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I trucchetti dei no vax per viaggiare in aereo

Nonostante le vigenti restrizioni sugli spostamenti sul territorio italiano, alcune persone non vaccinate avrebbero trovato il modo di volare tra una città e l’altra della nostra Penisola pur non essendo in possesso del Super Green Pass, diventato fondamentale per muoversi nei confini nazionali. Eppure, tecnicamente si tratta di viaggi legali, in base a una sorta di ‘scorciatoia’ normativa dell’ultima ordinanza, che permette di spostarsi in aereo nelle tratte internazionali senza certificato verde che attesti l’avvenuta vaccinazione o la guarigione dal Covid-19, ma col solo risultato negativo di un tampone antigenico o molecolare.

A dare la notizia è stato il Corriere della Sera, dopo aver appreso di questo ‘stratagemma’ da diverse fonti aeroportuali italiane e dal personale delle compagnie aeree. In pratica, i passeggeri non vaccinati che voglio prendere un aereo ricorrono a triangolazioni, scali all’estero e voli low cost.

Super Green Pass: le regole per spostarsi in Italia

Dal 10 gennaio, come sappiamo, è obbligatorio essere vaccinati, oppure essere guariti dal Covid-19, per diverse attività, tra cui viaggiare sui mezzi di trasporto di trasporto pubblico sul territorio nazionale, ossia: aerei per voli nazionali, treni sul territorio nazionale, navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale, autobus, funivie, cabinovie, seggiovie. Sono esenti dall’obbligo del Super Green Pass i minori di 12 anni e i soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica.

L’obbligo di presentare la certificazione rafforzata non si applica ai voli internazionali, ma solo a quelli che collegano le città italiane. Chi effettua un transito in Italia, provenendo dall’estero e con destinazione fuori dal nostro Paese, non deve, invece, essere necessariamente in possesso di un Super Green Pass.

Per le rotte internazionali, il viaggiatore deve seguire le regole del Paese di destinazione. Inoltre, nel caso in cui l’ingresso in Italia avvenga senza la presentazione di una delle certificazioni (vaccinazione, guarigione), il viaggiatore deve presentare al vettore, al momento dell’imbarco, e a chiunque sia preposto a effettuare i controlli, il risultato negativo di un test antigenico rapido o molecolare. Dopodiché, ha l’obbligo di sottoporsi a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per un periodo di cinque giorni, al termine del quale effettuare un altro test molecolare o antigenico. Tuttavia, stando a quanto riportato dal Corriere, nessuno controllerebbe, per cui accade che in molti non fanno né la mini-quarantena né il test.

Le rotte dei no vax italiani

I viaggi delle persone non vaccinate e senza Super Green Pass sarebbero più tortuosi ma più economici, grazie alla connettività offerta dalle compagnie low cost. Tra le triangolazioni più gettonate, ci sarebbero Milano-Barcellona-Cagliari, Milano-Parigi-Catania e Milano-Bari passando per l’Ungheria. Una volta giunti in Italia, i passeggeri sprovvisti di certificazione che attesti la vaccinazione o la guarigione, dovrebbero sottoporsi a isolamento fiduciario. Tuttavia, come detto, il sistema dei controlli non sarebbe in grado di tracciare tutti.

Viaggi in Europa: le nuove regole

Nel frattempo, il Consiglio Ue ha deciso di abbandonare il sistema basato sulle mappe del contagio, sino a oggi considerato il criterio principale per definire le aree più colpite dalla pandemia, sottoposte a maggiori misure di contenimento, favorendo invece un approccio legato alla persona. Ciò significa che, dal primo febbraio, per gli spostamenti in Europa, i viaggiatori in possesso di Green Pass valido non dovranno essere soggetti a ulteriori restrizioni, come l’obbligo di presentare il risultato di un tampone negativo o di sottoporsi a quarantena.

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Disneyland Paris compie 30 anni: tutte le novità

Era l’aprile del 1992 quando Euro Disney apriva per la prima volta i battenti. Oggi, a distanza di trent’anni, Disneyland Paris è ancora il parco a tema più visitato d’Europa. Il segreto del suo successo è molto semplice: il suo continuo stupire gli ospiti che lo visitano e ci tornano più e più volte.

Quest’anno, in occasione del 30° anniversario, poi, sarà più sorprendente che mai. Tantissime sono le novità che i visitatori troveranno nel parco alle porte di Parigi. Non si potrà fare a meno di strabuzzare gli occhi, di commuoversi e di assistere a show incredibili mai visti prima. Ecco cosa dobbiamo aspettarci se decidiamo di andare a Disneyland Paris.

Le novità per i 30 anni di Disneyland Paris

A partire dal prossimo 6 marzo, a Disneyland Paris inizia un fitto programma di nuovi eventi. Che si visiti il parco in giornata o si decida di soggiornare in uno dei sette hotel del parco, l’esperienza sarà memorabile. Tutte le zone più frequentate del parco, dai gazebo alla Main Street Station fin tutto il villaggio Disney cambieranno completamente look, con una nuova illuminazione iridescente e tantissime luci al neon. Sarà come entrare in un nuovo parco.

Gli incredibili show

Per quanto riguarda gli spettacoli, ci sarà uno show “Disney Illuminations” completamente rinnovato, con suoni e luci coinvolgenti e con un’inedita esibizione di 200 droni che disegneranno nel cielo i trent’anni di anniversario del parco. Ma l’evento sarà anticipato da un pre-show “Disney D-Light” al calar della sera, con getti d’acqua, fumi, effetti luminosi e le più famose musiche della Disney. Ci sarà anche uno spettacolo diurno, “Dream… and Shine Brighter!” con Topolino e tutti i suoi amici per un totale di 30 personaggi che sfileranno nei loro abiti nuovi di zecca. Naturalmente, merito del grande successo degli show di Disneyland è la location: il Castello della Bella addormentata, che ha subìto un completo restyling durato un anno e che s’illumina con meravigliosi videomapping.

Nel corso dell’anno ci saranno altri nuovi spettacoli: “Mickey and the Magician” che inizierà a partire dalla prossima primavera-estate 2022, “Disney Junior Dream Factory” e “Disney Stars on Parade” che è ripreso già a gennaio dopo due anni di stop a causa della pandemia.

Nuovi costumi per Topolino, Minnie & co.

Per festeggiare i 30 anni del parco, i personaggi indosseranno nuovi abiti tutti luccicanti e molto sfarzosi, fatti di glitter e di tessuti traslucenti. Sarà una festa per tutti, primi fra tutti Topolino e i suoi amici, che accoglieranno gli ospiti in una veste completamente rinnovata.

Per quest’occasione, la stilista Stella McCartney ha disegnato un outfit esclusivo per Minnie, che indosserà un tailleur pantalone stile smoking blu (la presentazione è stata fatta nella settimana della moda parigina).

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I nuovi costumi di Minnie e Topolino

Una nuova colonna sonora

Per l’anniversario è stata composta anche una nuova canzone, “Un monde qui s’illumine”, con una musica electro-dance che piacerà non soltanto ai bambini ma anche ai loro genitori. La musica è stata realizzata da un’orchestra sinfonica e registrata agli Abbey Road Studios di Londra. Una sorta di jingle, una colonna sonora di Disneyland Paris, che tutti quanti canteranno per giorni, anche una volta tornati a casa.

Apre l’Avengers Campus

L’apertura del nuovo ambiente targato Marvel è prevista per l’estate 2022. E sarà un’attrazione pazzesca. Il nuovo Avangers Campus fa parte del progetto di trasformazione del Walt Disney Studios Park, iniziata con l’inaugurazione dell’Hotel New York – The Art of Marvel avvenuta già nel 2021. Ci saranno divertimenti dedicati ad Iron Man, un rollercoaster da urlo che prenderà il posto del Rock’n’Roller Coaster, e a Spider-Man.

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Il nuovo Avangers Campus sarà una grande sorpresa per Disneyland Paris

Naturalmente a corredo non mancheranno ristoranti a tema e negozi di souvenir e un punto d’incontro dove gli ospiti potranno vedere dal vivo i personaggi, anche i più recenti come Doctor Strange, Ant-Man and the Wasp, Star Lord, Gamora, Groot, Black Widow, Black Panther e Thor: un vero e proprio campus di supereroi, insomma. Tutto il campus sarà immerso in un parco con tante piante.

I Giardini delle meraviglie

La svolta green di Disneyland Paris avrà il suo culmine nei nuovi Gardens of Wonder, i giardini delle meraviglie, dieci nuovi spazi verdi tematici, uno diverso dall’altro, ubicati di fronte al Castello della Bella Addormentata. Ospiteranno 30 opere d’arte e sculture animate dei personaggi Disney e Pixar, dalle principesse ai cattivi, che prenderanno vita. Per esempio, il Giardino dell’Asia comprenderà sculture di personaggi come Baymax (di “Big Hero 6”), Mushu (dal film “Mulan”) e Sisu (da “Raya e l’ultimo drago”). Saranno anche luoghi dove gli ospiti potranno passeggiare e le famiglie sostare per riposarsi dalle tante emozioni.

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Un rendering dei nuovi Giardini delle meraviglie

Creazioni speciali per il 30° anniversario

Solo quest’anno a Disneyland Paris si potranno trovare alcuni oggetti o specialità gastronomiche studiate appositamente per l’anniversario. Oltre ai nuovi menu nei ristoranti del parco, imperdibili saranno i macaron del 30° anniversario, la torta di cioccolato bianco e fragole servita sotto una cupola dal nome “Le Bouquet final” ideata dalla pasticceria di Disneyland, Les Délices de Minnie. E poi ci saranno da provare l’esclusivo Happy Birthday Cocktail, lo “Smoothie with a twist” fatto di crema di mirtilli, cocco e banana e l’“Enchanted Flute” di colore blu.

I 63 negozi all’interno di Disneyland Paris esporranno una serie limitata di 350 gadget e merchandising dedicati all’anniversario dei trent’anni. Dalle T-shirt (inclusa quella in edizione limitata disegnata da Stella McCartney a tema Minnie che sarà in vendita solo online il giorno della Festa della Donna, l’8 marzo) alle fasce per i capelli, dai peluche alle tazze (se siete già stati a Disneyland Paris sapete di cosa stiamo parlando), e molti ne arriveranno durante tutto il corso dell’anno. Come la linea dedicata al film “Fantasia” disegnata anch’essa da Stella McCartney che uscirà a primavera.

Per l’anno prossimo sono previste altre novità. Non vogliamo spoilerarvi né anticiparvi nulla per non rovinarvi la sorpresa. Iniziate a godervi tutto ciò che vi offirà Disneyland Paris quest’anno.

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Le creazioni gastronomiche per il 30° anniversario

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Viaggi più ‘liberi’ in Ue: cambiano le regole

Cambiano ancora le regole per viaggiare e la buona notizia è che ci si potrà spostare nei Paesi dell’Unione Europea con meno restrizioni. Il Consiglio Ue ha, infatti, deciso di abbandonare il sistema basato sulle mappe del contagio, sino a oggi considerato il criterio principale per definire le aree più colpite dalla pandemia, sottoposte a maggiori misure di contenimento, favorendo invece un approccio legato alla persona. Ecco cosa cambia dal 1° febbraio.

Green Pass e restrizioni: le novità

Come vi avevamo già preannunciato, nei giorni scorsi da Bruxelles si è lavorato per dar vita a una nuova normativa per gli spostamenti tra i Paesi membri che fosse univoca. Alla fine, si è arrivati a una decisione che punta a cambiare le regole di viaggio: si passerà da un regime di restrizioni basato sull’area di provenienza a uno fondato sulla persona e sul suo stato di protezione dal Covid-19, come proposto dalla Commissione europea prima che arrivasse la nuova ondata provocata dalle varianti Delta e Omicron (con le conseguenti misure imposte da alcuni Paesi). Fatta eccezione per le aree in cui il virus sta circolando a livelli molto elevati.

Ciò significa che, per gli spostamenti in Europa, i viaggiatori in possesso di Green Pass valido non dovranno essere soggetti a ulteriori restrizioni di circolazione, come l’obbligo di presentare il risultato di un tampone negativo o di sottoporsi a quarantena. Tali disposizioni non dipenderanno più dalla provenienza geografica dei viaggiatori, ma varrà lo stato di vaccinazione, il test anti-Covid o la guarigione dal coronavirus.

Cosa cambia dal primo febbraio

I Paesi Ue – tra cui anche l’Italia – che impongono il tampone al rientro, sono invitati a rivedere le misure di contenimento del virus. Come detto, la nuova raccomandazione del Consiglio entrerà in vigore il 1° febbraio 2022, ossia lo stesso giorno in cui si modificherà il regolamento sul certificato di vaccinazione a livello europeo, che sarà valido se sono passati almeno 14 giorni e non più di 270 giorni (9 mesi) dall’ultima dose del primo ciclo vaccinale (con un vaccino autorizzato in Ue) o se la persona ha ricevuto il booster.

Per considerare valido il certificato di test, invece, bisogna che il molecolare (Pcr) sia stato fatto non oltre 72 ore prima del viaggio e l’antigenico (rapido) non oltre 24 ore prima. Il certificato di guarigione, infine, è valido se non sono passati più di 180 giorni dalla data del test positivo. Alle persone che non sono in possesso del Green Pass, potrebbe essere richiesto di fare un test prima dell’arrivo o non oltre 24 ore dopo. Dovrebbero essere esentati i viaggiatori essenziali, i pendolari transfrontalieri e i bambini sotto i 12 anni.

Stando a quanto sottolineato dai commissari europei Stella Kyriakides e Didier Reynder: “Ciascuno Stato membro decide in base alle circostanze che si trova ad affrontare. La variante Omicron si è ormai diffusa in tutta Europa ed è giunto il momento di valutare l’interruzione delle misure di viaggio supplementari introdotte da alcuni Stati membri nelle ultime settimane, che hanno reso i viaggi nell’Ue più complicati e meno pianificabili. Invitiamo ora tutti gli Stati ad attuare rapidamente le norme comuni per garantire coordinamento e chiarezza per i nostri cittadini e per i viaggiatori”.

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Nel Salento è stata fatta una scoperta sensazionale

Potrebbe essere nel nostro Salento l’approdo di Enea. Sulle rive del Mare Adriatico sta venendo alla luce un vero tesoro. Secondo il team di archeologi, capitanato dal professor Francesco D’Andria che sta effettuando gli scavi, ci sarebbero molti punti in comune con quando descritto da Virgilio nell’”Eneide”: “Un porto dominato da un alto promontorio con un maestoso tempio sulla sommità consacrato alla dea Minerva”. E questo punto, forse, è stato individuato.

Siamo a Castro Marina, in provincia di Lecce, una zona già nota per la sua conformazione naturale unica, fatta di tante grotte naturali, tra cui la celebre grotta Zinzulusa (quella nominata da Checco Zalone nel video di “La vacinada” con Helen Mirren).

Da oltre vent’anni si scava in questa zona dopo il ritrovamento di un santuario, con altare e una grande statua dedicata a Minerva. Secondo le rilevazioni geofisiche fatte dagli esperti del CNR, sotto un terreno privato ampio all’incirca 300 metri quadrati si celerebbe una grande piattaforma di blocchi e proprio lì potrebbero essere rimaste nascoste per secoli le vestigia di un grande tempio di Atena.

Ma non è tutto. Sarebbe già stata individuata anche un’altra statua “colossale” oltre a quella preromana di Minerva, alta tre metri. I frammenti dicono che potrebbe trattarsi di una divinità che indossa un elmo frigio e quindi di origine troiana. Si rafforzerebbe, dunque, la teoria secondo la quale Castro sia il luogo dell’approdo di Enea, così come narrato da Virgilio. E sarebbe quindi in Italia. E non ci sarebbe da stupirsi.

Castro, un luogo antichissimo

Del resto, questa zona salentina era abitata fin dall’età del Bronzo. Durante alcuni lavori stradali sono state rinvenute alcune antiche sepolture che dimostrano che la vita, qui, si svolgeva normalmente sin dall’antichità.

Essendo una città con affaccio sul mare, sia in epoca ellenistica – quando si chiamava Athenaion e vi si estraeva la pietra per costruire acropoli e monumenti – sia in epoca romana (Castrum Minervae ovvero “accampamento” o “castello”) quando si iniziò a costruire il porto – sia in quella medievale, quando divenne un importante centro di comunicazione poiché si trova all’ingresso dell’Adriatico, ha avuto sempre una valenza storica molto importante.

Basta soffermarsi sulla sua posizione geografica per comprendere quanto la sua vicinanza con l’isola greca di Corfù, che nelle giornate limpide è visibile a occhio nudo, fosse ridotta. Vicina alla Grecia e con tutte le caratteristiche descritte da Virgilio (porto + alto promontorio + maestoso tempio sulla sommità + dea Minerva) Castro corrisponderebbe alla perfezione al famoso approdo di Enea quello della guerra di Troia e che, secondo Virgilio, fuggì e, dopo lunghe peregrinazioni, approdò sulle sponde di una terra che finora si credeva fosse il Lazio. Invece sarebbe la Puglia. E ciò cambierebbe radicalmente tutta la storia e ciò che abbiamo creduto finora.

Cosa vedere a Castro

La città di Castro, lungo la costa orientale della penisola salentina, oggi conta poco più di 2mila abitanti. Il Comune è formato dall’abitato principale, di origine medievale, collocato su un promontorio a 98 metri sul livello del mare, e dalla parte bassa, quella di Castro Marina, costruita attorno al porto.

Lo sviluppo di Castro come città turistica è iniziato negli Anni ’20 del Novecento quando sorsero i primi alberghi, pensioni e anche una sala da ballo. Fu poi durante il regime fascista che vennero tracciate le strade litoranee e inaugurato un nuovo porto, con piazze e giardini e belle abitazioni per le famiglie benestanti dell’epoca mentre, a partire dagli Anni ’60, con il maggiore benessere sociale si è assistito a un boom edilizio e allo sviluppo del turismo che, ancora oggi, è la prima fonte economica per Castro.

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Il porto di Castro Marina in Puglia

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Viaggi nel Regno Unito, il calendario della revoca delle restrizioni

Possiamo definirlo come “il Paese più aperto d’Europa“. Parliamo del Regno Unito, che di giorno in giorno va verso la totale eliminazione delle limitazioni Covid e la ripresa di una vita normale. Il tutto, grazie principalmente al record in Europa per dose booster: oltre il 60% degli over 12 e oltre il 90%” degli ultrasessantenni. Scopriamo insieme il calendario della revoca delle restrizioni in Regno Unito.

Le regole di viaggio in vigore attualmente nel Regno Unito

Il premier Boris Johnson aveva annunciato l’abolizione di diverse restrizioni a partire dal 26 gennaio, grazie ai dati incoraggianti sul calo dei contagi registrati nel territorio. Tuttavia, il Paese ha deciso di anticipare, e le norme, semplificate, sono già in vigore attualmente. Prevedono lo stop al Green Pass locale, la non necessità di indossare la mascherina in diversi luoghi pubblici, e l’abolizione dell’obbligo di mostrare l’esito negativo di un tampone pre-partenza per i viaggiatori vaccinati diretti nel Regno Unito.

Tuttavia, per quanto riguarda gli arrivi dall’estero è ancora obbligatorio prenotare un tampone molecolare, o un rapido o un LFT, da svolgere nel Regno Unito entro il 2° giorno dopo l’arrivo (il cosiddetto “day 2 test“) da una lista di centri medici autorizzati. Fondamentale, inoltre, compilare un passenger locator form (indicandovi gli estremi della prenotazione del tampone “day 2 test” e dichiarando di non aver transitato in un Paese ad alto rischio – qui la lista – nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Paese), e di aver completato un ciclo di vaccinazione contro il Coronavirus. È obbligatorio, inoltre, viaggiare con un’attestazione vaccinale (il nostro Super Green Pass, per intenderci) da esibire, su richiesta, alla frontiera.

Diverse le regole per i viaggiatori non vaccinati o che abbiano transitato in Paesi individuati come ad alto rischio nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Regno Unito. In entrambi i casi, il governo britannico richiede di presentare il risultato negativo di un tampone Covid-19 effettuato nei tre giorni precedenti il giorno della partenza; compilare il formulario online “travel locator form” nei due giorni antecedenti il viaggio; osservare un isolamento cautelare di durata ordinaria di 10 giorni (con modalità specifiche a seconda dei Paesi visitati prima dell’arrivo nel Regno Unito), e sottoporsi a tamponi di controllo in occasione del 2° e dell’8° giorno dopo l’arrivo nel Paese.

Le regole a partire dall’11 febbraio

Ma a partire dall’11 febbraio il Regno Unito “ammorbidirà” ancora di più le sue regole di viaggio. Da quel giorno, infatti, non ci sarà più alcun più obbligo di test anti-Covid per chi si dirige verso il Paese, ma a patto che tale turista sia pienamente vaccinato.

Ad annunciarlo in Parlamento è stato il ministro dei Trasporti britannico, Grant Shapps, dopo le anticipazioni date dal premier Boris Johnson. Una decisone importantissima e che accelera ancora di più il cammino verso la revoca delle misure restrittive da parte del governo Tory sullo sfondo di una curva di contagi e ricoveri in ospedale in calo da un paio di settimane, dopo l’ondata causata dalla temuta variante Omicron.

Un cambiamento particolarmente atteso dall’industria del turismo e dalle compagnie aeree, dopo molti mesi segnati dal vincolo del tampone negativo. Il Regno Unito, che aveva già alleggerito la prescrizione a inizio anno con l’abolizione del doppio test molecolare imposto ai viaggiatori e la sua sostituzione con un semplice test antigenico entro il secondo giorno dopo l’arrivo, dall’11 febbraio cancellerà anche quest’ultimo. Rimarrebbe solo in vigore la necessità di compilare il formulario digitale (che trovate sopra) introdotto fin dall’inizio della pandemia per verificare dati e status dei passeggeri rispetto all’infezione.

Invariate, invece, dovrebbero rimanere le regole di viaggio per i turisti non vaccinati, mentre da marzo potrebbe essere sospeso l’auto-isolamento per i positivi al Covid. “Tratteremo il Coronavirus come un’influenza“, ha dichiarato Johnson.

Tutti i documenti che servono per viaggiare nel Regno Unito

Non solo regole relative al contenimento del Covid-19. Dall’1 ottobre 2021, infatti, per entrare nel Regno Unito dall’Italia per turismo è necessario l’utilizzo di un valido passaporto. Una misura entrata in vigore con l’avvento della Brexit a gennaio 2021, giorno in cui il Paese è uscito formalmente dall’Unione europea.

Esistono ovviamente delle eccezioni, come per esempio per chi ha ottenuto la residenza nel Regno Unito, e in pochi altri casi particolari. Passaporto necessario anche per i bambini e i ragazzi che andranno sull’isola in vacanza studio. Per permanenze fino a un massimo di 6 mesi non è obbligatorio avere anche il visto, almeno probabilmente fino al 2025.

Infine, è bene anche sapere che nel Regno Unito non ha più validità la tessera sanitaria. Per questo il governo britannico, prima della partenza, consiglia di acquistare polizze d’assicurazione di viaggio che includano anche emergenze mediche. Si può invece continuare a usare la patente di guida, purché si dimostri di essere assicurati.

Cosa fare al rientro in Italia

Fermo restando che per rientrare in Italia dal Regno Unito è obbligatoria l’esibizione del passaporto, fino al 31 gennaio 2022 è necessario seguire anche le seguenti regole:

  • compilare il Passenger Locator Form – Modulo di localizzazione digitale – prima dell’ingresso nel territorio nazionale;
  • sottoporsi a tampone molecolare effettuato nelle 48 ore prima del viaggio di ritorno in Italia e il cui risultato sia negativo, oppure condurre un test antigenico nelle 24 ore precedenti l’ingresso nel territorio nazionale, da presentare contestualmente al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli;
  • presentare la Certificazione verde COVID-19, o certificato equivalente, che attesti il completamento del ciclo vaccinale.

Diverse, invece, le regole d’ingresso in Italia per quanto riguarda i non vaccinati. In questi casi, infatti, oltre al tampone pre-partenza è obbligatorio un isolamento fiduciario di 5 giorni, la compilazione del Passenger Locator Form, il raggiungimento della propria destinazione finale in Italia solo con mezzo privato, e sottoporsi al termine dell’isolamento fiduciario di 5 giorni a un ulteriore tampone molecolare o antigenico.

È bene sottolineare, infine, che la scadenza della normativa attualmente in vigore è prevista per il 31 gennaio di quest’anno. Questo vuol dire che, molto probabilmente, le regole di ingresso in Italia cambieranno molto presto e, in base alla indiscrezioni, verranno notevolmente alleggerite (per un approfondimento potete cliccare qui).

Per questo motivo, vi invitiamo a continuare a seguire i nostri aggiornamenti quotidiani in tema viaggi, ma anche a verificare eventuali cambiamenti nei siti istituzionali del Regno Unito e nella pagina dedicata al Paese nel sito del Ministero degli Affari Esteri ViaggiareSicuri.

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Una veduta del Lake District

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Perché per gli italiani è arrivato il momento di tornare in Irlanda

Gli italiani adorano l’Irlanda e, con l’apertura delle frontiere al turismo, finalmente quest’anno potranno tornarci. “L’innata ospitalità irlandese, che abbiamo in comune con gli italiani, è un fattore importante”, ci ha spiegato Marcella Ercolini, nuovo direttore per l’Italia di Turismo Irlandese. “Le persone si sentono accolte e rese partecipi di ciò che succede e di quello che rende l’Irlanda ciò che è”.

E l’Irlanda, un’isola grande circa un quinto dell’Italia, è un piccolo concentrato di bellezze storiche e naturali, di luoghi e cultura unici, di feste e di gastronomia autentiche. Ci siamo fatti raccontare cosa c’è di nuovo e inedito da fare e da vedere e perché il 2022 è l’anno giusto per tornarci.

L’Irlanda non è più solo l’isola delle pecore e dei prati verdi: com’è cambiato il turismo negli ultimi anni?

“Premesso che le pecore sono il nostro orgoglio nazionale: pascoli liberi, sostenibili, animali socievoli e simpatici, è interessante osservare come il panorama turistico si sia davvero diversificato valorizzando la combinazione unica che l’Irlanda permette di vivere tra le esperienze legate alla natura e quelle legate alla cultura, intensa in senso lato, come patrimonio storico, artistico, folklorico e umano.

Tutti gli attori del nostro turismo hanno lavorato moltissimo seguendo questi due filoni e oggi la varietà di attività, eventi, strutture ricettive e food & beverage è davvero straordinaria in tutta l’isola, con moltissime iniziative costantemente in crescita anche in Irlanda del Nord.

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Il paesaggio lungo la Beara Way, nella contea di Cork

Natura, sempre al centro, sì, quindi, ma vissuta in mille modi diversi e soprattutto con attività slow a impatto ambientale minimo. Chi ama pedalare e/o camminare ha a disposizione oltre 3.000 chilometri di percorsi segnalati tra Greenways e itinerari come, per esempio, la Beara Way, nella contea di Cork, spettacolare anello circolare di oltre 200 chilometri. Di grande suggestione anche le Blueways legate ai nostri laghi e fiumi. Si possono percorrere sull’acqua, ma anche seguire a piedi, in bici o, altra attività molto praticata, a cavallo. Il governo ha già stanziato 19 milioni di investimenti in infrastrutture per sport outdoor acquatici, tra cui accessi per disabili, spogliatoi, armadietti per mettere al sicuro abiti e oggetti, ecc. con pratiche sostenibili (“Nearly Zero Energy building Standards”), e la prima tranche di lavori dovrebbe completarsi per l’estate 2022. Di qualche settimana fa l’annuncio dello stanziamento di ulteriori 15 milioni di investimento per lo sviluppo del “soft adventure tourism”, con infrastrutture per hiking, mountaineering, kayaking, swimming e cycling a tutti i livelli.

Natura e cultura insieme si trovano per esempio nelle nostre eccellenze gastronomiche. La varietà dell’offerta sta vivendo un vero e proprio momento magico, soprattutto per il largo uso di prodotti locali, coltivati o ottenuti in armonia con l’ambiente. Il formaggio si sta mettendo in evidenza in tutto il mondo, così come i nostri whiskey, gin e vodka, che vincono competizioni internazionali. Per non parlare della birra: un grande marchio come Guinness usa orzo e acqua “Irish”, di qualità eccelsa, così come le piccole realtà. Sia distillerie che birrifici offrono percorsi di scoperta davvero interessanti, con un’accoglienza calorosa e percorsi di degustazione e di assaggio guidati.

I nostri chef con grande ricerca e creatività hanno conquistato e, in alcuni casi, riconfermato anche quest’anno le tanto ambite stelle Michelin: attualmente, ne abbiamo ben 21 (18 nella Repubblica d’Irlanda e 3 in Irlanda del Nord) in un territorio non particolarmente grande, e 3 sono green, in luoghi anche ad alto tasso paesaggistico, per esempio, come l’Inis Meáin Restaurant & Suites, in una delle isole Aran. La vista dalla sala è a dir poco poetica.

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Una spiaggia sull’isola di Inisheer, alle Aran

Tornando alla cultura in senso stretto, l’offerta museale è davvero varia e adatta a tutti. Tra gli ultimi nati abbiamo il MoLI di Dublino, il museo dedicato alla letteratura, che cito anche perché nel 2022 festeggeremo i 100 anni dalla pubblicazione dell’”Ulisse” di Joyce con moltissimi eventi. Veri e propri musei a cielo aperto sono, poi, i siti Unesco: luoghi forgiati dalla natura come le colonne basaltiche della Giant’s Causeway, in Irlanda del Nord, o dall’uomo, come l’imponente sito archeologico Brú na Bóinne, costruito prima delle piramidi di Giza. Insomma, ce n’è davvero per tutto i gusti.

Nel 2022 avremo anche il 125° anniversario di “Dracula” di Bram Stoker, il 110° dell’affondamento del Titanic, partito da Belfast nel 1912, e a febbraio aprirà i battenti un’attrazione incredibile come i Game of Thrones Studio Tour a Belfast, che mette insieme location originali, oggetti di scena e outfit, con esperienze immersive, negli studi dove è stata girata parte della serie.

Il museo del titanic a Belfast

Il museo del titanic a Belfast

Quando si va in Irlanda poi, bisogna tenere conto che ci sarà un festival da qualche parte, vero patrimonio culturale irlandese, a partire dal festival di San Patrizio o da quello dedicato alla musica tradizionale, il TradFest, a quelli per le celebrazioni di Bloomsday e Halloween. Senza dimenticare le manifestazioni incentrate sul cibo come a Taste of West Cork Food Festival.

Merita un cenno, inoltre, la nostra proposta “upscale” da vivere in location magnifiche come castelli e dimore storiche, associati spesso a campi da golf panoramici e di prestigio mondiale (nel 2027 torna in Irlanda la Ryder Cup, la manifestazione di golf più importante), o templi dell’hôtellerie a 5 stelle quali The Shelbourne a Dublino, da oltre 200 anni luogo di riferimento di tutto ciò che accade in città. E poi, i nuovi scenari architettonici che disegnano bellissimi panorami iper-contemporanei come la riqualificata zona dei vecchi Docks del porto di Dublino, da vivere e visitare assolutamente per vedere un’Irlanda con gli occhi splendidamente aperti sul futuro.

Quindi, possiamo davvero dire che, tra investimenti ed eventi, ci aspetta un 2022 super intenso e pieno di cose belle”.

Museo EPIC Dublino attrazione turistica Europa

Il Museo dell’emigrazione irlandese (Epic) nella zona dei Docks a Dublino

Cosa cambierà in Irlanda a causa della situazione pandemica?

“Come accennato, anche per venire incontro a nuovi stili di vita e comportamenti post pandemia, lavoreremo per valorizzare tutto quello che si può fare all’aria aperta, visto che abbiamo scenari incredibili di terra e di mare, piccoli centri urbani e villaggi che, se equipaggiati, si prestano benissimo ad amare ancora di più lo stare outdoor. Oltre agli investimenti citati per le attività da vivere all’aperto, altri 19 milioni, poi, andranno proprio a migliorare gli spazi outdoor di ristorazione, bar e hotel, che da noi erano prima della pandemia vissuti più al chiuso, anche per motivi climatici.

Abbiamo capito, quindi, come emerge sempre più da studi specifici, che la prevenzione passa anche da ciò che è strutturale e non solo dal comportamento delle persone e ci stiamo attrezzando al meglio. In questo senso andrà, inoltre, la valorizzazione di tutto il territorio, percorso legato anche alla sostenibilità sociale, avviato già prima del Covid-19. Il senso è quello di non concentrare i flussi solo in alcune aree e far sì che i benefici del turismo siano veramente diffusi in tutte le nostre contee: ci sono, non esagero, milioni di cose da scoprire, vivere e apprezzare.

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Il Lough Tay nella Contea di Wicklow in Irlanda

“Soft adventure”, ma anche cose divertenti come osservare i cani da pastore al lavoro in Irlanda del Nord o, sempre, in Irlanda del Nord, vedere da vicino un’azienda agricola di tipo familiare che produce sidro. Per non parlare di aree vicine a Dublino, come le Wicklow Mountains in cui ci sono luoghi incantevoli quali la storica tenuta di Powerscourt con giardini tra i top 10 del mondo o il nostro Far West con aree come la Dingle Peninsula, un lembo di terra fieramente lanciato verso l’Atlantico, ideale per vivere il mare, la gastronomia o la bici: c’è pure il Conor Pass, il più alto d’Irlanda, anche se è alto “solo” 500 metri. Per non parlare dei moltissimi punti senza inquinamento luminoso, strutturati per ammirare il firmamento e vedere l’aurora boreale, o la rete di fari in cui si può anche dormire.

La parola chiave è quindi outdoor, inteso non come lo stare “solo” all’aperto, bensì come una rete strutturata e organizzata di opportunità per vivere la natura, anche selvaggia, da protagonisti”.

Quali forze ha introdotto l’Irlanda per stimolare il ritorno dei turisti?

“Il nostro governo crede nel turismo e nella ripresa e una prova tangibile sono gli investimenti messi in campo per le infrastrutture, le misure a sostegno agli operatori e le strategie di comunicazione su scala internazionale.

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Il castello di Minard nella Penisola di Dingle

Nel 2021 abbiamo attivato diverse campagne e per il prossimo anno stiamo lavorando a nuove iniziative, tra cui un’edizione speciale del Global Greening, in cui per San Patrizio illuminiamo di verde siti e monumenti in tutto il mondo, evento che ha assunto una bellissima valenza di segno di vicinanza tra Paesi diversi e non solo legato all’amicizia nei confronti dell’Irlanda.

Il racconto di quello che siamo e di quello che possiamo condividere con chi ci sceglie per le vacanze è un veicolo di attrazione molto forte, anche perché coinvolge chi ama l’Irlanda e ha voglia di testimoniarlo. Una delle cose belle nel periodo problematico della pandemia è stata proprio la dimostrazione di grande affetto per la destinazione da parte di chi conosce l’Irlanda perché l’ha visitata per turismo. Anche grazie a questo calore, mentre lavoravamo da remoto, con l’impossibilità di accogliere i turisti, ci siamo sentiti meno soli.

Lavoreremo, quindi, su tre fronti: ulteriore diversificazione e valorizzazione delle esperienze in ambiti differenti, potenziamento infrastrutture, comunicazione e promozione attraverso canali diversi che includono anche l’organizzazione di eventi come quelli che abbiamo in programma, in Italia, per la settimana di San Patrizio e gli anniversari legati a Joyce, Dracula e Titanic. Per gli operatori di settore, poi, stiamo stiamo preparando webinar, programmi di formazione e workshop, oltre, naturalmente, alla ripresa di fam trip”.

Ci sono dei luoghi in Irlanda poco conosciuti che consiglia di visitare?

“Una zona che è sicuramente tra le meno note ai flussi turistico sono le “Hidden Heartlands”, il cuore verde e blu d’Irlanda, per la sua natura rigogliosa e i corsi d’acqua navigabili e i laghi, con addirittura passerelle sull’acqua come quella di Drumshanbo, nella contea di Leitrim (la meno popolosa d’Irlanda), dove passa l’omonima Blueway. L’area delle “Hidden Heartlands” si estende da, appunto, Leitrim fino a East Clare e abbraccia anche le contee di Longford, Roscommon, East Galway, nonché parti di Westmeath, Cavan, North Tipperary e Offaly.

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Cloughoughter Castle nell’Hidden Heartlands

Tra le esperienze da provare, ad esempio, ci sono le crociere sul fiume Shannon, che talvolta uniscono degustazioni, come quella che si può fare con il gin, e navigazione. Si possono noleggiare barche sulle quali dormire o fare anche sport attivi come il SUP, la canoa e il kayak (anche notturno).

Per trekker e biker, da percorrere assolutamente è la Beara Breifne Way, che si estende per ben 500 chilometri. Ma il cuore verde non è solo natura è anche cultura e magia con luoghi come l’antico monastero di Clonmacnoise, la cui fondazione risale al VI secolo, e gastronomia di eccellenza in luoghi raffinati come, per fare un esempio, il ristorante Thyme ad Athlone, cittadina davvero piacevole, nonché punto centrale geografico dell’isola, attraversata dal fiume Shannon e, pertanto, da sempre, fortemente strategica. Nasconde anche chicche come quello che sembra essere il bar più antico d’Irlanda, lo Sean’s, sulla riva sinistra del fiume.

Un’altra zona poco frequentata dai viaggiatori italiani, ma di una bellezza che definirei commovente sono le Mourne Mountains, in Irlanda del Nord, nella contea di Down: trekking, mountain bike, rock climbing o semplice contemplazione del paesaggio le attività per cui sono perfette. E, sempre in Irlanda del Nord, per chi desidera vedere una città in grandissimo fermento, da non mancare assolutamente, è Belfast da poco proclamata Music City Unesco e città tra le top 20 sostenibili del mondo. È vero, in assoluto, non è poco conosciuta, ma ci sono moltissime cose che può offrire non ancora scoperte e in continua evoluzione”.

Selciato del gigante

Giant’s Causeway, in Irlanda del Nord

Gli italiani scalpitano per poter tornare in Irlanda: come spiega questo successo?

“L’innata ospitalità irlandese, che abbiamo in comune con gli italiani, è un fattore importante. Davvero, non è un luogo comune. Le persone si sentono accolte e rese partecipi di ciò che succede e di quello che rende l’Irlanda ciò che è: una terra di frontiera, dove la frontiera più estrema è l’oceano, ma al tempo stesso caratterizzata da un ampio e prezioso patrimonio storico, culturale e umano, che crea un mix di grande fascino e un equilibrio unico tra antiche radici e dinamico orientamento verso il futuro.

Questo piace molto ai viaggiatori italiani che sono interessanti a scoprire attivamente ed empaticamente la cultura dei posti che visitano, immergendosi nei modi di vivere local. Gli irlandesi, popolo fiero e orgoglioso, per molte ragioni, storiche, identitarie e geografiche, sentono l’approccio degli italiani e lo amano immediatamente, rendendo ancora più rapido il potere dell’Irlanda di arrivare dritta al cuore”.

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Brent de l’Art, il canyon italiano che sembra un sogno

Il canyon Brent de l’Art è un vero e proprio capolavoro della natura, poco conosciuto e quindi non troppo visitato da turisti e curiosi. Si tratta di un tesoro segreto del Veneto nascosto gelosamente in mezzo ad un bosco della Valbelluna. Un angolo pacifico, dove poter ammirare tanta bellezza e fare una passeggiata mozzafiato.

Cosa sono i Brent de l’Art?

I Brent de l’Art sono una conformazione naturale, che ricorda molto per forme e colori un canyon da film americano. I Brent sono nati da migliaia di anni di erosione da parte dall’acqua, che ha riportato alla luce strati di roccia formatisi milioni di anni fa. Un luogo da sogno che mostra l’imponenza della natura. Ogni visitatore al cospetto di un tale tesoro della natura si sente piccolo e rapito dall’eternità e dalla bellezza delle rocce attraversate dall’acqua.

Canyon da sogno Brent de l'art

Il corso d’acqua che ha scavato e formato i Brent de l’Art

 Come si sono formati?

Il processo di erosione è iniziato migliaia di anni fa. Detriti, sassi e piante travolti dalla piena dei torrenti, una volta entrati nel canyon creano dei mulinelli, sbattono sulle pareti scavando la roccia e poi fluiscono a valle. Un fenomeno naturale quanto straordinario. La particolarità dei Brent de l’Art è il colore delle pareti rocciose che vira al rosso. Il risultato è un’atmosfera surreale, che trasporta la mente nei film d’avventura.

Una gita da sogno

Il luogo perfetto per lanciarsi in un escursione divertente e suggestiva. Ci sono sentieri tracciati che guidano i visitatori in tutta sicurezza. Ovviamente è consigliato munirsi di scarponi da montagna o scarpe da trekking. Se invece preferite gli sport adrenalinici potete optare per la discesa nel torrente e le attività di canyoning o torrentismo, che però si possono svolgere esclusivamente accompagnati dalle Guide Alpine.

canyon brent de l'art

I colori magici di questo Canyon

Inoltre, l’inverno è la stagione perfetta per visitare anse e angoli nascosti. Infatti, nei mesi più freddi sul corso d’acqua si forma uno strato sufficientemente spesso di ghiaccio, che permette d’addentarsi fino nelle anse più lontane dal ponte. Pensate che nelle annate molto fredde (ormai rare) si arrivava ad attraversare il Brent Grande per intero fino alla Marmitta d’uscita. La natura non smette mai di stupire e meravigliare l’uomo. Ogni formazione rocciosa è unica e irripetibile, questo fa sì che le cascate e le stalattiti di ghiaccio assumano colori meravigliosi con sfumature da sogno a seconda dell’esposizione luminosa.

Visitare questo magnifico posto non è un’impresa titanica come sembra. Anzi, si tratta di un percorso tranquillo. Partendo dal centro del paese di Sant’Antonio Tortal si arriverà in poco tempo ai caratteristici canyon. Per i più curiosi, lungo il tragitto ci sono dei pannelli che illustrano geologia, fauna e flora locale. Una passeggiata istruttiva tra boschi e prati di montagna, che vi condurrà dritti ai Brent de l’Art.

il paesaggio brent de l'art

La pareti rocciose di Brent de l’Art

Per gli amanti delle escursioni nella natura e delle passeggiate in montagna, questo è il posto dei sogni. Un angolo di pace, cullato dai rumori della natura, lontani dalla frenesia della città, per ammirare un capolavoro di Madre Natura. 

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Anche l’Italia ha il suo castello incantato: la Rocchetta Mattei

Tutti quanti abbiamo sognato i castelli fiabeschi che ci venivano raccontati nelle storie magiche della nostra infanzia. Grandi rocche, torri alte, arazzi e finiture preziose che rendevano la casa di principi e principesse un luogo incantano in cui perdersi tra i lunghi corridoi ricchi di preziosi dipinti. Non serve fuggire in un libro di fiabe per bambini, per ammirare lo splendore di un vero castello basta guidare fino alla Rocchetta Mattei, nei dintorni di Bologna.

Un piccolo capolavoro architettonico, aperto al pubblico dal 2015, dopo una lunga e importante operazione di recupero dell’edificio. La ristrutturazione è riuscita a ristabilirne il valore artistico e culturale per renderla nuovamente accessibile al pubblico dopo anni di chiusura e abbandono. Finalmente la Rocchetta è tornata a incantare tutti con il suo fascino.

castello fiabe rocchetta mattei

La Rocchetta Mattei al tramonto

Il castello delle fiabe è chiamato “Rocchetta Mattei” in memoria del conte Cesare Mattei (1809-1896) che lo fece edificare sulle rovine di una antica costruzione risalente all’XIII secolo, la Rocca di Savignano. La struttura del castello fu modificata più volte dal conte e dai suoi eredi, rendendola così un complesso labirinto di torri, scalinate monumentali, sale di ricevimento, corridoi e camere private. Al suo interno si può ammirare un mix elegante di stili architettonici diversi: dal neomedievale al neorinascimentale, dal moresco al Liberty.

Cesare Mattei nacque a Bologna nel 1809 da famiglia agiata, crebbe a contatto con alcuni dei più importanti e significativi personaggi dell’epoca. La morte della madre nel 1844 e la deludente esperienza politica lo spinsero a cambiare vita. Così decise di ritirarsi nella tenuta di Vigorso per studiare la sua “nuova medicina”. Nel 1850 acquistò i terreni dove sorgevano le rovine del castello medievale e iniziò la costruzione della “Rocchetta”, dirigendone personalmente i lavori. Lì si stabilì definitivamente a partire dal 1859, conducendo una vita da signore medievale con tanto di corte. Negli anni seguenti, decise di impiegare la sua vita nella missione di divulgazione della medicina alternativa che battezzò Elettromeopatia. Il castello divenne così famoso in tutto il mondo.

castello da fiaba rochetta mattei

Alcuni dettagli della Rocchetta Mattei

Situato nei dintorni di Bologna, nel territorio di Grizzana Morandi. In questa splendida zona si possono apprezzare eccellenze di vario genere, dalle le antiche tracce etrusche, ai suggestivi borghi medievali, passando per bellissimi parchi immersi nella natura e i luoghi che ispirarono l’arte contemporanea. Immersa in un paesaggio suggestivo, dai colori caldi e luminosi, spunta il castello delle fiabe. Tra fascino e mistero, natura e storia, sorge la Rocchetta Mattei con il suo stile unico e inconfondibile che incanta e meraviglia.

castello delle fiabe rocchetta mattei

La bellezza della Rocchetta Mattei

I lavori di ristrutturazione hanno permesso di evidenziare e dare lustro ai particolari che rendono la Rocchetta Mattei così unica e preziosa. Curatissima in ogni dettaglio, si possono ammirare motivi geometrici decorare i soffitti, cupole d’orate e tanta rigogliosa vegetazione a circondare la struttura rendendola ancora più affascinante.

Per visitare questo stupendo posto è necessario prenotare il biglietto online sul sito ufficiale. Ideale per una gita fuori porta in giornata, per sentirsi in una fiaba e godere della bellezza nascosta del nostro Paese.

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La Valle dei Cavalieri, tra borghi medievali e antiche strade

Ci sono luoghi a volte quasi sconosciuti, che celano una magia tutta da scoprire: è il caso della Valle dei Cavalieri, un piccolo angolo di paradiso dove sorgono graziosissimi borghi fortificati. Qui la natura è quasi incontaminata, e le colline si fanno via via più ripide per lasciare spazio alle prime vette appenniniche. Scopriamo un paesaggio che ci regala un vero e proprio tuffo indietro nel tempo.

La Valle dei Cavalieri e il suo antico sentiero

La Valle dei Cavalieri si snoda nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano, e si colloca nel territorio delle province di Parma e Reggio Emilia. Questo luogo vanta un passato antichissimo, come testimoniano i suoi piccoli borghi medievali e, soprattutto, la celebre Strada delle cento miglia. Se questo itinerario sia esistito davvero (o meglio, se il suo percorso sia veramente quello storicamente descritto) non è ancora chiaro. E forse proprio qui risiede il suo fascino incredibile: a parlare di questa strada è l’Itinerario Antonini, un registro risalente nientemeno che al III secolo.

Secondo questa imponente opera scritta, il percorso fungerebbe da collegamento tra le città di Parma e di Lucca (che in effetti distano proprio cento miglia). Sarebbe nato per permettere alle province parmensi di avere un rapido sbocco verso il mare in caso di necessità. Una prima strada avrebbe probabilmente avuto origine nel periodo romano, tuttavia pare che quella di cui ci è giunta notizia sia stata creata dai Longobardi. A prescindere dalle disconnesse testimonianze storiche sull’esistenza di questo sentiero, è innegabile che la Valle dei Cavalieri vanti un’atmosfera a dir poco magica.

I borghi antichi della Valle dei Cavalieri

Incastonato tra l’Alta Val d’Enza e la Val Cedra, questo territorio ospita numerose casetorri, ovvero piccole fortificazioni militari molto diffuse nel periodo medievale. Un esempio è quello del castello di Castione, conosciuto anche come Torri dei Castiglioni per via delle sue tre strutture principali. Edificato probabilmente nel XV secolo, trascorse vicissitudini alterne passando di mano in mano, sin quando non venne abbandonato e cadde in rovina, sul finire del ‘600. Due secoli dopo venne sottoposto ad un’imponente opera di ristrutturazione, a cui tuttavia fece seguito un nuovo declino. Del complesso non rimangono per l’appunto che i ruderi di tre torri circolari, realizzate in blocchi squadrati di pietra grigia.

Il castello di Castione, seppur ormai completamente in rovina, è forse l’attrazione più suggestiva di Palanzano, uno dei piccoli borghi della Valle dei Cavalieri. Sorto alle pendici del Monte Faggeto, le sue casette sono sparse tra le colline in numerose frazioni (alcune delle quali ormai quasi disabitate). Anche il villaggio di Succiso è stato abbandonato dalla popolazione, in questo caso a seguito di una frana che spinse i residenti a spostarsi verso un nuovo nucleo abitato.

Particolarmente affascinante è invece il centro storico di Montedello, un coacervo di viuzze lastricate dove si affacciano deliziose case costruite con pietra di fiume. Il suo territorio si trova all’interno della riserva naturale del Parco dei Cento Laghi, così chiamata per via di alcuni piccoli bacini d’acqua dolce. Per una full immersion nella natura, non c’è niente di meglio: qui il paesaggio è davvero meraviglioso, ricco di vegetazione rigogliosa e di panorami da mozzare il fiato.

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I misteri dietro Tomar, la città dei Cavalieri Templari

Tomar, in Portogallo, è uno dei luoghi storici più affascinanti del mondo, dove la leggenda dei Templari è ancora viva.

È una graziosa cittadina dell’antico Ribatejo, sulle rive del rio Nabão, con un bel centro storico dominato da un castello-fortezza, quello dei Templari, appunto, un luogo estremamente affascinante, caratterizzato dai tanti stili architettonici e da angoli ancora ricchi di mistero.

Il convento dei Cavalieri Templari

La principale attrazione della città è il Convento de Cristo, una delle più importanti opere rinascimentali del Portogallo. La Charola, l’originaria rotonda romanica con il deambulatorio, è la parte più antica. L’antico oratorio templare, costruito nel XII secolo, così come il castello che, ispirato alle fortificazioni della Terra Santa, era all’epoca la più moderna e avanzata struttura militare del regno, venne trasformato in cappella maggiore quando D. Manuel I ne ordinò la ristrutturazione nel XVI secolo, e fu allora che il monumento acquisì lo splendore architettonico che ancora oggi conserva e che gli è valso un posto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco.

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La chiesa templare del convento dell’ordine di Cristo a Tomar, in Portogallo

All’interno, la chiesa, a pianta circolare, permetteva che i Cavalieri seguissero la Messa senza scendere da cavallo. Tra le tante curiosità, spicca la Finestra Manuelina, decorata come se fosse stata ideata da Dio in persona.

Bisogna visitare il convento con molta attenzione, per scoprire alcuni particolari notevoli, come le raffigurazioni del portale rinascimentale, la singolare simbologia della finestra della sala del capitolo, appunto, l’architettura del chiostro principale e le sale legate ai riti dei Templari.

Per capire meglio la storia del convento, bisogna sapere che l’Ordine dei Cavalieri del Tempio si trasformò in Ordine di Cristo, salvaguardando il potere, le conoscenze e le ricchezze che possedeva in Portogallo. Il famoso Infante D. Henrique, la guida dell’epopea delle scoperte, fu uno dei governatori e protettori più importanti dell’ordine.

Visitare la città di Tomar

Dal convento si può scendere a piedi fino al centro storico, in un un reticolo di strade strette, le rive del fiume e il colle coronato dalle mura del convento-fortezza, attraversando il parco della Mata dos Sete Montes. Prendendo la strada, invece, a metà percorso si vede la Ermida de Nossa Senhora da Conceição, una cappella che è un piccolo gioiello rinascimentale, opera del portoghese João de Castilho che lavorò anche nel convento.

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Il Castello dei Cavalieri Templari a Tomar

Il luogo più antico di Tomar ha la forma di una croce, orientata secondo i punti cardinali e a ogni estremità si trova un convento. A Sud, il Convento de São Francisco, con il curioso Museu dos Fósforos (Museo dei fiammiferi), a Nord, l’antico Convento da Anunciada, a Est, nel Museu da Levada, si osservano le macine e i mulini che funzionavano con la corrente del fiume Nabão che attraversa la città. Su una delle sponde del fiume è ubicato il Convento de Santa Iria e, un po’ più lontana, l’Igreja de Santa Maria do Olival, la chiesa che ospita le tombe dei Templari, fra le quali, quella di Gualdim Pais, il primo grande maestro, morto nel 1195. La Praça da República, la piazza con l’Igreja de São João Baptista, la chiesa madre, ne costituisce il centro.

Un luogo si svago e relax

Una volta conclusa la visita culturale di Tomar, si può fare una pausa rilassante nel Parque do Mouchão, un parco dove si trova la Roda do Mouchão, una ruota idraulica fatta di legno. È uno degli emblemi della città e rievoca i tempi in cui i mulini, i frantoi e i campi coltivati lungo il fiume contribuivano alla prosperità di questa importante città portoghese.

Nelle vie centrali si trovano diversi negozi e il caffè più antico, che serve le specialità della pasticceria locale, le “queijadas de amêndoa” (dolci di mandorla) e “queijadas de chila” (dolci di zucca siamese) e le tradizionali “Fatias de Tomar”, tuorli d’uova cotti a bagnomaria con una pentola speciale, inventata da uno stagnaio del posto a metà del secolo scorso.

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Il centro storico di Tomar sul fiume Nabão