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Il tuo prossimo alloggio è una casa nel ventre di un serpente

Ci mettiamo in viaggio ogni giorno per tantissimi motivi, e anche se sono differenti, gli uni dagli altri, sono tutti accomunati dal medesimo desiderio, quello di vivere avventure straordinarie e indimenticabili.

E se parliamo di esperienze di viaggio non possiamo non menzionare gli alloggi. Appartamenti, case, hotel e strutture ricettive che ogni giorno cambiano e si arricchiscono di nuovi dettagli e servizi per trasformare i desideri e le fantasie dei viaggiatori in realtà surreali ed emozionali che lasciano senza fiato.

Lo abbiamo visto con le case sugli alberi, lo abbiamo sperimentato con le cabine in mezzo alla natura, e poi, ancora, con le stanze degli hotel a tema e con i glamping. E possiamo vederlo anche oggi, scegliendo di prenotare un alloggio unico e sensazionale, quello che si trova nel ventre di un serpente.

Dormire nel ventre di un serpente: succede in Messico

Il nostro viaggio di oggi ci porta in uno dei luoghi più affascinanti del pianeta, proprio lì dove è possibile vivere alcune delle esperienze più incredibili di una vita intera. Ci troviamo a Città del Messico, capitale del Paese da cui prende il nome, nonché luogo estremamente affascinante dove la storia antichissima vive e convive con tradizioni, culture, usi e costumi incredibili.

Da qui è possibile andare alla scoperta del celebre Templo Mayor, della cattedrale metropolitana e dei bellissimi murales di Diego Rivera, per poi raggiungere Naucalpan de Juárez, un piccolo comune situato nella zona metropolitana della città dove è stato realizzato un alloggio al di fuori dell’ordinario, unico e straordinario, situato nel ventre di un serpente.

Non un serpente qualunque, intendiamoci, ma il Quetzalcoatl, una divinità venerata dagli Atzechi che, secondo la tradizione, appare in forma di metà uccello e metà serpente.

Il nido di Quetzalcoatl

È una struttura monumentale, grandissima e davvero bizzarra, quella che ospita l’alloggio più incredibile di tutta Città del Messico. Il nido di Quetzalcoatl, questo il suo nome, non è solo una struttura ricettiva, ma è una grande e complessa scultura vivente caratterizzata da colori vivaci e forme sinuose. A guardarlo, in tutta la sua bellezza, il complesso monumentale sembra prendere vita mentre si muove dentro e fuori il paesaggio.

Il complesso porta la firma dell’architetto messicano Javier Senosiain a cui spetta il merito di aver creato uno dei più affascinanti capolavori di architettura organica. Il serpente, che si muove su una superficie di oltre 1000 metri quadrati, è caratterizzato da linee curve e da forme sinuose, mentre su tutto il dorso corrono finestre arrotondante.

All’interno, invece, si snodano diversi appartamenti, 10 per l’esattezza, che fino a qualche tempo fa erano esclusivamente di proprietà privata. Uno di questi, adesso, è invece prenotabile su Airbnb, permettendo ai viaggiatori di vivere un’esperienza unica, per perdersi e immergersi nell’antica cultura azteca.

Non è tutto, però, perché il nido di Quetzalcoatl è stato costruito in una zona privilegiata, in un parco lussureggiante dominato da boschi, giardini botanici e piccoli laghi. Un luogo dove la natura e il silenzio fanno da protagonisti, un buen retiro dove i viaggiatori possono vivere un’esperienza all’insegna del relax e della grande bellezza.

La stessa struttura è un omaggio a questo modo di vivere. Le forme organiche del serpente e l’uso minimale del materiale hanno contribuito a creare un sistema di spazi dove l’uomo può sentirsi tutt’uno con la natura circostante.

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Epifania: dove trovare le tradizioni più belle in Italia

Un noto proverbio celebra “l’Epifania tutte le feste si porta via”. Che in qualche modo segni la fine delle festività è risaputo da tutti, ma forse in molti non sono a conoscenza che in alcuni Paesi, come per esempio il Portogallo, la Befana non si celebra.

Per questo motivo, abbiamo deciso di portarvi a fare un viaggio alla scoperta delle tradizioni più particolari del nostro Paese. Da Nord a Sud e facendo scalo nelle isole maggiori d’Italia, le usanze sono una più incantevole dell’altra.

Le tradizioni dell’Epifania nel Nord Italia

Una città da raggiungere il giorno della Befana nel Nord Italia è, senza ombra di dubbio, Venezia. Da queste parti, infatti, ogni 6 gennaio si celebra la ”Regata delle Befane”, una manifestazione sportiva nata nel 1979. Anche quest’anno, è previsto il corteo acqueo delle imbarcazioni societarie che, alle ore 9.30, dai Magazzini del Sale accompagnano cinque befane sul campo di regata e trasportano la calza gigante, simbolo giocoso dell’evento che, alle 10.30, sarà appesa al magico Ponte di Rialto.

Il percorso della gara, che prenderà il via alle 11:00, parte dal Palazzo della Banca d’Italia con tutta la bellezza del ponte di Rialto alle spalle.

Panevin, foghera, fugaderi, tamòsse, pignarûl, casera: tutto questo lo potrete trovare in Friuli. In sostanza, da queste parti prendono vita grandi falò di sterpaglie dalla montagna alla pianura, dai magredi alle risorgive.

Ad Arba, per esempio, il falò è iniziato a bruciare la sera del 5 gennaio dalle 20.30 così come in altre incredibili località della zona. Nei fatti dovete solo scegliere dove andare.

falò befana

Fonte: iStock

I falò della Befana in Friuli

A Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, dopo due anni di stop torna il folkloristico falò propiziatorio dell’Epifania. Venerdì 6 gennaio 2023, fa ritorno nel prato adiacente l’ospedale “Brusa la Vecia” un evento che, come da tradizione, sarà accompagnato da musica, brulé e l’immancabile “panino con el codeghin”. In sostanza, la Befana verrà bruciata in un grande falò cittadino: un rito simbolico per lasciarsi alle spalle il vecchio anno e salutare quello nuovo.

Le tradizioni dell’Epifania nel Centro Italia

Roma è sempre una buona idea, ma in particolare lo è il giorno della Befana dove le tradizioni sono davvero tantissime. A partire da Piazza Navona con giochi, luci, colori e doni per i piccoli, seguita dalla caccia al tesoro presso il Museo delle Carrozze d’Epoca, fino al corteo noto come “Viva la Befana” con tanto di rievocazione storica che partirà da via della Conciliazione.

Inoltre, Presso la terrazza del Pincio si terrà l’annuale “Corsa del giocattolo”, una manifestazione sportiva non competitiva di marcia e corsa a passo libero di 5 chilometri.

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Fonte: iStock

La Befana di Piazza Navona

Ad Urbania, in provincia di Pesaro e Urbino, quest’anno andrà in scena la 26° Festa Nazionale della Befana che coinvolgerà l’intero paese con tutti gli abitanti vestiti a tema. Allestimenti e decorazioni con tanto di Villaggio della Befana, ma anche un pirotecnico volo della vecchina dalla Torre Campanaria, alta 26 metri.

Per poi concludere con la possibilità di ammirare la creazione di una calza dal maxi formato, tutta cucita a mano. L’ingresso è gratuito per bambini fino ai 10 anni e per i residenti, mentre gli adulti pagano 5 euro.

A Viterbo, dopo lo stop imposto dalla pandemia, quest’anno è tornata “la calza della befana più lunga del mondo”. L’appuntamento, come da tradizione da 21 anni, si è tenuto il pomeriggio del 5 gennaio: una calza lunga ben 52 metri è stata trasportata su quindici Fiat 500 storiche affiancate da oltre cento befane che, lungo tutto il percorso, hanno distribuito caramelle a bambini, e non solo.

Il giorno 6 gennaio, invece, subito dopo il tramonto la Befana si calerà dalla torre dell’orologio di Piazza del Plebiscito, sempre per regalare dolci e caramelle ai bambini presenti.

Le tradizioni dell’Epifania nel Sud Italia

A Napoli la Befana si festeggia nella spettacolare cornice di Piazza del Plebiscito: la mattina del 6 gennaio grandi e piccini possono riunirsi e celebrare con laboratori e degustazioni di dolciumi e prodotti da forno, realizzati da personalità di spicco del mondo culinario.

Inoltre, si può assistere aduna caratteristica sfilata sul lungomare Caracciolo. Carri e personaggi vestiti a festa passeranno lasciandosi alle spalle un panorama mozzafiato.

napoli befana

Fonte: iStock

Napoli, Piazza del Plebiscito

Una tradizione molto interessante è anche quella di Candela, in provincia di Foggia, dove l’arrivo dell’Epifania è così tanto sentito che gli vengono dedicati una festa e un “volo” speciale. In poche parole, la sera del 6 gennaio da queste parti la Befana si prepara a un scenografico volo che parte dal campanile della città e scende fino al terreno.

Parallelamente a questo evento, inoltre, si può partecipare alla golosissima festa del cioccolato.

A Montescaglioso, in provincia di Matera, la notte tra il 5 e il 6 gennaio si aprono le porte alle anime del Purgatorio. Secondo la leggenda, nella notte dell’Epifania le anime dei morti tornano a bussare alle case dei vivi, quelle dove avevano vissuto, per chiedere vino e cibo.

Si chiamano Cucibocca e il loro “ritorno” consiste in una vera e propria (e anche da brivido) rievocazione. I visitatori, nel frattempo, hanno potuto godersi la nottata in piazza gustando i “Nove Bocconi del Cucibocca”, cioè nove piatti tipici del territorio accompagnandoli con vino e zampognari.

Le tradizioni dell’Epifania nelle maggiori isole d’Italia

Terminiamo questo viaggio alla scoperta di alcune delle tradizioni italiane dell’Epifania nelle maggiori isole italiane.

In particolare, vi portiamo a Cagliari dove nelle sue strade, il 5 e 6 gennaio, si fa festa. Il 5 gennaio una graziosa befana passeggia lungo Via Garibaldi sui pattini per distribuire doni ai più piccini. Il giorno successivo, in Piazza Costituzione, la vecchina cammina sui trampoli regalando palloncini per poi recarsi al Teatro Civico, dove, dopo aver bruciato la scopa, scenderà sul palco dal trapezio volante.

A Messina, e più precisamente nel quartiere Bordonaro, viene allestito “u pagghiaru” che è formato da una pertica alta nove metri circa e rivestita di rami di corbezzoli, agrumi, ciambelle di pane azzimo e cotone.

Esso eimboleggia un abete natalizio, sulla cui cima si trova una croce alta due metri, abbellita con frutta, nastri, ciambelle e forme di pane. Rappresenta il premio per i 14 partecipanti che la sera dell’Epifania, dopo la celebrazione della Santa Messa, si arrampicheranno per aggiudicarsela.

Insomma, l’Epifania in Italia è davvero ricca di appuntamenti e tradizioni speciali.

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Fonte: iStock

Cagliari di notte
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Dove si trova la lussuosissima villa del film “Glass Onion”

Un successo annunciato il film “Glass Onion – Knives Out” di Netflix, che vede un cast a dir poco stellare a partire da Daniel Craig, Edward Norton, Kate Hudson, Ethan Hawke e Hugh Grant, giusto per citare i più famosi.

La location dove è girato il film è da sogno e molti di coloro che lo hanno visto si sono domandati dove si trovi.

La trama del film

Tutta la vicenda si svolge in un solo posto. Ma che posto. Una meraviglia. Si tratta della lussuosissima villa dell’egocentrico multimiliardario Miles Bron (Edward Norton), proprietario della Alpha Industries il quale, annoiato sulla propria isola privata durante la pandemia, decide di invitare alcuni vecchi amici a tenergli compagnia, organizzando una cena con delitto.

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Fonte: IPA

Una scenda del film “Glass Onion” con Daniel Craig ambientato nel resort del Peloponneso

Per chi non avesse ancora visto il film, non vogliamo spoilerarvi. Limitiamoci a raccontare della villa, che Miles ha chiamato Glass Onion, appunto, per via di una gigantesca cupola di vetro sul tetto della magione visibile fin dal mare.

Dove si trova la vera villa di “Glass Onion”

Nel film i protagonisti non nascondono di trovarsi su un’isola del Mare Egeo. Quindi, Grecia. E non siamo molto lontani dalla verità. È stato davvero girato nella penisola ellenica, ma non su un’isola. Bensì sulla terraferma. Inoltre, non si tratta di una villa privata bensì di un resort di lusso, dove chiunque – budget permettendo – può andare in vacanza.

Il resort è l’Amanzoe della catena di hôtellerie di lusso Aman e si trova nella località di Porto Heli (o Cheli), nella regione del Peloponneso, a due ore e mezza di auto da Atene.

È una meravigliosa struttura dall’architettura modernamente classicheggiante completamente bianca come fosse un tempio greco, con colonnati, tempietti, scalinate, una fitta vegetazione che degrada verso il mare blu inteso com’è l’Egeo, ma anche con piscine a sfioro, terrazze panoramiche, un teatro all’aperto con gradoni di pietra e grosse fiaccole per la sera. Un sogno vero. Ed è all’esterno di questo resort, fatto solo di ville private e di cabanas sulla spiaggia, che è stato girato tutto il film.

Sì perché, al contrario, gli interni sontuosi e anche un po’ kitsch visti nelle scene del film sono stati ricreati negli studi cinematografici di Belgrado, in Serbia.

La location

Di Porto Heli non si vede praticamente nulla. Peccato, perché è un posto davvero unico e sono pochi i turisti stranieri – tra cui gli italiani – a conoscerlo. È considerata una località di villeggiatura dei ricchi greci. Qui trascorrono le vacanze armatori, magnati e celebrity locali. Aveva una villa anche l’ex re di Grecia, Costantino II. Si popola soprattutto d’estate.

È affacciata sulla baia del Golfo Argolico e, a pochi chilometri dalla costa, si intravede l’isola di Spetses, una delle Isole Saroniche (le altre sono Egina, Idra, Poro e Salamina), famosa per essere car free. Qui ci si sposta solo in motorino e il trasporto pubblico è fornito da carrozze trainate da cavalli. Ed è proprio da qui che s’imbarca il gruppo di amici per raggiungere l’isola privata.

Ma torniamo a Porto Heli. A parte il resort di “Glass Onion”, meriterebbe una visita se non altro per l’antica città portuale di Halieis. Le sue rovine sono in parte sulla terraferma e in parte nel mare. Un sito archeologico unico.

È anche una meta delle vacanze dove possono andare tutti, comunque. E in ogni stagione dell’anno. D’inverno, per esempio, gli ateniesi vengono spesso a passeggiare lungo il porto per ammirare le splendide imbarcazioni attraccate.

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Fonte: 123rf

Veduta di Porto Cheli in Grecia
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È appena avvenuta una nuova clamorosa scoperta in Egitto

Se c’è un Paese in cui le scoperte sono pressoché infinite e che, di conseguenza, non smette mai di sorprendere, quello è l’Egitto. E proprio da queste parti il giorno di Natale, ma reso noto solo nelle ultime ore, è stato effettuato uno straordinario ritrovamento da un’équipe di ricercatori polacchi del Centro di archeologia mediterranea dell’Università di Varsavia durante gli scavi nella necropoli di Tebe.

La scoperta negli scavi della necropoli di Tebe

La necropoli di Tebe si trova sulla riva occidentale del Nilo, di fronte a Luxor. Si distingue per essere uno dei siti meglio noti e più visitati dell’Egitto. Vi basti sapere che dalle sue tombe provengono molti degli oggetti che oggi ammiriamo nei musei di tutto il mondo.

Un luogo davvero importante a tal punto che l’UNESCO l’ha inserita nella lista del Patrimonio dell’umanità nel 1979.  Le tombe della necropoli, escluse quelle della Valle dei Re e della Valle delle Regine, sono complessivamente oltre 400.

E in questi giorni gli archeologi, che hanno lavorato sotto la supervisione del professore Patryk Chudzik, hanno illustrato un ritrovamento definito “unico nel suo genere” tramite un articolo pubblicato sul “Journal of African Archaeology”.

Quello che è emerso dagli scavi, infatti, sono ben nove misteriose teste di coccodrillo che erano nascoste all’interno di due tombe egizie, dove erano sepolte da millenni. I resti degli animali sono stati rivenuti dall’interno di due tombe appartenenti a funzionari di alto rango vissuti durante il Nuovo Regno d’Egitto, che si estendeva tra il XVI secolo a.C. e l’XI secolo a.C.

Una scoperta che, in realtà, si rivela del tutto insolita nella storia della ricerca in Egitto. A tal proposito, il dottor Chudzik ha dichiarato che è la prima volta che dei resti di coccodrilli vengono trovati dentro a delle sepolture. Fino a questo momento, infatti, sono sempre state rinvenute all’interno dei templi.

I teschi del mistero

La scoperta appena avvenuta è quindi avvolta da un velo di mistero. Il team è al lavoro dal 2013 nella necropoli, ma le due tombe solo ultimamente hanno destato l’attenzione dello staff di Chudzik. Da quello che è emerso, una apparteneva a Cheti, un dignitario durante il governo del faraone Nebhepetre Mentuhotep II (2055 a.C.-2002 a.C.), mentre l’altra a un anonimo servitore della corte reale che ricopriva uno status relativamente elevato.

Entrambe le tombe contenevano nove crani di coccodrillo, della variante di grandi dimensioni originaria degli habitat d’acqua dolce dell’Egitto. Ma ad attirare particolarmente l’attenzione degli archeologici è stato il ritrovamento delle sole teste. C’è bisogno di capire, quindi, per quali motivi non siano stati rinvenuti anche i corpi dei coccodrilli. Inoltre, a differenza di quanto erano abituati a fare gli egizi, le teste erano avvolte nel lino e, soprattutto, prive di qualsiasi forma di conservazione.

Chudzik ha dichiarato ad Arkeonews: “Conosciamo molte mummie di coccodrillo che sono state trovate lungo il Nilo. Sono tutte mummie di coccodrilli interi che sono state depositate in catacombe appositamente preparate per animali sacri, in questo caso coccodrilli o animali sacri del dio Sobek”. Ha poi continuano sottolineando che è insolito trovare coccodrilli sepolti con gli esseri umani, piuttosto che nelle catacombe di animali sacri. Secondo Chudzik, quindi, sono necessarie ulteriori ricerche per svelare il mistero delle teste di coccodrillo sepolte.

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Natura inesplorata e visioni mozzafiato: è il sentiero più selvaggio d’Europa

Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle. Lev Tolstoj non poteva descrivere in modo migliore quella che è una sensazione tipica di chi ama viaggiare e scoprire posti mozzafiato. La natura sa offrirci scorci spettacolari in ogni angolo del globo, ci stupisce soprattutto quando è inesplorata e si ha la sensazione che poche altre persone abbiano visitato lo stesso luogo in cui ci troviamo.

Spesso pensiamo che per assaporare queste meraviglie sia necessario allontanarsi parecchio da casa, in realtà uno dei sentieri più selvaggi e affascinanti si trova a pochi chilometri dall’Italia. Il Peaks of the Balkans (letteralmente “I picchi dei Balcani) è il modo migliore per ammirare da vicino le bellezze naturali e le ricchezze culturali del Kosovo, dell’Albania e del Montenegro.

Un’emozione unica e indescrivibile

Quella del Peaks of the Balkans è un’esperienza di viaggio unica, in cui è piacevole perdersi tra i percorsi già battuti e quelli che sono stati semplicemente “costruiti” dalla natura. Foreste, pini, valli che si stagliano in tutta la loro profondità, ma anche fiumi, villaggi sperduti e vette pittoresche: non manca proprio nulla in quello che viene considerato il sentiero più selvaggio di tutta Europa. A fare da sfondo a questi panorami incontaminati ci sono le incredibili Alpi Albanesi che incorniciano località. È qui che ogni volta si ha sempre l’impressione di essere entrati in una terra “segreta”, magari sfuggita a tutti gli altri viaggiatori.

Queste Alpi hanno un soprannome davvero particolare. Sono conosciute infatti come Montagne Maledette: secondo la leggenda, il diavolo sarebbe fuggito dall’inferno per creare le rocce carsiche, il tutto in una sola giornata. Dopo decenni di isolamento, finalmente tutti hanno potuto apprezzare il Peaks of the Balkans. L’intero sentiero, di forma circolare, sfiora i 200 chilometri (192 per la precisione) e collega tre nazioni balcaniche a cavallo delle già citate montagne maledette. In queste selvagge regioni si sfruttano sentieri ben conosciuti dai pastori del luogo, con, sullo sfondo, vette che superano i 2mila metri sul livello del mare.

Theth e il Parco Nazionale

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Un ruscello che bagna il Parco Nazionale di Theth

Le tappe del sentiero selvaggio

Le verdi vallate si alternano piacevolmente ai laghi cristallini di montagna, sempre con un punto in comune: il tempo da queste parti sembra essersi fermato. Per gli amanti delle passeggiate, impegnative ma gratificanti, non si può non cominciare dal tracciato che separa Theth da Valbona, in Albania, un percorso che segue fedelmente l’antica mulattiera tra le regioni di Shala e Nikaj. Non meno affascinante è il villaggio di Cerem, praticamente deserto per gran parte dell’anno e che è rimasto come l’hanno potuto ammirare i nostri antenati tantissimo tempo fa.

Il villaggio di Cerem con la cascata

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Lo scorcio della cascata di Cerem

A Doberdol, invece, non si può non rimanere incantati dai laghi glaciali dell’altopiano che danno un senso di pace e tranquillità, proprio quello che ci vuole dopo una lunga escursione. Non mancano nemmeno le occasioni per approfittare dell’ospitalità degli abitanti del luogo. Nelle varie tappe del sentiero si possono incontrare anche punti di ristoro che mettono a disposizione abbondanti porzioni di cibo, dalla prelibata ricotta fatta in casa fino alla gustosa marmellata di prugne. È un viaggio che rimane di sicuro nel cuore, trovando un posticino speciale, tanto che per le altre località del nostro pianeta sarà quasi impossibile trovare altro spazio!

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Sogni di lasciare tutto e cambiare vita? Questi luoghi ti pagano per farlo

Cambiare vita per molti vuol dire fare un salto nel buio! Quante volte guardandosi intorno ci si rende conto che il posto in cui si vive va stretto e non ci si sente più bene? Immaginare di trasferirsi e fare realmente le valige però sono due cose completamente diverse, rese ancora più lontane da tanti ostacoli che possono rendere irrealizzabile il progetto.

Se si sta sognando di vivere una vita in libertà immersi nella natura, ci sono dei posti nel mondo fatti su misura. Ma c’è di più! È possibile essere pagati proprio per trasferirsi in quelli che sono dei veri e propri paradisi.

L’indiscutibile fascino dell’America

Il sogno americano ancora oggi affascina molti e ci sono proprio alcune città degli Stati Uniti pronte a far diventare questo sogno realtà. Su tutte spicca Tulsa in Oklahoma che nel novembre del 2018 ha lanciato il programma “Tulsa Remote”. Indirizzato a chi ha un lavoro da remoto, trasferendosi qui si riceveranno 10.000 dollari e per un anno una somma mensile di 500 dollari per pagare l’affitto.

La città di Topeka, in Kansas, poi, per aumentare la popolazione della città e trovare risorse da inserire in differenti settori come quello finanziario, dell’editoria e dell’istruzione dal 2020 offre un “bonus”. Chi decide di spostarsi nella capitale dello Stato americano avrà a disposizione 15.000 dollari per acquistare casa e 10.000 per sostenere le spese dell’affitto.

Topeka, una delle città del Kansas

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La piazza principale della città di Topeka

Le bellezze della natura e un ritmo di vita tranquillo non sono sufficienti ad attirare le persone nello Stato del Vermont, il meno popolato negli USA dopo il Wyoming. Dal 2019 si è deciso quindi di incentivare le persone a trasferirsi da queste parti offrendo un aiuto economico per affrontare le spese di trasferimento.

Rimanendo in America, ma spostandos in quella del sud, ci si può imbattere nel progetto “Start-up Chile”, volto a trasformare la capitale Santiago nel regno del tech. Il programma nato nel 2010 offre a chi vuole vivere e avviare la sua attività di start-up ben 40.000 dollari e una rete di contatti.

Le meraviglie europee e italiane

Se si vuole cambiare vita, ma non andare troppo lontano, non c’è bisogno di attraversare l’Oceano, è possibile rimanere in Italia. Quale posto migliore se non la Sardegna per ricominciare da zero? L’isola che incanta i turisti per i suoi paesaggi mozzafiato, sta subendo una grave crisi di spopolamento. Le amministrazioni locali quindi hanno pensato di offrire fino a 15.000 euro a coloro che andranno a vivere qui o acquisteranno casa in un comune con meno di 3.000 abitanti.

Non meno incantevole della Sardegna è il Salento e più precisamente la località di Presicce-Acquarica, un comune nato nel 2019. L’intento è quello di far aumentare la popolazione offrendo a chi decide di risiedere nel paese 30.000 euro per acquistare casa e ristrutturarla.

Oltre l’Italia ma sempre in Europa, c’è la Svizzera che è pronta ad accogliere tutti coloro che decideranno di vivere nella piccola Albinen. Il meraviglioso villaggio del cantone elvetico del Vallese, offrirà a chi è munito di cittadinanza svizzera o un permesso di soggiorno permanente poco più di 25.000 euro per gli adulti e più di 10.000 euro per i bambini. Chi deciderà di trasferirsi nel villaggio, per avere l’incentivo dovrà acquistare una casa e trasformarla nell’abitazione principale nei successivi 10 anni.

Paesaggio di Calasetta in Sardegna

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Uno scorcio della spiaggia di Calasetta in Sardegna
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Offerta Ryanair: prenota entro l’Epifania per volare fino a Carnevale

C’è una nuova offerta Ryanair che scade il 6 gennaio, festa della Befana. E quale migliore regalo per chi è appassionato di viaggi se non un volo per una nuova meta?

Sul sito della compagnia aerea ci sono voli a partire da 8 euro (a tratta ovviamente). Ci si può far tentare da questi prezzi stracciati per andare alla scoperta di una nuova città o cercare la destinazione che avete desiderato visitare da tempo e scoprire che ora è più accessibile che mai.

Se volete il nostro consiglio, ecco quali sono i voli che prenoteremmo e le città che visiteremmo.

Perché andare a Copenhagen

La prima meta da prenotare adesso è Copenhagen, anche se i mercatini di Natale hanno già chiuso e le luminarie natalizie sono già spente. Questa città è una vera scoperta. Se la via più famosa e fotografata della città è Nyhavn, affacciata sul canale con le sue inconfondibili case colorate, c’è una Copenhagen completamente diversa, moderna, contemporanea e giovane che vi stupirà.

Si chiama Refshalevej ed è un’ex area industriale, sede dei cantieri navali B&W, riqualificata negli ultimi anni e trasformata in zona ricreativa. La si raggiunge in un quarto d’ora di bicicletta – il mezzo più utilizzato in città – ed è la zona più hipster del momento. Sempre affacciata sui canali, è un concentrato di locali, ristoranti – vi si trovano alcuni tra i più famosi del mondo, come Noma, Amass e Alchemist – e residenze, alcune ricavate all’interno di container trasformati in piccoli appartamenti.

città più care mondo

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Le due facce di Copenhagen

Un quartiere animatissimo, tanto che d’estate si viene qui a prendere il sole sui moli, a pagaiare con il kajak, a prendere un drink all’aria aperta e c’è pure un mercato street food, il Reffen. Ma tutto l’anno ci sono eventi e festival.

Perché andare a Bratislava

La Capitale della Slovacchia è un piccolo gioiello che merita un viaggio. C’è chi la chiama “piccola Praga” tanto è deliziosa, ma in realtà ha moltissime attrazioni che la caratterizzano e che la rendono davvero unica. Attraversata dal Danubio, è una delle tappe delle crociere fluviali e dista poco più di un’ora di navigazione da Vienna e il doppio da Budapest.

È una città che si gira tranquillamente a piedi ed è perfetta da visitare in un weekend. Con un budget ridotto avrete modo di visitare una città ricca di storia. Passeggiando per il centro storico di Bratislava fatto di vie pedonali su cui s’affacciano belle case d’epoca che ospitano locali, wine bar – la Slovacchia produce un ottimo vino – ristoranti, boutique hotel e negozi, ci si imbatte in alcune sculture di bronzo davvero singolari: la più famosa è quella dell’operaio che si riposa e che spunta fuori da un marciapiede, ma c’è anche la statua di Napoleone, di Christian Andersen, della Ninfa, dell’uomo che saluta col cappello, dell’uomo che inciampa e molte altre ancora.

Se salite sul tetto del Vecchio municipio, che oggi ospita il Museo della città, il più antico della Slovacchia, capite perché del soprannome di questa città: dall’alto si scoprono i tetti rossi delle case che ricordano davvero quelli di Praga. Ma c’è un altro edificio che ricorda la Capitale Ceca: il castello, visibile da ogni punto della città.

Bratislava

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Bratislava, tra le migliori mete low cost d’Europa
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Sa Spendula, la cascata più incredibile della Sardegna

Villacidro, nel Medio Campidano, è stato un tempo paese di montagna, rinomato per l’aria salubre, mentre oggi si presenta come una moderna cittadina in cui sopravvivono immutate le tradizioni agropastorali. La sua vera ricchezza è costituita dalle bellezze naturali che lo circondano, una su tutte Sa Spendula, la cascata più suggestiva della Sardegna, il cui fascino conquistò anche Gabriele D’Annunzio.

Sa Spendula, la cascata per eccellenza della Sardegna

È conosciuta in tutta la Sardegna e il suo nome, Sa Spendula, sta proprio per ‘La Cascata’. Del resto, non serve un’altra denominazione per definire quella che in tutto il territorio è considerata la cascata per eccellenza. Monumento naturale che più caratterizza Villacidro e meta imperdibile per chiunque giunga nella cittadina situata a 45 chilometri da Cagliari, è un maestoso salto del torrente Coxinas che ha le sue sorgenti nell’altopiano omonimo, a circa 700 metri sul livello del mare.

Il rio scende verso il Campidano lungo una gola stretta e profonda che si è formata tra il monte Omo e il Monte Margiani, poi a un certo punto compie tre balzi consecutivi, per un’altezza complessiva di 60 metri di dislivello. L’ultimo salto, di circa 30 metri, è proprio Sa Spendula, una lama d’acqua lucente che si infrange su rocce granitiche rosa e grigie, per poi precipitare dentro una gola dominata da una guglia detta Campanas de Sisinni Conti.

Immersa in uno scenario favoloso e circondata da montagne selvagge, questa cascata ha ricevuto nel tempo l’omaggio di viaggiatori e turisti d’eccezione, tra cui Gabriele D’Annunzio. Nel 1882, in occasione di una sua visita a Villacidro in compagnia di Cesare Pascarella ed Edoardo Scarfoglio, D’Annunzio dedicò a Sa Spendula il sonetto  ‘La Spendula’, pubblicato sul giornale letterario ‘Capitan Fracassa’, che diede ancora più prestigio a questa meraviglia naturale.

Come raggiungere la celebre cascata

Per raggiungere Sa Spendula si percorre un breve sentiero che costeggia il torrente e conduce proprio sotto al magnifico salto. Nei periodi di pioggia intensa, l’impetuosità dell’acqua non permette ai visitatori di avvicinarsi troppo, ma offre comunque lo spettacolo di una suggestiva nuvola spumeggiante. Qui vi troverete anche la fitta pineta Campus de Monti, con un’area attrezzata, raggiungibile attraverso un grazioso ponte in legno. Il luogo ideale per scampagnate con tutta la famiglia.

Le altre attrazioni nei dintorni di Villacidro

Tra i sentieri dell’area di grande valore naturalistico, detta Monte Linas-Oridda-Marganai, dove fare escursioni a piedi, in bici e a cavallo, lo spettacolo prosegue con le cascate del rio Linas: Piscina Irgas​, con un salto di 4​5 metri, e Muru Mannu, nel territorio di Gonnosfanadiga, che con il suo salto di 72 metri rappresenta la più alta della Sardegna. Tra le  attrazioni da non perdere ci sono anche la valle di Villascema, con i rinomati ciliegeti, e il Parco di San Sisinnio, con la più importante aggregazione di grandi oleastri della regione.

Villacidro è rinomata anche per i prodotti tipici, come l’eccellente olio d’oliva, i vini da cui deriva una pregiata acquavite, e le ciliegie, cui è dedicata a giugno una celebre sagra. Definita da molti viaggiatori del passato come ‘la piccola Svizzera sarda’, la cittadina nel sud-ovest dell’isola è da sempre uno dei centri più importanti della zona, rimasto saldamente ancorato ai valori del passato, celebrati dallo scrittore Giuseppe Dessì, cui ha dato i natali, al quale è dedicato il Parco Culturale Giuseppe Dessì all’interno del monte Linas.

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Le location della serie Tv “La vita bugiarda degli adulti”

La serie Tv “La vita bugiarda degli adulti” tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante e trasmessa su Netflix vede protagonisti Valeria Golino nel ruolo di Vittoria, Giordana Marengo in quello di Giovanna e Alessandro Preziosi in quello di Andrea, padre di Giovanna. Racconta il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Giovanna ed è ambientata in una Napoli degli Anni Novanta.

Così come la saga dell’”Amica geniale” che ha reso celebre l’autrice, anche in questo caso è il Capoluogo partenopeo a far da sfondo alle vicende, una città che la Ferrante conosce molto bene perché vi è nata (ed è una delle poche cose che si conoscono di lei, la cui identità è avvolta dal mistero). Anzi: nel romanzo e nella fiction si parla di ben due Napoli, quella “bene” e quella no.

Di Napoli sono ancora oggi riconoscibili alcuni luoghi in cui è ambientata la serie e non tutti così famosi e turistici. Infatti, si passa continuamente dai quartieri del centro a quelli della periferia perché la storia è incentrata proprio su questo dualismo.

Uno di questi è l’Officina 99, un centro sociale occupato autogestito nato proprio negli Anni ’90 e che ha sede ancora oggi in uno stabile abbandonato nel quartiere Poggioreale, in zona Gianturco. E, come nella maggior parte dei centri sociali, qui vengono organizzati incontri, proiezioni cinematografiche, concerti e altre attività più o meno lecite.

La “Napoli di sopra”

Giovanna e la sua famiglia abitano al Vomero, uno dei quartieri alti di Napoli dove vive la borghesia cittadina sin dalla fine del 1800 quando nacque il rione. Le splendide ville e le palazzine in stile tardo Liberty che vennero costruite attorno alla Villa Floridiana, la più famosa del quartiere, e verso l’area di Castel Sant’Elmo, il castello medievale in cima al colle, e di San Martino costituirono, fino alla metà del Novecento, il tratto più distintivo di questo quartiere.

Da questa “Napoli di sopra“, nella serie “La vita bugiarda degli adulti” si scorgono facilmente il Golfo di Napoli con la sagoma del Vesuvio in lontananza, la celebre piazza del Plebiscito, il belvedere di Posillipo, gli scogli di tufo di Marechiaro e le 13 rampe (o 13 discese) di S. Antonio, nate dal ripristino di un’antica strada di epoca greco-romana che collegava le zone basse di Chiaia e Mergellina con Posillipo.

Della Napoli “su” fa parte anche la collina di Pizzofalcone detta anche “Monte di Dio”, considerata la terrazza più antica di Napoli e la città vecchia ovvero il primo insediamento urbano del territorio. Una curiosità: il nome Pizzofalcone risale alla metà del ‘200, quando Carlo I d’Angiò scelse di praticare la caccia al falcone facendo costruire sulla collina una falconeria.

La “Napoli di sotto”

Vittoria, la zia reietta, invece, vive nel quartiere Pascone (o Poggioreale), una zona popolare dove è cresciuto anche papà Andrea, prima di riuscire a emanciparsi grazie agli studi e a diventare insegnante e collaboratore dell’Unità, tanto da tagliare completamente i ponti con la famiglia.

È la cosiddetta “Napoli di sotto”, quella periferica, con i palazzi di Gianturco e di Poggioreale dai cui terrazzi si scorge il Centro Direzionale o Cdn, un insieme di moderni grattacieli che, sorti a ridosso della stazione di Napoli Centrale, costituiscono una vera e propria cittadella. Progettato dall’architetto giapponese Kenzō Tange, questo enorme complesso fu stato completato nel 1995 e allora era il primo agglomerato di grattacieli a essere realizzato in tutto il Sud Europa.

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Fonte: @Netflix

Il quartiere popolare Pascone del romanzo della Ferrante
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I viaggi che ti metteranno in pace con il mondo

Ogni tanto, ognuno di noi ha bisogno di staccare da tutto e da tutti. Mettere insieme le idee, rilassarsi, trovare la pace, non pensare a niente, non fare niente: rimettersi in pace con il mondo, insomma.

Ci sono luoghi o esperienze che sono in grado di dare effetti benefici alla nostra mentre oltre che al nostro corpo. Sicuramente la tranquillità mentale non la si trova rinchiudendosi tra le mura domestiche. Bisogna uscire di casa, stare all’aria aperta, a contatto con la natura per ricevere gli stimoli giusti. E per questo è necessario usare tutti i sensi: gli occhi per guardare lontano e per fare il pieno di bellezza, le orecchie per ascoltare anche il più piccolo rumore, il tatto e l’olfatto per immergersi nell’ambiente e, perché no, anche il gusto.

Ci sono posti meravigliosi, creati da Madre natura e per questo un vero e proprio miracolo. Dinnanzi a certi luoghi è impossibile non restare impressionati e non farsi soprassedere dall’emozione.

Abbiamo individuato alcuni luoghi che riteniamo rappresentativi delle emozioni che possono dare. Sono solo degli esempi che ciascuno può interpretare a modo proprio, cercando il luogo che, a suo parere, lo possa mettere in pace con il mondo.

L’immensità del deserto

Tra i posti che più sono in grado di trasmettere emozioni c’è il deserto. Alcune persone hanno eletto i deserti a catalizzatori e non possono fare a meno di essere attirati da queste vastità infinite, veri miracoli della natura, in continuo movimento e mai uguali a se stessi. Le dune del deserto, così leggere e così mutevoli, sono pura magia. Se sembrano luoghi desolati, ricordate che al contrario non lo sono affatto e che sotto la sabbia si nasconde la vita: piccole creature, animali selvaggi, piante e radici e persino acqua. Tra i più rappresentativi c’è il deserto di Neom in Arabia Saudita.

Il silenzio del deserto è una medicina per la mente. Il suono delle dune che quasi “cantano” accarezzate dal vento è irriproducibile con i nostri strumenti musicali. E poi, la notte: non esiste altro luogo al mondo dove trovare una così completa assenza di inquinamento luminoso. Nel deserto si possono ammirare le più belle stellate della vostra vita.

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Fonte: 123rf

Il deserto di Neom in Arabia Saudita

L’aurora boreale

Luoghi ma anche esperienze, come in questo caso. L’aurora boreale è uno degli spettacoli più incredibili che la natura sia in grado di mettere in scena. A volte non è facile scorgerla, altre invece appare improvvisamente nel cielo buio tingendolo come enormi pennellate. Verde, la più comune, ma anche gialla o rossa, arancione o lilla.

I nordici la chiamano “danza degli dèi” e in effetti non c’è nulla di più simile a una danza come i fasci luminosi dell’aurora boreale che rischiara il cielo. Ammirare questo spettacolo è una delle esperienze più incredibili che si possano fare nella vita. Ora esistono anche delle app che indicano la percentuale di probabilità che l’aurora si presenti.

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Fonte: 123rf

L’aurora boreale nel Nord Europa

La vastità del mare

È provato scientificamente che il mare fa bene al cervello e ammirare la sua vastità ci fa sentire meglio. Il mare agisce su diversi neurotrasmettitori del cervello umano. Se almeno una volta avete vissuto l’esperienza di andare ad ammirare l’orizzonte su una spiaggia o una scogliera è impossibile negare la sensazione di pace interiore che si è provata di fronte a uno scenario tanto perfetto. L’odore di salsedine, il senso di immensità e il rumore delle onde creano un’armonia perfetta che fa bene al nostro cervello.

Innanzitutto, il colore blu del mare emette onde elettromagnetiche che regolano il nostro stato emozionale. Inoltre, l’acqua è il nostro stato naturale. Gli esseri umani vivono per nove mesi in acqua nel ventre della madre e lo stesso corpo umano è composto da H2O al 65%. Il cervello è in grado di percepirlo, quindi reagisce e si rilassa.

Un altro effetto terapeutico lo fornisce il rumore delle onde. Esso influisce regolando la dopamina e la serotonina, entrambe neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale che controllano gli impulsi nervosi. Se si è stressati dalla frenesia quotidiana, dunque, non c’è miglior cura se non fermarsi ad ammirare le onde del mare.

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Fonte: 123rf

La celebre Bass Rock in Scozia

 La calma di un lago

Placidi specchi d’acqua in grado di rilassare e portare la mente lontano lontano.. I laghi, dicono gli esperti, fanno molto bene alla salute e alla mente e sono in grado di cancellare lo stress. Uno dei numerosi benefici è il clima lacustre che ha sulla nostra salute, tra cui un effetto sedativo sul sistema nervoso. Ma non solo.

La massa d’acqua assorbe i raggi del sole e rilascia lentamente il calore assorbito, riducendo quindi l’escursione termica e i problemi di termoregolazione. Inoltre, come per il mare, la vicinanza all’acqua fa bene alla mente. La scienza, infatti, sostiene che stare a contatto con l’acqua ci rende più felici e più sani. Questo perché l’acqua stimola il cervello a rilasciare sostanze chimiche collegate alla felicità, come ossitocina, dopamina e serotonina. Da alcuni studi condotti è emerso anche che il rendimento e la concentrazione delle persone che si trovano nei pressi di panorami lacustri è maggiore.

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Fonte: 123rf

Il Lago Bovilla in Albania

I paesaggi montani

Oltre a poter respirare aria buona a pieni polmoni, la montagna è perfetta per staccare dal caos e dal rumore. Lo dicono i medici da sempre: la montagna è salute. Basta salire a poche centinaia di metri di altitudine per sentirsi già meglio, lontani dall’inquinamento e in mezzo a paesaggi naturali. E più si sale meglio è.

È scientificamente dimostrato, infatti, che quando diminuisce l’ossigeno disponibile, il nostro organismo compensa aumentando la percentuale di globuli rossi nel sangue, con un effetto energetico. Camminare è uno dei modi più facili, più economici e più efficaci per esercitare il proprio fisico. Camminare a ritmo sostenuto in montagna, poi, è fonte di salute perché migliora le prestazioni del cuore, dei polmoni e la circolazione, abbassando la pressione sanguigna.

E poi, la montagna è salute psichica. Aiuta a concentrarsi, ci rende più creativi e aiuta a curare la depressione, migliorando l’autostima, l’agilità mentale e la consapevolezza di sé. Più si sale più aumenta la luminosità e il sole di montagna lentamente curerà la nostra depressione invernale e ci alimenterà di vitamina D. In Italia abbiamo la fortuna di avere le più belle montagne del mondo; quindi, non serve andare lontani per trovare il benessere fisico e mentale.

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Fonte: 123rf

Le Tre Cime di Lavaredo, le montagne più iconiche d’Italia