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Il parco nazionale sommerso sembra un sogno: ecco come visitarlo

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti che per forme, lineamenti e colori assomigliano a paesaggi fiabeschi e onirici che non si possono raccontare, ma solo vivere e toccare con mano. E oggi è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi, un parco nazionale in parte sommerso che si spalanca davanti allo sguardo degli avventurieri che volano negli States e che appare come un sogno a occhi aperti.

Ci troviamo al Dry Tortugas National Park, un parco nazionale statunitense situato nella parte meridionale della Florida, a ovest della città di Key West. È qui, dove tutto ciò che appare assume le sembianze di un piccolo paradiso terrestre, che è possibile vivere un’avventura mozzafiato e unica.

Il parco, infatti, è quasi interamente sommerso dalle acque cristalline e turchesi dalle quali emerge una fortezza, che sembra quasi sospesa sul mare. È lei la principale attrazione della zona, ma non è sicuramente l’unica. Tutto il paesaggio che si snoda intorno è idilliaco ed è qui che è possibile vivere una delle esperienze più esclusive di una vita intera.

Benvenuti al Dry Tortugas National Park

Organizzare un viaggio in Florida, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il Paese a sud degli Stati Uniti, che confina con l’Atlantico da un lato e con il Golfo del Messico dall’altro, è celebre per le sue chilometriche spiagge bianche bagnate da acque azzurre e cristalline, per la città di Miami, per Orlando e i parchi a tema.

Le cose da fare e da vedere nel Paese sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere. Ma se è un’esperienza all’insegna della grande bellezza che volete vivere, allora non potete non inserire nel vostro tour della Florida anche una visita al Dry Tortugas National Park, un piccolo ed esclusivo paradiso terrestre accessibile solo in idrovolante o in barca.

Considerato uno dei più affascinanti e suggestivi parchi degli Stati Uniti, il Dry Tortugas National Park è sicuramente il più caratteristico dato che la maggior parte di questo è sommerso sotto le acque dalle mille sfumature d’azzurro che rendono il paesaggio incantato.

Protagonista assoluto del Parco Nazionale della Florida è il Fort Jefferson, una fortezza che accoglie i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, e che si palesa davanti ai loro occhi come fosse un miraggio. L’edificio, che sembra sospeso sull’acqua, fu costruito nel 1800 e nei secoli ha ricoperto diversi ruoli. È stato un forte, una stazione di rifornimento per le navi da guerra e un porto sicuro. Oggi è un pezzo di storia americana che si inserisce in maniera straordinaria nella riserva naturale del Dry Tortugas che comprende la fortezza e le sette isole più a ovest del Paese.

Parco Nazionale Dry Tortugas

Fonte: iStock

Parco Nazionale Dry Tortugas

Come visitare il parco più esclusivo della Florida

Visitare il Parco Nazionale di Dry Tortugas è un’esperienza che non si può descrivere, ma solo vivere. L’accesso all’area è consentito solo via aerea o via mare e in tutto il parco non sono presenti servizi, quindi è opportuno organizzare nei minimi dettagli la visita.

Raggiungere il parco, dicevamo, è possibile via mare, con traghetti o barche private, oppure in idrovolante, una soluzione questa meno economica, ma sicuramente più affascinante. In questo modo, infatti, è possibile sorvolare tutta l’area e godere di un panorama unico e mozzafiato fatto di strutture abbandonate che incontrano la natura incontaminata e che creano un’atmosfera magica e senza tempo.

Vista aerea sopra il Forte Jefferson, Dry Tortugas National Park

Fonte: iStock

Vista aerea sopra il Forte Jefferson, Dry Tortugas National Park
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In questo Paese c’è una strada che suona, la musica è bellissima

Esistono alcune esperienze che sono così straordinarie che non si possono raccontare, descrivere e neanche immaginare, ma solo vivere. Sono le stesse che invitano le persone a mettersi in viaggio, a esplorare le meraviglie naturali o artificiali che si snodano intorno al globo e da queste lasciarsi incantare.

E oggi è proprio di un’esperienza unica e incredibile che vogliamo parlarvi, un’avventura che si vive on the road tra le strade d’Europa e che non è paragonabile a niente di tutto ciò che abbiamo vissuto fino a questo momento.

Sì perché in Ungheria esiste una strada che, se percorsa rispettando i limiti di velocità, emette una soave melodia. Mettetevi all’ascolto, la musica prodotta è bellissima: è la vostra colonna sonora di un viaggio indimenticabile.

Ungheria: la strada che suona è straordinaria

Il nostro viaggio di oggi ci porta in Ungheria, nel Paese dell’Europa Centrale che ogni giorno attira migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Arrivano qui per scoprire la meravigliosa capitale tagliata in due dal fiume Danubio, per scoprire la sua storia, l’arte e la cultura, per passeggiare tra i palazzi neoclassici e ammirare gli scorci dal Ponte delle Catene. Ma vengono qui anche per scoprire le meraviglie nascoste nei dintorni, o per frequentare le terme, come quelle del Lago di Hévíz.

Insomma, organizzare una vacanza in Ungheria è sempre un’ottima idea e tutti sappiamo il perché. Quello che però in molti non sanno è che è proprio in questo Paese che si può vivere quella che è l’avventura più inedita di una vita intera, quella che permette di attraversare in automobile una strada a suon di musica, che emette suoni e melodie a ogni chilometro percorso. Allacciate le cinture: si parte.

Mettetevi all’ascolto durante la guida: la musica è bellissima

Ci troviamo sull’autostrada 67 in Ungheria, più precisamente nel tratto che collega Mernyeszentmiklós e Mernye. È qui che, percorrendo l’asfalto chilometro dopo chilometro, gli automobilisti possono ascoltare il brando 67-es della band ungherese Republic che proviene direttamente dalla strada.

Non si tratta di stregoneria, nessun incantesimo è stato lanciato sull’autostrada. La strada musicale, infatti, è stata realizzata grazie alla messa a punto di uno strategico e ingegnoso meccanismo che si attiva proprio al passaggio degli pneumatici e che emette note musicali che replicano il brano della band ungherese. Affinché la melodia prenda vita, però, è necessario rispettare i limiti di velocità. Se l’accelerazione è eccessiva, infatti, la melodia arriva distorta e imperfetta alle orecchie di chi ascolta.

Questa strada che suona è il frutto di un progetto messo a punto per invitare gli automobilisti a guidare con cautela. Grazie all’inserimento di scanalature in acciaio nella strada che fanno vibrare gli pneumatici, vengono emessi diversi suoni a ogni passaggio.

L’autostrada musicale in Ungheria non è l’unica al mondo, le melody road infatti sono rare, ma non impossibili da trovare. In Giappone esiste quella che è considerata la prima strada musicale al mondo e si trova sull’isola di Hokkaido. Ma ce ne sono altre sparse per il mondo, come in Cina, in Corea del sud, in Danimarca e nei Paesi Bassi.

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L’Egitto avrà una nuova capitale economica, tutta high tech

Sarà costruita sul modello degli Emirati Arabi la nuova capitale economica dell’Egitto che sta sorgendo a qualche chilometro da Il Cairo. La società che si sta occupando della realizzazione di strade, quartieri e di edifici avveniristici, la Skidmore, Owings & Merrill LLP, è la stessa che ha costruito il Burj Khalifa di Dubai, il grattacielo più alto del mondo.

Questa città, completamente diversa dal Cairo, non ha ancora un nome (per il momento la chiamano “NAC” o “The Capital Cairo” o ancora “New Cairo“), ma si sa che sarà pronta nel 2023 e che sarà il nuovo centro culturale e amministrativo del Paese.

Una nuova capitale per l’Egitto

L’idea di voler costruire una nuova capitale è scaturita dall’esigenza di ‘svuotare’ in parte l’attuale capitale egiziana, che con circa 20 milioni di abitanti è una delle città più popolose al mondo, decentrando tutto il settore economico in una nuova ‘city’ che, in futuro, dovrebbe ospitare fino a 6,5 miliardi di persone. Ma non è stato l’unico motivo.

Creare una città ex novo ha anche lo scopo di presentare una nuova idea di Egitto, non più legata solo all’archeologia e ai fondali marini. Un Egitto che invogli l’arrivo di nuovi investitori che facciano ripartire il Paese. Un Egitto con palazzi di cristallo, dalle forme più bizzarre, con grattacieli e aree verdi, che sia anche una nuova attrazione turistica per tutti coloro che viaggiano ispirati da architettura e desgin.

La nuova città che sorgerà a Est del Cairo, tra il Nilo e il Canale di Suez, avrà un’area complessiva di 700 chilometri quadrati e 200 km quadrati di parchi (sarà il sistema di parchi più grande del mondo). Ospiterà un nuovo parlamento, una banca centrale, un aeroporto, un palazzo presidenziale (sarà otto volte più grande della Casa Bianca), un business district, il minareto con il campanile più alto dell’Egitto, il nuovo Teatro dell’Opera, il Museo delle Capitali, che racconta la storia dell’Egitto da 5.000 anni fa ai giorni nostri, e la Biblioteca.

Inoltre, sull’esempio di Milano, sorgeranno ben tre palazzi stile Bosco Verticale. Srà sempre l’architetto Stefano Boeri a progettare per l’Egitto il New Cairo vertical forest che avrà l’obiettivo di dare ossigeno e caratterizzare la città più attesa degli ultimi anni.

Uno degli edifici sarà destinato a hotel, mentre gli altri due saranno occupati da residenze di vario tipo. Le strutture ospiteranno 350 alberi e oltre 10.000 arbusti scelti tra le specie atoctone.

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Tom Cruise innamorato della nostra Puglia

Tom Cruise non può stare a lungo lontano dall’Italia. La star di Hollywood è arrivata in Puglia, pare per girare un nuovo film.

È atterrato in gran segreto all’aeroporto di Bari con il suo jet privato. Ma in Italia non è semplice passare inosservati e in pochi minuti la notizia del suo arrivo ha fatto il giro del web.

L’attore in Puglia

C’è chi dice che sia alla ricerca di una nuova location per un suo ennesimo film, chi invece che l’abbia già trovata e che inizierà presto le riprese. Potrebbe essere Bari o un’altra località pugliese, ma pare anche che il divo sia rimasto – come molti altri suoi colleghi prima di lui – affascinato dai Sassi di Matera e che sia proprio questa la sua destinazione finale.

Tom Cruise e l’Italia

L’ultima volta che l’attore era sbarcato in Italia era il 2020 in occasione dell’ultimo episodio della saga di “Mission Impossible”. A quel tempo le scene rocambolesche erano state girate a Venezia.

In quell’occasione Tom era stato anche a Roma, una città che gli era rimasta nel cuore. Sì, perché per lui non era la prima volta nella Capitale: vi era già stato nel 2005 per girare alcune scene di “Mission Impossible 3”, e poi ancora l’anno seguente per celebrare il matrimonio con l’ex Katie Holmes.

Era il 18 novembre del 2006 quando la coppia si sposò al Castello Odescalchi noto anche come castello di Bracciano, alle porte della Capitale. Un vero e proprio castello delle fiabe, degno di una coppia hollywoodiana come loro, con ben tre cinte di mura e cinque torri. Ai tempi della loro unione Toma e Katie erano solito frequentare assiduamente anche un’altra perla italiana: Capri. Era facile incontrarli in piazzetta d’estate mentre compravano un gelato alla piccola Suri.

Insomma, dopo aver sbancato al botteghino con “Top Gun Maverick“, il sequel dello storico film degli Anni ’90 Tom Cruise sembra essere tornato al lavoro con un nuovo progetto Made in Italy.

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Questo luogo è stato scelto dalla Nasa per fare esperimenti

C’è acqua su Marte? Come si vivrebbe sul Pianeta Rosso? La Nasa sta cercando di rispondere a tutte queste domande con un esperimento che viene effettuato in una località amena del Sud della Spagna, il Parco minerario di Riotinto.

La superficie di questo parco è del tutto simile a quella su Marte. Gli studiosi stanno trivellando il suolo alla ricerca dell’acqua e di altri materiali da poter sfruttare, proprio come farebbero nello spazio. Ma senza doverci andare veramente.

Qui, tra odori di zolfo e rame, scorre un fiume dal colore rosso sangue, in un paesaggio fatto di pietre ricche di sfumature gialle, rosse e arancio, che lo rendono simile a quello della superficie di Marte.

Da miniera a banco di prova della Nasa

A Riotinto, dove un tempo di trovava una miniera, oggi si stanno sperimentando strumenti, robot e tecnologie sulla Terra prima di partire alla ricerca della vita su Marte. Gli esperti della Nasa e dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che da tempo ne studiano il terreno, hanno rinvenuto dei batteri che potrebbero addirittura facilitare la nostra presenza sul Pianeta Rosso.

Si sta cercando di capire come potere estrarre tracce di DNA e quindi risalire alla presenza di qualche microorganismo. Gli strumenti in uso alla Nasa sono in grado di scorgere ogni sorta di materiale chimico, come le proteine, i polisaccaridi, gli acidi nucleici ecc.

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Fonte: 123rf

Il fiume Tinto in Andalusia

A differenza di Marte, il Parco del Riotinto è attraversato da un fiume, il Tinto. Il colore delle sue acque è dovuto alla forte presenza di ferro. Infatti, qui si trova uno dei più grandi giacimenti minerari della Spagna. I giacimenti di ferro sono stati sfruttati sin dai tempi dei Fenici e abbandonati soltanto negli Anni ‘50.

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Fonte: 123rf

La vecchia miniera di Riotinto in Spagna

A metà dell’800, gli inglesi della Rio Tinto Company Limited portarono centinaia di operai in queste lande desolate dell’Andalusia, le cui tracce si notano ancora oggi nei piccoli villaggi come Bellavista, che è ancora intatto e in perfetto stile Vittoriano.

Visitare Riotinto

I turisti possono visitare il Parco di Riotinto, meglio se all’ora del tramonto, per ammirare il colore rosso fuoco della terra, con un itinerario a bordo di un vecchio trenino d’epoca che risale al tempo in cui qui vi erano gli inglesi.

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Fonte: 123rf

Il trenino che attraversa Riotinto

Gli appassionati di archeologia industriale possono visitare le strutture delle vecchie miniere e la stazione ferroviaria dell’epoca. Per scoprire tutte le vicende di questa terra c’è anche un museo ospitato nel locale che una volta fungeva da ospedale.

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Viaggio in uno dei luoghi più sorprendenti ma pericolosi al mondo

Un Paese splendido, in grado di far innamorare chiunque vi ci metta piede, un luogo che riesce a far battere davvero il cuore e che sa conquistare l’anima con la sua bellezza e cultura: il Nepal. Una destinazione che, però, nasconde anche un lato oscuro che, se si decide di organizzare un viaggio, si deve necessariamente sapere: per alcuni aspetti è una delle mete più pericolose del mondo.

Si tratta di un piccolo Stato arroccato sulle montagne dell’Himalaya dove c’è tanta natura, ma anche storia, cultura, persone accoglienti, tradizioni molto folkloristiche e alcune cose a cui è necessario prestare attenzione.

Perché il Nepal è considerato un Paese pericoloso

Solo qualche mese fa in Nepal si è schiantato un volo con a bordo 72 persone e, purtroppo, non è una novità. Secondo i media indiani, da queste parti si sono registrati 67 incidenti aerei negli ultimi 60 anni: in proporzione ai movimenti aerei mostra un tasso di incidenti ben più alto della media mondiale

Se da un lato questo Paese vanta uno degli aeroporti più suggestivi del mondo, il Tenzing-Hillary di Lukla, che si trova a 2.845 metri sul livello del mare, dall’altra è anche uno dei più pericolosi di tutto il nostro pianeta: ha una sola pista d’asfalto dove atterrare e decollare lunga appena 527 metri, delimitata da una parete rocciosa da una parte e una sorta di strapiombo dall’altra.

Tenzing-Hillary di Lukla nepal

Fonte: iStock – Ph: Olga_Gavrilova

La pista del Tenzing-Hillary di Lukla

Ma la pericolosità dei voli in Nepal non riguarda solo il suo aeroporto. Il Paese ha una topografia ostile con montagne maestose e un clima capriccioso, condizioni che rendono un volo impegnativo. Secondo il rapporto delle autorità locali, dal 2009 al 2018 due terzi degli incidenti si sono verificati durante la fase di crociera o in atterraggio.

E a sorprendere particolarmente è che quasi metà delle vittime c’è stata durante la crociera, a conferma del fatto che quella che è nel mondo la fase con meno problemi in Nepal è la più mortale. Una volta arrivati all’aeroporto di Kathmandu con collegamenti internazionali le persone s’imbarcano su velivoli più piccoli di compagnie locali per raggiungere le varie zone tra le vette più alte del mondo. E lì, purtroppo, le norme di sicurezza non sono le stesse dei Paesi occidentali.

Infine, è importante sapere che la Commissione europea ha inserito circa 20 compagnie aeree nepalesi nella liste dei vettori che, per ragioni di sicurezza, non possono solcare i cieli comunitari. L’elenco completo lo trovate in questo pezzo.

Ma quindi è sicuro viaggiare in Nepal?

A livello generale viaggiare in Nepal, in quanto si arriva con voli internazionali, è sicuro: basta avere un atteggiamento di massima cautela ed evitare luoghi di manifestazioni e assembramenti. Anzi, i suoi tassi di criminalità non sono molto alti ed è pieno di persone amichevoli.

Tuttavia, durante la fase di organizzazione c’è da tenere a mente alcune cose. Come vi abbiamo accennato, il trasporto locale nel Paese è altamente rischioso. Ciò vuol dire che sarebbe opportuno, almeno al giorno d’oggi, evitare di raggiungere le colline o le montagne del Nepal in autobus o in aereo poiché è centinaia di volte più insidioso che viaggiare altrove.

Un problema molto comune è anche il borseggio e il furto di borse. Per questo motivo è necessario avere una soglia di attenzione più alta per quanto riguarda i propri oggetti e documenti. Da non sottovalutare, inoltre, è il rischio di catastrofi naturali in quanto purtroppo il Nepal è soggetto a molti di essi come inondazioni, smottamenti, incendi, epidemie, terremoti, valanghe, tempeste di vento e siccità. Infine, come in tutti i luoghi del mondo, anche in Nepal c’è il rischio di essere truffati.

In sostanza, quindi, il Nepal è sicuro da visitare ed è noto per i suoi abitanti estremamente amichevoli e ospitali, ma bisogna fare moltissima attenzione, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti interni.

Cosa vedere in Nepal

Il Nepal è un Paese dalla cultura antichissima, un posto fantastico in cui immergersi completamente e vivere esperienze indimenticabili ed uniche. Imperdibile, per esempio, è la sua vibrante e colorata Capitale: Kathmandu. Una città moderna ma anche custode di antiche tradizioni delle culture buddista e induista.

Un luogo che offre una vastissima scelta di meraviglie da scoprire, oltre che un’atmosfera capace di rapire per la sua forte spiritualità. Tappa obbligata è l’affascinante tempio di Swayambhu con i suoi oltre 300 scalini in pietra che permettono di godere di uno dei panorami più suggestivi della Capitale.

Kathmandu nepal

Fonte: iStock – Ph: miroslav_1

Veduta di Kathmandu

Il sogno di molti è quello di scalare il monte più alto del globo che si trova proprio qui: l’Everest. Si può fare esclusivamente con una buonissima dose di preparazione e con guide del posto, ma la buona notizia è che chi non ha esperienza di scalata può comunque fare un trekking nelle zone più accessibili, un’avventura che può essere vissuta solo in Nepal.

Vale la pena fare un salto anche a Bhaktapur che consente di fare un viaggio indietro nel tempo, una vera e propria oasi di pace dove gli abitanti vivono secondo regole che si perdono in epoche passate. Definita la “città del riso”, sembra il set di un magnifico film.

Gli amanti della natura non possono perdere il Parco Nazionale Chitwan, il più antico del Nepal, dove vivono molte specie in via di estinzione come la tigre del Bengala o il rinoceronte asiatico. Da queste parti potrete fare un safari e visitare i vari villaggi tipici per immergervi completamente nella cultura locale.

Molto bella anche Pokhara, chiamata anche la “città del laghi”, da dove partono molti percorsi di trekking oltre che tour in barca per navigare i laghi che circondano la zona. Particolarmente sorprendente è l’alba sul massiccio dell’Annapurna, un evento che attira ogni giorno decine di turisti.

Infine – ma le meraviglie del Nepal non sono certo finite qui – vi consigliamo di fare un salto presso il Giardino Lumbini, il luogo che ha dato i natali a Siddhartha Gautama, Buddha. Ciò vuol dire che questo è il punto in cui la storia del buddismo ha avuto inizio. Un villaggio che nasconde molti tesori archeologici inerenti alla storica nascita del Buddha e che richiama pellegrini e visitatori da ogni angolo del nostro pianeta. Non a caso l’aria che si respira ha un qualcosa di mistico ed è profondamente spirituale.

everest nepal

Fonte: iStock

Il monte Everest
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Marzo a testa in sù: gli spettacoli nel cielo di primavera

L’arrivo di marzo porta con sé quelli che sono i più grandi e affascinanti spettacoli del mondo. Con il risveglio della natura, infatti, il pianeta si trasforma nel palcoscenico di uno show senza eguali che incanta la vista e inebria i sensi.

Stiamo parlando delle fioriture, quelle maestose, colorate e profumate, quelle magiche e inaspettate che si trasformano in vere e proprie attrazioni turistiche. Quale occasione migliore, se non quella dell’arrivo della primavera, per organizzare nuovi ed entusiasmanti viaggi?

Le sorprese, però, non finiscono qui perché marzo è davvero un mese speciale. Gli spettacoli della natura, infatti, continuano anche nel cielo di primavera che si prepara a illuminare di magia le nostre notti. Mettetevi comodi e alzate lo sguardo: la visione è mozzafiato.

Gli spettacoli nel cielo di primavera

La primavera, dicevamo, è una delle stagioni più attese e affascinanti dell’anno. Sicuramente la migliore per organizzare viaggi e per scoprire la grande bellezza naturale che appartiene al nostro pianeta. Non solo fioriture, però, gli spettacoli della primavera continuano anche sopra le nostre teste. Questo mese, infatti, un fitto calendario di eventi si prepara a regalarci spettacoli mozzafiato.

Si comincia con il primo giorno di marzo, quando una delle congiunzioni più attese dell’anno darà il benvenuto a questo mese. Protagonisti assoluti del cielo saranno Venere e Giove che si muoveranno uno verso l’altro, restando vicinissimi per tutta la giornata. Entrambi luminosissimi, i pianeti potranno essere avvistati sia a occhio nudo che con un telescopio.

Per ammirare, invece, la luce di Mercurio dovremmo attendere la fine del mese, quando il pianeta tornerà a splendere nel cielo serale, proprio dopo il tramonto. Sarà possibile avvistarlo vicino a Giove, con il quale si unirà in una delle ultime congiunzioni di marzo.

A dare il benvenuto alla primavera ci saranno anche le stelle cadenti. Tra il 18 e il 22 marzo, secondo l’Unione Astrofili Italiani, sarà possibile osservare alcune meteore luminose provenienti dai radianti delle eta Virginidi e theta Virginidi. Per ammirare lo spettacolo, e sussurrare i primi desideri della stagione, il consiglio è quello di recarsi in zone buie e prive di inquinamento luminoso per avere una visione nitida e spettacolare. Durante tutto il mese, invece, ci sarà la stella doppia 38 Lyncis a illuminare le nostre notti di primavera.

Marzo, ovviamente, è anche il mese dell’attesissimo equinozio che quest’anno cadrà il 20 marzo. In questa occasione, che coincide con il primo giorno di primavera nell’emisfero settentrionale, ci sarà una quantità uguale di giorno e di notte in tutto il mondo.

La Luna del Verme

Protagonista assoluta del cielo di primavera è anche la Luna del Verme, la prima Luna piena del mese che ci dà appuntamento il 7 marzo. Non lasciatevi suggestionare dal nome però, perché il nostro satellite naturale sarà bello e affascinante come sempre.

L’appellativo Luna del Verme proviene da lontano e più precisamente dai nativi americani. Per loro, lo sappiamo, il satellite naturale era considerato sacro, ed era proprio lui che scandiva il tempo e le stagioni. I nativi avevano scelto il nome di worm moon proprio perché in questo mese, che è quello del risveglio di Madre Natura, il terreno diventa più morbido e i vermi tornano alla terra, e con loro anche gli uccelli.

Aguzzate la vista e mettetevi comodi, la primavera sta per portare in scena i suoi grandiosi spettacoli intorno a noi e sopra di noi.

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Questa montagna nasconde una cascata: è un capolavoro naturale

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci perché sono tantissime le meraviglie che gli appartengono. La maggior parte di queste portano la firma di Madre Natura, proprio lei che come un sapiente artigiano ha plasmato il pianeta fino a creare dei capolavori di immensa bellezza.

Ce ne sono alcuni che sono così celebri da essersi trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche che attirano ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Ce ne sono altri, però, che invece sono invisibili agli occhi dei meno attenti, e che si svelano solo allo sguardo degli avventurieri che sanno guardare oltre.

Ed è proprio al cospetto di una meraviglia naturale segreta che oggi vogliamo portarvi. Una cascata delle meraviglie che è un capolavoro e che si nasconde all’interno di una maestosa montagna. Preparate i bagagli: si vola in Tennessee.

La cascata magica nascosta in una montagna

Il nostro viaggio di oggi ci porta in Tennessee, nello stato del Sud degli Stati Uniti, dove migliaia di turisti si recano per conoscere la scena musicale country di Nashville e per visitare Graceland, la residenza di Elvis Presley a Memphis.

Il patrimonio storico, culturale e musicale del Paese, poi, incontra anche quello naturale. Proprio qui, infatti, esiste un luogo che è diventato un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli amanti della natura. Si tratta di Lookout Mountain, un massiccio montuoso situato a pochi chilometri da Chattanooga che offre tutta una serie di avventure adrenaliniche e mozzafiato.

Qui, infatti, esiste una delle funicolari più ripide e incredibili del mondo, la Incline Railway, che permette di godere un panorama unico ed esclusivo, ma anche di vivere un’esperienza senza pari. Non mancano, ovviamente, attività di arrampicata ed escursioni panoramiche che offrono visioni straordinarie.

Tuttavia c’è qualcosa di ancora più straordinario che si può fare a Lookout Mountain: visitare le viscere della montagna e ritrovarsi al cospetto della cascata sotterranea più alta e profonda degli Stati Uniti.

Un capolavoro della natura

Per scoprire questo capolavoro della natura, dobbiamo recarci a Chattanooga. Da qui è possibile raggiungere Lookout Mountain e scoprire il suo più incredibile segreto. A bordo di un’ascensore, che percorre 26 piani in discesa, è possibile arrivare nel cuore della montagna. Stalattiti, stalagmiti e altre formazioni secolari creano un paesaggio suggestivo e mozzafiato che incornicia la vera attrazione dell’area: una cascata delle meraviglie dal nome Ruby Falls.

Scoperta negli anni ’20 del secolo scorso dallo speleologo Leo Lambert, la cascata fu soprannominata Ruby in onore di sua moglie. Nel 1929, la grotta che la conserva, fu aperta ai turisti e divenne in poco tempo, così come lo è ancora, una delle più grandiose meraviglie naturali dell’America e del mondo intero.

In un antro buio e suggestivo, illuminato solo da piccole lanterne, il fragore della cascata dà il benvenuto ai viaggiatori che possono esplorare la montagna attraverso le visite guidate quotidiane. Le luci a led colorate, posizionate in maniera strategica per illuminare la grotta, creano un’affascinante gioco di riflessi e colori che rende ancora più straordinaria la vista dell’acqua che cade, da decine di metri, fino a scomparire.

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Viaggi: l’Europa rischia un’altra estate di caos

Quella che ci siamo lasciati alle spalle, ovvero l’estate 2022, è stata una stagione di caos per quanto riguarda gli aeroporti e i viaggi in aereo. Una situazione che tutti speravamo non si sarebbe mai più ripetuta, ma purtroppo sembra che anche nel 2023 l’incubo potrebbe replicarsi.

Cosa dice l’analisi

Stando a quanto riportato dal Corriere delle Sera che ha effettuato un’analisi sui numeri rilasciati da Airlines Data Inc, le compagnie aeree hanno già tolto dalle vendite 500 voli al giorno previsti nel semestre di picco di quest’anno all’interno del nostro continente.

E purtroppo la situazione non sembra andare a migliorare: tante altre frequenze saranno eliminate nelle prossime settimane. Le lunghe code negli aeroporti stranieri, i migliaia di collegamenti cancellati e le altrettante valigie perse, tanto che il consiglio era quello di viaggiare “con il solo bagaglio a mano”, non sono questioni ancora del tutto risolte, in particolare in Regno Unito, Francia, Olanda e Germania.

Quali sono le criticità

Le compagnie, le società di gestione degli aeroporti, i controllori del traffico aereo, le aziende di handling e le polizie di frontiera di mezza Europa sostengono di essere pronti a gestire un flusso record previsto per l’estate prossima. Ma, contemporaneamente, sembrano intervenire al fine di ridurre i danni: lo scalo di Amsterdam, dove le code sono lunghissime e addirittura è richiesto di non presentarsi più al terminal ma procedere direttamente al check in online, ha domandato ai vettori di tagliare del 5% i voli di maggio, in particolare quelli della mattina. Ma non solo: ha anche fissato in 66 mila il numero massimo di viaggiatori giornalieri in partenza quel mese.

Non è da meno Londra Heathrow, uno degli scali più problematici dell’estate del 2022, che vieterà alle aviolinee di aggiungere ulteriori frequenze durante l’estate.

Anche Francoforte non se la passa bene: l’aeroporto ancora è a corto di personale e inoltre spingono Lufthansa a cancellare diversi voli nei prossimi mesi.

Contemporaneamente Eurocontrol, l’agenzia europea che gestisce il traffico aereo, avverte che ci potrebbero essere disagi sia perché in alcune zone i controllori di volo sono pochi — come in Germania e Francia — sia per il rischio di scioperi, sia per i sorvoli record che si attendono e per la chiusura dei cieli russi che costringe a rivedere le rotte.

La situazione attuale

In questo momento, e soprattutto nell’ultima settimana, i vettori europei hanno rimosso dai canali di vendita oltre 90 mila voli programmati nel periodo aprile-settembre.

Tradotto in percentuale è il 2,6% in meno sul totale dei decolli previsti. E no, anche se sembra una cifra irrisoria, si tratta in realtà di un valore che è ben al di sopra della media storica e in linea con le cancellazioni iniziate lo scorso anno a marzo e proseguite fino a ottobre. E anche per quest’anno le aree più colpite sembrerebbero essere le stesse dell’estate 2022: Regno Unito, Francia, Olanda e Germania.

Come si può leggere sul Corriere della Sera, gli addetti ai lavori hanno fatto sapere che almeno altri 100 mila voli programmati nel periodo giugno-settembre sono a rischio poiché dovrebbero venir cancellate le frequenze che potrebbero creare difficoltà alla puntualità.

L’allarme è soprattutto per i mesi di giugno e luglio: nello stesso periodo del 2022  i gruppi Air France-Klm e Lufthansa, l’holding Iag, easyJet e le low cost Ryanair e WizzAir — hanno cancellato il 2,83% (giugno) e l’1,83% (luglio) dei voli. Un record che, secondo le previsioni, dovrebbe restare tale.

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Viaggio a Cogne, una vera perla tra le Alpi

È un’autentica perla delle Alpi incastonata nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, meta perfetta per una rigenerante vacanza invernale in Valle d’Aosta: ecco Cogne, a 1544 metri di altitudine, affacciata su una delle praterie montane più vaste d’Europa, il prato di Sant’Orso.

Meta turistica molto gettonata ma sempre tranquilla e accogliente, ha sviluppato nel tempo un’offerta turistica ampia e variegata, nel pieno rispetto del suo favoloso patrimonio naturalistico e paesaggistico.

Cogne, la vacanza sulla neve che rende tutti felici

In versione ancora invernale, la porta d’accesso al Parco del Gran Paradiso propone molteplici spunti per vivere momenti preziosi ed esperienze indimenticabili all’aria aperta: punti di interesse da visitare, nuovi piatti da assaggiare, l’artigianato locale da ammirare passeggiando per le vie del centro storico e l’immancabile sci grazie alle svariate decine di chilometri e anelli (a Cogne e nelle frazioni di Valnontey e Lillaz) con differenti livelli di difficoltà apprezzati sia dai principianti che dagli esperti con, in più, la sorprendente opportunità di scorgere gli animali del Parco in libertà, durante la loro discesa a valle in cerca di cibo.

I punti salienti da non perdere

Ma quali sono i punti di maggior interesse da vivere durante una vacanza invernale a Cogne?

Senza dubbio, la Valnontey, tra le zone più apprezzate della Valle, dove respirare appieno l’atmosfera “selvaggia” del Parco: qui radure e boschetti si alternano e consentono di avvistare e fotografare la fauna selvatica, in particolare camosci e volpi nonché uccelli di varie specie.

I più esperti, sempre con gli sci ai piedi, ma dotati di pelli di foca, potranno cimentarsi ad affrontare entusiasmanti escursioni di sci alpinismo seguendo gli itinerari nelle valli e tra i ghiacciai, magari insieme alle guide locali.
Da non perdere, a questo proposito, il ghiacciaio del Grand Sertz a 3552 metri di altezza.

Ancora, un’altra possibilità per scoprire la magnifica Valle di Cogne con le Guide Alpine è fare cramponnage con i ramponi ai piedi e percorrere piccole e suggestive gole incassate tra torrenti, ruscelli ghiacciati e rocce, in completa sicurezza.
La meta top? Le gole di Moline, magnifico spettacolo di colate di ghiaccio.

Chi, invece, desidera camminare e immergersi nel silenzio dei boschi con ramponcini o ciaspole, sono innumerevoli i tracciati ben segnati: davvero imperdibile è il bosco incantato di Sylvenoire, con curve e saliscendi al cospetto di molteplici forme create da piante, cristalli e sassi.

Inoltre, chi preferisce ammirare il paesaggio in tutta comodità, può inoltrarsi a Valnontey nel Parco Nazionale su una suggestiva slitta trainata dai cavalli, lungo un percorso affiancato da alberi o in valle aperta, e che attraversa il torrente su ponticelli di legno, giocando a chi avvista il maggior numero di camosci.

Infine, per i più piccoli, tappa obbligata è lo snow park in centro paese, dotato di tapis-roulant e gommoni colorati e affiancato dalla pista di pattinaggio.

Le attività per vivere Cogne

Non esiste la noia a Cogne grazie all’interessante calendario settimanale di attività outdoor proposte stagionalmente dal Consorzio Operatori Turistici della Valle di Cogne.

Ogni lunedì giornate sugli sci stretti, ogni martedì cramponage e, al venerdì, la possibilità di pedalare sulla neve, per conquistare sentieri innevati in sella a una e-bike, su tracciati semplici, alla portata di tutti.

Non mancano diverse soluzioni per ciaspolate/passeggiate sulla neve e la scoperta del passato minerario di Cogne nel nuovo Museo del Parco Minerario presso il Villaggio Minatori in cui ritrovarsi catapultati nella vita che conducevano i minatori nei vari momenti della loro giornata.

Una vacanza a Cogne è anche una festa per il palato, grazie ai numerosi locali tipici dove assaggiare succulenti piatti tradizionali, come la Seupetta de Cogne a base di pane fritto nel burro, riso cotto nel brodo e fontina, il tutto passato al forno; la Favò, tipica pasta con le fave, o la Crema di Cogne, dessert con cioccolato e panna, in cui intingere le Tegole, deliziosi biscotti fatti a cialde croccanti, sottili e dolci.

Gustoso anche un aperitivo a base di mocetta e formaggi come la Fontina DOP, accompagnati dai migliori vini di produttori locali e cantine vitivinicole della Valle.