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Il trekking più mozzafiato d’Italia (con altalena panoramica)

Un piccolo Comune della provincia di Como è diventato uno degli angoli più belli d’Italia, da dove godere di un panorama mozzafiato che dà direttamente sul lago. Siamo a Gera Lario, al confine tra la Provincia di Como e la Provincia di Sondrio, sulla punta estrema del lago di Como. Lontano, quindi, da quei borghi così famosi, come Bellagio, Varenna, Tremezzo, Laglio divenuti ormai famosi in tutto il mondo.

Se non la si conosce o se nessuno ce la racconta, difficilmente verrà in mente di andare alla scoperta di questa zona meno nota di uno dei laghi più amati e visitati al mondo.

Da qui, parte un itinerario di trekking – non troppo difficile -, che porta fin sul Monte Berlinghera. A 1.930 metri di quota, questo monte è considerato uno dei balconi panoramici più belli che esistano nel nostro Paese.

Il sentiero si svolge lungo sterrati e mulattiere, attraversa boschi di querce, abeti e faggi e altipiani, incrocia piccole pievi e baite con vista sul lago di Como. Lo possono percorrere anche i bambini.

Il trekking del Monte Berlinghera

Lungo tutto il percorso, che dura circa due ore, con un dislivello di circa 700 metri, il paesaggio regala paesaggi bellissimi e tante emozioni. Come quando si giunge alle baite di pietra, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui si possono ammirare da una parte l’Alpe di Mezzo (a 1540 metri) e dall’altra l’Alpe Pescedo (1560 metri).

L’altalena gigante vista lago

Seguendo le indicazioni verso Bocchetta di Chiaro, ci s’imbatte in uno degli scorci più belli di questo trekking. A più di 1.600 metri è stata posizionata un’altalena panoramica gigantesca fatta di legno che farà la gioia dei bambini, ma anche dei grandi. Dondolarsi, qui, è come gettarsi nelle acque del lago sottostante.

Il panorama dei due laghi

Una volta giunti in cima al Monte Berlighera, una vetta delle Alpi Lepontine, dove sono visibili i resti di una cappella dedicata agli alpini, oltre alla spettacolare vista del Lario ci sarà un’altra sorpresa: si scorgerà anche il piccolo lago di Mezzola, con le sue acque color smeraldo, che si trova più a Nord del lago di Como, dal quale è separato dall’ultimo tratto del fiume Mera (che alimenta, in parte, il lago di Como).

Tutt’intorno le montagne: la Valchiavenna ovvero il cuore verde della Lombardia, il Pian di Spagna, il maestoso Monte Legnone che, con i suoi 2.609 metri, è la cima più alta della provincia di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie, e tutte le vette che fanno da corona al lago di Como.

Come arrivare

Si può arrivare fino a un certo punto in auto. Poi si prosegue a piedi. Si lascia l’auto a San Bartolomeo, dopo aver percorso la strada statale 340 fino a Gera Lario; una volta giunti all’altezza del ponte sul torrente San Vincenzo, si seguono le indicazioni per Bugiallo. Dopo circa 3 km in salita, a un bivio bisogna girare a destra e continuare sulla strada stretta ma asfaltata che porta fino a San Bartolomeo (da Gera Lario sono circa 12 km), dove si trova l’omonima chiesa e dove di deve parcheggiare.

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Panorama del lago di Como e del lago di Mezzola dal Monte Berlinghera

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Scoperto il più antico insediamento di Homo sapiens in Europa

È stato scoperto in Francia il più antico insediamento di Homo sapiens in Europa. Precisamente nella grotta Mandrin, nella Valle del Rodano, che sarebbe stata occupata in quattro fasi alterne da Sapiens e Neanderthal. I resti risalgono a circa 54.000 anni fa: ciò significa che l’uomo moderno sarebbe arrivato nel Vecchio Continente quasi 10.000 anni prima di quanto pensassimo.

Lo studio è stato pubblicato su “Science Advances” da un team internazionale di archeologi guidato da Ludovic Slimak del Centro nazionale della ricerca scientifica francese (Cnrs).

La probabile coesistenza di Sapiens e Neanderthal in Europa

Negli ultimi 24 anni, Slimak ha diretto gli scavi nel sito preistorico della grotta Mandrin. Tra manufatti e ossa di animali portati di volta in volta alla luce, è stata appena fatta la scoperta eccezionale del molare di un bambino che, come dicevamo, anticipa di 10 mila anni i più antichi rinvenimenti di Homo sapiens finora registrati in Europa.

Analizzando alcuni denti fossili rivenuti nella grotta nella Valle del Rodano, i ricercatori sono riusciti a stabilire se appartenessero a Neandertal o Sapiens in base alle loro forme e dimensioni. In questo modo, sono riusciti a riconoscere che alcuni appartenevano all’uomo moderno, confermando così i sospetti sorti dopo il ritrovamento di manufatti di pietra molto simili ad altri trovati in precedenza in diversi siti di Homo sapiens nel Mediterraneo orientale (qui vi avevamo parlato dei gioielli più antichi del mondo scoperti in Marocco).

Stando a quanto ha commentato Marco Peresani, professore di archeologia del Paleolitico all’Università di Ferrara, “questa è la prova che cercavamo della coesistenza dei Sapiens e dei Neanderthal nello stesso territorio. Sapevamo che si erano incrociati e scambiati il patrimonio genetico, e questo implicava la coabitazione nelle stesse aree, ma finora mancava la pistola fumante”.

Una scoperta che potrebbe riscrivere la storia

Tecniche di luminescenza e datazione al radiocarbonio sono state fondamentali per dimostrare che lo strato di sedimenti in cui si trovavano questi reperti risale a un periodo che va da 56.800 a 51.700 anni fa. Una scoperta che rivoluziona ciò che pensavamo di sapere sulle nostre origini. Basti pensare che, finora, il record dell’insediamento più antico dell’uomo moderno in Europa era detenuto dalla grotta Bacho Kiro, vicino alla città di Dryanovo, in Bulgaria (terra ricca di meraviglie da vedere), dove nel 2020 sono stati trovati reperti risalenti a 47.000 anni fa.

La nuova scoperta francese conferma, quindi, che la storia dell’arrivo dei Sapiens in Europa è più complessa di quanto si pensasse. “Non è avvenuta con una sola ondata migratoria, ma con più ondate successive di popolazioni isolate, che talvolta si sono estinte per essere poi rimpiazzate da altri gruppi umani”, ha spiegato Peresani.

Dai reperti emersi nella grotta Mandrin, sembra ora che gruppi di Homo sapiens siano entrati periodicamente nell’Europa meridionale molto prima che i Neandertal si estinguessero. A sostenerlo, la paleoantropologa Isabelle Crevecoeur dell’Università di Bordeaux in Francia, secondo la quale l’arrivo dell’essere umano moderno nel continente dopo la scomparsa dei Neanderthal sarebbe stato probabilmente la fine di un lungo processo migratorio, a volte infruttuoso. Stando alle stime di Slimak, non si sarebbe trattato un accampamento di cacciatori-argicoltori di breve durata, ma di una “tentata colonizzazione dell’Europa”.

Scoperto il più antico insediamento di Homo sapiens in Europa

Il sito preistorico della grotta Mandrin, in Francia

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La fenestella magica sul golfo di Napoli

Napoli è una di quelle destinazioni che forse è meglio non raggiungere se lì non si vuole lasciare il cuore. Perché questo accade sempre. Ogni volta che si guarda il maestoso Vesuvio che si staglia su tutto il golfo, quando si passeggia tra le vie e i vicarielli, quando si ascoltano le storie, intrise di fascino e di leggenda, quando si osservano le meraviglie antiche e moderne.

Ecco cos’è Napoli, una città le cui leggende hanno creato una realtà persino più magica, intricata e meravigliosa di tutto ciò che è universalmente tangibile. Una realtà fatta si storie fuori dall’ordinario come quella quella della piccola fenestella conosciuta in tutto il mondo dove si perpetua la magia.

La storia magica della fenestella di Marechiaro

Marechiaro, il piccolo borgo che si trova nel quartiere di Posillipo a Napoli , conserva una storia meravigliosa, quella cantata nei versi del poeta Salvatore Di Giacomo e accompagnati dalla musica di Francesco Paolo Tosti. Una storia che comincia da una piccola finestra, apparentemente anonima, che si affaccia sul golfo.

La storia vuole che qui, il poeta e scrittore napoletano, si lasciò suggestionare da quella piccola finestra che sul davanzale aveva esposto un garofano. Guardandola si lasciò ispirare per la creazione di quella che è diventata una delle più celebri canzoni napoletane in Italia e nel mondo.

Così è nato Marechiare, il brano interpretato da numerosi protagonisti della musica italiana, quello persino tradotto in altre lingue. Quello che spinge i viaggiatori del globo a raggiungere Posillipo per entrare dentro i versi di quella canzone.

Quanno spónta la luna a Marechiare,
pure li pisce nce fanno a ll’ammore

Marechiaro, il borgo di Posillipo sospeso nel tempo e nello spazio

Riscoprire le origini della celebre canzone e vivere la suggestione che ruota attorno a quelle parole è un’occasione perfetta per raggiungere Marechiaro. Il piccolo borgo di pescatori, infatti, è meraviglioso. Questo luogo non segue le più tradizionali leggi del tempo ma solo quello del rumore delle onde che scandisce i ritmi delle giornate.

L’azzurro del cielo e del mare si incontrano e si fondono all’orizzonte mentre sembrano stringere in un abbraccio il golfo di Napoli e l’imponente Vesuvio. Il nome stesso del borgo è un’invito a contemplare la bellezza dei ritmi lenti. Il nome Marechiaro non fu scelto, infatti, per le acque cristalline per come si può credere, ma per la quiete di un mare calmo, lento, dove le onde si muovono chianu chianu.

Il borgo è piccolo ma estremamente affascinante e suggestivo. È bello di giorno ma è meraviglioso di notte quando il sole lascia spazio alle tenebre e le luci, accendosi, si riflettono sull’acqua. L’atmosfera è sospesa nel tempo e nello spazio e la magia ha ufficialmente inizio.

E la fenestrella di Marechiaro? Quella si trova sempre al suo posto, perché è suo di diritto, ed è facilmente riconoscibile. Sul davanzale, infatti, è sempre esposto un garofano fresco. Sulla parete inoltre, nei pressi della finestra, uno dei versi della canzone.

fenestella di marechiaro

La fenestella di Mare Chiaro cantata nei versi di Salvatore Di Giacomo

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Ryanair: perché quest’estate i prezzi dei voli saliranno

Che lanci offerte che costano meno di una colazione al bar o che faccia previsioni catastrofiche, Michael O’Leary, numero uno di Ryanair, la prima compagnia aerea in Europa, fa spesso parlare di sé.

In un blitz fatto in Italia ieri, prima a Roma e poi a Milano, dove ha annunciato l’operativo della prossima estate, il più grande di sempre, che prevede diverse nuove rotte (qui il nostro articolo), nuovi hub, come l’aeroporto Marco Polo di Venezia, e ha anche fatto delle previsioni, non bellissime, che fanno riflettere.

Estate, boom di prezzi

Innanzitutto, O’Leary ha ricordato che l’offerta media di Ryanair, anche quando non ci sono tariffe che partono da 4,99 euro, è comunque la più conveniente di tutte, con un prezzo medio di 37 euro. Le offerte e le tariffe basse per volare, però, non dureranno molto. Chi vuole viaggiare a prezzi convenienti, spiega O’Leary, può farlo solo fino a maggio.

Per l’estate, infatti, i prezzi sono destinati a salire, e di molto. I motivi sono principalmente due: innanzitutto, grazie anche alle recenti riaperture dei Paesi d’Europa e alle nuove misure Covid, ci sarà sicuramente più richiesta di viaggi. La gente si muoverà di più, insomma, sia per le vacanze estive sia per via della migliore situazione pandemica.

Meno voli in Italia

Ma l’altro motivo è il fatto che ci sarà anche meno disponibilità di voli. Se Ryanair ha già introdotto 25 nuovi aeromobili sul territorio italiano, rispetto alla scorsa estate, ITA, la nostra nuova compagnia di bandiera che ha preso il posto di Alitalia, invece, vola verso meno destinazioni. Inoltre, O’Leary, in tono non poco polemico, ha ricordato che poiché in Italia le compagnie aeree sono costrette a pagare una tassa ambientale (cosa che non avviene in altri Paesi europei), anche meno compagnie sono interessate a volare nel nostro Paese rispetto ad altri più convenienti. Insomma, molta richiesta e poca disponiblità significano una sola cosa: prezzi elevati.

Le novità dell’estate

Da Milano è prevista una programmazione Ryanair record, con 144 voli tra cui tre nuove rotte, quella per Francoforte, per Newcastle, in Inghilterra, e per l’isola di Madeira in Portogallo. Da Roma, è previsto l’operativo estivo più grande di sempre in partenza dalle due basi di Roma Fiumicino e Roma Ciampino, con 17 nuove rotte (82 in totale) in tutta Europa, tra cui Berlino, Gran Canaria e Preveza, in Grecia.

Naturalmente non c’è un annuncio senza un’offerta. Ecco allora che la compagnia low cost ha lanciato un’offerta speciale da prenotare entro i prossimi giorni, con tariffe a partire da 19,99 euro (a tratta). Si può prenotare entro l’11 febbraio per viaggiare fino a ottobre 2022.

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Michael O’Leary a Milano insieme ai diretti degli scali di Bergamo e Malpensa

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Acaya, un vero e proprio esempio di città fortificata

La splendida regione Puglia è principalmente presa d’assalto durante la bella stagione grazie alle sue spiagge paradisiache e al mare cristallino da cui è lambita. Ma questa meraviglia italiana cela anche imperdibili località di notevole rilevanza storica. Una di queste è Acaya, che si distingue per essere un vero e proprio esempio di città fortificata.

Acaya, la storia

Acaya è una frazione di circa 450 abitanti del comune di Vernole, in provincia di Lecce. In passato il borgo prendeva il nome di Segine, per poi essere cambiato per volere di Gian Giacomo dell’Acaya nel 1535, ovvero colui che si impegnò nella completa fortificazione del minuscolo paese, costruendovi la cinta muraria, il fossato, i bastioni e i baluardi.

Con la morte di quello che potremmo definire il suo padre fondatore, il feudo passò nel 1575 al Regio Fisco e successivamente, nel 1608, fu acquistato da Alessandro De Monti. Fu così che per Acaya iniziò un periodo di decadenza che degenerò dopo la devastazione ottomana del 1714.

Verso la fine del XVII secolo, il feudo fu liquidato ai De Monti-Sanfelice i quali, nello stesso anno, lo vendettero ai Vernazza. Essi furono gli ultimi feudatari fino all’eversione della feudalità nel 1806.

Perché Acaya è un vero esempio di città fortificata

Acaya colpisce sin da subito per la sua armonia e bellezza, ma oltre a questo vanta anche una particolare importanza storica. Il motivo è piuttosto semplice: attualmente è l’unico esempio di città fortificata del Meridione d’Italia uscita indenne dai secoli e dalle guerre. Il tutto mantenendo il suo affascinante aspetto seicentesco.

città fortificata salento

Un angolo di Acaya

Infatti, il borgo fortificato riflette gli schemi ideali della città-fortezza in quanto in essa si scorge l’impostazione delle opere difensive costituite dalla cinta bastionata con “fianchi ritirati”, ma anche la morfologia urbana dal rigido tracciato ortogonale, entrambi elementi fondamentali della nuova urbanistica. Le strade interne sono pianificate militarmente e non presentano la classica conformazione “a gomitolo” dei centri storici delle città italiane: sono inserite in un piano di strade dritte ben distanziate che si intersecano tra loro orizzontalmente e verticalmente.

Cosa vedere ad Acaya

Tante le cose da vedere ad Acaya, a partire dalla sua porta d’ingresso dedicata a Sant’Oronzo, un’imponente struttura realizzata nel 1535. È caratterizzata per essere a fornice unico e conserva ancora, all’interno degli stipiti, gli incassi litici del portone.

Suggestiva la sua facciata poiché arricchita dalla presenza di vari stemmi e lapidi (Acaya, Vernazza, De Monti) sormontati dalle insegne imperiali di Carlo V. Il fastigio della porta è scavalcato da una statua lapidea di Sant’Oronzo, protettore dell’antico borgo.

Imperdibile è il suo Castello che si mostra come la testimonianza tangibile di un potere feudale, intorno al quale si è sviluppata la storia di queste popolazioni. Risale al 1535-1536 ed è un edificio trapezoidale intorno ai cui lati Est e Sud vi sono gli ambienti a pianoterra. Inoltre, è collegato con la terraferma attraverso un unico ponte. Il Castello di Acaya è oggi sede di mostre archeologiche permanenti e di arte contemporanea.

castello acaya

Il Castello di Acaya

Bellissima anche la Chiesa Parrocchiale del borgo fortificato che risale al XVI secolo. La struttura è dedicata alla Madonna delle Neve ed è in stile neoclassico. L’interno, a tre navate separate da pilastri, possiede sei altari laterali. Fu riedificata quasi completamente intorno al 1865.

Davanti alla Chiesa non perdete l’occasione di ammirare la Torre Campanaria che fu ristrutturata da Gian Giacomo dell’Acaya.

Seppur di piccole dimensioni, merita una tappa anche la Cappella di San Paolo che fu costruita intorno alla metà del XVIII secolo. Essa presenta una facciata con un frontone triangolare interrotto nella zona centrale da una croce. L’interno è ad aula unica rettangolare e con un modesto altare.

Non si può di certo perdere il pittoresco Centro Storico a pianta regolare. Qui vi sono tre strade da Est a Ovest e sei strade che le tagliano da Nord a Sud. Un antico abitato che fu fortificato con l’assenso di Carlo V proprio per realizzare una struttura difensiva più distante dalla costa che riuscisse a rispondere in modo più adeguato agli attacchi dei turchi che in quegli anni sbarcavano in massa sulle coste pugliesi.

E poi la sua affascinante Cinta Muraria che sfoggia una forma rettangolare con tre baluardi. Sulla parte superiore delle mura vi era un camminamento di ronda per le guardie e tutte erano circondate da un fossato. Tre dei quattro angoli della fortificazione sono muniti di robusti bastioni. Nel quarto, posto a Sud-Ovest, svetta il maestoso Castello di Acaya.

acaya puglia

Le vie del Centro di Aacya

La Riserva Naturale Le Cesine

La splendida città fortificata di Acaya si trova a 5 km dal Mare Adriatico e dalla Riserva Naturale Statale Le Cesine. Essa è costituita da dune, un’area palustre, una pineta, la macchia e la zona coltivata. Presenti, inoltre, due stagni: Salapi e Pantano Grande, entrambi alimentati dalle piogge e separati dal mare da un cordone di dune sabbiose.

L’Oasi è gestita dal WWF e la sua superficie è fondamentalmente rappresentata da pineta a pino d’Aleppo e pino Domestico. La fauna, invece, è composta da anfibi, rettili e da numerose specie di uccelli che popolano i vari ambienti della Riserva nei diversi periodi dell’anno.

Il simbolo è il moriglione, un’anatra tuffatrice che popola i suoi stagni salmastri durante i mesi autunnali e invernali. Importante è anche la presenza della pianta lianosa detta Periploca Maggiore, specie a rischio di estinzione.

La Riserva può essere vista durante tutto l’anno, anche se bisogna prenotare in anticipo. Ciò vuol dire che prima di recarsi è opportuno verificare che ci sia possibilità di visitarla.

Insomma, Acaya è una vera e propria perla medievale che rappresenta anche un sogno utopico e un’idea perfettamente rinascimentale di Gian Giacomo dell’Acaya. Del resto lui fu in grado di creare una città ideale e armonica, in scala rispetto a centri più grandi, ma che comunicasse questo “disegno”. Basti pensare che proprio a lui si devono anche le Mura di Lecce, il Castello di Crotone, intitolato a Carlo V, la Fortezza di Amantea, in Calabria e la realizzazione finale di Castel Sant’Elmo a Napoli.

Acaya cosa vedere

Una splendida veduta di Acaya

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La panchina vista lago più romantica del mondo

Può una panchina trasformarsi in una destinazione di viaggio ed essere lei stessa il motivo per il quale si sceglie di raggiungere una determinata destinazione? La risposta è sì, e probabilmente lo sanno bene tutti quelli che proprio nei piccoli dettagli incontrati lungo il tragitto hanno riscoperto il significato più autentico dell’avventura.

Panchine, dicevamo. Come quella che si affaccia sul meraviglioso e suggestivo lago di Bled e che, siamo certi, non ha bisogno di presentazioni. Una panchina che può essere raggiunta con un po’ di allenamento e un pizzico di fatica, ma che restituisce il panorama più incantato di sempre. Quello da fotografare, da contemplare e da osservare, per lasciarsi meravigliare.

Meraviglioso è il lago di Bled

Incastonato tra suggestive montagne, e situato nella zona nord ovest della Slovenia, il lago di Bled è uno dei luoghi più raggiunti e fotografati dai viaggiatori di tutto il mondo, la cui popolarità è conseguenza diretta della sua bellezza. Raggiungibile in un paio d’ore di auto da Trieste, e poco distante da Lubiana, questo luogo incantato fa da cornice agli scatti più magici degli avventurieri che partono alla scoperta di questo territorio.

Le acque cristalline nelle quali si specchiano le montagne verdi, dove campeggia al centro di tutto l’isolotto, rendono l’atmosfera di Bled sognante e favolistica, perfetta per weekend romantici e ma anche per viaggi rigeneranti e rilassanti. Proprio nei pressi del lago, infatti, ci sono le terme più celebri di tutto il territorio che hanno trasformato la sponda occidentale in uno dei paradisi termali più apprezzati di sempre.

Tantissimi sono poi i percorsi naturalistici che si snodato attorno al lago e che permettono di raggiungere altezze che garantiscono la visione dei scorci più belli di sempre. Ed è proprio qui, su queste alture, che possiamo vivere un’esperienza suggestiva e straordinaria.

Come arrivare alla panchina vista lago che celebra la bellezza

Sono tante le fotografie che popolano i feed di Instagram e di altri social network che immortalano una delle visioni più belle del lago di Bled. Ed è proprio in queste che spesso ritroviamo quella panchina in legno che ci invita a sederci per contemplare il meraviglioso territorio che si palesa davanti ai nostri occhi.

Per raggiungerla è necessario camminare, salire e inerpicarsi per i tanti sentieri nel bosco. Ma l’arrivo vale la fatica perché è da questa altezza che è possibile ammirare uno degli scenari naturali più belli del Paese e probabilmente dell’Europa intera.

Tra i numerosi sentieri escursionistici, ce n’è uno che una volta imboccato porta a quello che è il belvedere più magico di sempre. Stiamo parlando del percorso che passa per la Mala Osojnica, 685 metri , e arriva fino alla Velika Osojnica situata a un’altezza di 756 metri.

In circa un’ora di cammino è possibile avere l’accesso esclusivo alla visione di tutto il lago di Bled circondato dalle maestose Alpi. Lo spettacolo potrà sembrarvi familiare e non è un caso, il panorama davanti ai vostri occhi, infatti, è uno dei più iconici del territorio.

È qui che trovate una suggestiva e semplice panchina di legno dove fermarvi per riposarvi, e per assaporare ogni sensazione provata davanti al meraviglioso spettacolo.

panchina sul lago di Bled

panchina sul lago di Bled

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Assicurazione per viaggiare: in quali Paesi è obbligatoria

Il mondo sembra pian piano riaprire (e finalmente) le frontiere ai viaggiatori e spesso esclusivamente ai soli vaccinati. Tuttavia, a noi italiani non è ancora concesso viaggiare in tutti i Paesi del globo. Ma non solo. Anche a causa della comunque delicata condizione sanitaria, in molti di questi è prevista la stipulazione di un’assicurazione di viaggio obbligatoria che copra eventuali spese dovute a un’infezione da Covid-19. Cerchiamo di fare chiarezza a tal proposito.

Dove possono viaggiare gli italiani

Secondo la normativa vigente, e per il momento in vigore fino al 15 marzo 2022, gli italiani possono viaggiare verso i Paesi contenuti nell’Elenco C, D e per le destinazioni comprese nei cosiddetti Corridoi turistici “Covid-free”.

È bene ricordare, però, che in questo momento più che mai qualunque sia la destinazione scelta è sempre consigliato, anche quando non è obbligatorio, stipulare un’assicurazione sanitaria di viaggio. E il motivo è molto semplice: i costi dell’assistenza medica, del trasporto sanitario o di ricovero in molti Paesi sono esorbitanti.

Ma non è finita qui. Alcune mete di viaggio, infatti, potrebbero presentare strutture pubbliche ospedaliere carenti. Una polizza, dunque, permette di far fronte a tutte le spese mediche, anche quelle dovute al Covid. Senza dimenticare che un’assicurazione di viaggio Covid completa prevede anche una garanzia sull’annullamento che consente di recuperare le spese di viaggio nei casi in cui questo dovesse essere annullato per infezione da Covid a ridosso della partenza, o anche per la necessità di un periodo di quarantena.

Viaggiare nei Paesi dell’Elenco C, serve l’assicurazione o no

Per destinazioni contenute nell’Elenco C si intendono tutti i Paesi facenti parte dell’Unione Europea/Area Schengen: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.

Per viaggiare verso queste mete non è obbligatorio stipulare un’assicurazione di viaggio. Tuttavia, in caso di contagio all’estero, non è possibile viaggiare con mezzi commerciali e si è soggetti alle procedure di quarantena e contenimento previste dal Paese in cui ci si trova, spesso con spese a carico del turista.

Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto dello spostamento, contemplando anche la possibilità di dover trascorrere un periodo aggiuntivo all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi a Covid-19.

Viaggi verso i Paesi dell’Elenco D, dove serve l’assicurazione

Dell’Elenco D fanno parte i Paesi extraueropei verso i quali è consentito (fondamentale controllare che la destinazione scelta sia effettivamente aperta al turismo) viaggiare dall’Italia anche per turismo. In questa lista sono contenute le seguenti destinazioni: Argentina, Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Canada, Cile, Colombia, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Indonesia, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Perù, Qatar, Ruanda, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale, basi britanniche nell’isola di Cipro), Repubblica di Corea, Stati Uniti d’America, Uruguay, Taiwan, Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao.

Fermo restando che è sempre bene stipulare un’assicurazione di viaggio per tutte le mete, vediamo in quale di questi è effettivamente obbligatoria al fine di potervi fare ingresso.

Aperta al turismo, compresi gli italiani, è la splendida Argentina. Oltre al rispetto delle regole di ingresso, per poterci viaggiare è necessario stipulare un’assicurazione contro il Covid che includa ricovero o isolamento per l’intera durata di permanenza nel Paese. Obbligatoria l’assicurazione sanitaria anche in Arabia Saudita.

Frontiere aperte anche in Cile dove è fondamentale essere in possesso di un’assicurazione sanitaria che copra spese per Covid per almeno 30.000 dollari US.

Ancora impossibile viaggiare per turismo verso la paradisiaca Indonesia. Tuttavia, la splendida Isola di Bali ha finalmente riaperto le sue frontiere ai viaggiatori vaccinati il giorno 4 febbraio (per maggiori informazioni potete cliccare qui). E anche in questo caso è necessario disporre di un’assicurazione sanitaria con una copertura minima del valore di 25.000 USD, che includa anche l’eventuale contagio da Covid-19. Richiesta una copertura sanitaria anche per viaggiare verso l’Uruguay.

Corridoi turistici “Covid-free” e assicurazioni

Fino al 30 giugno 2022 continuerà la sperimentazione dei Corridoi turistici “Covid-free”, ossia gli itinerari in partenza e in arrivo sul territorio nazionale finalizzati a consentire la realizzazione di viaggi turistici controllati, compresa la permanenza presso strutture ricettive selezionate e secondo specifiche misure di sicurezza sanitaria.

Sono, pertanto, esclusivamente viaggi organizzati e gestiti da operatori turistici che sono tenuti ad assicurare il rispetto delle numerose misure di sicurezza previsti dalla sperimentazione. Questi sono operativi verso:

  • Aruba;
  • Maldive;
  • Mauritius;
  • Seychelles;
  • Repubblica Dominicana;
  • Egitto (limitatamente alle zone turistiche di Sharm El Sheikh e Marsa Alam);
  • Cuba;
  • Singapore;
  • Turchia;
  • Thailandia (limitatamente all’isola di Phuket);
  • Oman;
  • Polinesia francese.

Possono avvalersi di questi viaggi esclusivamente i passeggeri muniti di certificazione che attesti il completamento del ciclo vaccinale o, in alternativa, certificazione di avvenuta guarigione. In sostanza il Green Pass da vaccinazione o guarigione.

I viaggiatori che rispondono a tali requisiti e sono autorizzati a viaggiare nell’ambito dei Corridoi Turistici “Covid-free” devono obbligatoriamente presentare al vettore all’atto dell’imbarco, e a chiunque è deputato a effettuare i controlli, l’attestazione rilasciata dall’operatore turistico, denominata “travel pass corridoi turistici”, contenente le informazioni relative agli spostamenti, alla permanenza presso le strutture e alla polizza Covid.

In sostanza, l’assicurazione sanitaria deve essere sempre prevista nell’ambito di viaggi organizzati secondo i protocolli stabiliti per i Corridoi turistici “Covid-free”. Per maggiori informazioni sul funzionamento di questi viaggi e sulle regole da seguire vi rimandiamo a questo nostro approfondimento.

In conclusione, a prescindere dai Paesi in cui è obbligatorio stipulare una polizza di viaggio, è bene sapere che l’assicurazione sanitaria è fondamentale per partire in sicurezza poiché tutela da tutti gli imprevisti che possono verificarsi nel corso del soggiorno, anzi, in molti casi lo fanno ancor prima di partire.

Vi ricordiamo, infine, che le regole di viaggio potrebbero cambiare velocemente. Per questo motivo vi invitiamo a visionare sempre i siti istituzionali del Paese di destinazione e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ViaggiareSicuri.

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Isola Di Bali Notizie Viaggi

Anche Bali riapre al turismo (finalmente)

In Indonesia le misure di sicurezza per evitare la diffusione del Covid sono state particolarmente severe sin dall’inizio della pandemia. E i provvedimenti hanno riguardato anche l’isola di Bali, una delle principali mete turistiche del Paese, che ha così visto completamente bloccato il suo traffico di viaggiatori provenienti da ogni angolo del mondo. Ma nelle ultime settimane le autorità hanno deciso di ricominciare ad accogliere i visitatori stranieri: ecco quali sono i requisiti per tornare ad esplorare questo splendido paradiso esotico.

Bali riapre ai turisti

Il governo indonesiano ha annunciato la riapertura dei confini balinesi ai viaggiatori stranieri completamente vaccinati, a partire dallo scorso 4 febbraio 2022. Questo provvedimento era già stato anticipato da un allentamento delle misure di sicurezza risalente allo scorso ottobre – quando l’isola aveva ufficialmente aperto le proprie frontiere ai turisti provenienti da alcuni Paesi (tra cui Giappone, Cina e Nuova Zelanda). Tuttavia, solo in questi ultimi giorni sono nuovamente tornati a decollare i primi voli internazionali diretti a Bali.

Si tratta di una bellissima notizia, che permette di guardare al futuro con più ottimismo. Nonostante la diffusione della variante Omicron, infatti, sono molti i Paesi che hanno deciso di tornare ad accogliere i viaggiatori, così da incentivare un settore – quello turistico – che negli ultimi due anni ha subito una crisi mondiale. Anche Bali, dunque, riapre ai visitatori dopo lunghissimi mesi che hanno visto il turismo completamente bloccato. Ma quali sono i requisiti per poter viaggiare sulla splendida isola indonesiana?

Come viaggiare a Bali

Per approdare a Bali, oltre all’obbligo di essere in possesso di un adeguato visto per motivi turistici, i viaggiatori dovranno essere completamente vaccinati da almeno 14 giorni e dovranno sottoporsi ad un periodo di quarantena della durata di 5 giorni, da trascorrere (a proprie spese) presso una delle strutture segnalate dalle autorità. L’isolamento rimane invece di 7 giorni per i turisti che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale. Mentre l’ingresso è del tutto vietato a coloro che non sono vaccinati. L’obbligo di vaccino non si applica ai minori di 12 anni.

È poi necessario, per varcare le frontiere indonesiane, effettuare un test PCR nelle 48 ore precedenti la partenza e un ulteriore tampone rapido al momento dell’arrivo in aeroporto. Il test deve essere ripetuto il penultimo giorno di quarantena – che termina solo in caso di esito negativo. Prima della partenza, infine, i viaggiatori devono sottoscrivere un’assicurazione sanitaria che includa anche l’eventuale contagio da Covid. Poiché le disposizioni sono soggette a cambiamenti anche dell’ultimo momento, se state organizzando una vacanza a Bali ricordate di verificare le condizioni d’accesso sul sito ufficiale di Viaggiare Sicuri.

Gli italiani possono andare a Bali?

Bali, e più in generale l’Indonesia, si trova nell’elenco D – secondo quanto previsto dall’ultimo aggiornamento attualmente in vigore. I Paesi inclusi in tale lista sono al di fuori dell’Unione Europea, ma ai cittadini italiani è consentito viaggiarvi anche per motivi turistici. Al rientro è tuttavia obbligatorio compilare il modulo PLF, presentare il Certificato Digitale UE Covid ed effettuare un tampone molecolare o antigenico (rispettivamente nelle 72 ore o nelle 24 ore precedenti l’ingresso in Italia). In caso di mancata esibizione del Certificato Digitale, è obbligatorio effettuare una quarantena fiduciaria di 5 giorni, al termine della quale sottoporsi ad un nuovo tampone.

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Voli in offerta per le nuove mete low cost d’Europa

Ryanair ha appena annunciato l’operativo dei propri voli in partenza dall’Italia della prossima estate. Da Milano è prevista una programmazione record, con 144 voli tra cui tre nuove rotte, quella per Francoforte, per Newcastle, in Inghilterra, e per l’isola di Madeira in Portogallo. Da Roma, è previsto l’operativo estivo più grande di sempre dalle due basi di Roma Fiumicino e Ciampino, con 17 nuove rotte (82 in totale) in tutta Europa, tra cui Berlino, Gran Canaria e Preveza, in Grecia.

Per festeggiare la notizia, la compagnia low cost ha lanciato un’offerta speciale da prenotare entro i prossimi tre giorni, con tariffe a partire da 19,99 euro (a tratta). Si può prenotare entro l’11 febbraio per viaggiare fino a ottobre 2022.

Tra le nuove rotte raggiungibili dai voli Ryanair ce ne sono alcune davvero imperdibili, specie d’estate. Ecco i nostri consigli su dove volare, cosa vedere e perché andarci.

Perché visitare l’isola di Madeira

Conosciuta anche come “giardino galleggiante”, Madeira ha ricevuto proprio pochi mesi fa il World Travel Awards, un prestigioso premio del settore turismo, e per l’ottavo anno consecutivo. A soli 500 chilometri dalle coste africane, grazie alla sua posizione, a Madeira è primavera tutto l’anno. Spiagge, trekking, degustazioni di vino liquoroso locale, il Madera, appunto, surf e vegetazione rigogliosa sono i punti forti di questa meta.

La natura è la protagonista assoluta sull’isola di Madeira. A Funchal, capoluogo dell’isola, è nato quel fenomeno di Cristiano Ronaldo e chissà quante volte è salito sul promontorio di Cabo Girão che, con i suoi 589 metri, è una delle più alte falesie d’Europa oppure ha visitato il villaggio di Santana, quello con la maggior concentrazione di casette colorate. Una vera cartolina di isola.

Perché andare a Preveza, in Grecia

Antico porto di pescatori, ancora poco noto agli italiani, Preveza è la località di mare dove andare in vacanza la prossima estate. Affacciata sul Mar Ionio e nell’estremo Sud-Ovest dell’Epiro, è una tappa imperdibile di chi trascorre le vacanze in barca, che scelgono questo attracco perché molto riparato dai venti settentrionali e orientali.

Un tempo era circondata da forti, molti dei quali ormai distrutti, m alle spalle del delizioso centro storico sono rimasti ben tre castelli, ciò che resta di una storia travagliata, che racconta un susseguirsi di dominazioni, dagli Ottomani ai Veneziani, greci, italiani e persino tedeschi. Lungo i suoi 60 km di costa, s’incontrano alcune tra le più rinomate spiagge, come quella di Monolithi e quella caraibica di Alonaki Fanariou.

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Preveza, in Grecia

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Solo un viaggio potrebbe convincere i “no vax” a vaccinarsi

Un recente studio dimostra che il 77% degli italiani non vaccinati accetterebbe il vaccino se fosse obbligatorio per poter prendere un aereo. Lo studio, condotto dalla dottoressa Valentina Moise, Direttore commerciale di ParkVia, committente della ricerca, dimostra la forte attrattività dei viaggi in aereo e suggerisce che, forse, ci sono dei metodi di approccio più morbidi dell’obbligo vaccinale, che potrebbero incentivare chi non l’ha ancora fatto a vaccinarsi e, di conseguenza, che porterebbero a imporre anche meno restrizioni.

I risultati dello studio sono stati pubblicati dopo l’entrata in vigore delle nuove linee guida introdotte dal Consiglio dell’Unione europea, che prevedono che le restrizioni di viaggio dovrebbero essere su base individuale e mettere in evidenza la vaccinazione o la guarigione dei viaggiatori.

Come viaggiano i “no vax”

Per poter effettuare l’ingresso negli altri Paesi dell’Ue, gli Italiani non vaccinati devono attualmente dimostrare o di essere guariti dal Covid-19 negli ultimi 180 giorni o presentare un tampone negativo effettuato nelle ultime 72 ore (per il test molecolare) o nelle ultime 24 ore (per il test rapido).

E, tra le persone interpellate per la ricerca, soltanto il 14% ha dichiarato di non pensare di vaccinarsi contro il Covid-19 se dovesse diventare un requisito per poter prendere un aereo.

La percentuale della popolazione (dai 12 anni in su) che ha concluso l’intero ciclo vaccinale in Italia è attualmente del 88%. Con i provvedimenti introdotti per gli over 50 non vaccinati e con l’obbligo vaccinale messo in essere da alcuni Paesi europei, i risultati di questo sondaggio suggeriscono che l’obbligo di vaccino per poter prendere l’aereo potrebbe essere una politica efficace per incoraggiare le persone a vaccinarsi.

Voli cancellati per Covid

Il 33% degli intervistati ha dichiarato di aver deciso di cancellare un viaggio in aereo già prenotato a causa di fattori legati al Covid-19. Il principale motivo che gli intervistati hanno indicato per la cancellazione è stato il timore di contrarre il virus mentre si trovavano in viaggio.

Tamponi pre-imbarco (per sicurezza)

A prescindere dalla fine dell’obbligo di tampone prima della partenza per i viaggiatori vaccinati per entrare in molti Paesi dell’Ue a partire dall’inizio di febbraio, il sondaggio mostra anche che il 78% degli italiani continuerà a fare i tamponi su base volontaria prima di salire a bordo di un aereo, con il 9% che ha invece dichiarato che non si sottoporrà più a tampone, qualora non fosse più obbligatorio. Il che “suggerisce che le attuali regole di viaggio all’interno dello spazio Schengen per le persone vaccinate e non vaccinate probabilmente hanno trovato il giusto equilibrio”, spiega la dottoressa.

Sull’alta percentuale di italiani non vaccinati che potrebbero vaccinarsi contro il Covid-19 per poter viaggiare in aereo, la Moise ha detto di essere sorpresa e di aspettarsi “che le persone che non hanno ancora fatto il vaccino fossero meno disposte a cambiare idea per viaggiare e andare in vacanza più facilmente”. E ha aggiunto: “In un certo senso, questo è incoraggiante, perché dimostra la forte attrattività dei viaggi in aereo e suggerisce che forse ci sono dei metodi di approccio più morbidi dell’obbligo vaccinale che potrebbero comunque incentivare un alto tasso di vaccinazione e che potrebbero in ultima istanza portare a meno restrizioni”.

“Con il numero di passeggeri ancora in forte calo rispetto al periodo pre-pandemia, volevamo avere una idea più chiara di come il Covid-19 e i fattori a esso legati, come il vaccino e i tamponi, abbiano influenzato il comportamento delle persone nei confronti dei viaggi in aereo. Sebbene le rigide restrizioni, l’aggiunta dei disagi e la paura di contrarre il virus si siano combinati con il risultato di mantenere la domanda di viaggi aerei molto inferiore rispetto all’epoca pre-pandemia, volevamo capire meglio l’importanza dei fattori più scoraggianti per le persone che pensano di prenotare dei voli”.

Viaggi e restrizioni

Il sondaggio ha rivelato che soltanto il 17% degli intervistati sicuramente non pensa di viaggiare in aereo finché sono ancora in vigore le restrizioni di viaggio legate al Covid-19.

Inoltre, la cosa più scoraggiante per i passeggeri per quanto riguarda il viaggio in aereo è senza dubbio il rischio di vedere il volo cancellato con un breve preavviso. Oltre la metà (il 51%) degli intervistati ha dichiarato che se dovessero viaggiare entro i prossimi tre mesi, sarebbe questo il fattore più scoraggiante del viaggio, con il costo e la scomodità dei test anti-Covid obbligatori e il rischio di perdere il volo a causa delle lunghe code all’aeroporto, che sono stati selezionati dal 19% degli intervistati come il secondo aspetto più scoraggiante.