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Alla scoperta dell’isola di Gorgona, scrigno mediterraneo

Gorgona è la più piccola isola dell’arcipelago toscano e, insieme a Capraia, Pianosa, Elba, Giglio, Giannutri e Montecristo, costituisce il Parco nazionale arcipelago toscano. COme tutte le isole, anche questa si può visitare. Ma ci sono delle regole e delle limitazioni severissime.

Un po’ dovute alla tutela ambientale del luogo, essendo Gorgona famosa per essere ancora un’isola piuttosto selvaggia. Un po’ per tutelare i suoi abitanti che sono alquanto particolari…

Paradiso naturalistico

Lungo la sua costa, s’incontrano insenature suggestive e deliziose piccole baie, come Cala Scirocco, con la Grotta del bove marino, un tempo rifugio delle foche monache. Verso ponente, la costa si fa più aspra e cade a picco sul mare, mentre se ci si dirige verso levante digrada formando tre piccole cale: Cala Maestra, Cala Marcona e Cala Scirocco. Una più bella dell’altra. Un paradiso naturale. Da salvaguardare.

La presenza umana

Sull’isola di Gorgona ci sono anche tracce della presenza dell’uomo, A partire dal piccolo porto attorno al quale s’è sviluppato l’abitato principale. Borgo di pescatori, oggi conta meno di dieci abitanti che vivono stabilmente nel paese

Benché l’isola sia ancora piuttosto incontaminata, vi si trovano anche due antiche fortificazioni: la Torre Vecchia e la Torre Nuova. Più in alto c’è poi Villa Margherita, costruita sui resti romani.

Fu scelta nel V secolo come luogo ideale dai monaci eremiti che edificarono il Monastero di Santa Maria e di San Gorgonio dei quali oggi abbiamo solo alcuni resti. Della Chiesa di San Gorgonio, invece, si possono ammirare i restauri effettuati nel XVIII secolo e i vicini magazzini utilizzati dai monaci per il trattamento e la conservazione delle acciughe sotto sale, una risorsa primaria dell’isola fino al secolo scorso.

L’ultima isola-carcere

I veri abitanti dell’isola sono coloro che vivono rinchiusi nel carcere. Gorgona è, infatti, l’ultima isola-carcere attiva in Europa nonché la più piccola. La ricchezza naturalistica, unita al fascino di un luogo modello di recupero sociale (qui i carcerati coltivano le vigne e gli ulivi imparando così un mestiere), la rendono una tra le isole-carcere più amate dai visitatori.

Visitare l’isola di Gorgona

Il parco, in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria, programma nella bella stagione escursioni per far conoscere questo territorio protetto, seppure con alcune limitazioni dovute da una parte al regime carcerario e dall’altra alla tutela della biodiversità del luogo.

Dal 2 marzo sono aperte le prenotazioni online per visitare Gorgona. Le visite iniziano il 19 marzo partendo da Livorno. La visita consiste in un’escursione trekking con una guida lungo il percorso autorizzato. Le escursioni possono essere effettuate solo se si è dotati di scarpe da trekking con suola scolpita.

L’itinerario escursionistico è lungo 6 chilometri, con un dislivello di 250 metri, quindi piuttosto semplice, per una durata di circa tre ore.

Info utili

Per la conferma della prenotazione è necessario compilare, almeno una settimana prima, un modulo completo di tutti i dati anagrafici che verranno trasmessi alla Polizia Penitenziaria per i necessari controlli.

In base alle disposizioni dell’Amministrazione Penitenziaria, durante la visita è obbligatorio seguire tutte le indicazioni della guida, non è possibile muoversi individualmente, non è consentito l’uso di apparecchi fotografici né di telefoni cellulari. Chi visita l’isola non potrà non restare abbagliato dalle acque smeraldine che invogliano a tuffarsi. Invece è severamente vietato.

Il costo di partecipazione all’escursione a Gorgona è di 45 euro per gli adulti, 36 euro i ragazzi dai 5 ai 12 anni mentre è gratuito per bambini da 0 a 4 anni. Il costo è comprensivo di trasporto marittimo da Livorno a/r, ticket di accesso all’area protetta e servizio guida. Le info a questo link.

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L’isola di Gorgona nell’Arcipelago toscano ©R. Ridi

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In vacanza alle Maldive (come Michelle Hunziker)

Sole, mare, sabbia bianca e fine palme, silenzio, natura e relax. Gli ingredienti ci sono tutti per evadere, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Per staccare la spina dallo stress della vita e la mente dai problemi che ogni giorno si devono affrontare e per ritrovare se stessi.

Così, Michelle Hunziker, dopo il tourbillon nel quale si è ritrovata ultimamente per via della separazione dal (secondo) marito Tomaso Trussardi, un fulmine a ciel sereno, di cui tutti i giornali hanno (s)parlato, ma anche dopo i suoi grandi successi, tra cui l’ultimo show “Michelle Impossible” e i viaggi in Svizzera come testimonial del Turismo svizzero ha deciso di mettere via quattro costumi in valigia, prendere su le figlie più piccole e le amiche più strette e salire su un aereo diretto alle Maldive.

Questo paradiso in Terra è in grado di guarire ogni ferita. Così come è in grado di regalare emozioni uniche e indimenticabili, che durano tutta la vita (ecco perché anche Miriam Leone è appena tornata da una vacanza/luna di miele su una di queste isole sperdute nell’Oceano Indiano).

“Sono dall’altra parte del mondo per cercare di staccare da tutto e riposare un po’ la mia testa dopo un periodo per me abbastanza intenso sotto molti punti di vista”, ha scritto sui social. Per poi aggiungere una lunga riflessione sul momento attuale, tra le tante cose ha scritto: “Qui è notte fonda e mi sono svegliata con gli incubi… sentivo piangere bambini, donne, uomini nel sonno. Provo disagio ad essere in vacanza. Disagio a vivere la mia quotidianità… so perfettamente che non posso cambiare le cose e sento un senso di impotenza”. Un lungo messaggio in cui si è lasciata andare ai propri pensieri sul conflitto in Ucraina e su quello che sta accadendo.

Dov’è in vacanza Michelle

Michelle ha scelto l’atollo di Ari, quello più lontano dalla civiltà e anche quello con la barriera corallina più incontaminata. L’isola dove soggiorna e dove si trova il resort di lusso si chiama Thudufushi, un cerchietto in mezzo al mare. Vista dall’alto, quando si arriva con il piccolo idrovolante, sembra una manta, con due punte di sabbia che si gettano nell’acqua smeraldina proprio come il corpo di questo pesce.

Poche ville sull’isola, alcune sono direttamente sulla spiaggia altre raggiungibili con la passerella di legno e circondate dall’oceano. Sicuramente Michelle ha scelto per se stessa una water villa tutta bianca, arredamento compreso, proprio come piace a noi italiani, magari con due camere, dove sistemare le bambine, con Jacuzzi privata, prendisole e accesso diretto al mare lontana da occhi indiscreti visto che lei è famosa per voler mantenere la propria privacy.

Qui Michelle corre sulla spiaggia, fa water ski, nuota, fa escursioni in mare, prende aperitivi… basta seguirla su Instagram per sapere tutto quello che fa. E invidiarla un po’ (anche per il fisico mozzafiato che sfoggia).

Com’è fatto il resort di lusso

Nel 2020, il Diamonds Thudufushi Beach & Water Villas ha vinto il World Travel Awards come migliore beach resort e miglior hotel di lusso delle Maldive ma sono tanti i premi che può sfoggiare. Il punto forte di questo resort è sicuramente la posizione, a ridosso di una splendida e coloratissima barriera corallina. Il reef di Thudufushi, infatti, è facilmente raggiungibile anche a chi pratica solo lo snorkeling.

Gli ospiti possono scegliere di alloggiare in uno dei 13 beach bungalow o delle 32 beach junior suite o delle 14 water villa o delle sette Jacuzzi water villa o delle due water villa con due camere. Solitamente in questi resort è tutto incluso, compresi i ristoranti dell’isola, uno a buffet e altri tre gourmet. Non manca ovviamente la spa.

Quanto costa una vacanza alle Maldive come Michelle

In base al periodo e alla tipologia di camera ovviamente la cifra cambia, ma comunque come avrete immaginato non si tratta di una vacanza low cost. Una settimana di vacanza nel beach bungalow la soluzione più economica, per intenderci, costa circa 3.700 euro, nella beach junior suite il prezzo parte invece da circa 6.900 euro a persona, quasi mille euro a notte, tutto incluso ovviamente. La water villa in mezzo al mare costa da 8.900 euro, con la Jacuzzi costa minimo 10.700 euro mentre la villa con due camere da letto parte da 10.500 euro alla settimana.

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L’isola di Thudufusi e il resort di lusso alle Maldive @Diamonds Thudufushi

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Tutte le strade portano a Roma (o quasi)

Roma città eterna, cuore e capitale d’Italia, crocevia di storie, culture e tradizioni. Roma caput mundi, ieri e oggi. Il centro del mondo, considerato tale per secoli, che ancora oggi resta una delle destinazioni più amate e frequentate dai viaggiatori di tutto il mondo. E le motivazioni sono così tante e ovvie che non hanno bisogno di essere qui elencate.

Ma proprio il fatto che questa città è sempre presente negli itinerari di viaggio delle persone di tutto il mondo, forte del fatto che custodisce gran parte della storia del Paese e del mondo intero, ha fatto sì che con il tempo una grande e complessa rete stradale si sviluppasse proprio attorno alla città per facilitare l’accesso alla capitale.

A partire da questa consapevolezza viene da chiedersi se è vero che tutte le strade portano a Roma. I cittadini, fieri della loro romanità, sostengono di sì. Gli altri si limitano a utilizzare questa frase come metafora di vita, ma c’è chi è voluto andare oltre per scoprire origini e veridicità di un’espressione tanto antica quanto comune.

Le origini della frase fanno riferimento al sistema di strade costruito dagli antichi romani che sì, conducevano tutte a Roma. Questo per facilitare il commercio e l’avanzamento del grande impero che si estendeva dal Regno Unito fino al Nord Africa passando per la Russia. Le strade, quindi, passavano per le principali città commerciali e per i paesi urbani per collegare questi con la capitale.

E oggi? Un team di tre esperti, Benedikt Groß, Philipp Schmitt e Raphael Reimman, si è riunito qualche hanno fa per sondare la veridicità di questo detto in tempi moderni. Hanno analizzato l’Italia e l’Europa prendendo in considerazione 400000 città, paesi e villaggi, per vedere se in qualche modo questi hanno delle strade che portano alla città eterna.

La risposta è sì: sono quasi 500000 le strade che portano a Roma su un’area analizzata di oltre 25000000 chilometri quadrati e più precisamente sono 486000. Google Maps, probabilmente, potrà confermarvelo, ma lo fanno anche le strade più celebri che attraversano il nostro Paese.

Ne sono un esempio la strada statale Appia che collega Roma a Taranto e che passa per l’agro pontino fino e Terracina e poi la Tiburtina che crea un collegamento tra la capitale e la regione Abruzzo. La Cassia e la Flaminia, invece, collegano rispettivamente la città eterna a Firenze e a Rimini.

E poi ce ne sono tante altre che aspettano solo di essere scoperte, magari in occasione di un meraviglioso viaggio on the road.

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Abolite liste e corridoi turistici: cosa dice la nuova ordinanza

È finalmente arrivata una data che i viaggiatori attendevano da tempo e che segna un lento ritorno alla tanto attesa normalità. Dal 1° marzo entrano in vigore nuove disposizioni che semplificano l’ingresso nel territorio italiano per chi è in possesso di Green Pass ‘base’ ossia il certificato che attesti vaccinazione, guarigione o tampone con risultato negativo. La nuova ordinanza del ministero della Salute, emanata il 22 febbraio, prevede per gli arrivi da tutti i Paesi extra europei l’applicazione delle stesse regole già vigenti per i quelli europei. Vediamo cosa significa.

Viaggi: cosa cambia per chi arriva in Italia

Come vi avevamo già annunciato, dal 1° marzo non saranno più in vigore le distinzioni tra elenchi di Paesi a rischio che ha caratterizzato gran parte degli spostamenti durante la pandemia di Covid-19. L’ordinanza del 22 febbraio scorso semplifica nettamente la normativa precedente e, nello specifico:

  • abolisce gli elenchi di Paesi A, B, C, D ed E;
  • elimina le limitazioni ai viaggi dall’Italia verso i Paesi dell’ex elenco E;
  • abroga le Ordinanze relative ai voli Covid-tested e ai Corridoi Turistici Covid-free, in quanto superate.

In sostanza, è possibile andare ovunque. Ciò vuol dire che dall’Italia possiamo spostarci in qualsiasi Paese del mondo, a patto che questo sia aperto al turismo.

Cosa fare al rientro in Italia

Per l’ingresso nel nostro Paese rimane indispensabile compilare e presentare al vettore, al momento dell’imbarco, e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli, il formulario digitale di localizzazione del passeggero (digital Passenger Locator Form o dPLF), in formato digitale o cartaceo. In caso di mancata compilazione del modulo, la compagnia aerea può rifiutare l’imbarco.

Bisogna, inoltre, essere in possesso di Green Pass ‘base’, che attesti una delle seguenti condizioni:

  • vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA, effettuata da meno di 9 mesi;
  • vaccinazione completa con vaccino autorizzato dall’EMA e dose di richiamo (booster);
  • guarigione da Covid-19, da meno di 6 mesi;
  • risultato negativo di test molecolare condotto con tampone nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia o test antigenico condotto con tampone nelle 48 ore prima dell’arrivo.

In caso di mancata presentazione di una delle certificazioni, l’ingresso in Italia è possibile ma con obbligo di quarantena presso l’indirizzo indicato nel dPLF, per un periodo di 5 giorni. Bisognerà, quindi, sottoporsi a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone, alla fine di tale periodo. I minori al di sotto dei 6 anni di età possono entrare in Italia senza ulteriori formalità e sono sempre esentati dall’obbligo di test molecolare o antigenico. Le norme rimangono in vigore, per il momento, fino al 31 marzo 2022.

Cosa succede dopo il 31 marzo

L’abolizione di elenchi e corridoi turistici è solo il primo step di un graduale ritorno alla normalità. Il 31 marzo, infatti, è l’ultimo giorno dello stato di emergenza: il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha annunciato che non sarà prorogato.

Ciò vuol dire che dal primo aprile si dirà addio al sistema a colori delle Regioni (bianco, giallo, arancione, rosso). Il governo potrà comunque ripristinare alcune zone rosse, nel caso ci siano focolai, ma non ci saranno più limitazioni territoriali. Non sarà, inoltre, obbligatorio esibire il Super Green Pass per consumare in bar e ristoranti all’aperto, mentre servirà ancora al chiuso, almeno fino al 15 giugno. Sempre da aprile, verrà eliminato l’obbligo di certificato verde rafforzato per gli eventi all’aperto, come fiere, feste, spettacoli e manifestazioni sportive. Via il Super Green Pass anche negli alberghi e nelle strutture ricettive per favorire l’arrivo dei turisti stranieri, soprattutto in vista delle vacanze di Pasqua.

Nonostante l’allentamento delle restrizioni, è bene ricordare che qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario. Proprio per questo, prima di partire, vi invitiamo a visionare i siti istituzionali della vostra destinazione (anche per conoscere le norme d’ingresso che variano di Paese e in Paese) e la pagina web del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ViaggiareSicuri.

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Fluttuare, dormire e sognare su una nuvola blu

Chiudete gli occhi e immaginate di essere sospesi nel cielo, di librarvi in esso e di posarvi su una soffice nuvola dai colori bianco e azzurro. Ora apriteli e guardatevi intorno: la camera d’hotel Cloud è un sogno a occhi aperti che si realizza intorno a voi.

La camera d’albergo che sembra una nuvola

Ci troviamo a Quito, in Ecuador, all’interno dell’alloggio progettato dal team di EFE – Estudio Felipe Escudero nel marzo 2021 situato nel Tantra Boutique Motel. Un sorta di rifugio dal caos e dal disordine dei giorni, una bolla sospesa che sembra non essere assoggettata dalle leggi del tempo e dello spazio.

Tanti i rimandi al mondo dei sogni che si fanno concreti, che invitano gli ospiti a lasciarsi andare in una dimensione che trascende l’ordinario. Cloud è una nuvola, nel concept, negli spazi e nei colori, è un tempio dell’anima da abitare, anche per pochi giorni, per smarrirsi nell’effimera bellezza e in quella ritrovarsi.

Cloud

Cloud, Tantra Boutique Motel

Del resto l’obiettivo dichiarato dallo stesso studio di architettura è proprio quello di offrire agli ospiti uno spazio dove avere la sensazione di galleggiare su una nuvola. E a guardare le fotografie di questa camera d’albergo ci sembra proprio che la missione sia stata raggiunta.

Ma non sono solo gli spazi e i colori a stimolare la vista e gli altri sensi, ma anche il design accuratamente pensato per avvolgere il corpo e la mente degli ospiti. All’interno di Cloud, infatti, sono presenti sculture metaforiche e oggetti di design realizzati in diverse dimensioni così da restituire un universo tridimensionale e surreale.

Cloud

Cloud, Tantra Boutique Motel

Cloud: dormire su una nuvola

La pianta rampicate al centro della stanza, gli oggetti scultorei che imitano il corpo umano e sfere di cristallo sospese rendono l’immaginario onirico ancora più valicabile. A tutto questo si aggiunge un gioco sapiente di luci che alterna l’opacità e la brillantezza delle pareti creando vibrazioni misteriose e suggestive.

Anche i materiali sono stati scelti per contribuire alla realizzazione di questa estetica ai limiti del surreale. Legno, metallo, ceramica e vetro restituiscono un ambiente che fonda su un gioco di enigmatici contrasti che confondono, ma rilassano. E l’esperienza è bellissima.

Cloud

Cloud, Tantra Boutique Motel

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Escursionismo chic, l’ultima tendenza di viaggio (e della moda)

Mete altamente instagrammabili, luoghi selvaggi ma belli da immortalare e condividere, oppure estremi ma proprio per questo calamite per followers. L’escursionismo, come vogliono i nuovi trend, va a braccetto con la moda: posti e abbigliamento (ma anche attrezzatura, accessori ecc) sono chic, e studiati in collaborazione con i designer e gli stilisti di prestigiose case di moda italiane e francesi.

L’altro lato della medaglia è l’utilizzo dell’abbigliamento da trekking in contesti urbani, quando, appunto, viene customizzato e trasformato in lussuoso. Un esempio? scarponcini  da hiking e marsupi pagati una fortuna e disegnati da grandi nomi della moda.

Escursione glam: la moda sui sentieri o in città

Lo sanno bene i travel influencer: anche l’outfit, quindi il look scelto (appositamente) per un’escursione o per la tappa di un viaggio, è parte fondamentale dell’esperienza. In Italia, le mete più chic per gli amanti del trekking, e da non perdere, sono: il Sentiero Azzurro delle Cinque Terre, caratterizzato da panorami da favola, sentieri a picco sul mare, paesini colorati arroccati su speroni di roccia;  l’anello del Lago di Carezza, a Nova Levante, dove si passeggia attorno al piccolo lago alpino incastonato tra le dolomiti; il Ponte Tibetano di torri del Benaco, perfetto in ogni stagione. In Europa e nel Mondo, le occasioni sono moltissime, dalle campagne olandesi ai trekking sulle falesie in Normandia; dal Sentiero delle Ocre, in Provenza, all’Alpe di Siusi, in Alto Adige.

La lista è infinita, ma le caratteristiche sono più o meno le stesse: esclusività, servizi, natura a fare da padrona, politiche sostenibili, spirito green degli ospitanti e dei turisti. Il look, dunque, vuole la sua parte. Non bastano più un paio di scarponcini, un cappellino e la giacca anti vento. Bisogna armarsi di accessori in Gore-Tex e lana d’agnello, giacche e scarponi ultra chic, con dettagli fashion.

Il Galles: la meta più chic

Se c’è un paese che racchiude la tendenza dell’escursionismo glam, quello è il Galles (sotto, nella foto). Il posto più chic è la Cambrian Way, il sentiero selvaggio (non adatto a tutti perché onestamente ostico, in certe sue parti) che si estende per 300 miglia da Conwy, nel nord del Galles, fino a Cardiff, sulla costa meridionale, descritto dal suo creatore, Tony Drake, come la “passeggiata degli intenditori di montagna”. Per avventurarsi, oltre all’outfit all’ultima moda, però, occorrerà mettere nello zaino griffato anche una mappa topografica: se anche il cellulare dovesse essere l’ultimo modello uscito, non ci sono segnali, o rete cellulare.

I trend del viaggio avventuroso (ma alla moda)

Come ogni trend che si rispetti, anche in questo caso ci sono neologismi che identificano il fenomeno escursionismo e alta moda. Uno è il noto  “gorpcore” (“gorp” che deriva da “good ole uvette and peanuts”, lo spuntino ad alto contenuto proteico preferito dagli escursionisti seri). L’altro è il “cottagecore“, descritto dal New York Times, come quel look utilizzato per le escursioni che somiglia all’evoluzione chic dell’abbigliamento rurale di contadini e pastori. Quindi parecchio folk, dovrà essere sia la destinazione che la mise con cui si decide di esplorarla.

Escursionismo chic, l'ultima tendenza

Galles

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A piedi alla scoperta di Vallo di Nera in Umbria

Nel paese-monumento di Vallo di Nera che, con il suo castello, domina la Valnerina e con i centri incastonati tra le rocce, i monti Maggiore e Coscerno e il fiume Nera formano un territorio unico, ci sono itinerari escursionistici da fare a piedi che regalano grandi emozioni.

Qui, si possono fare esperienze naturalistiche, per scoprire, camminando, il ricco patrimonio culturale di questo borgo, con escursioni a piedi, unite a visite culturali del castello e delle frazioni di Vallo di Nera.

Sono gli stessi abitanti che ne raccontano le tradizioni, supportati da attori o musicisti, in occasione di un evento intitolato “Sentieri, Vicoli e Racconti” che si tiene dal 6 marzo fino al giorno di Pasquetta, il 18 aprile.

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Il paese di Vallo di Nera in Umbria

La magia di Vallo di Nera

Immerso tra le cime del Monte Coscerno e del Monte Maggiore, circondato da numerosi altipiani che si appoggiano con fianchi di verde sul fondovalle, Vallo di Nera ha conservato il suo impianto originario, risalente al 1217, di castello a pianta circolare: case di pietra che seguono ordinatamente le curve di livello della collina, archi rampanti, vicoli, scalinate, contrafforti, mura e torri.

Un aspetto fiabesco, circondato da un mare di verde che si perde nella linea irregolare delle montagne. Un intreccio di natura e attività umana di grande suggestione.

Come raggiungere il borgo

Per arrivare a Vallo di Nera bisogna imboccare la Valnerina, la vallata del fiume Nera che nasce dai monti Sibillini e scorre impetuoso dando vita alla grandiosa Cascata delle Marmore, attraversando un paesaggio naturale a tratti boscoso, a tratti coltivato.

Un fitto reticolo di sentieri collega i centri abitati delle frazioni – Piedipaterno, Geppa, Paterno, Montefiorello, Meggiano, Piedilacosta, Roccagelli – retaggio urbanistico di insediamenti medievali. Tra di essi, spicca la limpida architettura di Vallo di Nera, uno dei Borghi più belli d’Italia, Bandiera arancione del Touring Club, Comune amico della Api, Comune Fiorito e membro delle associazioni nazionali Città del Tartufo e Città dell’Olio.

L’eccezionale caratteristica di Vallo di Nera non è solo quella di essere un castello ancora integro, ma di possedere una densità di superfici affrescate davvero imponente e di grande pregio. Inoltre, tra antichi torrioni e nobili palazzetti, è oggi possibile trovare la “Casa dei racconti”, un centro di documentazione della tradizione letteraria orale e della memoria degli anziani, dove si conservano le “Vallanate” i versi in ottava rima dei pastori transumanti, che declamavano le proprie gesta ricorrendo a ritmati endecasillabi.

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Uno scorcio di Vallo di Nera

Il calendario dei trekking

È per mettere in rete le attrattive naturalistiche, i luoghi della memoria e dell’arte, le eccellenze enogastronomiche e artigianali del territorio che prende vita questo progetto realizzato con il contributo della Regione Umbria, organizzato da ADD Comunicazione ed eventi, grazie al quale, attraverso itinerari di trekking naturalistici e culturali, si farà di Vallo di Nera una meta di turismo lento, dell’autenticità, che sia sostenibile e consapevole, ma anche un’interessante scoperta per il turismo di prossimità.

La prima escursione dal titolo “Trekking, affreschi e musica sacra” si terrà domenica 6 marzo con partenza alle 9.00 dal centro storico di Vallo di Nera, in direzione della Cappella dell’Immagine delle Forche, nota anche come Madonna della Neve, un edificio risalente alla seconda metà del XV secolo con l’interno interamente affrescato. Si proseguirà poi su un sentiero fino all’Abbazia di San Felice. Da qui, lungo il tracciato dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia, si farà ritorno a Vallo di Nera. La passeggiata prevede un percorso di circa 10 chilometri, su un dislivello di circa 200 metri e si concluderà con una degustazione di prodotti della terra e con la visita guidata del borgo.

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La Cappella dell’Immagine delle Forche, nota anche come Madonna della Neve

Domenica 13 marzo si svolgerà il trekking naturalistico ad anello Vallo di Nera – Piedipaterno – Vallo di Nera. Sabato 19 marzo ci sarà l’escursione ad anello in quota fino ai pascoli montani intitolata “La Luna sull’Altopiano”. Domenica 20 marzo ci sarà un evento dedicato all’Equinozio a Vallo di Nera. Domenica 27 marzo, il cammino partirà da Meggiano, castello di pendio alle pendici del Monte Maggiore, fino a Montellino, lungo l’antica via di collegamento montano.

Domenica 3 aprile l’appuntamento è con il trekking alla scoperta di Roccagelli, un antico insediamento montano, passando per il castello di Meggiano e Paterno. Sabato 9 aprile il tour è tra castelli e borghi lungo antichi percorsi montani, un itinerario ad anello da Montefiorello a Meggiano e Paterno. Domenica 10 aprile ci saranno due escursioni: la prima sulle falde del Monte Coscerno, tra Val Lunga, Forchetta di Vallo e Casale del Piano, la seconda nell’oasi naturalistica del Monte Coscerno, lungo i sentieri della transumanza. Sabato 16 aprile si farà un’escursione a Monte Maggiore, la cima panoramica che domina la Valnerina, solcando il sentiero benedettino e le vie delle transumanze. Infine, lunedì 18 aprile è previsto un evento per tutta la famiglia, trekking e fiabe nel bosco.

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Tutti pazzi per una cociera negli Emirati Arabi

Le crociere negli Emirati Arabi hanno dato risultati mai visti. Merito degli itinerari da sogno, che prevedono dei soggiorni prolungati nel porto e due pernottamenti a Dubai.

I turisti vanno pazzi per questa città, così dinamica, così moderna, una sorta di parco dei divertimenti per adulti, fatto di grattacieli ultramoderni, di edifici iconici (l’ultimo inaugurato è il Museo del Futuro dal design inconfondibile), di attrazioni da record.

Per questo motivo, MSC, che da qualche tempo sta operando crociere in Medioriente e dove ha inaugurato un’area tutta sua nel Dubai Cruise Terminal, ha deciso di prolungare la stagione invernale 2021-22 fino a fine giugno.

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Il nuovo Museo del Futuro di Dubai

Sarà la MSC Bellissima a effettuare le crociere settimanali con scali a Dubai, Abu Dhabi, Doha, in Qatar, e nella paradisiaca isola a uso esclusivo di Sir Bani Yas, la più grande isola naturale degli Emirati.

La nave che fa rotta nel Medioriente

Naturalmente anche la nave è fondamentale. La MSC Bellissima, della classe Meraviglia, è stata battezzata nel 2019 ed è una nave progettata per navigare in qualunque stagione dell’anno, offrendo ai viaggiatori un gran numero di funzionalità innovative. A partire dal sistema di connettività tra passeggeri, equipaggio e la nave stessa chiamato MSC for Me. A questo si aggiunge l’assistente digitale, Zoe, un sistema virtuale in grado di rispondere a qualsiasi esigenza dell’ospite.

All’interno ospita ben 12 aree ristorante, con più di 20 bar e lounge. Un mix di aree relax e ottimo cibo per garantire la vacanza della vita. Ciò vale per gli adulti come per i più piccoli, con intere sezioni loro dedicate, come quella riservata ai partner Lego e Chicco. Ben dieci differenti tipologie di cabine tra le quali scegliere, un servizio di maggiordomo h24, un emozionante Water Park e una galleria con passeggiata da 96 metri, sovrastata da un gigantesco schermo LED, che ha il compito di creare sempre la giusta atmosfera.

Una nuova super nave green

Il prossimo inverno sarà però un’altra nave a solcare questi mari e si prevede un boom di prenotazioni. Sì perché la nave in questione sarà la MSC World Europa, attualmente in costruzione, la più grande ed ecologicamente avanzata in navigazione nel Medioriente, la  più moderna e green, in quanto sarà la prima nave di MSC Crociere alimentata da gas naturale liquefatto (GNL), il combustibile fossile più pulito attualmente disponibile per le grandi navi da crociera.

La World Europa sarà gigantesca. Potrà ospitare fino a 6.762 passeggeri, sarà lunga 333,3 metri e avrà una stazza lorda di 205.700 tonnellate. La consegna è prevista per ottobre, per poi dirigersi, a partire da dicembre, sotto il sole di Dubai, Abu Dhabi e Sir Bani Yas Island, Dammam in Arabia Saudita e Doha in Qatar.

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La nuova ammiraglia MSC World Europa

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Brescia: alla scoperta della Leonessa d’Italia

Per anni sottovalutata dal mondo del turismo, Brescia è in realtà una città ricchissima di cultura, arte e storia, che non ha niente da invidiare alle più celebri città d’arte italiane; ve la consiglio come alternativa per un classico weekend gateaway, sono sicura che ne resterete alquanto sorpresi.

Brescia, fu soprannominata Leonessa d’Italia dai poeti Aleardi e Carducci, per il coraggio e la forza dimostrati dai suoi abitanti durante l’insurrezione (le famose Dieci Giornate di Brescia: 23 marzo – 1° aprile 1849) contro l’oppressione austriaca. Passeggiando per le vie del suo centro storico saltano subito all’occhio i resti di epoche antiche, i contrasti di stili architettonici e le testimonianze di un passato ricco di storia e di cultura. Fondata nel lontano 1200 a. C., fu successivamente dominata dai Galli, dai Romani (che la chiamarono Brixia), dagli Ostrogoti, dalla Serenissima Repubblica di Venezia e infine dall’Impero Austriaco, per poi essere annessa al Regno d’Italia nel 1860. È proprio per questo motivo che a Brescia troviamo un tempio romano, un castello medievale, due Duomi ed edifici in stile veneziano. Una ricchezza che merita di essere vista almeno una volta nella vita.

Come raggiungere a Brescia

Ben collegata grazie alla presenza di numerose infrastrutture, Brescia è facilmente raggiungibile in auto, in treno o in aereo. Si trova infatti sull’autostrada A4 Milano-Venezia e dista solo 1 ora di auto sia da Milano che da Verona. Anche il treno è un’ottima alternativa per raggiungere la città; servita sia da treni regionali sia dall’alta velocità, la stazione ferroviaria si trova a soli 15 minuti a piedi dal centro storico. Se arrivate da lontano, gli aeroporti più vicini sono quello di Bergamo Orio al Serio e quello di Verona. Da qui la soluzione migliore è noleggiare un’auto per esplorare non solo Brescia, ma anche i suoi meravigliosi dintorni, che vanno dalla Franciacorta, rinomata in tutto il mondo per gli ottimi vini, al Lago d’Iseo, con i suoi piccoli borghi da esplorare e le sue passeggiate immerse nella natura.

Cosa vedere a Brescia in un weekend:

Il centro storico di Brescia è abbastanza raccolto e si gira comodamente a piedi. Iniziate il tour della città da via dei Musei, dove si trovano due siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Si tratta del Museo di Santa Giulia e del Parco Archeologico di Brescia Romana. Partite dal Museo di Santa Giulia e dedicate almeno un paio di ore a esplorarlo. Realizzato all’interno di un complesso monastico di origine longobarda, il percorso espositivo racconta quasi 3000 anni di storia della città, dalla preistoria fino ai giorni nostri. Qui potrete ammirare due bellissime domus romane con i loro mosaici, la statua in bronzo della Vittoria Alata (risalente al primo secolo), imponenti affreschi cinquecenteschi realizzati sulle pareti del Coro delle Monache e la Croce di Desiderio, simbolo della Brescia longobarda. A pochi metri di distanza dal Museo si trova il Parco Archeologico Romano, il più importante del Nord Italia, che vi lascerà sicuramente stupiti. Tra i vari reperti a cielo aperto, spiccano il Tempio Capitolino e il Teatro Romano. Costruiti per ordine dell’imperatore Vespasiano nel 73 d. C., raccontano dell’importanza che aveva l’antica Brixia in epoca romana. Proseguite il giro del centro storico spostandovi verso Piazza Paolo VI, anche conosciuta come Piazza del Duomo, e lasciatevi sorprendere dalla presenza di ben due Cattedrali. A Brescia infatti troverete un Duomo Vecchio e un Duomo Nuovo, uno vicino all’altro, in un magnifico contrasto di stili architettonici unico al mondo.

Brescia è tristemente nota anche per un’altra piazza molto famosa, Piazza della Loggia, dove nel 1974 un attentato terroristico provocò la morte di 8 persone e centinaia di feriti. Vicino al punto in cui scoppiò la bomba, oggi è stata posizionata una lapide commemorativa e, sulla strada che porta al Castello, sono state incastonate più di 400 targhe che ricordano altrettante persone vittime del terrorismo degli ultimi 40 anni. Ammirate Piazza della Loggia anche per la presenza di edifici in stile veneziano risalenti al 1400 e per la torre dell’orologio. Sulla sua cima sono posizionate due statue maschili in bronzo, chiamate in dialetto bresciano i macc de le ure, che scandiscono le ore della giornata battendo il martello su una campana. Come ultima tappa del vostro giro di Brescia, recatevi al Castello. Si trova sul Colle Cidneo ed è facilmente raggiungibile dal centro storico percorrendo una passeggiata in salita di 10-15 minuti. L’ingresso al Castello è gratuito. Sono a pagamento solo i musei che si trovano al suo interno: il Museo del Risorgimento e il Museo delle Armi. La fortezza è veramente ben conservata e vi sembrerà di fare un tuffo nel lontano Medioevo. Attraversate il ponte levatoio, esplorate i tunnel sotterranei e godetevi una passeggiata rilassante nei suoi giardini. Trovandosi in posizione rialzata, dal Castello si può osservare tutto il centro di Brescia che si estende ai suoi piedi. Salite al Castello per l’ora del tramonto e ammirate le case, i palazzi e i monumenti che si tingono di rosa e approfittate del punto di ristoro per fare un aperitivo con il mitico pirlo bresciano… e non osate chiamarlo Spritz!

Cosa mangiare a Brescia:

Dopo tanto girovagare per la città perché non provare qualche piatto tipico della cucina bresciana? L’arte e la storia non sono infatti l’unico motivo per visitare la città di Brescia. Nel centro storico troverete numerosi ristoranti che offrono i piatti della tradizione. Come antipasto avrete solo l’imbarazzo della scelta: taglieri di salumi e formaggi nostrani o dell’ottimo pesce del vicino Lago di Iseo. I primi sono generalmente composti da ingredienti poveri, ma combinati per creare piatti sostanziosi e ricchi di gusto. Meritano un assaggio i famosi casonsèi alla bresciana, una pasta ripiena di pangrattato e formaggio grattugiato, a forma di mezzaluna, condita con abbondante burro fuso e salvia. Per un bis di primi da veri golosi, provate anche i malfatti, degli gnocchi di pane e spinaci, brutti da vedere, ma veramente saporiti grazie all’immancabile condimento di burro e salvia.
Se avete ancora fame, ordinate come secondo la carne allo spiedo oppure il tipico manzo all’olio. Con questo tipo di cottura, la carne rimane morbida e viene servita con un intingolo delizioso, perfetto accompagnamento per la polenta. A Brescia la polenta si mangia taragna, ovvero preparata l’aggiunta di farina di grano saraceno e condita generalmente con burro e formaggio. Per gli amanti del vino, non lasciatevi sfuggire un assaggio dei migliori DOC del territorio. Tra i vini rossi ricordiamo il Cellatica e il Botticino, mentre per chi ama le bollicine, è d’obbligo ordinare una bottiglia di Franciacorta, il primo spumante metodo classico italiano ad avere ottenuto la DOCG, riservata solo ai vini di eccellenza. Dopo un pasto così sostanzioso, prima di mangiare il dolce, serve una bella passeggiata. Approfittatene quindi per raggiungere la Pasticceria Veneto, aperta nel 1971 da un giovane Iginio Massari, diventato poi il grande maestro pasticciere che tutti noi oggi conosciamo. Se volete assaggiare i dolci della tradizione, provate una fetta di bussolà, un ciambellone aromatizzato con limone e vaniglia, tipico del periodo natalizio, ma che ormai si trova tutto l’anno. Altrimenti provate le deliziose praline di cioccolato, i biscotti al burro o i dolci a base di frutta secca. Il miglior modo per concludere in dolcezza la vostra giornata alla scoperta di Brescia!

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Tra divinità, natura e magia: l’isola nascosta della Grecia

Meravigliosa è la Grecia, già destinazione prediletta di viaggiatori e vacanzieri di tutto il mondo, con le sue isole e gli isolotti sparsi per il Mar Egeo e il Mar Ionio. Secondo l’ente del Turismo greco sono circa 6000 i lembi di terra che affiorano dal mare, e che conservano un patrimonio storico, culturale e naturale immenso.

Ed è proprio tra questi che c’è un’isola segreta, quasi nascosta alla stregua di un tesoro prezioso. Essa sorge nel mare Egeo settentrionale, a pochi chilometri dalla linea di confine con la terra di Turchia ed è meravigliosa.

Già meta frequentata dagli appassionati di archeologia, l’isola di Samotracia è celebre anche per la sua Nike, la scultura alata trovata proprio sull’altare dei Grandi Dei nel 1863 e ora esposta all’interno del museo del Louvre a Parigi. Ma è anche l’isola della natura selvaggia, degli scenari lussureggianti e delle cascate. Un’isola da scoprire per innamorarsi, ancora una volta, della Grecia.

Cascate di Samotracia

Cascate di Samotracia

Samotracia, l’isola del Mare Egeo

A Samotracia non ci sono le casette bianche con le finestre blu, non ci sono neanche tutti quei turisti a godere del clima da vacanza perfetta e della movida che le altre isole della Grecia offrono. Ci sono però i tetti rossi, le influenze turche e i balconi in legno che si affacciano dalle case in pietra. Ci sono i massicci montuosi che circondano le spiagge, quelle dalle quali è è possibile raggiungere i boschi e scoprire fiumi, laghi e cascate, piscine naturali all’interno delle quali rigenerarsi e meravigliarsi.

Un vero e proprio paradiso di serenità, un’oasi di pace che ha preso in presto dalla natura i suoi colori più belli per dipingere l’isola intera. Il verde e l’azzurro sono gli assoluti protagonisti di questo scenario incantato, come se gli antichi dei avessero plasmato questo luogo immaginandolo come una dimora paradisiaca in cui vivere eternamente.

Non ci sono locali notturni e discoteche, neanche nei villaggi più turistici. Ma la loro assenza è ripagata dai torrenti, dai fiumi e dalle cascate, dalla natura silenziosa che scandisce i ritmi nuovi del tempi, quelli che scorrono lentamente. Le spiagge sono poche, ma quelle che ci sono bastano a godere della grande bellezza dell’isola.

Samotracia

Samotracia

Cosa vedere e cosa fare a Samotracia

Negli ultimi anni Samotracia è stata scelta come meta di vacanza per un turismo alternativo, hippie e fuori dall’ordinario, ma anche come destinazione per scoprire il perfetto connubio esistente tra storia e natura. L’itinerari sull’isola comincia dal monte Fengari, dalla sua cima per ammirare tutto lo splendore del territorio, per poi scendere tra sentieri e canyon, vallate e gole.

È proprio percorrendo questi sentieri che si aprono davanti allo sguardo degli scenari da fiaba: sono le cascate e le piscine naturali che si trovano sui fiumi Arapis, Platia e Agistros. La più celebre, la cui fotografia è spesso utilizzata per raccontare la grande bellezza di Samotracia, è la cascata Gria Vathra. Qui il paesaggio è in continuo movimento tra salti d’acqua e fruscio delle foglie: uno spettacolo inebriante in cui immergersi e perdersi.

La vita cittadina, o meglio turistica, si svolge a Loutrá. È questo il punto di partenza per la gran parte dei viaggiatori che scelgono di scoprire l’isola. Nonostante la presenza dei turisti, però, la località mantiene la sua intatta atmosfera isolana, quella fatta di cose semplici come taverne, locali all’aperto e passeggiate tra la natura.

Imperdibile è anche Hora, il capoluogo dell’isola, nonché una pittoresca cittadina protetta naturalmente da due falesie che incorniciano una visione idilliaca. Ovviamente, immancabile, è una tappa al Santuario dei Grandi Dei, lì dove si trovano gli enigmi mai risolti, dove è conservato tutto il fascino di culti e riti antichissimi che sembrano fissare un legame eterno e indissolubile con l’isola greca.

Santuario dei Grandi Dei

Santuario dei Grandi Dei