Ce ne sono un po’ in tutta Europa e bisogna essere poco impressionabili per visitarle. Stiamo parlando di quelle cripte dove non soltanto vengono conservate le ossa dei religiosi, ma le cui pareti, gli oggetti e tutto quanto è fatto di ossa umane.
L’usanza di sistemare le ossa lungo le pareti di una chiesa è molto antica e ha un effetto fortemente simbolico: ricorda agli esseri umani la caducità della vita, mentre dal punto di vista estetico ha un effetto prettamente magnetico.
La Capela dos Ossos in Portogallo
Tra le più famose del Vecchio Continente c’è la Capela dos Ossos, nella città portoghese di Evora, un’attrazione turistica un po’ macabra, forse, ma che racconta la storia di questo luogo. Nonostante la sua particolarità, non tutti i turisti apprezzano questa chiesa; bisogna avere un bel po’ di “dark humor” per poter comprendere questa peculiarità. La capella fu costruita nel XVI secolo per iniziativa di un monaco francescano che voleva condurre i propri confratelli alla contemplazione della fievolezza della vita umana e del mistero della morte.
La Chiesa di Sant’Orsola in Germania
A Colonia, in Germania, ce n’è una che contiene i resti del ben 11mila vergini. È la Chiesa di Sant’Orsola, in tedesco St. Ursulakirche, edificata sui resti di un antico cimitero romano. La sua storia è decisamente insolita e narra di una giovane d’eccezionale bellezza, Orsola, figlia di un sovrano bretone, che si era segretamente consacrata a Dio ma che fu chiesta in sposa dal principe pagano Ereo. Il rifiuto da parte della principessa avrebbe rischiato di scatenare una guerra e, consigliata da un angelo durante una visione avuta in sogno, chiese di poter rimandare la decisione di tre anni, per meglio comprendere la volontà del Signore e nella speranza che il promesso sposo si convertisse al cristianesimo e cambiasse idea.
Allo scadere del tempo stabilito, ancora esortata da un messaggero divino, Orsola però prese il mare con 11.000 compagne e, secondo alcune versioni, anche con il promesso sposo. Attraversò il tratto fra l’Inghilterra e il continente su una flotta di undici navi, poi, sospinta da una tempesta, risalì il corso del Reno fino a Colonia e successivamente a Basilea, in Svizzera, da dove proseguì a piedi, in devoto pellegrinaggio, fino a Roma. A Roma, Orsola e le sue numerose compagne di viaggio furono accolte da “Papa Ciriaco”, un personaggio sconosciuto alla storia. Di ritorno in patria per la stessa via, transitò per Colonia che, nel frattempo, era stata conquistata da Attila re degli Unni: qui, le vergini furono trucidate tutte dalla furia dei barbari in un solo giorno, mentre il famigerato re unno, invaghito dalla sua bellezza, risparmiò Orsola, che chiese in sposa, promettendole salva la vita. Al suo rifiuto la fece uccidere a colpi di freccia e, con lei, secondo un’altra versione della storia, fu ucciso anche il Papa, che l’aveva seguita nel viaggio.
La Cripta dei Cappuccini a Roma
Ma il culto delle ossa non ha confini e questi luoghi inquietanti e spaventosi non si trovano solo all’estero. Anche a Roma esiste un luogo simile. Nel centro della Città Eterna, sulla via che fu della Dolce Vita, c’è un luogo che, da secoli, costringe i visitatori a riflettere sulla morte e sulla vita: la Cripta dei Cappuccini. È un piccolo spazio che comprende diverse piccole cappelle situate sotto la chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini al civico 27 di via Veneto, vicino a piazza Barberini. Contiene i resti degli scheletri di 3.700 corpi ritenuti frati cappuccini sepolti dal loro ordine.
L’edificio fu costruito in epoca barocca su commissione di Papa Urbano VIII, in onore del fratello, il cardinale Barberini. Una scelta apparentemente inquietante, quella di rivestire tutto con ossa umane, ma che si spiega nella scritta che si legge sulla targa all’ingresso: “Quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete”. Le ossa dei frati sono state collezionate in un arco di tempo molto lungo, tra il 1528 e il 1870. Prima di allora, erano sepolte nel vecchio cimitero dell’ordine dei cappuccini, nella chiesa di Santa Croce e San Bonaventura dei Lucchesi nel rione Trevi. È decisamente tra i luoghi più insoliti della Capitale.
La chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano
Ce n’è una anche a Milano, di queste chiese così macabre. È la chiesa di San Bernardino alle Ossa, una chiesa situata in piazza Santo Stefano, in pieno centro città, che sorge sui resti di un antico cimitero. È un luogo carico di fascino, con migliaia di teschi, ossa e altri resti umani a decorare le pareti con fare artistico, in composizioni di croci trattenute da sottili reticelle. E, dall’alto, osservano in silenzio i fedeli e i turisti che la visitano.
San Bernardino alle Ossa è un antico ossario costruito nel 1268 dalla Confraternita dei disciplini e oggi un importante luogo di culto per i vecchi milanesi. Una leggenda da brividi è legata a questo edificio: si narra che il 2 novembre di ogni anno le ossa di una bambina riprendano vita. Un’altra curiosità è che la Capela dos Ossos portoghese venne completamente ristrutturata nel corso del XVIII secolo, quando il re Giovanni V del Portogallo visitò proprio la chiesa di San Bernardino alle Ossa di Milano.