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Paularo, il villaggio degli alpinisti del Friuli-Venezia Giulia

Si trova nel cuore della Val d’Incarojo l’affascinante borgo di Paularo, prima località del Friuli-Venezia Giulia (e sesta in Italia) entrata nella rete transfrontaliera dei Villaggi degli Alpinisti (Bergsteigerdörfer). Il circuito, promosso dai Club alpini dei cinque Paesi aderenti (Austria, Germania, Italia, Slovenia e Svizzera), raggruppa 37 località dell’arco alpino che puntano sull’autenticità e sulla frequentazione lenta e rispettosa dell’ambiente per attirare i visitatori.

Natura incontaminata, assenza di strutture impattanti, il permanere di tradizioni mantenute vive dalla popolazione e le numerose possibilità di escursioni in quota fanno di Paularo un centro molto apprezzato dai turisti, di cui vogliamo offrirvi un piccolo assaggio.

Alla scoperta di Paularo, il “salotto della Carnia”

Incerta l’origine del nome di Paularo. C’è chi sostiene che derivi dal latino “pabolarium” (pascolo), chi lo fa risalire al termine “povui-poulars”, ossia “luogo di ippocastani”, come testimoniano gli unici secolari esemplari arborei di piazza Julia, eredi una piantagione più vasta.

Andando indietro nella storia, scopriamo che la prosperità della valle che ospita il paese è perlopiù legata al dominio della Serenissima Repubblica Veneta. Nella seconda metà del 1500, Paularo visse un Rinascimento di cui si possono tutt’oggi ammirare le tracce, come nello straordinario altare ligneo della chiesa di Dierico.

A contribuire a dare maggior lustro alla storia di questi luoghi fu, nel 1700, Jacopo Linussio, creatore di una delle maggiori manifatture tessili settecentesche d’Europa, considerato il primo imprenditore della Carnia, concentrato di natura e gioielli da scoprire. In quel periodo venne completata la struttura urbanistica del centro storico con la costruzione di Palazzo Linussio (ora Fabiani), tra i principali luoghi di interesse di Paularo, che per la signorilità delle case viene da alcuni definito il “salotto della Carnia”.

Lo si capisce già imbattendosi nel Palazzo Calice Screm, imponente complesso architettonico costruito nel XVI secolo, considerato il prototipo della casa carnica, con ampi loggiati ad archi a tutto sesto, sorretti da eleganti pilastri in pietra locale. O nel Palazzo Valesio-Calice, situato su un’altura di Villafuori, in posizione dominante quasi completamente il capoluogo. Edificato nel 1591 per opera di una famiglia veneziana, è composto da due ali e disposto su un ampio cortile racchiuso da un muro di cinta merlato. Lo si può raggiungere anche attraverso una storica e lunga gradinata detta “Cjamburjan”.

Nella frazione di Villamezzo, invece, da una piazzetta, si può ammirare uno dei tipici esempi di casa carnica, la Cort di Tarusç. Per entrare nel vivo delle tradizioni locali, vi basterà fare un giro per le botteghe, dove si possono scoprire i più tradizionali oggetti dell’artigianato carnico, dai mobili rustici alle scarpèts, le tipiche calzature del posto. Da non perdere, poi, una visita alla Mozartina, un museo privato che racchiude la preziosa collezione di strumenti musicali antichi e moderni del proprietario, Giovanni Canciani. Degno di nota è anche l’Ecomuseo “I Mîstirs”, dedicato ai mestieri tradizionali della valle. E di sicuro meritano una visita le numerose chiese che impreziosiscono il Villaggio degli Alpinisti friuliano (qui gli altri cinque in Italia).

Cosa fare e vedere a Paularo e dintorni

Anche i dintorni di Paularo sono ricchi di tesori da scoprire. Una bella sorpresa in cui ci si imbatte poco prima di arrivare in paese è la Cascata di Salino, spettacolare salto d’acqua di 30 metri, incastonato tra le rocce e una natura rigogliosa.

Il territorio è particolarmente amato per il suo paesaggio incontaminato, fatto di pascoli e foreste, e incredibili punti panoramici. A renderlo una meta rinomata è la varietà di offerta degli itinerari escursionistici sia di media montagna che in quota e nel fondovalle, oltre a percorsi scialpinistici e per ciaspolatori e vie di roccia per gli alpinisti. Insomma, da queste parti annoiarsi è praticamente impossibile.

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Paularo, il villaggio degli alpinisti nel Friuli-Venezia Giulia

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Le location del film “La figlia oscura”

Tratto dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, “La figlia oscura”, scritto e diretto dall’attrice americana Maggie Gyllenhaal, è stato già giudicato uno dei migliori film dell’anno. Racconta la storia di Leda (l’attrice Olivia Colman) che, durante una vacanza al mare da sola, rimane particolarmente affascinata da una giovane madre (l’attrice Dakota Johnson) e dalla figlioletta che osserva sulla spiaggia. Il loro atteggiamento la costringe ad affrontare le scelte non convenzionali che ha compiuto quando era una giovane madre.

La spiaggia di “La figlia oscura”

Protagonista di tutta la vicenda è la location meravigliosa dove è stato girato il film. Siamo in Grecia, sull’isola di Spetses, che fa parte delle isole del Golfo di Saronico. È un’isola molto folkloristica, tanto che è possibile visitarla utilizzando delle carrozze trainate da cavalli.

Vasta è la scelta di spiagge e non è stato difficile trovare quella perfetta dove ambientare le scene del film. Quelle nella parte Nord, come la spiaggia di Kaiki, sono caratterizzate da ciottoli, mentre la costa meridionale è sabbiosa e si trovano spiagge come la bella Paraskevi.

Una delle spiagge più frequentate è quella di Agia Paraskevi, con la sua bellissima costa di sabbia finissima e una fresca pineta. Chi, invece, cerca il divertimento, intorno al capoluogo vi sono diverse spiagge come Lazareto, Zogheria e Vrelos, dove vengono organizzati eventi e attività acquatiche, specie le immersioni.

Cosa vedere a Spetses

Girovagando per l’isola si può ammirare l’architettura delle tipiche casette bianche e degli splendidi edifici in stile veneziano. Sull’isola è possibile visitare anche numerose chiese e monasteri tradizionali. Nel capoluogo si trova la cattedrale ortodossa di Agios Nikolaos, con il suo campanile in marmo, la pavimentazione a mosaico e, all’interno, le immagini iconografiche di San Nicola.

Oltre alla cattedrale vi sono anche altre chiese minori degne di nota, come la Chiesa di Agia Marina, la Chiesa Bizantina di Agia Triada o la Chiesa di Panagia Armata. Oltre ai siti religiosi vi sono diversi musei, come il Museo di Spetses, in cui sono conservati molti reperti storici dell’isola, o il Museo Bouboulina, dedicato all’eroina locale Laskarina Bouboulina.

Come arrivare a Spetses

L’isola di Spetses non è dotata di aeroporto, quindi l’unico modo per raggiungerla è via mare. Vi sono numerosi collegamenti dal porto di Atene fino all’isola. Con il catamarano il viaggio dura circa 2 o 3 ore, mentre i traghetti tradizionali impiegano il doppio del tempo. Una volta raggiunta l’isola, per le sue dimensioni ridotte, non è necessario dotarsi di grandi mezzi di trasporto, è possibile approfittare o del servizio di autobus oppure noleggiare uno scooter per visitare liberamente questo piccolo gioiello della Grecia.

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L’isola e la spiaggia di Spetses in Grecia

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La stanza d’hotel più bucolica che mai

Ogni estate, per poche settimane, si può dormire in mezzo a un campo di grano. Un letto matrimoniale, piumino, cuscino e nient’altro. Tutt’intorno, una vista a 360 gradi sulla natura, con scorci dei tetti di Bolzano. Sopra la testa, un tetto di stelle. La colonna sonora: il canto dei grilli. È la camera più bucolica che si possa trovare in Italia.

Dormire in un campo di grano

A offrire questa meravigliosa esperienza è un maso altoatesino, l’Haflingerhof, che si trova a San Genesio Atesino, in provincia di Bolzano. Prima che il grano venga raccolto dai contadini del maso per farne mangime per gli animali durante l’inverno, viene allestita una delle camere proprio in mezzo al campo antistante la struttura (dove ci sono altri tre comodi appartamenti, che possono ospitare da due fino a cinque persone). Purché il grano sia abbastanza alto, naturalmente, si può dormire all’aperto da maggio a luglio.

Il maso Haflingerhof fa parte dell’associazione degli agriturismi Gallo Rosso , findal 1998, promuove e favorisce l’attività di ormai 1.600 agriturismi in tutto l’Alto Adige. I masi che offrono alloggio sono classificati con i fiori (come le stelle per la Guida Michelin) che vanno da due a cinque: più alto è il numero dei fiori, più numerosi sono i criteri soddisfatti dalla struttura.

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La stanza nel campo di grano ©Haflingerhof

Attività nella natura

Al maso si arriva con la funivia che parte dal Capoluogo e che risale l’altopiano del Monzoccolo, quel rilievo che divide Bolzano da Merano. I proprietari hanno trasformato un’attività di famiglia, quella dei Plattner, che gestiscono il maso già da cinque generazioni, in un maso didattico. Tutto l’anno organizzano attività per bambini dove insegnano tutto ciò che bisogna sapere per conoscere la vita di un contadino.

In base alla vegetazione di ogni singola stagione si insegna loro come dal fieno si arrivi al latte, come si coltivano le patate, come si arrivi dal frumento al pane, la storia e la tradizione che si cela dietro l’agricoltura, come si lavorano i frutti e come comportarsi con gli animali che vivono in montagna.

A monte del maso Haflinger si trova il Salto, una delle zone più belle dell’Alto Adige per andare a passeggio. Su questo magnifico altipiano, dove trovare i famosi prati di larici (quello del Monzoccolo è l’altipiano di larici più grande d’Europa), si possono intraprendere anche delle escursioni più lunghe.

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Dormire nel grano sotto un tetto di stelle ©Haflingerhof

Il “paese dei cavalli” offre anche molte occasioni agli amanti dell’equitazione. Questa, infatti, è la terra dei cavalli di razza Haflinger – o avelignese – dall’inconfondibile manto biondo e la criniera chiara e folta. Impiegato come animale da soma e per i lavori agricoli, per la sua stazza e la sua forza, oggi viene impiegato nelle scuole di equitazione, anche a scopo turistico.

Da San Genesio passa un’importantissima strada: il Sentiero europeo E5 che, da Pointe du Raz, in Bretagna, sulla costa dell’Atlantico, attraversa le Alpi passando attraverso la Svizzera, la Germania, l’Austria e raggiunge l’Italia terminando, in teoria, a Venezia, in pratica, al momento, a Verona, proprio davanti all’Arena, dopo aver percorso un totale di 3.050 chilometri.

Il sentiero porta giù a Bolzano, che si può quindi raggiungere anche a piedi in due ore circa, oppure al Rifugio Punta Cervina, a Scena, che è la tappa successiva del Sentiero europeo E5, fino in Val Passiria.

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Il paese di San Genesio Atesino

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Merano è in fiore: la città non è mai stata così bella

In primavera ci sono le più grandi migrazioni umane: persone provenienti da ogni parte del mondo, infatti, si spostano per ammirare la rinascita della natura nei luoghi fioriti. Città che si colorano e inebriano i sensi, tappeti di fiori che invadono parchi, giardini e deserti aridi: è questo il momento migliore per andare alla scoperta degli spettacoli naturali più belli di sempre.

Ma non c’è bisogno di volare dall’altra parte del globo per assistere a questa grande bellezza, perché alcuni degli spettacoli più incredibili sono proprio qui, nel nostro Belpaese. Come a Merano, la deliziosa città alpina che in questo periodo dell’anno cambia volto e si trasforma in un paese delle meraviglie.

Lo fa perché è letteralmente invasa da colori e profumi, da piante e fiori provenienti da ogni parte del globo in bella vista sulla soleggiata e centrale Passeggiata Lungo Passirio. È il Merano Flower Festival, uno degli appuntamenti più magici e sensoriali da vivere questa primavera.

Merano Flower Festival

In concomitanza con l’arrivo della primavera, e di tutti quegli spettacoli messi in scena da Madre Natura, città, paesi e borghi del mondo intero si mobilitano per celebrare la grande bellezza. Lo fanno con i festival e le manifestazioni che vengono sapientemente pensate tutto l’anno e che vanno in scena proprio tra marzo e aprile. Sono le stesse che attirano ogni anno migliaia di turisti.

Tra queste troviamo il Merano Flower Festival, un evento che trasforma la città termale di Merano in un paesaggio inedito e straordinario che lascia senza fiato. Assoluta protagonista di questa profumata kermesse è la dea flora proveniente da tutti i continenti che qui viene messa in mostra alla stregua di un’esposizione artistica diffusa.

Merano: un tour tra i colori e i profumi del mondo

Ci sono le protee, gioielli della flora australiana e sudafricana in trasferta alpina che trasformano i giardini e le case eleganti con i loro enormi fiori, e ci sono anche le tillandsie, piccole meraviglie della flora sudamericana prive di radici. Non mancano le affascinanti orchidee che arrivano dalle zone tropicali e subtropicali dell’America e soprattutto dell’Asia, accompagnate da piante carnivore, bromelie e gli affascinanti bonsai.

A questi si aggiungono le piante succulente africane e i cactus americani, oltre a importanti campionari di specie pregiate e rare che provengono da tutto il mondo. A portarle qui, a Merano, sono i vivaisti, i botanici e i collezionisti, che permetteranno ai visitatori, per pochi giorni, di fare un tour tra i colori e i profumi del mondo camminando sulla Passeggiata Lungo Passirio.

Una manifestazione unica nel Belpaese, questa, che va ad aggiungersi a un’agenda fittissima di viaggi, manifestazioni ed esperienze da vivere durante la stagione più magica che c’è.

L’appuntamento con il Merano Flower Festival è da venerdì 22 a lunedì 25 aprile, quattro giorni durante i quali sarà possibile ammirare un tripudio di piante, profumi e colori in una cornice urbana resa ancora più magica dalle soleggiate giornate che si prospettano. È questa l’occasione migliore per scoprire e riscoprire la città termale sul Passirio e innamorarsi, di nuovo, del mondo che abitiamo.

Merano in fiore

Merano in fiore

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Il nuovo grattacielo di New York sfida tutte le leggi della fisica

A Manhattan è nato un nuovo “landmark”: il grattacielo residenziale più sottile che sia mai stato costruito. Una freccia nel cielo, che prende il nome dall’indirizzo dove è ubicato:
111 West 57th Street, di fronte a Central Park.

La “supertall tower” rivoluziona, così, lo skyline di New York City, diventando la nuova icona in città. Progettato, dallo studio di architettura SHoP Architects (lo stesso che realizzerà il nuovo Consolato degli Stati Uniti di Milano, nell’ex edificio che ospitava il Tiro a segno e che sarà pronto per il 2025), il nuovo grattacielo d’acciaio, vetro e terracotta da 84 piani è alto 436 metri e, alla base, misura solamente 24×18 metri. Man mano che si sale diventa ancora più sottile per terminare con una sottilissima punta che sembra essere stata interrotta a metà dell’opera.

La torre che sfida la fisica

Una delle caratteristiche della torre è la scanalatura che è stata creata sul lato Sud e che aumenta man mano che sale, dando l’idea che il grattacielo scompaia nel cielo (e in effetti nelle giornate di pioggia sembra davvero che una parte sia nascosta tra le nuvole, invece manca proprio). Il lato Nord, invece, quello che dà su Central Park, continua dritto fino alla cima dell’edificio.

Per garantire la stabilità di questo edificio super sottile, sulla cima è stato installato uno smorzatore da 800 tonnellate in caso di forte vento o di un evento sismico.

Impossibile non notarlo. È visibile da tutta Manhattan e dagli altri borough che formano New York City. Chi sale in cima a una delle terrazze panoramiche o degli osservatori di Manhattan (qui un articolo sui più belli e imperdibili dove andare, incluso il nuovissimo One Vanderbilt) può godersi la vista del 111 West 57th in tutta la sua sottigliezza.

Il grattacielo più sottile del mondo è sorto là dove un tempo si trovava un altro edificio iconico, lo Steinway Building, un bellissimo palazzo degli Anni ’20 che ospitava la sede della Steinway & Sons, famosa per i suoi pianoforti suonati da grandi artisti del calibro di George Gershwin, Cole Porter e Sergei Rachmaninoff. La costruzione della nuova torre è iniziata già nel 2015 e, per erigerla, è stata impiegata la più grande gru autoportante mai usata a New York.

Il grattacielo residenziale per super ricchi

All’interno, il 111 West 57th ospiterà 60 splendidi appartamenti di lusso il cui costo si aggira intorno ai 52 milioni di euro per le penthouse (uno studio costa “solo” 16 milioni) e una parte di negozi nei primi piani. Ci sono 14 ascensori, metà dei quali che arrivano direttamente negli appartamenti.

Gli interni sono stati progettati dallo Studio Sofield. Il critico Paul Goldberger ha descritto gli interni come “probabilmente i più eleganti” tra quelli delle altre costruzioni previste sulla cosiddetta “Billionaires’ Row”, la strada dei miliardari, e nell’area intorno a Central Park, compreso l’iconico 432 Park Avenue che passa così in secondo piano, pur restando, con i suoi 426 metri, il più alto edificio della città, e il famoso “Billionaire Building”, One57, che si trova sempre nel quartiere di Midtown a Manhattan.

L’edificio ha però mantenuto alcuni elementi del precedente palazzo della Steinway, come la hall, alta 14 metri, con arcate di marmo bianco e colonne di marmo verde. È rimasta anche l’antica sala concerti, in omaggio alla passata funzione dello Steinway Building.

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Il nuovo 111 West 57th Street, il grattacielo più sottile del mondo

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È un Paese poco conosciuto, ma assolutamente incredibile

C’è un luogo nel mondo dove poter scoprire paesaggi magnifici caratterizzati da steppe a perdita d’occhio. Un Paese i cui abitanti si distinguono per essere particolarmente gentili e dove a ogni ora del giorno si sente odore di tè.

Raggiungerlo vuol dire fare un viaggio insolito, in uno di quesi posti ancora poco battuti dal turismo di massa e, allo stesso tempo, significa scoprire zone dall’inestimabile valore, del resto proprio da queste parti è nato il commercio internazionale attraverso la Via della Seta.

Viaggio in Uzbekistan, un Paese bellissimo

Ci troviamo in Asia Centrale, un’area del nostro mondo caratterizzata da estati molto calde e inverni molto freddi. Qua sembra di mettere piede in un altro pianeta, anche se nei fatti si trova a solo 5 ore di volo dall’Italia. Ma non solo. L’Uzbekistan possiede alcuni degli esempi di architettura islamica tra i più belli che esistano, e la natura poi, lascia davvero senza parole.

Prossima tappa dell’edizione del 2022 di “Pechino Express”, i viaggiatori entreranno da subito in contatto con la cultura e le tradizioni locali, nel modo più autentico. Il tragitto per loro prevede la partenza dalla fortezza Ayaz Qala nel deserto di Kyzylkum, fino a Khiva dove i più veloci affronteranno la prima prova vantaggio della stagione, e le coppie in gara arriveranno fino alla Kuhna Ark Citadel.

Uzbekistan, cosa vedere

Prendendo in considerazione il tour fatto dai protagonisti del programma televisivo in onda su Sky, la prima cosa da vedere in Uzbekistan è la fortezza Ayaz Qala nel deserto di Kyzylkum.

È situata, o meglio, i suoi resti si trovano a 20 km verso nord-est dalla citta di Bo’ston, nella regione di Ellik-kala della Repubblica di Karakalpakstan. È stata edificata su una collina piatta costituita da vari strati di rocce metamorfiche, ed è circondata su tre lati dai profondi dirupi. Il tutto nel deserto di Kyzylkum, le cui sabbie rosse si sono insediate a cavallo dei confini del Kazakistan e dell’Uzbekistan.

Ma non solo. Ci sono grandi distese di verde, campi di papaveri e alberi saxaul secchi e contorti, le cui foglie d’argento sembrano brillare.

fortezza di Ayaz Qala

La fortezza di Ayaz Qala

Khiva, dal canto suo, è una meravigliosa città di fango. Primo sito del Paese a essere stato iscritto dall’UNESCO fra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità, si trova all’estremo nord del Paese. I suoi monumenti storici, i Palazzi antichi, Madrase e minareti sono tutti custoditi tra le mura dell’Itchan Kala.

Tra le attrazioni imperdibili c’è sicuramente il Kalta-minor Minaret che seppur inconcluso svetta verso il cielo con i suoi 29 metri di maioliche turchesi. Bellissima anche la Kuhna Ark, ossia la residenza dei reali di Khiva, dove ammirare la Moschea d’estate e la sala del trono.

Infine, la meravigliosa Juma Mosque che vanta oltre 200 colonne di legno a sostenere il tetto dell’unica sala di cui si compone il sito, insieme a un incredibile minareto di ben 47 metri.

Khiva uzbekistan

La città di Khiva

Quali tappe fare durante un viaggio in Uzbekistan

Seppur poco conosciuto, l’Uzbekistan regala diverse meraviglie da visitare oltre a quelle di cui vi abbiamo già parlato. Tra le attrazioni imperdibili c’è sicuramente Samarcanda. Probabilmente la città più nota dell’intero Paese, è anche una delle più affascinanti tappe della Via della Seta. Proprio qui si incrociano storie e leggende, dai profili intriganti e fantasiosi.

Oggi è una città quasi totalmente restaurata che conserva un grande fascino e una storia straordinaria. Piazza del Registan, per esempio, è uno dei posti più mitici di tutto l’Uzbekistan. Qui ci sono ben tre Madrase maiolicate che vi si affacciano: la Madrasa di Ulugh Beg, di Sher-Dor e di Tillya-Kori.

Poi il  complesso di mausolei Shah-i-Zinda dove riposano i reali e vari familiari del Re Timur. Seconda la tradizione, inoltre, pare che qui siano seppelliti i resti di un cugino del profeta Maometto. Un insieme di oltre 40 splendidi edifici di architettura islamica che sono stati realizzati in quasi un millennio.

Samarcanda piazza principale

La Piazza Registan di Samarcanda

Un’altra tappa fondamentale dell’Uzbekistan è Bukhara, forse la città più bella di tutto il Paese, a tal punto che anche noi di SiViaggia le abbiamo dedicato un approfondimento che potete trovare qui.

Ancora una sosta cittadina ma questa volta con Tashkent, la capitale ma anche un luogo dove entrare in contatto con la cultura locale. Questa località si distingue per i colori e l’allegria del vivace mercato alimentare di Chorsu, o Chorsu Bazaar. Tra la calda ospitalità di un popolo sempre accogliente e i possibili assaggi esotici e talvolta inediti, sarà impossibile non innamorarsi di questo Paese.

Tashkent, uzbekistan

La Moschea khast Imam di Tashkent

Chi ama la natura, invece, deve assolutamente visitare la Valle di Fergana, l‘area più orientale e variegata del’Uzbekistan. Basti pensare che questa zona possiede una propria identità culturale e che qui potrete percorrere suggestive strade panoramiche puntellate da vallate estremamente fertili, tanto da meritarsi l’appellativo di “grande orto uzbeko“.

Poi la regione autonoma del Karakalpakstan che presenta un paesaggio desertico spazzato da venti che provocano impressionanti tempeste di sabbia. Qui si trovano i karakalpaki, un popolo di antica tradizione nomade che vive nel remoto villaggio di Moynaq.

Da queste parti c’è anche l’immenso letto del Lago d’Aral che un tempo era un gigantesco bacino di acqua salata: nella prima metà del 1960 era il quarto lago più grande al mondo con una superficie di circa 68.000 kmq. Oggi è parzialmente prosciugato, ma comunque in grado di regalare un’emozione tanto drammatica quanto sorprendente.

In generale, possiamo dire che l’Uzbekistan vanta vasti deserti, spettacolari catene montuose, fiumi, laghi, riserve naturali e una grande varietà di specie originali. Tantissimi sono i percorsi naturalistici tra riserve naturali e aree protette, e tutte che pullulano di varie specie endemiche di fauna e flora.

Come la Riserva Naturale di Zaamin che è anche la più antica. Istituita nel 1960 su uno sperone della catena del Turkestan, è abitata da molte specie faunistiche rare, come la lince turkestana. Interessante anche la Riserva naturale dello Zerafshan caratterizzata dalla presenza del cervo di Bukar.

Poi la Riserva acquatica di Tudakul, così come il Canyon di Sarmysh dove vi prendono vita oltre 650 specie botaniche, e molto altro ancora.

Insomma, l’Uzbekistan è un Paese ricco di cultura, abitato da persone sorridenti e ospitali, dalla natura variegata e sorprendente e, soprattutto, dalle città che arrivano dritte al cuore. Non resta che organizzarci un viaggio, siamo certi che sarà indimenticabile.

Valle di Fergana uzbakistan

Un angolo della Valle di Fergana

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Il museo a cielo aperto che splende sotto il cielo della Sicilia

C’era una volta, tanto tempo fa, un fiume che scorreva lento e poi veloce sulla costa settentrionale sicula. Erano ventuno i chilometri percorsi per raggiungere l’antica Halaesa che si snodavano tra la vegetazione lussureggiante e tratti di terreno arido e desolato, tra le montagne silenziose e maestose e il mare che faceva da sfondo a questo viaggio. C’è ora, in quello stesso luogo, un museo a cielo aperto che splende sotto il sole della Sicilia, ed è meraviglioso.

Non ci sono molti modi per descrivere Fiumara d’arte perché la sua esagerata bellezza, che si riflette negli occhi di chi guarda, incanta e stupisce fino a stordire. Una galleria d’arte en plen air che si snoda che scolpisce il territorio seguendo le antiche orme del vecchio fume, un unicum in tutto il territorio italiano.

Il parco di sculture, che ha preso forma nel 1982, oggi si caratterizza come uno degli agglomerati di land art più straordinari del nostro Paese capace di coniugare il linguaggio dell’arte contemporanea con il suggestivo paesaggio della fiumara.

38º parallelo - Piramide

38º parallelo – Piramide, Fiumara d’arte

Fiumara d’arte: così è nato il progetto

Correva l’anno 1982 quando, il collezionista d’arte Antonio Presti, ebbe l’idea di commissionare un monumento per onorare la memoria del padre recentemente scomparso. Per farlo si rivolse allo scultore Pietro Consagra. Ma la sua idea non era quella di creare un’opera contemplativa e personale da mettere in casa o in giardino, quanto più di far realizzare qualcosa che fosse accessibile a tutti, alla comunità. Così scelse di farla realizzare lì, sulla foce della fiumara.

L’opera dedicata al padre, però, era solo un pezzo di un puzzle più grande che Antonio Presti aveva nella sua mente. Voleva creare un parco di sculture sul letto del fiume per valorizzare il territorio, per far dialogare l’arte e la natura.

In occasione dell’inaugurazione della scultura di Consagra, che avvenne il 12 ottobre del 1986, l’imprenditore e collezionista italiano annunciò l’idea di trasformare la fiumara in un grandioso progetto di land art in Sicilia.

Labirinto di Arianna

Labirinto di Arianna, Fiumara d’arte

Una galleria a cielo aperto da scoprire

Quel giorno, di tanti anni fa, il territorio della fiumara è stato plasmato per sempre. Nonostante i diversi problemi a livello giuridico e amministrativo che hanno tenuto in sospeso il progetto, oggi la Fiumara d’Arte è uno dei parchi scultura più straordinari del nostro Paese, nonché uno dei più grandi d’Europa.

La prima opera a essere realizzata sul terreno è stata proprio quella di Pietro Consagra, la scultura La materia poteva non esserci realizzata nel 1986 in cemento armato e alta diciotto metri. Dopo di questa è seguita Una curva gettata alle spalle del tempo, di Paolo Schiavocampo, situata nei pressi di Castel di Lucio.

Altre opere sono state aggiunte negli anni, come il Monumento per un poeta morto di Tano Festa, ribattezzata dai siciliani come Finestra sul Mare, e Stanza di barca d’oro dell’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa.

Il risultato finale è un parco delle meraviglie che si snoda per chilometri, che omaggia tutto il territorio attraverso la presenza di sculture che incorniciano il mare, che danno movimento ai prati, che riflettono i colori del cielo. Un itinerario delle meraviglie che attraversa la città di Messina nei comuni di Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano e Tusa.

Finestra sul Mare

Finestra sul Mare, Fiumara d’arte

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Viaggiare è sempre più facile: i Paesi che allentano le regole

Si semplificano le regole per viaggiare all’estero, e la maggior parte delle destinazioni diventa finalmente di nuovo accessibile a chi non vede l’ora di andarci, senza dover sottostare a obblighi di quarantena, test all’ingresso o pre-partenza. Ecco quali Paesi hanno allentato (o lo faranno a breve) le restrizioni imposte per contrastare e contenere l’emergenza sanitaria, e quali sono le novità per chi vuole raggiungerli.

Australia

Dopo aver riaperto i confini ai viaggiatori internazionali (come hanno fatto di recente anche questi Paesi), l’Australia ha finalmente deciso di allentare le restrizioni di viaggio. Dal 17 aprile, ai viaggiatori che hanno completato il ciclo vaccinale non sarà più richiesto il tampone negativo prima della partenza. Fino ad allora, i turisti vaccinati, oltre alla certificazione di vaccinazione, dovranno fornire, al momento del check-in, il risultato negativo di un test Covid PCR o di Amplificazione degli Acidi Nucleici (NAAT) effettuato entro 3 giorni dalla partenza o, in alternativa, un certificato medico che evidenzi un Test Antigenico Rapido (RAT) negativo entro le 24 ore precedenti il viaggio per l’Australia.

I viaggiatori esenti dalla vaccinazione per motivi medici o sotto i 12 anni di età possono viaggiare alle stesse condizioni di un viaggiatore completamente vaccinato, dietro presentazione di un documento d’identità e della rilevante documentazione medica. Per rimanere sempre aggiornati sulle regole autonome che possono variare in base allo Stato o territorio d’arrivo, è bene consultare il portale del Governo. Intanto, l’altra buona notizia è che da aprile le navi da crociera possono attraccare di nuovo nei porti australiani, dopo due anni di stop.

Spagna

Anche la Spagna volta pagina sul Covid, e da aprile ha allentato le restrizioni. Per chi presenta sintomi lievi non sono più obbligatori i tamponi e nemmeno le quarantene, ma nei 10 giorni successivi bisognerà limitare le relazioni sociali e utilizzare sempre la mascherina, che resta obbligatoria negli spazi chiusi.

I viaggiatori in arrivo in Spagna dall’estero, per via aerea o marittima, sono sottoposti a un controllo sanitario prima dell’entrata nel Paese. In particolare: controllo della temperatura corporea, controllo documentale e controllo visivo sullo stato del passeggero. Per quanto concerne il controllo dei documenti, tutti i passeggeri in arrivo dall’estero dovranno compilare, prima del viaggio, un “formulario di salute pubblica”, attraverso il sito internet “Spain Travel Health”, ottenendo un codice QR da presentare (su dispositivo mobile o stampato) al proprio arrivo. Il governo di Madrid ha spiegato che queste misure potranno cambiare nel caso in cui si noti un peggioramento della situazione epidemiologica.

Svizzera

Anche la Svizzera ha allentato la morsa delle restrizioni Covid, e sarà più facile visitare le sue attrazioni. Al momento, non sono più previste condizioni di ingresso quali certificazione verde o test negativi o modulo online, né è richiesta quarantena ai viaggiatori vaccinati. Inoltre, i turisti in Svizzera non sono più tenuti a indossare la mascherina o a presentare il Green Pass per entrare in bar, ristoranti e altri luoghi al chiuso, come impianti sportivi e teatri. I collegamenti aerei e ferroviari sono attivi seppur con alcune riduzioni. Si invita, pertanto, a verificare l’offerta e l’operatività dei voli direttamente sui siti delle compagnie aeree e sul sito delle ferrovie.

Polonia

Dalla fine di marzo, anche la Polonia ha posto fine alle limitazioni di viaggio imposte durante la pandemia. Non è più, quindi, necessario compilare il modulo di ingresso PLF né esibire alcun tipo di certificato di vaccinazione o test Pcr negativo per Covid-19. Caduto anche l’obbligo di indossare la mascherina al chiuso, che resta valido solo nelle farmacie e nelle strutture sanitarie.

Infine, non ci sono restrizioni che riguardano la capacità massima di riempimento delle infrastrutture turistiche e culturali. Con l’arrivo della bella stagione, le compagnie aeree di linea e le low cost stanno ripristinando molti dei 60 collegamenti che, già prima dell’emergenza sanitaria permettevano ai turisti italiani di raggiungere facilmente gli scali polacchi con voli diretti. Al momento, sono previsti oltre 70 collegamenti tra Italia e Polonia.

Canada

Da aprile, i viaggiatori vaccinati che visitano il Canada non dovranno sottoporsi al test pre-partenza. Possono comunque essere selezionati in aeroporto per un controllo a campione, ma non dovranno mettersi in quarantena in attesa del risultato del test. I cittadini stranieri vaccinati possono entrare nel Paese dopo aver dimostrato il completamento del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, con vaccini riconosciuti dal Governo canadese (Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca/COVISHIELD e Janssen).

I certificati, corredati da traduzione in lingua inglese o francese, dovranno essere esibiti alle Autorità di frontiera. Bisognerà poi inviare le informazioni obbligatorie tramite ArriveCAN (app o sito Web), inclusa la prova della vaccinazione in inglese o francese, e un piano di quarantena.

Maldive

Le Maldive hanno rimosso già da un mese le ultime restrizioni d’ingresso legate al Covid. A partire dal 13 marzo 2022, i viaggiatori stranieri completamente vaccinati non sono più tenuti a presentare l’esito negativo di un test Pcr all’arrivo a destinazione, né hanno bisogno di effettuare un altro test prima di lasciare l’arcipelago dell’Oceano Indiano. Tuttavia, i viaggiatori in arrivo, indipendentemente dal loro status vaccinale, sono tenuti a compilare una dichiarazione sul proprio stato di salute redatta entro 48 ore dalla partenza. I bambini, che ancora non possono essere vaccinati, devono presentare un test Pcr negativo all’arrivo.

Sudafrica

I confini sudafricani sono attualmente aperti a tutti i viaggiatori internazionali. Il Sudafrica ha allentato ulteriormente le restrizioni anti Covid-19, togliendo l’obbligo di tampone per i turisti vaccinati. Per l’ingresso nel Paese sarà necessario esibire un certificato valido attestante l’avvenuto completamento del ciclo vaccinale, qualora il viaggiatore sia vaccinato; esibire il risultato negativo di un test effettuato non oltre le 72 ore prima della data del viaggio, qualora il viaggiatore non sia vaccinato. Ai viaggiatori che non siano in grado di produrre idonea certificazione viene richiesto di effettuare un test antigenico all’arrivo, a proprie spese e, in caso di esito positivo, di osservare un periodo di quarantena di dieci giorni.

Per i cittadini italiani, è stata altresì reintrodotta dalle autorità sudafricane l’esenzione dall’obbligo di visto per breve soggiorno. Non sarà quindi necessario presentare domanda di visto di ingresso nelle Ambasciate e Consolati sudafricani per soggiorni inferiori ai 90 giorni.

Cambogia

Le Autorità cambogiane hanno comunicato che è ora possibile, per tutti i cittadini stranieri e per tutte le motivazioni – incluso il turismo – entrare nel Paese. I viaggiatori che sono vaccinati con ciclo completo possono entrare in Cambogia senza effettuare quarantena. Per farlo, oltre al visto devono possedere: un certificato che attesti il completamento del ciclo vaccinale, con almeno due dosi, e la data delle inoculazioni; un’assicurazione sanitaria, con massimale non inferiore a 50.000 dollari (circa 46mila euro) e che comprenda copertura del Covid-19.

Rientro in Italia

In base all’ordinanza del 22 febbraio, in vigore fino al 30 aprile 2022, è possibile tornare a viaggiare in tutto il mondo – fatte salve le limitazioni dei Paesi di destinazione. Per il rientro in Italia, permangono tuttavia alcuni obblighi.

Chi vuole fare ingresso nel nostro Paese è tenuto a compilare il Passenger Locator Form. Inoltre bisogna esibire il certificato di vaccinazione completa effettuata da meno di 9 mesi o, in alternativa quello di vaccinazione completa con dose di richiamo. Per chi non è vaccinato, è fatto obbligo di presentare il certificato di guarigione dal Covid da meno di 6 mesi o l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico, effettuati rispettivamente nelle 72 ore o nelle 48 ore precedenti all’arrivo. In assenza di tali documenti, è obbligatorio sottoporsi a una quarantena di 5 giorni.

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Riparte il treno storico della Lombardia

Sta per (ri)partire un treno storico, inaugurato nei primi decenni del Novecento e interrotto negli Anni ’50 ma che oggi diventa un vero e proprio viaggio nel tempo. È entrato a fare parte, infatti, di un progetto di valorizzazione voluto dalla Fondazione FS, che ha già fatto ripartire diversi treni storici su molte tratte ferroviarie turistiche. Le corse a bordo di questo treno storico saranno due. Ecco quando partiranno.

Il treno in partenza si chiama “Besanino“, perché percorreva – e ripercorrerà ancora – un tratto di Brianza, in Lombardia, partendo da Milano fino ad arrivare a Lecco. Questa primavera, effettuerà due corse speciali all’interno del programma del servizio turistico voluto dalla Regione Lombardia. La prima corsa è in programma il 24 aprile e la seconda il prossimo 9 ottobre.

“Lo scorso anno”, ha spiegato l’assessore regionale a infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi “i cittadini hanno accolto con entusiasmo la corsa speciale per i 110 anni del ‘Besanino’. Considerata la risposta particolarmente positiva di tutto il territorio, avevamo assicurato il nostro impegno affinché questo itinerario fosse inserito nel programma del servizio turistico già per il 2022. Promessa mantenuta, con un’ulteriore sorpresa: quest’anno i cittadini avranno ben due occasioni di poter viaggiare sul treno storico da Milano per Besana, Molteno e Lecco”.

La linea percorre uno storico tratto ferroviario che passa per la stazione di Monza Sobborghi, un tempo deposito delle locomotive e officina che serviva la linea. Dopo Villasanta, sottopassando la linea Seregno-Carnate, prosegue per Biassono-Parco e per Macherio, a fianco del fiume Lambro. A Triuggio, dopo una breve galleria, scavalca il corso d’acqua e la valle sottostante tramite un viadotto in muratura. La linea passa, poi, attraverso una galleria che immette alla stazione di Besana Brianza. Dopo aver oltrepassato le stazioni di Renate, Nibionno e Costa Masnaga, si congiunge a Molteno con la linea Como-Lecco.

“Questo ulteriore itinerario che tocca le località brianzole” ha spiegato l’assessore “arricchisce ulteriormente il calendario di viaggi che abbiamo finanziato e strutturato già dal 2018, offrendo a cittadini e turisti la possibilità di fare un viaggio nel passato, a bordo di convogli d’epoca di particolare rilievo storico”.

Questa linea ferroviaria rappresenta la storia della Brianza, un territorio che è sinonimo da sempre di industrializzazione, e che oggi, con il rilancio dei treni storici turistici, rappresenta anche il futuro della mobilità sostenibile.

Un tempo questa linea era percorsa da treni con automotrici ALn 668 degli Anni ’50 e negli Anni ’70 con locomotive D.445.  Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario del “Besanino”, il convoglio era stato trainato da una locomotiva elettrica in livrea storica nella tratta tra Milano e Monza e da una locomotiva a vapore nella restante parte del tragitto. E così sarà anche quest’anno, mentre le carrozze sule quali si viaggerà saranno le Centoporte degli Anni ’30 e le Corbellini degli Anni ’50.

Info utili

Il treno storico “Besanino Express” partirà dalla Stazione Centrale di Milano alle 9.05, farà una prima tappa a Sesto San Giovanni alle Arrivo 9.21, a Monza alle 9.28, a Villasanta alle 10.07, a Triuggio alle 10.30, a Besana Brianza alle 10.46, a Costa Masnaga alle 11.02, a Molteno alle 11.11, a Oggiono alle 11.20 per arrivare a Lecco, destinazione finale del viaggio, alle 11.45. Giusto giusto per l’ora di pranzo.

Una volta giunti a Lecco, si potrà pranzare lungo il lago oppure fare un tour del centro storico o imbarcarsi su un battello e fare il giro del lago o ancora addentrarsi nella natura per qualche piacevole passeggiata. La partenza da Lecco è poi alle 16.30 con arrivo a Milano Centrale alle 19.32.

Il biglietto intero di sola andata da Milano a Lecco costa 11 euro (quindi 22 euro per andata e ritorno), ma costa meno se si sale a bordo nelle stazioni successive. È gratuito per i ragazzi da 0 a 14 anni non compiuti, ma è comunque necessario prenotare il biglietto gratuito per assicurarsi il posto a sedere.

Per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio il possesso di Green Pass Rafforzato valido, a esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. È obbligatorio indossare mascherina di tipo FFP2. La violazione di tali obblighi comporta l’intervento delle forze dell’ordine e l’interruzione del servizio alla prima stazione utile.

A bordo dei treni sono state potenziate le attività di sanificazione e disinfezione, sono stati installati dispenser di disinfettante per le mani, il personale è stato dotato dei sistemi di protezione necessari (mascherine, guanti) ed è stato introdotto un nuovo criterio di prenotazione dei posti a bordo che garantisce il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle autorità sanitarie.

lecco

Il lungolago di Lecco

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Bruxelles: i giardini delle meraviglie spalancano le porte

Sono solo tre le settimane che abbiamo a disposizione per entrare, attraversare e osservare quelle che sono tra le più grandi serre del mondo, un vero e proprio giardino delle meraviglie che ospita e conserva da secoli alcune delle piante più rare e pregiate della terra. Benvenuti nelle Serre Reali di Laeken.

Ci troviamo a pochi chilometri da Bruxelles, 5 per la precisione. È qui che durante lo straordinario risveglio della natura in primavera, che si trasforma in una vera e propria attrazione di viaggio per i cittadini di tutto il mondo, che le serre reali aprono le porte per pochi giorni.

Ed è proprio questa parziale accessibilità a rendere questo microcosmo così speciale. La scelta di limitare le visite a un solo periodo all’anno è fatta proprio per mantenere inalterato il fragile equilibrio che caratterizza ogni specie vivente che ha trovato nelle Serre Reali di Laeken la sua casa.

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken

C’era una volta il giardino del re Re

Correva l’anno 1873 quando, l’architetto Alphonse Balat venne chiamato dal Re Leopoldo II per progettare un complesso di serre all’interno del castello di Laeken che doveva essere l’ultimo tassello della sua residenza belga. La richiesta era chiara, quella di creare un luogo straordinario destinato a incantare negli anni a venire. E così è stato fatto.

Le Serre Reali di Laeken, costruite secondo i dettami dell’Art Nouveau, si configurano come una piccola e grandiosa città di vetro incastonata in un panorama che lascia senza fiato. Padiglioni monumentali si alternano a cupole di vetro, ampi portici e vetrate dalle linee sinuose, che creano un paesaggio ondulato e fuori dall’ordinario.

Straordinarie all’esterno, incantate all’interno. Le serre di Bruxelles sono nate per ospitare la collezione privata delle piante del Re, e da quel giorno di tanti secoli fa non hanno mai smesso si assolvere questo dovere. Oltre alle collezioni antiche, che vivono ancora qui oggi, si aggiungono tutta una serie di esemplari rari e preziosi che provengono da ogni parte del mondo.

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken: cosa vedere e quando andare

Le Serre Reali di Laeken rappresentano davvero un unicum in tutto il mondo, non solo perché sono ospitate all’interno di un edificio che è diventato col tempo un gioiello dell’Art Nouveau, ma anche perché le collezioni di piante lo trasformano in una dele più grandi serre del mondo.

Una tappa imperdibile e imprescindibile in un viaggio a Bruxelles, dato che si trova solo a 5 chilometri dalla capitale, sia per le sue fattezze architettoniche che per la presenza di piante rare e uniche. C’è solo un momento dell’anno, però, in cui questi giardini delle meraviglie aprono le porte ai visitatori consentendo l’esplorazione di quell’immenso complesso che si snoda per oltre 3 ettari.

È qui, tra i padiglioni e i viali alberati, che troviamo le piante africane, le palme, le rose e le azalee nonché la più grande collezione di camelie. Alcune specie sono conservate nel giardino principale, quelle che invece richiedono in una manutenzione speciale sono protette nelle serre.

Sono tantissime, infatti, le cure che un’abile squadra di giardinieri dà alle piante ogni giorno, da anni, per preservare questo microcosmo naturale di bellezza. Un universo al quale possiamo accedere durante quel breve periodo di primavera. Tra aprile e maggio, infatti, le porte delle Le Serre Reali di Laeken si aprono a tutti. Ed è in quel momento che possiamo vedere avverarsi la magia.

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken