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Sigiriya: la leggenda dell’antica fortezza costruita sulla roccia

In un posto tanto lontano, quanto meraviglioso e suggestivo, esiste una fortezza costruita su una roccia, e in essa incastonata, che è considerata l’ottava meraviglia del mondo. Stiamo parlando dell’enigmatica e straordinaria Sigiriya, la reggia dello Sri Lanka, sospesa tra terra e cielo e tra realtà e leggende.

Situata su una collina vulcanica ad un’altezza che sfiora i 370 metri, la fortezza, completamente scolpita nella pietra, è stata riconosciuta nel 1982 come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. In ogni periodo dell’anno, qui, si recano migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

L’impatto visivo è quasi devastante: la fortezza emerge prepotentemente dalla natura incontaminata dello Sri Lanka per stagliarsi contro il cielo. Ma è solo avvicinandosi, passo dopo passo, che ci si rende conto della complessità, apparentemente inspiegabile, di una delle più incantate meraviglie del nostro Pianeta.

Sigiriya

Sigiriya

Sigiriya: tra realtà e leggende

Situata nel Distretto di Matale, nelle vicinanze di Dambullain, la fortezza costruita su una roccia vulcanica che possiamo vedere oggi è fatta risalire al V secolo d.C, tuttavia secondo gli storici e gli archeologici le sue origini affondano le radici in epoche ben più antiche. È probabile che le popolazioni antiche abitassero o utilizzassero questa altura già 10000 anni fa.

La costruzione è fatta risalire alla volontà del re Kasyapa che scelse proprio l’ammasso magmatico per costruire la sede del suo intero, una reggia naturale contraddistinta da giardini, affreschi e disegni scolpiti nella roccia. La storia vuole che per insidiarsi nel regno, il re uccise suo padre e bandì suo fratello per poi ergere il suo straordinario palazzo.

Ma la scia di sangue collegata a questo regno non era destinata a finire. Secondo la storia, infatti, a seguito di un’invasione il sovrano si suicidò e la montagna vulcanica fu restituita ai monaci buddisti che ci abitavano prima che questo si insediasse, gli stessi che l’abitarono, secondo le fonti, fino al XIV secolo.

La storia potrebbe finire qui ed esaudire così la curiosità di molti di noi, ma la verità è che questa narrazione non spiega la complessità dell’intera fortezza. Attraversando la fortezza, infatti, è impossibile non notare tutti quei dettagli all’avanguardia che sembrano inspiegabili per un epoca così lontana. E poi ci sono quelle donne, misteriose e bellissime, che appaiono negli splendidi affreschi della parte inferiore della fortezza.

Questi possono essere spiegati da un’altra versione della storia che conosciamo e che dipinge il re Kashyapa come un uomo molto bello e potente circondato da molte donne. Quelle raffigurate, quindi, sarebbero proprio le sue concubine.

Naturalmente ci sono altre storie che ruotano attorno a questo sito e che riguardano proprio la terra dello Sri Lanka. Secondo alcuni, la fortezza sarebbe stata eretta per imitare il regno di Kuvera, dio della ricchezza, e le figure sugli affreschi delle divinità.

Sigiriya

Sigiriya

Le fauci del leone

Per avere le idee ancora più chiare – o forse ancora più confuse – c’è anche un elemento imprescindibile che dobbiamo considerare, ovvero la presenza di due possenti zampe di un leone. Le troviamo proprio all’ingresso del portale che conduce sulla parte superiore della fortezza.

Il nome stesso Sigiriya, composto dai due termini sinha e giriya tradotti come leone e gola, è un chiaro riferimento all’animale. Secondo gli storici le due grandi zampe sono solo i resti della figura di un leone, forse proprio con le fauci spalancate che facevano da ingresso.

Questo ha portato a tante altre teorie e ipotesi, anche più misteriose, per giustificare in qualche modo la costruzione di un luogo così straordinario. Qualche anno fa, la ricercatrice Amelia Sparavigna, ha ipotizzato un collegamento tra il complesso archeologico di Sigiriya e lo zenit del Sole. Il suo studio ha aperto la strada a nuove ipotesi relative alla funzione astronomica del sito esistente, prima ancora delle storie e delle leggende che ora conosciamo.

Sigiriya

Sigiriya

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L’ascensore che ti porta negli abissi del Mar Baltico

Meraviglioso è il mare che brilla sotto i raggi del sole di giorno e riflette le luci delle stelle e della Luna di notte. L’acqua che ci bagna e che ci rinfresca in estate, che si perde all’orizzonte e che si infuoca durante l’ora d’oro, è da sempre meta prediletta dei nostri viaggi.

Così ecco che quelle distese dai mille riflessi di blu ci spingono a scegliere nuove destinazioni di viaggio che ci permettono di nuotare e fare sport acquatici, di incontrare creature marine o, semplicemente, di restare a guardare i tramonti dorati. Eppure oggi, a tutte queste esperienze, se ne aggiunge un’altra, inedita e straordinaria, che ci permette di scendere negli abissi del Mar Baltico a bordo di un ascensore.

L’ascensore del Mar Baltico

Non lasciatevi ingannare dal suo aspetto, quella che a prima vista sembra una campana solitaria in mezzo al mare o un ombrellone da spiaggia chiuso, in realtà è un ascensore che porta tutti i passeggeri sui fondali del Mar Baltico. Si chiama Tauchgondel e come il nome stesso suggerisce si tratta di una gondola sommersa, nonché una delle attrazioni più curiose, innovative e sensazionali di tutta la Germania.

Tauchgondel

Tauchgondel

La sua funzione è presto detta: garantire un accesso diretto e facilitato ai fondali del mare per ammirare le creature che li popolano senza necessità di indossare pinne o bombole di ossigeno. Esattamente come un ascensore, questa grande cabina, scende lentamente sotto l’acqua fino a scomparire dalla superficie, accompagnando tutti i passeggeri a una profondità di 4 metri sotto il livello del mare.

A bordo di una cabina sottomarina per scoprire le meraviglie del mare

Esattamente come un ascensore, le Tauchgondel – che sono 4 in totale – scendono lentamente verso i fondali marini garantendo un’esperienza incredibile a tutti i viaggiatori a bordo. Le gondole sottomarine – che hanno un peso totale di 40 tonnellate – si presentano con un design vittoriano che rimanda agli universi tecnologici fantascientifici. Al loro interno si trova una cabina che può contenere fino a 24 passeggeri con tanto di comode sedute.

In questo viaggio verso il basso i visitatori sono accompagnati dalle voci guida di animatori ed esperti che non solo illustrano la vita della flora e la fauna, ma si occupano anche di sensibilizzare gli ospiti sul delicato equilibrio del mondo sott’acqua.

Dalla sala interna è possibile osservare direttamente gli ambienti marini, le creature che popolano i fondali del Mar Baltico ma non solo, c’è anche uno spazio dedicato alla proiezione di film in 3D e documentari educativi sul mondo marino. Non mancano anche un bar e un negozio si souvenir.

Tauchgondel

Tauchgondel

Dalla profondità in cui l’ascensore conduce è possibile ammirare tutto ciò che si nasconde sotto la superficie del Mar Baltico, tra cui pesci, crostacei, alghe e la famosa e bellissima medusa di luna.

Come abbiamo anticipato, le Tauchgondel si trovano in Germania, e più precisamente sulle coste nord. Grömitz, Zingst, Sellin e Zinnowitz sono i luoghi in cui dovete recarvi se volete vivere questa esperienza. Le gondole subacque sono posizionate in maniera strategica in luoghi che non sono ancora battuti dal turismo di massa e questo garantisce di vivere un’esperienza ancora più incredibile e straordinaria. Pronti a iniziare la discesa?

Tauchgondel

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Notizie Viaggi

Turismo: l’80% degli italiani torna a viaggiare

Si torna (davvero) a viaggiare, dopo due anni di sacrifici che hanno gettato il settore turistico in una profonda crisi. Con i numeri relativi ai contagi finalmente in calo, per gli italiani è tempo di riprendere ad organizzare le vacanze. Ma quali sono le tendenze e le previsioni in ambito turistico per il 2022?

Viaggi: il 2022 è l’anno della ripresa

I numeri fanno finalmente ben sperare: a rivelarli è la nuova analisi dell’EY Future Travel Behaviours, che porta alla luce i trend legati ai viaggi per il 2022. In che modo cambieranno le attitudini vacanziere degli italiani, a due anni dall’inizio della pandemia? Sembra proprio che questo sia l’anno della ripresa, che a dir la verità ha già avuto inizio. Secondo i dati, infatti, nel 2021 è stato ben l’80% della popolazione ad aver viaggiato per motivi turistici. Un trend in crescita, visto nel 2020 questo dato si attestava attorno al 70%.

Le previsioni sono molto positive anche per quanto riguarda i prossimi mesi: pare infatti che il 60% degli italiani tornerà alle proprie abitudini di viaggio pre-pandemia (soprattutto per quanto riguarda la frequenza delle vacanze). Anzi, 1 persona su 4 addirittura aumenterà il numero dei propri viaggi. Scema dunque l’effetto Covid sugli spostamenti, grazie anche alla graduale riapertura delle frontiere e all’alleggerimento delle misure di sicurezza che si stanno verificando in tantissimi Paesi – europei ed extraeuropei. Ma vediamo un po’ più nel dettaglio le tendenze del 2022.

I trend di viaggio del 2022

Appurato che in questi mesi molte persone torneranno ad organizzare le proprie vacanze, resta da scoprire quali sono i trend che andranno per la maggiore. Primeggerà ancora il turismo di prossimità, con tantissimi viaggiatori che andranno alla scoperta delle bellezze tutte italiane. Per 2 persone su 3, infatti, questa sarà l’occasione per restare nel nostro Paese. Le esperienze più ricercate saranno il relax (per il 65% degli intervistati), l’enogastronomia (per il 61%) e il divertimento con parenti e amici (per il 46%). Le previsioni fanno dunque pensare ad un prossimo boom del turismo legato al wellness, tra terme e spa (grazie al Bonus Terme). Ma anche ad un interesse sempre più spinto verso le vacanze all’aria aperta, dove conciliare attività sportive e un po’ di riposo.

Un tema particolarmente sentito è quello della sostenibilità. Secondo i dati dell’osservatorio, ben il 74% dei viaggiatori continuerà a fare scelte compatibili con l’ambiente. A partire dai mezzi di trasporto con cui ci si sposterà: aumenterà infatti l’impiego di treni e aerei a discapito dei mezzi propri, soprattutto nella fascia d’età degli under 40. Per molti turisti, nella scelta della tipologia di viaggio avranno molta importanza le iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale. E 2 persone su 3 saranno pronte a pagare un sovrapprezzo per compensare le emissioni di CO2 dei propri spostamenti.

Naturalmente, l’attenzione per l’ambiente non si ferma al mezzo di trasporto. Molti italiani decideranno di fare un’esperienza turistica quanto più possibile green, anche nella scelta dell’alloggio e delle esperienze da effettuare in loco. Sarà sempre più forte l’abitudine ad adottare comportamenti eco-friendly e a premiare chi, nell’ambito turistico, si mostrerà intenzionato a sostenere iniziative sostenibili. Per questo, nel settore dell’hospitality si presta ormai da tempo molta più cura alla tutela dell’ambiente.

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Ryanair cambia la politica dei rimborsi: cosa sapere

Ryanair, la più grande compagnia aera a basso costo d’Europa, considerava il Covid una malattia “non grave” e, in quanto tale, non rimborsabile. Ma dopo mesi e mesi in cui i clienti positivi al virus e impossibilitati a partire lamentavano un pessimo trattamento da parte del vettore per quel che riguardava le modalità del rimborso, è stata costretta a cambiare rotta.

Perché Ryanair non rimborsava i positivi al Covid

Fino a questo momento, la filosofia di Ryanair è stata che: se la compagnia non ha alcuna responsabilità e il volo parte regolarmente, non è tenuta al rimborso del biglietto. Una scelta giustificata direttamente dal patron dell’azienda, Micheal O’Leary, che sosteneva che essere positivi al Covid non significava non poter spostare la data di partenza.

Ma non solo. Il numero uno di Ryanair ha più volte sottolineando che essendo la sua una compagnia low cost, i biglietti in vendita non sono rimborsabili. Le sue esatte parole sono state: “se hai il raffreddore, sei in ospedale o ti muore il gatto, non venire a chiederci un rimborso“.

Ryanair e rimborso per Covid: cosa cambia

La compagnia aerea a basso costo irlandese ha deciso di modificare la propria politica dei rimborsi. Se fino a ieri consentiva di cambiare solo la data del volo a fronte di un pagamento di 40 euro, adesso è possibile ripagare con un voucher i passeggeri che non possono prendere un volo prenotato perché positivi al Covid, o in quarantena per essere entrati in contatto con persone positive.

Ryanair ha quindi deciso di assecondare le pressanti richieste di molte associazioni di consumatori italiane, che avevano denunciato più volte il comportamento della compagnia, colpevole di non rispettare le regole del Codice Civile italiano sulle politiche dei rimborsi.

Ryanair rispetta tutte le normative Ue e del governo e in conformità con le leggi italiane, i passeggeri che risultano positivi al Covid-19, o sono entrati in contatto e costretti alla quarantena, hanno diritto a un voucher dietro presentazione della documentazione richiesta“. Con questa nota inviata a La Repubblica, la compagnia irlandese ha certificato il cambiamento di rotta sulle politiche di rimborso. Una variazione che si spera faccia rientrare la rabbia dei tanti viaggiatori che, rimasti a terra a causa del virus, si sono visti negare – fino a oggi – dal vettore un rimborso completo.

Come fare per ottenere il rimborso

Per richiedere il voucher di viaggio in caso di positività o quarantena, basta compilare un form che potete trovare qui e allegare la documentazione richiesta:

  • certificato medico per quarantena, soggiorno forzato in casa (sotto la supervisione delle autorità sanitarie) o ricovero in ospedale a causa del virus Covid 19;
  • una prova di residenza, prova del domicilio o altra prova documentale idonea che dimostri che è stato o è vietato lasciare o entrare una certa area;
  • una prova di partecipazione a un evento rinviato/sospeso o annullato per ottemperare alle istruzioni impartite dal Governo italiano.

La mancata presentazione di tutte le informazioni e dei documenti a supporto comporterà un ritardo nel prendere in esame la richiesta. Mentre una volta ricevuto quanto scritto sopra, sarà Ryanair a contattare i passeggeri all’indirizzo e-mail fornito durante la prenotazione per provvedere al rimborso.

I voucher di viaggio hanno una validità di 24 mesi dalla data di emissione, e possono essere riscattati entro la scadenza sul sito web di Ryanair. In caso di mancato utilizzo del voucher entro i 24 mesi di validità, verrà rimborsato il valore del biglietto originario, o il valore residuo del biglietto originario, in caso di utilizzo parziale del voucher.

Il valore dei voucher di viaggio non utilizzato verrà automaticamente rimborsato alla fine del periodo di validità di 24 mesi. Il rimborso potrà essere richiesto, a scelta del passeggero, in qualsiasi momento.

Fondamentale sapere anche che i voucher di viaggio possono essere riscattati solo nella valuta di emissione ed esclusivamente dal destinatario del voucher stesso. Inoltre, se il prezzo totale del volo supera il valore del/dei voucher di viaggio utilizzato/i per la prenotazione, la differenza di prezzo può essere pagata con carta di credito/debito o tramite PayPal.

I voucher possono essere usati per il pagamento di voli, posti a sedere, priorità, bagagli imbarcati, Fast Track, attrezzature per neonati, attrezzature musicali e sportive, assicurazione di viaggio, e tasse, oneri e supplementi associati (non per autonoleggio, trasferimenti o prenotazioni alberghiere). Non è consentito il cambio del nominativo del passeggero se è stata fatta una prenotazione utilizzando un voucher di viaggio, ma tali voucher sono trasferibili tra passeggeri inclusi nella stessa prenotazione.

Infine, la validità di 24 mesi si applica anche a voucher già emessi e indicanti una validità di 18 mesi, in conformità con la vigente normativa.

Le opinioni degli addetti ai lavori

La decisione di Ryanair arriva in seguito all’esposto di Assoutenti, presentato all’Enac a fine gennaio, per lesione dei diritti dei consumatori. Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, ha spiegato che però questa vittoria non è sufficiente perché “la normativa vigente stabilisce il rimborso in favore dei passeggeri impossibilitati a partire per cause di forza maggiore“.

Per questo motivo Assoutenti chiede alla compagnia di fare un ulteriore passo avanti disponendo rimborsi integrali in denaro a favore dei passeggeri che ne facciano richiesta.

Si tratta comunque di un importantissimo risultato ottenuto da Assoutenti in favore di migliaia di viaggiatori che, negli ultimi mesi, si erano rivolti alla nostra associazione denunciando l’impossibilità di ottenere un rimborso per i biglietti non fruiti a causa del Covid – spiega Truzzi – Un comportamento che aveva portato ad un esposto di Assoutenti all’Enac e proprio grazie al nostro pressing la compagnia aerea ha modificato la propria posizione, riconoscendo i diritti dei viaggiatori“.

Con una nota l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ha fatto sapete che “accoglie con soddisfazione la decisione del vettore irlandese Ryanair di rimborsare con un voucher i passeggeri che non possono prendere un volo prenotato perché positivi al Covid o in quarantena per essere entrati in contatto con persone positive“.

Insoddisfatto, invece, Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Non è sufficiente che Ryanair offra solo un voucher da spendere per un altro viaggio. Il rimborso deve avvenire in contanti e, soprattutto, la nuova politica non può valere solo per il futuro, ora che la pandemia sembra essere più sotto controllo. Vanno rimborsati anche tutti i consumatori che hanno avuto problemi in passato, senza se e senza ma!” ha concluso Dona.

L’altra battaglia di Ryanair

Non è finita qui. Un’altra battaglia che vede contrapposta la maggioranza delle associazioni di consumatori a Ryanair è quella relativa alla procedura di conciliazione, ossia quel sistema che consenta ai clienti di risolvere le dispute senza andare in tribunale, in tempi rapidi e senza spese.

A oggi Ryanair permette tutto questo solo attraverso il Codacons. È certamente vero che un’associazione è sempre meglio di nessuna, ma in Italia quelle riconosciute dal ministero dello Sviluppo economico e riunite nel Consiglio nazionale consumatori e utenti (Cncu) sono 20. È quindi lecito domandarsi perché i membri delle altre 19 associazioni sono stati esclusi.

Non è mancata su tale argomento una risposta di O’Leary: “In Italia amate la burocrazia: non c’è alcun bisogno di 20 conciliazioni diverse, una è più che sufficiente. Tutto il resto è inefficienza e spreco di denaro“. Tuttavia, i vertici italiani della compagnia aprono uno spiraglio, spiegando che sono in corso colloqui per aumentare il numero delle associazioni attraverso le quali poter aderire.

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Sta per salpare la nave più green al mondo

La nave più green mai costruita è alle fasi finali e salperà entro l’anno. Stiamo parlando della di MSC World Europa, che attualmente è in costruzione nei Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire, in Francia. La nave sarà consegnata nell’ottobre 2022 e poi prenderà il largo diretta verso il Golfo Arabico.

Com’è fatta la MSC World Europa

La nave avrà 2.626 cabine e potrà ospitare fino a 6.762 passeggeri. Sarà lunga 333,3 metri e avrà una stazza lorda di 205.700 tonnellate. Il design della World Europa sarà innovativo, con una prua a 90° a forma di freccia che taglierà l’acqua con facilità, una caratteristica mai vista prima d’ora su una nave da crociera. La prua, però, non avrà solo un valore estetico, bensì sarà capace di migliorare ulteriormente la stabilità della nave offrendo comunque un comfort maggiore per gli ospiti.

L’impressionante e inedita forma a “Y” a poppa si apre sull’Europa Promenade, una passeggiata lunga 104 metri, che offre una vista mozzafiato sul mare ed è divisa in una parte aperta e un’altra metà coperta da un imponente schermo a Led, che trasmetterà giochi di luci durante l’intero arco della giornata.

Una delle caratteristiche principali della Promenade sarà The Venom Drop The Spiral, un sorprendente elemento architettonico centrale sotto forma di uno scivolo a secco che si estende per undici ponti, il più lungo in mare.

Le dimensioni della nave consentiranno di avere delle aree completamente distinte, ognuna con il proprio stile e le proprie esperienze. Si potrà passare da una tranquilla area zen per soli adulti alla Promenade, con intrattenimento, negozi e bar, fino a un’area separata per le famiglie che ospita ben dieci nuove strutture per bambini.

Come sulle altre navi della compagnia, non mancherà la Aurea Spa, un centro wellness in stile balinese di 1.012 metri quadrati, con area termale, palestra, barbiere e beauty saloon con trattamenti di bellezza e benessere.

Una nave nella nave sarà poi lo Yacht Club, che prevederà oltre alle cabine più belle anche un’area riservata accessibile solo ai membri del Club, con ristorante e lounge privati, una grande area piscina con solarium e vasche idromassaggio. Ci sarà anche un’area della spa dedicata a questi ospiti, con sale massaggi dedicate e accesso completo alla Thermal Suite nella Aurea Spa e tanto di servizio di maggiordomo 24 ore su 24.

La nave offrirà 13 punti di ristoro, inclusi sei ristoranti tematici e due locali completamente nuovi: lo Chef’s Garden Kitchen, che propone microverdure, e La Pescaderia, con grigliate di pesce e posti a sedere all’aperto. Un ristorante sarà anche aperto tutti i giorni 24 ore su 24.

Una nave green

La World Europa sarà la prima nave di MSC Crociere alimentata da gas naturale liquefatto (GNL), il combustibile fossile più pulito attualmente disponibile per le grandi navi da crociera e sarà la nave più grande ed ecologicamente più avanzata in navigazione nel Medioriente. Con il GNL la riduzione dei gas serra raggiungerà fino al 25%.

Ma non sarà l’unica tecnologia green rivoluzionaria a bordo della nave. Lo scopo della compagnia è infatti quello di arrivare a “operazioni a emissioni zero“. Anche il sistema di trattamento delle acque reflue sarà di nuova generazione e sarà dotata di altre tecnologie ambientali all’avanguardia, contribuendo sempre più alla tutela dell’ambiente.

Le crociere della nave

La MSC World Europa farà rotta negli Emirati Arabi Uniti nella stagione invernale 2022/2023, con crociere di sette notti da Dubai e Abu Dhabi a Sir Bani Yas Island, Dammam, in Arabia Saudita, e Doha, in Qatar.

MSC-World-Europa

La MSC World Europa

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Così l’arte dell’azulejo ha trasformato il Paese in un museo a cielo aperto

Anche se guidati da altre intenzioni o attrazioni, un viaggio in Portogallo si trasforma rapidamente in un’esperienza immersiva all’interno della splendida arte dell’azulejo. Una pratica, questa, affonde le sue radici in tempi antichissimi, nella cultura e nella stessa identità di un Paese meraviglioso da scoprire.

E non c’è neanche bisogno di cercarli negli angoli nascosti della città o preparavo un itinerario che porti alla scoperta di queste opere d’arte, perché gli azulejos sono praticamente ovunque e sono bellissimi. Sono loro, con la sola presenza, che trasformano l’intero Portogallo in un museo a cielo aperto che incanta gli occhi.

Cos’è l’arte dell’azulejo

Piccola pietra liscia e lucidata, è questo il significato della parola araba Al-zuleique che ha dato origine all’arte portoghese che oggi tutti conosciamo come azulejo. Oggi è impossibile non conoscere e riconoscere quelle piastrelle di ceramiche contraddistinte da smalti e decorazioni, perché nel Paese le loro tracce sono praticamente ovunque.

Facciata di un edificio a Porto

Facciata di un edificio a Porto

La tradizione vuole che la forma delle piastrelle sia quadrata con una misura di 12 centimetri per lato, ma con il tempo e le influenze esterne, molte decorazioni hanno assunto forme e dimensioni differenti. Le origini, dicevamo, affondano le loro radici in tempi lontani quando, nel XIII secolo, soprattutto nelle città di Valencia, Siviglia e Granada, gli artisti locali influenzati dalla cultura mussulmana, iniziarono a lavorare a lastre smaltate e colorate realizzate in argilla da utilizzare per i pavimenti e le pareti.

Quella che inizialmente era una decorazione fuori dall’ordinario, iniziò però a ricoprire un ruolo sempre più importante nell’architettura a partire dal XV secolo, fino a diventare centrale. Anche se molti altri Paesi europei ereditarono le medesime influenze, nessun come il Portogallo trasformò quest’arte in un riconoscimento della propria identità culturale.

L’azulejo, nei secoli, invase le case e i giardini, i conventi e le chiese, le fontane e le opere pubbliche. C’erano piastrelle sacre, che raffiguravano le scene della vita dei senti, o altre profane, ma il risultato era il medesimo: piccole opere d’arte destinate a straordinarie decorazioni che ancora oggi possiamo ammirare.

Azulejos: opere d’arte en plein air in Portogallo

Elencare tutti i posti dove è possibile ammirare gli azuljos in Portogallo è un’impresa difficile, se non impossibile, perché in tutte le città del Paese, tra le case e le chiese, è possibile osservare questa antica arte, sia nelle opere private che in quelle di arte pubblica.

A Porto, per esempio, è facile innamorarsi. Non solo per le attrazioni turistiche che attirano viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ma anche per questa arte che intrisa nel tessuto urbano della città. Gli azulejo caratterizzano in maniera univoca l’atrio della stazione São Bento, puntellato da 20000 piastrelle decorate. Bellissima e straordinaria è anche la facciata principale dell’Igreja de Santo Ildefonso che, attraverso dei mosaici, mette in scena l’Eucorastie. Ne emerge un’opera d’arte maestosa e imponente che lascia senza fiato.

Sant'Ildefonso in Piazza Batalha

Sant’Ildefonso, Porto

Anche le stazioni della metropolitana di Lisbona sono decorate con pannelli di azulejos che portano la firma dei grandi maestri portoghesi. Una tradizione, quella di decorare le stazioni metropolitane, che ha finito per influenzare anche altri luoghi d’Europa come Parigi e Bruxelles.

Sempre a Lisbona troviamo anche il Museu Nacional do Azulejo dove è possibile toccare con mano l’universo variegato di questa arte, la sua storia e le tecniche che si sono tramandate nel tempo.

Anche nelle Azzorre ci sono tracce visibili e sensazionali di questa arte. Gli azulejos invadono l’architettura del suggestivo Santuario di Nossa Senhora da Paz a Vila Franca do Campo, São Miguel.

Non solo da osservare e da fotografare, però, gli azulejos con il tempo si sono trasformati in veri e propri cimeli di viaggio diventando i souvenir più acquistati nell’intero Paese dai turisti di tutto il mondo.

Vila Franca do Campo, Azzorre

Vila Franca do Campo, Azzorre

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Decolla da Milano la prima compagnia aerea con posti solo Business Class

In Francia vola già da sette anni e, a breve, decollerà per la prima volta anche dall’Italia, collegando l’aeroporto di Milano Malpensa con New York Newark. La Compagnie è la prima compagnia aerea che a bordo offre solo posti in Business Class. Un aereo che porta solamente 76 passeggeri che viaggiano nel massimo comfort, quasi come un jet privato.

Quando decolla

Il primo volo, operato da un Airbus A321neo, è previsto per il prossimo 15 aprile e le prenotazioni sono già aperte. Si può quindi iniziare a pensare di trascorrere una vacanza primaverile nella Grande Mela oppure prenotare il prossimo viaggio di lavoro viaggiando comodamente e senza pensieri. Saranno ben cinque i voli settimanali che collegheranno l’aeroporto milanese all’aeroporto più vicino a Manhattan.

Comfort a bordo

Essendo una sola classe Business, le poltrone a bordo sono ampie e reclinabili e non c’è nulla di più piacevole come dormire sdraiati in aereo quando un volo è lungo. Per i voli in Italia, la compagnia ha pensato bene di personalizzare l’esperienza a bordo. Se in Francia gli amenity sono stati pensati per i clienti francesi, in Italia il servizio sarà più vicino ai nostri gusti. A partire dal caffè. Gli amenity kit saranno di [ comfort zone ], un’azienda che produce in Italia con energie rinnovabili.

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L’interno del velivolo che offre solo Business Class

Anche i menu che saranno serviti ai passeggeri sono stati studiati da chef italiani, tra i nomi più blasonati, Isabella Potì e Floriano Pellegrino di Bros da Lecce e il vicentino Lorenzo Cogo, di Lorenzo Cogo Social Club e del Ristorante Dama di Venezia. Un vero ristorante gourmet a 10.000 metri d’altezza, insomma. Anche i vini selezionati saranno di etichette assolutamente italiane.

Non mancherà poi l’intrattenimento a bordo, a partire dal servizio Wi-Fi gratuito per tutti, che consentirà di lavorare non-stop e di fare tutto ciò che si farebbe a terra.

Quanto costa

I prezzi dei biglietti aerei di andata a ritorno per volare a bordo della Business Class di La Compagnie partono da 1500 euro. Tutti i biglietti sono al 100% Flex e quindi modificabili e rimborsabili, senza alcun costo aggiuntivo, fino a 24 ore prima della partenza. Sono inclusi per tutti i passeggeri due bagagli registrati a testa.

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Borghi Viaggi

Il borgo con la più importante raccolta di opere seriali d’Italia

Nella magica Maremma Laziale svetta Tarquinia, città del viterbese che è uno scrigno incredibile di cultura etrusca e romana. Uno dei centri più importanti dell’Etruria dal punto di vista artistico e architettonico, un borgo che si lascia scoprire lentamente e che possiamo definire un sito archeologico a cielo aperto. Non è un caso che abbia saputo conquistare viaggiatori da tutto il mondo.

Cosa vedere a Tarquinia

Tarquinia è un luogo in cui i turisti possono trovare ogni meraviglia: bellezze architettoniche, artistiche e archeologiche di grande valore storico, e riserve naturali come la Riserva Naturale delle Saline di Tarquinia, la Campagna Maremmana, i Monti della Tolfa e i Monti Cimini. L’antico centro etrusco e romano su cui si fonda la città, sorgeva sulla Civita”, una collina alle spalle del “colle dei Monterozzi” dove oggi si trovano l’abitato di Tarquinia, e la necropoli antica (necropoli dei Monterozzi).

Il Duomo costruito nel 1260 è il principale luogo di culto del borgo, e merita di certo una visita. Così come le bellissime chiese: la Chiesa di Santa Maria in Castello, l’arabeggiante Chiesa della Santissima Annunziata, la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa di San Leonardo e la Chiesa del Suffragio. Passeggiando per il centro storico di Tarquinia, si scorgono le spiccate caratteristiche medievali: le grandi torri che svettano qua e là tra le case, e le possenti mura di cinta che proteggono ancora la parte nord della città.

Da non perdere, durante la visita a questa cittadina così ricca di storia e cultura, anche i resti di Palazzo dei Priori,  Palazzo Vitelleschi,  in cui ammirare i reperti nelle sale del Museo Nazionale Etrusco, qui ospitato, e la Fontana Nova, lungo Via di Fontana Nuova: una scenografica fontana posta in uno scenario suggestivo di rupi, arcate e verdi prati. Questo è anche un apprezzato punto panoramico su tutto il centro storico di Tarquinia.

Tarquinia cosa vedere

Uno scorcio di Tarquinia

Tarquinia: il borgo con la raccolta di opere seriali più importante d’Italia

Tarquinia, tuttavia, non è solo uno dei borghi scrigno d’arte e cultura antichissime. In questa cittadina della maremma laziale è presente la raccolta di opere seriali più importante e vasta d’Italia. Si tratta della Collezione Peruzzi (prima a Milano e dal 2017 a Tarquinia): oltre duecento opere seriali di arte italiana contemporanea, che ha preso vita dal 1980 grazie alla passione dell’Ingegner Vittorio Peruzzi, che ha raccolto opere di artisti che rappresentano in modo completo i movimenti e gli artisti italiani conosciuti in tutto il mondo.

La Casa Museo Peruzzi di Tarquinia, alle Piane del Marta, è diventata un vero e proprio punto di riferimento assoluto per appassionati, studenti, critici, studiosi delle avanguardie internazionali dalla seconda metà del Novecento.

Cosa si può ammirare a Casa Museo Peruzzi? Diverse icone della storia del mobile moderno con le opere dei più importanti architetti del movimento moderno internazionale come: Le Corbusier, Wright, Jacobsen, Rietveld, Van Der Rohe, Castiglioni, Mollino, Frattini, Mari, Sapper, De Lucchi, Wegner, Ponti, Thonet, Magistretti, Ingrand, Starck. E rappresentanze eccellenti dei vari movimenti artistici, con opere seriali pop di Baj, Rotella, Spoldi, le sculture di Consagra e Arnaldo Pomodoro; pezzi di Afro, Burri, Capogrossi, Fontana, Vedova, Agnetti, Fabro, Kounellis, e i nuovi e già consacrati nomi come Bonvicini, Vitone e Cattelan.

Casa Peruzzi Tarquinia

Casa Museo Peruzzi

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Paestum e Alto Cilento per la Capitale Italiana della Cultura 2024

L’Unione dei Comuni Paestum e Alto Cilento alla conquista del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024. Si tratta dell’unica associazione di comuni italiani presente tra i dieci candidati finalisti. La proclamazione del vincitore è attesa per la metà di Marzo, da parte del Ministero della Cultura.

Paestum e Alto Cilento per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2024

I numeri parlano già da soli, per ribadire l’importanza di questi luoghi per il patrimonio culturale italiano: 11 comuni – Capaccio Paestum, Agropoli, Giungano, Cicerale, Ogliastro Cilento, Prignano Cilento, Torchiara, Rutino, Lustra, Laureana Cilento e Perdifumo -si sono uniti e portano al voto un tesoro di meraviglie paesaggistiche, naturali ed architettoniche uniche.

Non solo, in questo lembo di terra cilentana, sono stati riconosciuti ben tre patrimoni UNESCO: il Parco Archeologico di Paestum e Velia (dal 1998), il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (nella rete dei Geoparchi UNESCO nel 2010), e un bene immateriale che dona longevità a chi la osserva, come gli abitanti centenari del Cilento, ossia la Dieta Mediterranea di Ancel Keys, dichiarata Patrimonio UNESCO nel 2010, con i prodotti tipici, presenti nel paniere della dieta mediterranea cilentana, oltre alla bufala DOC, fichi e olio.

Le bellezze di Paestum e Alto Cilento

Un territorio, fra terra e mare, che racchiude storia, arte e natura. Le due città principali sono Capaccio Paestum e Agropoli, note ai viaggiatori di tutto il mondo per la presenza di patrimoni inestimabili come i Templi di Paestum, la più importante testimonianza della Magna Grecia, oppure il Castello Angioino Aragonese di Agropoli a picco sul mare. I piccoli borghi dell’entroterra non sono di certo da meno, e vantano meraviglie tutte da scoprire.

Tra queste, ci sono, ad esempio palazzi e castelli con vedute mozzafiato: Palazzo Baronale de Conciliis a Torchiara, Palazzo de Vargas a Perdifumo, Palazzo de Stefano a Ogliastro Cilento, e il maestoso Castello di Rocca Cilento, dal quale si gode un panorama a 360 gradi incantevole.

Il progetto culturale di Paestum e Alto Cilento

L’unione dei comuni di Paestum e Alto Cilento si candida con sette colonne portanti di proposte culturali, quasi fosse un tempio. Si parte dalla centralità dei piccoli borghi del Cilento, rivalorizzati, e i loro giovani, protagonisti di un cartellone di eventi, convegni, e spettacoli. La lettura sarà un altro punto fondamentale della proposta del territorio che, da due anni a questa parte, ospita anche una delle tappe del Premio Strega, proprio nella splendida cornice dell’area archeologica di Paestum. Non mancherà l’arte contemporanea: i borghi pulluleranno di artisti, mostre, performance e percorsi urbani che richiameranno appassionati e turisti.

Un altro elemento centrale della proposta di Paestum e Alto Cilento per la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2024, è rappresentato dalla musica e dal teatro: nella nuova Arena dell’Unione, e nei tanti siti che già ospitano manifestazioni musicali e teatrali, si alterneranno artisti di fama internazionale e grandi Maestri del Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Verdi di Salerno e la Scala di Milano. Una delle principali risorse ed attrattive del territorio rimane sempre l’archeologia. Epoche lontanissime rese attuali, qui, dove l’architettura, l’arte, i riti, la cultura della Grecia antica stupiscono i viaggiatori che verranno coinvolti in percorsi di approfondimento e visita più interattivi.

Parco del Cilento

Il Parco del Cilento

 

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Ivrea è la Capitale italiana del libro 2022

È giunto al suo terzo anno il progetto italiano, sponsorizzato dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, volto a promuovere la cultura e, più in particolare, la lettura: è stato infatti assegnato il titolo di Capitale italiana del libro 2022, e la città vincitrice è Ivrea.

Ivrea, la Capitale italiana del libro 2022

Il concorso per assegnare il titolo di Capitale italiana del libro si è aperto nei mesi scorsi, e ha visto una ricca partecipazione. Ben 16 sono state le candidature pervenute, ma di queste solo 8 città sono riuscite ad arrivare alla selezione finale: Ivrea, Aliano, Barletta, Costa di Rovigo, Nola, Pescara, Pistoia e Pordenone. Dunque è stata una sfida davvero ardua, ma la giuria non ha avuto dubbi nel proclamare vincitrice la cittadina piemontese.

Le motivazioni? Le ha spiegate il presidente della giuria, Marino Sinibaldi: “Tra le altre proposte, tutte di notevole qualità e meritevoli di attenzione, la candidatura di Ivrea si segnala per la capacità di mettere in rete le molteplici energie del territorio, di aprirsi alla dimensione internazionale, di proporsi come luogo dove si immagina il futuro del libro e della lettura”. Il titolo è stato assegnato in diretta streaming dal Ministro della cultura Dario Franceschini.

Immediata la reazione del sindaco, che ha voluto commentare con entusiasmo: “Siamo davvero felici di questo riconoscimento. Ivrea potrà condividere con tutta Italia lo straordinario patrimonio culturale che custodisce ed essere per un anno intero il palcoscenico di tutto ciò che ruota attorno al mondo dei libri”. La città piemontese è la terza a potersi fregiare di questo titolo. Prima di lei, ci sono state Vibo Valentia nel 2021 e Chiari nel 2020.

Ivrea, una perla piemontese

Immersa tra lussureggiante vegetazione e rigogliosi rilievi morenici, la città di Ivrea appartiene territorialmente alla città metropolitana di Torino ed è un luogo ricco di storia e di cultura. È il centro nevralgico del Canavese, attraversato dal fiume Dora Baltea e a poca distanza dal confine con la Valle d’Aosta. Sin dall’antichità, ha rappresentato un importante punto di snodo, un vero e proprio crocevia strategico che le ha permesso di fiorire. E del suo florido passato ci sono numerose testimonianze, che fanno di Ivrea un vero gioiello.

Dal Duomo di Santa Maria Assunta, splendido edificio barocco risalente al IX secolo, al Palazzo del Vescovado, con il suo torrione merlato: il centro storico della città è uno scrigno di tesori preziosissimi. Uno di questi è il Castello di Ivrea, imponente maniero medievale eretto nella seconda metà del ‘300, che vide passare tantissimi personaggi storici di rilievo. Ma non si può certo dire che la città viva solo del suo passato più lontano. Tra progresso industriale e longeve tradizioni, ancora oggi è un luogo d’eccellenza.

È qui che vide i natali la prestigiosa fabbrica di macchine da scrivere Olivetti, che per lungo tempo fu il fulcro dell’economia locale. E tracce di questo importante periodo sono ancora presenti nel tessuto urbano di Ivrea, a partire dal lascito culturale dell’azienda che ha dato vita al Museo a cielo aperto dell’architettura moderna. Per il suo immenso valore storico, artistico e architettonico, la città è entrata a far parte dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO nel 2018.