Gli italiani adorano l’Irlanda e, con l’apertura delle frontiere al turismo, finalmente quest’anno potranno tornarci. “L’innata ospitalità irlandese, che abbiamo in comune con gli italiani, è un fattore importante”, ci ha spiegato Marcella Ercolini, nuovo direttore per l’Italia di Turismo Irlandese. “Le persone si sentono accolte e rese partecipi di ciò che succede e di quello che rende l’Irlanda ciò che è”.
E l’Irlanda, un’isola grande circa un quinto dell’Italia, è un piccolo concentrato di bellezze storiche e naturali, di luoghi e cultura unici, di feste e di gastronomia autentiche. Ci siamo fatti raccontare cosa c’è di nuovo e inedito da fare e da vedere e perché il 2022 è l’anno giusto per tornarci.
L’Irlanda non è più solo l’isola delle pecore e dei prati verdi: com’è cambiato il turismo negli ultimi anni?
“Premesso che le pecore sono il nostro orgoglio nazionale: pascoli liberi, sostenibili, animali socievoli e simpatici, è interessante osservare come il panorama turistico si sia davvero diversificato valorizzando la combinazione unica che l’Irlanda permette di vivere tra le esperienze legate alla natura e quelle legate alla cultura, intensa in senso lato, come patrimonio storico, artistico, folklorico e umano.
Tutti gli attori del nostro turismo hanno lavorato moltissimo seguendo questi due filoni e oggi la varietà di attività, eventi, strutture ricettive e food & beverage è davvero straordinaria in tutta l’isola, con moltissime iniziative costantemente in crescita anche in Irlanda del Nord.
Natura, sempre al centro, sì, quindi, ma vissuta in mille modi diversi e soprattutto con attività slow a impatto ambientale minimo. Chi ama pedalare e/o camminare ha a disposizione oltre 3.000 chilometri di percorsi segnalati tra Greenways e itinerari come, per esempio, la Beara Way, nella contea di Cork, spettacolare anello circolare di oltre 200 chilometri. Di grande suggestione anche le Blueways legate ai nostri laghi e fiumi. Si possono percorrere sull’acqua, ma anche seguire a piedi, in bici o, altra attività molto praticata, a cavallo. Il governo ha già stanziato 19 milioni di investimenti in infrastrutture per sport outdoor acquatici, tra cui accessi per disabili, spogliatoi, armadietti per mettere al sicuro abiti e oggetti, ecc. con pratiche sostenibili (“Nearly Zero Energy building Standards”), e la prima tranche di lavori dovrebbe completarsi per l’estate 2022. Di qualche settimana fa l’annuncio dello stanziamento di ulteriori 15 milioni di investimento per lo sviluppo del “soft adventure tourism”, con infrastrutture per hiking, mountaineering, kayaking, swimming e cycling a tutti i livelli.
Natura e cultura insieme si trovano per esempio nelle nostre eccellenze gastronomiche. La varietà dell’offerta sta vivendo un vero e proprio momento magico, soprattutto per il largo uso di prodotti locali, coltivati o ottenuti in armonia con l’ambiente. Il formaggio si sta mettendo in evidenza in tutto il mondo, così come i nostri whiskey, gin e vodka, che vincono competizioni internazionali. Per non parlare della birra: un grande marchio come Guinness usa orzo e acqua “Irish”, di qualità eccelsa, così come le piccole realtà. Sia distillerie che birrifici offrono percorsi di scoperta davvero interessanti, con un’accoglienza calorosa e percorsi di degustazione e di assaggio guidati.
I nostri chef con grande ricerca e creatività hanno conquistato e, in alcuni casi, riconfermato anche quest’anno le tanto ambite stelle Michelin: attualmente, ne abbiamo ben 21 (18 nella Repubblica d’Irlanda e 3 in Irlanda del Nord) in un territorio non particolarmente grande, e 3 sono green, in luoghi anche ad alto tasso paesaggistico, per esempio, come l’Inis Meáin Restaurant & Suites, in una delle isole Aran. La vista dalla sala è a dir poco poetica.
Tornando alla cultura in senso stretto, l’offerta museale è davvero varia e adatta a tutti. Tra gli ultimi nati abbiamo il MoLI di Dublino, il museo dedicato alla letteratura, che cito anche perché nel 2022 festeggeremo i 100 anni dalla pubblicazione dell’”Ulisse” di Joyce con moltissimi eventi. Veri e propri musei a cielo aperto sono, poi, i siti Unesco: luoghi forgiati dalla natura come le colonne basaltiche della Giant’s Causeway, in Irlanda del Nord, o dall’uomo, come l’imponente sito archeologico Brú na Bóinne, costruito prima delle piramidi di Giza. Insomma, ce n’è davvero per tutto i gusti.
Nel 2022 avremo anche il 125° anniversario di “Dracula” di Bram Stoker, il 110° dell’affondamento del Titanic, partito da Belfast nel 1912, e a febbraio aprirà i battenti un’attrazione incredibile come i Game of Thrones Studio Tour a Belfast, che mette insieme location originali, oggetti di scena e outfit, con esperienze immersive, negli studi dove è stata girata parte della serie.
Quando si va in Irlanda poi, bisogna tenere conto che ci sarà un festival da qualche parte, vero patrimonio culturale irlandese, a partire dal festival di San Patrizio o da quello dedicato alla musica tradizionale, il TradFest, a quelli per le celebrazioni di Bloomsday e Halloween. Senza dimenticare le manifestazioni incentrate sul cibo come a Taste of West Cork Food Festival.
Merita un cenno, inoltre, la nostra proposta “upscale” da vivere in location magnifiche come castelli e dimore storiche, associati spesso a campi da golf panoramici e di prestigio mondiale (nel 2027 torna in Irlanda la Ryder Cup, la manifestazione di golf più importante), o templi dell’hôtellerie a 5 stelle quali The Shelbourne a Dublino, da oltre 200 anni luogo di riferimento di tutto ciò che accade in città. E poi, i nuovi scenari architettonici che disegnano bellissimi panorami iper-contemporanei come la riqualificata zona dei vecchi Docks del porto di Dublino, da vivere e visitare assolutamente per vedere un’Irlanda con gli occhi splendidamente aperti sul futuro.
Quindi, possiamo davvero dire che, tra investimenti ed eventi, ci aspetta un 2022 super intenso e pieno di cose belle”.
Cosa cambierà in Irlanda a causa della situazione pandemica?
“Come accennato, anche per venire incontro a nuovi stili di vita e comportamenti post pandemia, lavoreremo per valorizzare tutto quello che si può fare all’aria aperta, visto che abbiamo scenari incredibili di terra e di mare, piccoli centri urbani e villaggi che, se equipaggiati, si prestano benissimo ad amare ancora di più lo stare outdoor. Oltre agli investimenti citati per le attività da vivere all’aperto, altri 19 milioni, poi, andranno proprio a migliorare gli spazi outdoor di ristorazione, bar e hotel, che da noi erano prima della pandemia vissuti più al chiuso, anche per motivi climatici.
Abbiamo capito, quindi, come emerge sempre più da studi specifici, che la prevenzione passa anche da ciò che è strutturale e non solo dal comportamento delle persone e ci stiamo attrezzando al meglio. In questo senso andrà, inoltre, la valorizzazione di tutto il territorio, percorso legato anche alla sostenibilità sociale, avviato già prima del Covid-19. Il senso è quello di non concentrare i flussi solo in alcune aree e far sì che i benefici del turismo siano veramente diffusi in tutte le nostre contee: ci sono, non esagero, milioni di cose da scoprire, vivere e apprezzare.
“Soft adventure”, ma anche cose divertenti come osservare i cani da pastore al lavoro in Irlanda del Nord o, sempre, in Irlanda del Nord, vedere da vicino un’azienda agricola di tipo familiare che produce sidro. Per non parlare di aree vicine a Dublino, come le Wicklow Mountains in cui ci sono luoghi incantevoli quali la storica tenuta di Powerscourt con giardini tra i top 10 del mondo o il nostro Far West con aree come la Dingle Peninsula, un lembo di terra fieramente lanciato verso l’Atlantico, ideale per vivere il mare, la gastronomia o la bici: c’è pure il Conor Pass, il più alto d’Irlanda, anche se è alto “solo” 500 metri. Per non parlare dei moltissimi punti senza inquinamento luminoso, strutturati per ammirare il firmamento e vedere l’aurora boreale, o la rete di fari in cui si può anche dormire.
La parola chiave è quindi outdoor, inteso non come lo stare “solo” all’aperto, bensì come una rete strutturata e organizzata di opportunità per vivere la natura, anche selvaggia, da protagonisti”.
Quali forze ha introdotto l’Irlanda per stimolare il ritorno dei turisti?
“Il nostro governo crede nel turismo e nella ripresa e una prova tangibile sono gli investimenti messi in campo per le infrastrutture, le misure a sostegno agli operatori e le strategie di comunicazione su scala internazionale.
Nel 2021 abbiamo attivato diverse campagne e per il prossimo anno stiamo lavorando a nuove iniziative, tra cui un’edizione speciale del Global Greening, in cui per San Patrizio illuminiamo di verde siti e monumenti in tutto il mondo, evento che ha assunto una bellissima valenza di segno di vicinanza tra Paesi diversi e non solo legato all’amicizia nei confronti dell’Irlanda.
Il racconto di quello che siamo e di quello che possiamo condividere con chi ci sceglie per le vacanze è un veicolo di attrazione molto forte, anche perché coinvolge chi ama l’Irlanda e ha voglia di testimoniarlo. Una delle cose belle nel periodo problematico della pandemia è stata proprio la dimostrazione di grande affetto per la destinazione da parte di chi conosce l’Irlanda perché l’ha visitata per turismo. Anche grazie a questo calore, mentre lavoravamo da remoto, con l’impossibilità di accogliere i turisti, ci siamo sentiti meno soli.
Lavoreremo, quindi, su tre fronti: ulteriore diversificazione e valorizzazione delle esperienze in ambiti differenti, potenziamento infrastrutture, comunicazione e promozione attraverso canali diversi che includono anche l’organizzazione di eventi come quelli che abbiamo in programma, in Italia, per la settimana di San Patrizio e gli anniversari legati a Joyce, Dracula e Titanic. Per gli operatori di settore, poi, stiamo stiamo preparando webinar, programmi di formazione e workshop, oltre, naturalmente, alla ripresa di fam trip”.
Ci sono dei luoghi in Irlanda poco conosciuti che consiglia di visitare?
“Una zona che è sicuramente tra le meno note ai flussi turistico sono le “Hidden Heartlands”, il cuore verde e blu d’Irlanda, per la sua natura rigogliosa e i corsi d’acqua navigabili e i laghi, con addirittura passerelle sull’acqua come quella di Drumshanbo, nella contea di Leitrim (la meno popolosa d’Irlanda), dove passa l’omonima Blueway. L’area delle “Hidden Heartlands” si estende da, appunto, Leitrim fino a East Clare e abbraccia anche le contee di Longford, Roscommon, East Galway, nonché parti di Westmeath, Cavan, North Tipperary e Offaly.
Tra le esperienze da provare, ad esempio, ci sono le crociere sul fiume Shannon, che talvolta uniscono degustazioni, come quella che si può fare con il gin, e navigazione. Si possono noleggiare barche sulle quali dormire o fare anche sport attivi come il SUP, la canoa e il kayak (anche notturno).
Per trekker e biker, da percorrere assolutamente è la Beara Breifne Way, che si estende per ben 500 chilometri. Ma il cuore verde non è solo natura è anche cultura e magia con luoghi come l’antico monastero di Clonmacnoise, la cui fondazione risale al VI secolo, e gastronomia di eccellenza in luoghi raffinati come, per fare un esempio, il ristorante Thyme ad Athlone, cittadina davvero piacevole, nonché punto centrale geografico dell’isola, attraversata dal fiume Shannon e, pertanto, da sempre, fortemente strategica. Nasconde anche chicche come quello che sembra essere il bar più antico d’Irlanda, lo Sean’s, sulla riva sinistra del fiume.
Un’altra zona poco frequentata dai viaggiatori italiani, ma di una bellezza che definirei commovente sono le Mourne Mountains, in Irlanda del Nord, nella contea di Down: trekking, mountain bike, rock climbing o semplice contemplazione del paesaggio le attività per cui sono perfette. E, sempre in Irlanda del Nord, per chi desidera vedere una città in grandissimo fermento, da non mancare assolutamente, è Belfast da poco proclamata Music City Unesco e città tra le top 20 sostenibili del mondo. È vero, in assoluto, non è poco conosciuta, ma ci sono moltissime cose che può offrire non ancora scoperte e in continua evoluzione”.
Gli italiani scalpitano per poter tornare in Irlanda: come spiega questo successo?
“L’innata ospitalità irlandese, che abbiamo in comune con gli italiani, è un fattore importante. Davvero, non è un luogo comune. Le persone si sentono accolte e rese partecipi di ciò che succede e di quello che rende l’Irlanda ciò che è: una terra di frontiera, dove la frontiera più estrema è l’oceano, ma al tempo stesso caratterizzata da un ampio e prezioso patrimonio storico, culturale e umano, che crea un mix di grande fascino e un equilibrio unico tra antiche radici e dinamico orientamento verso il futuro.
Questo piace molto ai viaggiatori italiani che sono interessanti a scoprire attivamente ed empaticamente la cultura dei posti che visitano, immergendosi nei modi di vivere local. Gli irlandesi, popolo fiero e orgoglioso, per molte ragioni, storiche, identitarie e geografiche, sentono l’approccio degli italiani e lo amano immediatamente, rendendo ancora più rapido il potere dell’Irlanda di arrivare dritta al cuore”.