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Contanti in viaggio: quanti si possono portare in aereo

Viaggiare in aereo comporta una serie di regole cui attenersi e non fa eccezione il trasporto di denaro contante.

Infatti, qui entrano in gioco leggi molto severe e precise che hanno l’obiettivo di evitare (o comunque arginare) il finanziamento al terrorismo e a qualsiasi altra attività illegale nonché il riciclaggio di denaro “sporco”.

Analizziamo la questione più nel dettaglio.

Denaro contante in aereo: cosa si intende?

Anche se si potrebbe pensare che “denaro contante” si riferisca appunto soltanto ai contanti veri e propri, le banconote e le monete, in realtà il termine fa riferimento a ogni tipologia esistente di pagamento, includendo anche:

  • assegni firmati (ma non completi del nome del beneficiario)
  • titoli e assegni al portatore
  • carte ricaricabili
  • oggetti preziosi (indossati e non): oro, diamanti, pietre preziose
  • i traveller’s cheques ovvero quella tipologia di assegni che consente al turista di avere con sé la somma di denaro che desidera, senza timore di perdere soldi ed essere derubato

La soglia di contanti che si può portare in volo

La specifica normativa antiriciclaggio e valutaria, aggiornata nel 2017, regola l’utilizzo e il limite dei contanti che si possono portare a bordo degli aerei.

In particolare, l’articolo 3, comma 1, del Decreto Legislativo numero 195 del 2008 impone la soglia di 10.000 euro non soltanto per i volo europei ma anche per i voli che partono o arrivano in paesi extra europei.

Le sanzioni previste in caso di trasgressione

Oltre a regolare il limite di contanti per i viaggi in aereo, le leggi prevedono anche sanzioni nel caso in cui la soglia venga superata senza alcuna dichiarazione.

Infatti, se la somma in eccesso non supera i 250.000 euro, il trasgressore pagherà una multa pare al 5% dell’importo eccedente direttamente all’ufficio doganale.

Se, invece, la cifra oltrepassa i 250.000 euro (o nel caso in cui il trasgressore rifiuti di pagare la multa) si attua il sequestro amministrativo del 40% dell’importo in eccesso cui si aggiunge una sanzione amministrativa pari anch’essa al 40% di tale importo.

La cifra sequestrata, se il trasgressore ne ha diritto e ha fatto richiesta, potrà essergli restituita entro 5 anni.

Cosa fare se la cifra trasportata supera il limite consentito

Nel caso in cui la somma che si deve portare in volo superasse la cifra consentita di 10.000 euro, il viaggiatore ha l’obbligo di dichiararlo al fine di evitare le sanzioni previste.

La dichiarazione va effettuata compilando un apposito modulo che può essere richiesto presso l’ufficio doganale oppure scaricato direttamente dal sito dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Una volta compilato, il modulo va consegnato all’ufficio doganale sia in partenza che in arrivo dall’Italia e anche a tutte le frontiere sia con Paesi Europei che extra europei.

Infatti, ogni dogana redige la propria parte e stampa una copia del modulo così che l’originale rimanga sempre in possesso del dichiarante.

Sul modulo è necessario indicare da dove proviene il denaro, il nome della persona cui è destinato e l’uso che se ne intende fare.

In caso di dubbi legali rimane fondamentale rivolgersi a un esperto in materia per essere sempre aggiornati su possibili modifiche e/o integrazioni.

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Il segreto di viaggiare leggeri con prodotti travel-size

Bello viaggiare, anzi bellissimo. Ma quando arriva il momento di dover fare la valigia ecco che monta l’ansia. Cosa mettere, quanto portare, l’overweight e la dimensione del bagaglio sono tutti stress che bisogna affrontare.

C’è chi inizia tempo prima a stilare una lista delle cose da mettere nella valigia, chi invece mette insieme quattro cose che vadano bene con qualsiasi clima e che si abbinino con tutto e la chiudono on quattro e quattr’otto.

Per le donne c’è un problema in più, però: creme, trucchi, shampoo, solari. Oltre al peso di tutti questi prodotti beauty, c’è il problema del limite dei liquidi che si possono imbarcare in aereo (per chi viaggia in auto o treno ovviamente il problema non sussiste).

Ci sono due scuole di pensiero: acquistare prodotti travel-size o travasare i propri in piccoli contenitori.

Acquistare prodotti travel-size

Ormai sono tantissime le aziende di prodotti di bellezza a proporre le piccole confezioni di (quasi) tutto ciò che acquistiamo regolarmente. Dagli shampoo alle creme per il corpo, dentifrici, deodoranti, balsamo, ma anche trucchi in versione ridotta, piccoli mascara, matitine per occhi e labbra, mini-rossetti. Qual è il solo problema: la spesa. Sì, perché, oltre ad acquistare la confezione normale se si desidera avere anche la versione travel-size è un costo in più.

È vero che chi viaggia poi può lasciare tutto direttamente nel beauty da viaggio e riutilizzare tutti i prodotti ancora, ma bisogna ottimizzare la spesa viaggiano spesso, altrimenti i prodotti scadono. le creme solitamente hanno una durata che arriva a un massimo di 18 mesi. È importante leggere sempre le etichette dei prodotti cosmetici.

Inoltre, bisogna sempre ricordare che se è vero che i contenitori di liquidi non devono superare i 100 ml contenti in una busta a sua volta trasparente e comunque tutti assieme non possono eccedere un litro. Quindi, acquistate sì, ma senza esagerare. Il rischio è di dover abbandonare i nuovi e costosissimi prodotti al controllo bagaglio.

Travasare i propri prodotti

La soluzione più indicata in termini di risparmio economico e anche di sostenibilità è quella di acquistare una volta per tutte un kit di contenitori da viaggio e di travasare i propri prodotti a cui siete affezionati e che magari sono difficili da reperire all’estero.

La soluzione più indicata in termini di risparmio economico e anche di sostenibilità è quella di acquistare una volta per tutte un kit di contenitori da viaggio e di travasare i propri prodotti a cui siete affezionati e che magari sono difficili da reperire all’estero.

Certo, bisogna avere pazienza e travasare creme, profumi e quant’altro in piccoli contenitori e poi ricordarsi cosa contiene uno e cosa l’altro, ma per questo esistono piccole etichette o pennarelli indelebili per scrivere sulla plastica.

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In Italia si potrà viaggiare come una volta

L’obiettivo è dare sempre più vita a un turismo di qualità, sostenibile e attento. Un modo di viaggiare lento e che permetta di riscoprire i patrimoni del territorio italiano, compresi quelli delle località meno note ma che sono comunque assolutamente speciali.

E a lavorare su questo è il Gruppo Ferrovie dello Stato che ha presentato “FS Treni Turistici Italiani”, una nuova società che propone servizi ferroviari pensati e calibrati per un turismo di questo tipo e che aiutino a vivere il viaggio in treno come un momento integrante della vacanza, elemento di qualità dell’esperienza turistica complessiva.

FS Treni Turistici Italiani

Un progetto estremamente interessante e che vede l’introduzione di tre ambiti di servizio differenti. Il primo riguarderà il Lusso, con la trazione dei prestigiosi treni come l’Orient Express – la Dolce Vita – che debutterà a partire dal 2024 – e poi il mitico Venice Simplon Orient Express di Belmond che già solca i binari di eccezionali itinerari europei;

Il secondo ambito sarà relativo a Espresso e Treni Storici e introdurrà di nuovi collegamenti, anche notturni, su tratte a medio-lungo raggio tra le principali città italiane e località turistiche, come treni notturni o diurni da Roma/Milano per Calalzo/Cortina, San Candido, Milano – Genova con diramazioni per Ventimiglia/Livorno; Roma – Metaponto – Catanzaro via Jonica e Reggio Calabria.

In queste circostanze, gli ospiti avranno il privilegio di viaggiare a bordo di treni Espressi composti da vetture anni ‘80 e ‘90 perfettamente riqualificate e ammodernate ad uso esclusivamente turistico nelle officine ferroviarie di Rimini.

Officine che, a loro volta, si trasformeranno in una sorta di atelièr dei refitting di questo segmento, costituito da vetture che offrono ambienti di servizio differenziati (carrozze ristorante con cucina espressa a bordo, vetture letto, vetture meeting, bagagliai per trasporto bici, sci e mezzi per la mobilità sostenibile).

FS Treni Turistici Italiani, al contempo, gestirà le corse realizzate con i treni storici, di proprietà della Fondazione FS, in diverse regioni e aree di interesse storico-paesaggistico d’Italia, con programmi ad hoc e frequenze più regolari, tour che abbinano il viaggio in treno a soste per visite guidate, percorsi pedonali e degustazioni.

Il terzo e ultimo ambito sarà Omnibus–Regionali, servizi che assicureranno la circolazione di treni regionali nei fine settimana, a tariffe vantaggiose e accessibili a tutti, su linee che attraversano territori ricchi di storia, di borghi e aree di interesse paesaggistico e naturalistico, contraddistinte da gustose tradizioni enogastronomiche e agroalimentari. Anche in questo caso, la programmazione del viaggio, le soste e gli orari saranno studiati proprio in chiave turistico-esperienziale.

I viaggi in treno saranno sempre più desiderati

Nel nostro Paese la domanda relativa al turismo ferroviario cresce di giorno in giorno. FS Treni Turistici Italiani contribuirà perciò a promuovere un modo di viaggiare veramente sostenibile per raggiungere sia destinazioni note, sia mete fuori dai classici circuiti.

Si stima che nel 2030 i viaggiatori nel mondo raggiungeranno quota 2 miliardi e, come è possibile immaginare vista la bellezza del nostro territorio, gran parte di questi turisti sceglieranno l’Italia, con una crescita dei flussi prevista soprattutto dall’Asia.

Attualmente il Belpaese è alla quinta posizione al mondo per numero di visitatori, con circa 56 milioni di arrivi internazionali nel 2022 e una previsione di oltre 75 milioni di viaggi dall’estero nel 2023.

In più, secondo un recente studio effettuato dall’Università Bocconi di Milano per conto della Fondazione FS, ogni viaggiatore, a fronte di 1 euro speso nell’acquisto di servizi con treno storico-turistico, spende almeno 1,50 euro e fino a 3,18 euro in beni e servizi offerti dal territorio attraversato: un effetto moltiplicatore che senza ombra di dubbio contribuirà a generare ricchezza per le aree interne del nostro affascinante Paese.

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Robert De Niro innamorato di Napoli e dei suoi quartieri

Quest’anno vanno tutti pazzi per Napoli. Boom di turisti italiani dopo il grande successo della fiction Tv “Mare fuori“, ma anche di turisti stranieri dopo che la squadra di calcio cittadina ha vinto lo scudetto.

Per celebrare la vittoria, la città si è illuminata di azzurro, il colore della maglia ufficiale dei calciatori del Napoli: dalla Fontana del Nettuno al Maschio Angioino alla facciata di Castel dell’Ovo, tutti i luoghi simbolo di Napoli rendono omaggio a una vittoria attesa da 33 anni. Ma non solo: bandierine, murales e festoni sono apparsi un po’ in tutta la città che oggi appare ancora più gioiosa e più bella.

De Niro turista a Napoli

E insieme a tanti turisti curiosi sono arrivate anche le celebrity, attirate dal richiamo di questa splendida città in festa. L’ultimo a essere stato attratto da Napoli è Robert De Niro.

In vacanza in Italia da qualche giorno sta girando il Belpaese a bordo di un mega yacht. Si era già fatto immortalare a Panarea, alle Eolie, dove ha trascorso una vacanza insieme ad alcuni amici mentre era al ristorante davanti a un piatto di gnocchi, melanzane e tartare di verdure, poi aveva fatto tappa a Capri, nella Penisola Sorrentina e sulla Costiera Amalfitana.

Una Napoli insolita

A Napoli, l’attore ha visitato diversi luoghi della città, anche non convenzionali. Ha girato per il folkloristico rione Sanità, reso celebre dalla fiction “Mina Settembre“, con Serena Rossi. Ha visitato lo Jago Museum, il nuovo museo dello scultore-fenomeno italiano degli ultimi anni, nella chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi, nel cosiddetto Borgo dei Vergini.

La pizza napoletana

Il divo hollywoodiano, nel suo giro partenopeo, tra selfie e autografi distribuiti qua e là, non ha potuto esimersi dal provare una vera pizza napoletana e ha scelto una famosa pizzeria del rione Sanità così come ha voluto assaggiare il famoso fiocco di neve, uno dei dolci più celebri di Napoli.

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Bergamo e Brescia elogiate da ‘El Mundo’: “Due gioielli italiani da scoprire”

La bellezza paesaggistica e monumentale, la storia che si lascia attraversare, la vivacità culturale e le tradizioni gastronomiche di Bergamo e Brescia varcano i confini italiani e approdano in Spagna, sulle pagine del quotidiano El Mundo. L’articolo si dipana come un viaggio alla scoperta delle due città, invitando i visitatori a visitarle e stuzzicando la loro fantasia attraverso la descrizione di peculiarità e curiosità di questi “due gioielli della Lombardia che, oltre a condividere una regione del nord del Paese, quest’anno si fregiano insieme del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023”.

Bergamo e Brescia, raccontate da El Mundo

“In una è stato inventato il famoso gelato alla stracciatella, ispirato all’omonima zuppa fatta con brodo e uovo sbattuto. L’altra ha vinto l’ultima edizione del concorso per il miglior panettone del mondo”. Così Isabel García inizia il suo articolo pubblicato su El Mundo in cui celebra Bergamo e Brescia, “lontane dal classico circuito di Roma, Firenze o Venezia ma con tanta storia, bellezza e brio come ognuna di loro”.

Come ricorda la giornalista spagnola, è la prima volta che due città detengono contemporaneamente l’ambito riconoscimento, dando vita a una sola Capitale della Cultura. Lo stesso tema portante, “La città illuminata”, intenzionalmente singolare e non plurale, è una prima testimonianza della decisione che Bergamo e Brescia hanno preso nel progettare insieme questo anno speciale. I visitatori sono invitati a scoprire questi “tesori nascosti” a circa un’ora da Milano,  separati da una cinquantina di chilometri, godendo dei progetti e iniziative che nel 2023 le stanno vedendo brillare più che mai, tra mostre, festival, concerti e programmi imperdibili.

Ma come appaiono queste due perle italiane agli occhi degli stranieri? Ciò che colpisce al primo sguardo è lo splendido paesaggio in cui sono incastonate, “al riparo tra montagne verdi, vallate lussureggianti, laghi eterni (come il Garda) e castelli arroccati prodigiosamente sulle colline”. E poi c’è il loro autentico fascino senza tempo, una storia che si legge su ogni pietra, ciascuna scritta nel suo modo peculiare. “Bergamo è medievale, preziosa ed elegante. Brescia, importante colonia romana nell’antichità”. La penna si sofferma quindi su una descrizione più dettagliata di ciascuna delle due città, svelando curiosità e attrattive, e guidando i lettori in un viaggio che ha in sé tutto il gusto autentico della scoperta.

Bergamo, attrazioni imperdibili e curiosità culinarie

Si comincia con Bergamo, partendo da Piazza Vecchia, epicentro della Città Alta, descritta dal celebre architetto Le Corbusier come “la più bella d’Europa”, con il Palazzo della Ragione, la fontana Contarini e le sue trattorie, la contigua Piazza del Duomo e la basilica di Santa Maria Maggiore. Le suggestioni medievali sono ancora palpabili nei 100 rintocchi del Campanone della Torre Civica, che continuano a suonare ogni sera alle 22, per ricordare quando le quattro porte della città si chiudevano per il coprifuoco notturno.

Nella zona bassa, invece, la giornalista di El Mundo invita a non perdere l’Accademia Carrara, considerata il museo del collezionismo italiano, che offre un viaggio di cinque secoli attraverso la storia dell’arte italiana, dal Rinascimento all’Ottocento, tra capolavori firmati da Botticelli, Raffaello, Bellini, Rubens, Tiziano o Caravaggio, il cui allievo, Cecco, è protagonista di una delle mostre chiave di questo 2023.

A stuzzicare la curiosità (e il palato) dei visitatori è anche la storia del primo gelato alla stracciatella, “inventato nel 1961 al caffè La Marianna per mano di Enrico Panattoni, il suo titolare, che ideò un composto che veniva stracciato versando cioccolato fuso sopra una crema di panna, latte, tuorli e zucchero. Nel bar si usano ancora le macchine verticali di allora, le Carpigiani L40, con campana in rame stagnato. Da notare – ricorda Isabel García – che la cucina è una parte vitale di Bergamo, tanto da essere stata Città Creativa della Gastronomia dall’Unesco e Città Europea del Formaggio, con 30 tipologie offerte”.

Bergamo

Fonte: iStock

Bergamo, tra attrazioni e curiosità

Brescia, viaggio nella natura, nella storia e nel gusto

Da Bergamo si parte alla volta di Brescia, e l’articolo di El Mundo ricorda che ci sono diversi modi per farlo. Tra questi, la pista ciclabile di 155 chilometri tra castelli, monasteri, uliveti e montagne, e la Via delle Sorelle, un percorso escursionistico bidirezionale di 130 chilometri in sei tappe che attraversa 36 comuni, mostrando il lato più verde e naturale delle due città, oltre alle loro meraviglie urbane.

Fiore all’occhiello della città è il Parco Archeologico di Brixia, la Brescia romana, patrimonio dell’UNESCO, che offre un percorso nella città antica tra i più significativi e meglio conservati d’Italia. Qui si può camminare nella storia, tra il santuario di età repubblicana, il Capitolium con i resti di età imperiale e le integrazioni museali ottocentesche, la Vittoria Alata, con parte del deposito dei bronzi e il Teatro Romano.

Fno al termine dell’anno, Piazza Vittoria ospita il portale “The gate 2023”, realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura. Il progetto consiste in due installazioni (l’altra situata a Bergamo in piazza Matteotti), che collegano in tempo reale le due città e permettono un’interazione diretta ed esperienziale per tutti coloro che le attraverseranno.

Oltre ai vari tesori artistici, architettonici e culturali, Brescia è famosa anche per un altro fenomeno pressoché unico in Italia: la cosiddetta “piazza delle due cattedrali”, con il Duomo Nuovo che si erge maestoso al centro di Piazza Paolo VI, vantando la terza cupola più alta d’Italia, e il Duomo Vecchio, conosciuto anche come “Rotonda” per la sua forma circolare – fu costruito a partire dal 1.100 da una antichissima Corporazione di muratori specializzati.

Lo sguardo viene poi rapito dal Castello arroccato sul colle Cidneo, che costituisce uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia e il secondo più grande d’Europa, in cui si possono leggere ancora oggi i segni delle diverse dominazioni. Tra le sua mura, accoglie anche due musei: il Museo delle Armi Luigi Marzoli e il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia. Ai suoi piedi – si legge ancora su El Mundo – si trova, invece, il prestigioso vigneto Pusterla, riconosciuto come il più grande vigneto urbano produttivo del Vecchio Continente. Infine, la giornalista spagnola invita a non lasciare Brescia senza aver prima provato alcuni dei suoi piatti forti: i casoncelli, tipici ravioli bresciani ripieni di carne, e per dessert, il bossolà, descritto dall’autrice spagnola come “una sorta di delizioso panettone con un buco al centro”.

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Brescia, viaggio nella natura e nella storia
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Carta d’identità: quando è valida per l’espatrio e quando no

Ottenere il passaporto in tempi brevi è diventato ormai un miraggio, quindi molte persone decidono di viaggiare con la carta d’identità. In molti Paesi si può entrare avendo semplicemente questo unico documento di riconoscimento, purché però sia valido per l’espatrio. Come riconoscerlo, per evitare inconvenienti dell’ultimo momento? Scopriamo tutto quello che c’è da sapere.

Carta d’identità: quando è valida per l’espatrio

La carta d’identità può sostituire il passaporto per viaggiare all’estero? In alcuni casi sì: è importante che il documento sia valido per l’espatrio e che si vada solamente in quei Paesi dove agli italiani non è richiesto il passaporto. Vediamo nel dettaglio come funziona. Innanzitutto, dobbiamo capire se la nostra carta d’identità è valida per l’espatrio. Se il documento – in particolar modo quello cartaceo – è diventato illeggibile, è rotto o la foto non è più chiaramente riconoscibile, può facilmente non essere accettato per viaggiare al di fuori del nostro Paese.

Inoltre è importante controllare che non vi sia chiaramente stampata sopra la dicitura “non valida per l’espatrio”: sulla carta d’identità cartacea e sulla vecchia carta d’identità elettronica si dovrebbe trovare sul retro, mentre sulla nuova carta d’identità elettronica è scritta sul fronte, in basso a destra. Qualora non vi sia questa dicitura, il documento è considerato valido per l’espatrio. Attenzione però alle eventuali proroghe: se la validità della carta d’identità cartacea è stata estesa mediante timbro, non può più essere utilizzata per l’espatrio.

Cosa fare se la carta d’identità non è valida per l’espatrio

Nel caso in cui il nostro documento non fosse valido per l’espatrio, ma volessimo comunque viaggiare senza passaporto, occorre procedere subito con il rinnovo della carta d’identità. Come fare? Bisogna rivolgersi presso l’ufficio Anagrafe del proprio comune di residenza, portando con sé una fototessera, il codice fiscale o la tessera sanitaria e il vecchio documento d’identità. Nel caso in cui quest’ultimo fosse andato perso, bisogna avere il passaporto o presentarsi con due testimoni muniti di documento di riconoscimento.

Al momento della richiesta della nuova carta d’identità (ormai la quasi totalità dei comuni italiani rilascia quella elettronica), bisogna specificare che la si desidera valida per l’espatrio. In caso contrario, verrà rilasciato un documento con la dicitura “non valida per l’espatrio”. La CIE viene spedita direttamente all’indirizzo del richiedente o presso l’ufficio Anagrafe del proprio comune di residenza, nel giro di 6/10 giorni lavorativi. Per questo motivo è importante verificare la validità del documento con un buon anticipo rispetto alla partenza: il rischio è di non poter viaggiare.

In quali Paesi si può viaggiare senza passaporto

Vediamo infine quali sono i Paesi nei quali si può viaggiare muniti della sola carta d’identità valida per l’espatrio. Innanzitutto, vi sono i Paesi europei che aderiscono all’area Schengen: Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera.

Si può poi entrare con la sola carta d’identità anche in Albania, Bosnia-Erzegovina, Gibilterra, Principato di Monaco, Repubblica di Montenegro (per un soggiorno di durata max. di 30 giorni) e Territori Francesi d’Oltremare. In Egitto è necessario portare con sé anche una foto per il visto, mentre in Marocco, in Tunisia e in Turchia la carta d’identità è sufficiente solo per chi entra con un viaggio organizzato.

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Val di Mello, una meraviglia tutta italiana

Viviamo in un Paese in cui, per fortuna, sopravvivono ancora delle zone incontaminate, dove la natura regna indiscussa con tutte le sue sfumature e dove l’essere umano viaggia con una mano sul cuore, ovvero rispettando come si deve tutto ciò che incontra. Un patrimonio, il nostro, fatto di magnifici scenari montuosi impreziositi da torrenti spumeggianti, laghetti che sembrano dipinti, cime che si innalzano fiere e una vegetazione lussureggiante, come quella della Val di Mello.

Dove si trova la Val di Mello

La Val di Mello è una sorprendente valle laterale della Val Masino. Situata al confine con le Alpi svizzere, ha la sua “porta d’ingresso” presso il paese di San Martino, in provincia di Sondrio, e termina nei pressi del gruppo del monte Disgrazia, una vetta relativamente solitaria di ben 3.678 metri di altitudine.

Non esageriamo quando scriviamo che si tratta di un luogo incantato: nel 2009 la Lombardia ha riconosciuto la Val di Mello come riserva naturale, tanto da essere oggi l’area protetta più grande della regione. Ciò vuol dire che qui, in alcuni periodi dell’anno, non ci sono automobili e che l’aria che si respira è quella pura e cristallina di alta montagna.

Data la sua audace e autentica spettacolarità, la Val di Mello è conosciuta persino come la piccola Yosemite italiana, merito certamente della sua natura mozzafiato, ma anche dei suoi singolari paesaggi fatti di corsi d’acqua color smeraldo, rigogliosi boschi di conifere, bestiame al pascolo e baite alpine che rendono il territorio altamente fiabesco.

Val di Mello, Lombardia

Fonte: iStock

Un fiabesco angolo della Val di Mello

Estesa su 4.560 ettari di territorio, è il posto perfetto per chi è in cerca di pace e di quel contatto con la natura privo di qualsiasi elemento architettonico e condito dal suono dell’acqua che scorre, insieme alle tipiche melodie del vento tra le foglie.

Cosa c’è in questa graziosa valle

In Val di Mello la natura non si risparmia, ma anzi offre spettacoli di rara bellezza. Il modo migliore per conoscerla nella sua totalità e in tutte le sue sfaccettature è quello di percorrerla per intero.

La buona notizia è che esiste un tragitto che prevede circa 2 ore di camminata per la sola andata: la prima metà si svolge lungo una pianeggiante mulattiera, la seconda sale per circa 400 metri di dislivello in un fitto bosco.

Il punto di partenza è San Martino Valmasino da dove si percorre tutta la mulattiera che parte dal “Gatto Rosso”, in località Ca’ Panscer, per raggiungere il vasto laghetto del Qualido.

A quel punto si prosegue in piano lasciandosi sulla destra il piccolo nucleo rurale di Ca’ di Carna dove si incontra il cosiddetto Bidet della Contessa, un altro specchio d’acqua che lascia senza fiato. Si giunge poi a Cascina Piana, il più grosso nucleo di baite della valle, per poi superare l’ultimo gruppo di baite della località Rasica.

Da qui il sentiero cambia completamente volto: ci si addentra nella foresta e dopo alcune brevi salite circondate da curiosi e grandi massi di granito si arriva sul fondo della Val di Mello, nei pressi del ponticello sul torrente Torrone e della Cascata della Chiusa.

Camminando tra abeti d’alto fusto e costeggiando il margine inferiore delle Placche dell’Oasi, si superano diversi tornanti fino a ritrovarsi dinnanzi agli spettacolari alpeggi dell’Alpe Pioda. Il ritorno si effettua lungo lo stesso percorso fino alle baite di Rasica, da dove si può intraprendere anche un sentiero alternativo che scende direttamente a San Martino Valmasino.

Il granito della Val di Mello

Fonte: iStock

Profili di montagne in Val di Mello

Le tappe da fare lungo il percorso

La preziosa Val di Mello è composta da due territori: una riserva “integrale” e una “zona speciale”. Al suo interno sono racchiusi piccoli siti rurali abitati e graziose valli adiacenti, come la Val del Ferro. La prima, ossia la riserva “integrale”, è accessibile solo dal personale forestale autorizzato, mentre l’altra è accessibile a tutti.

Ed è proprio in quest’ultima che, passo dopo passo, è possibile fare soste bellissime e attraverso cui conoscere più a fondo l’anima integra e intatta di questo spettacolare territorio lombardo.

Da località Ca dei Rogni, il primo nucleo di baite che si incontra lungo il cammino, vale la pena fare una piccola deviazione di circa 10-15 minuti per ritrovarsi al cospetto della Cascata del Ferro. Composta di quattro fragorosi flussi d’acqua che si tuffano da poderose placche granitiche, regalano uno scenario incontaminato ed altamente sorprendente.

Un’altra tappa che vale la pena fare è il laghetto Qualido che riesce ad evocare emozioni perché vi si riflettono i monti e gli alberi circostanti. Nato recentemente, ovvero nel 2009, per colpa di una frana che ha parzialmente sbarrato il corso del Torrente Mello, offre acque cristalline che vanno dal verde giada al turchese, dal celeste al blu più profondo. E sì, è perfetto anche per fare un piccolo tuffo ristorativo.

Poi ancora il Bidet della Contessa, forse il luogo più iconico di tutta la Val di Mello. Così chiamato perché, secondo una delle varie leggende locali, in un’epoca lontana esisteva una nobile donzella che era solita rinfrescarsi in questo specchio d’acqua, è un laghetto dalle acque limpide in cui si riflettono fusti verdissimi e un cielo azzurro infinito, mentre come sfondo ci sono alte e affascinanti montagne.

Perfettamente balneabile (ma dalle acque assai fresche), è impreziosito da un minuto isolotto e da grandi pietre che gli conferiscono un fascino ancor più unico nel suo genere.

Bidet della Contessa, Val di Mello

Fonte: iStock

Il bellissimo Bidet della Contessa

Cos’altro fare

La Val di Mello presenta diverse strutture che possono essere usate come punto d’appoggio per le attività escursionistiche e alpinistiche, tra cui bivacchi e rifugi.

In più, è un importante sito d’arrampicata per il bouldering e le vie lunghe su roccia di granito. Vi basti sapere che sono presenti una ventina di pareti, tra le più conosciute non possiamo non menzionare il Precipizio degli Asteroidi e lo Scoglio delle Metamorfosi.

Molto soddisfazione la troveranno anche coloro che desiderano fare l’arrampicata sportiva in quanto qui ci sono più di 300 vie di arrampicata di ogni tipologia, dai gradi più bassi fino a quelli più alti. Tra le più iconiche c’è quella del “Sasso Remenno“, il più grande monolito roccioso d’Europa.

Infine, dalla Val di Mello è possibile intraprendere quello che è conosciuto con il nome di Sentiero Roma, una delle più celebri Alte Vie delle Alpi che sorprende ed emoziona grazie alla sua vera e propria esplosione di natura incontaminata.

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Come viaggiare sicuri con cani e gatti

Chiunque abbia un animale domestico sa benissimo quant’è difficile separarsene per le vacanze. Perché non partire insieme? Con qualche piccolo accorgimento in più, è possibile vivere un’avventura meravigliosa in compagnia del proprio amico a quattro zampe. Ma ci sono alcune regole da seguire, per far sì che il viaggio non si trasformi in un incubo. L’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) ha stilato alcune linee guida utili da consultare prima della partenza. Scopriamo come viaggiare in sicurezza con cani e gatti.

Viaggiare con cani e gatti: cosa sapere

L’opuscolo redatto dall’Oipa è senza alcun dubbio il punto di partenza per iniziare a programmare il prossimo viaggio in compagnia di un animale domestico, soprattutto se è la prima volta che lo facciamo. Non si può infatti partire all’avventura quando ci sono di mezzo i nostri fedeli compagni a quattro zampe: la parola d’ordine è proprio organizzazione, perché improvvisare potrebbe essere davvero molto rischioso. Andiamo dunque con ordine e scopriamo tutto quello che c’è da sapere per andare in vacanza con i nostri amici pelosi.

Innanzitutto, la prima cosa da fare è pensare alla destinazione delle nostre vacanze. Se decidiamo di rimanere in Italia, tutto è molto più semplice: per i cani è necessario avere dietro il libretto sanitario e il certificato di registrazione presso l’anagrafe canina. Per i gatti basta invece il libretto sanitario, visto che (a parte due regioni) non c’è ancora l’obbligo di microchip. Tuttavia, valutate l’idea di metterlo ugualmente, per non correre il rischio di smarrire il vostro micio e per poterlo identificare più facilmente in caso di problemi.

Diversa è la situazione se preferiamo partire per l’estero. In questo caso, cani e gatti hanno bisogno del passaporto europeo, chiamato anche pet passport: si tratta di un documento che contiene tutti i dati necessari all’identificazione dell’animale, incluso il microchip. Inoltre è obbligatorio essere in regola con le vaccinazioni, in particolar modo per quanto riguarda l’antirabbica (nei cuccioli può essere effettuata a partire dai 3 mesi, e ci si può mettere in viaggio solamente 21 giorni dopo la prima inoculazione). Alcuni Paesi stranieri prevedono ulteriori restrizioni, quindi è bene informarsi con largo anticipo.

Le regole per viaggiare in aereo

Se vogliamo andare in luoghi distanti, probabilmente dovremo prendere l’aereo. In questo caso, è più che mai fondamentale muoversi con largo anticipo: il rischio è di rimanere a terra, se ci si dimentica di qualche documento o non si è al corrente di tutte le regole da rispettare. Generalmente, le compagnie aeree low cost non consentono di viaggiare con animali domestici, ad eccezione di quelli di servizio – i cani guida per passeggeri non vedenti o non udenti. Dobbiamo quindi, come prima cosa, trovare un vettore che accetti il nostro amico a quattro zampe. Verifichiamo anche il supplemento di prezzo per poter partire con un animale, sul sito della compagnia.

Prenotiamo il prima possibile, perché i posti riservati agli animali sono pochissimi. Quindi controlliamo tutti i requisiti richiesti per poter viaggiare con cani e gatti. Oltre al libretto sanitario o al pet passport (se si va all’estero), dobbiamo verificare quali sono le disposizioni sanitarie del Paese di arrivo – e anche di quello in cui eventualmente transitiamo, in caso di volo con scalo. Ricordiamo di organizzarci per tempo, perché alcune vaccinazioni richiedono fino a diverse settimane di attesa dall’inoculazione prima di essere considerate effettive. Se voliamo in “code sharing”, ovvero con un biglietto acquistato presso una compagnia ma a bordo di un aereo appartenente ad un altro vettore, dobbiamo rispettare le disposizioni stabilite da quest’ultimo.

Vediamo infine alcune regole generali di comportamento per il viaggio in aereo (attenzione, possono variare in base alla compagnia aerea!). Cani e gatti possono viaggiare in cabina se il loro peso, incluso il trasportino in cui si spostano, non è superiore ai 10 kg. Per pesi superiori, l’animale viaggia in stiva. Il trasportino deve essere grande a sufficienza da consentire al cane o al gatto di girarsi o accucciarsi senza difficoltà, inoltre deve essere ben aerato, impermeabile e di materiale robusto. Le sue dimensioni devono essere tali da poter essere collocato sotto il sedile del passeggero. Ricordiamo di portare sempre con noi cibo e acqua fresca per il benessere del nostro amico peloso.

Le regole per viaggiare in treno

Per spostamenti più brevi o dove non è possibile far viaggiare il cane in aereo, si può andare in treno. In questo caso, a parte la regola del pet passport per andare all’estero, ogni compagnia ha le sue regole. Prendiamo ad esempio Trenitalia per capire come occorre generalmente muoversi. Per spostarsi con un gatto, non è richiesto alcun documento – ma è sempre meglio avere dietro il libretto sanitario e l’eventuale attestato di microchip. Se si viaggia verso Paesi esteri, invece, serve il passaporto europeo. Per i cani è invece necessario avere il certificato di iscrizione all’anagrafe canina e il passaporto (in caso di viaggi da/verso l’estero).

I gatti devono viaggiare all’interno del loro trasportino, mentre per i cani (sono accettati di qualsiasi taglia) è previsto solamente l’obbligo di tenerlo al guinzaglio e di avere la museruola a disposizione. Occorre far attenzione alla carrozza prenotata, perché non tutte consentono l’accesso a cani e gatti (è il caso, ad esempio, dell’Area Silenzio delle Frecce). Per tutti gli animali domestici può essere richiesto un supplemento di prezzo, mentre i cani guida per persone non vedenti viaggiano gratuitamente su tutti i treni e non hanno alcun obbligo.

Le regole per viaggiare in nave

Anche per i viaggi in nave le regole cambiano a seconda della compagnia, e non è possibile individuare delle linee guida generalmente valide. Facciamo allora qualche esempio (ricordando sempre di verificare sul sito ufficiale che le disposizioni siano ancora invariate). La Grimaldi Lines permette di viaggiare con animali domestici o prenotando le apposite cabine o sistemandoli negli alloggi ad essi dedicati. I cani possono poi passeggiare con il loro padrone sui ponti esterni, al guinzaglio e con museruola, mentre è vietato l’accesso alle zone comuni e ai ristoranti.

Per Moby Lines valgono all’incirca le stesse regole: ci sono alloggi adibiti al ricovero degli animali e cabine espressamente dedicate a chi viaggia con i propri amici a quattro zampe. Mentre Sardinia e Corsica Ferries richiede un certificato di vaccinazione e di buona salute, valido 3 mesi dal rilascio, per accogliere gli animali a bordo. Nel caso in cui si è diretti verso la Corsica o le isole Baleari, è necessario che il cucciolo abbia almeno 15 settimane e che gli animali siano forniti di microchip, passaporto europeo e vaccinazione antirabbica.

Le regole per viaggiare in auto

Molte persone, se accompagnate dai loro animali domestici, preferiscono viaggiare in auto. È senza dubbio la scelta più semplice, soprattutto per distanze non troppo lunghe. Ma anche in questo caso ci sono delle regole da rispettare: quelle previste dal Codice della Strada. In particolare, è consentito il trasporto di animali domestici custoditi in gabbia o nel trasportino, oppure nel vano posteriore – purché diviso da rete o analogo mezzo idoneo. Queste misure sono indispensabili affinché non vi sia il rischio che il cane o il gatto possano disturbare il conducente, oltre che ovviamente per l’incolumità stessa dell’animale.

Prenotare il soggiorno con gli animali

Dopo aver visto come muoverci in sicurezza con cani e gatti, scopriamo quali sono le regole fondamentali per prenotare un soggiorno. Che si tratti di una casa vacanza, un bed&breakfast o un hotel, è importante assicurarsi che gli animali siano ammessi (e in che misura) prima della prenotazione. Ci sono strutture che vietano loro l’ingresso, altre che prevedono limiti di numero o di dimensioni, accettando solo quelli di piccola taglia, altre ancora che sono pet friendly e non pongono alcun problema nell’accogliere i nostri amici a quattro zampe.

Verifichiamo inoltre se ci sono costi aggiuntivi, spesso inseriti per la pulizia extra necessaria alla fine del soggiorno. Una volta giunti a destinazione, controlliamo se ci sono regole particolari – come ad esempio il divieto d’accesso per gli animali nelle aree comuni e nella sala ristorante. In questo modo il soggiorno sarà più piacevole per tutti e non andremo incontro ad imprevisti. Proprio per questo motivo, è importante accertarsi sia sul sito ufficiale che in reception, per via telefonica, di tutte quelle disposizioni che riguardano i nostri compagni pelosi.

Consigli per viaggiare con cani e gatti

Infine, vediamo qualche ultimo consiglio generale per viaggiare serenamente con cani e gatti. È fondamentale essere muniti di tutto l’occorrente, oltre ai documenti di viaggio. Il trasportino deve essere della giusta dimensione, così da consentire all’animale di assumere posizioni comode e non innaturali. I cani devono avere sempre il guinzaglio e la museruola ( vige l’obbligo di indossarla solo in determinate situazioni, ma occorre averla dietro in ogni istante). Portiamo con noi acqua fresca e cibo, per evitare che i nostri amici a quattro zampe possano soffrire di sete o di fame.

Meglio ancora se ci spostiamo con un oggetto a cui sono legati, per farli sentire a casa. Inoltre dobbiamo avere tutto ciò che ci serve per non lasciare ricordi indesiderati: per i gatti è necessario portare una lettiera e l’occorrente per pulirla, mentre per i cani dovremo avere sacchi in abbondanza e paletta per raccogliere le deiezioni, oltre ad una bottiglia d’acqua per sciacquare la pipì dai marciapiedi ed evitare cattivi odori. Rispettiamo così il benessere del nostro amico peloso, l’ambiente e tutti coloro che ci circondano.

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Un viaggio nel tempo nella magica Ungheria

L’Ungheria punta sulla cultura e porta avanti l’ambizioso progetto NÖF (National Heritage Protection and Development Program) per la rivalutazione dei siti storici che impreziosiscono il suo affascinante territorio.

Infatti, vanta una vasta ricchezza culturale e storica con oltre duemila edifici di spicco tra chiese, palazzi e dimore reali e, dal 2020, prosegue la ristrutturazione di 17 castelli e 12 fortezze che rappresentano a loro volta l’immenso patrimonio del Paese  e che attraggono, ogni anno, migliaia di turisti e appassionati d’arte.

Il programma di sviluppo e salvaguardia prevede il restauro di 30 edifici, rinnovati seguendo gli stili delle varie epoche per far rivivere la realtà storica a chi è alla ricerca di un’occasione di crescita culturale grazie a mostre esperienziali, programmi interattivi e visite guidate.

Ma non soltanto.

L’obiettivo è anche quello di raccontare, mediante le esposizioni e le visite guidate personalizzate, la storia delle famiglie che hanno costruito i castelli ungheresi, come i Grassalkovich, gli Esterházy o i Festetics.

Budapest, la tappa da non perdere

Tappa immancabile è senza dubbio la capitale, Budapest, perfetta per conoscere da vicino la storia della nazione, a partire dall’iconico Castello di Buda, Patrimonio UNESCO, ex residenza reale e oggi uno dei centri culturali più grandi della città.

Simbolo indiscusso, la domina dalla cima del colle Várhegy, e ospita la Galleria Nazionale Ungherese, il Museo di Storia di Budapest e la Biblioteca Nazionale.

In particolare, la Galleria permette di ammirare le opere di artisti ungheresi dal Medioevo ai nostri giorni con un focus sulle collezioni del Trecento e del Quattrocento e sulle pitture del Romanticismo nazionale; il Museo, invece, ripercorre la storia cittadina dalla Preistoria all’epoca moderna, e la Biblioteca custodisce la collezione privata di oltre 15000 libri e manoscritti regalata nell’Ottocento da Ferenc Széchényi.

Ancora, da non perdere è la Sala di Santo Stefano, il primo importante progetto di restauro avviato dal Programma Hauszmann.
Dopo essere stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, la Sala è stata rivisitata in stile contemporaneo grazie al lavoro degli artigiani del Paese che hanno saputo eseguire l’opera di restauro seguendo le planimetrie iniziali, i disegni e le fotografie sopravvissute, e ricreare,  così, gli interni decorati con l’utilizzo dei materiali originali.

I castelli reali delle nobili famiglie ungheresi

A soli 30 chilometri dalla Capitale, risplende di nuovo uno dei più bei castelli barocchi d’Ungheria: il Castello Reale di Grassalkovich a Gödöllő, famoso per essere stato donato alla Principessa Sissy e Francesco Giuseppe per la loro incoronazione.

Il progetto di ristrutturazione ha permesso di dare una nuova vita all’edificio che oggi fa da sfondo a una mostra permanente e invita i turisti a immergersi nelle opere e nelle sale del castello che testimoniano la sua storia, come le suite e il teatro classico.
I motivi per visitarlo sono tanti, tra cui il parco che abbraccia le mura in una distesa di prati verdi e disegni florali per un’immagine ancora più romantica.

Sulle rive del lago Öreg a Tata, anche il Castello di Esterházy, in stile tardo barocco, ha ritrovato la sua antica bellezza.
Ristrutturato nel 2020, l’interno originale del palazzo rivela l’architettura passata e rievoca i giorni in cui i membri della famiglia Esterházy ne percorrevano i corridoi.
In passato, ha visto importanti eventi diplomatici, tra cui il trattato di pace di Schönbrunn firmato da Napoleone, mentre oggi accoglie la mostra interattiva intitolata “L’isola della pace” che narra la vita quotidiana e l’importanza della nobile famiglia a livello internazionale.

Infine, il palazzo Dég Festetics, a un’ora d’auto da Budapest, è uno dei primi castelli neoclassici ungheresi edificato tra il 1810 e il 1815 su commissione di Antal Festetics, e  presenta il più grande giardino all’inglese del Paese con alberi secolari, piante rare e i corsi d’acqua a serpentina che lo hanno reso popolare per le riprese cinematografiche.

Da vedere, un’esposizione al piano terra che ripercorre la storia della famiglia Festetics, lo stile di vita, le vacanze, con particolare attenzione alla biografia.
Le sale al piano superiore, invece, sono incentrate sui collegamenti della famiglia con il movimento massonico ungherese sulla base di fonti e manufatti autentici.

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Questo bizzarro museo vale da solo un viaggio a Lisbona

Cosa ci spinge a metterci in viaggio e a esplorare il mondo in lungo e in largo? A volte lo facciamo perché ispirati dai racconti degli altri viaggiatori, altre volte per assecondare il desiderio di perderci e immergerci in paesaggi da cartolina. Ma lo facciamo anche per raggiungere i luoghi iconici, i monumenti artistici e architettonici, e per scoprire le tradizioni e le usanze di popolazioni vicine e lontane.

Ci mettiamo in viaggio anche per andare alla scoperta della cultura di una determinata destinazione, quella conservata, protetta e valorizzata all’interno di musei, alcuni dei quali si sono trasformati negli anni in vere e proprie attrazioni turistiche. Scrigni delle meraviglie che, da soli, valgono un intero viaggio.

Ed è proprio di un museo che vogliamo parlarvi, di uno dei più insoliti, bizzarri e particolari che abbiamo mai visto. Si tratta del Centro Interpretativo da História do Bacalhau che, come il nome stesso suggerisce, celebra il baccalà. Curiosi di scoprirlo? Preparate i bagagli: si vola a Lisbona.

Bentornati a Lisbona

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in una città che non smette mai di incantare, stiamo parlando di Lisbona. Affascinante, colorata, superlativa: la capitale del Portogallo, che sorge sulla costa e si estende su un territorio collinare, è una delle mete predilette di viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Le cose da fare e da vedere qui sono così tante che non basta un solo viaggio per scoprirle tutte.

I vicoli della città vecchia e le case dalle tinte pastello, il fiume Tago sovrastato dall’iconico ponte 25 de Abril, il Museo Nazionale Azulejo, dedicato all’arte delle piastrelle in ceramiche: queste sono solo alcune delle attrazioni imperdibili in città, alle quali poi si aggiungono tutte le prelibatezze gastronomiche che appartengono alla tradizione locale e che meritano di essere assaporate.

Ma al di là dei luoghi più frequentati dai viaggiatori, che si estendono fino alle spiagge atlantiche situate al di fuori del nucleo urbano, esiste un’attrazione davvero particolare, sicuramente unica. Si tratta di un museo che celebra il baccalà e che racconta la storia del simbolo della cucina portoghese.

Il museo che celebra il baccalà

Sono molti i viaggiatori che raggiungono Lisbona per assaporare la ricca tradizione gastronomica che appartiene alla città. È proprio nella capitale del Portogallo, infatti, che è possibile assaggiare i pasteis de nata, dolci caratteristici che da sempre rispondono alle esigenze dei palati più sopraffini.

I pasticcini di pasta sfoglia, però, non sono gli unici a deliziare i sensi di chi arriva fin qua giù. Per gli amanti del salato, infatti, ci sono tantissime proposte a base di pesce, e soprattutto di “bacalhau”, che è l’emblema della tradizione culinaria locale.

È proprio al baccalà che è stato dedicato il Centro Interpretativo da História do Bacalhau situato nel Lisboa Story Centre, il museo interattivo dedicato all’intera storia di Lisbona. Uno spazio davvero inedito che permette a tutti i visitatori di fare un viaggio attraverso il tempo per scoprire le origini, le tradizioni e l’evoluzione di quello che è riconosciuto come simbolo della gastronomia di un Paese intero.

Una volta entrati all’interno dell’edificio, gli ospiti sono invitati a intraprendere un viaggio ideale attraverso le testimonianze e le storie dei marinai e dei pescatori che sono arrivati fino in capo al mondo per pescare questo esemplare, e portarlo in tavola con ricette che sono diventate iconiche.

Non è tutto però, all’interno del Centro Interpretativo da História do Bacalhau, infatti, è stato creato anche uno spazio dedicato allo shopping culinario. Questo vuol dire che i visitatori – prima di andare via – possono acquistare porzioni di baccalà fresco o secco, e in diverse lavorazioni, e fare un viaggio nella cultura portoghese attraverso il sapore.

Bacalhau

Fonte: iStock

Bacalhau di Lisbona