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Tutti amano Edimburgo: consigli su cosa fare e vedere in città

Con il suo passato affascinante e gli scorci incredibili, Edimburgo attira ogni anno milioni di visitatori che girano incantati nel centro città, già Patrimonio dell’Unesco, composto dalle vie acciottolate e dagli antichi edifici della Old Town e dallo stile Georgiano della New Town. Oltre ai capolavori artistici e architettonici, dal Castello adagiato su un vulcano spento, al monumentale Palazzo di Holyroodhouse, la capitale della Scozia nasconde un animo irriverente e inaspettato, che le regala un posto nella classifica delle città da visitare almeno una volta nella vita.

Abbiamo selezionato alcune delle esperienze più interessanti e originali da provare, per scoprire il lato più fresco, multiculturale a creativo della città.
Se sei alla ricerca di scorci indimenticabili, ottima gastronomia e un’offerta culturale tra le più ricche d’Europa, non potrai non amare Edimburgo.

Art & The city

Edimburgo è la città dei festival, con 11 grandi eventi organizzati nel corso dell’anno. Il più famoso si tiene d’estate ed è un momento imperdibile: l’Edinburgh Festival Fringe è infatti il più grande festival delle arti del mondo, dura circa 25 giorni e ospita migliaia di artisti dei più diversi settori dello spettacolo.
Evento allegro e caleidoscopico, conta tantissimi show e momenti di intrattenimento: per non lasciarti travolgere dall’eccesso di creatività, procurati il programma e una mappa e studia bene in anticipo gli itinerari.

Per chi ha gusti più classici, sempre ad agosto si tiene l’Edinburgh International Festival, fratello maggiore e più composto del Fringe, con spettacoli di prosa, balletto, opera e musica classica. Occasione perfetta per sfoggiare qualche abito elegante.

Street performer al Fringe Festival di Edimburgo. ©Visit Britain/Andrew Pickett

Let’s eat!

Edimburgo è la meta ideale per i food lover. Con i mercati gastronomici, i pub, i truck di street food e i ristoranti gourmet, in città si mangia bene, anzi benissimo.

A giugno torna in grande stile l’Edinburgh Food Festival, nei giardini di George Square. Luogo di pellegrinaggio per chi ama provare e sperimentare con il cibo, il festival propone una vasta selezione di sapori scozzesi, show cooking, workshop degli chef e numerosi piatti da tutto il mondo.

I Food safari organizzati da Nell Nelson, giornalista e presentatore TV sono l’occasione ideale per andare a spasso per le vie della città a caccia di prelibatezze e localini trendy, in cui mangiare bene e spendere poco.

I palati più esigenti e i budget più corposi non resteranno delusi: seconda città della Gran Bretagna per numero di chef stellati, Edimburgo è il posto giusto per provare le cucine migliori del mondo. Come quella The Kitchin, in cui è possibile assaporare piatti moderni con i più tradizionali ingredienti locali.

E al momento dell’aperitivo… non c’è Scozia senza whisky! Da Blend your own whisky troverai tutor esperti che ti guideranno alla scoperta dei segreti del nobile distillato e ti aiuteranno a creare il tuo personale blend. E se sei più un tipo da gin, non perdere uno dei Secret gin tour, tasting experience itineranti in cui assaggiare i migliori cocktail a base di gin della città.

Brividi, storia e magia

Con le sue atmosfere incantate e le architetture magnificenti, Edimburgo ha ispirato la nascita del più grande mago di ogni tempo, il giovane Harry Potter. In una caffetteria della città, Elephant House, J.K. Rowling ha infatti iniziato a scrivere la saga libresca più famosa del globo. L’Harry Potter Walking Tour è l’esperienza imperdibile per i tutti i babbani appassionati del genere: un giro dei luoghi che hanno ispirato le magiche avventure, dalla George Heriot’s School, poi trasformata in Hogwarts fino al Greyfriars Kirkyard, cimitero in cui si trovano le tombe di Tom Riddle e Sirius Black.

The Real Mary King’s Close regala emozioni fuori dal tempo. È una visita guidata in costume nei sotterranei della città, in un quartiere sommerso sotto il centralissimo Royal Mile, che mantiene intatta l’atmosfera cupa e spettrale del XVII secolo.

Gli spiriti gotici potranno alloggiare al The Witchery, un edificio del XVII secolo che sembra un set di un film d’epoca, con i drappi rossi, i broccati d’oro, le antiche armature e la colazione servita rigorosamente al lume di candela.

E se dopo tanta magia hai bisogno di relax, non perdere l’occasione per fare yoga sulla cima dell’Arthur’s Seat: niente di meglio che un vulcano spento per ricaricare le energie.

Ti è venuta voglia di fare le valigie? Per saperne di più su Edimburgo e le sue attrazioni, visita il sito Visit Britain.

Castello di Edimburgo, Lothian, Scozia. ©Visit Britain

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Europa Notizie Portogallo Viaggi

Portogallo: stop al tampone, le nuove regole di viaggio

Anche il Portogallo, come l’Italia e non solo, ha allentato le restrizioni per i viaggiatori in entrata che possiedono il Green Pass da vaccinazione o guarigione. Il Paese lusitano, infatti, era stato il primo in Europa a inserire il tampone obbligatorio come requisito di ingresso (per tutti) durante la stagione natalizia. Ma a seguito delle raccomandazioni europee, è stato costretto a intervenire abolendo, in alcuni casi, il tampone per farvi accesso.

Le nuove regole di viaggio per il Portogallo Continentale

A partire dal giorno 7 febbraio, tutti i passeggeri di età pari o superiore ai 12 anni che fanno ingresso o che transitano in Portogallo devono presentare uno dei seguenti documenti:

  • Green Pass da guarigione o equivalente;
  • Certificato UE di vaccinazione completata da più di 14 giorni o equivalente (sono sufficienti due dosi);
  • Certificato di test molecolare negativo (NAAT) eseguito non più di 72 ore prima della partenza, oppure Certificato di test antigenico condotto non più di 24 ore prima del viaggio.

Obbligatorio, inoltre, compilare il modulo di localizzazione digitale (PLF) del Governo portoghese disponibile cliccando qui. Per eventuali verifiche della correttezza/completezza della documentazione (PLF + Certificati) prima del viaggio, si consiglia comunque di contattare la compagnia aerea con la quale si effettua il volo.

Chi raggiunge il Portogallo via terra deve presentare il certificato digitale Covid Ue nelle modalità di vaccinazione, test o recupero. Per chi viaggia via mare si applicano le stesse regole degli arrivi in aereo, compresa la compilazione – individuale  – del Passenger Locator Form che vi abbiamo lasciato sopra, entro le 96 ore antecedenti al viaggio.

Disposizioni per l’ingresso alle Azzorre

L’ingresso alle splendide Isole Azzorre è concesso per viaggi essenziali e non essenziali dietro presentazione di test molecolare (RT-PCR o equivalente test NAAT) effettuato 72 ore prima dell’imbarco, o test antigenico rapido fatto 48 ore prima del viaggio, ma solo per i non vaccinati. Per tutti gli altri basta il Green Pass da vaccinazione o guarigione.

I viaggiatori che lo necessitano possono fare il test gratuitamente all’arrivo e attendere il risultato in isolamento precauzionale (esito disponibile in 12 – 24 ore), mentre i bambini di età inferiore ai 12 anni non devono sottoporsi a tampone. Obbligatorio per tutti, inoltre, compilare preventivamente un questionario disponibile su questo sito.

Le regole di viaggio per Madeira

Madeira è considerata una delle isole più belle d’Europa. Per farvi accesso basta il Green Pass da guarigione o vaccinazione, oppure il risultato negativo di un molecolare effettuato 72 ore prima del viaggio o, in alternativa, un rapido fatto durante le 24 ore antecedenti la partenza.

Anche in questo caso è possibile effettuare il test all’arrivo e attendere l’esito in isolamento (risultato disponibile in 12 – 24 ore), o rispettare l’isolamento volontario, della durata di 10 giorni, presso il proprio domicilio o all’interno della struttura alberghiera prescelta. I bambini di età inferiore ai 12 anni non devono presentare l’esito del test e ogni viaggiatore è tenuto a registrarsi su questo sito.

Situazione epidemiologica nel Portogallo Continentale

In Portogallo è obbligatorio essere in possesso del Green Pass con prova di vaccinazione completa, recupero o esito negativo di un test molecolare o rapido per accedere a:

  • Strutture turistiche e strutture ricettive locali;
  • Ristoranti (a eccezione delle terrazze all’aperto);
  • Spettacoli culturali;
  • Eventi con posti riservati;
  • Palestre.

Più complicata la situazione per bar, club e grandi eventi. Per entrarvi, infatti, è necessario non solo avere un Green Pass da guarigione o vaccinazione completa, ma anche il risultato negativo di un tampone. Esentati dal test sono solo coloro che si sono sottoposti alla terza dose di vaccino contro il Covid-19. Necessaria la mascherina al chiuso e in tutti i luoghi in cui non è possibile mantenere il distanziamento sociale. Vige, infine, il divieto di consumo di bevande alcoliche per strada.

Situazione epidemiologica alle Azzorre e a Madeira

Ogni isola della Azzorre ha delle regole diverse in base alla condizione epidemiologica. Per maggiori informazioni vi lasciamo il sito di riferimento con le varie regole da seguire isola per isola.

Madeira prevede l’obbligo dell’uso della mascherina, a partire dai 6 anni di età, in spazi aperti o chiusi quando non è possibile il distanziamento fisico. Accesso a ristoranti, bar e simili, locali, palestre e attività sportive, culturali, sociali o ricreative sono concesse dietro presentazione del Green Pass da vaccinazione completa o guarigione, oppure il risultato negativo di un test rapido effettuato negli ultimi 7 giorni a proprie spese. I bambini al di sotto dei 5 anni sono esclusi da queste misure.

Cosa fare al rientro in Italia

Secondo la normativa vigente, in vigore fino al 15 marzo 2022, tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei quattordici giorni antecedenti all’ingresso in Italia in Portogallo devono:

  • compilare prima della partenza il Passenger Locator form e presentarlo a chiunque sia deputato ai controlli;
  • presentare Il Green Pass da vaccinazione o guarigione, o altra certificazione equipollente, in una delle seguenti lingue: italiana, inglese, francese, spagnola o tedesca. Oppure, essersi sottoposti a un tampone molecolare o antigenico effettuato prima dell’ingresso in Italia e il cui risultato sia negativo (tampone molecolare da effettuare nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, tampone antigenico da condurre nelle 48 ore precedenti il viaggio).

In caso di mancata presentazione dei documenti suddetti, è necessario mettersi in isolamento fiduciario per 5 giorni presso l’indirizzo indicato nel Passenger Locator Form con obbligo di eseguire, al termine dello stesso, un tampone molecolare o antigenico. È bene sapere, però, che ai soli fini dell’ingresso in Italia la validità del certificato digitale Ue di vaccinazione rimane prevista per 9 mesi, mentre all’interno del territorio nazionale vale 6 mesi con vaccinazione completa. Scadenza illimitata, invece, per tutti coloro che si sono sottoposti alla terza dose di vaccino. Per un approfondimento su tale argomento vi invitiamo a cliccare qui.

Infine, tutti i bambini di età inferiore ai 6 anni in ingresso in Italia sono sempre esentati dal tampone pre-partenza; gli stessi sono esonerati anche dall’isolamento fiduciario nel caso in cui il genitore accompagnatore con cui viaggiano non abbia questo obbligo.

I minori di età maggiore o uguale a 6 anni se in possesso di una certificazione verde Covid-19 di completamento di ciclo vaccinale con vaccino autorizzato da Ema o equipollente o di avvenuta guarigione, seguono la disciplina prevista per gli adulti.

Vi ricordiamo, tuttavia, che le regole di viaggio sono in continuo mutamento. Per questo motivo, prima di qualsiasi partenza o ritorno, è sempre bene visionare i siti istituzionali della destinazioni verso cui si è diretti, e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ViaggiareSicuri.

portogallo viaggio

Lagos, perla del Portogallo

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Curiosità Viaggi

Quanto costa volare in First Class come Chiara Ferragni

Chiara Ferragni è volata a New York dopo due anni di assenza dagli Stati Uniti. Così ha scritto in un post pubblicato durante il volo diretto nella Grande Mela. Un volo non di lusso, di più. La nota influencer (da 26,3 milioni di follower) che vanta un patrimonio stimato di 40 milioni di euro si è potuta tranquillamente permettere un viaggio che solo a pochi è concesso fare.

La Ferragni si è infatti imbarcata dall’aeroporto di Milano Malpensa a bordo di un Boeing 777-300ER Emirates e ha viaggiato niente meno che in First Class, nota per essere una delle più lussuose al mondo, premiata di recente anche ai World Travel Awards 2021.

Volare in First Class

La compagnia che batte bandiera dell’Emirato di Dubai è stata la prima ad aver creato delle vere e proprie suite a bordo dei propri aerei già nel 2003 e l’esperienza di lusso e privacy è stata migliorata e perfezionata nel corso degli anni. La Prima Classe è diventata così lussuosissima, passando da una semplice poltrona comoda, ampia e reclinabile, a una vera stanza privata dotata di ogni comfort.

Qui, il passeggero si sente come un re (nel caso di Chiara, una regina). Ognuno ha una propria suite con tanto di porta scorrevole per garantire la privacy (e in tempo di Covid anche il distanziamento). La poltrona di pelle si trasforma in un letto da cui guardare uno dei 4500 canali di intrattenimento su ice – Information Communication Entertainment – (dopo aver indossato il pigiama fornito dalla compagnia, fatto con fibre di aloe vera), ascoltare la musica con delle cuffie professionali con tecnologia di noise‑cancelling, farsi un drink dal minibar personale, prendersi cura di sé con i prodotti beauty firmati Byredo con formulazione ipoallergenica ed estratto di camomilla, e ordinare un pasto gourmet a scelta come se si fosse al ristorante e un Americano freddo o un Affogato, le ultime proposte della compagnia solo per chi vola in First.

Prima di atterrare, si può anche fare la doccia a 11mila metri di altitudine prenotando il proprio slot: un’assistente di volo addetta alla “shower” si occuperà tenerla sempre pulitissima e fornitissima di ogni prodotto firmato Bulgari (non sappiamo se la Ferragni l’abbia fatta perché non l’ha postato).

Quanto ha speso la Ferragni?

Simulando una prenotazione abbiamo visto che un volo andata e ritorno per New York City in First Class costa non meno di 6.000 euro. Non una follia per la Ferragni che, secondo i calcoli, guadagnerebbe circa 16mila euro al mese, senza contare le azioni e tutti gli extra che arrivano dagli sponsor, ma sicuramente per la maggior parte degli italiani.

E questa non è neanche la cifra più alta per l’imprenditrice digitale, che è solita noleggiare jet privati per sé e la sua famiglia, specie quando viaggia in Italia. Per andare negli Stati Uniti, forse anche per lei il costo sarebbe stato troppo elevato, tanto più che è andata da sola per motivi di lavoro, ma se avesse portato dietro tutta la famiglia, sorelle e fidanzati inclusi, forse le sarebbe convenuto.

Una compagnia sicura

Emirates è tornata a volare da Milano a New York lo scorso mese di dicembre. Sullo sfondo della pandemia, ha fatto da apripista per assicurare i clienti e creare fiducia nei viaggi. Tra i provvedimenti presi, è stata la prima compagnia a introdurre la copertura sanitaria di viaggio Covid-19 gratuita per tutti i clienti, a offrire rimborsi rapidi, a introdurre politiche di esenzione e riprenotazione dei voli. Oltre a protocolli di igiene migliorati, la compagnia emiratina ha anche lanciato diverse iniziative per migliorare la salute e la sicurezza e facilitare il viaggio dei passeggeri implementato lo IATA Travel Pass che velocizza i controlli pre-imbarco.

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La suite della First Class di Emirates

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Arcipelago Toscano Notizie Viaggi

Montecristo, l’isola leggendaria che vale un viaggio

Sarà per il tesoro che, dicono, si trovi ancora nascosto sull’isola, sarà per la fama di luogo selvaggio e incontaminato, fatto sta che Montecristo, nell’Arcipelago Toscano, suscita sempre un grande fascino.

Non stupisce, quindi, che siano in molti i curiosi che ogni anno desiderano visitarla. Non è possibile andarci sempre, ma solo con la bella stagione. L’isola di Montecristo apre ai visitatori a marzo (quest’anno il 19, giorno di San Giuseppe nonché Festa del papà) con un calendario di visite che termina il 25 settembre.

Cosa vedere sull’isola

L’isola di Montecristo è una delle più importanti per la tutela della biodiversità dell’Arcipelago Toscano e del Mar Tirreno, un luogo straordinario e fragile dal punto di vista ambientale, un vero e proprio santuario della natura la cui fruizione, da sempre contingentata, richiede il rispetto di specifiche regole comportamentali e modalità organizzative gestite dall’Ente parco e dai Carabinieri per la Biodiversità di Follonica.

Riconosciuta come Riserva naturale statale e Riserva naturale biogenetica, l’isola è inserita nel perimetro sia del Parco nazionale Arcipelago Toscano sia della Riserva della biosfera “Isole di Toscana” nell’ambito del Programma Man and the Biosphere (MAB) dell’Unesco, nonché nel Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos.

Montecristo è ancora un’isola selvaggia, forse l’ultima isola rimasta ancora intatta del Mar Mediterraneo, un luogo unico che ha bisogno di essere compreso, immaginando di fare un salto indietro nel tempo a quando si rispettava il potere della natura sull’uomo.

Il divieto di balneazione, qui, è assoluto. Per la particolare tranquillità del luogo e la presenza di acqua, piccole e grandi specie migratrici scelgono Montecristo come “zattera” per riposarsi e nutrirsi, per poi riprende il volo verso Nord o verso Sud.

La protezione per un miglio intorno all’isola garantisce anche la ricchezza e l’integrità della vita marina. Frequenti sono gli avvistamenti di balene e di altri cetacei, tanto che per le sue particolari caratteristiche, sembra che le acque di Montecristo siano frequentate dallo zifio, un rarissimo cetaceo simile al delfino.

I resti del Monastero di San Mamiliano, la Grotta del Santo con gli ex-voto e la Villa Reale adibita ad area museale, con gli edifici annessi, e i ruderi della Fortezza di Montecristo, sulla sommità del Monte della Fortezza, nel punto più alto dell’isola (645 metri), da cui è possibile avere un’ottima panoramica a 360 gradi, sono le uniche tracce della storia umana sull’isola. Tutto il resto è silenzio e natura.

Il tesoro di Montecristo

Non è solo una leggenda. Un tesoro, in effetti, l’isola lo celava davvero. Nel 2004, furono rinvenute delle monete d’oro nascoste sotto l’altare della chiesa di San Mamiliano a Sovana. Circa 500 pezzi di metallo prezioso databili agli imperatori Leone il Grande e Antemio Procopio, tra il 457 e il 474. Questo presunto era stato citato in alcuni documenti rinvenuti, uno scritto dal Granduca di Toscana Cosimo I nel XVI secolo e un altro in un testo della fine del secolo successivo.

La credenza legata alla presenza di un tesoro sull’isola era giunta sin all’orecchio di Alexandre Dumas che lo ispirò nella stesura del suo celebre romanzo “Il Conte di Montecristo“. È su quest’isola che il protagonista, Edmond Dantès, trova il leggendario tesoro della famiglia Spada, con il quale realizza la sua intricatissima vendetta.

Nessuno ha mai negato che sull’isola possa esserci qualche altro tesoro nascosto…

La leggenda dell’acqua maledetta

Forse per tenere lontani i cercatori di tesori o forse garantire l’isolamento a Montecristo, fatto sta che qui aleggia un’altra leggenda, questa volta terribile. Si dice infatti che l’acqua limpidissima che scorre nella bella stagione nel cosiddetto Fosso del Diavolo, a Nord Ovest dell’isola, procurerebbe la morte lenta e dolorosa a chi la beve. I visitatori sono invitati a portare con loro una borraccia piena già da casa…

La leggenda del drago

C’è un’altra leggenda legata a una grotta presente sull’isola di Montecristo. Secondo la tradizione, San Mamiliano, Vescovo di Palermo, per sfuggire ai Vandali, sarebbe approdato sull’isola portando con sé alcuni suoi seguaci e si sarebbe riparato all’interno di una grotta che, dagli abitanti dell’isola, fu individuata nei pressi del Monte Fortezza e chiamata grotta di San Mamiliano o anche grotta del Santo o grotta del Drago. Ed è proprio qui che il Santo avrebbe ucciso un drago, simbolo del paganesimo.

Sul luogo dell’uccisione del drago sarebbe sgorgata la sorgente d’acqua miracolosa tuttora esistente e, all’interno della grotta, numerosi ex-voto rappresentano ancora oggi la testimonianza del passaggio di generazioni e generazioni di pellegrini e di marinai.

Come prenotare la visita

La visita, organizzata dall’Ente parco nazionale Arcipelago Toscano, in accordo e con il supporto operativo del Reparto carabinieri biodiversità di Follonica, prevede la partenza da Piombino Marittima e lo scalo a Porto Azzurro sull’isola d’Elba. Solo in due casi – venerdì 17 giugno e venerdì 9 settembre – le partenze sono programmate con partenza e arrivo a Porto S. Stefano, con scalo all’isola del Giglio. Ogni data del calendario consente la visita a 75 persone. Il costo dell’escursione è di 130 euro a persona. I costi comprendono il trasporto marittimo a/r e il servizio guida. L’età minima dei partecipanti è di 12 anni. In caso di condizioni meteo avverse saranno proposte date di recupero.


Scarponcini da trekking

Per visitare l’isola di Montecristo bisogna partire con il piede giusto

Cosa sapere

Chi visita l’isola di Montecristo deve tenere presente che è assolutamente priva di servizi e che le escursioni sono piuttosto impegnative. Bisogna dunque pensare a un tipo di abbigliamento comodo e adeguato per le attività escursionistiche, zaino in spalla con acqua e pranzo al sacco, scarponcini da trekking con suola scolpita e, preferibilmente, caviglia alta. Le ottime guide del parco specializzate per la visita di quest’isola sapranno guidarvi nelle zone più belle e vi regaleranno emozioni indimenticabili.

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Le escursioni estive sull’Isola di Montecristo ©R. Ridi

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Lady Gaga litorali mare Notizie Viaggi

La spiaggia che ha fatto impazzire Lady Gaga. Un vero paradiso

Una story pubblicata da Lady Gaga su Instagram ha fatto fare a questa spiaggia il giro del mondo. E chi non ne aveva mai sentito parlare, dopo avere visto il video sul social ha già deciso quale sarà la prossima meta di viaggio: l’Australia.

La spiaggia meravigliosa si chiama Twilight Beach, la “spiaggia del crepuscolo”. Giusto per collocarla, si trova nei pressi della cittadina di Esperance, la città più famosa e più vicina a questo paradiso è Perth, nel Western Australia, che in realtà dista ben 700 chilometri. Se siete stati in Australia sapete bene che qui le distanze sono enormi e che per andare da una località all’altra bisogna calcolare sempre tempi molto lunghi.

Esperance si trova in una insenatura con uno dei panorami più incantevoli dell’Australia e con alcune delle spiagge più bianche e delle acque più limpide di tutto il Paese. E Twilight Bay, dove si trova la spiaggia citata da Lady Gaga, è una di queste, dove la sabbia bianchissima incontra acque turchesi.

Ma la sua particolarità, che poi è quella la rende anche una delle spiagge più belle del mondo, è data da alcune scogliere di granito rosa liscissimo che si gettano nel mare: è uno dei litorali più scenografici dell’Australia.

Questa parte di costa è attraversata da uno degli itinerari più spettacolari australiani, il Great Ocean Trail. Lungo 17 km e percorso ogni anno da tantissimi appassionati di trekking e di bicicletta (ma lo si può fare anche con la carrozzina), metà del sentiero si sviluppa proprio lungo la bellissima costa di Esperance.

Il resto del percorso s’inoltra nel bush fino a raggiungere il famoso Pink Lake, il lago rosa di acqua salata il cui color chewing gum è causato da un batterio che produce un pigmento proprio di questo color pastello.

La costa di Esperance regala paesaggi insoliti e unici al mondo. un’atra delle spiagge vicine, Lucky Bay, con una sabbia tra le più bianche dell’Australia. È famosissima per i canguri che vengono qui per sdraiarsi e scaldarsi al sole. Una scena che solo in questa parte d’Australia si può ammirare. Di fronte, nel mare, non è insolito avvistare i delfini che sguazzano nell’acqua trasparente.

In lontananza, le bellissime isole disabitate dell’arcipelago di Recherche, cento isolotti dove provare un’esperienza alla Robinson Crusoe. Qui si possono fare escursioni giornaliere o rimanere nella riserva naturale di Woody Island, dove le uniche attività sono passeggiare nel bush, nuotare, fare snorkeling e pescare. E osservare i piccoli wallaby saltellare qua e là.

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La spettacolare Twilight Beach nel Western Australia

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Viaggi Wanderlust

Il viaggio come rinascita: le esperienze da vivere

Gli ultimi due anni sono stati storicamente drammatici. A livello psicologico e fisiologico l’intera popolazione mondiale ha conosciuto picchi di stress mai visti. Il desiderio di evadere, staccare la spina e ricaricare le batterie, respirando positività e serenità è cresciuto. Per questo motivo i viaggi stanno assumendo sempre di più il connotato di esperienze di rigeneranti e rinnovatrici.

I weekend fuori porta stanno diventando dei piccoli ritiri spirituali, dei momenti in cui prendersi cura di sé, del benessere psicofisico. Ritrovare la calma, diminuire i livelli di ansia e prepararsi ad affrontare il rientro con una ritrovata energia e nuova consapevolezza.

Proprio a questo scopo aumentano esponenzialmente attività come lo yoga, la meditazione e la terapia. Ma non solo, percorsi benessere, spa, terme, escursioni nella natura, tutto ciò che può aiutare a riconnettersi con sé stessi a livello profondo è ricercatissimo. Ciò che davvero desidera la gente è mettere a tacere il cervello per qualche ora, staccarsi dal brusio di sottofondo che logora ogni giorno la serenità e ritrovare la luce. Ma come fare queste esperienze in concreto?

Ci vuole un po’ di forest-bathing

In Giappone questa pratica si chiama shinrin-yoku ma da noi è conosciuta come forest-bathing, che letteralmente significa “bagno nella foresta” e consente di attingere al potere terapeutico e taumaturgico degli alberi per migliorare il benessere psico-fisico. Il forest-bathing consiste nello spegnere il cellulare e camminare per almeno tre o quattro ore nel bosco, lasciandosi trasportare dai colori del paesaggio nelle diverse stagioni, ascoltando il silenzio della foresta per vivere un’esperienza immersiva e rigenerante nella natura per un viaggio-rinascita.

forest bathine viaggi rinascita

Una lunga camminata nel bosco per rigenerarsi

Sono numerosi i benefici che ne derivano, infatti, l’immersione nel bosco agisce sul sistema nervoso e immunitario, rafforzando le difese e riducendo il livello di stress grazie al naturale abbassamento del cortisolo. Di conseguenza, diminuirà la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e i livelli di zucchero nel sangue, alleviando così le sensazioni negative come stanchezza e nervosismo. In Italia tra i luoghi migliori per praticare forest-bathing ci sono:

  • Sentiero dei Giganti e Sentiero del Respiro degli Alberi, Trentino
  • Parco della Maremma, Toscana
  • Wood Walks, Parco Nazionale d’Abruzzo
  • Parco Nazionale del Circeo, Lazio
  • Riserva Naturale Orientata del Bosco di Malabotta, Sicilia
  • Riserva Naturale I Giganti della Sila, Calabria
  • Riserva Mab, Molise

Godetevi le terme naturali

Le terme hanno un grande potere rilassante, oltre ad offrire diverse benefici a livello di salute, grazie alle proprietà della loro acqua. Non stiamo parlando però di spa e centri benessere, ma di veri e propri tesori della natura. Le terme naturali, anche chiamate terme gratuite, sono vasche di acqua termale che sgorga naturalmente dalla terra. Delle vere e proprie spa accessibili a tutti che consentono di godersi il benessere immersi nel panorama, per stare meglio con sé stessi. Ecco le più famose d’Italia:

  • Vasca Leonardo da Vinci, Lombardia
  • Bagni di San Filippo, Toscana
  • Terme del Bullicame, Lazio
  • Terme di Sorgeto, Campania
  • Grotta delle Ninfe, Calabria
  • Terme di Vulcano, Sicilia
terme naturali

Un bagno nelle bellissime terme di Saturnia

I viaggi rigeneranti sono ormai un trend in salita, fare forest-bathing ed accedere alle terme naturali sono attività con dei costi ridotti per altro. Se siete appassionati di yoga dovete segnarvi anche il Festival dello Yoga a Milano tra le tappe salienti dei vostri momenti di rinascita.

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Notizie Viaggi

Meravigliosa è la Luna della neve: lo spettacolo nel cielo

Nonostante il freddo e il clima cupo dell’inverno, il cielo ci regala spettacoli magnifici e ricchi di magia. Infatti, si avvicina la seconda Luna piena del 2022, la famosa Luna della neve. Dopo questi giorni di Luna crescente, il plenilunio si verificherà il prossimo mercoledì 16 febbraio. Ma non si tratta di una plenilunio come gli altri, ma un evento speciale e ricco di atmosfera. La Luna piena di febbraio ha questo particolare nome datole dai nativi del nord America per la sua concomitanza con uno dei mesi più freddi dell’anno.

Per ammirare le Luna delle neve vi basterà rivolgere gli occhi al cielo e ammirare il chiarore luminoso del satellite che rischiara il buio invernale. Il momento di massima illuminazione sarà nel pomeriggio di mercoledì, alle 17.56. Correte fuori dall’ufficio, aprite la finestra e regalatevi un’immagine suggestiva e rilassante, per concludere la giornata con un momento di magia.

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La bellezza del plenilunio che si riflette sul mare

L’origine del nome della Luna della neve

Come dicevamo, il nome deriva dalla tradizione dei nativi del nord America che associano la al mese più rigido della stagione la magia della luce di questa Luna. Ma non solo freddo e inverno, secondo le popolazioni Hopi la Luna piena del mese di febbraio è conosciuta anche come la Luna della Purificazione e del Rinnovamento. Questo perché si tratta proprio della prima Luna piena dell’anno secondo il calendario lunare. Un evento che non solo stupisce per la sua bellezza, ma secondo la tradizione porta con sé nuova vita, rinnovata energia e l’inizio di un anno nuovo.

Le tradizione e le leggende

In realtà la Luna di Neve non era stata notata soltanto dagli indigeni americani. A quanto pare, anche i Celti avevano costruito delle leggende intorno ad essa. Infatti, la chiamavano infatti la Luna di ghiaccio, ma in realtà questo plenilunio spettacolare ha ricevuto anche nomi più sinistri da altri popoli e tribù. Ad esempio, la Luna ossea, nome dato dalla tribù dei Cherokee perché a questo punto le scorte di cibo invernali erano diminuite e la caccia scarseggiava, al punto tale che le persone dovevano digiunare oppure rosicchiare ossa e cucinare zuppa di midollo osseo per sopravvivere.

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Potete ammirare la Luna della neve mercoledì 16 febbraio

Il suo fascino ha colpito anche gli occhi di altre popolazioni antiche. Ad esempio, tribù dell’Asia orientale che associavano la Luna piena di neve a nuovi inizi, investendola di energia positiva e grandi aspettative. Gli antichi cinesi, ad esempio, la chiamavano Luna che sboccia.

Insomma, questa Luna piena, che per le culture occidentali ha significati profondi e soprattutto legati all’inverno, al freddo e alle scorte di cibo, e alla sopravvivenza. Però ha significati diversi in altre culture. Per esempio è il segno della Māgha Pūjā, un’importante festa buddista che celebra Buddha intento a raccogliere i suoi primi 1.250 discepoli.

E nel 2022? Che significato possiamo dare a questa Luna della Neve così magnifica e luminosa? Forse la speranza che porti davvero rinnovamento e positività, per l’inizio di una nuovo momento storico, più sereno e sicuro. Oppure, rappresenterà semplicemente un faro di luce pura e candida nel buio del freddo invernale, in senso metaforico e letterale.

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Notizie Viaggi

‘Promadic travel’, cos’è e perché sta spopolando

In questi ultimi due anni caratterizzati da divieti e restrizioni imposti dall’emergenza sanitaria i globetrotter hanno avuto tanto tempo per riflettere su come vorrebbero viaggiare in futuro. E la tendenza emergente è quella del cosiddetto “Promadic travel”. Un termine che presto sentirete ripetere spesso, e che prova a rispondere ai nuovi bisogni del turismo post-pandemico. Siamo pronti a svelarvi di cosa si tratta.

Cos’è il “Promadic travel”

Dall’arrivo della pandemia, i viaggiatori, in particolare quelli della generazione X, i Millennials e la generazione Z (tra cui sta spopolando il turismo di nicchia), che non hanno mai conosciuto un mondo senza una crisi climatica in corso, hanno iniziato a mettere in discussione le loro azioni e decisioni di viaggio, mostrandosi sempre più aperti a un approccio alternativo ed eco-consapevole.

Coniato da ‘Design Hotels’ dopo uno studio di un anno su questa attitudine emergente, condotto insieme alla società di consulenza The Future Laboratory, il termine “Promadic Travel” sta ad indicare un viaggiatore che non vede se stesso come un semplice consumatore, bensì come un “game changer”, ossia come qualcuno che viaggia per portare valore ai territori e alle comunità che visita.

“Promad” deriva da “Progressive nomad” (ossia “nomade progressista”), una categoria di turisti più consapevoli che mai dell’impatto dei propri viaggi sull’ambiente, guidati dall’idea che una vacanza verso la destinazione prescelta debba tendere a favorire un senso di progresso personale, senza mettere a repentaglio la salute del pianeta.

Si tratta anche di abbracciare le nuove tecnologie, le innovazioni e i grandi temi sociali e ambientali che ci riguardano, tra cui le problematiche legate all’overtourism (o sovraturismo). I cosiddetti “Promad” cercano l’illuminazione, la semplicità, la comprensione e la crescita mentre si godono le comodità e la flessibilità che la tecnologia può fornire alle loro esperienze di prenotazione, viaggio e alloggio. In poche parole, non si tratta di dove andare, ma del perché andarci.

Come si spostano i viaggiatori “Promad”

Questa tendenza ha evidenziato il desiderio dei viaggiatori di avventurarsi verso mete più remote per esplorare luoghi meno conosciuti e sfuggire alla folla, godendosi appieno ogni istante e vivendo esperienze più autentiche. Le generazioni più giovani stanno anche optando per modi più ecologici per spostarsi da un posto all’altro. Preferiscono, ad esempio, evitare gli spostamenti in aereo, per ridurre l’impatto ambientale, sostituendoli con i viaggi in treno o per mare.

Legata alla sostenibilità, è la tendenza dei viaggiatori a supportare concretamente le comunità che li ospitano, con la speranza che i propri investimenti in loco vengano poi messi a frutto attraverso azioni a sussidio della destinazione e di chi ci vive. Attualmente, diverse città d’arte stanno soffrendo per gli effetti del turismo di massa, il che ha spinto le amministrazioni a prendere provvedimenti per arginare i flussi turistici, come nel caso di Venezia. Intanto in Francia, l’iniziativa “Enlarge Your Paris” vuole sensibilizzare i visitatori a scoprire anche le attrazioni più trascurate e meno conosciute della Grande Parigi.

Questa nuova ondata di viaggiatori consapevoli sta avendo un impatto anche sugli hotel e sul modo in cui gli alberghi offrono servizi ai propri ospiti. Vediamo, così, alcune strutture promuovere pacchetti che affiancano al soggiorno esperienze uniche, contando sull’appoggio delle comunità locali. I Promad guardano anche al cibo che consumano, sostenendo chi adotta un approccio “dalla fattoria alla tavola”.

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Il villaggio d’epoca italiano dove il tempo si è fermato

C’è un luogo, da qualche parte nel nord del nostro Paese, che non assomiglia a nulla di tutto ciò che abbiamo visto durante i nostri viaggi in Italia. Le case, gli edifici e persino le strade che si percorrono a piedi sembrano catapultarci in un’altra realtà che non ha niente a che fare, né per architettura né per atmosfera, con ii luoghi che abitiamo. Eppure ci troviamo proprio nello Stivale, e più precisamente alle porte di Torino.

Benvenuti nel villaggio Leumann

Il villaggio Leumann è un quartiere situato nel comune di Collegno, alle porte del capoluogo del Piemonte. Le sue origini risalgono negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento quando l’imprenditore svizzero Napoleone Leumann scelse di costruire questo quartiere residenziale per i lavoratori del suo cotonificio.

Il progetto fu affidato all’ingegnere Pietro Fenoglio che costruì un quartiere operaio secondo i dettami dello stile liberty integrandolo perfettamente nell’area urbana circostante. Su una superficie di oltre 60000 metri quadrati vennero eretti più di 60 edifici dotati di oltre 100 alloggi.

Villaggio Leumann

Villaggio Leumann

La chiusura del cotonificio di Leumann negli anni ’70 dello scorso secolo, sembrava aver segnato per sempre il destino del villaggio, dato che veniva a mancare lo scopo per cui questo era stato creato. E invece gli immobili entrarono a far parte delle proprietà del comune di Collegno che si occupò di preservare la bellezza e la particolarità del quartiere.

Alcune case sono state riassegnate secondo le norme dell’edilizia residenziale pubblica mentre in altre sono rimasti gli ex operai, ai dirigenti e agli impiegati della fabbrica.

Un viaggio indietro nel tempo alle porte di Torino

La fermata dell’autobus Leumann, dove arriva la linea 33 e dove troviamo l’omonima stazione, suggerisce che il viaggio in un’altra epoca sta per cominciare. Il villaggio, oggi, risplende in tutto il suo splendore antico grazie ai numerosi lavori di restauro che si sono susseguiti nel tempo.

Chiesa di Santa Elisabetta, Villaggio Leumann

Chiesa di Santa Elisabetta, Villaggio Leumann

Una passeggiata all’interno del quartiere catapulta i viaggiatori indietro nel tempo, in un luogo meraviglioso che conserva la storia e la cultura di un secolo passato. Tutto qui è mantenuto a misura d’uomo, proprio come volle l’imprenditore ai tempi. Camminando tra le vie è possibile scorgere la stazione d’epoca Torino – Rivoli, la deliziosa Chiesa di Santa Elisabetta, emblema di uno stile eclettico e meraviglioso, e la vecchia scuola elementare frequentata dai figli degli ex operai.

Tantissimi, poi, gli edifici e le case in stile liberty che fanno da cornice a questa atmosfera magica e sospesa nel tempo. Molti sono anche i rimandi all’atmosfera degli incantati villaggi svizzeri, e quindi di Leumann, come le decorazioni delle finestre e i tagli dei tetti.

Vicino ad alcune strutture è possibile scorgere delle targhe che raccontano la loro storia. Non mancano poi le villette con i giardini e i negozi.

Per raccontare la grande bellezza di un luogo che è stato preservato per anni alla stregua di un tesoro prezioso, vengono organizzate tantissime iniziative culturali con l’obiettivo di promuovere il villaggio da fiaba e tramandare la sua storia, oggi e per sempre.

Chiesa di Santa Elisabetta, Villaggio Leumann

Villaggio Leumann

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Tornare bambini nella terra dei Puffi

Un rapido sguardo sui social network, piuttosto che alle guide di viaggio, ci suggerisce cosa fare e cosa vedere nella capitale del Belgio. A Bruxelles è obbligatorio fermarsi a la Grand Place, considerata una delle piazze più belle del mondo, nonché Patrimonio Mondiale dell’Unesco, per poi ammirare l’Hotel de la Ville, con San Michele che domina la città dall’alto.

Si va al Parco Heysel, per ammirare l’Atomium, il monumento d’acciaio costruito in occasione per l’Esposizione Internazionale del 1958. E poi, ancora, a passeggiare per le stradine e le viuzze dell’Ilot Sacrè, il quadrilatero nel cuore della città che ospita negozi, caffetterie, ristoranti e botteghe dolciarie. Per ultimo, non per importanza s’intende, ci si reca al Manneken pis, la fontana in bronzo che raffigura un bambino intento a fare pipì, diventata il simbolo della capitale belga.

C’è una cosa che però molti viaggiatori dimenticano quando visitano la città, o che ignorano, abbagliati dall’aspetto più serioso di quella capitale che è anche sede dell’Unione Europea e della NATO. Sì perché in realtà, Bruxelles, è un luogo estremamente divertente dove si può tornare bambini, insieme ai Puffi.

Bruxelles 1958: così nascono i Puffi

È una storia d’amore destinata a durare per l’eternità, quella tra la capitale del Belgio e i Puffi. Sì perché quelle piccole creature blu che hanno tenuto compagnia a diverse generazioni sono nate proprio qui. Era il 1958 quando Peyo, al secolo Pierre Culliford, creò le prime avventure di questi bizzarri e iconici personaggi. Insieme a loro anche il villaggio, la foresta magica, Gargamella e il suo malvagio Birba, tutti nati nello studio di Bruxelles di Peyo.

Per i lettori è stato amore a prima vista e da quel momento i Puffi non hanno mai più lasciato il posto che si sono conquistati e, anzi, sono diventati fumetti, cartoni animati e poi ancora film, pronti a intrattenere grandi e bambini. Oggi, i Puffi, sono anche i protagonisti dei passaporti belgi.

Sulle orme dei Puffi in città

La caccia ai Puffi, quindi, non può che iniziare proprio da Bruxelles. Non possiamo promettervi di avvistarli mentre camminano o si nascondono tra le strade, ma possiamo dirvi che ci sono alcuni luoghi dove la fantasia può raggiungere il loro villaggio.

A pochi metri dalla statua di Don Quijote e Sancho Panza, in Plaza de España, troviamo il negozio ufficiale dei Puffi dove gli appassionati troveranno una sorta di Eden dello shopping.

A Rue Marché aux Herbes, accanto alla Galleria Horta della Gare Centrale, è presente una statua dei Puffi che raggiunge un’altezza di 4,80 metri e il peso di una tonnellata. Si tratta di un Puffo collocandolo sopra un fungo. Impossibile non mettersi accanto a lui per scattare un selfie.

Sul soffitto del Carrefour de l’Europe, invece, un grande murale racconta una delle tante avventure dei Puffi. Fermatevi a guardarlo attentamente per individuare tutti i riferimenti alla capitale del Belgio.

Infine, situato in Rue des Sables/Zabelstraat 20, nel cuore della città troviamo la Casa del Fumetto all’interno del quale è possibile ammirare le tavole originali dei fumetti e la riproduzione della gabbia nella quale Gargamella ha imprigionato il primo Puffo.