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Viaggio a Dublino per il centenario dell’”Ulisse” di James Joyce

Era il 1922 quando James Joyce pubblicò uno dei romanzi più importanti della letteratura del XX secolo, “Ulisse”. Il 2/2/2022 ricorre dunque il centenario di quest’opera, ma nel 2022 si celebra anche il 140° anniversario della nascita di Joyce, lo scrittore, poeta e drammaturgo irlandese nato a Dublino nel 1882.

In occasione di questi due importanti anniversari, vogliamo condurvi in un viaggio insolito nell’Irlanda tanto amata dagli italiani. Se state pensando di organizzare un viaggio sull’isola di Smeraldo tenete presente un’altra data significativa: quella del 16 giugno, giorno in cui si celebra il Bloomsday, in omaggio al personaggio dell’”Ulisse”, Leopold Bloom, e all’impostazione del romanzo che si svolge nell’arco di una giornata, esattamente il 16 giugno 1904. In questa giornata, tutta l’Irlanda (e non solo) è in festa. Si è infatti soliti vestirsi in stile edoardiano o facendo qualche piccolo rito “Joyciano”, legato al cibo o a un acquisto. Il Bloomsday è celebrato in tutto il mondo dove ci sono degli irlandesi e, si sa, sono un popolo di “expat”, basti pensare alla festa di San Patrizio, patrono d’Irlanda, che però viene ricordata in tutto il mondo.

Visitare Dublino quest’anno, e in particolare a giugno, sarà quindi ancora più bello e divertente, in quanto è previsto un fitto calendario di eventi che avranno luogo in tutta la città. E non è solo un itinerario per gli appassionati di letteratura, in quanto alcuni luoghi legati a Joyce sono dei “must see”.

La Dublino di Joyce

A Dublino, quale migliore itinerario se non ripercorrendo i luoghi dove è ambientato “Ulisse”, raccontati in modo accurato e ancora oggi, a distanza di cent’anni, ancora ben riconoscibili?

Nonostante i tanti cambiamenti nella Capitale irlandese, molti luoghi storici sono rimasti gli stessi che ritroviamo tra le pagine del libro o che sono legati allo scrittore. Chi ha amato il testo o chi non ha avuto l’occasione di leggerlo, ripercorrendoli, farà tre viaggi in uno: il primo nel tempo, il secondo nella bellissima città di Dublino (e nei dintorni) e il terzo attraverso il potere straordinario della letteratura.

Prima tappa: il MoLI

È il punto ideale da cui partire per un itinerario sulle tracce di James Joyce. Il MoLi (Museum of Literature Ireland), aperto proprio di recente, è il museo dedicato alla letteratura irlandese. Qui è conservata la copia numero uno dell’”Ulysses” e, vederla dal vivo, con la raffinatissima e austera copertina dai toni cerulei, è davvero un’emozione. Vale comunque la pena visitare questo spazio contemporaneo e interattivo che ha allungato la vita a un edificio storico in pieno centro tra i più rilevanti di Dublino, nonché sede originaria della University College of Dublin che ha visto Joyce tra i suoi studenti e nel cui giardino segreto, sul retro, è ancora presente il frassino presso il quale l’autore si fece fotografare in occasione della laurea insieme ad altri studenti.

Seconda tappa: la National Library

Un altro indirizzo da dove andare è la National Library, con la sua bellissima sala a cupola dedicata alla lettura, rimasta intatta come narrata nel romanzo e dove Stephen Dedalus, l’alter-ego letterario di James Joyce, disquisisce di letteratura. Menzionata anche in “Ritratto dell’artista da giovane” (“A Portrait of the Artist as a Young Man”), un’altra opera di Joyce, era un luogo di ritrovo, di studio e confronto tra l’autore e i suoi amici. La Library ospita moltissimi manoscritti e appunti di Joyce e di molti altri autori irlandesi (tra cui William Butler Yeats), consultabili anche in formato digitale.

Terza tappa: Molesworth Street & Dawson Street

Sempre nel pieno centro di Dublino, tra case in stile georgiano, porte colorate e caratteristici pub, si trova l’incrocio tra Molesworth Street e Dawson Street. È qui che il protagonista di “Ulisse”, Leopold Bloom, incontra un cieco e lo aiuta ad attraversare la strada, descrivendone gesti e atteggiamenti in maniera poetica. L’incontro tra i due è ricordato da una placca commemorativa su cui sono incisi alcuni passaggi del libro.

Già che ci siete, nei pressi di questo incrocio si trova la St. Ann’s Church, una chiesa molto famosa per le sue vetrate ma anche perché qui si sposò Bram Stoker, l’autore di “Dracula” che, proprio nel 2022, celebra il 125° anniversario e perché, sempre in questa parrocchia, fu battezzato un altro famoso “dubliner”, Oscar Wilde.

Quarta tappa: il Pub Davy Byrnes

In una via parallela alla via dello shopping, Grafton Street (percorsa da Bloom pensando a un regalo e in cui si trova il Bewley’s Oriental Cafè, ancora attivo, seppur ristrutturato), si trova un altro luogo significativo: il pub Davy Byrnes, in cui Leopold pranza con il famoso panino al gorgonzola, accompagnato da un bicchiere di Borgogna. L’arredamento e lo stile del locale oggi sono cambiati, ma l’eco degli avvenimenti del romanzo è ben presente, con una sala interna dedicata a Molly Bloom, moglie di Leopold, dove servono proprio il sandwich al gorgonzola con un bicchiere di vino francese.

Quinta tappa: la Sweny’s Pharmacy

Tra i luoghi cult legati alla trama di “Ulisse” c’è senza dubbio la (ex) farmacia Sweny’s, dove Leopold compra per Molly una saponetta al limone. Anche se non è più formalmente una farmacia, entrarci è emozionante come varcare uno stargate: gli scaffali originali sono al loro posto, così come i flaconi dell’epoca. Una collezione deliziosamente disordinata di memorabilia, che aumentano il senso di “autenticità” del luogo, fa bella mostra di sé, così come moltissimi volumi con quasi tutte le traduzioni in varie lingue del romanzo, elemento che svela la nuova funzione del luogo. Sweny’s è diventata, infatti, un vivace circolo letterario, gestito dall’istrionico PJ Murphy che spesso saluta chi entra con una canzone in gaelico accompagnata dalla chitarra. Oltre ai libri si può acquistare la famosa saponetta al profumo di limone. Gli acquisti che vengono fatti contribuiscono a mantenere in vita questa piccola perla.

Sesta tappa: il Trinity College

È uno dei luoghi imperdibili quando si visita Dublino, la famosa “Long Room” del Trinity College, stracolma di libri antichi fino al soffitto, tra cui spicca il “Book of Kells”, un manoscritto miniato del IX secolo, e di busti di personaggi celebri sono un tuffo al cuore. Volendo, si può partire da qui e invertire le tappe del tour consigliato. Leopold, il 16 giugno 1904, attraversa il College e dice che non avrebbe voluto viverci.

Settima tappa: il James Joyce’s Centre

Attraversando il fiume Liffey, magari percorrendo un altro luogo joyciano come l’O’Connell’s Bridge, si raggiunge il James Joyce Centre, ubicato nell’edificio di fine ‘700 dove era presente la scuola di danza di Denis j. Maginni, un dandy citato nel libro e noto insegnante di danza dell’epoca. Contiene anche la porta del numero civico (7 di Eccles Street) dell’edificio dove inizia e finisce il romanzo, purtroppo abbattuto per una ristrutturazione degli Anni ’60.

Ottava tappa: il Winding Stair Bookshop & Cafè

Non lontano dal Centre, lungo la Bachelor’s Walk, percorsa anche da Bloom nel romanzo, c’è un piccolo luogo da non perdere. Si tratta del Winding Stair Bookshop & Cafè, sorto dove si trovava la casa d’aste Dillon, presente nel libro.

Altre tappe

I luoghi di Dublino legati all”Ulysses” di Joyce sono moltissimi. Vale la pena ricordare anche The National Museum (Bloom vi si nasconde per evitare l’incontro con l’amante della moglie), The National Art Gallery, l’imponente edificio della Bank of Ireland, e il centralissimo parco urbano St. Stephens’ Garden, vero luogo di culto per i dublinesi, a un passo dal MoLi, tra l’altro, tornando così al punto di partenza.

I luoghi di Joyce fuori Dublino

La baia di Dublino è bellissima e in pochi minuti di treno si raggiungono piccoli borghi marinari che sono un incanto. Legata a James Joyce è la cittadina di Sandycove, a meno di 10 chilometri da Dublino, dove sono ambientate le scene iniziali del libro e in cui è presente la Martello Tower: nel romanzo è dove vive Dedalus e Joyce vi trascorse davvero qualche notte nel 1904. La torre è anche un museo oltre che luogo di pellegrinaggio durante il Bloomsday.

Un altro borgo molto bello per una passeggiata e un pranzo in riva all’oceano è Dalkey, la cittadina dove insegna Dedalus e oggi scelta come rifugio a un passo dalla Capitale da molte celebrity, tra cui Bono degli U2, irlandese doc.

Dublino-James-Joyce-North-Earl-Street

la statua di James Joyce a North Earl Street, Dublino

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Meravigliosa è la notte a Parigi

Straordinaria di giorno, incantata con le luci infuocate del tramonto, surreale in autunno, sorprendente in primavera, Parigi è semplicemente meravigliosa, in ogni momento della giornata e in qualsiasi stagione. Perché lei è romantica e illuminata, intellettuale e misteriosa, bellissima come solo lei sa essere.

E lo è ancora di più la notte, quando i raggi del sole lasciano spazio al buio e la città si accende delle sue luci, quelle della ville lumière. Tutto splende, come una magia, come quel film di Woody Allen che ci ricorda, che quando l’orologio segna la mezzanotte, qui tutto è possibile.

La città delle luci

Ha ispirato artisti, scrittori e illuminati, filosofi e letterari, poeti e pittori. Eppure anche attingendo a tutta l’eredità che ci hanno lasciato gli altri, non riusciremmo a descrivere l’immensità di una città artistica e sofisticata, ricca di storia, di tesori architettonici, di fascino e di mistero. Anche un caffè o una semplice passeggiata a Parigi sanno trasformarsi in un’esperienza. E poi ci sono le cattedrali e i musei, le vie dello shopping e quelle dell’alta moda.

Notre Dame de Paris

Notre Dame de Paris

La ville lumière è sorprendente. Lei che è chiamata così perché è stata la patria dell’illuminismo, ma anche una delle prime città europee ad aver portato le luci tra le strade. Ed è proprio quando queste si accendono, di notte, che inizia la magia. Non è un caso che la capitale francese abbia ottenuto il primo posto nella classifica delle città più belle di notte. Basta fare un giro su Instagram per vedere che è suo il maggior numero di fotografie scattate sotto la luce della Luna.

Tra le strade illuminate della città

Ed è proprio in quel momento, quando il sole lascia spazio al crepuscolo, che è doveroso andare alla riscoperta della città. Lo spettacolo inizia proprio quando le strade e i quartieri di Parigi si illuminano gradualmente creando un’atmosfera magica. Il luogo migliore dove osservare la grande bellezza è la cima della Tour Eiffel o dalla Tour Montparnasse.

Prima però, sembra doveroso fermarsi ad ammirare le luci del tramonto che infuocano i monumenti iconici della capitale francese, come l’Arc de Triomphe o la basilica del Sacré Coeur a Montmartre.

Pont Neuf

Pont Neuf

E poi via a passeggiare per i quartieri della Ville Lumière, iniziando dagli Champs-Élysées, lungo la strada che non dorme mai e poi arrivando fino al Louvre per ammirare la piramide dorata che illumina il piazzale del museo. Dalla rive gauche è possibile osservare la bellezza di Notre Dame, silenziosa e magica, e poi via lungo la Senna per ammirare gli edifici, le attrazioni e i negozi che brillando si fondono e si confondono. Un itinerario, questo notturno, che passa inevitabilmente anche per i magici ponti della città, da quello più romantico, il Pont des Arts, a quello più antico, Pont Neuf.

E poi, come ultima tappa per il gran finale, ci si reca lì, dove domina incontrastata sulla place du Trocadérola e sul resto della città la Tour Eiffel. Fermatevi un momento e tenete d’occhio l’orologio perché il momento migliore per osservare l’affascinante torre illuminata corrisponde all’una di notte. È in questo momento che 20000 luci scintillanti si accendono per l’ultima volta per dare la buona notte a Parigi.

Parigi di notte

Parigi di notte

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Nuove navi, nuove crociere e nuove (inedite) rotte

Quest’anno ci saranno tante novità per chi è amante delle crociere. MSC ha appena annunciato il calendario della prossima estate. Nuovi porti, nuove navi, nuove rotte, nuove misure anti Covid. Tanti motivi convincenti anche per chi non ha mai provato a partire per una crociera. Ecco tutte le novità.

Nuove navi da crociera

Salperanno quest’anno due nuovi classi di navi da crociera: la Seascape della classe Seaside Evo e la World Europa della World Class, la prima di una serie di navi “green” che vanno a Gas naturale liquefatto (GNL). In attesa di una supernave che arriverà nel 2023, la MSC Euribia, che sarà la più grande nave mai costruita da un cantiere italiano.

La nuova MSC Seascape

La Seascape sarà la gemella della Seashore battezzata lo scorso novembre. Innovativa e high tech, questa nave avrà spazi esterni pensati per il relax, il buon cibo e l’intrattenimento, grazie a 13.000 metri quadrati di ponti scoperti, una passerella fronte mare fiancheggiata da aree dove mangiare, bere, nuotare e prendere il sole, una piscina di poppa, Infinity Aft, ascensori panoramici e il mozzafiato skywalk di vetro, Bridge of Sighs.
Su questa nave ci sarà per la prima volta in mare MSC RoboCoaster, un’emozionante esperienza per tutti gli amanti dell’adrenalina a bordo.

I nomi delle aree a bordo della nave saranno ispirati a New York City, con un’imponente replica alta tre metri della Statua della Libertà nel cuore del casinò e un’ampia area commerciale e di intrattenimento chiamata Times Square. La caratteristica principale di questa nuova area è una parete Led alta 8,5 metri che si estende su quattro ponti, con una proiezione dell’iconico skyline di Manhattan che può cambiare dal giorno alla notte. Con 703 metri quadrati di spazi dedicati ai bambini, la nave avrà l’area bimbi più grande della flotta e con i suoi 339 metri, la Seascape sarà la nave più lunga di MSC.

La nuova MSC World Europa

La MSC World Europa sarà una gigantesca nave dal design futuristico e una prua a 90° a forma di freccia che potrà ospitare 6.314 passeggeri in 2.631 cabine di tantissime tipologie. La forma a “Y” a poppa si aprirà sull’Europa Promenade, lunga 104 metri, che offrirà una vista mozzafiato sul mare e sarà divisa in una parte aperta e un’altra coperta da un imponente schermo a LED, che trasmetterà giochi di luci durante l’intero arco della giornata. Da dicembre, poi, la nave si trasferirà negli Emirati. Una delle caratteristiche della promenade sarà The Spiral, un elemento architettonico centrale sotto forma di uno scivolo a secco che si estenderà per 11 ponti. Le dimensioni della nave consentiranno di avere aree completamente distinte, ognuna con il proprio stile e le proprie esperienze. Si potrà passare da una tranquilla area zen per soli adulti alla vivace Promenade con intrattenimento, negozi e bar, fino a un’area separata per le famiglie che ospiterà ben dieci nuove strutture per bambini. A bordo anche l’immancabile Aurea Spa e lo Yacht Club, una nave nella nave.

La Seascape e la World Europa andranno così ad aggiungersi alle altre navi MSC. Saranno 15 le navi della compagnia in servizio la prossima estate con 110 itinerari tra cui scegliere.

Nuovi porti e nuovi itinerari

Solo in Italia ci saranno ben 15 porti, tra cui anche alcuni nuovi. Come il proto di Olbia, in Sardegna, dove faranno tappa le navi che navigheranno nel Mediterraneo occidentale dirette in Spagna. Poiché sono previste anche delle nuove rotte – alcune dopo l’estate – tra i nuovi porti ci saranno anche Southampton, in Gran Bretagna, Tunisi e Haifa, in Israele. Il presidio della compagnia sarà quindi elevatissimo.

Sono quattro, infatti, le aree geografiche dove si potrà andare in crociera. Oltre al Mediterraneo Orientale e Occidentale, anche il Nord Europa, i Caraibi e gli Emirati Arabi Uniti, per un totale di 450 diverse crociere.

La maggior parte delle navi solcherà il Mediterraneo (11). Ce ne saranno cinque posizionate nel Nord Europa, due nel Mar dei Caraibi – con tappa obbligata nella meravigliosa isola privata di MSC, Ocean Cay, alle Bahamas – e una, la MSC Bellissima, una delle prime navi smart mai costruite, che da aprile a giugno sarà fissa negli Emirati.

Novità per le escursioni

Tornare alla normalità è la vera notizia che tutti quanti aspettavamo. Da quest’anno, si potranno fare escursioni in autonomia, sempre se le normative del Paese che si visita lo permetteranno, naturalmente. Tra i punti di forza del protocollo anti Covid studiato da MSC, infatti, finora c’era l’obbligo di prendere parte solo ed esclusivamente a escursioni organizzate dalla compagnia perché protette. Una sorta di “bolla” per evitare di venire a contatto con esterni non vaccinati o non tamponati. Poiché per salire a bordo di una nave da crociera MSC, invece, è necessario sottoporsi a tamponi oltre che aver fatto il ciclo vaccinale, la crociera si è dimostrata essere il tipo di vacanza più sicuro in assoluto. A bordo delle navi MSC, tutti gli ospiti dai 12 anni in su devono essere vaccinati e tutti, a partire dai 2 anni di età, sono tenuti a presentare un test con esito negativo prima dell’imbarco

Crociere sempre più sicure

Oltre al protocollo già sperimentato, e che ha funzionato talmente bene da essere stato preso a esempio per altri tipi di viaggi, MSC ha deciso di implementare ulteriormente le misure a favore dei passeggeri con un’assicurazione supplettiva solo per il Covid.

Inoltre, le prenotazioni delle crociere saranno sempre più flessibili. Non solo il passeggero può riprogrammare il proprio viaggio, ma può anche cambiare i nominativi della prenotazione. Si possono effettuare modifiche fino a 15 giorni prima della partenza senza alcuna penale (21 giorni nel caso di prenotazioni Fly&Crcuise).

MSC-Bellissima

La MSC Bellissima

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Sui luoghi della Royal Family, un viaggio virtuale

Londra è una città ricca di fascino e cultura, un luogo dove storia e magia si intrecciano sino a dar vita ad un’atmosfera che non si può trovare in nessun’altra parte del mondo. Ma è anche il posto in cui affonda le radici la Royal Family: e chi non ha sognato almeno una volta di essere nei panni della Regina Elisabetta II, o del Principe William e di Kate Middleton? L’occasione perfetta arriva nientemeno che dal web. Ecco un viaggio virtuale alla scoperta dei luoghi più famosi (e quelli meno conosciuti) della Famiglia Reale.

Buckingham Palace e l’Abbazia di Westminster

In un tour che vuole mettere in risalto le bellezze di Londra legate alla Royal Family, non si può certo fare a meno di partire da Buckingham Palace. È nel cuore di Westminster che brilla un maestoso palazzo in stile neoclassico, circondato da ampi giardini floreali: si tratta della residenza ufficiale della Regina Elisabetta II, nonché la sede della gran parte degli eventi ufficiali che ha luogo nella capitale britannica. I suoi immensi saloni sprigionano un’atmosfera densa di storia, e poterli ammirare è uno spettacolo di cui non tutti sono fortunati spettatori.

Ma sul sito ufficiale del Palazzo è possibile concedersi un tour virtuale in alcune delle sue stanze più celebri, quelle che hanno accolto (e continuano tuttora ad accogliere) grandi personalità provenienti da ogni angolo del mondo. Questo viaggio tra gli angoli più belli di Buckingham Palace conduce dapprima presso lo scalone d’onore, per poi affacciarsi tra le mura riccamente decorate della Sala del Trono e della Sala Bianca. Grazie ad una vista a 360°, si possono ammirare persino i più piccoli dettagli dei preziosi arredi che campeggiano in queste stanze.

È a poca distanza da qui che sorge l’Abbazia di Westminster, il più importante luogo di culto anglicano a Londra. Si tratta di un edificio iconico, una vera e propria attrazione che attira ogni anno milioni di turisti per l’incredibile bellezza della sua facciata gotica, inserito anche tra i Patrimoni UNESCO. Qui sono avvenute le incoronazioni più importanti a partire nientemeno che dal 1066. Sul sito ufficiale, ci sono tantissime sorprese tutte da scoprire (anche se solo in maniera virtuale): dalla tomba di Edoardo il Confessore al trono dell’incoronazione, passando per l’Angolo dei Poeti dove sono omaggiati alcuni dei più grandi poeti inglesi.

Gli altri luoghi della Royal Family

Ma le bellezze della Londra vista con gli occhi della Famiglia Reale non si esauriscono certo qui. Ci sono ancora i Kensington Gardens, un tempo giardini privati di Kensington Palace e oggi uno dei parchi reali che si trova proprio a Westminster. Sorgono accanto ad Hyde Park, e racchiudono tutta la semplicità e l’incanto della natura: aiuole ornamentali e graziose fontane fanno bella mostra nel verde rigoglioso. E per i più curiosi non resta che ammirare la Serpentine Gallery. Il sito ufficiale offre un tour virtuale tra tutte queste meraviglie, per godersi un po’ della tranquillità che solo uno splendido parco può regalare.

Un’ultima tappa di questo viaggio alla scoperta della Londra reale non può che condurvi presso la Horse Guards Parade: è proprio qui che ogni anno si celebra il Trooping the Colour, il compleanno ufficiale della Regina. Tra i vari edifici che vi si affacciano, spicca il Museo della Cavalleria. Al suo interno sono custoditi preziosi reperti che raccontano la storia delle guardie del corpo a cavallo di Sua Maestà, e che si possono ammirare anche grazie al tour virtuale disponibile sul suo sito ufficiale.

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La città che porta il nome di un patrono che però non esiste

Qualsiasi sia il contesto, la circostanza, il periodo o la stagione, quando si parla di Sanremo si parla anche del Festival perché il collegamento, neanche a dirlo, è immediato ed eterno. Crocevia di incontri, culture, storie e musica, la deliziosa cittadina costiera in provincia di Imperia non è solo il palco dell’Ariston, anche se questo è diventato il simbolo della città, nonché l’icona del Festival della canzone Italiana.

Eppure Sanremo è molto di più. È una cittadina costiera esclusiva e deliziosa, un luogo di vacanza che accoglie i viaggiatori da secoli, già nell’800 quando veniva scelta dalle famiglie reali e poi dai membri dell’aristocrazia di tutta Europa. È la città degli splendidi spazi verdi, come il parco di Villa Ormond col suo giardino giapponese, della Cattedrale di San Siro con le sue dodici campani e dello storico Casinò di Sanremo.

E dietro al rinomato Festival, e dietro a tutte le bellezze che preserva la città, c’è una storia molto curiosa che svela le origini del nome del gioiello della Riviera dei Fiori. Detto questo, siete sicuri di conoscere tutto, ma proprio tutto, su Sanremo?

La storia del Santo che non esiste e che ha dato il nome alla città

Sanremo si scrive esattamente così, tutto attaccato. Eppure analizzando il nome viene da chiedersi se le sue origini fanno riferimento a un Santo esistito. La risposta è sì, almeno in parte, perché un Santo di nome Remo non esiste.

Ma esiste San Romolo, però, che è stato il vescovo di Genova, successore a San Siro, nel V secolo. Secondo gli storici e i documenti a nostra disposizione, la vita del Santo è collegata alla città di Villa Matutiae che corrisponde all’attuale Sanremo. Dalle fonti ufficiali sembra proprio che Romolo di Genova morì nella città in occasione di una visita pastorale.

Altre leggende legate al culto del Santo, invece, parlano di un collegamento ancora più diretto con la città costiera. Si dice, infatti, che per sfuggire alle invasioni longobarde egli si rifugiò in una grotta nell’entroterra sanremese ai piedi del Monte Bignone.

Dopo la sua morte a Villa Matutiae, la venerazione del vescovo fu tale che diede vita a numerose storie e leggende che si sono, inevitabilmente, mescolate alla realtà. A lui furono attribuiti numerosi prodigi in città e la grotta divenne un luogo di pellegrinaggio.

Perché San Remo è Sanremo

Nel X secolo la cittadina scelse di cambiare il suo nome in onore del Santo: Villa Matutiae divenne Civitas Sancti Romuli. Col tempo, però, l’abbreviazione dialettale di San Roemu prese il sopravvento e si trasformò in San Remo. Nel XX secolo fu stabilito che il nome ufficiale della città della Riviera dei Fiori fosse San Remo.

Ma non tutti furono d’accordo, del resto questa non era la città di Remo, ma di Romolo. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, però, la diatriba sul nome venne accantonata e questo ci porta al 17 giugno del 1992 quando, sulla Gazzetta Ufficiale, il nome di Sanremo apparve tutto attaccato. E così è rimasto.

E San Romolo? A lui è stata dedicata una frazione della città nell’entroterra, proprio dove c’era la grotta nella quale il Santo si rifugiò che ora è stata trasformata in una piccola chiesa.

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“L’amica geniale 3”, le location della fiction Tv

La terza stagione della serie Tv RAI “L’amica geniale”, tratta dal romanzo “Storia di chi fugge e di chi resta” di Elena Ferrante, prosegue da dove si era interrotta in “Storia del nuovo cognome”. La fiction, così come il romanzo, segue la storie delle due protagoniste, Lila, interpretata dall’attrice Gaia Girace, e Lenù, Margherita Mazzucco.

La loro grande amicizia sarà capace di resistere anche ai loro diversi stili di vita, alle differenze sociali e a quelle economiche che si sono create negli anni.

Tutta “L’amica geniale 3” è ambientata negli Anni Settanta, con Lila che, dopo aver lasciato il marito e gli agi che le garantiva, lavorerà duramente in fabbrica per mantenere il figlioletto ed Elena, che vive a Firenze, alle prese con un romanzo di successo e le inaspettate vicende famigliari.

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Lenù su un autobus a Napoli. Una scena di “L’amica geniale 3”

La Napoli di Lila

Lila, soprannome di Raffaella Cerullo, non si è mai mossa da Napoli, se non per trascorrere le vacanze estive a Ischia. Nella sua città, ci sono il marito, Stefano Carracci, – da cui si separerà per andare a vivere con l’amico Enzo Scanno – ma soprattutto il figlioletto, Gennaro. Il suo stile di vita è molto duro: lavora come operaia in una fabbrica dove insaccano i salumi e lo fa per garantire un futuro di agi al figlio. Lila però è troppo intelligente per questo lavoro e, insieme al nuovo compagno di vita (ma non di letto), va a lavorare alla IBM, agli albori dell’informatica.

Tra le location più famose del Capoluogo partenopeo c’è piazza Dante, nel bellissimo centro storico, simbolo della città e luogo di scambio e chiacchiericcio continuo, con i suoi fantastici monumenti e l’imponente statua dedicata al Sommo Poeta.

Altre scene sono state girate nella vicina piazza del Gesù, dove per esigenze di copione sono stati sistemati alcuni elementi tipici dell’epoca come, per esempio, la fermata dell’autobus 140 per Posillipo, che è stata lì per tantissimi anni.

Napoli è la protagonista assoluta della fiction così come dei romanzi della Ferrante. Anche nella prima e nella seconda serie, così come dei romanzi “L’amica geniale” e “Storia del nuovo cognome“. Le due bambine, infatti, nel primo capitolo della saga vivevano nel Rione Luzzatti, un quartiere popolare nella zona Gianturco, alla periferia Est della città (un luogo che in realtà è stato sapientemente ricostruito a Caserta, nell’ex fabbrica della Saint-Gobain).

La Firenze di Lenù

Lenù, Elena Greco, si è trasferita a Firenze, dove ha sposato il professor Pietro Airota, dal quale ha avuto due figlie, Adele (Dede) ed Elsa. Insoddisfatta – a sua insaputa – del matrimonio, dopo aver rivisto l’amore d’infanzia, Nino Sarratore, lascia tutto, marito, casa e persino le figlie per tornare a vivere a Napoli con lui.

Di Firenze, a fare da sfondo alla fiction, si riconosce la celebre piazza della Signoria, la più centrale del Capoluogo toscano, sede del potere civile e cuore della vita sociale della città. È la piazza su cui s’affaccia Palazzo Vecchio, il più rappresentativo del Rinascimento fiorentino trecentesco, e dove si trova la famosa Loggia della Signoria (o dei Lanzi, in quanto vi si accamparono il Lanzichenecchi nel 1527), ma anche dove troneggia il David (una copia) di Michelangelo (l’originale è conservata all’interno della Galleria dell’Accademia).

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Piazza della Signoria a Firenze, set della fiction Tv

Oltre a piazza della Signoria, tra le location di “L’amica geniale 3” ci sono anche piazza Santa Croce, un’altra delle principali piazze fiorentine, dominata dalla Basilica di Santa Croce, la grande piazza Santissima Annunziata che, tra le piazze fiorentine, è quella che meglio esprime gli ideali della città rinascimentale. Al centro, è riconoscibile la statua equestre di Ferdinando I de’ Medici. Ma tra i set della fiction ci sono anche alcuni palazzi storici privati, tra cui un edificio che si trova tra via de’ Servi e piazza Santissima Annunziata.

Galeotta fu Milano

Elena rivede Nino dopo tanti anni in occasione della presentazione del suo romanzo in una libreria milanese. Le scene di questo episodio sono state girate nella Galleria Vittorio Emanuele, in pieno centro.

Simbolo del Capoluogo lombardo, la galleria, che unisce piazza Duomo a piazza della Scala, è un luogo senza tempo, perfetto come set della serie ambientata nell’Italia degli Anni ’70. Oggi, come allora, la galleria ospita eleganti boutique e raffinati bar e ristoranti che, proprio negli ultimi anni, hanno riacquisto quel fascino d’antan. Da sempre la Galleria Vittorio Emanuele è considerata il “salotto buono” e il ritrovo della borghesia milanese.

Galleria e zona Duomo sono i set scelti per alcune delle scene della serie Tv. La Cattedrale più famosa del mondo fa da sfondo alla storia, così come La Rinascente, uno dei grandi magazzini più famosi d’Italia nato nei primi anni del Novecento e che, negli Anni ’70, erano al top e di assoluta tendenza.

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Motorini degli Anni ’70 davanti alla Rinascente a Milanoa

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Il Festival di Sanremo si trasferisce su una nave da crociera

In occasione della 72° edizione del Festival di Sanremo, per la prima volta l’evento si trasferisce – anche – a bordo di una nave da crociera. La Costa Toscana, la nuova nave “green” della compagnia di navigazione italiana, farà da palcoscenico galleggiante per i collegamenti in diretta di due star: Orietta Berti e Fabio Rovazzi.

Il Festival di Sanremo in crociera

Insieme alla coppia di conduttori “on board”, ci saranno molti artisti italiani che si esibiranno ogni sera sul palco di uno dei teatri della nave. Primo fra tutti, Ermal Meta. Oltre al palco del Teatro Ariston di Sanremo, quindi, anche la nave di Costa Crociere sarà una presenza fissa al festival.

“Ci auguriamo che la nostra iniziativa possa sostenere la ripresa del settore turistico, di cui l’Italia ha tanto bisogno”, ha commentato Mario Zanetti, direttore generale di Costa Crociere.

Orietta Berti e Fabio Rovazzi saranno anche gli interpreti di una web serie, trasmessa sui canali social di Costa, che racconterà la loro esperienza su Costa Toscana al Festival di Sanremo e permetterà di scoprire la nuova nave. I sei episodi della serie sono stati ideati dallo stesso Fabio Rovazzi insieme all’agenzia che si occupa dei social media di Costa. A bordo non è prevista la presenza di pubblico. La nave si fermerà dvanti al porto di Sanremo fino al 6 febbraio.

Com’è fatta la Costa Toscana

A partire dal 5 marzo, poi, salperà per la sua prima crociera in partenza da Savona. Costa Toscana è la nuova nave battente bandiera italiana di Costa. Costruita nel cantiere Meyer di Turku, in Finlandia, è stata progettata come una vera e propria “smart city” itinerante: la nave, infatti, è alimentata a gas naturale liquefatto, la tecnologia più avanzata nel settore marittimo per abbattere le emissioni. A bordo viene effettuato il 100% di raccolta differenziata e il riciclo di materiali come plastica, carta, vetro e alluminio. L’intero fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto trasformando quella del mare tramite l’utilizzo di dissalatori. Il consumo energetico è ridotto al minimo, grazie a un sistema di efficientamento energetico intelligente.

La nave è un tributo alla nostra Toscana ed è il frutto di un progetto creativo curato da Adam D. Tihany, che ha voluto esaltare e far rivivere agli ospiti (fino a 6.554 passeggeri) il meglio di questa meravigliosa regione italiana che dà il nome non soltanto alla nave, ma anche ai ponti e alle principali aree pubbliche.

Tutto Made in Italy: arredamento, illuminazione, tessuti e accessori, di serie e disegnati appositamente per Costa Toscana da 15 partner altamente rappresentativi dell’eccellenza italiana. L’offerta di bordo si integra perfettamente in questo contesto straordinario: dalla Solemio Spa, alle aree dedicate al divertimento, dai bar tematici ai 16 ristoranti e aree dedicate alla “food experience”, tra cui il ristorante dedicato alle famiglie con bambini e il Ristorante LAB, dove sperimentare le proprie abilità in cucina sotto la guida degli chef della nave.

Il cuore della nuova ammiraglia, lunga 337 metri (più di tre campi da calcio) e con una stazza lorda di 185.000 tonnellate (circa quattro volte il Titanic) è il Colosseo, uno spazio al centro della nave sviluppato su tre ponti dedicato agli spettacoli. Gli schermi luminosi, posizionati sia sulle pareti sia sulla cupola, offrono la possibilità di creare una storia diversa in ogni porto di scalo e in ogni momento della vacanza.

Da non perdere anche la grande scalinata affacciata a poppa, su tre ponti: il luogo ideale per i momenti di intrattenimento degli ospiti, con una balconata all’aperto sull’ultimo ponte il cui pavimento di cristallo fa vivere l’emozione di volare sul mare. Per rilassarsi e godersi il sole a bordo ci sono quattro piscine, di cui una coperta con acqua salata, con il beach club, che ricrea l’atmosfera di un vero e proprio stabilimento balneare. Confortevoli ed eleganti anche le oltre 2.600 cabine che rispecchiano lo stile e il gusto italiani. La categoria di cabine con “terrazza sul mare” offre una splendida dependance dove fare colazione, sorseggiare un aperitivo o godersi il panorama.

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La nuova nave da crociera Costa Toscana

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Scoperta sensazionale in Israele: così cambia la storia

La Galilea è una delle zone più interessanti di Israele. Dal punto di vista naturalistico, ma anche archeologico e nell’ambito della paleontologia. Oltre che per la tradizione spirituale, questa regione è davvero unica al mondo proprio per la straordinaria storia dell’uomo preistorico e per le evidenze qui lasciate.

È di recente una scoperta a dir poco sensazionale. Vicino al lago di Galilea, sono stati rinvenuti i resti di un insediamento che risale a 23mila anni fa. L’analisi dei resti animali ritrovati dimostra che qui gli antichi abitanti prosperavano in maniera straordinaria.

La scoperta straordinaria

Uno studio pubblicato a fine gennaio sulla rivista Plos One dal team dell’Istituto di archeologia dell’Università ebraica di Gerusalemme, infatti, ha messo in evidenza i ritrovamenti di resti di un campo di pescatori-cacciatori-raccoglitori precedentemente sommerso sulle rive del lago di Galilea. Attraverso un’attenta analisi della varietà e dell’uso dei resti di animali, il team ha concluso che questi sopravvissuti all’ultima era glaciale prosperavano, mentre la maggior parte dei loro contemporanei, in altre parti del mondo, erano quasi affamati, a causa della temperatura estremamente fredde.

La storia del sito israeliano

Il sito israeliano, noto come Ohalo II, fu occupato alla fine della massima espansione dell’ultima era glaciale, tra 23.500-22.500 anni fa. Ohalo II è noto per l’eccellente conservazione delle capanne a cespuglio e dei resti botanici. Lo studio, guidato dalla studentessa di dottorato dell’università Tikvah Steiner, sotto la supervisione della professoressa Rivka Rabinovich e dell’archeologo dell’Università di Haifa, il professor Dani Nadel che ha effettuato gli scavi del sito, ha esaminato la dieta e l’uso di parti di animali per determinare il benessere e lo stile di vita degli antichi abitanti di questa zona.

Durante la massima espansione dell’ultima era glaciale, le calotte glaciali coprivano gran parte del Nord America, del Nord Europa e dell’Asia, influenzando profondamente il clima terrestre causando siccità, desertificazione e un forte calo del livello del mare. Ironia della sorte, Ohalo II è stato scoperto nel 1989, in seguito a condizioni di siccità che hanno abbassato di diversi metri il livello dell’acqua del lago di Galilea.

Gli scavi archeologici

Gli scavi sono stati effettuati tra il 1989-1991 e di nuovo tra il 1998-2001. Il sito si estende per 2000 metri e si trova vicino alla punta meridionale della zona moderna del lago di Galilea, a circa 9 chilometri a Sud di Tiberiade. Il sito contiene i resti di sei capanne a cespuglio di forma ovale, focolari a cielo aperto, la tomba di un maschio adulto, oltre a varie installazioni e cumuli di rifiuti. Abbondanti materiali organici e inorganici forniscono una ricchezza di informazioni sullo stile di vita dei pescatori-cacciatori-raccoglitori che abitavano quest’area.

Una scoperta che cambia la storia

Da un’attenta analisi di 22.000 ossa di animali rinvenute nel sito, tra cui gazzelle, cervi, lepri e volpi, nonché dalla documentazione precedente sul numero di resti di piante carbonizzate, strumenti di selce e chicchi di cereali, il team ha concluso che Ohalo II presenta un quadro di sussistenza diverso rispetto alla maggior parte degli altri siti del periodo Mesolitico.

Le oscillazioni climatiche durante l’ultimo periodo della massima glaciazione hanno avuto effetti minimi sull’Alta Valle del Giordano, in particolare vicino a Ohalo II, consentendo a quelle persone di utilizzare un’ampia nicchia ecologica composta da varie piante commestibili, mammiferi, rettili, uccelli e pesci.

“Nonostante la loro capacità di cacciare animali anche di grandi dimensioni, questi abitanti cacciavano una vasta gamma di prede e avevano strumenti e tempo sufficienti per sfruttare appieno le carcasse di animali fino al midollo”, ha spiegato Steiner. Allo stesso modo si può notare come “le tartarughe siano state apparentemente selezionate secondo una specifica linea, il che potrebbe suggerire che i loro gusci da usare come ciotole, e non la loro carne, fossero l’obiettivo principale. La lepre e la volpe sono state probabilmente cacciate per le loro pelli”, ha concluso la ricercatrice.

Gli studi attuali si sono concentrato sui resti di rettili, uccelli e mammiferi trovati in una delle capanne durante le sue tre occupazioni consecutive. Nell’ambito dello studio, sono state effettuate l’identificazione e la quantificazione delle diverse specie animali: sono state misurate le dimensioni ossee e le superfici ossee sono state sottoposte ad esame spettroscopico per identificare segni di taglio e usura.

Inoltre, una studentessa post-dottorato all’Università ebraica ed esperta in erpetologia, la dott.ssa Rebecca Biton, ha scoperto che le tartarughe erano tutte di taglia uniforme, il che potrebbe indicare una selezione consapevole, da parte dei cacciatori, di una dimensione specifica di tartaruga per l’utilizzo del loro guscio.

Secondo il team dei ricercatori, Ohalo II è un meraviglioso esempio di una vera economia ad ampio spettro durante l’ultima era glaciale, proprio all’inizio del periodo epipaleolitico. Una scoperta sensazionale, insomma.

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Gli scavi archeologici a Ohalo II, in Israele

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Le bianche falesie che hanno ispirato gli artisti del mondo

Victor Hugo l’ha definita “La più bella architettura che ci sia” e in effetti la scogliera di Étretat è meravigliosa. Rappresentato proprio da lui nel suo Carnet de Voyage del 1835, quel luogo che sembra sospeso nel tempo e nello spazio ha ispirato, per secoli, artisti provenienti da ogni dove alla stregua di una musa.

Per ammirare la scogliera in tutta la sua bellezza dobbiamo recarci in Normandia, nella Senna Marittima, in quel comune francese che si affaccia sul Canale della Manica. Étretat, col tempo, è diventata un vero e proprio punto di riferimento di viaggiatori, scrittori, artisti e fotografi, nonché meta più popolare della Costa d’Alabastro. È qui che si trovano le scogliere meravigliose che dal mare si innalzano verso il cielo, le cui forme sono così suggestive da ispirare storie, misteri e leggende, capolavori d’arte.

Étretat, le spettacolari scogliere della Normandia

La Manneporte, la Courtine o l’Aiguille, le falesie della Costa d’Alabastro sono tutte meravigliose, alcune meno popolari, altre protagoniste assolute di quadri moderni e fotografie contemporanee, ma magiche in maniera unica. Insieme formano una delle più belle architetture naturale del mondo intero.

La loro forma singolare è un invito a lasciarsi suggestionare. Si possono contemplare da una barca in mare, o dalla spiaggia, lasciandosi catturare da quello spettacolo maestoso. Oppure si può sfidare la forza di gravità e salire in cima attraversando sentieri verticali che portano sulle falesie, e da lì ammirare il mare e le spiagge, uno spettacolo unico al mondo.

Una bellezza selvaggia e autentica preservata ieri e oggi, dalla quale neanche Maurice Leblanc era rimasto immune, proprio lui che qui che ha creato il suo Arsène Lupin, il ladro gentiluomo al quale sono stati dedicati film e cartoni che hanno appassionato intere generazioni.

Non è stato l’unico, s’intende, perché qui scrittori, pittori e illustratori si sono recati per immortalare il panorama e la magica atmosfera a suon di pennellate. Il primo, di cui si hanno testimonianze, è stato proprio Victor Hugo, seguito poi da Delacroix e infine Monet che di questo posto si era innamorato.

Étretat: le falesie nei quadri dei pittori

Descrivere l’incanto delle falesie a parole è un’impresa ardua, per questo gli artisti hanno utilizzato i pennelli e i colori per raccontare ciò che le parole da sole non potevano spiegare. Quell’abbagliante biancore delle falesie della Costa d’Alabastro hanno rapito lo sguardo di Eugène Delacroix che attraverso delle rappresentazioni in acquerello ha provato a far conoscere la bellezza di un luogo che in lui creava una miriade di suggestioni. Le rovine di un’antica città, a queste lui le paragonava.

Mentre Gustave Courbet, con il suo realismo, ha immortalato prima l’arco naturale della Porte d’Aval, in un paesaggio romantico ed eterno, e poi il lato d’Amont, con quel piccolo arco di chiusura ripreso dopo il temporale.

Diverse, invece, le raffigurazioni di Étretat firmate da Claude Monet. Le sue pennellate hanno raccontato la porta d’Amont, quella d’Aval e poi la Manneportle in diversi momenti della giornata e delle stagioni. Lui le ha percorse in lungo e in largo e così le ha raccontate, attraverso i cambiamenti della luce e i movimenti del mare regalandoci degli scorci sorprendenti e unici.

Le Falesie di Étretat

Le Falesie di Étretat

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È uno degli itinerari più belli da percorrere in Irlanda (e nessuno lo conosce)

L’Irlanda, terra magica e misteriosa, in cui la natura trionfa e cattura il viaggiatore come una calamita. Esplorata e visitata, nasconde tuttavia aree e luoghi ancora da scoprire. Uno di questi è la penisola di Beara, il più brullo dei cinque maestosi promontori dell’Atlantico a sud-ovest dell’Irlanda.

Coste battute dal vento e dalle onde, e un’entroterra ricchissimo di paesaggi dominati dalle montagne Slieve Miskish e Caha, pittoreschi villaggi di pescatori, e sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta. Una settimana, è il tempo necessario per esplorare i 196 km di Beara Way. Si può raggiungere Bere Island in traghetto da Castletownbere, completare tre meravigliosi percorsi ad anello e trekking più impegnativi.

Il sentiero Beara Way e Doonbeg

La Beara Way, in Irlanda,  è un percorso circolare che inizia e finisce a Glengarriff e gira intorno alla penisola di Beara. I panorami lasciano a bocca aperta. Può essere percorso sia in bicicletta che a piedi, sul tracciato che circumnaviga anche l’isola di Bere e fa parte della Beara Breifne Way. Per completare interamente questo cammino suggestivo, da organizzare a tappe ( ci sono anche i timbri del passaporto della Breifne Way), occorrono circa 8-9 giorni.

Un altro trekking che merita di essere percorso sulla penisola di Beara è l‘anello di Doonbeg, sul lato sud dell’isola di Bere, affacciato sulla baia di Bantry. Basterà indossare comodi scarponi da passeggio e camminare per circa 2 ore. Un sentiero con vedute splendide sulla baia di Bantry, su Sheep’s Head e sulla costa dell’isola di Bere.

Anello del Faro

Un’altra camminata sulla penisola di Beara è quella sull’anello del Faro. Si prende il traghetto da Castletownbere e si giunge nella parte occidentale. Il percorso di 10 km dal molo richiede dalle quattro alle cinque ore per essere completato e regala splendidi panorami costieri.

Lungo il tragitto sono presenti leggere salite verso la collina  (dislivello di 258 m) sulla cui sommità si verrà ricompensati da viste panoramiche a 360º sulla baia di Bantry e sulle penisole di Beara e Sheep’s Head. Ecco che si scorge la suggestiva torre bianca del faro di Ardnakinna, l’esatta metà del percorso, prima di intraprendere la discesa fino a raggiungere il punto di partenza al molo.

In bicicletta sulla Beara Brefine Way

La Beara Brefine Way, la più lunga d’Irlanda, corre per quasi tutto il Paese e porta l’escursionista e il ciclista in alcune delle sue zone più belle e inesplorate. Proprio qui, lungo la costa della penisola di Beara, si attraversano sei catene montuose , si costeggiano le rive del fiume Shannon e si scoprono le regioni lacustri del Roscommon e del Leitrim.

Il paesaggio è costituito dalla straordinaria varietà, e le tappe sono sempre un’occasione per rigenerarsi ma anche per ammirare bellezze naturali incredibili. L’intero percorso è lungo circa 220 km, attraversando aree costiere e montane, prima di svoltare nell’entroterra verso Kealkill.

Esperienze di gusto a Beara

Un viaggio in Irlanda, necessita anche di essere gustato. Frutti di mare, cozze, ortaggi biologici e prodotti eccellenti: questo offre il panorama gastronomico di Beara. Da non perdere un assaggio di Milleens, uno dei formaggi più antichi d’Irlanda. È stato prodotto per la prima volta nel 1976 da Veronica e Norman Steele nella loro fattoria a Milleens , nella penisola di Beara. E poi ancora i deliziosi cioccolatini Lorge, fatti a mano a Bonane, a soli 10 km da Kenmare sulla strada di Glengarriff, ed il Beara Gin.

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Le meraviglie d’Iralnda