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Raggiungere lo spazio in mongolfiera: ecco quando e quanto costerà

Ci sono viaggi che sembrano dover per forza restare tra i sogni più belli, magari perché impossibili da fare. Quelli nello spazio sono sempre apparsi proprio così: come qualcosa di irrangiungibile. E invece le cose stanno per cambiare, ora infatti stanno diventando sempre più tangibili e possibili.

Quel sogno di volare verso i confini del cielo, presto diventerà realtà grazie all’idea di un’azienda che permetterà di raggiungere lo spazio in mongolfiera. Esatto, non con una navicella spaziale, ma con un mezzo alternativo, molto affascinante ed estramente all’avangiardia.

Da quando sarà possibile e quanto costerà questa esperienza unica nel suo genere.

Lo spazio in mongolfiera: cosa c’è da sapere

Guardare il cielo e immaginarsi di esplorarlo è un richiamo da sempre vivo nel cuore delle persone. E per trasformare in realtà quello che, magari, è sempre stato solo un desiderio, ora è arrivata l’idea molto innovativa di un’azienda francese che – a partire dal 2024 – offrirà la possibilità di partire in mongolfiera per raggiungere i confini dello spazio.

Un viaggio che, sul sito ufficiale di Zephalto, l’azienda francese che ha portato avanti il progetto, viene descritto come un’avventura rivoluzionaria e in armonia con la natura a bordo di Céleste, una capsula pressurizzata sollevata da un pallone stratosferico, i cui interni suddivisi in tre grandi cabine sono stati progettati dall’architetto Joseph Dirand.

Qualche numero in merito a questo viaggio davvero speciale ed esclusivo. Basti pensare che sono solo sei i posti a sedere previsti, mentre la finestra dalla quale ammirare lo spettacolo è ampia 7 metri quadrati. Il mezzo su cui si verrà portati fino ai confini con lo spazio ha una dimensione di 20 metri quadrati e ammontano, invece, a 26.6 i chilogrammi di Co2 emessi: i più bassi per un volo spaziale.

Il volo avrà una durata di sei ore e, come viene spiegato sul sito – è il viaggio la destinazione. Infatti, in questo caso non vi è un luogo specifico da raggiungere, ma un’esperienza da vivere pienamente e facendo tesoro di tutta la meraviglia che saprà offrire.

Sempre sul sito viene spiegato che la salita dura circa un’ora e mezza con una velocità di quattro metri al secondo, raggiunta la stratosfera (a una distanza di 25 chilometri dalla Terra) lì si resterà per circa tre ore. Il ritorno avrà la stessa durata dell’andata, tempo durante il quale si potrà continuare a godere di un panorama unico e indimenticabile.

Quando partire e quanto costa

A quanto pare, i viaggi prenderanno il via sul finire del 2024 e, secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Condé Nast Traveler, dovrebbero avere un costo di circa 120mila euro a persona. Interessante il fatto che l’azienda abbia lavorato per trasformare un sogno di molti in realtà, impegnandosi però a mantenere basso l’impatto ambientale.

Basti pensare che le emissioni di Co2 menzionate precedentemente sono le medesime della produzione di un paio di jeans. Attenzione all’ambiente, ma anche all’esperienza. Sempre su Condé Nast Traveler, infatti, viene spiegato che i viaggi saranno personalizzabili e di lusso, con la possibilità di scegliere menu e bevande specifiche.

E intanto l’obiettivo del fondatore di Zephalto si appresta a trasformarsi in realtà: “Viaggiare verso le stelle, senza inquinare, in armonia con gli elementi”.

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Viaggio a Opatija, la regina dell’Adriatico

Opatija, che in italiano chiamiamo Abbazia, è una bellissima città della Croazia che può essere definita la regina dell’Adriatico. Non solo perché è una splendida località di mare, ma anche perché è stata la destinazione balneare più ricercata dall’élite austro-ungarica durante l’impero asburgico.

A dimostrazione di quanto appena detto ci sono una serie di sontuose ville in stile belle époque, che anche oggi vengono ammirate dai numerosi turisti che qui vengono a trovare piacere e relax.

Cosa aspettarsi

L’affascinante città di Opatija si trova in Istria e si affaccia sulla splendido Golfo del Quarnaro. Sorge in una posizione riparata alle pendici del monte Maggiore, e in più è circondata da boschi di lauro e parchi.

Un piccolo gioiello, quindi, dotato di uno splendido lungomare che fa sentire tutti imperatori, re e regine. Pur essendo una meta particolarmente amata e frequentata durante il periodo estivo, Opatija ha un’anima frizzantina nel corso di tutto l’anno: ci sono spettacoli teatrali e folkloristici, concerti, opere, mostre e molte altre cose ancora, merito anche del suo clima mite che favorisce eventi e appuntamenti.

Cosa vedere

Opatija offre un meraviglioso lungomare che è pregno di monumenti di rilievo che raccontano l’antica storia cittadina. Si cammina all’ombra di piante di alloro e lecci per ben 12 chilometri e si può persino fare rigeneranti in soste in affascinanti parchi verdissimi. Uno di questi è il parco Angiolina, uno spazio in cui dimorano più di 150 specie di piante davvero particolari, come la camelia giapponese che è ormai divenuta un simbolo cittadino.

Il mare, in tutto questo, sarà sempre protagonista, una cristallina distesa d’acqua su ci si affacciano ville che sono dei capolavori.

Dopo il lungomare da non perdere sono Obala Maršala Tita, una via ricca di hotel, ristoranti e negozi; il Viale delle Stelle, ovvero una passeggiata che omaggia i croati che si sono distinti nel campo dello sport, della scienza, cultura e arte; il sentiero di Carmen Sylva, realizzato tra fine Ottocento e inizio Novecento.

Straordinaria è anche la Chiesa di San Giacomo che è totalmente immersa nel verde. Recente ma particolarmente interessante è la Chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine, che vanta una cupola color smeraldo che svetta nei cieli limpidi.

Imperdibile è poi il simbolo per eccellenza di Opatija: la scultura di una ragazza che tende la mano a un gabbiano e che è stata costruita in cima a un promontorio che si specchia nel mare. Ma non è l’unica scultura, perché in giro per tutta la città ci sono opere di artisti e artiste croate che raffigurano tantissimi personaggi diversi, come un barcaiolo abbaziano, una danzatrice di fama internazionale, un violinista e molto altro ancora.

Infine, il Museo del Turismo Croato che prende vita in tre magnifici palazzi. Il più sfarzoso è senza ombra di dubbio Villa Angiolina che è pregna di decorazioni, affreschi, capitelli e mosaici.

Le spiagge

C’è da essere onesti: quelle di Opatija non sono le spiagge più belle della Croazia, ma nonostante questo hanno un fascino indiscutibile per gli scorci che offrono.

La spiaggia cittadina è cementata, ma ciò non toglie che proprio da qui ci si possa tuffare in un mare limpido e dalle mille sfumature di blu.

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Tantissimi voli scontati per viaggiare tutto l’inverno

La nuova offerta Ryanair è di quelle da non farsi sfuggire. Perché è quella che permette di prenotare un volo scontato per tutto il periodo invernale, inclusi Natale, Capodanno ed Epifania. L’importante è prenotare entro il 30 novembre e viaggiare tra il 15 dicembre e il 7 gennaio.

Ci sono biglietti di sola andata a partire da meno di 15 euro per tantissime destinazioni coperte dalla rete Ryanair sia in Italia sia all’estero, quindi. Chi desidera partire in occasione delle festività natalizie ha solo l’imbarazzo della scelta. Noi abbiamo individuato alcune mete perfette per quel periodo e vi spieghiamo il perché.

Natale a Berlino

Berlino val sempre un viaggio, anche se solo per un weekend. Il periodo natalizio, benché freddissimo, è perfetto per respirate l’atmosfera delle festività, tra mercatini e luminarie. Tra le Capitali europee più belle e più amate, durante il Natale Berlino diventa ancora più magica. Come nella stragrande maggioranza delle città d’Europa, anche qui vanno scena i Mercatini di Natale. Per ammirare le bancarelle, si va tra le chiese Deutscher Dom e Französischer Dom dove è allestito il Mercatino del Gendarmenmarkt. Nei pressi di Alexanderplatz e del Municipio Rathaus c’è anche il Berliner Weihnachtsmarkt, mentre nel parco del castello è possibile visitare il Mercatino del Schloss Charlottenburg.

Se, invece, si scegliesse di trascorrere a Berlino il Capodanno, il luogo perfetto per cui unirsi ai festeggiamenti dei berlinesi è la Porta di Brandeburgo dove si dice vada in scena la festa di fine anno più grande del mondo. Dalla Porta alla Siegessäul (la Colonna della Vittoria), per due chilometri vengono allestiti stand gastronomici e si tengono spettacoli musicali e artistici, trasformando la zona in una straordinaria discoteca open air.

Praga e la magia delle feste

Tra le mete più consigliate da visitare a Natale c’è sicuramente Praga. I suoi Mercatini sono imprescindibili, anche se già li avete visitati in passato. Nelle piazze più suggestive della Capitale ceca, della Città Vecchia, della Repubblica, della Pace, Venceslao, Tyl e al Castello, che troneggia su tutta Praga, va in scena un Natale senza eguali, in un tripudio di luci, suoni, profumi e leccornie dolci e salate, dal pan speziato al prosciutto affumicato sui grandi bracieri.

Questa città, nel periodo natalizio diventa una vera e propria meta speciale, con l’unica accortezza di coprirsi bene perché il freddo si fa sentire. Per riscaldarvi, potete bere una cioccolata calda in una delle caratteristiche sale da the di Malá Strana, “il quartiere piccolo di Praga”, che è in realtà una vera e propria città nella città e che si raggiunge attraversando il famoso Ponte Carlo, o di Stare Mesto, o comprare un caldo vin brûlé da uno dei chioschi lungo le vie della città.

Praga è soprannominata “la città delle cento torri” ed è nota in tutto il mondo per la piazza Staroměstské Náměstí, sede dell’orologio astronomico medievale, che ogni ora dà spettacolo e che affascina da anni i visitatori.

Le festività natalizie a Breslavia, Polonia

Le feste di Natale sono per molti, specie per chi ha figli in età scolare, l’occasione migliore per regalarsi un viaggio verso una nuova meta. E Breslavia, o Wroclaw, piccola perla polacca, è una di quelle che vi suggeriamo. In Polonia, i Mercatini di Natale sono una tradizione antichissima. Venivano organizzati già nel XIV secolo e, ancora oggi, il Paese è proprio una delle destinazioni preferite da chi è in cerca dell’autentica atmosfera natalizia. A Breslavia, lo Jarmark Bożonarodzeniowy we Wrocławiu è uno tra i più bei Mercatini di Natale d’Europa, nonché uno tra i più grandi della Polonia. Ogni giorno, è possibile fare shopping nelle tradizionali casette di legno. Ma, soprattutto, è possibile emozionarsi nel contesto d’una fiaba che prende vita.

Perché è davvero una fiaba, il Mercatino di Breslavia. È un magico regno per i più piccini, capace d’incantare anche gli adulti. La piazza del Mercato della città si riempie di magia, col profumo della foresta, del vin brûlé, della cioccolata calda, della cannella, del pan di zenzero. Le feste sono un’occasione per andare alla scoperta della città.

La piazza principale, Ryneck, dove sorge il Municipio in stile gotico, è pieno di locali e ristoranti aperti fino a tarda notte. Vi è perfino un piccolo mercato permanente dei fiori aperto sette giorni su sette, 24 ore al giorno. Un’altra zona molto bella di Breslavia è il quartiere ebraico. Il fiume Odra è un altro punto di estremo interesse da visitare assolutamente. La circonda insieme alle sue dodici isole, collegate alla terraferma per mezzo di ponti. Tra queste, non possiamo dimenticare Ostròw Tumski, che ospita la Cattedrale intitolata a San Giovanni Battista, con l’ascensore panoramico che regala la più bella vista sui tetti della città.

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Viaggiare con i bambini in aereo: i trucchi per intrattenerli (ed evitare i capricci)

Poter girare il mondo e vedere le sue bellezze con gli occhi dei bambini è un’esperienza incredibile: sono tantissime le famiglie che non rinunciano a viaggiare anche con i più piccolini, e a volte capita di dover prendere l’aereo. E, come ben sanno mamma e papà, la crisi è proprio dietro l’angolo. Si può evitare il capriccio e giocare d’anticipo, intrattenendo i propri figli? Ebbene sì, basta avere un po’ di fantasia: in questo modo ci si risparmia un viaggio da incubo (e non si infastidisce gli altri viaggiatori). Vediamo come fare.

In aereo con i bimbi, l’indagine

Se viaggiare con i bambini è davvero entusiasmante, il volo può trasformarsi rapidamente in un incubo – per le famiglie e per tutti gli altri passeggeri. Basta pochissimo affinché i più piccini si lascino andare ad una vera e propria crisi isterica inconsolabile, tanto che molte famiglie hanno iniziato a temere di prendere l’aereo. Lo rivela un’indagine condotta da Asda Money: il 63% degli intervistati ha ammesso di sentirsi ansioso all’idea di un viaggio con i propri figli. Inoltre, nel caso in cui un bimbo inizia a fare capricci a bordo, il 33% dei genitori prova stress, il 20% si sente in imbarazzo e il 15% affronta addirittura una crisi d’ansia.

Ma c’è di più: il 35% dei genitori ha optato per un mezzo di trasporto meno conveniente (e meno veloce) come l’autobus, il traghetto o il treno per evitare di trovarsi a gestire una scenata isterica in aereo. Purtroppo, non si tratta solamente di maleducazione, soprattutto se si tratta di neonati e infanti. Per i più piccini, infatti, il volo è un vero e proprio stress e numerosi fattori possono far scoppiare una crisi di nervi. Analizzando queste informazioni, il professor Tom Crawford dell’Università di Oxford ha addirittura ideato una formula matematica che può rivelarsi molto utile per i genitori.

I trucchi per intrattenere i bimbi in aereo

Secondo la formula matematica del professor Crawford, sono quattro i fattori principali coinvolti in un attacco di capricci: si tratta di sonno, noia, fame e rumore. Senza fare niente per rispondere a questi bisogni (o disturbi) del bambino, la prima crisi è stimata attorno ai 27 minuti dalla partenza, e ha una durata media di 15 minuti. Intervenendo per aiutare i piccoli ad affrontare il viaggio nel modo migliore, invece, si può arrivare sino a 129 minuti senza isterismi e pianti. Come fare? Anche per questo, a quanto pare, ci sono delle formule magiche da seguire.

Per evitare il sonno, i bimbi dovrebbero fare un pisolino di circa 37 minuti, mentre per prevenire la noia servono 31 minuti di intrattenimento: si può disegnare o giocare con loro, guardare un film o affidarsi a tablet e smartphone, una vera ancora di salvezza in queste occasioni. Ancora, 19 minuti dovrebbero essere riservati allo spuntino, così da evitare un attacco di fame. Via libera alla frutta fresca, cracker e grissini, ma anche a qualche “sfizio” come patatine, biscotti e succhi di frutta. D’altra parte, anche i bimbi meritano una coccola in volo. Infine, bisogna ridurre il rumore: può essere utile far ascoltare della musica o leggere una fiaba per almeno 14 minuti.

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Ungheria: il Paese dove gastronomia e vino sono una gustosa scoperta

L’Ungheria per molti di noi è sinonimo di castelli fiabeschi, atmosfere romantiche, centri termali che rimettono al mondo e bellezze naturali che lasciano a bocca aperta. Ma fare un viaggio in questa terra dell’Europa centrale vuol dire anche scoprire qualcosa di probabilmente inaspettato, e che a noi italiani rende particolarmente felici: un’ottima gastronomia e dei vini che non hanno nulla da invidiare a mete ben più famose in questo settore.

Sì, l’Ungheria è stata una grande scoperta per le nostre papille gustative e anche un Paese in cui le tradizioni secolari si mescolano con armonia a varietà uniche, paesaggi mozzafiato e una gioiosa ospitalità.

La tradizione del vino in Ungheria

L’Ungheria vanta ben 6 regioni vinicole che a loro volta si dividono in 22 distretti, tutti caratterizzati dallo status DOP. A questi deliziosi vini si abbina una gastronomia in grado di esaltare il sapore e l’aroma dei vini stessi, che quasi poeticamente sono ottimi da gustare con pietanze di terra e di mare grazie alla loro versatilità.

Ma in fondo non c’è poi così tanto da stupirsi: a portare i primi vigneti in questo territorio furono i romani, che avevano scoperto che il terreno locale era (ed è anche oggi) ideale per la coltivazione dell’uva perché in gran parte di origine vulcanica. Un enorme contributo arriva anche dai numerosi fiumi e il gigantesco Lago Balaton, elementi in grado di creare microclimi ideali per la produzione dei vini.

La regione del Lago Balaton

La prima regione vinicola che abbiamo avuto il piacere di esplorare (e assaporare) è stata quella del Lago Balaton, un gigantesco specchio d’acqua che per la sua estensione e bellezza è definito il “mare d’Ungheria”.

Si tratta di una zona particolarmente favorevole per i vigneti grazie alla tanta luce solare riflessa, l’umidità adeguata e le estati fresche e piacevoli.

Con le montagne alle spalle che creavano un ambiente a dir poco straordinario, abbiamo avuto il piacere di conoscere ben sei distretti vinicoli che con il loro vini riusciti persino a trasmetterci le peculiari caratteristiche del terreno.

Da queste parti la varietà più comune si chiama Olaszrizling, vino perfetto per un aperitivo grazie ai suoi toni esotici. C’è poi il distretto vinicolo Balatonfüred–Csopak che sorge sulla sponda settentrionale di questo immenso lago, e qui i vini da gustare sono particolarmente eleganti e dall’acidità fine.

Più corpose sono invece le produzioni del distretto vinicolo di Badacsony, dove coni e colline vulcaniche regalano panorami scenografici. Da non perdere è ii Kéknyelű, un antico vitigno ungherese coltivato solo in questo distretto poiché caratterizzato da una maturazione tardiva e da una coltivazione complessa e limitata.

Eccezionali sono anche il distretto vinicolo del Balaton Uplands, che si fa spazio sulle colline settentrionali del Lago regalando un’atmosfera altamente romantica, e il distretto vinicolo di Balatonboglár, terra di produzione di vini bianchi snelli e leggeri, di rossi eleganti, e anche della materia prima per la creazione dello champagne.

La regione del Danubio

La regione del Danubio ci ha regalato tutta un’altra emozione: qui i vini sono leggeri e meno acidi. Da queste parti sorgono i distretti vinicoli di Csongrád e Kunság che offrono vitigni coltivati ​​su terreni alluvionali e sabbiosi da cui emergono ottime bottiglie come il Riesling renano, il Kövidinka, il Kékfrankos e lo Zweigelt.

Il primo ci ha fatto innamorare del suo sapore con note erbacee e di mela, il Kékfrankos per la sua freschezza e acidità, mentre e lo Zweigelt per essere ottimo in abbinamento con la selvaggina e i piatti di carne, tra cui il rinomatissimo Gulash ungherese. Una piccola chicca: non mancate di visitare i villaggi di questa regione, in particolare Hajós che è il più grande villaggio di cantine di tutta l’Ungheria.

Gulash Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Un ottimo piatto della tradizione ungherese

La regione vinicola dell’Alta Ungheria

Ve lo sveliamo subito senza girarci troppo intorno: la regione vinicola dell’Alta Ungheria è unica nel suo genere perché qui, a differenza di altre zone, le viti crescono ad un’altitudine di 500 metri sul livello del mare.

Una condizione che, oltre a regalare panorami emozionanti come quelli che si possono ammirare presso il distretto del Mátra dove si erge la catena montuosa più alta dell’Ungheria, permette di produrre anche vini piacevoli, freschi, fruttati e morbidi.

Gli amanti del bianco troveranno pane per i loro denti grazie all’ Olaszrizling, Leányka, Ottonel Muscat, Szürkebarát, Sauvignon Blanc e Chardonnay.

Con circa un’ora di macchina dalla spettacolare Budapest siamo poi arrivati al distretto vinicolo di Eger, dove è impossibile non essere sedotti dal patrimonio edilizio e dalle bellezze naturali. Non è di certo da meno l’esperienza con i vini, in quanto qui la tradizione è davvero secolare: le cantine risalgono a 400 anni fa, tanto che è possibile fare una visita guidata al labirinto della cantina di Eger, che è quasi una città sotto la città.

Il vino iconico è l’Egri Bikavér che è frutto della miscela di almeno tre vitigni, il più dominante dei quali è il Kékfrankos, oltre ai vitigni blu locali e internazionali.

La regione vinicola Pannonia

Si arriva nella regione Pannonia e si viene accolti da sinuose colline quasi costantemente baciate dal sole e da un forte mesoclima mediterraneo.

Qui il distretto vinicolo del Villány dà vita eccezionali vini rossi, molti dei quali di origine francese come Merlot e Cabernet Sauvignon.

distretto vinicolo del Villány

Fonte: Visit Hungary

Il distretto vinicolo del Villány

Passeggiando nel paesino ci si può perdere in un incrocio di strade con cantine ed enoteche a ogni angolo.

Da non perdere è anche la zona vinicola di Pécs dove viene prodotto il Cirfandli da uve che sono uniche in tutto il Paese e che generano vini secchi, dolci, leggeri o corposi.

La regione del Tokaj

La regione del Tokaj è forse la più famosa di tutte, ma finché non ci si mette piede non è umanamente possibile comprenderne bellezza e gusto per via delle sue caratteristiche davvero speciali, tra cui i vigneti situati su formazioni rocciose vulcaniche eccezionalmente colorate.

Assaggiare un un bicchiere di Furmint o di Aszú mentre si è immersi nell’atmosfera delle cantine secolari è come un sogno che si avvera, così lo è anche il Tokaji Aszú, uno dei vini dolci più unici al mondo, tanto che fu definito da Luigi XIV di Francia “Re dei vini e vino dei Re”.

Il merito, oltre che delle mani esperte dei produttori locali, è certamente della storia geologica della regione fatta di numerosi tipi di rocce e terreni, della vicinanza di diverse centinaia di vulcani precedentemente attivi e del benefico microclima locale.

L’Alta Pannonia

Infine l’Alta Pannonia che si distingue per la presenza di molte più uve bianche che nere. Purtroppo gli effetti negativi del riscaldamento globale qui sono piuttosto evidenti, ma nonostante questo i vini prodotti negli ultimi dieci anni sono diventati notevolmente più corposi e alcolici.

Tra i maggiori vitigni coltivati da queste parti troviamo tantissime varietà che rispecchiano la sua importante grandezza, e vanno dal Kékfrankos allo Chardonnay passando per l’Ezerjó.

Insomma, l’Ungheria ha saputo sorprenderci con i suoi sapori indimenticabili mentre tutto, intorno a noi, era di una bellezza avvolgente.

Tokaji Aszú, Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Il buonissimo Tokaji Aszú
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Viaggia in Italia con Pimpa: l’esperienza per grandi e bambini

Esistono tanti modi per viaggiare, per scoprire posti nuovi, conoscere persone, toccare con mano la cultura, le storie e le tradizioni di popoli lontani. Si viaggia col corpo, sì, ma anche e soprattutto con la mente e con il cuore, con lo sguardo e con i sensi. Lo si fa anche in maniera virtuale, grazie all’avvento della tecnologia infatti è possibile esplorare destinazioni vicine e lontane in qualsiasi posto ci si trova.

Lo facciamo anche grazie e attraverso i film, le pellicole e le serie televisive che ci mostrano luoghi straordinari che fanno da sfondo alle vicende dei nostri attori preferiti. E possiamo farlo anche attraverso i libri, immergendoci tra le parole che descrivono minuziosamente tutte le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo.

Ed è proprio un viaggio così che vogliamo fare insieme a voi oggi. Un’avventura per grandi e bambini che ci porta alla scoperta del BelPaese con un’accompagnatrice di eccezione. Grazie al progetto Pimpa viaggia in Italia, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, esplorare lo stivale sarà ancora più bello ed emozionante.

Alla scoperta dell’Italia con Pimpa

Chi ha fatto del viaggio una vera e propria missione di vita sa bene che c’è sempre un buon motivo per volare dall’altra parte del mondo e scoprire l’immenso patrimonio naturalistico, storico e culturale che il pianeta conserva. Eppure, per lasciarsi emozionare dalle bellezze del globo, non abbiamo bisogno di allontanarci poi così tanto perché il nostro è davvero un Paese meraviglioso. Ed è proprio tra i paesaggi d’Italia che oggi vogliamo restare, per scoprirli in maniera unica e inedita grazie a un progetto che consentirà ai viaggiatori di ogni età di riscoprire il patrimonio nostrano con una guida davvero particolare.

L’obiettivo di Pimpa viaggia in Italia è proprio questo: valorizzare e far conoscere la storia, le tradizioni e le infinite bellezze italiane in tutto il mondo grazie alla presenza di un personaggio iconico dell’immaginario infantile: la Pimpa. La cagnolina bianca, il cui manto è caratterizzato da grandi pois rossi, indossa i panni di una guida turistica ideale pronta a far scoprire tutto ciò che il nostro territorio ospita e conserva.

Lo fa attraverso un libro illustrato, sviluppato dalla casa editrice Franco Cosimo Panini, e firmato da Altan, il fumettista che nel 1975 ha dato vita al personaggio. Pagina dopo pagina, la Pimpa si avventura in un viaggio di scoperta, attento, curioso e incantato, che attraverserà lo stivale da nord a sud.

Un’esperienza per grandi e bambini

Il viaggio di Pimpa inizia tra le meravigliose Alpi e si conclude sulle nostre isole, attraversando lo spazio, il tempo e la storia. Durante l’avventura, la simpatica cagnolina, incontrerà i personaggi che hanno riscritto la storia del Belpaese, tra cui Galileo Galilei e Leonardo da Vinci. Visiterà il Duomo di Milano, la Torre di Pisa, il Colosseo, Pompei e tutti i luoghi iconici e i monumenti architettonici che sono diventati il simbolo di città e regioni, del Paese intero.

Esplorerà anche il patrimonio naturalistico italiano e non lo farà da sola. Insieme a lei ci saranno guide d’eccezione che le Maschere del Carnevale italiano o la Lupa di Roma che l’accompagneranno alla scoperta delle tradizioni antiche e moderne.

L’albo illustrato Pimpa viaggia in Italia è stato tradotto e pubblicato in sette lingue. Non vi resta che iniziare questo splendido viaggio con i vostri bambini e programmare con loro nuove e inedite avventure per scoprire il BelPaese.

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Il viaggio della vita ha inizio: si fa a bordo di un treno e dura 7 giorni

Ci sono viaggi che è impossibile dimenticare perché magari, più di altri, ci hanno regalato emozioni uniche, oppure perché ci hanno permesso di vistare luoghi incredibili. E poi ci sono quelli che, oltre a coniugare questi due aspetti, hanno anche il sapore dell’avventura.

Sono i viaggi della vita, quelli che restano per sempre impressi nel cuore e nella mente e che vale la pena fare almeno una volta. Per chi ama spostarsi in treno, quindi, questa vacanza è imperdibile: della durata di sette giorni e a bordo di un mezzo che ci permette di assaporare i paesaggi, di vivere gli spostamenti con maggiore lentezza, di godere del percorso e non solo della meta.

Il viaggio in treno indimenticabile

Indimenticabile, emozionante, in grado di regalarci emozioni uniche: è un viaggio in treno della durata di sette giorni, in uno scenario da sogno attraverso la Svizzera. A organizzarlo è la compagnia specializzata in tour ferroviari Vacations By Rail e si chiama Interlaken and the Jungfrau Express at New Year, infatti è organizzato proprio per i giorni che coincidono con la fine dell’anno ed è un viaggio da sogno.

Partenza e arrivo da Londra per questa vacanza che fa immergere i partecipanti in un’ambientazione che sembra essere stata rubata a una cartolina: basti pensare alla vista spettacolare che si potrà godere dai vagoni del treno, dalle cui finestre si potrà volgere lo sguardo sulle montagne, immersi nel cuore della natura oppure alla scoperta di pittoresche cittadine di montagna.

Le tappe del viaggio in treno impossibile da dimenticare

Il percorso, come detto, prende il via da Londra dove si sale sul primo convoglio: l’Eurostar che porta in Belgio e, più precisamente, a Bruxelles. Lì, poi, è previsto un cambio per raggiungere Colonia dove è programmata la prima sosta del viaggio.

Tappa successiva sarà Interlaken, ma prima di arrivarci i viaggiatori potranno godersi panorami indimenticabili dalla linea ferroviaria svizzera, tra montagne ed edificazioni interessanti lungo la gola del Reno. Questa zona è particolarmente scenografica grazie anche a castelli e foreste.

Raggiunta Interlaken, poi, si potrà apprezzare questo luogo dal grande fascino della regione montuosa dell’Oberland Bernese, si tratta di una cittadina incastonata tra due laghi: quello di Brienz e quello di Thun. Qui gli ospiti si fermeranno per cinque notti, pur proseguendo nelle varie tappe giornaliere. Quella successiva, infatti, porterà in treno fino al villaggio di Mürren e da lì, con la funivia, fino alla vetta del Schilthorn da cui godere di una vista impareggiabile. Il ritorno prevede un po’ di tempo da trascorrere in paese, prima di rincasare in hotel.

Il quarto giorno è dedicato all’esplorazione di Interlaken e le cose da fare sono davvero molte: dal godersi il paesaggio, magari a bordo di una barca su uno dei due laghi, oppure con una passeggiata avvolti dalla natura.

La quinta tappa di questo tour indimenticabile è a Grindelwald, un borgo circondato dalle montagne: suggestivo ed emozionante scenario che farà da sfondo a una giornata speciale, quella dell’ultimo dell’anno. Si tratta di una meta imperdibile, molto apprezzata dai turisti e che fa immergere i visitatori in una perfetta ambientazione montana, grazie non solo all’architettura tipica di queste zone, ma anche alla vasta offerta di attività. La sera è previsto il cenone per l’ultimo dell’anno.

E Capodanno sarà all’insegna del viaggio, infatti dopo un percorso con due treni diversi è prevista un’escursione con la ferrovia della Jungfrau con la sua vista incredibile e che prevede come destinazione finale Jungfraujoch, la stazione ferroviaria più alta d’Europa.

L’ultimo giorno del viaggio sarà quello del rientro con cambi previsti a Basilea e Parigi, per poi tornare a Londra a St Pancras

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Waldeinsamkeit: il viaggio solitario nella natura

Capita a tutti di sentire il richiamo della solitudine, di avere il bisogno di immergersi nella natura per cercare di ricongiungersi con la parte più autentica di sé, oppure per rilassarsi, allontanarsi dai problemi, dalle vite frenetiche e dal caos di esistenze segnate dal tempo.

E waldeinsamkeit, termine tedesco composto da due parole che letteralmente significano solitudine e bosco, indica quella sensazione positiva, di benessere e pace, che si raggiunge quando ci si regala istanti di profonda connessione, in cui si è soli, in mezzo agli alberi e alla natura, lontano da tutti e da tutto.

Istanti preziosi che si possono vivere mettendo chilometri di distanza tra sé e la città, oppure scegliendo un parco urbano in cui il rumore dei pensieri e della vita introno a noi non ci riesce a raggiungere.

Il viaggio da fare: soli e immersi nella natura

Può essere una gita di un giorno, oppure un viaggio più lungo, ma la cosa da fare per riconnettersi con la propria anima è proprio ciò che la parola waldeinsamkeit suggerisce. Si tratta un termine tedesco composto da “wald” (foresta) e “einsamkeit” (solitudine) e indica la sensazione positiva che scaturisce dallo stare da soli con sé stessi, immersi nella natura. Un atteggiamento che ha avuto un notevole crescita a seguito dalla pandemia. A dirlo, a suo tempo, era stato anche uno studio che aveva rilevato che – tra il primo e il secondo lockdown – c’era stato un incremento di visitatori nel tratto di foresta monitorato nella zona del Nord Reno-Westfalia.

Del resto stare in mezzo alla natura fa bene: ci permette di prendere le distanze dalla quotidianità, dagli impegni, dalle scadenze e dai problemi. Ci fa sentire parte di qualcosa, ridimensiona la nostra esistenza all’interno di un contesto più ampio. La solitudine e il silenzio, poi, aiutano a stare dentro di sé, a capirsi un poì di più.

Se a questo si aggiunge anche la possibilità di fare cromoterapia nei boschi, colmando gli occhi della vasta palette di colori che ci regala ogni stagione, ci possiamo rendere contro del perché tutti noi dovremmo fare nostro il termine waldeinsamkeit, magari proprio organizzando una vacanza di questo tipo.

Che la natura faccia bene è cosa nota e anche in norvegesi hanno il loro termine per spiegarlo: si tratta di friluftsliv ed è la “vita all’aria aperta”, vivere negli spazi aperti, nei boschi e nei prati, in mezzo all’ambiente e in profonda connessione con lui.

Vivere il senso profondo del waldeinsamkeit in Germania (ma non solo)

Ma come provare a vivere il senso più profondo del termine waldeinsamkeit? Ad esempio, partendo per la Germania. Basti pensare, infatti, che il 33 per cento del territorio è occupato da foreste: numeri alla mano emerge che qui vi sono 90 miliardi di alberi per 76 specie diverse, sono invece circa 1215 quelle delle piante. Insomma, la natura qui è un’esplosione di bellezza.

La foresta nera, ad esempio, è una meta perfetta: con panorami che tolgono il fiato e le sue tante leggende. Oppure con una passeggiata indimenticabile sulle cime degli alberi che si fa grazie alla treetop walk di Rügen, sull’omonima isola del mar Baltico: completato il percorso si può godere di una vista incredibile.

E in Italia? I boschi sono tantissimi, da nord a sud della penisola si possono trovare luoghi che sembrano usciti da una favola e perfetti per trascorrere del tempo in solitudine. Tra valli dove passeggiare ammirando il foliage, parchi e luoghi in cui la natura offre il meglio di sé: ci sono numerosi posti perfetti per trascorrere dei momenti in linea con lo spirto del termine waldeinsamkeit.

Basta comunque scoprire qual è il bosco o l’area naturale più vicina a noi e programmare un’escursione o un breve viaggio, in solitaria, per ritrovare sé stessi e ricaricare le pile.

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L’Ungheria dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco: un viaggio straordinario

L’Ungheria si presenta agli occhi del visitatore come un Paese incantato, un luogo in cui l’eleganza delle architetture si plasma perfettamente alla maestria di Madre Natura. Ed è per questo che fare un viaggio attraverso i suoi siti Patrimonio dell’Umanità Unesco è un’esperienza entusiasmante, che permette anche di conoscere tradizioni secolari, paesaggi che fanno vibrare il cuore e tante attrazioni che possiedono un eccezionale valore universale per l’intera umanità.

I siti Unesco del Paese sono 8 in totale, alcuni concentrati nelle strade della sua vibrante Capitale, mentre altri sono dislocati nel cuore di questo luogo dell’Europa centrale, angoli così autentici che riescono persino a emozionare.

I siti Unesco di Budapest

Il nostro viaggio in Ungheria non poteva che iniziare dalla sua affascinante Capitale, Budapest, una città dall’atmosfera magica, sofisticata, riservata e pregna di storia e di stili.

È pressoché impossibile non innamorarsi di questa realtà, soprattutto quando si arriva al cospetto dei suoi siti Unesco.

La prima attrazione ad essere stata inclusa in questa prestigiosa lista, nell’ormai lontano 1987, è un qualcosa che riguarda il fiume da cui è lambita, il Danubio, vale a dire le sue incantevoli sponde che offrono un panorama a dir poco eccezionale.

E qui c’è davvero di tutto: i resti della città romana di Aquincum, il gotico castello di Buda, la cittadella, l’eclettico e accattivante parlamento, e molto altro ancora. In sostanza, parliamo di uno dei paesaggi urbani più straordinari del mondo e che è anche in grado di illustrare i grandi periodi della storia della Capitale ungherese.

Una menzione particolare la merita la Collina del Castello, un altopiano calcareo lungo 1 km che ospita i monumenti medievali e i musei più importanti della città.

Più recentemente, ovvero nel 2002, è divenuta patrimonio Unesco anche l’area del monumentale viale Andrássy, dimora di magnifici edifici, come il Teatro dell’Opera, e di monumenti che raccontano la lunga storia della città.

Il bellissimo (e antico) villaggio di Hollókő con i suoi pittoreschi dintorni

La frenesia della Capitale si dimentica velocemente andando verso Hollókő, un antico villaggio che ancora oggi è un esempio vivente di vita rurale prima della rivoluzione agricola del XX secolo.

Hollókő, villaggio Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Veduta di Hollókő, Ungheria

È composto di una sola strada che si fa spazio in una vallata tranquilla circondata da maestose vette. Un luogo rimasto fermo nel tempo che ha meritato di essere inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità nel 1987.

Le grotte del Parco nazionale Aggtelek

Andare alla scoperta del Parco nazionale Aggtelek è come fare un viaggio nel ventre dell’Ungheria. Il motivo è molto semplice: in un’area piuttosto ristretta si sviluppano 712 grotte – ma potrebbero essere anche di più – che sono il risultato di un tipico sistema carsico di zona temperata.

Un posto affascinante poiché vi si può studiare la storia geologica di milioni di anni. E proprio qui, ad essere Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1995, sono le grotte dell’Aggtelek e Slovak Karst. In più, da queste parti sorge la più grande grotta di stalattiti d’Europa, la grotta Baradla, che conta ben 26 km di lunghezza di cui 8 sfociano persino in Slovacchia.

Monastero benedettino millenario di Pannonhalma e l’ambiente in cui sorge

Se c’è un luogo in Ungheria dall’estrema importanza e dai profili ipnotici, quello è senza ombra di dubbio il monastero benedettino millenario di Pannonhalma, insieme all’ambiente in cui si trova.

Patrimonio Unesco dal 1996, è stato la dimora dei primi monaci benedettini, che si stabilirono qui nel 996, che hanno promosso la cultura in tutta l’Europa centrale.

Monastero benedettino millenario di Pannonhalma

Fonte: Visit Hungary

Il bellissimo monastero benedettino millenario di Pannonhalma

La struttura appare agli occhi del visitatore come un miraggio commovente: è un insieme di stili architettonici che testimoniano la sua distruzione, ricostruzione e anche restaurazione.

Una piccola chicca per gli amanti del vino: è circondata da un vigneto e una cantina con tradizioni che risalgono all’epoca romana. Inoltre, i circa 40 monaci che ci vivono producono anche diversi estratti, essenze di erbe e un’ottima birra trappista.

Il Parco nazionale di Hortobágy

Nel 1999 è stato dichiarato Patrimonio Unesco anche il paesaggio culturale della Puszta di Hortobágy.

Si tratta della più ampia area produttiva ungherese, nonché della più estesa prateria rimasta in Europa centrale. Un’area protetta straordinaria e probabilmente la culla delle meraviglie naturali più belle dell’Ungheria.

Praterie saline, pascoli, steppe, foreste alluvionali e boschetti nascondono paludi e laghi in cui dimorano antiche specie animali in via di estinzione. Inoltre, è anche il luogo perfetto per conoscere l’anima più autentica dell’Ungheria: la vita dei pastori locali.

La necropoli paleocristiana di Pécs

Visitare la necropoli paleocristiana di Pécs è come fare un salto indietro nei secoli, in tempi ormai antichissimi e in cui le tombe venivano riccamente decorate. Il cimitero appartiene alla città provinciale romana di Sopianae, oggi moderna Pécs.

Ma a colpire il visitatore è anche l’arte poiché queste tombe sono impreziosite da pitture murali di eccezionale qualità raffiguranti temi cristiani. Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2000, è composta di due sezioni: la parte sotterranea dove venivano deposti i defunti e una cappella commemorativa fuori terra.

Paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj

Il paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj è un must in Ungheria, soprattutto per gli amanti del vino, della buona cucina e dei paesaggi bucolici. Patrimonio Unesco dal 2002, è la culla di una lunga tradizione della produzione del vino e anche il posto più indicato per ammirare vigneti, fattorie, villaggi e piccole città.

Tokay, Unesco

Fonte: Visit Hungary

Il bucolico paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj

A impreziosire il tutto ci sono labirinti di profonde cantine in cui scoprire qualsiasi aspetto della produzione dei famosi vini Tokaj, un capolavoro dolce per le papille gustative.

Paesaggio culturale del lago di Fertő/Neusiedl

Infine, ma certamente non per importanza e bellezza, il paesaggio culturale del lago di Fertő/Neusiedl che è Patrimonio Unesco dal 2001. Una zona da inserire assolutamente nel proprio itinerario in Ungheria perché qui si respira la storia, in quanto la presenza umana conta ben otto millenni.

Tra zone umide dove svettano canneti, vigneti e villaggi tradizionali, si possono toccare con mano le pratiche agricole tradizionali e conoscere a fondo la vivace cultura locale. Il tutto sulle sponde di un magnifico lago che questo Paese divide anche con la vicina Austria.

Insomma, il viaggio più intimo che si possa fare in Ungheria è quello alla scoperta dei suoi preziosi siti Patrimoni dell’Umanità Unesco.

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Alla scoperta del Friuli-Venezia Giulia in treno (gratis)

Ottime notizie per chi ama viaggiare e, in particolare, preferisce spostarsi in treno, mezzo di trasporto privilegiato per scoprire il territorio in maniera sostenibile e all’insegna di un “turismo lento”.

In Friuli Venezia Giulia, infatti, si rinnova fino al 31 maggio 2024 la promozione “Scopri il Friuli Venezia Giulia con Trenitalia“, la convenzione avviata lo scorso anno tra la Regione, tramite PromoTurismoFVG, e Trenitalia (società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane).

Biglietto Gratis per chi acquista un pacchetto turistico

La convenzione tra Trenitalia e PromoTurismoFVG che premia la mobilità sostenibile prevede la gratuità dei biglietti di Frecce, Intercity e del Regionale a chi acquista, tramite l’operatore incoming convenzionato, un pacchetto per un soggiorno dalle due alle quattro notti, a seconda della località e del periodo: ai destinatari dell’offerta sarà inoltre consegnata la “FVGcard” della
durata di 48 ore, con la possibilità di usufruire di gratuità e riduzioni per ingressi a musei o visite guidate.

Con il rinnovo della promozione, accanto alle già presenti Trieste, Udine, Lignano Sabbiadoro e Grado, si aggiungono Gorizia e Pordenone: prenotando un soggiorno nelle strutture convenzionate e raggiungendo la località in treno, il Friuli Venezia Giulia regalerà il biglietto.

La Promozione per le Città d’Arte

Sono molte le possibilità per regalarsi una vacanza nel cuore delle affascinanti città d’arte del Friuli: “FVG. Offerta Cultura” propone, in base alla località e al periodo, svariate soluzioni a Gorizia, Pordenone e Udine, con soggiorni di minimo due notti fino al 31/05/2024 (tenendo conto della disponibilità delle strutture durante ponti, festività e grandi eventi) mentre per chi raggiungerà Trieste il pacchetto prevede una sosta di minimo tre notti fino al 30/04/2024 (escluse festività e ponti e salvo disponibilità in concomitanza di grandi eventi).

Ma non è tutto.

Accanto alla proposta dedicata alle città, “FVG. Offerta Mare” offrirà l’opportunità di godersi le rinomate località della costa in primavera (dal 28/03/2024 al 31/05/2024 salvo limitazioni dovute a ponti e festività) con soggiorni a Grado e Lignano Sabbiadoro di minimo due notti.

Sono ben 650 i pacchetti disponibili (fino a esaurimento) acquistabili da famiglie e viaggiatori singoli.

Entrando nel dettaglio, la collaborazione commerciale tra PromoTurismoFVG e Trenitalia riconosce la gratuità dei biglietti ferroviari (in seconda classe o nel livello di servizio standard) ai clienti che acquistano il pacchetto dedicato tramite l’operatore incoming convenzionato.
I titoli di viaggio, prenotati sempre dall’agenzia incaricata e validi soltanto per gli spostamenti sul territorio italiano, dovranno riportare una data coincidente con quella di inizio e fine soggiorno (o al massimo, del giorno precedente per l’andata e successivo per il ritorno) e le stazioni coinvolte sono quelle di Cervignano-Aquileia-Grado, Gorizia Centrale, Latisana-Lignano-Bibione, Trieste Airport, Trieste Centrale, Pordenone e Udine.

Come usufruire della promozione?

Per usufruire della promozione rinnovata fino alla fine di maggio del prossimo anno, i viaggiatori dovranno contattare l’agenzia incaricata da PromoTurismoFVG e acquistare il pacchetto
turistico che include il biglietto del treno di andata e ritorno Trenitalia e il pernottamento in una delle strutture convenzionate a Gorizia, Grado, Lignano Sabbiadoro, Pordenone, Trieste e Udine.

Le prenotazioni saranno a carico dell’agenzia, a cui è affidata la predisposizione dei pacchetti turistici.

Per tutti i dettagli è possibile consultare i siti Turismofvg.it/trenitalia e Travelone.it nell’apposita sezione dedicata.