Categorie
Asia castelli Giappone itinerari culturali Olbia Tempio Posti incredibili Sardegna vacanza natura Viaggi viaggiare

Kansai: un viaggio tra natura, spiritualità e storia del Giappone

Un lago enorme, 1800 anni di storia e una terra capace di raccontare il Giappone più vero. La regione del Kansai, costellata di templi Zen e castelli antichi che conducono alle vestigia dei ninja, è un viaggio unico nel cuore del Sol Levante che permette di assaporare le tradizioni più autentiche attraverso un contatto profondo, diretto e spirituale, con la natura tipica della prefettura di Shiga.

Castello di Hikone, il Tesoro Nazionale del Giappone

Affacciato sul Lago Biwa, di cui offre una vista meravigliosa ma particolarissima, il Castello di Hikone richiama le atmosfere delle epoche in cui indomiti guerrieri usavano incrociare le spade. La struttura che ammiriamo oggi è quella che il clan ha costruito quattro secoli fa ed è immersa in un giardino di alberi di ciliegio, grandi protagonisti del Sakura Matsuri, il sito del mastio che si estende in un giardino più ampio – il Genkyu-en – e che in origine era destinato allo svago del signore feudale e dei suoi ospiti.

La costruzione principale, designata come Tesoro Nazionale, nasconde quattro stanze private ed è circondato da una rete di muri e torri che lo proteggono, tra lui la Tenbin-yagura, la torre bilancia, che deve il suo nome alla sua struttura perfettamente simmetrica. È inoltre l’unica torre di questo tipo dell’intero Giappone, dotata di un corridoio strategico che metteva in comunicazione le due estremità e che poteva essere abbattuto in caso di necessità.

Il tempo del Castello di Hikone è invece scandito dalla campana che, da secoli, suona per cinque volte esatte lungo tutta la giornata. I suoi rintocchi si sentono passeggiando per il mastio e lungo i suoi dintorni, oltre che in tutta la città: un elemento suggestivo che è stato inserito nell’elenco dei 100 paesaggi sonori del Giappone.

Una città mercantile ricca di storia

Omihachiman sorge sulle rive del Lago Biwa, sull’antica via Nakasendo che collega Tokyo a Kyoto, e ancora oggi conserva l’anima fiorente della città mercantile che è stata un tempo. Il canale Hachiman-bori ha infatti fornito una valida via di comunicazione, favorendo lo sviluppo della città di Omi come potenza commerciale. Il nome di Hachiman viene però aggiunto solo in seguito in onore del dio shintoista della guerra che qui dimora nel Tempio di Himure Hachimangu.

Il cuore pulsante del centro, che batte alimentato dalla ricchezza e dalla generosità dei primi commercianti di Omi, risiede nei tanti templi e nelle opere pubbliche presenti lungo l’intera area dell’antica città mercantile. Shin-Machi Dori è infatti un esempio, perfettamente conservato, di come vivessero i mercanti di Omi mentre il Museo della città, che oggi ospita numerose mostre su materiali popolari, è una testimonianza dello stile delle costruzioni dei primi mercanti.

La tradizione si conserva anche grazie al Festival del fuoco Sagicho di Omihachiman, noto come una delle manifestazioni più pericolose del Giappone, e che ogni anno si svolge a metà marzo. Tra i festeggiamenti, è inclusa una gara per stabilire quale sia il migliore tra una grande selezione di mastodontici carri sagicho, realizzati in paglia, bambù e carta. Le costruzioni sono trasportate attraverso la città da uomini vestiti e truccati da donne. Al culmine del Festival, i carri vengono bruciati mentre le persone danzano intorno al fuoco.

Prima dell’invenzione e dell’arrivo della automobili, il canale della città era una delle vie di comunicazione principali che ravvivava l’area per il grande traffico commerciale. La rotta di scambio maggiore ha però diviso la città in due parti, con i samurai che vivevano a nord e i civili a sud. Oggi è possibile passeggiare lungo il canale per cogliere appieno l’atmosfera di quei tempi e capire quale sia stata l’importanza dell’acqua in una zona a forte vocazione mercantile.

Il Canale di Hachiman-Bori

Fonte: JNTO

Il Canale di Hachiman-Bori

Alla scoperta del lago di Biwa, il più grande del Giappone

Situato al centro della Prefettura di Shiga, il lago deve il suo nome alla forma naturale che lo caratterizza, che ricorda un biwa, liuto della tradizione giapponese. La lunghissima costa, con 235 chilometri da esplorare, è ricca di cose da fare. È infatti possibile fare gite in barca, passeggiate o tour delle isole. Sul lato ovest si può invece ammirare la spiaggia di Omimaiko, con sabbia bianca e rigogliosi pini, mentre per gli appassionati del campeggio è d’obbligo una tappa a Okubiwako, affacciato sull’acqua e perfetto per rilassarsi apprezzando la bellezza naturale del luogo.

Il nuoto è certamente lo sport più praticato, ma sono anche disponibili canoe e kayak, provare lo stand up paddle boarding, imparare la vela o il windsurg. In inverno, sono disponibili piste da sci per bambini. L’enorme specchio d’acqua che ricopre parte del Giappone può essere esplorato anche in crociera, con cibo e intrattenimento, disponibili con rotte di breve e media durata.

Il lago Biwa è meraviglioso anche in inverno. Qui è infatti costruita la funivia più veloce del Giappone che conduce su per il Monte Horai, alla valle di Biwako, che conta su una rinomata stagione sciistica. Qui si può sciare o fare snowboard, con vista lago. In estate, il clima è più fresco rispetto alla città e si può godere del panorama con la zip-line o con il vertiginoso Skywalker.

Lunga vita e spiritualità al Santuario Shirahige

Il piccolo santuario shintoista Shirahige sorge sul lato ovest del Lago Biwa ed è famoso per il caratteristico torii che si erge proprio in mezzo al lago. Le origini di questa costruzione sono antichissime e risalgono al 675 d.C., ma nel corso del tempo ha subito diverse modifiche. Pare infatti che il torii, nel lontano 1280, rimanendo sommerso in seguito all’innalzamento del livello del lago. Quello che vediamo oggi risale a un rifacimento moderno del 1981.

Il suo nome, Shirahige, significa letteralmente barba bianca. Questo perché è dedicato a Sarutahiko, una divinità dell’antica mitologia giapponese che veniva rappresentata come un uomo anziano con barba e capelli bianchi. È inoltre conosciuto per i suoi poteri speciali: sarebbe infatti capace di infondere lunga vita e salute.

Santuario Shirahige

Fonte: JNTO

Il Santuario Shirahige

Chikubushima, l’isola degli dei

Conosciuta anche come isola degli dei nella città di Nagahama, si trova al largo della costa settentrionale del Lago Biwa. Tra le attrazioni del posto, ricordiamo il tempio dell’isola, Hogonji, in cui è possibile acquistare delle deliziose bamboline Daruma dedicate a Benzaiten che porterebbero fortuna per un anno. Al Santuario di Tsukubusuma si possono lasciare invece dei dischi d’argilla, i kawarake, capaci di esaudire i desideri più nascosti. Le due costruzioni riflettono la confluenza delle due religioni giapponesi nel corso di più di un millennio.

Isola di Chikibu

Fonte: JNTO

Isola di Chikibu

Alla scoperta di Osaka

Da Tokyo a Osaka in shinkansen, per vivere un’atmosfera completamente diversa rispetto a quella della Capitale e che permette di immergersi in una vita notturna entusiasmante, cibo delizioso – specialmente quelli dei quartieri di Tenma e Ura Namba – e una calorosa accoglienza offerta dalle persone del posto. La città dell’Expo 2025 offre inoltre un interessante lato storico, con il castello che si pone come attrazione principale: un luogo ideale per approfondire la storia.

Il Castello di Osaka

Fonte: JNTO

Il Castello di Osaka

Da non perdere le luci al neon del ponte di Dotonbori e la zona di Minami, oltre che i maggiori festival della stagione come il Tenjin Matsuri (sfilata di barche), Kishiwada Danjiri (grandi carri di legno) e il Festival di Ebessan (dedicato al successo negli affari).

Categorie
eventi Notizie pasqua vacanze Viaggi viaggiare

Vacanze a Pasqua? I prezzi sono già alle stelle

La Pasqua si avvicina e torna puntuale il fenomeno del caro-voli. A ricordarlo è il Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.) che, in collaborazione con Assoutenti, ha analizzato l’andamento delle tariffe aeree nel periodo delle festività pasquali per capire quanto costi acquistare oggi un biglietto per la Sicilia e la Sardegna, o per viaggiare all’estero in queste date, verso capitali europee o località di mare ambite. Scopriamo di più.

Quanto costa viaggiare in Italia a Pasqua

Veniamo, quindi, a qualche esempio pratico per chi desidera trascorrere le vacanze pasquali in una meta italiana. Stando all’analisi sulle tratte nazionali, che ha preso in esame un volo di andata e ritorno dalle principali città italiane con partenza venerdì 29 marzo e ritorno martedì 2 aprile, chi acquista oggi un biglietto A/R per l’aeroporto di Catania spende un minimo di 365 euro partendo da Torino, 319 euro da Verona, 317 euro da Venezia. È, invece, più economico volare da Roma, dove il biglietto per Catania parte da 144 euro.

Se si vuole raggiungere Palermo, per le stesse date si spendono 305 euro partendo dallo scalo di Forlì, 295 euro da Bologna, 288 euro da Torino, 259 euro da Milano. Anche raggiungere la Sardegna a Pasqua si rivela piuttosto costoso. Un biglietto A/R da Bologna ad Alghero parte da 334 euro, 323 euro se si atterra a Cagliari, mentre per volare verso il capoluogo sardo da Verona la spesa minima è di 279 euro. A queste cifre va poi aggiunta la spesa per il bagaglio a mano o la scelta del posto a sedere, per cui si può veder lievitare, e non di poco, il costo finale del biglietto.

Quanto costa viaggiare all’estero per le festività pasquali

Stando a quanto emerso dall’indagine di C.r.c. e Assoutenti, sono molti i viaggiatori italiani che approfitteranno dei giorni di festa per recarsi all’estero e visitare una capitale europea. Ma quanto costa scegliere una destinazione straniera per le festività pasquali? Anche in questo caso ci viene in aiuto qualche esempio. Chi vuole partire nella mattinata del 29 marzo, rientrando nel pomeriggio/sera del giorno di Pasquetta (1 aprile), se acquista oggi un biglietto spende un minimo di 489 euro per volare da Roma ad Amsterdam, 455 euro da Milano a Berlino, 336 euro da Roma a Madrid, 302 euro da Roma a Copenhagen, 254 euro da Milano a Barcellona, 247 euro da Milano a Praga. Più economiche le tariffe per Parigi da Roma, che partono da un minimo di 166 euro, e da Milano, da 240 euro.

La vera stangata riguarda, però, i biglietti A/R per le località di mare più ambite, che si rivelano piuttosto “proibitivi”. Ipotizzando una settimana di vacanza, da sabato 30 marzo a sabato 6 aprile, si arriva a spendere – in base alle soluzioni migliori proposte dai siti di comparazione – 466 euro da Milano a Sharm el-Sheikh, 749 euro da Roma a Zanzibar, 936 euro per le Maldive, fino a 1.166 euro per le Seychelles.

Con queste tariffe viaggiare in aereo sta diventando sempre più un lusso per ricchi – commenta il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – una situazione che lede il concetto di continuità territoriale e danneggia non solo i consumatori, costretti e rinunciare alle partenze o tagliare i giorni di villeggiatura, ma anche le imprese locali, disincentivando il turismo”.

Categorie
Europa itinerari lusso Scozia Sicilia treni Viaggi viaggiare

Dalla Sicilia alla Scozia in treno: il tour imperdibile

Tra le modalità di viaggio più amate (dagli italiani e non solo) c’è il treno. Merito del fatto che è un mezzo di trasporto sostenibile, ma anche perché permette una certa comodità e la possibilità di ammirare dei panorami che mutano chilometro dopo chilometro. Di spostamenti su rotaia che tolgono il fiato ce ne sono tantissimi, ma il tour di cui vi stiamo per parlare è un vero unicum, perché va dalla Sicilia alla Scozia (e viceversa).

L’itinerario in treno in otto tappe

Si compone di otto affascinanti tappe l’itinerario in treno ideato da Rocco Forte Hotels, una catena alberghiera con indirizzi iconici, che portano dallo straordinario mosaico di colori dei paesaggi siciliani ai profondi e misteriosi panorami della Scozia. Il tutto fermandosi in luoghi da sogno e alloggiando in alberghi che rimettono al mondo.

Un viaggio che si pone l’obiettivo di valorizzare gli spostamenti a ritmo lento, mentre si utilizza un mezzo a ridotto impatto ambientale. Un itinerario che consente di posare lo sguardo sugli scenari diversificati che caratterizzano il tratto tra il Golfo di Palermo e Messina o le splendide vette alpine che toccano i cieli presso il Passo del Brennero.

Gli ospiti a bordo del treno possono godere di una completa autonomia durante tutto il percorso, personalizzabile sia nella direzione di viaggio sia nelle fermate che lo compongono e nella durata del soggiorno nelle diverse città.

Le magnifiche destinazioni

Si parte dalla magnifica città di Palermo e più precisamente da Villa Igiea, storico hotel di lusso cittadino che si affaccia sul mare, dove gli ospiti possono lasciarsi avvolgere dal calore dell’ospitalità locali e del caldo sole del Mediterraneo. Si risale, poi, verso la nostra magnifica Capitale, Roma, per soggiornare presso l’Hotel de Russie, il cui vero nome è Palazzo Lucernari e che si distingue per essere un edificio costruito da Giuseppe Valadier, sito presso il magnifico centro storico della Città Eterna. Una vera e propria oasi di pace, anche grazie all’iconico giardino circondato da imponenti alberi di pino e agrumi fioriti.

La tappa successiva è un altro vero e proprio capolavoro italiano: Firenze, culla del Rinascimento e una delle città d’arte più importanti del nostro Paese. Da queste parti il soggiorno è presso l’Hotel Savoy, magnifico e storico palazzo che si erge sul sito delle antiche case-torri dei Medici e della chiesa di San Tommaso, con il suo affaccio unico direttamente su Piazza della Repubblica.

Il viaggio su rotaia continua sconfinando oltre l’arco alpino fino ad arrivare a Monaco di Baviera, città che ha tantissimo da raccontare e che merita una visita anche per i musei, alcuni dei quali tra i più famosi d’Europa. Non sono di certo da meno le bellezze architettoniche, le chiese del centro storico e tutto ciò che questo suggestivo angolo d’Europa ha da offrire.

Di nuovo in viaggio ma questa volta con direzione Berlino, una delle città europee più vivaci, caratterizzata da un mix eclettico fra architettura moderna e classica. Dalla Germania il passaggio è attraverso il Belgio, con una sosta nell’affascinante Hotel Amigo, un palazzo con 500 anni di storia e con una pavimentazioni fatta di ciottoli che originariamente erano usati nelle vie circostanti della città.

Si arriva poi a Londra, città che non ha bisogno di troppe presentazioni, per poi terminare il viaggio ad Edimburgo, in Scozia. Un luogo che, senza ombra di dubbio, è in grado di far sognare: regala scorci pittoreschi ai libri di Harry Potter e tanti altri luoghi di prezioso interesse, una località che è un un concentrato di magia.

Perfetto per romantici, famiglie e moderni esploratori, questo Grand Tour su rotaie è una straordinaria avventura di viaggio lento in cui autonomia e lusso si fondono armoniosamente, permettendo un’immersione unica nello splendore del nostro continente.

Categorie
Notizie Viaggi viaggiare

La ‘nduja può viaggiare nel bagaglio a mano: quanta e cosa sapere

Chiunque faccia un viaggio in Calabria, ma anche chi torna nella propria terra per poi volare verso altri lidi, è perfettamente a conoscenza di una cosa: la ‘nduja, insaccato spalmabile di consistenza morbida e dal gusto piccante, va assaggiata e portata con sé, perché non è per niente facile trovare l’originale altrove.

Ritenuta un “alimento pericoloso” per viaggiare in aereo perché contenente, in una certa percentuale, miscele di liquidi e solidi, ha finalmente visto un’importante modifica nella sua classificazione, grazie alla battaglia condotta da Sacal: ora può essere trasportata nel bagaglio a mano.

Il via libera per la ‘nduja

È finalmente arrivato il via libera da parte di Sacal (Sistema aeroportuale calabrese, la società che gestisce i tre scali della regione) dopo l’ok della direzione security dell’Enac, a seguito di una richiesta della stessa Sacal, per poter trasportare la ‘naduja nel proprio bagaglio a mano, e quindi direttamente in cabina.

Nella domanda avanzata da Sacal a Enac si può leggere che: “La ‘nduja è un insaccato spalmabile tipico calabrese, inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani, il quale per sua natura non cambia forma, pur presentando una consistenza non solida”.

La nota continua sottolinenando che: “Al fine di salvaguardare il turismo, la promozione dell’immagine della Regione Calabria, nonché la tipicità dei prodotti locali e, tenuto altresì conto della circostanza che i numerosi salumi respinti vengono di volta in volta cestinati senza possibilità alcuna di recupero ove nulla osti, questa Direzione chiede di impartire le disposizioni necessarie affinché la ‘nduja, in partenza dagli aeroporti calabresi, sia ammessa al trasporto nel bagaglio”.

Quanta si può trasportare e informazioni utili

Poter trasportare la ‘nduja solamente nel bagaglio da stiva – quindi quello che va spedito – era senza ombra di dubbio un limite per tutti i turisti che arrivavano in questa terra splendida e per i calabresi fuori sede che tornavano a casa con una piccola valigia per il weekend. Un obbligo che, tra le altre cose, pesava sulle vendite, e quindi sull’economia locale.

L’approvazione della caduta di questo vincolo è avvenuta il 9 marzo 2024, ed ora tutti i viaggiatori possono portala con sé nel bagaglio che va in cabina. Attenzione però, perché ci sono delle piccole regole da rispettare.

La prima è che tale (e gustoso) prodotto può salire a bordo con il passeggero solo se si è in partenza dagli scali locali, quindi quelli di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone. Una questione non da poco perché per il turista che arriva da oltreoceano e riparte da Roma, per esempio, non sarà di certo facile capire perché da quello scalo la ‘nduja gli verrà sequestrata, mentre dagli aeroporti calabresi no.

La seconda norma che occorre rispettare riguarda le quantità. Al momento non è ancora chiaro, ma una cosa simile era già successa con il pesto alla genovese che ha una consistenza in parte liquida dovuta alla presenza dell’olio extravergine di oliva. Anche in questo caso, chi parte dagli aeroporti liguri può trasportare questo delizioso condimento in cabina in quantità fino a 500 ml, contro i 100 ml ammessi per i liquidi.

Categorie
Notizie Viaggi viaggiare

Nei piccoli Comuni, l’ufficio posta diventa Pro Loco turistica

Si arricchisce sempre più di funzioni e novità il Progetto Polis Poste Italiane (lanciato a gennaio 2023) che mira alla realizzazione, nei Comuni al di sotto dei 15.000 abitanti (che in Italia ricoprono una superficie pari all’80% e rappresentano il 90% dei Comuni), di uno sportello unico di prossimità in grado di consentire l’accesso a molteplici servizi tramite un solo canale integrato e a spazi per il lavoro condiviso, il cosiddetto coworking.

E così, in 1500 Uffici Postali, verranno installati totem capaci di rispondere in tutte le lingue alle domande dei turisti.

L’Ufficio Postale funzionerà come Ufficio del Turismo

Tra le novità del Progetto Polis (finanziato con risorse del piano complementare al Pnrr), nei piccoli Comuni l’Ufficio Postale si trasformerà in un “Ufficio del Turismo”, come ha spiegato Matteo del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane, durante la presentazione del servizio di richiesta o rinnovo del passaporto presso gli sportelli degli uffici postali.

Si tratterà di un sistema avanzato: “Ci saranno 1.500 totem che diventeranno come degli uffici del turismo per queste piccole comunità. Abbiamo elaborato un sistema molto avanzato capace di raccogliere e fornire informazioni su quel territorio, da quelle più semplici, come gli alberghi, i ristoranti e i parcheggi, a quelle più complesse. Tramite l’intelligenza artificiale un avatar sarà in grado di rispondere alle domande specifiche dei turisti in tutte le lingue”, queste le sue parole.

Una colossale opera di rinnovamento

L’Ufficio Postale che si trasforma in una sorta di “Pro Loco turistica” non è l’unico risultato ambizioso del Progetto di Poste Italiane, nato dalla sinergia tra l’Azienda e lo Stato, che si pone come una colossale “opera di rinnovamento” che vedrà coinvolti circa 7000 Uffici Postali.

Infatti, presso gli Uffici Polis verranno installati 500 locker (aperti 24 ore su 24) per il ritiro dei pacchi e altri beni, 7000 ATM Postamat e 4000 postazioni (totem) per l’erogazione dei servizi pubblici self-service.

Ma non è tutto.

Saranno allestiti 1000 spazi esterni per ospitare iniziative culturali, di benessere e salute, 5000 colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, 1000 sistemi di smart building e sensori di monitoraggio ambientale, e 1000 impianti fotovoltaici.

Una menzione a parte va poi all’iniziativa che vuole rendere Poste Italiane “il primo operatore italiano del coworking“: l’Azienda ha l’obiettivo di realizzare 250 “Spazi per l’Italia”, ovvero una rete di coworking attrezzati con più di 1000 postazioni per riunione e lavoro, servizi in condivisione e aree dedicate a formazione ed eventi per singoli cittadini, imprese, associazioni e professionisti.

Il passaporto in Ufficio Postale

Il progetto che punta a rendere l’Ufficio Postale “casa dei servizi digitali” per un accesso facile e rapido ai servizi della Pubblica Amministrazione, ha tra i suoi punti salienti anche il servizio di rinnovo e richiesta del passaporto negli Uffici dei Comuni con meno di 15000 abitanti.

In questo modo, i cittadini con domicilio o residenza nei Comuni inclusi, potranno presentare la pratica direttamente allo sportello e ricevere il documento a casa: si tratta di un passo importante verso la semplificazione dei canali di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione con una particolare attenzione, appunto, per i piccoli centri che sono il fulcro del Paese.

Categorie
animali linee aeree Vacanze con animali Viaggi viaggiare

Le compagnie che accettano i cani in cabina

Vorremmo organizzare un bel viaggio portando con noi il nostro cane, ma ci fermiamo spesso al pensiero che dovremmo prendere un volo nel quale il nostro amico a quattro zampe potrebbe essere messo in stiva, lontano da noi e forse impaurito. È importante sapere che, seguendo alcune regole dettate da ciascuna compagnia aerea, in molti casi è possibile viaggiare con il nostro cane in cabina.

Le regole per viaggiare in aereo con i propri animali, che valgono per la quasi totalità dei voli aperti al loro trasporto, riguardano il peso degli stessi, che non deve solitamente superare gli 8/10 chili, l’uso del trasportino e la presentazione di una documentazione specifica. Al di sopra della soglia di peso prestabilita, il cane dovrà essere posto in stiva. Ogni vettore ha le proprie regole, che possono essere trovate solitamente sul relativo sito web ufficiale. Ma quali sono le compagnie aeree che accettano i cani in cabina?

Quali compagnie aeree accettano cani in cabina

Sono ormai numerosi i vettori che accettano i cani a bordo insieme ai propri padroni. Ogni compagnia ha le proprie regole ed è bene informarsi opportunamente prima di intraprendere un viaggio in aereo con il nostro amico peloso.

ITA Airways, la compagnia di bandiera italiana, consente il trasporto in cabina dei cani fino ai 10 chili e solo se mantenuto all’interno di un trasportino, meglio se morbido o semirigido. Per la singola tratta, il supplemento da pagare per poter tenere il cane in cabina è di 73 euro per voli nazionali, 95 euro per voli in Europa e Nord Africa (ad esclusione dell’Egitto), e 210 euro per il resto del mondo.

Delta Airlines, celebre compagnia americana, è stata tra le pioniere nel trasporto di cani e altri animali domestici di piccole dimensioni in cabina. La regola generale è che il trasportino, ventilato, possa essere posizionato comodamente sotto il sedile. Vigono alcune limitazioni per animali provenienti da determinati luoghi del mondo (è essenziale consultare sempre le regole della compagnia prima di organizzare il viaggio). Per i voli da/per gli Stati Uniti, Canada e Porto Rico il supplemento di Delta Airlines per il trasporto del nostro amico a quattro zampe è di 95 euro. Per voli al di fuori degli Stati Uniti, invece, il prezzo richiesto è di 200 euro. Inoltre, il cucciolo deve avere almeno 4 mesi di vita per poter volare.

Volotea ammette in cabina i nostri amici pelosi che abbiano almeno 2 mesi di vita, sempre che restino nel loro trasportino che dovrà avere dimensioni massime di 50x40x20 cm. Il peso totale del cane insieme al trasportino e agli accessori necessari non dovrà superare i 10 chili. Inoltre, é concesso portare con noi un solo animale. Aggiungere al proprio volo il nostro amico a quattro zampe costa 39 euro se fatto durante l’acquisto online, 44 euro se tramite call center e 60 euro se acquistato in aeroporto.

Anche la compagnia di bandiera spagnola Iberia permette di trasportare in cabina il nostro cane. Le regole sono simili a quelle delle altre compagnie. Il trasportino può contenete anche più animali insieme, a patto che il peso massimo sia di 8 chili (compreso il contenitore, le cui dimensioni non devono superare i 45x35x25 cm). Tariffa per il trasporto di cani in cabina con Iberia: dai 25 ai 300 euro a seconda della destinazione.

La compagnia olandese KLM accetta i cani in cabina, ma solo per voli effettuati all’interno dell’Europa. Anche in questo caso il peso totale dell’animale e del trasportino non dovrà superare gli 8 chili. Il prezzo per il nostro cane in cabina? dai 30 ai 200 euro a seconda della destinazione di viaggio.

Le compagnie che non accettano cani in cabina

La maggior parte delle compagnie aeree low cost, tra le quali le più note easyJet, Wizzair e Ryanair, non permettono il trasporto di cani e altri animali né in stiva, né in cabina, anche se di piccole dimensioni. L’unica eccezione viene concessa con i cani guida o di assistenza, che possono accompagnare il proprio padrone in aereo e senza costo aggiuntivo (verificare sempre sul sito web della compagnia su quali tratte è possibile tale opzione).

Il consiglio è sempre quello di informarsi in merito alle politiche adottate da ogni compagnia aerea sul trasporto di cani e di altri animali domestici, per non incappare in brutte sorprese e viaggiare in totale tranquillità insieme al nostro adorabile amico a quattro zampe.

Categorie
animali linee aeree Vacanze con animali Viaggi viaggiare

Animali: le regole per portarli sull’aereo

Stiamo per partire e vogliamo portare i nostri amici a quattro zampe con noi? Se il viaggio prevede l’uso dell’aereo, è bene informarsi e conoscere le regole relative agli animali, prima di procedere con la prenotazione. Ovviamente va ricordato che ogni compagnia aerea ha i propri regolamenti, da consultare con estrema attenzione prima di acquistare i biglietti, ma ci sono alcune norme generali che potrebbero andare bene più o meno per tutte.

Ci sono documenti che potrebbero servire, ma anche richieste che vengono avanzate affinché il volo sia comodo per tutti, compresi gli altri passeggeri.

Se l’idea di viaggiare senza il proprio animali è impensabile, quindi, è bene sapere che ci si deve informare per tempo su tanti aspetti diversi: dalla documentazione prevista, fino a trasportini guinzagli e museruole.

Regole per viaggiare in aereo con i propri animali

Ci sono diverse regole per viaggiare in aereo con i propri animali da compagnia: da quelle sulla documentazione richiesta, al dove verranno ospitati per tutta la durata del viaggio. È bene sottolineare, comunque, che non tutte le compagnie aeree accettano il trasporto di animali e che le richieste possono anche variare da una all’altra.

Ad esempio, Ryanair o Wizz Air non ammettono animali domestici, ma solo quelli che fungono da guida (per Ryanair con l’esclusione di alcune tratte). Lufthansa, invece, lo permette, ma c’è un elenco di regole da seguire. Quindi come prima cosa, quando si decide di volare con il proprio animale, è bene capire se la compagnia lo permette e quali sono le direttive da seguire.

Sul sito Your Europe dell’Unione Europea viene spiegato, ad esempio, che per viaggiare negli stati comunitari serve il microchip, alcune certificazioni sulle vaccinazioni e il passaporto. Anche in questo caso, comunque, leggere con attenzione che cose viene richiesto dalle varie compagnie.

Dove viene collocato l’animale e le altre regole

L’animale, in genere al di sotto degli 8/10 chilogrammi, viaggia in compagnia del proprio padrone in cabina e dentro un trasportino. Se più grande, invece, viaggia in stiva: nessun timore per le condizioni o le temperature, che si allineano con quelle per i passeggeri.

Ci sono alcune limitazioni e anche queste vanno valutate con attenzione leggendo le regole della compagnia aerea con la quale si intende viaggiare. Inoltre, va ricordato che in aeroporto gli animali devono essere condotti con il guinzaglio e potrebbe essere richiesta anche la museruola. La regola di base è informarsi bene prima di partire, per non incappare in brutte sorprese. Gli animali che viaggiano in aereo pagano un biglietto, in genere sono esclusi i cani guida.

I consigli per viaggiare in aereo con i propri animali

Ma come rendere l’esperienza del viaggio il più confortevole possibile per il proprio animale? Innanzitutto, è bene prepararli in anticipo, soprattutto all’uso del trasportino dentro il quale dovranno passare le ore del volo. Quindi, un po’ alla volta, gli si può far prendere confidenza con l’ambiente, aumentando di giorno in giorno il tempo di permanenza al suo interno.

È bene farli bere e mangiare almeno qualche ora prima della partenza, ma anche portare con sé acqua e cibo. Per evitare spiacevoli inconvenienti nel trasportino va inserita una traversina assorbente.

Se restano da soli, poi, bisogna lasciargli un giochino e – proprio come quando erano cuccioli – un capo di abbigliamento o una coperta impregnata del vostro odore. Un trucco per aiutarli a sconfiggere la malinconia.

Proprio come può capitare a noi, anche il nostro animale dopo un lungo volo potrebbe avere il desiderio di muoversi un po’. Quindi, una volta giunti a destinazione, se possibile lasciamo che faccia una passeggiata o che giochi in libertà. E facciamolo anche noi.

Categorie
Notizie tradizioni Viaggi viaggiare

Il “Turismo delle Radici” prende forma: annunciato il progetto

Prende forma il progetto del “Turismo delle Radici”, che entra in una fase più operativa a seguito dello stanziamento di un pacchetto di finanziamenti per i comuni che hanno partecipato al bando. Si tratta di un’offerta turistica rivolta ai discendenti di persone emigrate, che ritornano a visitare i luoghi in cui sono vissuti i propri antenati. Un turismo, quindi, basato sulla ricerca delle proprie radici familiari, sul recupero dei luoghi e delle tradizioni del passato.

Il progetto del “Turismo delle Radici”

Stando a quanto si legge nel progetto PNRR “Il Turismo delle Radici – Una Strategia Integrata per la ripresa del settore del Turismo nell’Italia post Covid-19”, gli italiani residenti all’estero e i discendenti di origini italiane sono un bacino di potenziali viaggiatori che arrivano nel nostro Paese, e sono in grado di generare un forte legame emotivo con i luoghi e di “amplificare l’eco Italia nel mondo”. Secondo i dati diffusi da Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, il 30% del “Turismo delle Radici”, equivalente a circa 3 milioni di viaggiatori, copre sia un target giovane che va dai 25 ai 34 anni (25,7%) sia un target che va dai 55 ai 64 anni (24%). Tali turisti programmano visite a lunga permanenza, con una media di sette giorni a viaggio, generando un indotto economico significativo.

Il “Turismo delle Radici” è, dunque, un’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore – alloggi, enogastronomia, visite guidate – la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che si stima sfiorino gli 80 milioni di persone.

“L’esame si è appena concluso e a stretto giro sarà presentata una graduatoria dei comuni che hanno presentato le migliori proposte e che riceveranno finanziamenti dal ministero degli Esteri”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani a Il Sole 24 ore, sottolineando che si sta puntando a comuni più piccoli, con meno di seimila abitanti. Le proposte ricevute su 5.500 piccoli borghi sono sono state 845, quelle ammissibili 822. Il finanziamento che sarà messo a disposizione è di circa 5 milioni di euro. È stato inoltre sottoscritto un primo accordo con Ferrovie dello Stato che riduce i costi dei biglietti dell’alta velocità per i turisti iscritti all’Aire, l’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, e si sta pensando a un pacchetto di agevolazioni per chi aderisce all’iniziativa.

Obiettivi e opportunità del “Turismo delle Radici”

Tra gli obiettivi del progetto, c’è quello di lasciare indietro le mete toccate dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell’Italia, che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile. La valorizzazione dei piccoli centri e delle campagne consente, da un lato, la ristrutturazione e il recupero di abitazioni e infrastrutture in disuso, dall’altro favorisce anche i fornitori di servizi e prodotti locali, in primis quelli enogastronomici. Il “turista delle radici” diventa, così, “ambasciatore” dei territori che custodiscono la sua storia familiare, solitamente i piccoli borghi.

Questo tipo di turismo è anche una risposta alla sfida digitale, perché la diffusione capillare delle informazioni e la ricerca dei documenti sulla storia familiare passerà dai siti web. Gli amministratori dei piccoli borghi, i proprietari degli agriturismi, le famiglie attive nell’ospitalità diffusa potranno utilizzare i social network per informare il turista delle radici.

Infine, viene presentato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale come un incentivo all’occupazione giovanile. Per garantire un’offerta turistica di livello, un importante obiettivo è, infatti, quello di promuovere la formazione di operatori del Turismo delle Radici, in coordinamento con le amministrazioni centrali interessate, i centri accademici e di ricerca, gli enti locali, gli operatori economici del settore turistico e le associazioni attive sul territorio. In questo modo, verrebbe stimolata l’occupazione, in particolare quella giovanile, proprio in aree colpite da progressivo spopolamento, che sono quelle scelte dal turista delle radici.

Categorie
Europa Notizie Viaggi viaggiare

L’Italia è il Paese europeo con la miglior capacità attrattiva internazionale

Il turismo in Italia nel 2023 ha segnato un vero e proprio record: dopo gli anni di pandemia, tornano a prevalere i pernottamenti di viaggiatori stranieri rispetto alle presenze italiane. Inoltre, il nostro Paese si è rivelato essere in vetta alle classifiche a livello europeo per miglior capacità attrattiva internazionale. Il settore alberghiero ha fatto un notevole balzo in avanti, mostrando come l’ospitalità sia uno dei cardini del nostro turismo. Vediamo cos’è emerso da una recente indagine.

Il turismo estero in Italia

L’ultimo studio condotto da Enit (Agenzia Nazionale del Turismo), i cui risultati sono stati presentati a Milano nel corso del Nuovo Osservatorio Confindustria Alberghi – Str, ha evidenziato la crescita del turismo estero, che torna a battere quello domestico. Non succedeva da qualche anno, per via del Covid: se nel 2019 per la prima volta si registravano più turisti stranieri che italiani nel nostro Paese, il biennio successivo è stato caratterizzato da uno scarso flusso di presenze sul nostro territorio. Nel 2022, poi, il settore ha iniziato la sua ripresa.

Tuttavia, abbiamo dovuto attendere un altro anno affinché venisse smaltita la coda del Covid: nel 2023, finalmente si è verificato di nuovo il sorpasso da parte dei viaggiatori provenienti da Paesi stranieri. Gli arrivi internazionali sono stati infatti 62,8 milioni, segnando un ottimo +14%, mentre quelli domestici si sono fermati a 62,2 milioni, registrando un lieve calo dell’1,9%. I pernottamenti stranieri sono invece stati ben 222,6 milioni (+10,7%), a confronto di quelli italiani che hanno toccato appena i 208,5 milioni (-1,1%).

Il report mostra quindi il crescente peso del turismo estero in Italia, che nel 2023 ha caratterizzato il 51,6% del totale delle presenze sul nostro territorio. Ci avviciniamo dunque alla Spagna, ancora in vetta alla classifica con 452 milioni di pernottamenti in totale – il nostro Paese ne ha segnati ben 431 milioni, sommando quelli domestici e quelli esteri. Battiamo invece di gran lunga Francia e Germania, che rispettivamente hanno registrato 390 milioni e 389 milioni di presenze. Merita infine attenzione particolare il fatto che il flusso estero si concentra soprattutto in primavera e in autunno, attuando così quella destagionalizzazione tanto promossa dalle principali località turistiche italiane.

Il successo del settore alberghiero

L’indagine dell’Enit ci permette dunque di comprendere l’importanza del settore alberghiero per il turismo italiano: “Abbiamo il dovere di adeguare l’offerta ricettiva al crescente apprezzamento della destinazione Italia, dal momento che siamo oggi più esposti al confronto con le eccellenze mondiali” – hanno affermato Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi, e Damiano De Crescenzo, membro del settore Hospitality di Assolombarda, in apertura del convegno di Milano. I dati, d’altra parte, sono assolutamente incoraggianti.

Il 2024 è partito alla grande e lascia presagire numeri da capogiro. Nel primo trimestre sono attesi quasi 967mila arrivi aeroportuali: l’11% dei turisti dovrebbe provenire dagli Stati Uniti, il 5% dalla Francia e il 4,5% da Spagna e Germania. In particolare, c’è forte richiesta per il settore luxury, con sempre più viaggiatori pronti a spendere per concedersi una vacanza a cinque stelle. “La spesa italiana potrebbe superare i 19,5 miliardi di euro del periodo gennaio-novembre 2023, già in aumento del 7,3% sul 2022” – ha dichiarato Elena Di Raco, responsabile Ufficio Studi e Statistiche Enit.

Categorie
montagna Notizie Viaggi viaggiare

Nel 2040 il turista-sciatore non esisterà più

C’è un drammatico aspetto che sta modificando la montagna (ma non solo) così come la conoscevamo e che avrà un impatto sempre più significativo con il trascorrere degli anni: si tratta del cambiamento climatico, il climate change, una realtà purtroppo consolidata e inarrestabile.

Ormai la neve che brilla è davvero poca ed è arrivato un annuncio, a suo modo, choc: nel 2040 il turista-sciatore non potrà più esistere.

Addio allo sci

Il professor Carlo Visentin, docente al Master in International Tourism all’Università della Svizzera Italiana, è andato dritto al punto con le sue dichiarazioni al Corriere del Ticino: “La stagione degli sport invernali come la conosciamo oggi non ha futuro. I repentini cambiamenti climatici sono destinati a moltiplicarsi accrescendo, di anno in anno, i disagi per il mancato innevamento sulle Alpi. Purtroppo gli oltre 150 milioni di appassionati sciatori, che ogni anno affollano centinaia di località sciistiche, dovranno adattarsi ad altre modalità di fruizione della classica vacanza bianca”.

Entro una ventina d’anni, gli impianti di risalita non potranno più venire attivati e ciò significa una “riconversione” del prodotto-neve e del bene-montagna su cui gli operatori, le comunità e le amministrazioni locali dovranno iniziare a ragionare fin da subito.

Gli sport sulla neve e lo sci, infatti, saranno soltanto una componente minoritaria di un soggiorno che non sarà più “bianco” ma comunque rigenerante poiché in alta montagna.

Il professore, infatti, ha continuato: “Nessuno si illuda di fronte a una nevicata più intensa di altre, perché, purtroppo da un punto di vista turistico, la stagione degli sport invernali non ha futuro. Già adesso il periodo per sciare si è ridotto di un mese rispetto al recente passato: i costi per le imprese sono uguali se non maggiori, ma i profitti si sono inevitabilmente ridotti. Inoltre, domina l’imprevedibilità: una volta si programmava la settimana bianca con mesi di anticipo, oggi è impossibile farlo“.

È allora chiaro che per il turismo sugli scii numeri non torneranno più. Serve una ritirata ordinata, sapendo, senza farsi soverchie illusioni, che si possono salvare in parte presenze e occupazione solo diversificando l’offerta e orientandosi sulle attività apprezzate dalle giovani e giovanissime generazioni: trekking, mountain bike, parapendio, zipline e così via“.

Verso l’inevitabile tramonto della settimana bianca

È un mito che si è avviato inevitabilmente sul viale del tramonto quello della “settimana bianca”. La neve sui monti è davvero poca e il 62% dei vacanzieri opta oggi per soggiorni brevi, con una media di due pernottamenti: solo il 9% degli italiani ha programmato sette o più notti e una delle ragioni è anche legata al budget.

Inoltre, dall’indagine dell’Osservatorio di Confcommercio, è emerso che tra gli appassionati di montagna, soltanto l’1% ha come obiettivo principale gli sport sulla neve, sci in primis: il 40% degli intervistati, invece, predilige le escursioni naturalistiche e altre attività quali visite a mercatini, centri benessere e SPA, degustazioni di prodotti tipici, relax e riposo.

Una tendenza che, insieme all’incognita sempre più stringente dell’innevamento, sta contribuendo a ridefinire e trasformare le caratteristiche dei servizi turistici in montagna, rendendoli sempre meno dipendenti dalla “dama bianca”.