A Gornate Olona, località Torba in provincia di Varese, svetta una struttura ricca di arte, ma anche caratterizzata da un pizzico di mistero: il Monastero di Torba. Si tratta di un complesso monumentale longobardo, oggi parte di un parco archeologico dichiarato Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, immerso nella natura e raccolto attorno a un’imponente torre con interni affrescati.
La storia del Monastero di Torba
Il primo nucleo di questo tesoro antico dal grande fascino fu costruito dai Romani nel III secolo d. C. Non possedeva alcuna caratteristica religiosa, poiché rappresentava solo un luogo strategicamente perfetto grazie alla presenza del fiume Olona.
In seguito venne usato dai Goti, Bizantini e Longobardi fino all’arrivo delle monache benedettine che arricchirono la costruzione della chiesa e del monastero, nell’XI secolo, facendolo diventare di fatto un centro religioso.
Una storia, quella del Monastero di Torba, che si rivela particolarmente articolata soprattutto nel periodo rinascimentale. Nel corso degli anni divenne, infatti, terreno di scontro fra alcune delle più potenti famiglie milanesi, in particolare tra i Della Torre e i Visconti nel XIII secolo. Il tutto fino al 1482, periodo in cui le suore dovettero abbandonarlo dando vita al cosiddetto “periodo agricolo” del complesso.
In epoca napoleonica, nel 1799, a causa delle soppressioni degli ordini religiosi, Torba perse definitivamente lo status di monastero. Una situazione che portò a murare il portico, ampliare l’entrata della chiesa trasformandola in magazzino per carri e attrezzi, e a coprire con un nuovo intonaco tutti i preziosi affreschi presenti al suo interno.
I secoli successivi furono invece contrassegnati da numerosi passaggi di proprietà, fino al 1971, anno in cui l’ultima famiglia di contadini abbandonò il sito. Il maestoso complesso venne poi acquistato nel 1977 da Giulia Maria Mozzoni Crespi che lo donò al Fondo Ambiente Italiano (FAI), il quale ha provveduto a ristrutturarlo. Nel 1986 si conclusero i lunghi lavori di restauro che consentirono di aprire la proprietà al pubblico.
Cosa visitare al Monastero di Torba
Dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2011 in quanto parte del sito archeologico, il Monastero di Torba è un luogo che profuma di antico e di natura: è immerso in ampio parco circondato dai boschi e dal silenzio.
Al suoi interno, salendo nei piani superiori, è possibile ammirare la Torre di Torba, uno strumento di avvistamento creato dai romani e riadattato in seguito per le esigenze monastiche. Al primo piano vi era il sepolcreto delle badesse della comunità, con degli affreschi che riportano il nome (longobardo) di Aliberga. Al secondo, è ancora presente l’oratorio delle monache, con raffigurazioni a carattere religioso e uno spazio in cui un tempo svettava un altare. Non mancano di certo i filmati e le audioguide che ne raccontano la storia.
Gli affreschi all’interno della Torre di Torba
All’esterno è invece possibile visitare la Chiesa di Santa Maria costruita in diverse fasi tra il VIII e il XIII secolo. Per l’edificazione furono utilizzate pietre di origine fluviale. Ha pianta unica con parte absidale rialzata e un cripta al di sotto della stessa. All’interno di essa sono state rinvenute alcune tombe e una cripta ad ambulacro, riferibile all’VIII secolo, cui si accede da due scale di pietra poste sulle pareti laterali.
Le raffigurazioni pittoriche a calce, a causa del loro stato di conservazione, si presentano frammentarie e non permettono l’esatta identificazione dei soggetti. Due sono le fasi individuate: una più antica, del IX-X secolo, e una successiva, dell’XI-XIII.
Grazie ai restauri del FAI, è oggi possibile osservare i grandi archi del portico del corpo del monastero, ora sede del ristoro, impostato sulla spina romana della muratura di Castelseprio, ancora visibile all’interno del refettorio. I portici sono testimoni dell’ospitalità dell’ordine monastico per pellegrini e viaggiatori, che potevano riposare al coperto e usufruire del forno attorno al quale è posizionata la scala che sale al piano superiore della torre.
Il parco archeologico di Castelseprio
L’affascinante Monastero di Torba è circondato dal parco archeologico di Castelseprio, riscoperto solo negli anni ’50. Costituito dai ruderi dell’omonimo insediamento fortificato e del suo borgo, nonché dalla poco distante chiesa di Santa Maria foris portas, è Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 26 giugno 2011.
Diversi sono i monumenti visitabili. Ne sono un esempio le costruzioni a carattere militare (ponte e torrione d’ingresso, mura di cinta, torri difensive, strutture civili (case di abitazione, pozzi, cisterne) e religiose. C’è il complesso basilicale di S. Giovanni Evangelista, dove al suo interno si conservano due vasche battesimali, e la chiesa di S. Paolo, probabilmente di età romanica.
Visitabile anche il borgo di cui rimangono una serie di resti parzialmente affioranti e ricoperti dalla boscaglia. Le fonti ricordano fossati, porte, una piazza e qualche edificio tra cui, quasi sicuramente, una chiesa dedicata a S. Lorenzo.
La chiesa nel parco archeologico di Castelseprio
Perché il Monastero di Torba è misterioso
Come detto in precedenza, il Monastero di Torba rivela una forte carica di mistero. Vi aleggia, infatti, una leggenda che narra che i volti mancanti delle tre monache, rappresentate in un affresco situato al secondo piano della torre, non siano mai stati disegnati a causa della loro fuga dal monastero e che, oggi, ormai divenute spiriti, vaghino nelle vallate di Torba cercando di rientrare nel dipinto per ritrovare la pace.
Ma non solo, c’è anche la storia della tempesta che, abbattendosi sul monastero, sradicò un grande albero dalle cui radici emerse la sepoltura marmorea del re longobardo Galdano da Torba. A tal proposito si dice che un brigante insediatosi a Torba iniziò a saccheggiare i paesi circostanti, mentre una giovane donna di nome Raffa si fece trovare dal brigante a fare il bagno nelle acque del fiume Olona e, quando questi la portò nel suo covo, lo accecò con del sale e prese a picchiarlo con un randello.
L’uomo resistette ai colpi e inseguì la fanciulla fino in cima alla torre: fu qui che lei lo avvinghiò e che caddero insieme nel vuoto. Il brigante perse la vita, mentre Raffa si salvò miracolosamente. Per questo motivo decise di costruire presso la torre stessa una piccola cappella dedicata all’arcangelo Raffaele, ritenuto il proprio salvatore. Storie, quindi, che rendono il monastero ancora più carico di suggestioni.
Non resta che organizzare un viaggio verso il meraviglioso Monastero di Torba per scoprirne le numerose ricchezze e gli altrettanti misteri. Attenzione però! Attualmente la struttura risulta chiusa e la sua apertura è prevista per il 25 febbraio.
L’esterno del Monastero di Torba