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È l’Australia la meta più desiderata del momento

L’Australia, dopo due anni di chiusure a causa della pandemia, il 21 febbraio ha finalmente riaperto le sue frontiere ai viaggiatori internazionali vaccinati. Ma ancor più sorprendente è che è la meta più desiderata del momento e che registra un vero e proprio boom di prenotazioni.

Boom di prenotazioni in Australia, lo studio

Secondo i dati di eDreams ODIGEO, dopo l’annuncio della riapertura dei confini ai turisti con doppia dose di vaccino, è stato registrato un balzo in avanti nelle ricerche di voli. Ben l‘87% in più il giorno della comunicazione dell’apertura, e un trend elevato anche nei giorni successivi.

È vero che già prima della pandemia il continente australiano si era caratterizzato per essere al centro dell’interesse di molti abitanti del Belpaese, ma è altrettanto vero che l’Australia era sempre rimasta un sogno per pochi, complici anche gli elevati costi del viaggio. Oggi, il boom di richieste riguarda Sidney seguita da Melbourne e da Brisbane.

Alla base del risultato, una serie di fattori che, di fatto, stanno creando un caso. Innanzi tutto, la riapertura delle frontiere in tempi record: quando addirittura all’interno dell’Europa devono cadere tutte le limitazioni fra gli Stati, l’Australia ha scelto di affidarsi ai vaccini, e non chiedere quarantene o altre forme di sicurezza.

In secondo luogo, anche l’annuncio che dal mese di giugno partirà il primo volo diretto dall’Italia al Paese dei canguri: il volo Qantas da Roma e Sydney con scalo a Perth. 15 ore e 45 minuti di permanenza a bordo con però l’innegabile vantaggio di non doversi preoccupare di scali, attese in aeroporto e coincidenze a rischio.

Altro dettaglio non da poco è che l’Australia è inserita per gli italiani nell’Elenco D, ossia quei Paesi da cui si può far rientro in Italia senza obbligo di quarantena e nei quali si può viaggiare per turismo.

Infine, potrebbe non essere da escludersi anche un “effetto Djokovic”: l’Australia si è mostrata severa nei confronti del giocatore che non ha rispettato le regole. Una garanzia di serietà per chi pensa di trascorrere nel Paese le sue vacanze.

Regole di viaggio per l’Australia

A partire dal 21 febbraio è possibile tornare a viaggiare in queste terra lontana ma dal fascino irresistibile. Per farvi accesso è fondamentale essere completamente vaccinati. Sono necessarie, quindi, due dosi di vaccino effettuate ad almeno 14 giorni di distanza, tra quelli attualmente approvati e riconosciuti nel Paese (ovvero Astrazeneca, Pfizer, Moderna, Sinovac, Bharat, Sinopharm, Sputnik, Novavax e Johnson & Johnson, di cui è sufficiente una sola dose).

Obbligatorio inoltre, avere un test Covid negativo: antigenico rapido eseguito entro le 24 ore dalla partenza, o molecolare entro le 72 ore dal decollo. Tutti coloro che rispettano questi due requisiti, dunque, sono attesi a braccia aperte in terra australiana, senza obbligo di quarantena.

Vi ricordiamo, inoltre, che per viaggiare in Australia è necessario essere in possesso di un visto turistico valido e di compilare una dichiarazione digitale del passeggero entro 72 ore dalla partenza.

Le informazioni sui requisiti d’ingresso vengono aggiornate regolarmente, quindi è importante controllarli prima di partire. I viaggiatori sono anche invitati a visionare i requisiti per le destinazioni di scalo che stanno attraversando. Per le norme specifiche di viaggio nei vari Stati e territori dell’Australia, vi invitiamo visitare il sito web del Dipartimento degli Affari Interni del Governo Australiano | State and Territory Information.

Western Australia, apertura a marzo

Il Wester Australia, invece, riaprirà le sue porte a partire dal 3 marzo. Per farvi accesso sarà necessario essere in possesso di un G2G pass, essere vaccinati con tripla dose, effettuare un test rapido antigenico all’arrivo  e segnalare un eventuale esito positivo.

Queste disposizioni sono provvisorie e saranno in vigore per un minimo di due settimane; a seguire saranno soggette a una revisione continua.

Cosa fare al rientro in Italia

Fino al 15 marzo 2022 (fatta salva la possibilità di adottare provvedimenti diversi in questo lasso di tempo), per rientrare in Italia dall’Australia è obbligatorio:

  • compilare il formulario on-line di localizzazione, il digital Passenger Locator Form (dPLF), e presentarlo, sul proprio dispositivo mobile o in versione cartacea, al vettore al momento dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli;
  • presentare alla compagnia aerea, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli il Green Pass, o certificato equipollente, rilasciato al completamento del ciclo vaccinale;
  • presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli, un certificato che attesti il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, condotto con tampone, effettuato nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia (se test molecolare) o 24 ore (se test antigenico), da mostrare a chiunque sia preposto a effettuare questa verifica.

Per chi rientra senza essere vaccinato è obbligatorio, oltre alla compilazione del dPLF:

  • sottoporsi a test molecolare nelle 72 ore precedenti l’arrivo o test antigenico nelle 24 ore precedenti il viaggio condotto con tampone e risultato negativo;
  • sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria (informando la ASL competente per attivare la sorveglianza) presso l’indirizzo indicato nel dPLF, raggiungibile solo con mezzo privato, per un periodo di 5 giorni.
  • effettuare un ulteriore test molecolare o antigenico, condotto con tampone, al termine dei 5 giorni di isolamento.

Australia, le reazioni alla riapertura

I viaggiatori atterrati all’aeroporto internazionale di Sydney sono stati accolti con un intrattenimento dal vivo, Aussie give-aways e con un banner di 75 metri che riportava la seguente dicitura: “Welcome Back World!” dipinto nell’adiacente pista dove è atterrato il primo volo internazionale.

Simili festeggiamenti sono avvenuti in tutto il Paese, in molti aeroporti è stato allestito un tappeto rosso di benvenuto ai tanto attesi ospiti.

Noi di Tourism Australia siamo molto felici nell’accogliere nuovamente i viaggiatori internazionali che rappresentano una parte fondamentale dell’economia del Paese,” ha commentato Philippa Harrison, la Managing Director di Tourism Australia. “Sappiamo che l’Australia è una destinazione incredibilmente appetibile per i visitatori internazionali e non vediamo l’ora di condividere ancora una volta tutte le meravigliose esperienze turistiche che abbiamo da offrire.

“Gli ultimi due anni sono stati molto impegnativi per l’industria del turismo, la ripresa richiederà un po’ di tempo, ma gli operatori non vedono l’ora di dare il benvenuto ai turisti internazionali“, ha concluso Phillipa Harrison.

Insomma, anche l’Australia sembra davvero ritornare alla normalità.

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Port Douglas, Australia

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I misteri di Torino, città della magia nera (e bianca)

L’antica Capitale d’Italia nasconde ancora molti segreti. A Torino, infatti, ci sono diversi luoghi che l’hanno resa, a dir di molti, una “città magica”. Molte tradizioni e spazi del Capoluogo piemontese risultano ancora oggi essere legati alla superstizione, all’alchimia, alla massoneria e persino all’occultismo.

La sua fama risale ai tempi dei romani. Fondata nel 28 a.C. per volere di Augusto, Augusta Taurinorum, fu eretta a presidio del confine dell’Impero. All’epoca la città era divisa in una zona Est, quella dove sorge il Sole e che indicava il lato benigno del territorio, e una zona Ovest, quella dove tramonta il Sole e nascono le tenebre e dove venivano sepolti i morti e crocifissi i condannati.

Ancora oggi, piazze, portoni e palazzi riportano evidenti simboli esoterici, mentre antiche leggende parlano di misteriose gallerie sotterranee, di potenti reliquie, come la Santa Sindone custodita nella Cattedrale e il Sacro Graal. Inoltre, la città sarebbe al centro di due triangoli: uno di magia nera, legato alla sfortuna, e uno di magia bianca ovvero con luoghi portafortuna.

I luoghi della magia nera a Torino

Piazza Statuto è un luogo considerato negativo, in quanto coincide con il vertice del triangolo di magia nera di cui la città farebbe parte, insieme a San Francisco e a Londra. Pare che gli antichi romani avessero collocato in questa zona della città la necropoli e la vallis occisorum ovvero il patibolo dove venivano giustiziati i criminali. Ad aggiungere caratteristiche negative a questo luogo ci pensa poi lo snodo centrale delle fognature posto al centro della piazza che, nell’antichità, venivano chiamate “cloache” ossia “bocche dell’inferno”. Il monumento più famoso di questa piazza, la Fontana del Traforo del Frejus, pare sia suscettibile di un’interpretazione diversa dalla versione tradizionale, che vuole che questo monumento sia un omaggio ai minatori caduti duranti i lavori del traforo: per gli illuminati il Genio alato rappresentato in cima è la personificazione di Lucifero, che guida le forze dell’oscurità, guardando con aria di sfida le forze benigne, ossia l’oriente, simbolo di luce e nascita. Inoltre, in precedenza sulla sua testa era collocata una stella a cinque punte che poi fu rimossa: forse un terzo occhio? Infine, nella piazza si trova anche l’obelisco geodetico, che sta a indicare il passaggio del 45° parallelo che, per gli esperti di magia, indica il centro delle potenze maligne della città.

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La Fontana del Traforo del Frejus a Torino

In via Lascaris in passato c’era una Loggia Massonica. Alla base del palazzo, oggi sede di una banca, si trovano delle strane fessure a forma di occhi, che dovevano essere dei punti di sfiato o di illuminazione per i locali nel sottosuolo. Negli anni, a causa della loro strana forma, si è diffusa la credenza che si tratti degli occhi del diavolo.

Palazzo Trucchi di Levaldigi, in via XX Settembre, presenta un batacchio centrale che raffigura il demone con due serpenti mentre scruta chiunque bussi alla porta. Per questo è meglio conosciuto come il Portone del Diavolo, un luogo che sarebbe carico di energia negativa e attorno al quale si narrano tante leggende. Quella più inquietante è sicuramente la storia dell’origine del portone: molti raccontano che questo sia comparso improvvisamente in una notte, durante la quale un apprendista stregone invocò inutilmente Satana, che lo imprigionò per sempre dietro la porta.  Ad avvalorare l’ipotesi, misteriosi omicidi e sparizioni. Una su tutte, la storia del Maggiore Melchiorre Du Perril scomparso al suo interno nel 1817 e ritrovato vent’anni dopo, murato tra due pareti.

Tra corso Regina Margherita e corso Valdocco, vicino all’antica prigione in via Corte d’Appello, si trovava il patibolo dove venivano uccisi i condannati a morte fino al 1863. Si tratta di un luogo che è da sempre stato legato alla morte e alle tenebre e quindi entrato di diritto nella lista dei luoghi della magia nera di Torino.

I luoghi della magia bianca a Torino

Tra i monumenti più famosi di Torino c’è la Mole Antonelliana. Vero simbolo della città, è l’opera più conosciuta dell’architetto Antonelli. La Mole è uno dei simboli esoterici di magia bianca del Capoluogo piemontese. Secondo gli esperti di esoterismo, sarebbe un’enorme antenna che irradia l’energia positiva presa dal sottosuolo di tipo maschile (quella femminile è invece collegata alla Gran Madre) in grado di fare da equilibratore. Una leggenda che riguarda la Mole vuole che custodisca il Sacro Graal, in quanto la statua della Fede davanti alla Gran Madre avrebbe lo sguardo rivolto proprio verso l’edificio. Inoltre, la Mole rappresenta uno dei tanti simboli massonici italici, infatti Alessandro Antonelli, l’architetto che ne iniziò la costruzione nel 1863, era un massone.

Torino misteriosa

La Mole., simbolo di Torino

La Gran Madre è una delle chiese più belle della città ed è considerata come un forte punto di magia bianca. Si dice che anche qui sia sepolto il Sacro Graal. A sostegno di questa teoria contribuiscono le due statue poste davanti alla chiesa: una di queste rappresenta la religione, l’altra invece incarna la fede, in quanto regge una coppa (che simboleggia appunto il Sacro Graal). Si dice che lo sguardo della prima indichi il percorso da seguire per trovarlo (forse alla Mole Antonelliana, ma potrebbero anche essere il Palazzo di Città o Moncalieri, nel Medioevo frequentata dai Templari). Infine, c’è da considerare il nome inusuale per un luogo di culto cristiano, in quanto evoca una pagana Grande Madre, intesa come madre di tutti i viventi, alla base di tutti i culti misterici dell’antichità.

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La Chiesa Gran Madre a Torino

Piazza Castello sarebbe un altro dei luoghi legati alla magia bianca torinese e, nello specifico, il punto in cui sorge la Fontana dei Tritoni del Palazzo Reale, l’epicentro dell’energia positiva della città. Là dove sorge il palazzo, infatti, segna il confine tra la città bianca e quella nera. In particolare, il cancello del palazzo, con le due statue dei Dioscuri, indicherebbe proprio il confine che separa la zona Est da quella Ovest.

Nella Fontana Angelica di piazza Solferino sono raffigurate due figure femminili che rappresentano allegoricamente la Primavera e l’Estate e due figure maschili, l’Autunno e l’Inverno. L’Inverno volge lo sguardo verso Est, dove sorge il Sole, simbolo di energia positiva. L’acqua che viene versata dagli otri (che rappresentano i segni zodiacali dell’Acquario e dell’Ariete) rappresenta la conoscenza data agli uomini, una simbologia fortemente positivista.

Qui la magia bianca incontra la magia nera

Il Museo Egizio, secondo per importanza dopo quello del Cairo, ha una grande importanza per gli esperti di magia bianca e nera. Sembra proprio che il museo custodisca numerosi oggetti dotati di cariche sia positive sia negative, divenendo così un enorme campo energetico di forze della luce e delle tenebre. Tra gli oggetti a cui sono attribuite le cariche negative ci sono sicuramente quelli del Faraone Tutankamon (di cui è esposto un solo reperto, mentre gli altri sono conservati nei sotterranei) e la piccola testa mummificata del malefico Seth, fratello e assassino di Osiride, dio dei morti e dell’oltretomba.

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Questo treno con la locomotiva a vapore attraversa paesaggi iconici

Il Treno Natura che sta per partire attraversa uno dei paesaggi più iconici d’Italia: la Val d’Orcia. Dal 2014, questa valle toscana è tutelata dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E un viaggio a bordo di questo treno è un’esperienza unica.

Si viaggia a bordo di un treno a vapore che percorre una suggestiva linea ferroviaria, chiusa all’esercizio ordinario nel 1996 e mantenuta in vita come linea a esclusivo uso turistico fino ai nostri giorni. Oggi, la Ferrovia della Val d’Orcia, con i suoi 51,2 chilometri che collegano le province di Siena (Asciano) e Grosseto (Monte Antico), rappresenta il miglior modo per trascorrere una giornata nel cuore più autentico della Toscana e provare un’esperienza di viaggio “slow”.

Salire a bordo del Treno Natura significa viaggiare all’insegna della storia e delle tradizioni gastronomiche, da Siena attraversando il cuore di questo spettacolare territorio che offre infinite attrattività turistiche, tra incantevoli borghi medievali, luoghi da visitare e percorsi di turismo esperienziale.

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L’iconica Val d’Orcia, in Toscana

L’itinerario del Treno Natura

Tante sono le attrattive turistiche in poco più di 50 km. Il percorso a bordo del treno d’epoca ha origine a Siena, “Città del Palio”, a bordo delle antiche carrozze “Centoporte”, trainate da locomotive a vapore finemente restaurate dalla Fondazione FS. La prima stazione che s’incrocia è quella del borgo trecentesco di Buonconvento, da cui è facilmente raggiungibile San Quirico d’Orcia, punto di partenza di una delle tappe più belle e suggestive della Via Francigena, la famosa via di pellegrinaggio che parte a Canterbury e arriva fino a Roma. Siamo immersi tra distese di grano, vigneti e campi di girasoli, in uno scenario di impareggiabile bellezza che si apre a borghi antichi abbarbicati sulle colline e distese pianeggianti dai colori uniformi.

Il tragitto continua piegando verso Sud-Ovest dove, da Monte Antico, inizia il viaggio lungo la ferrovia storica e, costeggiando la linea del fiume Ombrone, si giunge a Monte Amiata. A pochi chilometri dalla stazione, si trova la splendida Abbazia di Sant’Antimo, un complesso monastico il cui primo nucleo risale all’VIII secolo, uno degli esempi più importanti del romanico toscano. Proseguendo per alcuni chilometri, attraversando i vigneti del rinomato Brunello, è possibile raggiungere in bus Montalcino, piccolo gioiello medievale che s’affaccia sul panorama spettacolare delle crete senesi e delle colline maremmane.

Montalcino

Panorama di Montalcino

Risalendo verso Siena, s’incrocia la stazione di Torrenieri, anch’essa collegata da bus di linea a San Quirico d’Orcia, ma dalla quale sono anche facilmente raggiungibili altre meraviglie toscane, come il complesso termale della frazione Bagno Vignoni, con la sua vasca rettangolare di origine cinquecentesca, e Castiglione d’Orcia, il cui centro abitato sorge ai piedi della suggestiva Rocca degli Aldobrandeschi.

Da Torrenieri a Trequanda si risale la valle del torrente Asso, per rimmergersi in un panorama che, tra gallerie e viadotti, attraversa calanchi e paesaggi collinari aspri e arriva ad Asciano, l’antico borgo di origini etrusche, dove termina il tratto lungo la ferrovia storica.

La piazza termale di Bagno Vignoni

La famosa piazza termale di Bagno Vignoni

Quando parte il Treno Natura

Il Treno Natura della Toscana percorre diversi itinerari a seconda della data di partenza. Quello del 27 marzo è il “Treno Natura: il tartufo marzolo” che, da Siena, arriva a S. Giovanni d’Asso, attraversando la Valle dell’Arbia e la valle dell’Ombrone. Dopo aver attraversato il Parco della Val d’Orcia, le zone del Brunello di Montalcino e le Crete Senesi, il convoglio sosterà alla stazione di San Giovanni d’Asso. I viaggiatori potranno fare visita al castello, dove per l’occasione si svolgerà la mostra “Mercato del Tartufo”. Nelle vie del paese saranno allestiti dei mercatini con prodotti tipici dell’artigianato locale accompagnati da spettacoli itineranti.

Il 18 aprile partirà il “Treno Natura: fiera regionale antiquaria” che, sempre da Siena, arriva a Buonconvento. Dopo aver attraversato le Crete Senesi, il Parco della Val d’Orcia e le zone del Brunello di Montalcino, il convoglio sosterà alla stazione di Buonconvento, un piccolo paese fortificato che sorge lungo l’antica Via Francigena. Sarà possibile visitare la Fiera regionale dell’antiquariato, attraverso le vie del borgo, ma anche i musei cittadini. In alternativa, su prenotazione, i viaggiatori potranno partecipare a un trekking.

Il 23 aprile si potrà salire a bordo del “Treno Natura: festa del vino” che giunge a Torrenieri e a S. Quirico d’Orcia, dove i passeggeri del treno storico potranno partecipare alla festa dedicata al nettare degli dèi.

Invece, il 25 aprile partirà il “Treno Natura: primavera in Val d’Orcia” alla volta di Torrenieri e poi, in pullman, di Castiglione d’Orcia. Nel centro cittadino sarà possibile gustare i prodotti tipici della gastronomia locale e visitare il mercatino di prodotti locali e intrattenersi con la musica degli artisti di strada.

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La fortezza di Castiglione d’Orcia

Cosa sapere prima di partire

Per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio essere il possesso di Green Pass Rafforzato valido, a esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. È obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP2 o superiore per la protezione del naso e della bocca. La violazione di tali obblighi comporta l’intervento delle forze dell’ordine e l’interruzione del servizio alla prima stazione utile.

A seguito delle disposizioni emanate dalle autorità competenti, al fine di massimizzare la tutela della salute di viaggiatori e dipendenti, la Fondazione FS ha attivato misure e iniziative in materia di prevenzione della diffusione del Coronavirus. In particolare, sono state potenziate le attività di sanificazione e disinfezione dei treni, sono stati installati a bordo dei treni dispenser di disinfettante per le mani ed è stato introdotto un nuovo criterio di prenotazione dei posti a bordo che garantisce il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle autorità sanitarie.

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Sboccia il campo di tulipani più panoramico d’Italia

Con la famiglia, Marco Dainese ha piantato più di 50mila tulipani, scavando ogni singola buca nel terreno per porre, uno alla volta, i bulbi nella terra. Assieme ai suoi bambini, ha scelto un arcobaleno di colori perché voleva che, solo a vederli, esprimessero gioia. È così che è nato Tulipani Euganei, un campo “you-pick” a Luvigliano, una frazione di Torreglia, un Comune di 6mila abitanti della provincia di Padova, che si estende ai piedi dei Colli Euganei.

Qui si può passeggiare nel campo e raccogliere, in piena autonomia, i tulipani che più si preferiscono, grazie a cestini che vengono forniti all’ingresso.

“Negli ultimi due anni, a causa della pandemia, ho sentito il bisogno di mettermi nuovamente in gioco con qualcosa di nuovo e che potesse essere d’aiuto alla gente in questi momenti difficili”, spiega Marco. “È così che è nata l’idea del campo di tulipani”.

Tutti pazzi per i tulipani

Negli ultimi anni, è scoppiato un vero e proprio boom di campi di tulipani anche in Italia. A dare l’esempio, naturalmente, è stata l’Olanda, considerata da tempo immemore la patria dei tulipani. Nei Paesi Bassi, la fioritura dei tulipani è una tradizione antichissima che ogni anno attira milioni di turisti.

A primavera, immense distese fiorite si stagliano a perdita d’occhio tra i canali, offrendo un panorama di mille colori che affascina chiunque si trovi ad ammirarlo. Oltre ai giardini dove ammirare lo spettacolo della fioritura, come il celebre Keukenhof, il più bello del mondo, è qui che è nata l’idea di invitare i visitatori non soltanto ad ammirarli ma anche a raccogliere i tulipani da portarsi poi a casa.

Oggi non è necessario andare troppo lontano per poter godere di questa incredibile meraviglia. Anche in Italia ci sono splendidi campi di tulipani che, a inizio primavera, finalmente tornano a sbocciare in un tripudio di colori che conquista tutti. Certo, da noi non c’è una vera e propria tradizione come quella olandese, tuttavia in molte zone della nostra penisola possiamo godere della fioritura dei tulipani, grazie anche ai numerosi eventi che vengono organizzati proprio in occasione di questo speciale momento dell’anno.

Il paesaggio dei Colli Euganei

Nei pressi di Luvigliano ci sono diversi itinerari naturalisti che portano alla scoperta dei Colli Euganei. Qui correva una via antichissima chiamata “pedecollinare” che, leggermente sopraelevata rispetto alla pianura, percorreva l’orlo collinare collegando diverse località. Salendo lungo le pendici del Monte Pirio, si costeggiano vasti filari di vigne e alcune costruzioni rustiche antiche ma ancora ben conservate. Giunti in cima, la vista si apre sui colli circostanti, sui villaggi e sulle torri d’avvistamento che un tempo servivano a creare una rete di collegamenti visivi a scopo difensivo.

Una zona termale

Questa zona del Veneto è famosa per le sue fonti termali. È proprio qui che sorgono alcune delle località più famose d’Italia per il turismo termale, come Abano Terme e Montegrotto. In questo territorio sono presenti circa 220 piscine, con la possibilità di disporre del centro termale direttamente in ogni hotel. Le proprietà curative dell’acqua ipertermale che sgorga naturalmente a più di 80°C e dei fanghi, gli unici la cui efficacia è garantita da un brevetto europeo, sono testimoniate anche da diversi studi scientifici fatti in collaborazione con l’Università di Padova, la Fondazione Maugeri e il Centro Studi Pietro d’Abano.

Se tutti gli hotel, qui, sono convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) e offrono ogni tipo di attività curativa, è altrettanto vero che si può venire anche solo per divertirsi e rilassarsi tra le tiepide acque degli stabilimenti termali.

Ogni anno nelle Terme di Abano e di Montegrotto vengono ospitate circa 3.300.000 presenze e molte di queste sono coppie di giovani alla ricerca di benessere in senso olistico e non solo di anziani come si potrebbe pensare. Oltre alle terme, infatti, questa zona è famosa per l’ottima tavola, per la cultura – nei dintorni ci sono alcune delle Ville Venete più belle – e per le attività open air, a partire dal cicloturismo, proprio nel cuore del Parco dei Colli Euganei.

Il “vivaio” all’aperto dà la possibilità di vivere qualche ora immersi nei fiori e nella natura dei colli, raccogliendo i tulipani per portare a casa un ricordo di una splendida giornata. La fioritura è prevista da fine marzo e durerà indicativamente fino a tutta aprile. Per l’entrata è previsto il pagamento di un buono d’ingresso con il quale vengono dati anche 2 o 3 tulipani in omaggio. È obbligatoria la prenotazione e si potrà accedere in base a diverse fasce orarie (9-11, 11.30-13.30, 14-16 e 16.30-18.30).

Tulipani Euganei

Il campo di Tulipani Euganei che fiorirà a primavera @Marco Dainese

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Questo antico borgo dell’Umbria un tempo era uno Stato a sé

Oggi è una piccola frazione del Comune di San Giustino, in provincia di Perugia, ma un tempo ebbe una grandissima importanza storica. Stiamo parlando di Cospaia, e qui si è svolta una vicenda incredibile.

Nel 1441, si trovava tra il confine dello Stato Pontificio e la Repubblica di Firenze dei Medici e, in un periodo storico tra i più importanti della nostra storia, mentre dal Medioevo si entra nel Rinascimento, in questo un minuscolo territorio succede una cosa imprevedibile: per errore prende vita la Repubblica di Cospaia, che allora contava solamente 350 abitanti, e che è esistita fino al 26 giugno 1826.

La storia della Repubblica di Cospaia

Un piccolo Stato indipendente, durato quattro secoli, la cui storia è nota a pochi. Fu Papa Eugenio IV, impegnato nella lotta con il Concilio di Basilea, a cedere il territorio di Sansepolcro alla Repubblica di Firenze. Per errore, nella designazione del confine, una piccola striscia di terra non venne inclusa nel trattato che delimitava i confini, e gli abitanti dichiararono prontamente l’indipendenza. Nacque così la più piccola Repubblica del mondo.

Un consiglio di anziani e l’insieme dei capifamiglia bastavano a dirimere le questioni, magari con l’intervento del curato, l’unico in grado di leggere e scrivere. Facendosi notare il meno possibile, questa comunità anarchica visse così indisturbata.

Solo dopo alcuni secoli, ottenuto un atto di sottomissione da parte di 14 rappresentanti del territorio, Cospaia entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Ogni anno, ancora oggi, nel mese di giugno, si celebra la Festa della Repubblica di Cospaia, per commemorare la fine dell’indipendenza.

Cosa resta a Cospaia della Repubblica

Gli abitanti della Repubblica fecero tesoro di questa insolita situazione geo-politica, traendo vantaggio dalla mancanza di tasse, dazi e gabelle, e ne approfittarono per sviluppare, fra i primi in Italia, la coltivazione del tabacco. Cospaia, la Repubblica dove tutto era lecito, diventò a tutti gli effetti la capitale del tabacco.

Il piccolo Stato resistette, nei secoli, ai tentativi dello Stato Pontificio e del Granducato di Toscana di imporre dazi alle coltivazioni, superò il periodo napoleonico e il Congresso di Vienna che riconobbe solo quattro Repubbliche al mondo: gli Stati Uniti, la Svizzera, San Marino e Cospaia.

E la coltivazione e il commercio clandestino del tabacco portarono così un certo benessere. Tuttora, alcune varietà di tabacco vengono definite con il nome di “cospaia”. Ancora oggi, nonostante il tabacco non sia più una fonte di reddito per gli abitanti del borgo, rimangono ancora le tipiche strutture utilizzate per la sua produzione, come gli essiccatoi sparsi in tutto il territorio.

Tra gli edifici degni di nota, c’è Villa Giovagnoli-Liuti risalente al XVIII secolo. Rappresenta un tipico esempio di villa padronale con una casa colonica annessa, a testimonianza di un passato legato alla coltivazione del tabacco le cui tracce sono ancora ben visibili nell’essiccatoio.

Sulla porta della chiesa parrocchiale della confraternita, resta un’iscrizione in latino che fa riferimento all’indipendenza del passato (“Perpetua et firma libertas”, “Perpetua e sicura libertà”).

Alcuni reperti sulla Repubblica di Cospaia sono conservati oggi nel Museo del Tabacco a San Giustino.

Per esigenze d’irrigazione dei campi di tabacco, fu innalzato un terrapieno come diga creando così un laghetto artificiale. Il Lago di Cospaia è oggi un luogo molto amato, specie d’estate, dagli abitanti della zona che vengono a pescare, ma che attira anche turisti da altre zone d’Italia.

Il Sentiero del contrabbandiere

Tutt’intorno si snoda il Sentiero del contrabbandiere, che un tempo veniva percorso dai contrabbandieri che portavano il tabacco di contrabbando verso il Montefeltro. Il Sentiero del contrabbandiere è un percorso ad anello di 12,5 chilometri che tocca ben tre Regioni, Umbria, Toscana e Marche. Il punto di partenza è Cospaia.

Dall’abitato, che si trova a soli a 373 metri sul livello del mare, si sale verso le colline fino raggiungere i 659 metri del Monte Garrole e, più avanti, Poggio Sportino, il punto più alto della camminata a 861 metri. Da qui si ridiscende verso Cà Concello, si segue il corso del Vertola e poi lo si abbandona per risalire verso Corposano. Da qui, un lungo tratto in discesa riporta fino a Cà Magnano (392 metri) e Cà Mulinello. L’ultimo tratto è verso Cedinna da dove il sentiero riconduce alla Chiesa di San Lorenzo e infine a Cospaia.

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Perché un viaggio in questo Paese può renderti davvero felice

Se dovessimo misurare la felicità con i parametri utilizzati dalla cultura occidentale, probabilmente, non prenderemmo mai in considerazione l’idea di lasciarci ispirare in termini di stile di vita da quel piccolo stato montuoso dell’Asia che Lonely Planet ha scelto come uno dei posti migliori da visitare nel mondo nel 2020.

Sì perché il Bhutan, nella classifica mondiale del Prodotto interno lordo, risulta uno dei paesi più poveri del nostro globo. Eppure – nonostante questo – è anche il più felice. Non sono i soldi, qui, a scandire la quotidianità delle persone, ma è un altro parametro ancora più importante. Si tratta della FIL, Felicità Interna Lorda, l’indice che viene misurato tenendo in considerazione la salute, il benessere e le relazioni sociali della comunità e che si traduce in una vita semplice, fatta di cose genuine, proprio quelle dietro le quali è nascosta la felicità.

Gli uomini e le donne più felici del mondo sono qui

Il Bhutan è il Paese più felice al mondo. È quello fatto di ritmi lenti, di poco stress e di rispetto e condivisione. Quello in cui, girando per le strade, si vedono le auto ma non si sentono i rumori assordanti dei clacson. Dove le mucche camminano al fianco della carreggiata insieme ai cani e altri animali che vivono in libertà.

Gangtey Valley, Bhutan

Gangtey Valley, Bhutan

Sono le famiglie a prendersi cura di loro, lasciando il cibo per le strade affinché loro si nutrano. E non c’è caos né disordine in questo microcosmo dove natura, uomini e felicità si incontrano e si fondono annullando tutti i confini.

Si riuniscono tra le strade e si incontrano durante le feste nazionali o in occasione delle partite di calcio anche se sono ultimi nelle classifiche mondiali. A loro non interessa vincere, quanto più assaporare il valore più autentico delle competizioni e del gioco di squadra.

E in quei templi suggestivi incastonati tra le vette delle montagne, i villaggi rurali e i mercati locali appaiono i falli. Sono situati sulle pareti dei muri e dei negozi, nei dipinti murali. Ma non la loro presenza non ha nulla a che fare con la pornografia o con i richiami sessuali, si tratta di un simbolo sacro che serve a scacciare gli spiriti maligni, un simbolo nazionale contro il male.

Ed è proprio in tutte queste meraviglie, così diverse e distanti dalla nostra cultura, che il Bhutan si è conquistato il nome di Paese più felice nel mondo. Tutto è successo quando, più di due ventenni fa, il Re Jigme Dorji Wangchuck decise di abbandonare i parametri del PIL e adottare quelli del FIL. La felicità dei cittadini doveva essere messa al primo posto e così è stato fatto.

Lo stesso modo in cui viene trattato il turismo internazionale – con tanto di tariffa turistica giornaliera – fa parte di questo stile di vita, di questa personale filosofia della città. Un viaggio in questo Paese equivale a un’esperienza di alto valore in grado di segnare per sempre la vita dei viaggiatori, ma al contempo di garantire un basso impatto sulla quotidianità del Paese e della vita dei suoi abitanti.

Taktshang Monastery

Taktshang Monastery

Cosa aspettarti dal Paese della felicità

Un viaggio in Bhutan significa così tante cose che poterle descrivere tutte è quasi in possibile. L’intero territorio è impregnato dal Buddismo, pensate che questo è l’unico Paese al mondo ad aver mantenuto il Buddismo mahāyāna come religione ufficiale. Una scelta, questa, evidente in ogni aspetto della loro vita, nel rispetto nei confronti di tutte le creature viventi.

Un viaggio in Bhutan non è solo un’esperienza, ma un vero e proprio privilegio che ci allontana da tutte le convinzioni che riguardano la cultura occidentale. Ci permette di toccare con mano un mondo antico preservato da una cultura estremamente all’avanguardia, di osservare i suggestivi panorami del territorio e di entrare nel vivo delle tradizioni buddiste. Di imparare a vivere secondo altri ritmi, quelli che seguono le regole della felicità.

Punakha Dzong

Punakha Dzong

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Gaza, trovato un cimitero romano vecchio di 2000 anni

Secondo gli archeologi, questa è la più importante scoperta del decennio: nei giorni scorsi alcuni costruttori hanno trovato le rovine di un antico cimitero romano, sepolte nell’area della Striscia di Gaza. Un territorio, questo, ricchissimo di reperti di un florido passato che, piano piano, continuano a tornare a galla.

Scoperto cimitero romano a Gaza

I resti di un grande cimitero romano sono affiorati a Gaza durante dei comunissimi scavi, che inizialmente non avevano fatto presagire nulla di ciò che si poteva nascondere nel sottosuolo. Ad aver effettuato la scoperta è stata una squadra di costruttori che stava lavorando ad un progetto abitativo finanziato dall’Egitto. Una volta rinvenuti alcuni dei grandi mattoni, palesemente molto antichi, che costituiscono la struttura, hanno interrotto la loro opera e chiamato gli archeologi. Ora il sito è sotto la supervisione di un team francese di esperti, ed è chiuso al pubblico e alla stampa per preservarlo.

L’obiettivo, secondo quanto dichiarato dal Ministro del Turismo e delle Antichità di Gaza Jamal Abu Rida, è quello di renderlo sicuro per poi iniziare ad accogliere i visitatori. Si tratta, a suo dire, della scoperta archeologica più importante degli ultimi 10 anni, e presenta caratteristiche molto interessanti. Il cimitero romano risale a circa 2000 anni fa: secondo gli esperti, sarebbe stato edificato durante il I secolo d.C. Al suo interno sono state attualmente rinvenute 20 tombe romane, riccamente decorate. Ma gli archeologi prevedono di riuscire a portarne alla luce almeno 80.

Il cimitero, la cui area misura circa 50 metri quadrati, dovrebbe essere stato il luogo di sepoltura di persone di alto rango. Questo è ciò che si può dedurre dalla forma delle tombe e delle decorazioni finora individuate. Al momento, solo due sepolcri sono stati aperti: al loro interno, alcuni resti scheletrici e delle giare di argilla. Una delle peculiarità del cimitero è la disposizione delle sue tombe. Se quelle musulmane, risalenti ad epoche successive, sono disposte da nord a sud, quelle romane sono invece orientate da est a ovest.

Gaza, un territorio ricco di storia

Il cimitero romano è stato scoperto nel territorio della Striscia di Gaza, vicino al litorale nella parte settentrionale del Paese. Un luogo martoriato da lunghi conflitti che hanno reso sempre più difficile custodire l’immenso tesoro che vi si nasconde. Jamal Abu Rida ha infatti affermato che la guerra ha paralizzato l’economia locale, sottraendo le risorse a tutto ciò che non è di prima necessità, e che è necessario il supporto di gruppi internazionali per continuare negli scavi e preservare i preziosissimi reperti archeologici rinvenuti sotto la superficie della terra.

Qui, negli ultimi decenni, sono avvenute notevoli scoperte archeologiche. Il sito è stato infatti uno dei principali centri commerciali dell’antichità, luogo di passaggio (e di scambio) per numerosissime popolazioni. Dagli Egizi ai Filistei, passando per i Romani: questo territorio è stato testimone di alcuni dei momenti più importanti della storia, e ne porta ancora le tracce. Molti sono i resti individuati nella zona, tra cui alcuni macchinari impiegati da Alessandro Magno durante un assedio e le rovine di un’invasione mongola. È invece a pochissima distanza, sul territorio israeliano, che pochi mesi fa è stata trovata un’antichissima azienda vinicola. Insomma, i misteri del sottosuolo non sono ancora finiti.

Cimitero romano a Gaza

Cimitero romano a Gaza

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Tutti i colori della primavera: le esplosioni floreali

C’è qualcosa di meraviglioso che accade intorno a noi quando il sole diventa protagonista delle giornate e le temperature sono miti. Dopo mesi di letargo la natura lentamente si sveglia e si prepara alla rinascita. Lo fa attraverso un’esplosione di colori e profumi che ci incantano e ci stupiscono e ci confermano che la primavera, quella fatta di nuovi viaggi, esperienze e avventure, è arrivata.

È la stessa primavera che ci permette di assistere agli spettacoli più belli messi in scena da Madre Natura, quelli delle grandi fioriture in Italia, in Europa e nel mondo, le stesse che ci ricordano che la Terra che abitiamo è un luogo meraviglioso.

Le grandi fioriture di primavera nel mondo

Esistono fioriture straordinarie che, da sole, valgono l’intero viaggio, anche se questo vuol dire spostarsi dall’altra parte del mondo. Ed è il caso di quella dell’Antelope Valley in California. Dal periodo che va da fine marzo a inizio maggio, una distesa coloratissima di papaveri ricopre oltre 5000 chilometri di superficie. Nella riserva, protetta alla stregua di un tesoro prezioso,  quando la primavera arriva la magia ha inizio.

Antelope Valley in California

Antelope Valley, California

Esiste un altro luogo in California dove lasciarsi stupire dalla natura, stiamo parlando di Carrizo Plain, la prateria più grande del Paese. È qui che, tra i mesi di marzo e maggio, la fioritura delle specie selvatiche mette in scena uno spettacolo meraviglioso. Un capolavoro artistico dipinto da Madre Natura con i colori del giallo, dell’arancione e del viola.

In Cina, invece, già da fine febbraio la contea di Luoping si trasforma in un mare giallo. Tutto merito della fioritura della canola che, con la sua nuance accesa e cangiante, illumina i campi pianeggianti del territorio.

Se pensiamo alla primavera nel mondo non possiamo non parlare dell’Hanami e del Giappone, della tradizione millenaria che celebra la bellezza della rinascita quando la primavera arriva. È questo il periodo in cui i cittadini e i viaggiatori del mondo si riuniscono nei viali dei parchi e per le strade della città per ammirare la fioritura dei ciliegi.

Viaggio in Europa e in Italia tra le fioriture più belle

Il periodo primaverile in Europa ci spinge a organizzare nuovi viaggi. Tra le mete predilette di questa stagione troviamo l’Olanda, e come potrebbe essere altrimenti? È qui che la grande bellezza prende forma, in quei sterminati campi multicolore tra i mulini a vento che si perdono all’orizzonte. La stagione dei tulipani – che va da fine marzo a maggio – mette in scena uno spettacolo incredibile che lascia senza fiato.

stagione dei tulipani in olanda

Stagione dei tulipani in Olanda

Nelle Isole Azzorre, invece, durante il mese di maggio una meravigliosa e straordinaria fioritura di ortensie dà spettacolo. Il luogo migliore dove osservarle è l’isola Faial, chiamata anche l’isola blu delle Azzorre. Il motivo è presto detto: durante i mesi più caldi della primavera le ortensie crescono e popolano i prati e le strade colorando di blu l’intero territorio.

Anche l’Italia ha le sue fioriture, quelle da guardare anche a testa in su. Sono gli alberi in fiore a dare spettacolo, come i mandorli di Agrigento che iniziano a fiorire già a febbraio o quelli dei meli in Alto Adige, che trasformano i frutteti in distese eteree di bianco e di rosa.

E poi c’è lei, la più celebre fioritura d’Italia e del mondo intero, quella di Castelluccio di Norcia sui Monti Sibillini in Umbria. Uno spettacolo, questo, che lascia senza fiato ogni anno, un tripudio di colori che trasforma l’altopiano in un mosaico di colori che si incastra perfettamente nella scenografia dei monti circostanti.

Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia

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Paesi che riaprono e che allentano le misure: la lista aggiornata

L’avvicinarsi sempre più rapido della bella stagione e il calo dei contagi che si sta verificando un po’ ovunque hanno spinto molti Paesi europei ed extraeuropei a varare nuove misure di sicurezza nei confronti dei viaggiatori, per dare una spinta al turismo (uno dei settori che più ha sofferto per la pandemia). Già nelle settimane passate qualcosa ha iniziato a muoversi, e nei prossimi mesi ci saranno ancora più novità: ecco quali sono i Paesi che riaprono le frontiere o allentano le regole d’accesso per i turisti.

Giordania

Manca pochissimo all’entrata in vigore delle nuove disposizioni riguardanti l’ingresso dei turisti in territorio giordano. A partire dal 1° marzo 2022, infatti, i viaggiatori provenienti dall’Italia – che arrivino via aerea, via terra o via mare – non devono più sottoporsi a tampone molecolare prima della partenza né a successivo test una volta giunti in Giordania. Rimane comunque obbligatorio registrarsi su questo sito se si viaggia in aereo o su questo sito se invece si varcano i confini via terra.

Tale registrazione è necessaria per poter ottenere un QR code: quest’ultimo serve non solo per l’imbarco o per l’ingresso alla frontiera, ma anche per entrare in hotel, ristoranti e aree pubbliche. Resta inoltre in vigore l’obbligo di autoisolarsi per 5 giorni in caso di presenza di sintomi, a cui fanno seguito l’esito positivo di un tampone molecolare.

Israele

Le autorità israeliane hanno già riaperto le frontiere ai turisti da ben un mese, purché questi siano in possesso dell’idonea certificazione. In particolare, i viaggiatori provenienti dall’Italia devono avere i seguenti requisiti:

  • certificato di vaccinazione completa o di guarigione dal Covid (entrambi rilasciati da meno di 6 mesi);
  • esito negativo di un tampone molecolare effettuato nelle 72 ore precedenti la partenza o di un tampone antigenico effettuato nelle 24 ore precedenti la partenza.

È inoltre obbligatorio compilare l’apposito modulo d’ingresso disponibile a questo sito, nelle 48 ore che precedono il viaggio. All’arrivo, i turisti devono sottoporsi ad un nuovo tampone molecolare e devono restare in quarantena sino alla ricezione dell’esito (e comunque per non più di 24 ore).

In vista dell’inizio della stagione turistica, Israele si sta preparando ad accogliere moltissimi viaggiatori. Le compagnie aeree hanno dunque incrementato le proprie rotte, a partire dalla EL AL: decine di voli partono dall’Italia, in particolare dagli aeroporti di Roma Fiumicino, di Milano Malpensa e di Venezia Marco Polo. La nuova Ita Airways ha già annunciato che dal mese di aprile raddoppierà le sue frequenze, mentre Wizz Air ha da poco dato il via ai suoi voli da Milano Malpensa, Roma, Napoli e Venezia, ai quali da giugno si aggiungeranno quelli da Catania.

Australia

Anche l’Australia si avvicina alla riapertura delle sue frontiere, dopo due anni di lockdown serrato. Abbiamo già visto che nelle ultime settimane il Paese aveva fatto i primi passi per tornare ad accogliere i turisti, ma la normativa è diversa a seconda della regione che si intende visitare. Ora è il Western Australia ad annunciare l’allentamento delle sue misure di sicurezza, a partire dal prossimo 3 marzo 2022.

Il piano di riapertura, che avrebbe dovuto partire più di un mese fa, è stato rimandato affinché la campagna vaccinale potesse proseguire con successo, contrastando la variante Omicron sempre più diffusa. Ora è tempo di permettere ai turisti internazionali di tornare ad ammirare le bellezze di questa regione, ovviamente in tutta sicurezza. Per poter varcare le frontiere australiane, i viaggiatori devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • certificato di completa vaccinazione;
  • G2G pass (permesso di viaggio temporaneo);
  • esito negativo di un test antigenico all’arrivo in Western Australia.

Per i turisti italiani, inoltre, c’è un’importante novità: dal 23 giugno 2022 la compagnia aerea Qantas introdurrà una nuova rotta, il volo diretto Roma-Perth previsto tre volte alla settimana (fino al 6 ottobre). Si tratta del primo collegamento no stop tra Europa continentale ed Australia, un primato davvero notevole.

Repubblica Dominicana

Entrata a far parte tra le destinazioni che possiamo raggiungere facilmente grazie ai corridoi turistici Covid-free, la Repubblica Dominicana è pronta a fare un altro passo avanti. Il Presidente Luis Abinader ha infatti annunciato la cancellazione di tutte le norme restrittive imposte a causa del Covid: “Misure come l’uso della mascherina, la necessità di presentare la tessera di vaccinazione per accedere a tutti i luoghi o le restrizioni negli spazi pubblici sono da oggi in poi di responsabilità individuale di ognuno di noi”.

Nuova Zelanda

Finora la Nuova Zelanda ha rimandato ogni possibile spiraglio di apertura dei suoi confini, per evitare nuove ondate di Covid. Ma nei prossimi mesi metterà in atto un progetto di reintroduzione al turismo internazionale. L’obiettivo è quello di tornare ad accogliere i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo in 5 fasi. Le prime riguardano solamente i cittadini neozelandesi, i residenti e alcuni cittadini australiani, quindi toccherà ai lavoratori stranieri, agli studenti stranieri e ai titolari di particolari visti.

La fase seguente è programmata per il prossimo luglio: a quel punto potranno entrare in territorio neozelandese tutti i turisti australiani e quelli che non necessitano di visto per l’ingresso. C’è ancora da attendere per noi italiani, dal momento che la riapertura totale delle frontiere è prevista solamente per il prossimo ottobre.

Danimarca

A livello europeo, la Danimarca è stato il primo Paese a togliere tutte le restrizioni adottate per il Covid. A partire dal 1° febbraio non è più obbligatorio l’uso della mascherina (sebbene sia ancora raccomandato), ed è stato abolito anche l’impiego del Green Pass.

Svizzera

Le autorità svizzere hanno deciso di abolire le misure restrittive adottate per far fronte all’emergenza sanitaria. Dallo scorso 17 febbraio, non è più necessario indossare la mascherina (ad eccezione dei viaggi sui mezzi pubblici) e non serve più il Green Pass per accedere a ristoranti, negozi e altre strutture aperte al pubblico. Inoltre vengono cancellate tutte le regole sanitarie d’ingresso al Paese.

Irlanda

Nel corso delle ultime settimane, anche l’Irlanda ha sospeso la maggior parte delle misure sanitarie contro il Covid. Non c’è più bisogno di Green Pass per entrare in locali e ristoranti, e non esistono più limitazioni al numero di spettatori per gli eventi al chiuso e all’aperto. Rimangono in vigore le norme sull’uso della mascherina, sull’autoisolamento in caso di positività al Covid e sull’obbligo di Certificazione Digitale Covid UE per i viaggi internazionali.

Lituania

La Lituania ha annullato i divieti imposti per arginare l’emergenza sanitaria, a partire dal 15 febbraio. Non vi sono più limiti d’ingresso per i turisti che provengono dai Paesi UE e da alcuni Stati non UE (come il Regno Unito). Dal 31 marzo, inoltre, tutti coloro che arrivano dagli altri Paesi non dovranno più presentare il certificato di vaccinazione o di guarigione e non dovranno più sottoporsi a tampone molecolare e a quarantena.

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La foresta di bambù che sembra un dipinto fatato

È nelle favole e nell’immaginario fiabesco che ci rinchiudiamo ogni qualvolta abbiamo bisogno di ispirazioni creative, ma in realtà basta guardare il mondo che abitiamo per scoprire che le meraviglie incantate che appartengono ai cartoni o ai libri che abbiamo letto da bambino esistono, e sono straordinarie.

Come la splendida foresta di bambù di Arashiyama, situata a pochi chilometri da Kyoto, che racconta l’anima più vera e autentica del Giappone. Lì, dove la natura regna incontrastata e splende sotto i raggi del sole.

Arashiyama: la foresta di bambù

Si tratta di uno dei luoghi più celebri di Kyoto, perché è qui che attraversando la foresta, si ha come l’impressione di passeggiare in un luogo che non conosce le leggi del tempo, né quelle dello spazio, ma solo quelle scritte da Madre Natura.

Incastonata tra montagne lussureggianti, che la proteggono da secoli alla stregua di un tesoro prezioso, troviamo la foresta di bambù di Arashiyama. Un luogo che col tempo ha saputo aprirsi al turismo, dato che qui ogni giorno si recano migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, e che al contempo ha preservato l’anima più autentica del Paese.

E la foresta è bella in ogni momento della giornata, in ogni periodo dell’anno. È straordinaria quando le infinite file di verse brillante svettano verso il cielo e si stagliano sull’azzurro, è incantevole quando in primavera fioriscono i ciliegi e il panorama diventa poetico. Ed è quasi surreale, quando, la neve scende lentamente abbracciando con il suo candido bianco i fusti. Questa è la foresta di bambù, un luogo fatato che sembra dipinto, da visitare almeno una volta nella vita.

Oltre la foresta: il tempio Gio-Ji e il giardino incantato

Di meraviglie, il mondo ne è pieno, e quella di Arashiyama, probabilmente, non è neanche la più grande foresta di bambù che esiste, eppure è unica. Lo è perché grazie al sentiero che è stato creato, e che permette di percorrerla, si ha quasi l’impressione di entrare nel ventre della natura, di far parte di essa.

Sembra che tutti ci inviti a entrare in connessione con Madre Natura, il vento che muove i fusti e avvolge i corpi, il verde che circonda tutto intorno, i suoni, i profumi e i raggi del sole che penetrano tra le fitte file di bambù e riscaldano il viso. L’esperienza è straordinaria perché ci permette di toccare con mano l’immensità della natura.

La foresta di bambù di Arashiyama, come dicevamo, non è molto grande. È possibile percorrerla interamente in pochi minuti e restare tra le perenni legnose per ore se si vuole vivere un’esperienza di rigenerazione totale per corpo e mente. Ma basta una passeggiata di pochi minuti per andare alla scoperta di un altro luogo meraviglioso.

Proprio al confine della foresta, infatti, si erge solitario e quasi mistico il tempio Gio-Ji. Si tratta di uno dei luoghi più straordinari e sacri della città di Kyoto. L’edificio, incorniciato dalla natura rigogliosa e lussureggiante sembra quasi un’estensione della foresta.

Qui, nel sottobosco, è ancora la natura a farla da protagonista e a definire tutto il paesaggio circostante. Il giardino del tempio, conosciuto anche come giardino del muschio per la presenza massiccia di queste piccole piante, ospita felci, alberi di acero e di ciliegio che fioriscono in primavera e che regalano uno spettacolo incantato.

La foresta di bambù di Arashiyama

La foresta di bambù di Arashiyama