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Bloomsbury, il quartiere londinese amato da Virginia Woolf

Se avete in programma un viaggio a Londra, non perdete di visitare il quartiere di Bloomsbury. Si trova in centro e fa parte del borgo di Camden.

È uno dei quartieri londinesi più storici, amatissimo da Virginia Woolf che, insieme ad altri intellettuali, fondò il Bloomsbury Group di cui restano ancora oggi delle tracce, ma anche di Charles Dickens e di Darwin.

Il quartiere storico di Bloomsbury

Bloomsbury era il nome dal proprietario terriero di origini normanne William de Blemund, che acquistò questa zona nel 1201. Fino alla metà del XVII secolo, rimase in gran parte agricola, ma dopo il 1660, il conte di Southampton costruì quella che sarebbe diventata l’attuale Bloomsbury Square, al centro della quale oggi si trova un bellissimo giardino frequentato dalla Londra “bene”.

Questa piazza è stata al centro di molte vicende storiche e letterarie e ha tante storie da raccontare. Ancora oggi affacciata su Bloomsbury Square si trova la casa dove viveva il conte (Southampton House, poi Bedford House e oggi Bedford Place). Al civico 6 c’è l’edificio che ospitò lo scrittore Isaac D’Israeli, padre del Primo ministro britannico Benjamin Disraeli, tra il 1817 e il 1829. Al numero 17 nel 1880 venne fondata la Società Aristotelica che ancora oggi organizza convegni nelle più prestigiose università britanniche.

A oggi, poche delle case settecentesche sono sopravvissute, ma ci sono edifici dell’Ottocento e del Novecento dove un tempo si era trasferita la borghesia londinese e che oggi ospita diversi uffici.

Virginia Woolf e Bloomsbury

Da sempre, però, Bloomsbury è associato alle arti, agli studi universitari e alla medicina ed è considerato il quartiere letterario e artistico londinese. Vi hanno sede molte facoltà e strutture dell’Università di Londra. Ma soprattutto, vi si trova il British Museum (Great Russell Street), aperto al pubblico nel lontano 1759 a Montague House, nel cuore di Bloomsbury. Il museo è gratuito.

Bloomsbury è anche il quartiere delle librerie. Ce ne sono tantissime e vale la pena visitarle per respirare l’atmosfera del quartiere che ha ispirato così tanti intellettuali nel corso della storia. È in una di queste, ubicata a Lamb’s Conduit Street, che è stato ambientato il recente romanzo “Le ragazze della libreria Bloomsbury” di Natalie Jenner racconta di quanto, attraverso il microcosmo della libreria Bloomsbury, forte sia il potere dei libri e della letteratura.

Il Bloomsbury Group, un circolo ristretto a cui apparteneva Virginia Woolf nei primi anni del XX secolo era solito riunirsi nelle case private della zona. La stessa scrittrice affermò: “Tutte le persone che rispetto ed ammiro di più sono appartenute a Bloomsbury”. La Woolf incontrò il marito Leonard proprio nel Bloomsbury Group. Insieme alla sorella Vanessa, che faceva la pittrice, e a suo marito Cliff Bell, un pittore post-impressionista, e al critico d’arte Roger Fry, contribuirono a far accettare le loro idee e la loro arte in tutta la Gran Bretagna.

Se si osserva con attenzione, si possono ancora scorgere molte tracce delle vite di questi Bohémien. Le targhe blu sulle facciate degli edifici indicano i luoghi in cui vissero i membri del gruppo. Alcuni abitarono per qualche tempo nella vicina Gordon Square. Bertrand Russell – che fondò la vicina Russell Square che fa parte sempre del quartiere di Bloomsbury – visse al numero 57, Lytton Strachey al 51, Vanessa e Clive Bell, Keynes e la famiglia Woolf al numero 46. Strachey, Dora Carrington e Lydia Lopokova (moglie di Keynes) vissero per qualche tempo al numero 41 e anche Virginia e Leonard abitarono al 29 della vicina Fitzroy Square per quattro anni.

Da Dickens a Bob Marley

Molti sono stati gli artisti, studiosi e intellettuali che hanno vissuto nel quartiere di Bloomsbury. Lo scrittore Charles Dickens, autore di libri come “Le avventure di Oliver Twist”, “David Copperfield” e di molti altri classici della letteratura inglese, visse a Tavistock House, in Tavistock Square, un palazzo ancora oggi ben riconoscibile per la targa blu apposta sulla facciata. Qui scrisse alcune delle sue opere più famose. Non lontano da qui, a Doughty Street, in quella che per qualche anno fu la sua abitazione, si trova invece il Museo di Dickens, che ospita alcuni dei suoi racconti e oggetti personali.

Charles Darwin, padre della teoria dell’evoluzione, visse al numero 115 di Gower Street, a due passi da Gordon Square. Anche in questo caso una targa blu indica il luogo ai visitatori.

Il quartiere vide tra gli abitanti più recenti anche Bob Marley, padre della musica reggae, che nel 1972 visse nell’appartamento di una palazzina in stile vittoriano al 34 di Ridgmount Gardens a Bloomsbury per circa sei mesi (venduto nel 2021 per 2 milioni di euro), prima di trasferirsi nella casa definitiva al 42 di Oakley Street a Chelsea. Ma questo è un altro viaggio.

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L’Arabia Saudita è la nuova meta low cost

Se l’Arabia Saudita è da qualche anno una delle mete più ambite, ora che sta per diventare anche low cost sarà presa letteralmente d’assalto dai turisti. Wizz Air ha inaugurato il primo volo per Jeddah, in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, che va ad aggiungersi ai voli che la compagnia già opera da qualche mese da Milano a Jeddah e da Roma a Riyadh.

La nuova rotta sarà attiva tutto l’anno e servita da voli bisettimanali. Ma la notizia più interessante è che i prezzi dei biglietti partono da 49,99 euro. I nuovi operativi daranno un forte impulso al settore turistico saudita, che sta crescendo a vista d’occhio, contribuendo al programma chiamato “Vision 2030”, che prevede di triplicare il traffico di arrivi nel Paese entro il 2030.

Perché fare un viaggio in Arabia Saudita

L’Arabia Saudita è una terra ricca di storia e di cultura, di bellezze naturali e di luoghi ancora incontaminati. Ma è anche un Paese che sta evolvendo velocemente e sono tantissimi i progetti futuristici in fase di realizzazione. È il sogno di molti, ma finora è stata poco accessibile ai turisti.

Una terra antica

Tra i luoghi più iconici c’è il sito di AlUla, monumenti di straordinaria bellezza che affiorano dalla sabbia del deserto. Un museo a cielo aperto di tombe conservate, crocevia di antiche civiltà e di una storia che affonda le sue radici in tempi lontani. Hegra, oggi conosciuta come Mada’in Salih, era la principale città del regno: qui sono state costruite alcune delle più spettacolari tombe monumentali. E qualcuno l’ha già soprannominata “l’altra Petra”. Qui antico e moderno convivono alla perfezione.

Nel bel mezzo del deserto, tra dune di sabbia, rocce scolpite dal tempo e resti dell’antica civiltà si vedono spuntare installazioni ultramoderne come Maraya, un cubo di specchi realizzato nel 2017, il più grande del mondo, tanto da essere entrato nel libro dei Guinness, che riflette il paesaggio e di cui a malapena si scorge la presenza. È in realtà una sala concerti, ma che ospiterà anche eventi e spettacoli.

L’Arabia Saudita è anche la patria della Mecca, il luogo di nascita del Profeta Maometto e, da sempre, meta di pellegrinaggio anche tra i turisti di religione musulmana, visto che, secondo quanto scritto nel Corano, ogni fedele ha il dovere religioso di visitarla almeno una volta nella vita. Nel periodo di Ramadan sono milioni le persone che si recano nella città più sacra dell’Islam.

Una terra ultramoderna

Come anticipato, l’Arabia Saudita è in grande espansione e sono tanti i nuovi e avveniristici progetti che stanno nascendo e che la rendono una meta incredibilmente desiderabile. Uno degli edifici altrettanto iconici del Paese sta per sorgere nella Capitale Riyadh.

Mukaab sarà un grattacielo a forma di cubo dall’inconfondibile design mediorientale grande quanto 20 Empire State Building, ispirato all’architettura Najdi, quella delle tribù beduine che vivono nel deserto. Sorgerà nel nuovo quartiere di New Murabba nella downtown cittadina. Il principe saudita Mohammad bin Salman bin Abdulaziz, figlio dell’attuale re, l’ha definita “la più grande e moderna downtown del mondo”.

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Fonte: @pif.gov.sa

L’edificio New Murabb a Riyadh, in Arabia Saudita

Natura incontaninata

Il deserto saudita di Rub’al-Khali è tra i più grandi deserti di sabbia al mondo e ricopre la parte più meridionale della Penisola araba che, oltre all’Arabia, comprende anche il sultanato dell’Oman e gli Emirati Arabi Uniti. Ma le dune di sabbia non sono l’unico deserto, c’è anche quello roccioso.

Tabuk è considerata la porta settentrionale della Penisola arabica. Secondo la tradizione, Maometto trascorse tra queste vallate a dir poco spettacolari dieci giorni durante il nono anno dell’Egira. Da non perdere, il Wadi Disah, un canyon di roccia rossa nella quale è cresciuta una rigogliosa oasi ricca di palme.

Questo eccezionale Paese pullula di luoghi isolati e poco conosciuti. Uno di questi è il cratere Al Wahbah, uno dei crateri vulcanici più grandi del pianeta, con pareti alte fino a 250 metri e un diametro di 2 km. Tra i luoghi da vedere assolutamente in Arabia Saudita c’è anche Jebel Fihrayn meglio conosciuto come The Edge of the World. Il soprannome “confine del mondo” è stato creato per sottolineare l’incredibile paesaggio che si può ammirare e che dà la sensazione di essere davvero su un altro Pianeta.

The Edge of the World arabia saudita

Fonte: iStock

The Edge of the World in Arabia Saudita

Il Mar Rosso saudita

Un viaggio in Arabia Saudita non può di certo prescindere da una sosta al mare tra le Isole di Farasan. Situate a circa 50 chilometri dalla costa, al largo della città di Jizan, si tratta di un arcipelago che comprende oltre un centinaio di isole, accarezzate dalle acque limpide e ricche di coralli del Mar Rosso.

E proprio lungo la costa saudita, a Nord di Jeddah, sta sorgendo una nuova meta mare che è destinata a diventare la più cool dei prossimi anni. Il progetto si chiama The Red Sea e si potrà andare a breve grazie a un nuovo aeroporto internazionale che sarà inaugurato nei prossimi mesi. Sarà la più grande destinazione turistica del mondo completamente alimentata da energie rinnovabili ma il cui obiettivo principale sarà anche la rigenerazione ambientale, attraverso un impatto positivo sul territorio, sulla società e sull’economia.

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Fonte: @The Red Sea

Sul Mar Rosso saudita sorgerà uno degli hotel di lusso, il Ritz-Carlton Reserve

Sarà un progetto enorme: 28mila km quadrati che comprenderanno un arcipelago di 90 isole (22 delle quali ospiteranno i 50 resort che sono in fase di realizzazione, mentre nove sono state identificate come riserve naturali), una delle più grandi barriere coralline del mondo con tartarughe marine, delfini coralli, vulcani spenti, un meraviglioso deserto di dune dorate, canyon e montagne e persino dei siti storici. Siete pronti a partire?

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Viaggio a Tràng An, il complesso paesaggistico patrimonio Unesco

Un patrimonio mondiale dell’umanità che emoziona anche solo a immaginarselo. Situato alla sponda meridionale del delta del fiume Rosso, regione immensa del Vietnam, il complesso paesaggistico di Tràng An è uno spettacolo di picchi carsici calcarei e valli, molte delle quali parzialmente sommerse e circondate da ripide scogliere quasi verticali. Ciò che lo rende straordinario non è soltanto lo scenario che strega lo sguardo, al punto da far fatica a distinguere la realtà dalla fantasia, ma anche la storia che l’attraversa e che fa di questi luoghi un regno di scoperte uniche: basti pensare che vi sono presenti tracce di insediamenti umani risalenti ad almeno 30.000 anni fa.

L’antichissima e affascinante storia di Tràng An

Dove ci troviamo esattamente? L’area di pregio paesaggistico di Tràng An, patrimonio Unesco, è situata presso Ninh Bình, città capitale dell’omonima provincia nella regione del delta del fiume Rosso, nel Vietnam settentrionale, a poco meno di 100 chilometri a sud di Hanoi (ecco nove cose da fare quando ci andrete).

L’esplorazione di grotte a diverse altitudini ha rivelato tracce dell’attività umana per oltre 30.000 anni. Ci sono prove che dimostrano come i primi gruppi di cacciatori e agricoltori si siano adattati ai cambiamenti del paesaggio e a quelli climatici più estremi della storia recente del pianeta. Si può intuire come si siano sviluppate le abitudini delle popolazioni locali nei secoli grazie alla presenza di trenta siti archeologici disseminati nell’area, a pitture rupestri e a una incredibile varietà di strumenti in pietra primitivi.

Non sono solo le grotte e i loro tesori antichissimi a regalarci un viaggio indietro nel tempo. La storia millenaria dell’interazione tra esseri umani e natura selvaggia è racchiusa nelle pagode, nei templi e nei villaggi, ma soprattutto nei resti della città di Hoa Lu, la prima capitale del Vietnam indipendente, dopo i precedenti mille anni di dominazione cinese, stabilita strategicamente qui nel X e XI secolo d.C. A dimostrazione di come Tràng An abbia svolto un ruolo centrale nella storia politica della regione. Hoa Lu fu la capitale per 41 anni, fino al 1010, quando prese il suo posto come centro del potere politico la Cittadella imperiale di Thang Long, sede della corte reale fino al 1810. In seguito, la dinastia Trần trasformò quest’area in un centro religioso ed educativo dei membri reali e, da allora, è stata la culla della cultura e del buddismo del Vietnam fino ai giorni nostri.

Un paesaggio eccezionale che strega chiunque

Tràng An è di importanza mondiale per il suo paesaggio tropicale a dir poco eccezionale, con una varietà di coni e torri carsiche e un intricato sistema di corsi d’acqua sotterranei, alcuni dei quali navigabili. Le montagne spettacolari, le grotte segrete e i luoghi sacri di questo patrimonio paesaggistico e culturale creano uno scenario di una calma e bellezza surreali, tanto da ispirare le persone che lo hanno abitato per innumerevoli generazioni.

Tutte queste caratteristiche contribuiscono a creare un’esperienza multisensoriale per il visitatore, accentuata da colori contrastanti e sempre diversi: il verde intenso delle foreste, il grigio delle rocce calcaree e delle scogliere, il blu e smeraldo delle acque e l’azzurro brillante del cielo, cui si aggiungono quelli delle aree utilizzate dall’essere umano, tra cui le risaie dalle inconfondibili tonalità verdi e gialle. I visitatori, trasportati sui sampan – le tradizionali imbarcazioni di legno del posto – condotti da guide locali, sperimentano un’intima connessione con l’ambiente naturale e un rilassante senso di serenità e sicurezza. Semplicemente, un paradiso.

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Viaggi, la costosa Pasqua degli italiani: tutti gli aumenti

La primavera è finalmente arrivata e con i ponti dietro l’angolo, a partire dalla Pasqua, cresce sempre di più la voglia di regalarsi una vacanza o una gita fuori porta in una splendida località italiana. La notizia che rischia di smorzare un po’ gli entusiasmi riguarda però l’aumento dei costi dei viaggi tanto sognati. A cominciare dai rincari sui prezzi dei biglietti aerei. Ecco cosa dobbiamo aspettarci.

Vacanze pasquali: quanto costerà volare

Le vacanze pasquali saranno una sorta di prova generale per il turismo estivo e l’aumento dei costi dei voli indica che, quella che verrà, sarà un’estate piuttosto cara per i viaggiatori. Basti pensare che quest’anno volare ad aprile verso il Sud Italia e le grandi isole costa quasi il doppio rispetto a un anno fa. Stando a quanto emerge da un’analisi del Corriere della Sera, effettuata su diverse tratte da Nord a destinazioni del Meridione, i prezzi medi per i voli nazionali sono passati da circa 60 euro nel 2022 (andata e ritorno, extra esclusi) a 113 euro nel 2023, con un aumento dell’8% rispetto anche al periodo pre-pandemia, ossia al 2019.

L’analisi è stata condotta attraverso piattaforme specializzate sulle rotte da Milano/Roma verso Bari, Brindisi, Palermo, Catania, Cagliari, Olbia e Alghero, considerando le tariffe di tutti i vettori che offrono i voli interni. In particolare, i rincari maggiori si registrano soprattutto tra Milano e Sud o isole, con poco meno del +115% sul 2022 e +12% sul 2019, mentre da Roma alle destinazioni del Sud Italia, l’incremento è del 63% rispetto a un anno fa e del 3% rispetto al periodo pre-Covid.

Gli aumenti sui voli per chi parte da Milano

Nell’analisi del Corriere sulle singole rotte, emerge che, rispetto all’anno scorso, gli incrementi sono netti ovunque, mentre si può notare qualche calo confrontando le tariffe media di questo aprile con quelle dello stesso periodo nel 2019. I rincari per chi parte dagli aeroporti di Milano – Linate, Malpensa e Bergamo-Orio al Serio – spiccano, in particolare, sui voli verso Puglia, Sicilia e Sardegna. Nello specifico:

  • Milano-Puglia: i voli per Bari, molto apprezzata anche dagli stranieri, sono aumentati del 92% rispetto al 2022, ma sono diminuiti dell’8% rispetto al 2019. Per i voli diretti a Brindisi, l’incremento è del 111% rispetto al 2022 e del 2% sul 2019;
  • Milano-Sicilia: più significativi i rincari delle tariffe per chi viaggia dai tre scali lombardi verso quelli siciliani. Un volo per Palermo, andata/ritorno, è aumentato in media del 135% rispetto al 2022 e del 5% sul 2019. Da Milano a Catania, invece, il rincaro è del 153% rispetto all’anno prima e del 30% rispetto al periodo pre-C;vid:
  • Milano-Sardegna: per i voli tra il capoluogo lombardo e i tre aeroporti sardi, gli aumenti vanno dal +148% da/per Olbia al +74% su Alghero. I prezzi di aprile 2023 sono tutti superiori anche al 2019: +12% su Milano-Cagliari e +31% su Milano-Alghero.

Quanto costa volare da Roma verso Sud

Nella Capitale, il caro-voli è più contenuto rispetto a Milano, ma anche qui i rincari si fanno sentire per chi vuole regalarsi una vacanza nel Sud Italia e nelle isole. Ecco i rincari dagli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, evidenziati dall’analisi del Corriere:

  • Roma- Puglia: volare da Fiumicino/Ciampino verso Bari è più costoso dell’84% rispetto al 2022, ma c’è un calo del 37% sul 2019. Volare a Brindisi è, invece, più caro del 58% rispetto a un anno fa, con un calo del 6% rispetto al 2019;
  • Roma-Sicilia: i prezzi dei biglietti per Palermo sono aumentati del 40% rispetto al 2022 e segnano +9% sul 2019, mentre quelli per Catania registrano un +138% sul 2022 e +15% sul 2019;
  • Roma-Sardegna: per i collegamenti verso Cagliari gli aumenti sono del 58% sul 2022 e del 31% rispetto a quattro anni fa, mentre tra la Capitale e Olbia si registrano incrementi del 45% sul 2022 e del 12% sul 2019.

Da quest’anno, inoltre, chi viaggia dovrà fare i conti anche con l’aumento della tassa d’imbarco sul biglietto aereo previsto negli scaldi di Venezia e Napoli, e forse anche di Brindisi, una decisione che ha messo le compagnie low cost sul piede di guerra.

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Chi viaggia di più in treno in Europa? Gli italiani, lo studio

Cresce la voglia di regalarsi una vacanza, con gli italiani in testa, primi anche per l’uso del treno. Il nostro Paese presenta la più alta percentuale di viaggiatori in Europa (88%), che incrementerà o non limiterà gli spostamenti all’insegna di svago e relax nel 2023. È quanto emerge dalla terza edizione dell’Osservatorio EY Future Travel Behaviours, che analizza le abitudini di viaggio e i driver alla base delle scelte dei viaggiatori italiani ed europei. I dati permettono anche di delineare potenzialmente quali saranno i principali trend di viaggio nel futuro: scopriamoli.

Gli italiani viaggiano di più e preferiscono il treno

Tra le novità di quest’anno, l’indagine, oltre a includere l’Italia, è stata estesa anche a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Inoltre, dato l’attuale contesto, caratterizzato da tensioni geopolitiche e dal conseguente aumento generale dei prezzi, l’Osservatorio ha esaminato come le aspettative di riduzione del potere d’acquisto influenzino le scelte di viaggio.

È emerso che l’89% dei partecipanti ha in piano almeno un viaggio di vacanza nel 2023, sicuramente un miglioramento rispetto al 2022 (85%). Come detto, l’Italia presenta la più alta percentuale di viaggiatori nel Vecchio Continente, e 1 su 5 pensa di incrementare i viaggi rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, l’aereo è il mezzo più utilizzato nel Regno Unito e in Spagna, mentre in Italia si tende a preferire il treno.

Guardando all’estero, tre persone su cinque prevedono di viaggiare in Europa e circa il 20% oltre i confini europei. La meta più ambita del 2023 è la Spagna, seguita da Italia e Francia. Tra le principali motivazioni per i viaggi di vacanza viene indicato il relax (73%), il desiderio di esplorare nuovi luoghi e culture (64%) e lo stare insieme a familiari e amici (54%). Sebbene, invece, solo il 6% dei partecipanti nell’Osservatorio indichi tra le motivazioni di viaggio la scelta di combinare vacanza e lavoro (workation) nel 2023, una percentuale più significativa (36%) è potenzialmente interessata a farlo in futuro, in particolare tra le generazioni più giovani.

È stata, inoltre, rilevata una maggiore propensione al risparmio: il 66% del campione è propenso a cambiare le proprie abitudini di viaggio qualora si verificasse una riduzione del proprio potere di acquisto, con una preferenza a diminuire il numero o la durata dei viaggi piuttosto che sacrificarne la qualità e il comfort. Tuttavia, il 19% del campione non rinuncerebbe ai propri viaggi a costo di sacrificare altre voci di spesa, mentre il 15% non crede che il proprio budget si ridurrà.

Viaggi e impatto ambientale

Da test impliciti che hanno permesso di sondare in profondità gli intenti e fattori inconsci alla base delle scelte dei viaggiatori, è emerso che per circa 1 persona su 2 l’impatto ambientale è un fattore importante per le proprie scelte di viaggio, mentre 2 su 3 mostrano un atteggiamento implicito di preoccupazione verso i temi ambientali. In termini economici, 6 persone su 10 pagherebbero costi aggiuntivi per compensare le emissioni di CO2.

Se, però, si guarda ai comportamenti effettivi, emerge che i viaggiatori bilanciano la sostenibilità con altri fattori, come il prezzo e la durata complessiva. I risultati sono, ad ogni modo, incoraggianti in questo senso, e suggeriscono che in futuro la sostenibilità avrà un ruolo maggiore, trainata dalla crescente motivazione delle generazioni più giovani e dalla disponibilità di informazioni e offerte commerciali su opzioni di viaggio amiche dell’ambiente.

I nuovi trend di viaggio

La Generazione Z si afferma come la nuova generazione di viaggiatori: viaggia più della media ed è più propensa ad andare all’estero. I giovani sono più influenzati dalla sostenibilità nelle loro scelte di viaggio, desiderano maggiori informazioni su soluzioni eco-friendly e sono anche più disposti a pagare un costo extra per compensare le emissioni. Si aspettano, inoltre, esperienze digitali “one click” al momento della prenotazione e una connettività costante durante i loro spostamenti. Sono, infine, più interessati rispetto alla media a combinare lavoro e vacanza quando viaggiano e ad abbonarsi a servizi premium.

Riguardo ai servizi gratuiti maggiormente desiderati da parte dei viaggiatori, i più apprezzati sono quelli che aiutano i clienti nella gestione di ritardi e disservizi, in particolare rimborsi e bonus automatici e informazioni tempestive. Emerge come priorità anche la flessibilità nella prenotazione, in particolare la possibilità di bloccarla gratuitamente per un periodo di tempo limitato. Infine, 2 viaggiatori su 3 affermano che un importante fattore di scelta è la possibilità di personalizzare l’esperienza di viaggio.

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L’offerta low cost per i primi viaggi verso le mete calde

Torna la voglia di viaggiare verso le mete calde. E la nuova offerta Ryanair consente di volare con tariffe che partono da 29,99 euro verso le più belle mete d’Europa e non solo. La promo online è valida fino al 31 marzo per viaggiare dal 1° maggio fino al 30 giugno.

Per chi ha voglia di primo mare, si può volare in Grecia, in Spagna e fino in Israele. Per chi cerca un’esperienza in mezzo alla natura, in Irlanda, Svezia o Finlandia, la neve si sta sciogliendo, le giornate iniziano ad allungarsi e le temperature si alzano così da permettere di stare all’aria aperta e di ammirare paesaggi meravigliosi.

Primi tuffi a Corfù

Si vola da alcuni aeroporti italiani verso l’isola di Corfù, la bella isola greca affacciata sul Mar Ionio, a meno di 25 euro. Amatissima dai turisti europei per il clima mite e le spiagge da sogno, non mancano luoghi di interesse da esplorare durante una vacanza da soli, in coppia o in famiglia. Ulivi viti, agrumeti e macchia mediterranea si alternano a edifici in pietra calcarea e antiche vestigia del passato, resti dell’antica colonia fondata dai corinzi. Ce n’è per tutti i gusti.

Ma se amate la vita da spiaggia, quelle di Corfù, di scogli o sabbiose, affacciate su un mare cristallino, si aprono tra le scogliere e le calette e sono un vero paradiso. Ve ne sono di belle anche a poca distanza dalla città di Corfù, raggiungibili facilmente per chi decide di andarci anche solo per un weekend.

Al caldo di Lanzarote

Nell’isola di fuoco dell’arcipelago delle Canarie la lava incontra il mare. Il paesaggio di Lanzarote è unico ed è uno dei luoghi più belli e caratteristici della Terra. Occorre essere grandi amanti della natura per scoprire quest’isola, vulcanica perché si ha la sensazione di trovarsi in un ambiente primitivo. Non è un caso che quest’isola sia stata dichiarata dall’Unesco Riserva Mondiale della Biosfera.

Ma l’isola ha vari volti, che soddisfano tutte le esigenze del turismo balneare: dalla pianura di sabbia ai crateri delle eruzioni del 1730, dalle colline vulcaniche di La Geria ai blocchi di magma rappreso del Malpais de la Corona. L’isola più Nordorientale dell’arcipelago spagnolo ha una Riserva marina, un Parco nazionale e 12 spazi naturali protetti, un vero e proprio tesoro per tutti gli amanti della natura, del sole, del mare e dell’aria pura. Non mancano le spiagge, naturalmente, alcune sono tra le più belle dell’intero arcipelago, Playa Blanca, Papagayo, Playa de la Concha, ma venire a Lanzarote per fare solo vita di mare sarebbe un vero peccato.

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23 nuove mete italiane che quest’anno applicheranno la tassa ai turisti

Sale il numero delle destinazioni italiane in cui, da quest’anno, i turisti dovranno pagare l’imposta di soggiorno. Sono, infatti, 23 i Comuni che, per la prima volta quest’anno, istituiranno il tributo locale applicato a carico di chi soggiorna o pernotta in una struttura ricettiva di quella città. A questi, si aggiungono le amministrazioni comunali che hanno deciso di riattivare la tassa dopo averla sospesa per alcuni anni.

Le nuove mete dove si pagherà la tassa di soggiorno

Stando a quanto ha rilevato l‘Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno di JFC, nel 2023 gli incassi dell’imposta a livello nazionale dovrebbero toccare 678 milioni di euro, con un incremento del 9.5% sullo scorso anno, quando erano stati pari a 619 milioni, mentre nel 2019 si era toccata quota 622 milioni. La ricerca, pubblicata in anteprima da Ansa, evidenzia una crescita del numero delle destinazioni in cui quest’anno si pagherà l’imposta. Secondo le previsioni, i turisti pagheranno la tassa in 1.011 Comuni, oltre agli ambiti provinciali di Trento e Bolzano.

Come detto, sono 23 le nuove mete che da quest’anno applicheranno l’imposta di soggiorno ai turisti che le visiteranno, soggiornando in hotel o bed and breakfast. Tra queste ci sono Bari, Taranto, Caserta, Tarvisio, Bagnoregio, Manduria, Bagnara Calabra, Laveno Mombello, Chiusaforte, Castiglione Fiorentino, Paola, Verghereto, Garbagnate Monastero, Ovada. Per la prima volta, l’imposta sarà introdotta a Forte dei Marmi, particolarmente amata dai Vip, con validità per il periodo estivo, dopo l’istituzione avvenuta nel 2020, ma rimasta in sospeso fino a quest’anno a causa della pandemia da Covid-19. Dopo due anni di sospensione, il tributo sarà inoltre riattivato a Civitanova Marche, mentre a Bagni di Lucca si è ancora indecisi sulla sua introduzione.

“Allo stesso tempo è davvero ampio il palmares di coloro hanno deciso di aumentare le tariffe, anche in maniera considerevole, o di ampliare il periodo di versamento dell’imposta di soggiorno da parte degli ospiti”, commenta Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno.

Turismo 2023, regioni e città che incassano di più

In testa alle regioni che incassano di più troviamo il Lazio, grazie alla presenza di Roma, che da sola totalizza oltre un quinto del totale complessivo nazionale (22,4%), vale a dire ben 138,7 milioni di euro. Segue il Veneto con oltre 80 milioni, di cui 31,5 della sola Venezia, e il 12,9% di quota italiana, quindi la Lombardia e la Toscana, entrambe con l’11,7%, pari a circa 73 milioni a testa. Nello specifico, Milano incassa 48 milioni circa, Firenze 42,5 milioni. Per fare un esempio, nel capoluogo toscano, dal 1 aprile 2023 le nuove tariffe della tassa di soggiorno arriveranno fino a 8 euro a notte – a persona – per gli hotel a 5 stelle (oggi è 5 euro), con 5,50 euro per l’extra-alberghiero (oggi 3 euro) e 7 euro per le residenze d’epoca. La decisione di Palazzo Vecchio è stata, però, fortemente criticata dagli albergatori. Insieme a Pisa, Rimini, Venezia e Verbania, Firenze (qui un itinerario per visitarla in 10 tappe) è, inoltre, tra le città che potranno aumentare la tassa di soggiorno fino a un massimo di 10 euro.

Per chi visita le città italiane, le tasse non finiscono qui. Oltre all’imposta di soggiorno, il contributo di sbarco ha consentito a 26 Comuni di incassare nel 2022 circa 23 milioni di euro. Ci sono poi ticket per i bus turistici in 44 Comuni in Italia, con un incasso stimato in circa 143 milioni di euro, nonché la tassa d’imbarco sul biglietto aereo, che aumenterà a Venezia e Napoli, e forse anche a Brindisi. Da quest’anno, inoltre, si pagherà il ticket di ingresso a Venezia, variabile tra i 3 e i 10 euro in base alla capienza raggiunta per tutti coloro che non pernottano sul territorio, mentre a breve bisognerà sborsare 2 euro di ingresso per poter accedere al Cortile della Casa di Giulietta a Verona.

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Il “Forbes” consiglia un viaggio sulla Via Emilia

Una delle Regioni italiane che meritano un viaggio secondo il “Forbes” è l’Emilia-Romagna. E il modo migliore per visitarla è noleggiando un’auto e guidando lentamente lungo la Via Emilia. “Un’esperienza indimenticabile, una di quelle da ripetere”, racconta la giornalista Irene S. Levine. È il viaggio perfetto da fare a primavera, quando i viali sono costeggiati da alberi in fiore e il clima mite consente di godere delle belle giornate.

L’elogio del “Forbes”

La strada, spiega la rivista americana ai suoi lettori, lunga circa 300 chilometri, parte da Piacenza e prosegue in linea retta fino alla costa adriatica fino a Rimini. Costruita dai Romani circa 2000 anni fa, oggi è una moderna strada, la SS9, che attraversa la storia. Alcuni tratti corrono addirittura sopra delle rovine romane. Chi volesse percorrerla senza mai fermarsi, impiegherebbe all’incirca cinque ore senza spendere un centesimo di autostrada. Ma naturalmente lo scopo è quello di fermarsi per scoprire le bellezze lungo l’itinerario fatte di luoghi d’arte, di cultura e anche di buon cibo e ottimo vino.

Il “Forbes” racconta di deliziosi villaggi medievali e di castelli arroccati sulle colline, ma anche di cascine immerse tra i campi coltivati e di splendide viste panoramiche. E poi snocciola le città che consiglia di visitare, che molto probabilmente gli americani non conoscono affatto. Oltre a Piacenza, anche Modena, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Cesena, Forlimpopoli, Forlì, Faenza e Imola.

Il granaio d’Italia

Il “Forbes” spiega ai propri lettori che l’Emilia-Romagna è anche chiamata “granaio d’Italia” per via della produzione di alcune delle eccellenze gastronomiche d’Italia. Motivo per cui un viaggio lungo la Va Emilia è senza dubbio un’esperienza da fare a tavola.

Lungo la strada è pieno di produttori di vino e specialità gastronomiche (ce ne sono ben 44) e anche di musei dedicati al cibo dove apprendere tutto ciò che bisogna conoscere riguardo le singole produzioni DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOP (Denominazione di origine protetta) come il Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, la Mortadella e l’aceto balsamico, giusto per citarne alcuni.

Cosa vedere lungo la Via Emilia

Il “Forbes” consiglia sicuramente di visitare i castelli dell’Emilia-Romagna, un circuito che unisce i manieri e le fortezze aperte al pubblico. Imperdibile è l’itinerario lungo “I castelli delle donne“, sviluppato su sette Comuni legate alle leggendarie figure femminili. Si tratta del Castello di Canossa, dove visse Matilde di Canossa, il Castello di Rossena, il Castello di Carpineti, il Castello di Bianello, la Reggia di Colorno, la Rocca Sanvitale, il Castello di Torrechiara e il Castello di Sarzano.

Per chi ama fare attività fisica all’aria aperta, il magazine consiglia di percorrere la Via Romagna in bicicletta, la strada regionale lunga circa 450 km che si può percorrere tutto l’anno tra mare e collina attraverso una trentina di Comuni, tra cui Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. A proposito di Rimini, il “Forbes” consiglia in particolare di non perdersi una visita al Museo Fellini, uno dei registi più amati del XX secolo e proprio quest’anno si ricordano i trent’anni dalla sua morte, ma anche l’anniversario di alcune delle sue più celebri pellicole, come “Amarcord”, uscito 50 anni fa.

L’Emilia-Romagna è anche la regione della Motor Valley e si sa che gli americani hanno una grande passione per le automobili italiane. Il mese di maggio sarà ricco di eventi legati alle auto. Primo fra tutti il Gran Premio dell’Emilia-Romagna che si corre a Imola il 21 all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari. E sempre in quel periodo a Modena si tiene il Motor Valley Fest (11-14 maggio), un motivo in più per andare nella terra dei motori. Quest’anno, tra l’altro, sarà incentrato sui 60 anni della Lamborghini.

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La destinazione che ti paga se ci vai in vacanza

Come tutti sappiamo, per viaggiare verso la destinazione che sogniamo di visitare bisogna pagare. Ma c’è una novità: un Paese è pronto a pagare al posto nostro se ci andiamo in vacanza, un luogo che ha riaperto le frontiere soltanto in ottobre e che tramite questa mossa punta a tornare ai livelli di afflussi pre-pandemia, il tutto entro il 2025.

Taiwan ti paga la vacanza

L’isola-stato in questione è Taiwan, un posto che, seppur non nel radar di tutti, ha molto da offrire: spiagge tropicali, gole profonde scavate da fiumi impetuosi, sorgenti termali e montagne che arrivano a sfiorare i 4000 metri.

E la buona notizia è che questo affascinante fazzoletto di terra è pronto a offrire 5mila nuovi dollari locali (più o meno 155 euro) a 500mila singoli ospiti che la visiteranno nel 2023. Un valore quattro volte superiore (20mila NT, circa 620 euro) sarà invece messo a disposizione di ognuno di 90mila diversi gruppi, sempre in arrivo da oltreoceano.

Il denaro verrà corrisposto in forma digitale dopo l’arrivo dei turisti, e potrà essere impiegato a copertura delle spese affrontate nell’isola, ristorazione e ospitalità incluse.

Se vi state chiedendo da quando tutto questo sarà possibile, purtroppo al momento non è ancora chiaro e non li sono nemmeno i modi per aderire all’iniziativa. “I finanziamenti verranno assegnati nel quadro di diversi eventi di promozione quest’anno, non arriveranno tutti in una volta”, ha dichiarato al Taipei Times il direttore generale dell’ufficio del turismo locale, Chang Shi-Chung.

L’obiettivo di questo piano di incentivi è quello di riportare il numero di arrivi internazionali a valori prossimi a quelli pre-pandemia. Nel 2019, a Taiwan arrivarono 11,8 milioni di turisti, nel 2022 sono stati appena 600mila. Nel 2023, l’isola conta di ospitare 6 milioni di stranieri, e di riportare il dato in milioni in doppia cifra nel 2025.

A quanto ha accennato lo stesso dirigente del turismo, i finanziamenti non sembrano destinati a tutti i turisti internazionali. Verranno privilegiati gli ospiti di quelle aree che Taipei considera strategiche per i suo mercato: Giappone, Corea, Sud Est Asiatico, Hong Kong e Macao, ma anche Europa e Stati Uniti.

Cosa fare assolutamente in Taiwan

In attesa di informazioni più certe, vale comunque la pena sapere cosa mette a disposizione per il viaggiatore Taiwan. Tra le tante attività da fare in luoghi che tolgono il fiato, vi consigliamo di rilassarvi in una delle sue tante sorgenti termali. Da queste parti c’è un’ampia scelta tra strutture private e luoghi pubblici, che però sono spesso nascosti e difficili da raggiungere.

Un altro posto che vi suggeriamo è Taroko Gorges, una gola scavata dal fiume con pareti di granito molto ripide che partendo dalla costa orientale penetra per parecchi chilometri nelle montagne dell’isola.

Poi ancora il geoparco di Yehliu, nel nord dell’isola, che per secoli è stato plasmato da tifoni, terremoti e temperature torride che hanno portato alla nascita di formazioni rocciose davvero stupende.

Infine, Taipei che una volta era considerata la Capitale più brutta dell’Asia, mentre oggi è una città completamente diversa. Per farvi un’idea vi basta visitare il Taipei 101 (per qualche anno l’edificio più alto al mondo) che è il simbolo del cambiamento che quest’isola ha attraversato durante questi ultimi anni.

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A bordo dei treni storici verso i più bei laghi d’Italia

A primavera partono i treni storici diretti verso alcuni dei laghi più belli d’Italia. Si viaggia a bordo di carrozze d’epoca verso i paesaggi pittoreschi e i borghi pastello del Lago di Como oppure tra i lussureggianti giardini del Lago Maggiore o ancora verso il bellissimo Lago d’Iseo.

È un viaggio nel tempo e l’esperienza è unica. I treni storici della Fondazione FS partono ad aprile e viaggiano nei weekend fino a metà ottobre.

A bordo del Lario Express sul Lago di Como

Il Lario Express diretto al Lago di Como attraversa l’entroterra lombardo e accompagna i viaggiatori alla scoperta dei magnifici borghi comaschi. L’esperienza di viaggio inizia già a bordo, tra le atmosfere senza tempo delle antiche vetture Centoporte, godendo del panorama che scorre lento dal finestrino. Tra le maggiori attrazioni culturali che si possono ammirare in questo viaggio, la Basilica minore di Seregno risalente al 1700, l’abbazia benedettina di fine ‘800 e l’antico borgo di Cantù, con le sue affascinanti architetture risalenti al medioevo.

A Lecco, città cara al Manzoni per il suo lago, i viaggiatori del treno storico hanno a disposizione numerosi itinerari culturali tra cui optare, come una gita sul lago a bordo di un battello, un trekking nelle riserve naturali, ma anche la possibilità di praticare cicloturismo e sport acquatici sul lago.

Il Besanino Express che va sul Lago di Lecco

Un treno storico con locomotiva elettrica o a vapore parte da Milano Centrale per giungere su quel ramo del Lago di Como meglio conosciuto come Lago di Lecco. Si viaggia a bordo di carrozze Centoporte degli Anni ’30 o Corbellini degli Anni ’50 e, grazie a un vagone bagagliaio, si può portare con sé la propria bicicletta per fare escursioni una volta giunti a destinazione. Le ultime due fermate, Oggiono e Lecco, sono quelle lacustri.

Lecco è stata eletta qualche anno fa città più romantica della zona dei laghi del Nord Italia e sono tantissime le attrazioni da visitare tra chiese e palazzi storici, tra cui la Villa Manzoni, ma è anche possibile imbarcarsi su un battello e fare un giro sul lago ammirando i borghi lungo la costa.

Sul Laveno Express verso il Lago Maggiore

La sbuffante locomotiva che parte da Milano Centrale, al traino delle carrozze Centoporte Anni ’30, offre ai passeggeri del treno un’esperienza di viaggio unica. Giunti a destinazione, le città di Laveno e di Mombello offrono un panorama mozzafiato sul Lago Maggiore, con la possibilità di trascorrere la giornata a bordo di un battello oppure di riscoprire i borghi storici a piedi o in bicicletta. Gli stranieri andrebbero pazzi per questo viaggio.

Col treno storico al Lago d’Iseo

Il Sebino Express, il treno che porta i passeggeri verso il Lago d’Iseo, parte dapprima con una locomotiva elettrica in livrea storica e, una volta giunto a Bergamo, viene sostituita da una locomotiva a vapore fino alla fine del tragitto. Si viaggia a bordo di vetture Centoporte degli Anni ’30 e Corbellini degli Anni ’50.

Partendo dalla grande metropoli lombarda, il treno viaggia sbuffando verso la bergamasca e la sponda Sud‐Est del Sebino: la stazione di arrivo, sul limitare del centro di Paratico, guarda al Comune gemello di Sarnico, che si affaccia proprio sulla sponda opposta del lago, attraversabile a piedi in questo punto così assottigliato grazie a un ponte.

Una volta giunti a destinazione, si può trascorrere una giornata a contatto con la natura passeggiando sulle sponde del lago o cimentandosi con diversi sport acquatici, clima permettendo, oppure immergersi nella storia di questi luoghi visitando, nell’entroterra, i resti del castello e della torre Lantieri, di epoca medievale, per poi ritornare verso il lago per scoprire gli antichi pontili di attracco delle chiatte per il trasporto merci, i cui carichi venivano trasferiti sulla stessa linea ferroviaria su cui si è appena viaggiato.