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Questa rocca diventa il villaggio di Harry Potter

Il castello fortificato sovrasta il centro abitato di Lonato del Garda, in provincia di Brescia. Sin dal Medioevo, era considerata una rocca strategica dal punto di vista difensivo e militare. Oggi, oltre a essere visitabile, è anche sede di diversi eventi pubblici. Ma nessuno di così grande successo come quello dedicato ad Harry Potter.

Per un giorno, infatti, la Rocca di Lonato si trasforma nel Villaggio di Harry Potter. Il 18 aprile sarà una “Giornata Fantastica al Villaggio di Harry Potter”, per festeggiare l’arrivo della primavera con un evento all’aperto dedicato soprattutto ai bambini, che potranno partecipare alle attività e alle avventure che li porteranno a scoprire il magico mondo del celebre maghetto.

Il villaggio di Harry Potter

Lo scenario fiabesco della Rocca, con il ponte levatoio e le possenti mura merlate, sarà la cornice perfetta in cui i bambini, guidati dagli animatori della Compagnia San Giorgio e il Drago e Un mondo di avventure, potranno conoscere i personaggi che popolano la saga di Harry Potter, come i professori della Scuola di Magia, e prendere parte ad avventure straordinarie in loro compagnia.

Per l’occasione, saranno allestite 15 postazioni dedicate ai molti e affascinanti temi di questo mondo magico, a partire da Diagon Alley, il favoloso Mercato dei Maghi dove si potranno comprare giochi e gadget unici come le bacchette, le scope volanti, i libri di magia, i cappelli e le sciarpe dedicate alle quattro Case della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Altri mitici luoghi rievocati all’interno della Rocca, nei quali i bambini e le loro famiglie potranno incontrare tutti i personaggi del mondo di Harry Potter, saranno le Aule di Scuola, l’Ufficio del Preside e la Capanna di Hagrid. Saranno anche presenti uno spazio espositivo di Leonessa Bricks che porterà in mostra le costruzioni Lego a tema Harry Potter e un’aula quiz con Melagodoevents che testerà – con un grande gioco a quiz – la conoscenza della saga di grandi e piccini.

A scuola di magia

In compagnia dei professori della Scuola di Magia, i bambini impareranno a lanciare gli incantesimi più iconici e preparare misteriose pozioni. Potranno anche partecipare a squadre al Gioco del Quidditch, sotto la supervisione di un arbitro che spiegherà le regole di questo sport e si assicurerà che vengano rispettate.

Ma soprattutto, potranno partecipare alle attività pensate appositamente per loro, tra le quali tre avventure fantastiche durante le quali dovranno difendere il mondo magico dalle forze del Male. Nella prima avventura, il Ministero della Magia coinvolgerà i nuovi studenti per risolvere dei misteri dentro la Foresta Proibita, popolata dalle creature più spaventose del mondo dei maghi. Nella seconda, dovranno scendere in campo con i professori per difendere la Scuola di Magia dall’invasione dei Dissennatori. Nella terza, infine, si avventureranno fino ai confini di Hogwarts per sventare i piani dei Mangiamorte e impedire a Colui-Che-Non -Deve-Essere-Nominato di impossessarsi del mondo magico.

Nel parco ci sarà anche la Ford Anglia volante dei Weasley per le più belle foto ricordo dell’evento. L’ingresso alla Rocca costa 8 euro sia per gli adulti sia per i bambini ed è obbligatoria la prenotazione.

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La Rocca di Lonato del Garda

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Sta per salpare la nave da crociera più green

Sarà la nave più ecologicamente avanzata quella che salperà nel 2023 e che è attualmente in costruzione nei Chantiers de l’Atlantique, in Francia. La MSC Euribia sarà anche la seconda nave della flotta alimentata a GNL (gas naturale liquefatto, il carburante fossile più pulito al mondo) dopo la World Europa, che invece salperà quest’anno.

Prende il nome da quello dall’antica Dea greca della padronanza dei mari, Eurybia.

Uno scafo di design

La nave avrà una silhouette molto diversa rispetto alle sue sorelle della Classe Meraviglia-Plus. Lo scafo sarà infatti decorato da un’opera d’arte progettata per diventare il simbolo dell’impegno della compagnia di navigazione verso il mare.

MSC ha indetto tempo fa un concorso di design internazionale attraverso Talent House al fine di creare un’opera d’arte unica per lo scafo della nave, ispirata al mare e al suo ecosistema marino. Il vincitore è l’artista tedesco Alex Flaemig. Il suo progetto #SaveTheSea e il suo design rappresenteranno il mondo sottomarino.

La nave del divertimento

Tanti gli intrattenimenti a bordo della nave. Cinque piscine, tra cui una estesa con tetto retrattile e un acquapark di mille metri quadrati. La Main Pool, di 1.700 metri quadrati e circa 10 mq di spazio pubblico per ospite, è una delle piscine più grandi che si possano trovare in mare.

Gli ospiti potranno scegliere tra dieci ristoranti e 21 bar, compresi alcuni ristoranti speciali. Ci sarà un teatro da 945 posti e lo splendido Carousel Lounge a poppa della nave.

A bordo anche un lungomare mediterraneo di 112 metri fiancheggiato da boutique, bar e ristorante e sormontato da uno schermo a LED che proietteranno animazioni di giorno e di notte.

La lussuosa MSC Aurea Spa offrirà una gamma completa di trattamenti e un’area termale con sauna, bagno turco e idromassaggio. Ci sarà anche una modernissima palestra Technogym.

Anche i bambini avranno spazi a loro dedicati. Come le aree di gioco LEGO e un baby club Chicco.

Per gli ospiti che sceglieranno di viaggiare nell’esclusivo Yacht Club, troveranno diverse migliorie con eleganti strutture e alloggi privati, tra cui una lounge panoramica, un ristorante gourmet, una piscina privata e un ponte solarium. In più, il servizio di maggiordomo 24 ore su 24.

Le crociere della Euribia

La nave trascorrerà la stagione inaugurale nel Nord Europa, partendo dal porto tedesco di Kiel, offrendo agli ospiti una varietà di incredibili destinazioni da scoprire. La nave farà itinerari di sette notti tra i fiordi norvegesi, con partenze settimanali dalla Germania, toccando numerose destinazioni tra cui Copenhagen, in Danimarca, Hellesylt, in Norvegia per il fiordo Geirangerfjord, così come Alesund e Flaam, anch’esse in Norvegia.

MSC-euribia

La nuova MSC Euribia salperà nel 2023

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Sculture di tulipani invadono la città: cosa sta succedendo a Castiglione del Lago?

Sono alte, colorate e profumate, sono suggestive e stravaganti, sicuramente uniche. Sono le sculture fatte con petali di tulipano che si preparano a invadere Castiglione del Lago nei prossimi giorni. Ma cosa sta succedendo esattamente sul promontorio della riva occidentale del lago Trasimeno?

A guardare le fotografie, sembra proprio che la città umbra si stia trasformando nel set surreale di una fiaba profumata, ma nessun film sarà girato qui, almeno non adesso. Castiglione del Lago, infatti, si sta preparando ad accogliere uno degli eventi più attesi dell’anno: la Festa del Tulipano e di Primavera.

Si tratta di uno degli eventi più attesi dagli abitanti della città che per ben 14 giorni, dal 18 aprile al 1 maggio, intratterrà cittadini e viaggiatori con sfilate incantate ed eventi straordinari. Pronti a scoprirli tutti?

Festa del Tulipano

Festa del Tulipano

Festa del Tulipano e di Primavera

La primavera è quel periodo dell’anno in cui tutto ciò che credevamo di conoscere si trasforma, dando vita a veri e propri spettacoli di incredibile bellezza. Tutto merito del risveglio della natura che viene celebrato in tutto il mondo attraverso tradizioni, feste e manifestazioni uniche. Sono proprio queste a trasformarsi in vere e proprie attrazioni che ci permettono di scoprire e riscoprire i luoghi del mondo.

Castiglione del Lago, che già conosciamo per quell’albero da record che ogni Natale illumina la città intera, si mostra al mondo con la sua veste più bella e profumata. È proprio in questo periodo, infatti, che si tiene la Festa del Tulipano e di Primavera, una delle manifestazioni più amate dai cittadini e dai viaggiatori.

Dopo due anni di fermo a causa della pandemia, questo festival di primavera sta per tornare. L’appuntamento è dal 18 al 1 maggio: 14 giorni di eventi, esposizioni, meraviglie e sfilate, pronti a incantare gli sguardi degli osservatori.

Durante la Festa del Tulipano e di Primavera, si tiene la straordinaria e inedita sfilata di carri allegorici addobbati interamente con petali di tulipano ispirati a temi di ogni genere. Questo sarà l’anno dedicato al cinema di Federico Fellini.

L’usanza di questa festa affonda le sue origini nel 1956 quando, alcune famiglie olandesi che si trovavano sul territorio, decisero di festeggiare l’arrivo della primavera a modo loro, addobbando la città con splendidi tulipani. Un’iniziativa condivisa anche dagli abitanti di Castiglione del Lago che si è trasformata presto in una tradizione più viva che mai.

I cittadini, infatti, lavorano durante tutto l’anno per costruire questi grandi e maestosi carri allegorici, che sembrano sculture fiorite, interamente decorati con petali di tulipani.

Festa del Tulipano

Festa del Tulipano

Le celebrazioni di primavera nel mondo

Come abbiamo anticipato sono tantissime le celebrazioni di primavera che si snodano intorno al mondo in questo periodo. Parlando di tulipani, infatti, è impossibile non pensare al Tulp Fest che colora di incanto tutta la città di Amsterdam.

Ma questo è anche il periodo delle grandi tradizioni, come la battaglia d’acqua che si tiene in Thailandia e che coincide con il capodanno buddista. A questa si aggiunge anche il Festival di Holi, in India, e il Festival dei fiori di Madeira.

Come abbiamo visto, però, non occorre recarsi dall’altra parte del mondo per celebrare la rinascita della natura. A Castiglione del Lago, infatti, i fiori danno spettacolo e mettono in scena uno degli show più suggestivi di sempre.

Festa del Tulipano

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Questi sono gli errori più comuni che i viaggiatori fanno quando visitano Parigi

Un viaggio a Parigi è sempre un’ottima idea in ogni momento dell’anno. Durante ogni stagione, infatti, ogni angolo della Ville Lumière sa regalare emozioni uniche e inedite: dalla neve che abbraccia i tetti, gli edifici e la Dama di ferro alla fioritura primaverile che si trasforma in una cornice suggestiva e magica di quella che è la città più romantica del mondo.

E se è vero che un viaggio da solo non può bastare per scoprire l’anima più autentica della capitale francese, è vero anche ci sono degli errori che troppo spesso commettiamo quando esploriamo la città, gli stessi che non ci permettono di goderci a pieno le meraviglie di questo luogo incantato.

A condividere gli errori più comuni fatti dai vacanzieri è stato l’Huffington Post raccogliendo tutta una serie di commenti espressi da parte dei cittadini. Tra buone maniere dimenticate, passi falsi e scelte sbagliate, abbiamo selezionato gli sbagli che anche noi abbiamo commesso almeno una volta durante un viaggio a Parigi. Curiosi di sapere quali sono?

Cercare di fare troppo e in fretta

Uno dei più grandi errori commessi dai vacanzieri a Parigi è la voglia, e l’illusione, di voler vedere tutto in pochi giorni. Se è vero che ci sono luoghi che meritano assolutamente una visita, è vero anche che facendo lo slalom tra le attrazioni principali si rischia di perdere la bellezza e il fascino della capitale di Francia che si nasconde anche, e soprattutto, nelle passeggiate lente, nelle chiacchiere nei bar e nell’osservazione di tutto ciò che ci circonda.

Ed è proprio la cattiva abitudine di voler fare troppo che spinge i viaggiatori a commettere un altro errore, quello di fare le cose velocemente. Dall’imprescindibile visita al Louvre al pranzo in un ristorante caratteristico. Prendetevi il vostro tempo e cercate di assaporare, con tutti i sensi, ciò che la città ha da offrire.

Dimenticarsi delle buone maniere

Più che di errori, in questo caso, si tratta di dimenticanze che possono infastidire gli abitanti di Parigi. Se vogliamo evitare di vedere facce contrariate e sbuffanti, ricordiamoci sempre di salutare. Il bonjour, in questo caso, è d’obbligo quando si entra in un negozio, in un ristorante o quando si intrattiene una conversazione. Una regola universale, quella del saluto, che non possiamo dimenticare quando siamo in vacanza.

E dovremmo anche ricordarci che, in quanto ospiti, dobbiamo in qualche modo adattarci al modo di vivere degli abitanti della città. Quindi evitiamo di parlare a voce troppo alta, sia quando siamo in strada che in un luogo pubblico, prendiamo spunto dai parigini e manteniamo un tono di voce più basso del solito.

Altri consigli per una vacanza indimenticabile

Un’altra manciata di consigli condivisi ci permetteranno di vivere un’esperienza davvero unica a Parigi. Il primo, forse anche scontato, è quello di evitare di prenotare hotel e ristoranti situati proprio sotto la Tour Eiffel. Anche se la scelta può apparire piuttosto allettante, ricordiamoci che questa è una zona molto turistica, non ideale né per le nostre tasche, né per soddisfare la voglia di conoscere l’anima della città.

Meglio allontanarci un po’ e preferire i quartieri più caratteristici e meno centrali. Non dimenticate, inoltre, che l’iconica torre parigina è così alta che potrete vederla anche da molto lontano.

Non dimenticate, infine, di perdervi tra le strade di Parigi, anche se queste sono lontane dal centro. Individuate i mercatini settimanali, i negozi di artigianato e le boulangerie e le patisserie nascoste tra le stradine della città. È qui che si nasconde l’anima più vera della capitale di Francia.

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itinerari culturali Notizie Viaggi

Perché questo è l’anno di questa città italiana

Deliziosa cittadina immersa in un panorama da sogno, vanta un record davvero particolare: proprio per lei è stato creato un nuovo riconoscimento – di cui ovviamente è la prima detentrice. E ciò le permetterà di veder valorizzato il suo incredibile patrimonio artistico, storico e culturale, con tanti appuntamenti interessanti che si susseguiranno in questo 2022. Vediamone alcuni.

Volterra, prima Città Toscana della Cultura

Candidata al prestigioso titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022, Volterra ha raggiunto la fase finale delle selezioni (onore riconosciuto solo a 10 splendide città della nostra penisola). Ma purtroppo ha dovuto rinunciare alla vittoria, che è andata ad un’altra – meritevolissima – località: la splendida Procida. Gli sforzi compiuti dalla cittadina toscana, tuttavia, non sono stati affatto inutili. Le hanno permesso di brillare nel panorama culturale italiano e, in particolare, in quello della sua splendida regione ricca di bellezze artistiche.

Per questo motivo, volendo premiare il suo percorso di candidatura così virtuoso, la regione stessa ha voluto istituire un nuovo riconoscimento. Volterra è dunque diventata la prima Città Toscana della Cultura, e in questo suo anno di splendore accoglierà tantissimi eventi interessanti che ci permetteranno di conoscerla meglio, di esplorare il suo territorio e apprendere le sue antichissime origini. Il calendario è fitto di appuntamenti, che si terranno nel corso dei prossimi mesi nel cuore della città, con tantissimi ospiti illustri che si sono offerti come testimonial.

Tra le date imperdibili, ricordiamo Volterra Social Hub: nella prima settimana di agosto, 100 giovani change makers provenienti da tutta Italia si riuniranno in questa città per confrontarsi sulle sfide più attuali delle nuove generazioni. E sempre in estate (tra luglio e agosto) si susseguiranno sei spettacoli incredibili portati in scena dalla Compagnia della Fortezza di Armando Punzo, in altrettante location storiche della città – tra cui il Teatro Romano e il parco della Geotermia di Larderello. Naturalmente, ampio spazio alla riscoperta del territorio, con visite guidate e mostre suggestive.

Volterra, un patrimonio artistico preziosissimo

Piccola città abbarbicata tra le colline da cui domina il panorama della Val di Cecina, in provincia di Pisa, Volterra è un vero scrigno ricco di bellezze tutte da scoprire. Le sue radici affondano in un lontanissimo passato, come dimostrano le antiche necropoli rinvenute sul territorio. Ma è nel periodo etrusco che visse il suo periodo più florido, quando divenne una delle principali città-stato della Toscana antica. Per poi assumere, in epoca medievale, il ruolo spirituale ed economico di una delle più importanti signorie vescovili.

Moltissime sono le testimonianze che ci raccontano la sua storia: Volterra è una città ricca di architetture splendide, a partire dall’imponente doppia cinta muraria che la circonda, dove si apre la suggestiva Porta all’Arco che ancora oggi rappresenta uno dei principali punti d’accesso. Assolutamente da visitare è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua facciata a salienti e le pregiatissime opere d’arte custodite tra le sue mura. A poca distanza, il Palazzo dei Priori è un vero gioiello medievale – nonché il più antico palazzo comunale dell’intera Toscana.

Per chi invece vuole ammirare le antiche tracce etrusche rinvenute sul territorio, arriva una splendida notizia. Finalmente riapre i battenti il bellissimo Museo Etrusco Guarnacci, uno dei più grandi al mondo nel suo genere. Dal 17 aprile, si potrà tornare a visitare i suoi preziosissimi reperti, mentre per l’inaugurazione dovremo attendere il prossimo 21 giugno. E c’è una novità incredibile: è stato allestito un pavimento in vetro che permetterà di camminare sopra lo scavo archeologico. Una sorpresa meravigliosa.

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Borghi itinerari culturali Notizie Viaggi

La CNN racconta il borgo che vuole essere un Principato

In Italia esiste un piccolo borgo con un grande sogno: da anni, infatti, rivendica la sua indipendenza di Principato e la sua vicenda ha incuriosito anche la CNN che ne ha raccontato la bellezza e il desiderio.

Si tratta di Seborga, tra i borghi più caratteristici e ricchi di storia della Liguria, sulle alture della provincia di Imperia.

Poco più di 300 residenti, una posizione panoramica invidiabile con vista mozzafiato sulla Riviera di Ponente e sul Principato di Monaco, microstato più famoso del mondo e “fonte di ispirazione” per la continua ricerca di indipendenza del borgo imperiese, il valico di frontiera non ufficiale, con tanto di garitta dipinta con i colori della bandiera di Seborga: un’ambizione mai sopita che affonda le sue radici nel passato.

Il Principato di Seborga ha già una propria bandiera, un inno nazionale, passaporti, francobolli, valuta e, naturalmente, un monarca. Spera un giorno di ottenere il riconoscimento legale della sua sovranità, che ha cercato fin dagli Anni Sessanta.

seborga panorama

Panorama di Seborga

Una storia antica e un sogno sempre vivo

Il piccolo borgo immerso nella natura, che ha attirato e attrae la curiosità di persone da tutto il mondo inclusa la CNN, vanta una storia millenaria: le prime tracce di Seborga risalgono a un atto del 954 quando il Conte di Ventimiglia cedette il territorio ai monaci di San Onorato di Lerins, due isolette del Golfo di Cannes.

I monaci, il cui abate aveva il titolo di Principe Ecclesiale, fecero anche coniare monete d’argento e d’oro per commerciare con i mercati orientali e rimasero proprietari di Seborga fino al 1729 quando, dopo numerose contrattazioni, la vendettero al Re di Sardegna Vittorio Amedeo II.

Nel 1963, Giorgio Carbone, che gestiva una cooperativa locale di coltivatori di fiori, esaminò la storia del borgo e scoprì che qualcosa non andava: a suo dire, l’atto di vendita di Seborga al Regno di Sardegna non venne registrato e, di conseguenza, il borgo non entrò mai a far parte in maniera legittima dell’Italia.

Da quel momento, rivendicò l’indipendenza del Principato con il nome di Giorgio I Principe di Seborga e la “battaglia” continua ancora oggi grazie a Nina Döbler Menegatto, la prima donna a ricoprire il ruolo di Principessa del borgo.
Sia la Corte costituzionale italiana che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno già respinto la domanda di Seborga, ma la comunità che crede nell’indipendenza del Principato prosegue con l’idea di realizzare il proprio sogno.

Un miraggio che fa bene al territorio

Il Principato fa parte della storia di Seborga e la favola di “principi e principesse” fa bene al territorio incrementando il turismo: i passaporti sono soltanto per divertimento e la moneta ufficiale del borgo, il Luigino, è sì accettata nei negozi ma rimane essenzialmente un souvenir.

La rivendicazione d’indipendenza, il folklore, la bandiera con nove strisce azzurre e nove strisce bianche orizzontali con a destra un quarto bianco con corona reale e scudo del 1760, sono un’attrattiva che, alla coltivazione dell’olivo e alla floricoltura, hanno aggiunto il turismo richiamando visitatori anche dal Giappone.

Seborga, non lontano dalla Costa Azzurra, è differente da Monaco: la vita è semplice, tranquilla, immersa nella natura e vocata all’accoglienza.

È l’unico paese ad avere, in contemporanea, un Principe e un Sindaco, ha un “governo” composto da soli nove ministri, oltre a un consiglio di cittadini nati e cresciuti a Seborga, e fa le sue leggi, anche se per ora non hanno alcun valore legale e il vero potere è nelle mani di un funzionario regolarmente eletto.

seborga piazza fontana

Piazza Fontana a Seborga

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Valogno: il borgo dipinto che sembra uscito da un libro di fiabe

Esistono luoghi di una bellezza così indescrivibile che fatichiamo a credere che siano reali perché somigliano a quelli che fanno parte del nostro immaginario infantile. Borghi, città e territori che sembrano essere usciti da un libro di fiabe ma che in realtà sono a noi vicini, in attesa di essere esplorati.

Come il borgo di Valogno, una piccola frazione di Sessa Aurunca in provincia di Caserta che incanta al primo sguardo. Perché lì, sulle pareti delle case e degli edifici che si affacciano tra le strade e i vicoli del territorio, le opere d’arte dipinte sui muri fanno da sfondo a un itinerario pieno di fascino e suggestione.

Valogno è un borgo dipinto, una piccola galleria d’arte en plein air dove la fantasia e l’immaginazione diventano reali attraverso forme, colori e immagini che accompagnano il visitatore in un tour favolistico che fa sognare.

Valogno

Valogno

Valogno: come in un libro di favole

Come le pagine di un libro di fiabe da sfogliare, così è Valogno. Il piccolo borgo del parco regionale Roccamonfina-Foce del Garigliano, incastonato tra montagne e tufo vulcanico, è diventato il paese delle meraviglie. Lo ha fatto per colorare di gioia l’anima e lo sguardo delle persone, di chi qui vive e chi torna, di qui chi arriva e non vorrebbe mai andare a via.

A Valogno non ci sono supermercati, non ci sono i locali e neanche i pub. Ci sono tre chiese dove gli abitanti si recano ogni domenica per ascoltare la messa, e per fermarsi nel piazzale antistante per chiacchierare. Sono poche le persone che qui sono rimaste, meno di cento, tutti gli altri sono andati nelle grandi città a cercare fortuna.

Ma chi ha scelto di restare ha costruito da solo una nuova fortuna, cambiando quel destino che accomunava questo borgo a tutti quelli dimenticati nel nostro Paese. Una fortuna fatta di speranza e di bellezza, fatta di storie che ora sono narrate su quei muri segnati dal tempo, dalle esperienze e dagli abbandoni.

Così, attraverso l’arte, quel piccolo territorio arroccato a 400 metri sul livello del mare è rinato, trasformandosi in un borgo delle meraviglie dove le favole prendono vita.

Valogno

Valogno

La rinascita di un borgo mai dimenticato

Il destinato di Valogno, però, non era quello di essere dimenticato. Lo ha dimostrato Giovanni Casale che, lasciata la grande e caotica capitale italiana, si è trasferito proprio qui, alla ricerca di un nuovo inizio. Ed è stato proprio nel borgo che ha dato vita, nel 2008, all’Associazione culturale il Risveglio insieme alla sua famiglia. È nato così un vero e proprio laboratorio d’arte che ha richiamato all’attenzione tutti gli artisti del territorio italiano.

Insieme hanno innescato la rigenerazione urbana del piccolo borgo che per anni ha subìto un forte spopolamento, attraverso la street art, coinvolgendo anche chi è rimasto, nonostante tutto, sul territorio. Da qui è iniziata quella che possiamo definire la rinascita del borgo che ha, inevitabilmente, attirato giornalisti, fotografi e viaggiatori provenienti da tutto il mondo e che oggi conta circa 100 installazioni artistiche tra murales e ceramiche.

Aldilà della bellezza delle opere d’arte, quello che incanta di Valogno è il desiderio di raccontare storie e di lasciarle impresse sui muri come un dialogo eterno tra passato, presente e futuro.

Valogno

Giovanni Casale, Valogno

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Il last minute non è più low cost: cosa succede

Abbiamo sempre considerato il last minute una vera e propria strategia vincente, per riuscire a prenotare vacanze low cost in posti bellissimi – e solitamente al di fuori della portata delle nostre tasche. Ma la pandemia ci ha messo lo zampino, e oggi questo trucchetto non è più efficace. Anzi, i prezzi delle prenotazioni dell’ultimo momento hanno subito un’impennata notevole. E un nuovo studio spiega il perché.

Covid, così ha cambiato le nostre abitudini

Negli ultimi due anni, le abitudini di viaggio degli italiani sono nettamente cambiate. Tra chiusure dei confini, restrizioni negli spostamenti (anche sul nostro stesso territorio) e un pizzico di paura, molti hanno rinunciato alle vacanze e tanti altri hanno preferito qualcosa di più alla mano, optando magari per un weekend fuori porta o una gita nella natura – dove è possibile rispettare al meglio il distanziamento sociale. Ma negli ultimi mesi, finalmente, il settore turistico ha cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel.

Il Covid ha allentato la sua morsa e molti Paesi stanno pian piano riaprendo le frontiere ai visitatori. Anche per gli italiani è tornato il momento di riprendere a viaggiare. Certo, sono ancora tante le famiglie che puntano a spendere il meno possibile, perché la crisi dovuta all’emergenza sanitaria ha colpito duramente tutti noi. E il last minute è sempre stata la scelta d’eccellenza per organizzare una vacanza low cost. Purtroppo, secondo un nuovo studio non è più così. A svelarlo è il rapporto Due anni di pandemia: il bilancio del settore alberghiero italiano, redatto dall’agenzia AlbergatorePro.

Last minute, perché non è più conveniente

Il report tiene conto dei dati ricavati durante il biennio 2020-2021, provenienti da fonti come l’Istat e la Federalberghi. Ne è emerso un aumento delle prenotazioni dell’ultimo momento, che – come abbiamo visto – si spiega bene con l’esigenza di trovare prezzi migliori per le proprie vacanze. La “booking window”, ovvero il periodo di tempo che intercorre tra la data di prenotazione e quella di check-in, è passata dai 54 giorni del 2019 ai 37 giorni dello scorso anno. Addirittura, nelle città d’arte del nostro Paese questo tipo di prenotazioni rappresenta il 30% del totale.

E per far fronte a questo repentino cambiamento, gli albergatori hanno dovuto apportare qualche modifica alle loro tariffe. Il rincaro è dunque giustificato dalla difficoltà che le strutture stanno fronteggiando per organizzare soggiorni con un anticipo sempre più breve. Senza contare un inevitabile calo della qualità dei servizi, con cui i vacanzieri sembrano dover avere a che fare. Il risultato è interessante (e un po’ preoccupante, per chi era abituato al last minute): l’incremento del prezzo della stessa camera in un dato giorno è in media del 28%.

Gli altri trend di viaggio

Oltre all’aumento dei costi per il last minute, ci sono altre tendenze curiose per quanto riguarda il mondo dei viaggi. Il rapporto ha infatti individuato un incremento delle prenotazioni dirette in struttura, a scapito dei portali di prenotazione (le Online Travel Agencies, alias OTA). Gli italiani preferiscono telefonare in albergo e fissare il proprio soggiorno in almeno il 36% dei casi. Ciò potrebbe avere innegabili vantaggi su entrambi i fronti: gli albergatori risparmiano sui costi di commissione – che possono oscillare tra il 15% e il 20% -, mentre i clienti possono ottenere uno sconto o alcuni servizi aggiuntivi gratuiti.

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Rurutu: l’isola emersa dalle acque è un sogno da vivere

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci perché è ricco di meraviglie ancora da esplorare che sono in grado di farci vivere esperienze straordinarie e indelebili. È questo il motivo che ci spinge a metterci in viaggio ogni giorno, per visitare quei paradisi terrestri che hanno rubato forme, sembianze e colori all’Eden. Come l’isola di Rurutu, una delle più remote e incantevoli dell’arcipelago delle Australi.

Lontano da Tahiti, e dai sentieri più battuti dal turismo di massa, questa isola caratterizzata da paesaggi vulcanici, vegetazione lussureggiante e barriere coralline, appare agli occhi dei viaggiatori come una visione eterea e incantata.

Una vera e propria destinazione della felicità per fare il pieno di bellezza, per ammirare la natura selvaggia e autentica e osservare i movimenti spontanei delle creature che la popolano. Benvenuti sull’isola delle meraviglie, benvenuti a Rurutu.

Rurutu

Rurutu

L’isola delle meraviglie emerse dall’oceano

Situata nel cuore dell’Oceano Pacifico, l’isola dell’arcipelago delle Australi, è un vero e proprio sogno a occhi aperti, il luogo che ci meritiamo di vivere almeno una volta nella vita. Remota e incantevole, l’isola racconta le sue straordinarie origini attraverso il suo nome.

Rurutu, infatti, vuol dire scoglio che emerge in polinesiano e fa riferimento al fatto che l’isola è nata grazie a fenomeni vulcanici che oggi caratterizzano in maniera univoca l’intero territorio. Intorno a questo lembo di terra, trattato come un tesoro da proteggere, meravigliose scogliere coralline si snodano tutto intorno.

Appare così un paesaggio che lascia senza fiato, caratterizzato da rocce basaltiche, montagne insolite e stalattiti e stalagmiti intorno che estendono sulla barriera corallina.

Sono circa duemila gli abitanti di questa isola remota e pochi i turisti che durante l’anno si spingono fin qui. Questo ha permesso a Rurutu di mantenere intatto il suo paesaggio incontaminato e lussureggiante impregnato di natura, storia, cultura e tradizione.

Nella fitta vegetazione che caratterizza l’isola, infatti, sono presenti diversi resti archeologici che raccontano le sue origini. Proprio lì dove si nascondono alcune delle leggende più suggestive del territorio che sono conservate e tramandate dagli abitanti del luogo.

stalattite della caverna e stalagmite Rurutu

Stalattite e stalagmiti in una caverna a Rurutu

Rurutu: cosa fare e cosa vedere sull’isola

Non ci sono locali notturni, non c’è traffico e neanche grandi vie dello shopping, ma ci sono le tradizioni, antiche e mai dimenticate, preservate dagli abitanti dell’isola. Come quella relativa all’artigianato che diventa il mezzo per creare vere e proprie opere d’arte come i pē’ue e i tīfaifai, rispettivamente tappeti e coperte dai filari intrecciati e dai colori brillanti presi in prestito dalla natura.

Non mancano ovviamente le spiagge bianche e deserte bagnate da acque cristalline, valle lussureggianti e campi coltivati che si estendono fino all’orizzonte, e lì si perdono.

Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, inoltre, nuovi e speciali abitanti giungono su quest’isola regalando ai viaggiatori emozioni uniche. Si tratta delle megattere, balene costiere, che arrivano fin qui per accoppiarsi e partorire tra le acque limpide e incontaminate del luogo. Un evento imperdibile per tutti gli amanti della natura e per gli appassionati di snorkeling che possono nuotare insieme ai giganti dell’oceano.

Balene a Rurutu

Balene a Rurutu

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Case della Memoria, le abitazioni dei personaggi illustri aprono i battenti

Sono molte, ben sparse su tutto il territorio italiano: stiamo parlando delle dimore in cui vissero alcuni personaggi illustri, che hanno fatto la storia artistica e culturale del nostro Paese. Abitazioni che ancora oggi conservano il loro importante lascito, e che finalmente possiamo ammirare da vicino, grazie ad un appuntamento davvero speciale. Ecco le più suggestive case museo da visitare in occasione della prima edizione delle Giornate nazionali delle Case dei personaggi illustri.

Case della Memoria, l’appuntamento imperdibile

L’Associazione Nazionale Case della Memoria, che custodisce l’immenso patrimonio architettonico appartenuto ad alcuni celebri nomi della storia italiana, ha dato il via al suo primo appuntamento con un evento di portata nazionale. Si tratta delle Giornate nazionali delle Case dei personaggi illustri, un due giorni dedicato alle dimore in cui hanno sede alcune delle più importanti testimonianze tramandate da persone che hanno avuto un ruolo di rilievo in ambito artistico e culturale in Italia – e anche nel mondo.

Sabato 2 e domenica 3 aprile 2022 sarà dunque possibile visitare le 90 case museo (che si trovano in 13 regioni italiane) protette dall’associazione, una vera e propria vetrina sul passato. L’obiettivo è quello di valorizzare l’incredibile patrimonio lasciatoci dai volti più famosi del nostro Paese, esplorando non solo le loro opere più celebri, ma anche l’importante legame che hanno avuto con il territorio, carpendone così le radici più profonde e i luoghi che hanno offerto loro grande ispirazione nel corso della carriera.

Le case museo più belle da visitare

Sono davvero tantissime le dimore illustri che aprono i battenti per questo evento così speciale: da Nord a Sud, ci sono decine di luoghi proprio da non perdere. La Lombardia apre questa edizione con due splendide case museo, la Fondazione Vittorio Mazzucconi a Milano e la suggestiva Villa Bernasconi affacciata sulle sponde del lago di Como, nell’incantevole borgo di Cernobbio. Quest’ultima, bellissima architettura in stile Liberty, accoglie una delle più importanti testimonianze della storia della tessitura in Italia.

Il Piemonte, invece, accoglie i visitatori in ben cinque dimore storiche. Il Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, ha da alcuni anni intrapreso un percorso di valorizzazione dell’immenso parco che lo circonda, dove trovano spazio alcune delle più antiche specie vegetali presenti sul nostro territorio. Mentre il Museo Casa Don Bosco di Torino è l’occasione ideale per scoprire la vita e il lascito di un uomo che tanto ha dato al nostro Paese. Infine, a Saluzzo prende il via un vero e proprio itinerario alla scoperta delle sue case museo, con tre tappe bellissime: Casa Cavassa, Casa Silvio Pellico e Villa Belvedere-Radicati.

In Basilicata, e più precisamente ad Aliano, è possibile visitare Casa Carlo Levi, dove il celebre scrittore trascorse gran parte del suo periodo in esilio, e dove ambientò il suo più famoso romanzo, Cristo si è fermato a Eboli. Mentre in Emilia Romagna vi sono ben 17 dimore che aprono i battenti ai turisti. Tra le più importanti, c’è sicuramente Casa Rossini: si trova a Lugo, ed è dedicata alla figura del grandissimo compositore, che qui visse e diede alla luce le sue opere più suggestive. E, naturalmente, le ville che hanno ospitato tre grandi della musica italiana: Giuseppe Verdi (presso la sua casa di Roncole), Arturo Toscanini (a Parma) e Luciano Pavarotti (nella sua incantevole villa appena fuori Modena).

Case dei personaggi illustri che aprono i battenti

Castello di Miradolo