsch, i tre laghi Lej Pitschen, Lej Nair e Lago Bianco, l’Alp Grüm e il viadotto elicoidale di Brusio. Oltre a offrire paesaggi di una bellezza incredibile, il Bernina Express attraversa territori alpini ricchi di richiami culturali.

Bernina Express: le fermate più suggestive

La fermata di Miralago o quella successiva di Le Prese permettono di godersi una bella passeggiata attorno al lago di Poschiavo, a 962 metri sul livello del mare. Dopo pochi chilometri si può visitare Poschiavo con i suoi interessanti musei. Da qui inizia il tratto più spettacolare del percorso, con il cosiddetto “andamento a chiocciola” del Bernina Express che compie più volte un giro di 180 gradi per superare le pendenze della montagna.

Successivamente, si incontrano il laghetto Palù e in lontananza la cime del Piz Palù, arrivando quindi alla stazione di Alp Grüm, tappa ideale per gli amanti della fotografia e dell’escursionismo. Dall’Ospizio Bernina, il punto più alto di tutto l’itinerario in treno, si scende verso St Moritz, toccando le stazioni di Lagalb e Diavolezza, imperdibili per gli amanti dello sci, e Pontresina, località di villeggiatura engadinese per eccellenza.

L’affascinante viaggio sulla linea dell’Albula

In seguito alla pandemia è sorto un problema di overbooking, con lunghe liste d’attesa che saranno esaurite tra quest’anno e il 2024. Per questo motivo, la Ferrovia Retica sta puntando sulla linea dell’Albula, che collega St Moritz con Coira capitale del Grigioni e città più antica delle Svizzera. Qui il Trenino Rosso affronta un dislivello di oltre mille metri grazie ai viadotti di Solis e Landwasser e alle spettacolari gallerie elicoidali tra Bergün e Preda. Da non perdere, il Museo ferroviario dell’Albula di Bergün e il sentiero avventura della ferrovia Albula, realizzato nella tratta compresa tra la galleria dell’Albula e il viadotto di Landwasser.

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A breve, molto probabilmente, diremo addio ai timbri sui passaporti

Sono molte le persone che amano davvero viaggiare in giro per il mondo, e che la pandemia ha solo fermato momentaneamente. Con la riapertura delle frontiere, la maggior parte dei turisti ha ripreso le proprie abitudini di viaggio. E i loro passaporti sono tornati ad arricchirsi di timbri che rappresentano un bellissimo ricordo di luoghi distanti e meravigliosi. Forse, però, non sarà più così: è infatti in previsione un cambiamento importante che vedrà l’Unione Europea rinunciare ad apporre il consueto timbro ai visitatori provenienti dai Paesi extra UE, a favore di un sistema che garantisce maggior sicurezza.

L’UE introduce il nuovo sistema di ingressi/uscite

Per capire cosa significa questa novità, dobbiamo fare un piccolo passo indietro. I Paesi dell’Unione Europea aderenti all’area Schengen (che da pochissime settimane include anche la Croazia) hanno eliminato le frontiere interne: i loro cittadini possono muoversi liberamente tra uno Stato e l’altro, senza alcun bisogno di passaporto. Ciò non vale, ovviamente, per i turisti provenienti da Paesi extra UE. In questo caso, il passaporto è un documento fondamentale e le autorità europee vi appongono un timbro al momento dell’ingresso.

Qualcosa sta però per cambiare: l’UE ha infatti deciso di adottare un nuovo sistema elettronico di ingressi/uscite (chiamato EES) che permetterà di avere un maggior controllo sui turisti in arrivo e, soprattutto, di verificare che i viaggiatori non si trattengano per un periodo superiore rispetto a quanto possibile. L’EES avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2022, ma il suo lancio è stato rimandato una prima volta a maggio del nuovo anno e una seconda volta a novembre 2023. Inoltre dovrebbe essere applicato solamente ai turisti provenienti da quei Paesi extra UE per i quali non è necessario richiedere alcun tipo di visto.

Il nuovo sistema di ingressi/uscite prevede l’abolizione dei timbri sul passaporto: i visitatori in arrivo ad una delle frontiere esterne dell’Unione Europea dovranno scansionare il loro documento di viaggio presso i chioschi self-service che verranno installati. I dati registrati includeranno il nome, il tipo di documento, la data e il luogo d’ingresso e d’uscita e anche i dati biometrici (ovvero le impronte digitali e la scansione del volto). Questi rimarranno in archivio per 3 anni prima di essere cancellati. Se l’EES dovrebbe accelerare i tempi ai controlli di sicurezza, è possibile che in un primo momento crei un po’ di confusione.

Che cos’è l’ETIAS e come funziona

L’EES è solo parte di un programma più ampio che l’Unione Europea sta adottando per snellire le procedure d’ingresso dei viaggiatori stranieri. Presto entrerà in vigore anche l’ETIAS, uno strumento volto soprattutto a rafforzare i controlli alle frontiere e a diminuire il rischio della migrazione irregolare. I turisti provenienti da Paesi extra UE per i quali non è necessario un visto dovranno richiedere preventivamente un’autorizzazione elettronica che avrà una validità di tre anni e permetterà di rimanere sul territorio europeo per un massimo di 90 giorni consecutivi in un periodo di 180 giorni.

Rispetto al visto, la trafila burocratica sarà notevolmente ridotta: la richiesta si potrà compilare online e, in caso di esito positivo, si otterrà la documentazione in pochi minuti. L’ETIAS è infatti un sistema automatico che avrà un controllo manuale solamente se dovessero verificarsi problemi. E nel caso in cui la richiesta dovesse esitare in un rifiuto, sarà possibile presentare ricorso o compilare un nuovo modulo.

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Questa splendida meta offre biglietti aerei gratis ai turisti

La pandemia ha avuto un impatto tremendo sul turismo: l’intero settore ha vissuto un periodo estremamente buio, a causa dei lockdown e della chiusura delle frontiere praticamente in tutto il mondo. Ma da un anno a questa parte ha avuto inizio la ripresa, e sono già moltissimi i turisti che si sono concessi una bella vacanza – e tanti ancora stanno organizzando il loro prossimo viaggio. Per incentivare questa ripresa, una splendida meta internazionale ha deciso di regalare ben 500mila biglietti aerei e di offrire tanti altri piccoli vantaggi ai suoi visitatori. Scopriamo qualcosa in più su questa bellissima iniziativa.

Hong Kong, biglietti gratis ai turisti

Visto che il Covid ha colpito duramente il settore turistico, Hong Kong ha deciso di lanciare una promozione davvero interessante per attirare nuovamente i turisti. Ci sono ben 500mila biglietti aerei gratis in palio per altrettanti fortunati viaggiatori che vogliono andare alla scoperta di una meta turistica meravigliosa e delle sue infinite bellezze. L’iniziativa fa parte della campagna Hello Hong Kong, presentata qualche giorno fa dal governo locale per svelare le attività promozionali e le numerose nuove attrazioni della città.

Come funziona? A partire dal 1° marzo 2023, alcune delle principali compagnie aeree che collegano Hong Kong al resto del mondo (come Cathay Pacific, Hong Kong Express e Hong Kong Airlines) distribuiranno questi biglietti ai loro passeggeri diretti verso questa splendida destinazione asiatica. Il regolamento non è ancora stato diffuso, ma secondo le prime indiscrezioni verranno effettuate delle estrazioni tra i viaggiatori che acquistano un biglietto o delle offerte 2×1. Inoltre l’iniziativa dovrebbe riguardare inizialmente i Paesi del sud-est asiatico, per poi coinvolgere gradualmente anche il resto del mondo.

I 500mila biglietti aerei gratuiti, che hanno un valore totale di circa 255 milioni di dollari, sono stati acquistati dall’Autorità Aeroportuale di Hong Kong nel 2020, come mossa per sostenere l’industria aeronautica durante la pandemia. Ora verranno ridistribuiti gratuitamente tra i viaggiatori nell’arco di sei mesi, per incentivare il turismo post-pandemia. Certo, ci vorrà molta fortuna per riuscire ad accaparrarsene uno. Ma questa è l’occasione giusta da sfruttare per visitare una città ricca di sorprese, che proprio negli ultimi mesi si è rinnovata.

Le novità di Hong Kong

Oltre ai biglietti gratuiti, l’amministrazione locale ha pensato di introdurre altri incentivi per i turisti. Si parla di offerte speciali, buoni in contanti per attrazioni, soggiorni e hotel e molto altro: non sono ancora state diffuse informazioni dettagliate, ma c’è davvero di tutto per rendere la vacanza memorabile. Quali sono le principali novità che Hong Kong sta vivendo in questo periodo? Nel corso dell’ultimo paio di anni, la città ha inaugurato molte nuove attrazioni che stanno già conquistando l’attenzione dei visitatori.

È il caso dell’M+, un nuovo museo aperto nel novembre 2021, che ospita collezioni artistiche di gran pregio e mostre itineranti sempre diverse. Una delle più suggestive si intitola Hong Kong: Here and Beyond, ed è un vero e proprio viaggio nel tempo alla scoperta dei grandi cambiamenti che la città ha vissuto nel corso dei decenni, grazie alle opere dell’artista Yayoi Kusama. Per gli amanti del divertimento c’è invece il nuovo Ocean Park Water World, inaugurato nel settembre 2021: si tratta di un parco acquatico situato sul lungomare, da cui si può ammirare persino di un panorama meraviglioso. Con ben 27 attrazioni, è l’ideale per sentire l’adrenalina che scorre nelle vene e godersi una giornata in compagnia.

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Il Treno dei Maya, tra meraviglie e polemiche

Nello Yucatan meridionale, tra le zone più povere ma ricche di biodiversità del Messico, presto potrebbero arrivare circa 3 milioni di turisti l’anno: è in corso d’opera una linea ferroviaria di oltre 1500 chilometri, progetto voluto fortemente dal presidente Andres Manuel Lopez Obrador.

Sarà il Treno Maya che tuttavia, secondo molti, rischia di compromettere un favoloso territorio ancora incontaminato e custode di testimonianze del passato precolombiano.

Il Treno dei Maya, più turismo ma potenziale rischio per l’ambiente

La meravigliosa giungla di Calakmul terra di coccodrilli, tucani, scimmie urlatrici e di un’antica città precolombiana Patrimonio UNESCO, lo scorso anno ha attratto poco meno di 50mila visitatori.

Il Treno Maya ha l’obiettivo di portare benessere in una zona povera del Paese andando a colmare un deficit di infrastrutture che, finora, per il sud del Messico ha significato non poter valorizzare appieno le potenzialità in ambito turistico.

L’opera, il cui costo si aggira intorno ai 20 miliardi di euro, richiede un percorso largo 45 metri e vedrà 20 stazioni, circondate da centri commerciali e alberghi. È prevista anche una strada, destinata in particolare al trasporto pesante per permettere l’approvvigionamento di prodotti agricoli e carburante.

È chiaro che, nel suo tracciato, la nuova ferrovia si insinuerà in un ecosistema intatto e unico al mondo, caratterizzato dalle tipiche formazioni calcaree attorno alle quali spiccano i cenote, le grotte abbracciate dall’acqua dolce che sono simbolo della riviera Maya.

L’attenzione ora si è focalizzata sulla giungla di Calakmul, parte della vasta giungla Maya, la più vasta foresta tropicale d’America (Amazzonia esclusa): secondo la primatologa britannica Kathy Slater, un progetto di una simile portata richiede tempi di progettazione superiori ai 10 anni mentre tutto si sta svolgendo in maniera troppo veloce, senza un’adeguata pianificazione e la doverosa attenzione all’impatto sull’ambiente.

Il presidente vuole che la linea ferroviaria entri in funzione entro il 2023, scadenza del suo mandato, e ha descritto il progetto come “questione di sicurezza nazionale” così da accelerare i tempi.

Jesus Leon Zapata, membro del consiglio indigeno di Xpujil, ha ribadito che “hanno parlato soltanto dei benefici del megaprogetto, trascurando l’impatto o i possibili danni“.

Ancora, per il biologo marino Rodrigo Medellin che lavora presso la più grande università messicana, la Unam, la ferrovia non dovrebbe assolutamente transitare nella giungla: “Finirà per frammentare in modo irreversibile una delle più importanti roccaforti di biodiversità nel Paese“.

L’unicità della spettacolare giungla di Calakmul

La giungla di Calakmul è un bene prezioso, dimora di circa cento specie di mammiferi, di una delle più significative popolazioni di giaguari della Mesoamerica, di oltre 350 specie di uccelli e di specie a rischio come il puma, il tacchino ocellato e il tapiro.

Ma non soltanto.

Tra le peculiarità dell’area spicca la grotta di Volcan de los Murcielagos dove vivono ben 3 milioni di pipistrelli, fondamentali anche per l’agricoltura di tutto lo Yucatan del sud: ogni notte si cibano di 30 tonnellate di insetti, tenendo lontane le malattie dalle piante di peperoncino, piselli e granoturco.

La prima versione del progetto del Treno Maya prevedeva che la ferrovia passasse a 700 metri dalla grotta ma, nelle 2100 pagine di resoconto sull’impatto ambientale dell’opera, la grotta non viene nominata.
È scritto che la nascente linea ferroviaria provocherà una frammentazione dell’habitat e avrà un grave impatto sulle specie. Tuttavia, “può essere costruita” perché vi è l’idea di riforestare 74 ettari, appena il 10% dei 730 che saranno abbattuti in totale.

Un esempio simile si è concretizzato, 9 anni fa, sui terreni di Gomez Farias dove i residenti hanno realizzato un progetto di ecoturismo: gli ospiti dormono in tende ricoperte di tetti di palme intrecciate, scoprono la laguna in kayak e osservano la fauna in postazioni mimetizzate.