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A breve non servirà più il vaccino per viaggiare negli Stati Uniti

L’emergenza Covid, per nostra fortuna, sembra essere ormai solo un brutto ricordo. Da un po’ di tempo a questa parte, infatti, per quanto riguarda i viaggi non si parla più di Green Pass o di qualsiasi altro tipo di limitazione come il famigerato distanziamento sociale. C’è però un Paese, uno tra i più amati di tutto il mondo, che ancora permette l’accesso nel suo territorio esclusivamente ai viaggiatori completamente vaccinati. La buona notizia però è che questa regola decadrà a breve. Parliamo degli Stati Uniti, e ora scopriremo insieme cosa bisogna sapere se ci si vuole organizzare un viaggio.

Quando scade l’obbligo di vaccino per gli Stati Uniti

In questi ultimi giorni il Presidente Biden ha firmato una legge che finalmente mette una pietra sopra al periodo di emergenza sanitaria negli Stati Uniti. O almeno questo è stato quanto ha riferito la Casa Bianca per mezzo di una nota in cui è specificato che tutte le normative che riguardano la pandemia termineranno il prossimo 11 maggio.

C’è da dire, però, che in realtà l’obbligo del vaccino per entrare negli USA sarebbe dovuto decadere il 10 aprile ma, visto che verrà dichiarata la fine dell’emergenza sanitaria l’11 maggio, la Transportation Security Administration ha ritenuto opportuno prolungare la richiesta del documento che attesta la vaccinazione fino a quello stesso giorno del prossimo mese.

Cosa bisogna sapere per viaggiare negli Stati Uniti fino all’11 maggio

Fino all’11 maggio per entrare negli Stati Uniti è necessario essere completamente vaccinati. C’è però un’eccezione per i viaggiatori di età superiore ai 2 anni che arrivano negli USA provenendo da Cina, Hong Kong o Macao, o che siano stati in queste aree nei 10 giorni precedenti: in questi casi, oltre alla vaccinazione, bisogna mostrare all’imbarco un test anti-Covid con risultato negativo o un certificato di guarigione dal virus.

Essere completamente vaccinati secondo le regole degli Stati Uniti vuol dire aver ricevuto, almeno 14 giorni prima dell’arrivo, la seconda dose di vaccinazione, o la dose singola, nel caso di vaccini che prevedano una sola inoculazione (Johnson and Johnson). In entrambe le circostanze, il certificato di vaccinazione completa non ha scadenza ai fini dell’ingresso nel Paese.

new york regole di viaggio

Fonte: iStock

Veduta di New York

Al contempo, sono ritenute completamente vaccinate anche le persone che hanno ricevuto una vaccinazione mista, a condizione che sia stata effettuata con vaccini riconosciuti da FDA o inclusi nella EUL (“any combination of two doses of an FDA approved/authorized or WHO emergency use listed COVID-19 two-dose series”) e che le dosi siano state somministrate a distanza di almeno 17 giorni l’uno dall’altra.

Se tutto quello che vi abbiamo scritto sopra non è rispettato, fino all’11 maggio non si è considerati completamente vaccinati, e di conseguenza non è possibile viaggiare negli Stati Uniti.

Infatti, se una persona ha contratto il Covid-19 e ha ricevuto una sola dose di vaccino (ad eccezione del vaccino monodose Johnson & Johnson) non è considerata completamente vaccinata per potere viaggiare negli USA.

Ad essere del tutto esclusi dalla vaccinazione sono i minori di 18 anni (e anche altre situazioni che vi invitiamo a visionare sui siti ufficiali del Paese), salvo le persone di età superiore ai 2 anni che arrivano negli Stati Uniti provenendo da Cina, Hong Kong o Macao, o che siano stati in questi Paesi nei 10 giorni precedenti: chi si trova in questa situazione dovrà mostrare all’imbarco un test anti-Covid con risultato negativo o un certificato di guarigione dal Covid.

Cosa visitare negli Stati Uniti

È pressoché impossibile fare una selezione delle attrazioni da visitare negli Stati Uniti. Parliamo di ben 50 Stati che sono uno più interessante dell’altro. Certo è che la caduta dell’obbligo vaccinale invita davvero tutti a correre alla scoperta di alcuni luoghi particolarmente iconici e da sogno.

Tra questi non può mancare una delle sue città più famose: New York. Del resto chi non ha mai sentito parlare della Statua della Libertà che svetta dal 1886 sull’isola di Liberty Island? Oppure dell’infinito Ponte di Brooklyn che è da quasi tutti considerato uno dei più scenografici al mondo? Insomma, la Grande Mela è un must per chiunque decida di fare un viaggio in questa zona del nostro pianeta.

Tra le altre meraviglie degli Stati Uniti c’è senza ombra di dubbio il Grand Canyon, un vero e proprio lavoro magistrale che la natura ha messo a punto nel corso del secoli e che lascia completamente a bocca aperta qualsiasi viaggiatore.

Grand Canyon regole di viaggio

Fonte: iStock

Il meraviglioso Grand Canyon

Si trova in Arizona e si estende su circa 5.000 chilometri quadrati in cui incredibili formazioni geologiche scolpite dal fiume Colorado sono lì a testimoniare il vero e proprio sviluppo di questo territorio del nostro Pianeta.

Altrettanto famosa e affascinante è la Monument Valley, un parco così straordinario che ha fatto da set cinematografico a tantissimi film famosi in tutto il mondo. Del resto in questo luogo è è possibile ammirare uno dei panorami che simboleggiano il Far West americano. Situato anch’esso in Arizona ma in grado di raggiungere anche alcune zone dello Utah, viene da molti definito come l’ottava meraviglia del mondo.

Un vero viaggio negli Stati Uniti va fatto on the road: noleggiando una delle macchine tipiche e guidando su strade infinite circondate da panorami spesso surreali. In questo senso è assolutamente interessante percorrere la famigerata Route 66, una strada che racchiude in ogni suo centimetro la storia americana, che collega Chicago a Los Angeles in quasi 5.000 chilometri.

Se deciderete di percorrerla è bene sapere che un’ampia porzione è stata ormai rimpiazzata dalle moderne autostrade locali. Sta quindi a voi scegliere di guidare sui tratti che sono stati lasciati intatti come vera e propria testimonianza dello spirito del sogno americano.

Infine, ma ci teniamo a ripetere che le meraviglie degli Stati Uniti non sono di certo finite qui, un po’ di relax in “paradiso” presso le Florida Keys, un serie di isole che sono una più bella dell’altra, anche se la più famosa è senza ombra di dubbio Key West che, oltre a essere una cittadina eccezionale, regala anche al visitatore dei tramonti che sono un vero e proprio sogno a occhi aperti.

Insomma, dall’11 maggio potranno tornare negli Stati Uniti anche i viaggiatori non vaccinati conto il Covid, un posto dove in fatto di luoghi da vedere c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

Monument Valley regole di viaggio

Fonte: iStock

La strada che conduce verso la Monument Valley
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Thailandia in treno, i migliori viaggi da fare

Viaggiare in treno è ormai una tendenza consolidata: alla comodità di poter raggiungere posti anche molto lontani si coniuga non solo una maggior sostenibilità, ma anche una vera e propria esperienza che inizia nel momento stesso in cui saliamo a bordo. Perché allora non andare alla scoperta della Thailandia su rotaia? Questo Paese è ricco di sorprese, e dal finestrino del treno possiamo ammirare panorami meravigliosi. Ecco gli itinerari assolutamente da non perdere.

Thailandia, i viaggi in treno da fare assolutamente

Il treno è il mezzo di trasporto ideale per chi vuole godersi il viaggio: lento a sufficienza da permetterci di ammirare il paesaggio al di fuori del finestrino, è un’esperienza memorabile sotto molteplici punti di vista. In Thailandia, ci sono moltissime ferrovie che offrono viaggi indimenticabili, ma quali sono gli itinerari migliori? Uno dei più suggestivi è senza dubbio la Mae Klong Railway, che parte da Bangkok e attraversa il celebre Talad Rom Hoop. Quest’ultimo è un tradizionale mercato che, tagliato in due dai binari, viene periodicamente attraversato dai convogli mentre i venditori si affrettano a chiudere le tende da sole e a spostare la mercanzia (per poi risistemare tutto in pochi istanti non appena il treno si è allontanato).

Sempre da Bangkok, si può salire a bordo del treno notturno per Chiang Mai: è un’avventura incredibile, da vivere appieno tra le cuccette recentemente rinnovate mentre ci si lascia cullare dal dondolio del vagone. Fuori dal finestrino, nel frattempo, si susseguono paesaggi bellissimi di imponenti montagne e rigogliose foreste thailandesi. Quello che invece si dipana tra la capitale e Kanchanaburi è un viaggio della memoria. Qui si percorre un tratto conosciuto come la “Ferrovia della Morte”, che attraversa il ponte sul fiume Kwai e il viadotto Wang Po. I binari vennero costruiti dai prigionieri della Seconda Guerra Mondiale, e moltissimi di loro vi persero la vita.

Durante l’estate, una delle tratte più frequentate è quella che collega Bangkok alla popolare meta balneare di Hua Hin. Se il tragitto non sembra avere alcunché di entusiasmante, è solo perché la vera sorpresa deve ancora arrivare: dalla graziosa cittadina costiera si può affrontare un bellissimo viaggio lungomare che conduce a Prachuap Khiri Khan, ammirando il paesaggio del Golfo di Siam e le sue acque turchesi. Chi è alla ricerca di un’esperienza diversa, invece, può optare per le escursioni speciali che le Ferrovie dello Stato thailandesi organizzano nei fine settimana. Come il viaggio da Bangkok alla diga di Pasak Chonlasit, che attraversa un viadotto circondato dall’acqua: lo chiamano infatti il “treno galleggiante”.

Dal treno a vapore ai vagoni extra lusso

Un tuffo indietro nel passato, a bordo di un treno a vapore: sono diversi gli itinerari che ci portano alla scoperta della Thailandia su vagoni retrò, ma una delle destinazioni più popolari è senza dubbio Ayutthaya. Sembra quasi di viaggiare nel tempo, mentre dal finestrino scorrono panorami mozzafiato. Le Ferrovie dello Stato della Thailandia organizza pochissime corse con i treni a vapore, solitamente nei giorni di festa più importanti per il Paese. Chi vuole dunque concedersi quest’avventura deve affrettarsi ad acquistare i biglietti.

Infine, c’è anche un’esperienza extra lusso da provare. È il viaggio tra Singapore e la Thailandia, a bordo dell’Eastern & Oriental Express, in cabine raffinatamente arredate e dotate di ogni comfort. Si tratta di un viaggio organizzato da Belmond, la compagnia che ha rimesso in piedi il leggendario tragitto dell’Orient Express – e che ha in lista un’infinità di avventure tutte da vivere, sempre all’insegna del lusso.

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Viaggio a Betlemme, spiritualità e non solo

A pochissima distanza da Gerusalemme sorge una città dall’anima particolare ma altrettanto legata alle religioni: Betlemme. Oggi considerata la Capitale del Governatorato omonimo nella giurisdizione dell’Autorità Nazionale Palestinese, è da sempre contesa tra Israele e Palestina, e purtroppo questa condizione si avverte un po’ ovunque girando per la città.

Cosa vedere a Betlemme

Betlemme prende vita sulle pendici dei monti della Giudea ed è una città considerata Santa da due grandi religioni: per i cristiani è in una grotta che si trova da queste parti in cui è nato Gesù; per gli ebrei è il luogo in cui venne incoronato il re Davide e in cui fu seppellita Rachele, una delle figure femminili più importanti della Torah (il riferimento principale dell’ebraismo).

Una premessa che fa capire che i siti da visitare sono tanti, e quasi tutti legati a una forte simbologia religiosa. Prima di imbarcarvi nella visita di Betlemme è meglio tenere a mente un piccolo consiglio: una volta arrivati alla stazione degli autobus cittadina affidatevi a uno dei tanti tassisti locali che troverete ad attendervi. Contrattate il prezzo ma fatevi accompagnare da loro: oltre a farvi vedere tutto quello che c’è di essenziale, è anche un modo per aiutare economicamente una realtà che vive quasi esclusivamente di turismo.

La Basilica della Natività

Tra le attrazioni più celebri di Betlemme c’è senza ombra di dubbio la Basilica della Natività. Si tratta di una solenne chiesa che, stando sempre alle Sacre Scritture, è stata edificata sulla famosa Grotta di Betlemme in cui, più di 2000 anni fa, nacque Gesù. Entrando al suo interno scoprirete un luogo divino in cui si fanno notare decorazioni eccezionali, per poi arrivare alla celere cavità dove, grazie a una pietra a forma di stella, potrete scorgere il punto esatto in cui sarebbe venuto al mondo il Figlio di Dio.

Basilica della Natività betlemme

Fonte: iStock

Esterno della Basilica della Natività a Betlemme

La Basilica della Natività, tra le altre cose, è una delle chiese più antiche che esistano ed è stata inserita anche nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. La struttura si affaccia sulla piazza più affollata della città in cui poter ammirare anche degli spaccati di vita quotidiana locale. Ma a stupirvi sarà un’altra cosa: nonostante sia una struttura molto grande, la porta di ingresso è davvero piccina, tanto che per varcarla è necessario abbassarsi. Il motivo? È inchinandosi che si può mostrare umiltà di fronte a Dio, entrando in quella che è la sua casa.

Di fronte alla Basilica della Natività si innalza nei cieli anche la Moschea di Omar che, in qualche maniera, sta lì a simboleggiare la comprensione e la convivenza tra diverse religioni.

La Strada della Stella

La Strada della Stella è la via più famosa di tutta Betlemme: proprio qui passarono i tre Re Magi per andare da Gesù appena nato. Erano guidati dalla celebre stalla cometa che li condusse proprio di fronte alla grotta che, attualmente, si trova all’interno della chiesa.

Oggi è un continuo susseguirsi di porte colorate che si fanno spazio in una passeggiata piena di botteghe e negozi di ogni genere in cui acquistare un po’ di souvenir.

Grotta del Latte

Altro luogo particolarmente caro alla religione cattolica di Betlemme è la Grotta del Latte, ossia la cappella in cui Cristo, Maria e Giuseppe si nascosero per sfuggire alla strage degli Innocenti, voluta all’epoca da re Erode. Al suo interno è possibile osservare mosaici bizantini del V secolo.

Stando alla tradizione, mentre la Vergine stava allattando Gesù le cadde del latte sulle pietre che, come per miracolo, diventarono subito bianche. Per questo motivo, nel corso del tempo si è trasformato anche in un luogo di pellegrinaggio per tutti coloro che desiderano avere un figlio.

grotta del latte betlemme

Fonte: iStock – Ph: svarshik

Un angolo della Grotta del Latte

Il Campo dei Pastori

A Beit-Sahur, poco più a sud-est di Betlemme, si erge il Campo dei Pastori, un santuario che, secondo i racconti biblici, corrisponde a quello in cui gli angeli avrebbero annunciato la nascita di Gesù ai pastori. In sostanza è il luogo dell’annunciazione, un posto sacro che si trova incorniciato tra verdi colline.

La Betlemme non spirituale

C’è anche un altro lato di Betlemme che si discosta non di poco dalla “vera” spiritualità: quello del muro di separazione. Se si visita questa città deve essere assolutamente osservato e, probabilmente, anche come prima tappa sull’itinerario. Il motivo è molto semplice: parla di una pagina terribile della nostra storia attuale.

Si tratta di un enorme muro di cemento armato che purtroppo, vista la sua lunghezza ed altezza, è persino visibile dai diversi belvedere che ci sono in città. Separa Israele e Palestina e, proprio per questo motivo, le sue pareti sono piene di graffiti di protesta, molti dei quali sono di alcuni street artist italiani, così come del famoso artista Banksy. C’è da dire, però, che di quest’ultimo ci sono opere sparse per tutta la città, non solo sul terribile muro di separazione.

L’albergo di Banksy

Il geniale Banksy ha deciso di fondare proprio qui, e precisamente di fronte al muro di separazione, il suo Walled Off Hotel, un albergo che al suo interno conserva un museo che ha lo scopo di raccontare le diverse fasi della costruzione di questo muro osceno e il suo impatto sulla popolazione locale, che no, non è affatto piacevole.

Aperto nel 2017, è stato da lui stesso definito: “L’hotel con la vista più brutta del mondo”, e non gli si può affatto dare torto.

Chi vuole andare a caccia delle sue opere, invece, a Betlemme può scoprire la sua Colomba con tanto di armatura che è situata all’angolo tra via Caritas e via Manger. Sui muri di Betlemme è stata anche impressa la sua Ragazza che perquisisce un soldato che si trova sulla strada per Hebron, e più precisamente in un negozio di souvenir non troppo distante dal Museo di Betlemme. Ci sono poi The Angel Sprinkling Hearts, la Cicatrice di Betlemme e forse la più nota di tutte: il Lanciatore di Fiori, un’opera dal significato enorme e creata magistralmente su un imponente muro nascosto dietro a un benzinaio.

Betlemme è tante cose, è una città che va vista sia da parte di coloro che sono credenti, sia da chi non lo è: una visita qui serve per comprendere più a fondo alcune delle brutalità e drammaticità con cui hanno a che fare dei popoli in questa nostra epoca attuale.

muro di separazione betlemme

Fonte: iStock – Ph: LUKASZ-NOWAK1

Un tratto del muro di separazione
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Parco del Retiro, un’oasi verde nel cuore della città

C’è un gioiello verde incastonato nel cuore di Madrid. Il Parco del Retiro non è solo il parco più importante della capitale della Spagna, ma anche il luogo preferito dalla gente del posto e dai turisti, perché ha tantissimo da offrire oltre alle passeggiate nella natura. Un paesaggio culturale urbano, ricco ed eterogeneo, dinamico e in continua evoluzione, riconosciuto come Paesaggio Culturale del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, insieme al Paseo del Prado. Scopriamolo.

Parco del Retiro, tra alberi secolari e attrazioni uniche

Il Parco del Retiro (o Parque del Buen Retiro) si estende per 125 ettari e ospita oltre 15.000 alberi, il che ne fa una preziosa oasi verde nel centro di Madrid. Dal 2021 è stato inserito nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità, insieme al Paseo del Prado. Alcuni dei suoi giardini sono di notevole interesse botanico, come il Jardín de Vivaces, i Jardines de Cecilio Rodríguez – giardini classicisti con un tocco andaluso, i Jardines del Arquitecto Herrero Palacios, la Rosaleda (il roseto) e il Parterre Francés con il Cipresso calvo, l’albero più antico della città, che si pensa abbia 400 anni.

Qui si può passeggiare per ore tra i viali alberati, fotografare eleganti architetture, prendere un caffè in una terrazza all’aperto o noleggiare una barca a remi per trascorrere momenti romantici sul lago artificiale più famoso di tutta la Spagna. In questo scenario naturale si incontrano sculture e fontane importanti. A cominciare dal monumento ad Alfonso XII, progetto dell’architetto José Grasés Riera, che questa primavera inaugura un belvedere da cui godersi una splendida vista sulla città. Ci si imbatte poi nel Reservado de Fernando VII, situato all’incrocio di Calle O’Donnell e Calle Menéndez Pelayo, che comprende la Casa del Pescador, la Montaña Artificial e la Casa del Contrabandista, che oggi ospita il Florida Park, un moderno multispazio dedicato al tempo libero e all’ospitalità che per anni ha ospitato un salone delle feste.

E ancora, si possono ammirare la statua El Ángel caído, l’unica scultura al mondo che rappresenta il diavolo, la fontana delle Galápagos, che ricorda la nascita di Isabella II, il sorprendente Eremo di San Pelayo e San Isidoro, il Bosque del Recuerdo (Bosco del Ricordo) e il Teatro de Títeres (Teatro delle marionette), unico nel suo genere in Europa, con un programma stabile ogni fine settimana.

Tra i suoi elementi architettonici e storici più importanti:

  • l’Estanque Grande (lago grande) che propone varie attività, tra cui barche a remi, barca solare e aula solare e la Scuola Comunale di Canoa, rivolta a bambini e ragazzi tra i 7 e i 17 anni
  • Palacio de Velázquez e il Palacio de Cristal, entrambi attualmente utilizzati come sale espositive. Il Palacio de Cristal è uno dei principali esempi dell’architettura del ferro in Spagna, un padiglione romantico creato per ospitare una mostra di piante esotiche all’Esposizione delle Filippine del 1887

Natura, cultura, sport e relax: ce n’è per tutti i gusti

Annoiarsi al Parco del Retiro di Madrid è praticamente impossibile, tante sono le occasioni di svago, relax e divertimento per adulti e bambini, oltre che per gli amanti dello sport. Tra le tappe da non perdere, ci sono il Centro Sportivo Municipale La Chopera, il Centro Culturale Casa de Vacas, la Biblioteca Pubblica Municipale Eugenio Trías e l’Osservatorio Meteorologico recentemente restaurato. Se siete appassionati di botanica, resterete a bocca aperta davanti al cipresso di Montezuma (o ahuehuete), probabilmente l’albero più antico di Madrid.

Nei dintorni si può noleggiare una bicicletta per godersi il parco su due ruote, mentre se volete fare una sosta, potete concedervi una pausa in uno dei suoi chioschi e terrazze. Il Parco del Retiro ospita anche alcuni degli eventi più importanti di Madrid, come la Fiera del Libro e lo spettacolo pirotecnico di San Isidro.

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La migliore idea di viaggio per i ponti di primavera

Tra Pasqua e Pasquetta (9 e 10 aprile), Festa della Liberazione (25 aprile), Festa dei lavoratori (1° maggio) e poi ancora per la Festa della Repubblica (2 giugno), quest’anno è proprio l’anno dei ponti. Per non farsi sfuggire un’opportunità di viaggio, abbiamo trovato la migliore idea per trascorrere una bella e lunga vacanza senza usufruire di troppi giorni di ferie.

In particolare, con soli quattro giorni di ferie si può partire per un viaggio di dieci giorni partendo il 22 aprile e tornando la sera del Primo maggio. Questo è il ponte più bello perché ne accorpa due in una volta sola.

Per chi ha problemi di assenze dal posto di lavoro, per fortuna per molti c’è ancora la possibilità di fare smart working. Ecco allora che il migliore tipo di viaggio in questo caso è una bella crociera.

Tutti pazzi per le Long Cruise

Stanno avendo sempre più successo – e non soltanto in Italia, ma in tutto il mondo – le crociere lunghe, le cosiddette “Long Cruise”, che hanno una durata di almeno dieci giorni, fino ad arrivare, per i più fortunati, anche ai 20 giorni o più.

Stando all’osservatorio interno di MSC Crociere, le crociere più gettonate sarebbero quelle che durano undici giorni e la rotta più richiesta è quella che tocca i porti del Sud del Mediterraneo, delle Canarie, di Grecia, Egitto, Turchia e Israele.

Detto ciò, partire per una Long Cruise ha un sacco di vantaggi. Ecco quali sono:

  1. le soste lunghe: la durata delle soste di una crociera si adatta alla tipologia di viaggio e se una crociera è Long lo è anche la sosta nel porto dove attracca la nave. Se tra arrivo in porto e partenza solitamente una nave staziona 6-7 ore, le Long Cruise gettano l’ancora anche per 13 ore (per esempio a Casablanca, Port Said e Alessandria d’Egitto) e per un’intera giornata a Istanbul e nei porti della Grecia, consentendo così di esplorare al meglio una città portuale o i suoi dintorni;
  2. godersi il mare aperto: le crociere lunghe restano anche più giorni in navigazione in mare aperto, consentendo così ai passeggeri di godersi al massimo le esperienze offerte a bordo durante il giorno. Piscine, spa, attività fisiche o ludiche (scivolo d’acqua, parete d’arrampicata, simulatore di volo e chi più ne ha più ne metta), ma anche leggersi un buon libro sulla terrazza dalla propria cabina o fare smart working grazie al wi-fi. Le giornate di navigazione sono un vero e proprio toccasana e un invidiabile – da parte dei colleghi che restano in ufficio – break prima e dopo le giornate trascorse a fare i turisti su e giù per le più belle città del mondo;
  3. beneficiare del clima mediterraneo: una crociera nel Mar Mediterraneo a primavera è una garanzia di bel tempo e di clima mite. Magari non è ancora il periodo giusto per fare un bagno al mare (o magari sì, se si sceglie la rotta giusta), ma il sole e le temperature elevate sono garantite. Che si scelga una crociera nel Mediterraneo Occidente, e quindi Francia e Spagna, o quello Orientale, Grecia, Turchia, Israele, Egitto, il meteo è a vostro favore;
  4. partenze da tutta Italia: il nostro Paese ha il vantaggio di avere tantissimi porti d’imbarco per fare una crociera. Venezia, Genova, Savona, Civitavecchia, Palermo, Messina, Ancona sono solo alcuni e ce n’è sicuramente uno vicino da raggiungere velocemente;
  5. prezzi convenienti: una crociera lunga non costa più di una breve. Se poi si approfitta del cosiddetto “advance booking” prenotando prima, i prezzi sono davvero alla portata di tutti. Una Long Cuise costa una media di 900 euro a persona, circa 75 euro al giorno, e se si considera che in nave è tutto incluso – tranne alcune attività come i trattamenti nella spa, alcuni ristoranti speciali o le visite guidate nelle città dove si sosta – non costa più di un hotel e, spesso, meno che restando a casa.
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Nauplia, la Grecia poco nota ma da sogno

Nauplia, il cui nome è cambiato più volte nel corso dei secoli, è una meraviglia ellenica che dal 1829 al 1834 è stata la prima Capitale della Grecia indipendente. Un luogo che si presenta con una storia che ancora oggi è possibile respirare in ogni angolo, e che si rivela persino la meta perfetta per chi cerca mare paradisiaco che si mescola a meraviglie architettoniche.

Cosa sapere su Nauplia

Conosciuta in italiano con il nome di Nafplio, è oggigiorno la città capoluogo dell’Argolide, che possiamo definire la regione del mito per eccellenza. Nauplia si presenta come una località bohémien e spensierata, ma che al contempo sa unire la tranquillità e la vivacità di un piacevole luogo di mare, in cui è persino possibile visitare incredibili siti archeologici e testimonianze di un glorioso passato medievale.

Se per i greci è una città importante e molto nota, per noi italiani è una meta che deve ancora essere del tutto scoperta e dove immergersi in una combinazione di stili veneziani, orientali e tratti tipicamente greci.

Cosa vedere a Nauplia

Visitare Nauplia è come fare un tuffo nella storia grazie a un centro storico facile da girare a piedi dove svettano moltissime cose da vedere. Caratterizzata da tante stradine ciottolate, regala ripide scalinate da cui ammirare angoli caratteristici e scorci indimenticabili.

Nauplia grecia centro storico

Fonte: iStock

Una tipica via di Nauplia

Piazza Sintagma

Partendo proprio dalla sua Città Vecchia, che sorge all’ombra di due promontori sui quali sorgono altrettante fortezze, la prima sosta da fare per entrare subito in contatto con la vita quotidiana locale è Piazza Sintagma. Un angolo dove numerosi  bar e locali regalano gioia e allegria. Seduti a a gustare una bevanda tipica, si possono ammirare gli edifici più importanti che hanno caratterizzato la storia della città, tra cui il primo parlamento greco risalente al 1825.

Altrettanto interessanti sono le strutture in stile neoclassico che sono oggi sedi di musei e attività amministrative; anche se a farsi notare un po di più sono forse il Trianon e il Vouleftiko, costruzioni che sfoggiano un’architettura dai tratti orientali.

Forte Veneziano Palamidi

Un’altra tappa da fare per forza di cose è il Forte Veneziano Palamidi, un imponente edificio che si trova a un’altezza di 216 metri sul livello del mare. Dall’eleganza solenne, sfoggia otto bastioni dalla cui cima si può ammirare Nauplia come da nessun altro luogo.

Ma attenzione, bisogna mettere in conto un po’ di fatica: occorre salire ripidi gradini di cui non si sa il numero preciso: alcune guide dicono 847 gradini, altre 999, altre ancora sostengono siano più di 1000.

Castello di Bourzi

Un’altra meraviglia di Nauplia è Il Castello di Bourzi che sorge sull’omonima isoletta e che senza ombra di dubbio è uno dei simboli della città. Costruito nel 1400 dai veneziani, è visitabile durante il periodo estivo tramite delle barche che partono dal porto cittadino.

Visto dall’alto ha una forma che, con un po’ di immaginazione, ricorda quella di una nave e nel corso dei secoli venne usato come prigione, caserma e albergo.

Castello di Bourzi nauplia

Fonte: iStock – Ph: nito100

Il meraviglioso Castello di Bourzi

Acronafplia

Un’altra delle fortezze da non perdere in città è Acronafplia, anche se oggi ospita un albergo di lusso. Tra le varie costruzioni difensive esistenti, è la più antica e si può raggiungere a piedi senza fare tanta fatica (a differenza di Palamidi). Per la sua esposizione, è anche un ottimo luogo da cui ammirare il tramonto.

Chiesa di Agios Spyridona

Infine – ma le attrazioni in città non sono finite quei – la Chiesa di Agios Spyridona che è la più importante di tutta Nauplia. Situata al centro, custodisce una collezione di icone e dipinti tradizionali, anche se la sua fama è più che altro legata a un drammatico evento: l’assassinio del primo presidente greco, Ioannis Kapodistrias, avvenuto il 27 settembre 1831.

Il mare e le spiagge di Nauplia

Nauplia regala anche un mare cristallino e spiagge in cui prendere tutto il sole che si desidera. Le più incantevoli sono situate dal lato opposto rispetto al porto e alla fortezza di Acronafplia. La spiaggia cittadina prende il nome di Arvanitias10 e si distingue per essere una striscia di ciottoli in una piccola, ma accogliente, baia. Dotata di bar e servizi, è spesso molto affollata, ma regala comunque un senso di appagamento dopo una giornata passate tra le vie di Nauplia.

Molto affascinante è anche la spiaggia di Neraki11, più piccolina dell’altra e anche meno invasa da visitatori. Poi ancora Paralia Karathonas12, un arenile di sabbia dorata delimitata da ombrose e svettanti tamerici.

Cosa fare nei dintorni

Non molto distanti dal centro della città giacciono i resti dell’antica città di Micene che risalgono al secondo millennio prima di Cristo. Quello di Micene è il sito archeologico di una delle polis greche più famose e importanti del Paese, culla di una millenaria civiltà.

Tale meraviglia si sviluppava lungo le pendici di un colle e dalla sua cima si può godere di uno splendido paesaggio del Peloponneso, fino a scorgere il mare in lontananza.

Poi ancora Epidauro, un altro sito archeologico che vanta uno splendido teatro, ancora oggi utilizzato grazie al suo perfetto stato di conservazione. Ma l’area più importante è quella del santuario vero e proprio, che in epoca Ellenistica divenne il principale centro di guarigione di tutta la Grecia.

Non meno interessante è l’antica Nemea che si fa spazio tra lo splendido paesaggio greco. La parte principale del sito è il tempio dedicato a Zeus, del quale tre colonne sono sopravvissute al tempo, mentre altre sei sono state ricostruite.

Senza dimenticare che Nauplia è un ottimo punto di partenza per visitare il Peloponneso, una regione che può essere definita un vero e proprio pezzo di Grecia geograficamente, storicamente e culturalmente.

Epidauro teatro

Fonte: iStock

L’antico teatro di Epidauro
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Boom di turismo nei borghi e nelle aree rurali

Già da un po’ di tempo a questa parte, ma soprattutto in questo 2023, è boom di turismo nei borghi e nelle aree rurali d’Italia. Zone che sono certamente meravigliose, ma che spesso sono interessate anche dal rischio di spopolamento.

Dalla Sardegna alle Langhe, passando per alcune aree del Sud Italia per poi risalire in diverse località dell’arco alpino, si è deciso di puntare sul turismo per contrastare la fuga dei residenti e delle nuove generazioni. A dimostrazione di quanto appena detto ci sono i dati che emergono da un nuovo studio condotto dal Politecnico di Torino per conto di Airbnb.

Borghi d’Italia: spopolano gli affitti brevi

Stando a ciò che emerso dallo studio, gli annunci presenti sulla piattaforma relativi alle offerte di alloggio in centri che appartengono all’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”, ma che sono localizzati in zone dove la situazione economica è in declino, possono portare benefici sia alle microimprese del territorio (con una crescita del 23% dei redditi in un periodo di quattro anni) sia alla popolazione locale, diventando un fattore di contrasto al fenomeno dello spopolamento.

Ciò vuol dire che il turismo che punta sul patrimonio storico-culturale e sulla riscoperta delle aree rurali potrebbe funzionare se venissero sfruttate nella giusta maniera piattaforme come quella della società americana, i cui effetti tangibili sulle comunità locali si riflettono nelle potenzialità di crescita dell’hospitality (nei piccoli borghi la media di posti letto disponibili per km quadrato è di 5,2) e dei settori dei trasporti e dell’intrattenimento, oltre che di quello delle agenzie di viaggio

La crescita dei piccoli comuni e delle dimore storiche

Giacomo Trovato, Country manager Airbnb Italia e sud est Europa, ha dichiarato all’ANSA che “Confrontando i dati di Airbnb di inizio 2023 con lo stesso periodo del 2019, pre-pandemia, le prenotazioni verso aree rurali e borghi sono cresciute a un tasso doppio rispetto a quelle verso le grandi città”.

Mentre al Sole 24 ore ha confermato che le richieste per le località al di fuori dei circuiti più battuti crescono molto più velocemente (75%) delle grandi città (40%).  In cima alla lista delle preferenze ci sono piccoli centri come Chiusa, in provincia di Bolzano, con una crescita in questo 2023 di oltre il 500% rispetto al 2019, ma anche Spello in provincia di Perugia con richieste in salita del 250%. Poi ancora la fiabesca Bard, il comune più piccolo della Val d’Aosta, che nel 2019 non aveva avuto nessuna prenotazione, mentre quest’anno registra flussi turistici più che importanti.

Ma è grande successo anche per le dimore storiche: le prenotazioni sono aumentate di oltre l’80% nel 2022 rispetto al 2019 e del 37% nei primi tre mesi del 2023 rispetto all’anno passato.

I desideri dei viaggiatori

Tanta voglia di piccole realtà locali da parte degli italiani, ma anche da parte dei viaggiatori stranieri. Sempre su Airbnb l’interesse per un viaggio nel Belpaese si riflette in prenotazioni che al momento sono state confermate nell’80% dei casi dagli stranieri.

Tra le componenti più apprezzate ci sono prezzo, posizione della struttura, servizi, attrazioni, ma anche l’esperienza a 360 gradi, partendo dalla possibilità di visitare destinazioni meno affollate per terminare l’avventura con addosso la sensazione di aver respirato la storia di luoghi unici.

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I viaggiatori mirano a ridurre l’impatto ambientale dell’aviazione

L’aereo è forse il mezzo di trasporto più comodo di sempre: in poche ore ci permette di arrivare da un capo all’altro del mondo, ma l’impatto ambientale di ogni volo è davvero notevole. Tra le tante iniziative volte a rendere più sostenibili i viaggi in aereo, nasce ClimOP. Il progetto europeo mira a ridurre del 75% le emissioni di CO2 entro il 2050. Per farlo, non si concentra solamente sull’innovazione in ambito aeronautico, ma soprattutto sull’organizzazione attuale dei voli, per trasformarla in ottica green. C’è però bisogno della collaborazione dei viaggiatori, e sono in molti a dichiararsi pronti a cambiare le loro abitudini per dare una mano all’ambiente.

Che cos’è il progetto ClimOP

Negli ultimi anni, è in corso una vera e propria rivoluzione green nel campo dell’aviazione. Ci sono compagnie aeree che spiccano per le loro politiche ecosostenibili, tra cui ad esempio Lufthansa che ha recentemente introdotto le sue Green Fares, tariffe volte a compensare le emissioni di carbonio. E la tecnologia avanza, rendendo possibile pensare ad un futuro in cui gli aerei saranno alimentati a idrogeno, azzerando così la loro impronta di CO2. Ma c’è bisogno di tempo, e intanto possiamo fare un passo avanti tutti insieme cambiando semplicemente un po’ le nostre abitudini di viaggio.

A rivelarci in che modo è ClimOP, il nuovo progetto europeo che ha come obiettivo la riduzione del 75% delle emissioni di CO2 e del 90% delle emissioni di NOX entro il 2050. Mentre attendiamo che nuove strategie e tecnologie sempre più all’avanguardia facciano il loro debutto sul campo, possiamo infatti adottare semplici misure che possono mitigare gli effetti dell’inquinamento prodotto dal traffico aereo. Certo, c’è bisogno della collaborazione dei viaggiatori, che dovrebbero essere disposti ad accettare un diverso sistema organizzativo. A quanto pare, in tanti sono pronti a fare propri dei piccoli ma importantissimi cambiamenti nel loro modo di volare, per viaggiare in modo responsabile.

Come cambieranno le abitudini dei viaggiatori

Nell’ambito del progetto ClimOP, è stato effettuato un sondaggio tra i passeggeri europei tra i 18 e i 44 anni, con una formazione scolastica avanzata e una posizione economica media, per analizzare le loro abitudini di viaggio e le loro opinioni in merito ad alcuni cambiamenti per rendere i voli più sostenibili. È emersa una grande disponibilità sia nel pagare tariffe maggiori che nel sopportare piccoli disagi, se l’obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale dei viaggi aerei. Ad esempio, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di essere pronta a spendere dal 25% al 50% in più per voli a corto o lungo raggio.

Ben due terzi di essi, inoltre, hanno affermato di essere favorevoli ad aumentare il tempo di volo (sino al 20% per il corto raggio e sino al 16% per il lungo raggio). Anche la possibilità di fare più tappe per raggiungere la destinazione finale è ben vista: questa è anche l’opportunità di scoprire nuove località che solitamente vengono solo sorvolate, e che quindi non sono affollate. Molti passeggeri sono anche disposti ad avere una minor scelta di voli, permettendo così alle compagnie aeree di diminuire la frequenza dei collegamenti. Al contempo, potrebbero optare per aerei più grandi e farli muovere solamente quando sono al completo.

Ciò su cui invece molti intervistati non sono d’accordo è una maggior limitazione sui bagagli: questo è da sempre un punto debole, visto che già molti vettori (soprattutto tra i low cost) richiedono dimensioni e peso ridotti per il bagaglio a mano e per quello in stiva. Infine, la maggior parte dei viaggiatori è disponibile a firmare una petizione per far sì che aumentino i voli a bassa emissione di CO2, così come a scegliere il loro prossimo viaggio aereo in base alla reputazione climatica della compagnia e del volo stesso.

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In Italia nascono 35 cammini religiosi: quali sono

Fare trekking lungo antichi cammini, seguendo le orme di grandi personaggi di fede che hanno lasciato tracce indelebili: è un’esperienza meravigliosa e tutta da vivere, soprattutto ora che ci prepariamo al Giubileo 2025. Per questo, il Ministero del Turismo ha deciso di catalogare i più suggestivi cammini religiosi italiani, per regalare ai turisti l’opportunità di fare escursioni lungo i tracciati di un passato lontanissimo nel tempo. Per il momento, sono ben 35 gli itinerari raccolti. Andiamo alla loro scoperta.

Turismo slow: i cammini d’Italia

Passeggiare indietro nel tempo, ammirando i segni lasciati da secoli di storia, è un’avventura che attira un sempre maggior numero di turisti: la voglia di concedersi una vacanza slow, a contatto con la natura, sembra crescere di anno in anno, soprattutto dopo la pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi mesi. Nel nostro Paese, l’offerta è davvero molto ampia. Ci sono tantissimi cammini tra cui scegliere, da quelli in alta montagna ai più semplici, perfetti persino per le famiglie. Sono molti anche i progetti volti a valorizzare questi itinerari, per far sì che non si perdano nel nulla, trascinando via con sé antiche testimonianze.

In occasione del Giubileo 2025, nasce così il Fondo per i Cammini Religiosi: l’iniziativa del Ministero del Turismo vuole non solo dare nuovo lustro ai sentieri spirituali d’Italia, ma anche stanziare i soldi necessari per lavori d’intervento sui percorsi stessi e sulle strutture pubbliche che sorgono lungo gli itinerari, creando luoghi di sosta, permanenza e svago per i pellegrini in viaggio. Per iniziare, sono stati individuati ben 35 cammini religiosi, alcuni già molto noti, altri decisamente meno conosciuti e assolutamente da scoprire.

I 35 cammini religiosi italiani

Sono molti i cammini religiosi che attraversano il nostro Paese, affrontando panorami meravigliosi. È il caso del Cammino di San Francesco di Paola, che si snoda in Calabria per ben 112 km, tra natura e bellissimi santuari, o del Cammino di San Giacomo in Sicilia, che invece collega Caltagirone al piccolo borgo di Capizzi, nell’entroterra isolano. Alcuni sentieri valicano i confini regionali, come il Cammino della Pace, che si dipana tra Abruzzo, Molise e Puglia, o il Cammino del Perdono – Sui passi di Celestino, che prevede diversi itinerari in tutto il centro Italia.

A cavallo tra Umbria e Lazio, il Cammino di San Benedetto segue le tracce di uno dei personaggi più importanti e spirituali di tutti i tempi. Mentre è nelle Marche che il Cammino dei Cappuccini ci permette di scoprire i luoghi simbolo che hanno segnato la nascita dell’ordine di frati. Ci sono poi itinerari che portano alla scoperta di splendidi edifici di culto, come quello dedicato al Santuario Madonna del Carmelo o la Via dei Santuari Mariani nell’Anello del Nisi, in provincia di Messina. Ecco l’elenco completo dei 35 cammini religiosi italiani.

  • Cammino di San Francesco di Paola
  • Cammino di San Giacomo in Sicilia
  • Santuario Madonna del Carmelo
  • Cammino della pace
  • Via Romea Germanica
  • Cammino dei Cappuccini
  • Cammino di San Benedetto
  • Cammino di San Vili
  • Cammino del Perdono – Sui passi di Celestino
  • Cammino di San Colombano
  • Via dei Santuari Mariani nell’Anello del Nisi
  • Sentier Transfrontalier
  • Cammino di Santu Jacu
  • Romea Strata
  • Via Francigena
  • Via Francigena Renana
  • Cammino di don Tonino
  • Cammino del Salento
  • Via di Francesco nel Lazio
  • Cammino di San Giorgio Vescovo
  • Cammino Materano – Sei vie di fede nel Sud Italia
  • Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna
  • Cammino Francescano della Marca
  • Cammino dei Protomartiri Francescani
  • Cammino minerario di Santa Barbara
  • Via di Francesco per Gerusalemme
  • Sentiero dei Fioretti
  • Di qui passò Francesco… con le ali ai piedi
  • Cammino di Oropa
  • Cammino di San Nilo
  • Cammino di San Bernardo delle Alpi
  • Cammino di San Carlo
  • Cammino di San Pellegrino
  • Cammino di Hasekura e dei martiri giapponesi
  • Cammino di San Bartolomeo
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Viaggi zaino in spalla? Ora puoi fare slackpacking

Uno dei modi più suggestivi di viaggiare è il backpacking, quello che noi comunemente chiamiamo “zaino in spalla”: economico ed emozionante, permette di addentrarsi nel cuore di luoghi incontaminati e andare alla scoperta di paesaggi meravigliosi, altrimenti irraggiungibili. Certo, non è un viaggio adatto proprio a tutti. Per questo, negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più lo slackpacking, un nuovo modo di fare escursioni. E presto potrebbe diventare il vero trend delle vacanze all’aria aperta. Scopriamo di che cosa si tratta.

Slackpacking, il nuovo trend di viaggio

Per capire che cos’è lo slackpacking, facciamo un passo indietro. Quando si parla di viaggi zaino in spalla, si intende un’escursione più o meno lunga (può durare persino qualche settimana!) durante la quale ci si incammina con un grande zaino contenente tutto quello di cui si può avere bisogno durante questa esperienza. Dal cibo al cambio di vestiti, passando per tenda e sacco a pelo: insomma, ci si carica sulle spalle l’intero bagaglio che dovrà bastare per tutta la vacanza. Anche perché, nella maggior parte dei casi, ci si addentra in luoghi in cui non è certo facile trovare altro che – se si è fortunati – un po’ di cibo aggiuntivo.

Il backpacking è dunque una vera e propria avventura, che però non è adatta a tutti. Occorrono un buon allenamento, tanta voglia di camminare e una capacità di adattamento non indifferente. Viaggi di questo genere non sono solitamente alla portata di chi ha qualche difficoltà di salute, o anche di chi si muove in famiglia e ha dei bambini con sé. Ci sono esigenze diverse che hanno spinto verso la nascita dello slackpacking, un nuovo modo di viaggiare zaino in spalla che permette ad un più vasto numero di turisti di sperimentare escursioni all’aria aperta.

Lo slackpacking altro non è che un viaggio “leggero” che prevede l’aiuto di un collaboratore (può essere un amico desideroso anch’esso di avventure, o più semplicemente qualcuno appositamente pagato per fare questo lavoro). Chi si mette in marcia porta con sé uno zaino piccolino, nel quale ha a disposizione tutto ciò che può servirgli durante la giornata: una buona scorta d’acqua, qualche pasto da consumare in viaggio e un cambio d’abiti per eventuali emergenze, oltre a piccoli strumenti come una torcia o un coltellino da campeggio. Al resto pensa il collaboratore: è lui ad attendere il viaggiatore in un punto di ritrovo concordato in precedenza, portando con sé (in genere in auto) attrezzatura pesante come la tenda, il sacco a pelo o il fornelletto da campeggio.

I vantaggi dello slackpacking

Lo slackpacking diventa così un viaggio avventuroso alla portata di quasi tutti, assolutamente da provare. Il peso caricato sulle spalle è molto più leggero, e alla fine di una lunga giornata all’aria aperta c’è qualcuno che ci aspetta con tutto l’occorrente per la notte, oltre a cibo e abiti puliti che non dovremo avere nel nostro zaino. Al mattino seguente, non dovremo far altro che preparare quello di cui avremo bisogno per la nuova giornata e lasciare che del resto si occupi il nostro collaboratore, che si farà trovare ancora una volta alla fine del nostro percorso quotidiano.

Questo nuovo trend di viaggio è l’ideale per chi ama fare trekking, anche se non ha un ottimo allenamento. Lo si può adottare anche per fare qualche tappa particolarmente difficile di un lungo itinerario a piedi, da adottare dunque in alternanza con il backpacking “puro”. E anche le famiglie possono cimentarsi in questa avventura, scegliendo naturalmente percorsi adatti anche ai ragazzini – e sempre avendo con sé tutto quello che può essere necessario per i più piccoli. Tutti pronti per partire verso una nuova, emozionante escursione?