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Estate a numero chiuso: succede in Italia

Siamo ancora in attesa dell’arrivo della primavera ma si comincia già a parlare dell’estate, soprattutto nel settore viaggi. E se per chi deve volare si prospetta una stagione dai prezzi ancora elevati rispetto al periodo precedente al Covid e, molto probabilmente, con ancora un bel po’ di caos su tutti i cieli europei, in Italia si prospetta una stagione da record, e per questo si stanno prendendo provvedimenti.

L’estate 2023 in Italia

Le previsioni per gli arrivi nel nostro Paese durante la stagione estiva sono per alcuni lati incoraggianti, per altri costringono ad attuare delle “forme di contenimento” onde evitare il deturpamento del territorio. L’estate 2023, infatti, si preannuncia da record e proprio per questo fa emergere preoccupazioni per eventuali (e quasi certi) ingorghi e caos che prenderanno vita in molte località turistiche.

Come accaduto nelle Isole Canarie, anche in Italia si sta pensando di “deturistizzare” spiagge e borghi con lo scopo di evitare il sovraffollamento e il ripetersi di comportamenti incivili. Non a caso, seguendo quanto riportano alcune nuove ordinanze approvate in questi giorni dalle diverse amministrazioni delle località turistiche, l’imperativo sembra essere soprattutto uno: limitare gli ingressi e tutelare l’ambiente. Si prospetta, quindi, un’estate italiana a numero chiuso.

Le isole italiane

Come riportato dal Messaggero, in alcune isole italiane si sta già intervenendo in questo senso. Un esempio di tutto ciò è l’affascinante Isola di Procida dove il Sindaco, Dino Ambrosino, ha chiarito: “Noi da qualche anno abbiamo inasprito il divieto di sbarco per le macchine e i motorini che vengono da fuori regione; il ministero dei trasporti ci dà infatti questa opportunità. È l’unica iniziativa che funziona. Procida si trova su 4 chilometri quadrati e i residenti sono 10mila: siamo l’isola più densamente abitata d’Europa, e per noi la mobilità è un problema. Di solito arriviamo a 600mila sbarchi di persone che vengono anche solo per fare una passeggiata”.

Isola di Procida numero chiuso

Fonte: iStock

Veduta dell’Isola di Procida

Non sono da meno le parole di Sergio Ortelli, sindaco dell’Isola del Giglio che, sempre come riporta il quotidiano nazionale, ha fatto sapere che “Da 1.400 residenti arriviamo al picco di 10mila ingressi giornalieri d’estate, per un totale di circa 300mila all’anno. Così abbiamo deciso che ad agosto possono portare l’auto solo coloro che soggiornano più di 4 giorni. E poi da quest’anno si pagherà all’ingresso un contributo di 3 euro per il periodo estivo e 2 per quello invernale”.

In Sicilia il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, ha deciso di potenziare il servizio di vigilanza urbana. Mentre a Lampedusa, il primo cittadino, Filippo Mannino, ha intenzione di estendere il divieto di ingresso per i mezzi privati da fine luglio a inizio settembre, si aspetta solo l’ok da parte del ministero.

Provvedimenti anche presso l’Isola di Linosa dove il divieto vale per tutto il periodo estivo, insieme alla possibilità del sequestro dei mezzi utilizzati per chi commette un illecito. Un esempio? Come riporta il quotidiano, se per la terza volta un cittadino trasporta con l’auto il sacchetto della spazzatura con lo scopo di gettarlo non seguendo la raccolta differenziata, verrà sequestrata l’autovettura.

Le spiagge a numero chiuso

Le spiagge a numero chiuso in Italia non sono una novità. Alcune già lo sono, vi basti pensare alla Spiaggia dei Conigli di Lampedusa o a Cala Violina in Toscana, mentre altre già da qualche anno desiderano diventarlo al fine di tutelare il territorio in cui si collocano.

Cala Violina a pagamento

Fonte: iStock

La meravigliosa Cala Violina

Anche nel Baunei, nella Sardegna orientale, prendono vita delle cale da sogno ma dove c’è un limite di accesso. Esiste infatti  un sistema di prenotazione tramite app che consente alle persone di prenotare uno degli ingressi giornalieri sulla spiaggia per il costo di 6 euro.

Tra le varie spiagge a pagamento in Sardegna segnaliamo:

  • La Pelosa, nel comune di Stintino (Sassari), dove possono accedere al massimo 1.500 persone con un ticket di 3,50 euro a persona;
  • Punta Molentis e Porto Sa Ruxi, Sardegna del Sud, in entrambe si paga un ticket da 10 euro per il parcheggio dell’auto. Nella prima l’accesso massimo è di 200 persone, nella seconda è possibile starci fino a 150 persone;
  • Cala Goloritzé, un incanto che si trova nel territorio comunale di Baunei nella parte sud del golfo di Orosei in provincia di Nuoro, dove entrare 250 persone al massimo al giorno e con il pagamento di un “contributo ambientale” di 6 euro;
  • Cala Mariolu, una perla del golfo di Orosei, nella costa centro-orientale della Sardegna, dove possono accedere 650 bagnanti.

Montagne e città

L’estate da record che sembra voler esserci in Italia mette in allerta anche monti e città. Al Lago di Tenno, nel Garda Trentino, è stata creata una fascia esterna all’affascinante specchio d’acqua con lo scopo di monitorare e limitare i flussi.

Problematiche simili colpiscono anche il fiabesco Lago di Braies. Non a caso, proprio da queste parti, alcuni anni fa era stato avviato un progetto di riduzione del traffico veicolare nella zona. Allo stesso tempo, con l’obiettivo di promuovere un turismo attento e sostenibile, già dalla primavera del 2022 era stato stabilito uno stop all’aumento dei posti letto.

Lago di Braies estate 2023

Fonte: iStock

Il fiabesco Lago di Braies

D’accordo su tutto anche la Fondazione Dolomiti Unesco che, stando a quanto riporta il Messaggero, ha definito una strategia di intervento per la gestione della pressione turistica. Poi ci sono le città d’arte italiane come Venezia dove, per disincentivare il sovraffollamento, è previsto un ticket che va dai 3 ai 10 euro in base alla capienza raggiunta per tutti coloro che non pernottano sul territorio. Ciò vuol dire che superato il limite i tornelli di accesso potrebbero anche chiudere del tutto. Non è molto differente la situazione a Firenze, magica città del Centro Italia dove già l’anno scorso il comune aveva proposto una legge per salvaguardare il centro storico, regolamentando gli affitti brevi.

I borghi a pagamento

In Italia, sempre con lo scopo di tutelare patrimonio e territorio, ci sono anche alcuni incantevoli borghi a pagamento. Uno di questi è la bellissima, e ormai famosissima in tutto il mondo, Civita di Bagnoregio in provincia di Viterbo.

Da qualche anno, infatti, per visitare questo luogo conosciuto anche come “la città che muore” bisogna acquistare un ticket di ingresso per il costo di 5 euro.

Sulla stessa linea Corenno Plinio, una piccola località lacustre sita sulla sponda orientale del Lario in provincia di Lecco, dove dallo scorso anno è previsto un biglietto d’ ingresso di soli 3 euro.

Misure che, nonostante le polemiche a cui spesso danno vita, risultano necessarie per salvaguardare le meraviglie – naturali e non – del nostro Paese.

Corenno Plinio a pagamento

Fonte: iStock

Veduta di Corenno Plinio
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È la migliore spiaggia dei Caraibi per i viaggiatori

Anche per il 2023 TripdAdvisor ha premiato le destinazioni, gli hotel, i ristoranti e le attività più amate con i Traveller Choice Awards, classifica ricavata dalle preferenze degli utenti sulla base delle recensioni della community di viaggiatori: tutti i vincitori del premio Best of the Best sono in cima alle classifiche di TripAdvisor e si posizionano nel migliore 1% di tutti i listings presenti sulla famosa piattaforma.

Eagle Beach ad Aruba ha ottenuto il primato come “spiaggia più bella dei Caraibi” e il secondo posto come spiaggia più bella del mondo.

Eagle Beach, paradiso balneare caraibico

Eagle Beach è una delle spiagge più ampie e amate di Aruba, dalla candida sabbia soffice e ombrelloni di paglia, rinfrescata dalla brezza che attenua la calura, uno dei luoghi top per immergersi appieno nella rilassata e avvolgente atmosfera dei Caraibi.

Suo vanto, che la rende perfetta per gli amanti della natura, sono i due alberi più fotografati e rinomati dell’isola, i Fofoti, dalla caratteristica silhouette sagomata dal vento, simboli indiscussi del territorio.

La straordinaria composizione di conchiglie e coralli, fa sì che la sabbia di Eagle Beach si mantenga fresca anche nelle ore più calde della giornata permettendo rigeneranti passeggiate a piedi nudi lungo il litorale in qualsiasi momento della giornata.

Ma non è certo tutto.

La spiaggia più bella dei Caraibi è inoltre il luogo di nidificazione preferito dalle tartarughe marine che ogni anno, da marzo a novembre, tornano a depositare le uova in attesa che si schiudano. È così che, durante una camminata in spiaggia, è possibile assistere all’emozionante spettacolo della schiusa e all’incamminarsi dei piccoli verso il Mar dei Caraibi, pronti a prendere il largo.

Infine, uno dei momenti migliori per visitare questo angolo di paradiso è il tramonto, quando il cielo si tinge di arancione, rosa, rosso e viola: un cocktail presso i resort vista mare, un picnic, un telo per sedersi sulla sabbia morbida renderanno il tutto ancora più magico.

Le parole di soddisfazione per l’ambito riconoscimento

I visitatori notano e apprezzano tutti gli sforzi che facciamo da parte di A.T.A. e del Ministero del Turismo di Aruba in merito alle strategie di sostenibilità e conservazione delle nostre spiagge, ed è così che riusciamo a ottenere risultati che ci rendono orgogliosi come Paese.
Aruba è una piccola isola dei Caraibi fortemente basata sul turismo, per noi è pertanto un vero onore che una spiaggia della nostra Happy Island venga nominata miglior spiaggia dei Caraibi.
Negli anni passati, Eagle Beach si è classificata come una delle spiagge più belle dei Caraibi, ma essere al primo posto supera ogni aspettativa
“, queste le parole di Ronella Croes, Amministratore delegato di A.T.A. (Aruba Tourism Authority).

Congratulazioni ai vincitori dei Tripadvisor Travelers’ Choice Best of the Best 2023“, ha dichiarato John Boris, Chief Marketing Officer di Tripadvisor. “La ripresa dei viaggi a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno ha ulteriormente aumentato la competizione.
La presenza tra i Best of the Best dimostra che i vincitori hanno saputo offrire esperienze esemplari a coloro che contano di più: i loro ospiti.
Con il mutare delle aspettative, la continua carenza di manodopera e l’aumento dei costi, non si tratta di un’impresa facile, e sono continuamente colpito dalla capacità di resistenza e di adattamento del settore del turismo e dell’ospitalità. Brindiamo a un altro anno di successi!
“.

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I voli più costosi del mondo in questo 2023

Solo pochi giorni fa vi avevamo accennato che l‘estate del 2023 si preannuncia caotica come quella dell’anno precedente, ma anche a rischio prezzi più bassi dell’anno scorso ma comunque più elevanti rispetto al periodo pre-Covid. Premesse che, seppur continuando a viaggiare perché i mesi di fermo hanno aumentato il desiderio di farlo, non rassicurano di certo i viaggiatori.

Ma oltre alle persone più comuni c’è una fetta di turisti che può avvalersi di un  budget apparentemente senza fondo. Ed è proprio partendo da questo presupposto che la nuova compagnia aerea tedesca ALPEN AI, che offre voli panoramici sulle Alpi, ha pubblicato uno studio sui biglietti aerei di prima classe più costosi del mondo.

È stata perciò effettuata un’analisi su base mondiale relativa ai prezzi dei biglietti per i posti di prima classe e, da tale studio, sono emerse le cinque rotte di andata e ritorno senza scalo con il maggior numero di vantaggi, ma al contempo il prezzo più alto in questo momento. Scopriamo insieme quali sono i cinque voli di prima classe più costosi nel 2023 e di quali compagnie.

La quinta e la quarta tratta più costosa del mondo

Secondo lo studio condotto, al quinto posto di questa classifica risiede il volo transatlantico di oltre 11 ore di Virgin Atlantic dall’aeroporto londinese di Heathrow (LHR) a Los Angeles (LAX). Il volo di prima classe arriverebbe a costare quasi 20.000 euro ma, compresi nel prezzo, ci sono alcuni vantaggi extra come dei veri e propri letti, piatti e pasti à la carte, accesso a spazi di un certo livello come lounge e bar e ingresso alla Clubhouse prima dell’imbarco.

La quarta posizione è invece occupata dal volo Londra (LHR) – Hong Kong (HKG) di Cathay Pacific. I viaggiatori di prima classe ci trascorrono più di mezza giornata (12,5 ore) e per un prezzo a tratta di 20.000 euro (totale 40.000). Tuttavia, pur essendo decisamente costosa i servizi, per i clienti che possono permetterseli, sono più che soddisfacenti: la compagnia promette un letto più morbido del cielo, selezioni di vini da una premiata cantina, un sistema di intrattenimento in volo all’avanguardia e molto altro ancora.

Il podio

Il terzo gradino del podio dei voli più costosi del mondo è occupato da Korean Air che con il suo Airbus A380 vola d New York City (JFK) e Seoul, Corea del Sud (ICN) con biglietti di prima classe che arrivano fino a 30 euro al minuto (e per quasi 16 ore di navigazione, quindi più di 21.000 euro). In volo sono presenti una serie di intrattenimenti, molta privacy e comodi sedili che possono reclinarsi per dormire con il semplice tocco di un pulsante.

Medaglia d’argento per Emirates e per il volo Los Angeles (LAX) Dubai (DXB) e viceversa che ha un costo di quasi 30.000 euro. L’aeromobile, con circa 16 ore nei cieli, include l’accesso a uno speciale bagno termale con saponi e creme esclusivi e una doccia benessere completamente attrezzata. I passeggeri possono persino chiedere al loro assistente di volo di trasformare la suite in cui soggiornano in uno spazio per dormire a tutti gli effetti per assicurarsi che arrivino riposati a destinazione.

Il volo in prima classe più caro del mondo è di Etihad Airways e va da New York City (JFK) ad Abu Dhabi (AHU). 12,5 ore che offrono vantaggi come una suite di 40 metri quadrati sul ponte superiore dell’Airbus A380 con una camera da letto separata con letto queen-size e bagno privato, nonché servizio di autista per l’aeroporto e assistenza permanente da parte di un maggiordomo personale. Il costo? Quasi “appena” 63.000 euro.

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Prima offerta per volare low cost a primavera

Sta per arrivare la primavera e torna la voglia di evadere. Con le nuove offerte low cost di Ryanair la cosa migliore è festeggiare l’arrivo della bella stagione con un bel viaggio. Vicino, poco impegnativo, ma soprattutto economico e appagante.

L’offerta online a partire da 24,99 euro (a tratta) è appena partita ed è valida fino al 6 marzo. Si può viaggiare a partire tra il 1° aprile e il 31 maggio. Il periodo migliore per visitare alcune località che ricominciano a fiorire. Ecco i nostri consigli di viaggio per partire tra aprile e maggio.

Budapest a primavera

Budapest è una città magica, perfetta per essere visitata in un weekend. Rimarrete sicuramente incantati dalle ricchezze di questa città, tra monumenti, luoghi di divertimento e ambienti artistici. In due giorni potete dedicarne uno alla visita di Buda e l’altro a quella di Pest. Le due zone della capitale ungherese sono divise dal mitico Danubio che, in una giornata di sole, è bello navigare per ammirare i monumenti da un punto di vista privilegiato.

Il primo luogo da visitare a Budapest è sicuramente il Castello di Buda, anche noto come Palazzo Reale. Altri due monumenti suggestivi e non lontani dal colle del castello sono l’imponente Bastione dei Pescatori, da cui si può ammirare un panorama mozzafiato sulla Capitale e l’antica chiesa duecentesca di San Mattia.

A Est del grande fiume, attraversando uno dei tanti ponti sul Danubio – quello famoso delle Catene al momento è in fase di ristrutturazione – si raggiunge la Basilica di Santo Stefano, intitolata al primo sovrano d’Ungheria, e poco lontano il famoso Parlamento, la cui cupola è visibile da tutta la città ed è il simbolo di Budapest.

Knock, l’Irlanda più green

Con il riserviglio della natura uno dei viaggi più consigliati è quello in Irlanda, in particolare in una zona meno battuta dal turismo di massa. Detto che gli italiani adorano l’Irlanda, e questo è già uno dei motivi per andarci, una delle mete meno frequentate è la zona di Knock, una cittadina del Nord-Ovest nella Contea di Mayo, punto di partenza per andare alla scoperta del Connacht.

Si tratta di una regione ricca di laghi e fiumi. Tra i più noti, Lough Mask che si trova a ridosso del più celebre Lough Corrib, il lago più grande della Repubblica d’Irlanda sul quale si affaccia il lussuosissimo Castello di Ashford, che ospita un hotel. I due laghi sono collegati tra loro da un piccolo corso d’acqua che attraversa il villaggio di Cong, sede di un’antica abbazia agostiniana di cui sono rimasti in piedi solo alcuni resti.

La costa di questa parte d’Irlanda è caratterizzata da alte scogliere a picco sul mare al largo delle quali si contano all’incirca 300 isole. Ma è da qui, all’altezza di Newport, che parte anche una delle vie più famose d’Irlanda, la Wild Atlantic Way, il più lungo itinerario costiero dell’isola di smeraldo che si estende per 2.500 km e che proprio quest’anno compie dieci anni. La Wild Atlantic Way costeggia altissime scogliere e spiagge nascoste, attraversa vivaci villaggi e cittadine e permette di venire in contatto con le antiche tradizioni gaeliche e con la gente locale famosa per la sua incredibile accoglienza.

 

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Ruanda: un viaggio da fare almeno una volta nella vita

L’Africa è un luogo dalle infinite meraviglie, dove la natura è ancora selvaggia e le città ricche di bellissime sorprese: ormai da anni molti turisti la scelgono per un viaggio avventuroso alla scoperta di panorami unici al mondo. Una delle mete emergenti è il Ruanda, chiamato anche la “terra delle mille colline” per i suoi paesaggi incantevoli. Sono ormai lontani i tempi in cui da questo posto così incredibile giungevano solo terribili notizie, mentre il Paese stava affrontando una delle più gravi emergenze umanitarie di sempre. Oggi tutto è cambiato, andiamo a scoprire quali sono le tappe imperdibili per conoscere meglio questi luoghi magici.

Ruanda, una terra ricca di emozioni

Solo una manciata di anni fa, pensare di esplorare una terra ricca di fascino come il Ruanda sembrava impossibile. Era il 1994 quando il Paese, reduce da una lunga guerra civile che aveva messo a dura prova la popolazione, venne scosso da un genocidio di portata enorme, che causò probabilmente oltre un milione di vittime. Eppure, una lenta ma inesorabile ripresa ha condotto la Nazione ad una rinascita che oggi merita di essere celebrata: la sua radicale trasformazione è visibile nei suoi paesaggi naturali e nei suoi pittoreschi villaggi, nelle tradizioni e nella cultura, negli occhi degli abitanti che ci accolgono con calore.

Cosa vedere, dunque, in un viaggio in Ruanda? La prima tappa non può che essere Kigali, la sua capitale: è una città piccola, ma dal fascino sorprendente. Cuore economico e culturale del Paese, si è sviluppato attorno al distretto finanziario e ha pian piano invaso le colline circostanti, in un dedalo di casette e imponenti palazzi che si stagliano contro il cielo. Qui si può visitare il Memoriale del Genocidio, un monumento storico che ospita i resti di oltre 250mila vittime, inaugurato nel 2004. E per immergersi completamente nell’atmosfera più autentica del Paese, non resta poi che sbirciare tra le tante bancarelle del mercato locale, un vero tripudio di colori e di profumi.

Cosa vedere in Ruanda

Un luogo davvero speciale è Nyanza, un tempo villaggio di grande importanza: qui venne stabilita la capitale del regno di Ruanda, e la più bella testimonianza di quel periodo è il King’s Palace Museum, ospitato all’interno dell’antico Palazzo Reale. A non molta distanza, si può anche visitare il Museo Etnografico di Huye, il quale accoglie un’ampia collezione di manufatti artistici e archeologici per comprendere meglio la cultura e le tradizioni ruandesi. Ma il vero spettacolo di questo Paese è la sua natura incontaminata.

Il Parco Nazionale dell’Akagera, situato nella parte nord-orientale del Ruanda, al confine con la Tanzania, è una vasta area protetta caratterizzata da paesaggi d’acqua meravigliosi (qui si trovano alcuni splendidi laghi, tra cui il Shakani) e da habitat molto diversi tra loro, come l’ampia pianura alluvionale e le numerose zone montuose. Questo è il luogo ideale per un safari alla scoperta dei Big 5, i cinque grandi animali della savana africana. È invece all’interno del Parco Nazionale di Nyungwe che è racchiusa una meravigliosa foresta pluviale, dove poter osservare elefanti, scimpanzé e una sconfinata varierà di uccelli. Tantissimi sentieri adatti ad un trekking avventuroso ci condurranno alla scoperta di un ambiente unico al mondo.

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Viaggio in uno dei luoghi più sorprendenti ma pericolosi al mondo

Un Paese splendido, in grado di far innamorare chiunque vi ci metta piede, un luogo che riesce a far battere davvero il cuore e che sa conquistare l’anima con la sua bellezza e cultura: il Nepal. Una destinazione che, però, nasconde anche un lato oscuro che, se si decide di organizzare un viaggio, si deve necessariamente sapere: per alcuni aspetti è una delle mete più pericolose del mondo.

Si tratta di un piccolo Stato arroccato sulle montagne dell’Himalaya dove c’è tanta natura, ma anche storia, cultura, persone accoglienti, tradizioni molto folkloristiche e alcune cose a cui è necessario prestare attenzione.

Perché il Nepal è considerato un Paese pericoloso

Solo qualche mese fa in Nepal si è schiantato un volo con a bordo 72 persone e, purtroppo, non è una novità. Secondo i media indiani, da queste parti si sono registrati 67 incidenti aerei negli ultimi 60 anni: in proporzione ai movimenti aerei mostra un tasso di incidenti ben più alto della media mondiale

Se da un lato questo Paese vanta uno degli aeroporti più suggestivi del mondo, il Tenzing-Hillary di Lukla, che si trova a 2.845 metri sul livello del mare, dall’altra è anche uno dei più pericolosi di tutto il nostro pianeta: ha una sola pista d’asfalto dove atterrare e decollare lunga appena 527 metri, delimitata da una parete rocciosa da una parte e una sorta di strapiombo dall’altra.

Tenzing-Hillary di Lukla nepal

Fonte: iStock – Ph: Olga_Gavrilova

La pista del Tenzing-Hillary di Lukla

Ma la pericolosità dei voli in Nepal non riguarda solo il suo aeroporto. Il Paese ha una topografia ostile con montagne maestose e un clima capriccioso, condizioni che rendono un volo impegnativo. Secondo il rapporto delle autorità locali, dal 2009 al 2018 due terzi degli incidenti si sono verificati durante la fase di crociera o in atterraggio.

E a sorprendere particolarmente è che quasi metà delle vittime c’è stata durante la crociera, a conferma del fatto che quella che è nel mondo la fase con meno problemi in Nepal è la più mortale. Una volta arrivati all’aeroporto di Kathmandu con collegamenti internazionali le persone s’imbarcano su velivoli più piccoli di compagnie locali per raggiungere le varie zone tra le vette più alte del mondo. E lì, purtroppo, le norme di sicurezza non sono le stesse dei Paesi occidentali.

Infine, è importante sapere che la Commissione europea ha inserito circa 20 compagnie aeree nepalesi nella liste dei vettori che, per ragioni di sicurezza, non possono solcare i cieli comunitari. L’elenco completo lo trovate in questo pezzo.

Ma quindi è sicuro viaggiare in Nepal?

A livello generale viaggiare in Nepal, in quanto si arriva con voli internazionali, è sicuro: basta avere un atteggiamento di massima cautela ed evitare luoghi di manifestazioni e assembramenti. Anzi, i suoi tassi di criminalità non sono molto alti ed è pieno di persone amichevoli.

Tuttavia, durante la fase di organizzazione c’è da tenere a mente alcune cose. Come vi abbiamo accennato, il trasporto locale nel Paese è altamente rischioso. Ciò vuol dire che sarebbe opportuno, almeno al giorno d’oggi, evitare di raggiungere le colline o le montagne del Nepal in autobus o in aereo poiché è centinaia di volte più insidioso che viaggiare altrove.

Un problema molto comune è anche il borseggio e il furto di borse. Per questo motivo è necessario avere una soglia di attenzione più alta per quanto riguarda i propri oggetti e documenti. Da non sottovalutare, inoltre, è il rischio di catastrofi naturali in quanto purtroppo il Nepal è soggetto a molti di essi come inondazioni, smottamenti, incendi, epidemie, terremoti, valanghe, tempeste di vento e siccità. Infine, come in tutti i luoghi del mondo, anche in Nepal c’è il rischio di essere truffati.

In sostanza, quindi, il Nepal è sicuro da visitare ed è noto per i suoi abitanti estremamente amichevoli e ospitali, ma bisogna fare moltissima attenzione, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti interni.

Cosa vedere in Nepal

Il Nepal è un Paese dalla cultura antichissima, un posto fantastico in cui immergersi completamente e vivere esperienze indimenticabili ed uniche. Imperdibile, per esempio, è la sua vibrante e colorata Capitale: Kathmandu. Una città moderna ma anche custode di antiche tradizioni delle culture buddista e induista.

Un luogo che offre una vastissima scelta di meraviglie da scoprire, oltre che un’atmosfera capace di rapire per la sua forte spiritualità. Tappa obbligata è l’affascinante tempio di Swayambhu con i suoi oltre 300 scalini in pietra che permettono di godere di uno dei panorami più suggestivi della Capitale.

Kathmandu nepal

Fonte: iStock – Ph: miroslav_1

Veduta di Kathmandu

Il sogno di molti è quello di scalare il monte più alto del globo che si trova proprio qui: l’Everest. Si può fare esclusivamente con una buonissima dose di preparazione e con guide del posto, ma la buona notizia è che chi non ha esperienza di scalata può comunque fare un trekking nelle zone più accessibili, un’avventura che può essere vissuta solo in Nepal.

Vale la pena fare un salto anche a Bhaktapur che consente di fare un viaggio indietro nel tempo, una vera e propria oasi di pace dove gli abitanti vivono secondo regole che si perdono in epoche passate. Definita la “città del riso”, sembra il set di un magnifico film.

Gli amanti della natura non possono perdere il Parco Nazionale Chitwan, il più antico del Nepal, dove vivono molte specie in via di estinzione come la tigre del Bengala o il rinoceronte asiatico. Da queste parti potrete fare un safari e visitare i vari villaggi tipici per immergervi completamente nella cultura locale.

Molto bella anche Pokhara, chiamata anche la “città del laghi”, da dove partono molti percorsi di trekking oltre che tour in barca per navigare i laghi che circondano la zona. Particolarmente sorprendente è l’alba sul massiccio dell’Annapurna, un evento che attira ogni giorno decine di turisti.

Infine – ma le meraviglie del Nepal non sono certo finite qui – vi consigliamo di fare un salto presso il Giardino Lumbini, il luogo che ha dato i natali a Siddhartha Gautama, Buddha. Ciò vuol dire che questo è il punto in cui la storia del buddismo ha avuto inizio. Un villaggio che nasconde molti tesori archeologici inerenti alla storica nascita del Buddha e che richiama pellegrini e visitatori da ogni angolo del nostro pianeta. Non a caso l’aria che si respira ha un qualcosa di mistico ed è profondamente spirituale.

everest nepal

Fonte: iStock

Il monte Everest
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Viaggi: l’Europa rischia un’altra estate di caos

Quella che ci siamo lasciati alle spalle, ovvero l’estate 2022, è stata una stagione di caos per quanto riguarda gli aeroporti e i viaggi in aereo. Una situazione che tutti speravamo non si sarebbe mai più ripetuta, ma purtroppo sembra che anche nel 2023 l’incubo potrebbe replicarsi.

Cosa dice l’analisi

Stando a quanto riportato dal Corriere delle Sera che ha effettuato un’analisi sui numeri rilasciati da Airlines Data Inc, le compagnie aeree hanno già tolto dalle vendite 500 voli al giorno previsti nel semestre di picco di quest’anno all’interno del nostro continente.

E purtroppo la situazione non sembra andare a migliorare: tante altre frequenze saranno eliminate nelle prossime settimane. Le lunghe code negli aeroporti stranieri, i migliaia di collegamenti cancellati e le altrettante valigie perse, tanto che il consiglio era quello di viaggiare “con il solo bagaglio a mano”, non sono questioni ancora del tutto risolte, in particolare in Regno Unito, Francia, Olanda e Germania.

Quali sono le criticità

Le compagnie, le società di gestione degli aeroporti, i controllori del traffico aereo, le aziende di handling e le polizie di frontiera di mezza Europa sostengono di essere pronti a gestire un flusso record previsto per l’estate prossima. Ma, contemporaneamente, sembrano intervenire al fine di ridurre i danni: lo scalo di Amsterdam, dove le code sono lunghissime e addirittura è richiesto di non presentarsi più al terminal ma procedere direttamente al check in online, ha domandato ai vettori di tagliare del 5% i voli di maggio, in particolare quelli della mattina. Ma non solo: ha anche fissato in 66 mila il numero massimo di viaggiatori giornalieri in partenza quel mese.

Non è da meno Londra Heathrow, uno degli scali più problematici dell’estate del 2022, che vieterà alle aviolinee di aggiungere ulteriori frequenze durante l’estate.

Anche Francoforte non se la passa bene: l’aeroporto ancora è a corto di personale e inoltre spingono Lufthansa a cancellare diversi voli nei prossimi mesi.

Contemporaneamente Eurocontrol, l’agenzia europea che gestisce il traffico aereo, avverte che ci potrebbero essere disagi sia perché in alcune zone i controllori di volo sono pochi — come in Germania e Francia — sia per il rischio di scioperi, sia per i sorvoli record che si attendono e per la chiusura dei cieli russi che costringe a rivedere le rotte.

La situazione attuale

In questo momento, e soprattutto nell’ultima settimana, i vettori europei hanno rimosso dai canali di vendita oltre 90 mila voli programmati nel periodo aprile-settembre.

Tradotto in percentuale è il 2,6% in meno sul totale dei decolli previsti. E no, anche se sembra una cifra irrisoria, si tratta in realtà di un valore che è ben al di sopra della media storica e in linea con le cancellazioni iniziate lo scorso anno a marzo e proseguite fino a ottobre. E anche per quest’anno le aree più colpite sembrerebbero essere le stesse dell’estate 2022: Regno Unito, Francia, Olanda e Germania.

Come si può leggere sul Corriere della Sera, gli addetti ai lavori hanno fatto sapere che almeno altri 100 mila voli programmati nel periodo giugno-settembre sono a rischio poiché dovrebbero venir cancellate le frequenze che potrebbero creare difficoltà alla puntualità.

L’allarme è soprattutto per i mesi di giugno e luglio: nello stesso periodo del 2022  i gruppi Air France-Klm e Lufthansa, l’holding Iag, easyJet e le low cost Ryanair e WizzAir — hanno cancellato il 2,83% (giugno) e l’1,83% (luglio) dei voli. Un record che, secondo le previsioni, dovrebbe restare tale.

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Viaggio a Cogne, una vera perla tra le Alpi

È un’autentica perla delle Alpi incastonata nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, meta perfetta per una rigenerante vacanza invernale in Valle d’Aosta: ecco Cogne, a 1544 metri di altitudine, affacciata su una delle praterie montane più vaste d’Europa, il prato di Sant’Orso.

Meta turistica molto gettonata ma sempre tranquilla e accogliente, ha sviluppato nel tempo un’offerta turistica ampia e variegata, nel pieno rispetto del suo favoloso patrimonio naturalistico e paesaggistico.

Cogne, la vacanza sulla neve che rende tutti felici

In versione ancora invernale, la porta d’accesso al Parco del Gran Paradiso propone molteplici spunti per vivere momenti preziosi ed esperienze indimenticabili all’aria aperta: punti di interesse da visitare, nuovi piatti da assaggiare, l’artigianato locale da ammirare passeggiando per le vie del centro storico e l’immancabile sci grazie alle svariate decine di chilometri e anelli (a Cogne e nelle frazioni di Valnontey e Lillaz) con differenti livelli di difficoltà apprezzati sia dai principianti che dagli esperti con, in più, la sorprendente opportunità di scorgere gli animali del Parco in libertà, durante la loro discesa a valle in cerca di cibo.

I punti salienti da non perdere

Ma quali sono i punti di maggior interesse da vivere durante una vacanza invernale a Cogne?

Senza dubbio, la Valnontey, tra le zone più apprezzate della Valle, dove respirare appieno l’atmosfera “selvaggia” del Parco: qui radure e boschetti si alternano e consentono di avvistare e fotografare la fauna selvatica, in particolare camosci e volpi nonché uccelli di varie specie.

I più esperti, sempre con gli sci ai piedi, ma dotati di pelli di foca, potranno cimentarsi ad affrontare entusiasmanti escursioni di sci alpinismo seguendo gli itinerari nelle valli e tra i ghiacciai, magari insieme alle guide locali.
Da non perdere, a questo proposito, il ghiacciaio del Grand Sertz a 3552 metri di altezza.

Ancora, un’altra possibilità per scoprire la magnifica Valle di Cogne con le Guide Alpine è fare cramponnage con i ramponi ai piedi e percorrere piccole e suggestive gole incassate tra torrenti, ruscelli ghiacciati e rocce, in completa sicurezza.
La meta top? Le gole di Moline, magnifico spettacolo di colate di ghiaccio.

Chi, invece, desidera camminare e immergersi nel silenzio dei boschi con ramponcini o ciaspole, sono innumerevoli i tracciati ben segnati: davvero imperdibile è il bosco incantato di Sylvenoire, con curve e saliscendi al cospetto di molteplici forme create da piante, cristalli e sassi.

Inoltre, chi preferisce ammirare il paesaggio in tutta comodità, può inoltrarsi a Valnontey nel Parco Nazionale su una suggestiva slitta trainata dai cavalli, lungo un percorso affiancato da alberi o in valle aperta, e che attraversa il torrente su ponticelli di legno, giocando a chi avvista il maggior numero di camosci.

Infine, per i più piccoli, tappa obbligata è lo snow park in centro paese, dotato di tapis-roulant e gommoni colorati e affiancato dalla pista di pattinaggio.

Le attività per vivere Cogne

Non esiste la noia a Cogne grazie all’interessante calendario settimanale di attività outdoor proposte stagionalmente dal Consorzio Operatori Turistici della Valle di Cogne.

Ogni lunedì giornate sugli sci stretti, ogni martedì cramponage e, al venerdì, la possibilità di pedalare sulla neve, per conquistare sentieri innevati in sella a una e-bike, su tracciati semplici, alla portata di tutti.

Non mancano diverse soluzioni per ciaspolate/passeggiate sulla neve e la scoperta del passato minerario di Cogne nel nuovo Museo del Parco Minerario presso il Villaggio Minatori in cui ritrovarsi catapultati nella vita che conducevano i minatori nei vari momenti della loro giornata.

Una vacanza a Cogne è anche una festa per il palato, grazie ai numerosi locali tipici dove assaggiare succulenti piatti tradizionali, come la Seupetta de Cogne a base di pane fritto nel burro, riso cotto nel brodo e fontina, il tutto passato al forno; la Favò, tipica pasta con le fave, o la Crema di Cogne, dessert con cioccolato e panna, in cui intingere le Tegole, deliziosi biscotti fatti a cialde croccanti, sottili e dolci.

Gustoso anche un aperitivo a base di mocetta e formaggi come la Fontina DOP, accompagnati dai migliori vini di produttori locali e cantine vitivinicole della Valle.

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In crociera come veri esploratori: il nuovo trend dei viaggi di lusso

L’impresa epica della nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” che ha navigato in un punto dell’Antartide mai raggiunto prima, il più a Sud mai dove una nave è arrivata, stabilendo un vero e proprio record mondiale, ha fatto il giro del mondo. E sono sempre più numerosi coloro che sognano un’avventura di questo tipo.

Se quanto intrapreso dai ricercatori del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA) a bordo della nostra rompighiaccio è stata una spedizione di ricerca riservata a tecnici ed esperti, esistono crociere nei freddi mari del Sud più alla portata di tutti.

Spedizioni polari per tutti

È il caso della nave Le Commandant Charcot della compagnia Ponant, che qualche mese fa ha inaugurato la prima spedizione polare con un’imbarcazione ibrida-elettrica alimentata a Gas naturale liquefatto (Gnl). A scopo scientifico e di ricerca, la compagnia ha così realizzato la prima nave da crociera in grado di ospitare team di studiosi creando spazi lavorativi e laboratori direttamente a bordo.

Siamo giunti agli albori dei viaggi esplorativi anche per i semplici viaggiatori, insomma. Questi tipi di crociere non sono viaggi adatti a tutti, intendiamoci. Ci vuole parecchio spirito di adattamento, e bisogna anche avere un certo budget a disposizione.

Per moderni esploratori

Iniziamo col dire che le navi che solcano i mari ghiacciati non sono enormi. Devono per forza essere imbarcazioni di piccole-medie dimensioni per potersi insinuare in strette gole e in luoghi impervi. Per questo motivo anche le cabine a bordo non sono molte. Si va nell’ordine delle centinaia.

Non sono neppure navi studiate per il divertimento dei passeggeri, quindi niente toboga, giochi d’acqua, discoteche, teatri e neppure casinò. Tutto è ridotto all’essenziale. Quindi, a bordo, c’è sicuramente un ristornate, una sala che può essere usata per tenere conferenze tematiche o come ritrovo per i passeggeri. Qualcuna ha una piscina e una piccola area relax, ma non è detto. Sicuramente si può trascorrere il tempo libero su un grande ponte panoramico e godersi lo spettacolo della natura, il motivo per cui si fa questa particolare crociera. Chi decide di prendere parte a una spedizione ha altri interessi, tutti incentrati su ciò che si vedrà durante la crociera.

Chi organizza spedizioni alla portata di tutti

Sono diverse le compagnie di navigazione che oggi consentono, a pochi e fortunati passeggeri, di prendere parte a una crociera come veri esploratori, navigando tra iceberg e pinguini, tra ghiacciai perenni e paesaggi rimasti ancora incontaminati.

Una delle compagnie di navigazione specializzate in crociere tra i ghiacci è Australis che ha due navi, la Stella Australis e la Ventus Australis, che partono tra settembre e aprile per crociere di quattro oppure otto notti. Le sue crociere di svolgono tra i fiordi, i canali e i ghiacciai più isolati del Parco Nazionale della Terra del Fuoco in Patagonia, tra Cile e Argentina, e sono adatte anche ai bambini (che spesso possono usufruire di tariffe agevolate se non addirittura di viaggi gratuiti).

Le navi hanno un accesso esclusivo ad alcune zone dove non arrivano altre imbarcazioni. Le guide naturalistiche e, talvolta, ospiti d’eccezione e scienziati di fama mondiale tengono lezioni, conferenze, workshop sulla glaciologia, la geografia, la storia, la flora e la fauna della Terra del Fuoco e della Patagonia durante la navigazione o dopo cena, per intrattenere gli ospiti. Le giornate, invece, si trascorrono tra emozionanti escursioni, organizzate in piccoli gruppi. Queste crociere costano intorno ai 3000 euro.

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Fonte: 123rf

Colonie di foche e di pinguini in Patagonia

Un’altra compagnia è la Seabourn, che organizza crociere nell’Artico e in Antartide. Le cabine delle sue navi, la Seabourn Venture e la Seabourn Pursuit, studiate appositamente per effettuare spedizioni (a bordo hanno perfino un sottomarino), sono più lussuose, ma lo scopo del viaggio non è fare una crociera di lusso bensì un’esperienza da veri esploratori.

Ecco allora che le attività che vengono organizzate sono passeggiate sul ghiaccio per avvistare gli orsi polari e le colonie di foche e di pinguini, pagaiare su un kayak tra i ghiacci e gli iceberg per vedere le balene. E, la sera, chi lo desidera, può ascoltare i racconti degli esperti sulla vita di questi luoghi rimasti intatti finora (speriamo ancora per molto) o godersi un cielo stellato o il Sole di mezzanotte – a seconda del periodo in cui si parte – dal ponte della nave. Una crociera di questo tipo costa intorno ai 4000 euro a persona.

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Fonte: 123rf

Fare kayak tra gli iceberg

Un trend da non farsi sfuggire

Anche le grosse compagnie di crociera, però, quelle più commerciali, si stanno muovendo in questo ambito, avendo intravisto un nuovo trend di viaggio che appassiona sempre più viaggiatori.

È così che società come MSC Crociere stanno iniziando a offrire esperienze verso nuove e insolite mete, come la Groenlandia, per esempio. Già quest’estate partirà infatti la prima crociera di MSC verso uno dei luoghi più remoti e incredibili d’Europa. La nave Poesia navigherà tra i mari ghiacciati del Nord Europa, attraversando uno dei punti più mozzafiato che si possano visitare: il Prins Christian Sund, uno stretto lungo circa 100 km chiamato anche “l’autostrada degli iceberg”. Qui, tra imponenti ghiacciai, montagne alte fino a mille metri, scogliere di granito, cascate, iceberg e fiordi, si potrà fare un viaggio a dir poco epico, e a prezzi molto più contenuti, circa 3000 euro a persona.

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Fonte: @MSC Crociere

Lo stretto di Prins Christian Sund in Groenlandia
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“Lolita Lobosco”: boom di turisti sui luoghi della fiction Tv

Quanto può contribuire allo sviluppo turistico di un luogo il fatto di essere mostrato al cinema o in Tv raggiungendo così un ampio pubblico lo dimostra il fatto che, secondo gli ultimi dati comunicati in occasione dell’ultima Borsa italiana del turismo che si è svolta a Milano, il 60% degli italiani sceglie la meta della propria vacanza dopo averla vista in un film, una fiction o una serie televisiva.

E il fatto che la città di Bari, location dove sono state girate le due stagioni della fiction con Luisa Ranieri “Le indagini di Lolita Lobosco” (la seconda si è appena conclusa su RAI1) sia stata presa d’assalto dai turisti desiderosi di prendere parte ai tour organizzati sui luoghi del celebre vicequestore ne è un’ulteriore conferma.

I nuovi tour guidati

Il tour guidato dura mezza giornata e porta i visitatori tra i vicoli di Bari Vecchia, sul lungomare e a scoprire di persona tutti i set resi celebri dalla fiction Tv, dalla casa dove vive Lolita o quella dove abita la madre alla Questura dove lavora fino alle scene dei crimini che deve risolvere.

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Fonte: ANSA

La casa della madre di Lolita Lobosco a Bari Vecchia

La Federazione Guide e Accompagnatori Turistici di Confcommercio Bari-Bat da deciso di organizzare tour guidati che partono da piazza del Ferrarese dove si trova l’Infopoint turistico portando i cineturisti alla scoperta dei luoghi più affascinanti dove è stata Lolita Lobosco.

Un ottimo modo per far visitare Bari anche in bassa stagione e attirare turisti, per il momento più che altro nazionali, ma un domani anche da ogni parte del mondo. Un po’ come è già accaduto in Sicilia dove, da anni ormai, si organizzano tour tutto l’anno sui luoghi del famoso Commissario Montalbano.

Le location della fiction

Con una guida, il tour delle location di Lolita Lobosco è sicuramente spiegato meglio, ma chi desidera visitare i luoghi visti in Tv può farlo anche in autonomia. Ecco quali sono le principali location.

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Fonte: iStock – Ph: e55evu

Il lungomare di Bari

Centralissima è l’abitazione di Lolita, all’ultimo piano di una bella palazzina in piazza dell’Odegitria, nella Bari Vecchia, dove sorge la Cattedrale romanica, proprio di fronte allo storico negozio di dolciumi di “Marnarid”, a due passi dal castello normanno-svevo. La vista dal suo terrazzino è mozzafiato.

Se l’edificio usato per la Questura di trova in realtà a Monopoli e non a Bari, per gli interni come set è stato scelto il Palazzo della Città metropolitana di Bari, sul lungomare Nazario Sauro, edificato in stile eclettico negli Anni ’30. Nel palazzo è ospitata la Pinacoteca.

Ed è proprio sul lungomare che Lolita ama fare jogging. Una passeggiata non deve quindi mancare, da qui si può ammirare la città in tutta la sua luce e la sua bellezza. Lolita lo percorre costeggiando alcuni luoghi simbolo della città, sia correndo sia a bordo della sua Bianchina rossa o di un’Ape Car, guidata da un vecchio amico di suo padre che fa il fruttivendolo.

Si scorgono così l’Albergo delle Nazioni, il Palazzo della Città metropolitana, quello della Terza Regione Aera, la Caserma Bergia dei Carabinieri, il Fortino e il Molo Sant’Antonio, il Barion, il Teatro Margherita, la Muraglia, la Fiera del Levante, Il Ponte Adriatico e la spiaggia detta “Pane e pomodoro“, dove di tanto in tanto Lolita si ferma a pensare ai casi da risolvere.

Le location fuori Bari

Ma ci sono luoghi usati come set per “Le indagini di Lolita Lobosco” che sono anche fuori città. Come la Questura, appunto. Gli esterni e il cortile interno sono quelli di Palazzo Palmieri, nel centro storico di Monopoli, un bellissimo esempio di Barocco di fine ‘700, che fa da cornice all’omonima piazza. L’ultimo esponente della famiglia Palmieri, il marchese Francesco Saverio, scomparso nel 1921, nominò erede universale la Congregazione di Carità e dispose che nel suo palazzo fossero ospitati un asilo e una scuola d’arti e mestieri. Oggi è chiuso al pubblico e viene utilizzato solo in rare occasioni per eventi e manifestazioni culturali.

Chi volesse può visitare l’Abbazia di San Vito Martire alle porte di Polignano a Mare, visto nel terzo episodio della prima stagione intitolato “Spaghetti all’assassina”, un edificio dall’architettura incredibilmente affascinante che ha sicuramente colpito lo sguardo del telespettatore.

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Fonte: Wikimedia Commons – Facquis

L’Abbazia di San Vito Martire a Polignano Mare