Categorie
Idee di Viaggio Monasteri turismo religioso vacanza natura Viaggi

Il monastero immerso nella natura che sorprende tutti

Roccia, acqua e un’atmosfera magica che cattura tutti i sensi: il monastero immerso nella quiete della natura, sulla vetta della montagna a strapiombo, è un tesoro nascosto che sorprende e lascia senza fiato.

Stiamo parlando del Monastero di Sant Miquel del Fai, in Catalogna, a una cinquantina di chilometri dalla variopinta e vivace Barcellona ma qui sembra davvero di trovarsi in un’altra dimensione.

Tutto il fascino del monastero sospeso sulla rupe

Sant Miquel del Fai

Sant Miquel del Fai a strapiombo sulla rupe

Intriso di una bellezza mistica, il Monastero catalano si annida tra le rocce e, nel suo insieme, sfida la gravità sospeso sulla rupe a guardia della Valle del fiume Tenes, tra affioramenti rocciosi e cascate che superano i 100 metri di altezza.

Un paesaggio a dir poco fiabesco, uno dei luoghi più sorprendenti della catena montuosa catalana dove natura e architettura si incontrano per dare vita a qualcosa di unico nel suo genere.

Il Monastero di Sant Miquel del Fai, infatti, vanta l’unica cappella romanica della regione costruita all’interno di una grotta.
Le prime notizie che riguardano lo straordinario edificio religioso risalgono al 997, e una comunità di monaci benedettini visse qui fino al 1657.

Rimane pressoché “celato” agli occhi del mondo fino al XIX secolo quando viene scoperto dagli scrittori romantici che, affascinati dalla sua posizione singolare, lo raccontano e ne divulgano la storia e le leggende.

Il tour di visita mozzafiato all’abbazia medievale

Dopo aver raggiunto l’ardito monastero con una passeggiata spettacolare, la visita inizia dal piazzale antistante che già si rivela unico essendo scavato nel fianco della montagna.
Da qui lo sguardo spazia dai laghetti formati dal ghiaccio che si scioglie e dall’acqua piovana fino alla Casa del Priorato, risalente al XV secolo in stile gotico, che oggi è adibita a ristorante e galleria espositiva.

Il piazzale è il luogo ideale per godere di una splendida vista sull’intera vallata, uno di quei panorami che non si dimenticano facilmente.

Dopo aver speso il giusto tempo ad ammirare l’insolito paesaggio arroccato sul precipizio, è il momento di percorrere la galleria rupestre che faceva parte del chiostro per incontrare la Cappella romanica di Sant Miquel del X secolo, costruita all’interno della grotta accanto alla cascata, sito un tempo dedicato al culto pagano.

L’inedita cappella dona forti emozioni ma siamo appena all’inizio. Una scalinata conduce alla magnifica Grotta di Sant Miquel, rinvenuta nel 1847, dove le rocce calcaree hanno plasmato suggestive stalattiti e stalagmiti: qui è d’obbligo una sosta per ammirare le opere che solo la Natura sa creare.

Lungo il percorso degna di nota è anche la panchina, in Plaza del Repòs, con la scultura dello scrittore e giornalista spagnolo Josep Pla.

Il sentiero prosegue poi alla volta di un laghetto nascosto tra le rocce, passa al di sotto della fragorosa Cascata del Tenes e raggiunge l’Eremo di Sant Martì, del X secolo e restaurato nel Duemila, che spicca al centro di una spianata.

E non finisce qui: alla fine del tour ci si può addentrare alla scoperta della Grotta Les Tosques (con obbligo di casco) dove dimorano i pipistrelli.

Saint Miquel del Fai

Sant Miquel del Fai

Categorie
itinerari culturali luoghi misteriosi Notizie Viaggi

Un viaggio di 150 chilometri fra arte, cultura e gusto

Il nostro Paese cela luoghi magnifici, dove la natura incontra il genio dell’uomo e dà vita a capolavori dalla bellezza unica. Nasce per questo la Costa del Mito, un lungo itinerario di ben 150 km che ci porta alla scoperta di piccoli borghi incantati, spiagge da sogno e splendide testimonianze di un’antichissima civiltà. In una delle cornici più affascinanti d’Italia, ovviamente.

Costa del Mito, la bellezza incontaminata della Sicilia

La Costa del Mito si snoda nel sud della Sicilia, tra le province di Agrigento, Trapani e Caltanissetta. Si tratta di un percorso costiero che racchiude alcune delle attrazioni più belle di questa regione, attraversando ben quattro aree archeologiche dove poter rivivere un passato che affonda le sue radici indietro nei secoli. Da Selinunte a Gela, l’itinerario offre un’esperienza unica che permette di unire il divertimento al relax, ma anche un viaggio culturale ed enogastronomico che conduce i turisti alla scoperta di un territorio dalle mille meraviglie.

Le tappe più belle della Costa del Mito

Ma quali sono le attrazioni più suggestive e affascinanti da visitare lungo la Costa del Mito? I suoi parchi archeologici sono senza alcun dubbio delle tappe imperdibili, con il loro vasto patrimonio storico e culturale che racchiude millenni di civiltà. L’antichissima città di Selinunte offre ben 5 km di itinerari, per ammirare la sua acropoli e i templi che punteggiano le colline circostanti. Qui sono state rinvenute preziosissime sculture, che oggi riposano presso il Museo Archeologico di Palermo. Decisamente meno conosciuta (ma altrettanto affascinante) è invece Eraclea Minoa: il bellissimo Teatro Greco che si apre verso il mare azzurro è uno spettacolo davvero suggestivo, così come l’Antiquarium e i suoi pregiatissimi reperti.

E poi la meravigliosa Valle dei Templi, che fa da sfondo alla città di Agrigento. Questo è uno dei siti archeologici più grandi dell’intero Mediterraneo, e custodisce un inestimabile patrimonio architettonico del periodo ellenico, che attira milioni di turisti da ogni angolo del mondo. Infine, si arriva a Gela: la sua acropoli conserva splendide rovine, mentre le fortificazioni di Capo Soprano rappresentano l’esempio meglio conservato di architettura militare greca. Delle Mura Timoleontee sono ancora visitabili ben 400 metri, con bellissimi camminamenti di ronda e ciò che resta di un antico torrione di avvistamento.

I borghi e le spiagge della Costa del Mito

Ma la Costa del Mito non è solamente un itinerario per amanti dell’archeologia. Sono davvero tante le bellezze che i turisti possono ammirare, a partire da alcuni incantevoli borghi medievali tutti da scoprire. Come ad esempio Sambuca di Sicilia, con un centro storico dal fascino incredibile dove si susseguono piccole chiese e palazzi nobiliari. Il paesino è divenuto famoso persino all’estero, per la sua iniziativa delle Case a 1 euro, ben presto seguita da tantissime altre splendide località italiane. E ancora Sutera, graziosissimo borgo arrampicato sulle rocce da cui si gode un panorama incredibile.

Naturalmente, lungo la Costa del Mito c’è ampio spazio anche per il relax. Sono tantissime le spiagge meravigliose che si affacciano su questo splendido litorale, a partire da quelle della Foce del Fiume Platani: qui la natura è davvero incontaminata. E non possiamo proprio dimenticare il panorama mozzafiato della Scala dei Turchi, una delle perle siciliane per eccellenza. L’immagine di questa imponente falesia bianca che si tuffa nell’azzurro del mare è qualcosa di unico al mondo.

Categorie
arcobaleni Curiosità montagna Posti incredibili Viaggi

Come in un quadro: la montagna che ha rubato i colori all’arcobaleno

Sono tantissimi i viaggi che organizziamo ogni giorno e che ci portano alla scoperta dei luoghi più sensazionali del mondo. Eppure, proprio quando crediamo di aver visto tutto, ecco che le meraviglie del pianeta che abitiamo ci sorprendono ancora una volta con la loro grande bellezza, così immensa da sembrare finta o artificiale. E invece è reale, così come lo è splendida montagna Vinicunca che ha rubato i colori all’arcobaleno e di quella si è abbigliata.

Immaginate di avere davanti agli occhi una terra variopinta e surreale su quella poter camminare. È quello che accade quando si raggiunge la Montaña de Siete Colores, un massiccio montuoso situato a 5200 metri sul livello del mare e che appartiene alle Ande, che a guardarlo sembra essere una cartolina dipinta a mano dai migliori illustratori

Qui, numerosi viaggiatori provenienti da tutte le parti del mondo giungono ogni giorno dell’anno per ammirare quei colori, per lasciarsi incantare dal meraviglioso spettacolo messo in scena dalla natura che, come un pittore, ha dipinto le montagne con vigorose e intense pennellate.

Vinicunca

Vinicunca

La montagna delle meraviglie

Per ammirare con i nostri occhi questa meraviglia che appartiene al pianeta, dobbiamo recarci in Perù, al cospetto delle Ande. Nella regione di di Cusco, e più precisamente tra le province di Quispicanchi e Canchi, troviamo Vinicunca, anche conosciuta col nome di Montaña de Siete Colores.

Un caleidoscopio di colori si apre davanti allo sguardo di chi osserva. L’arancione, il blu, il viola, il rosso e il giallo si intrecciano al marrone e al rosa in maniera indissolubile tra i monti. E sembra quasi di poter camminare su un arcobaleno.

Vinicunca

Vinicunca

Vinicunca, l’arcobaleno sotto ai nostri piedi

Trovarsi al cospetto della montagna arcobaleno è un’esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita. A guardare questa meraviglia del mondo è facile lasciarsi trasportare dalle suggestioni che uno scenario così magico può provocare.

In realtà quello che si nasconde dietro ai colori che caratterizzano questa montagna delle Ande è stato ampiamente spiegato dalla scienza. Le striature che splendono sotto il sole non sono altro che il risultato dei diversi minerali che nel corso di milioni di anni si qui sono depositati e poi sovrapposti.

Ossido di ferro, manganese, zolfo, calcio, magnesio, rame ossidato e granito hanno creato questi sette colori che oggi rendono la montagna una delle più suggestive del mondo intero.

A rendere ancora più suggestiva la montagna arcobaleno è stato il fatto che questa, per molti secoli, è rimasta nascosta sotto uno spesso strato di ghiaccio, come se fosse un tesoro a proteggere. Una volta che questo si è sciolto però ha mostrato al mondo intero uno scenario meraviglioso, inedito e sensazionale.

Oggi Vinicunca è diventato un luogo da esplorare e da scoprire, per perdersi e immergersi nelle meraviglie del nostro mondo. Tuttavia, l’esplorazione della montagne delle Ande prevede può risultare abbastanza impegnativa, meglio quindi se ci si avvale della presenza di guide esperte.

Lungo il tragitto di quella valle incantata, è possibile incontrare gli animali che popolano l’altopiano da secoli, tra i quali il vicuña e l’alpaca, e i villaggi delle comunità locali.

Vinicunca

Categorie
attrazioni turistiche italiane e internazionali Notizie parchi divertimenti Vacanze Con Bambini Viaggi

La prima attrazione al mondo a tema Jumanji inaugurata oggi a Gardaland

Gardaland continua a investire nel divertimento e si rinnova, anno dopo anno, per offrire ai visitatori esperienze ed emozioni uniche e sorprendenti, capaci di stupire un pubblico di tutte le età.

Da oggi il Parco Divertimenti si arricchisce con la prima e unica attrazione al mondo a tema Jumanji, ispirata alla celebre serie cinematografica di Sony Pictures.

Aldo Maria Vigevani, Amministratore Delegato di Gardaland, ha commentato in occasione dell’inaugurazione appena avvenuta: “L’attrazione è frutto di un accordo internazionale siglato da Sony Pictures Entertainment e Merlin Entertainments, gruppo di cui Gardaland fa parte, per la realizzazione in Europa e nel Nord America di attrazioni, camere d’hotel e negozi ispirati al mondo della serie cinematografica Jumanji. In Italia, a Gardaland, è quindi già fruibile la prima realizzazione di questo importante progetto, segno dell’importanza della nostra realtà a livello internazionale”.

Jumanji® The Adventure, per gli avventurieri di ogni età

Gardaland Jumanji The Adventure

Gardaland Jumanji The Adventure

La nuova attrazione, disponibile da oggi nel cuore del Parco e accolta con colorati fuochi d’artificio e il simbolico “taglio della liana”, è una dark ride adatta agli avventurieri di ogni età: adolescenti, famiglie con bambini, giovani adulti, tutti rimarranno affascinati dalla sua storia coinvolgente.

Dopo aver ammirato l’imponente facciata dell’attrazione su cui troneggia un gigantesco ippopotamo, i visitatori varcano la soglia e si ritrovano ad attraversare un misterioso tempio egizio dove si imbattono dapprima in una scrivania che funge da porta di accesso al mondo di Jumanji e, successivamente, in un altrettanto misterioso bazar che ospita i Magic Mirrors: qui ognuno potrà specchiarsi per vedere, oltre il proprio riflesso, l’immagine dell’avatar di gioco.

Dal bazar ha inizio il viaggio ricco di adrenalina attraverso 12 scenografiche ambientazioni a bordo di speciali vetture a forma di fuoristrada, il celebre mezzo 4×4 del film riprodotto nei minimi dettagli.

Ogni veicolo multi-motion compie un movimento lineare lungo il binario e reagisce agli ostacoli, ai pericoli e agli effetti audio e video che incontra ruotando su sé stesso e oscillando, tanto che sembra di trovarsi davvero su un autentico fuoristrada.

L’esperienza, immersiva ed entusiasmante, lungo il percorso mette di fronte a ostacoli di ogni tipo, come ad esempio il temibile Gigante di Pietra pronto a bloccare gli avventurieri ed enormi ragni che, all’improvviso, calano dall’alto.

Ma non finisce certo qui.

Ben 7 schermi, tutti adatti a maxi proiezioni, donano agli ospiti l’emozione della giungla di Jumanji e li rendono protagonisti di questa fantastica ambientazione: due degli schermi (“pepper’s ghost screens”) sono realizzati con una speciale tempera in grado di far risaltare le immagini e ricreare illusioni olografiche, mentre altri due vantano 15 metri di ampiezza per 5 metri di altezza.

L’innovativo percorso, unico nel suo genere, si conclude con l’esclusivo shop, il primo a tema Jumanji, dove gli ospiti potranno portare a casa un ricordo della loro avventura: cappellini, peluche, tazze, borracce e anche veri kit di sopravvivenza con penne tattiche, bussole e torce.

Gardaland continua a investire nel divertimento

La prima attrazione al mondo tematizzata Jumanji rende Gardaland un’autentica destinazione turistica internazionale.

Inoltre, il Parco mette a disposizione 4 camere al Gardaland Hotel interamente tematizzate Jumanji per rendere l’esperienza ancora più completa.

Negli ultimi tre anni Gardaland, nonostante la difficile situazione, ha continuato a investire arrivando ad oltre 41 milioni di euro tra l’apertura di LEGOLAND Water Park, la predisposizione di un Protocollo di Sicurezza Covid e, quest’anno, la costruzione di Jumanji The Adventure” ha commentato il dott. Vigevani “Questo è stato reso possibile anche grazie all’appartenenza del Parco ad un gruppo internazionale importante come Merlin Entertainments, secondo polo al mondo del divertimento, che crede fortemente in questo settore e riconosce l’importanza di Gardaland Resort, terza realtà per dimensioni di business del gruppo”.

Gardaland Jumanji The Adventure

Gardaland Jumanji The Adventure

Categorie
giardini Notizie vacanze romantiche Viaggi

Il giardino vista lago è in fiore: è il più romantico d’Italia

Sono cinquantamila i tulipani in fiore sul giardino che si affaccia su uno dei laghi più suggestivi e frequentati del BelPaese. Ci troviamo a Bardolino, sulle rive del Lago di Garda, ad ammirare la grande bellezza del risveglio di Madre Natura davanti a un tripudio di colori cangianti e profumi inebrianti che si librano in tutto il paese.

Come un palcoscenico sul quale va in scena lo spettacolo più bello di sempre, così è il paese in fiore. A dirigere lo show, però, c’è solo la natura che con la sua rinascita lascia spazio a visioni memorabili che incantano i cittadini e i viaggiatori di tutto il mondo.

È proprio sulla riva del Lago di Garda che si snoda la grande bellezza: decine di varietà di tulipani, da quelle più comuni a quelle più rare e pregiate, sbocciano davanti agli occhi di chi guarda, colorando quello che è stato riconosciuto come il Comune Fiorito più bello d’Italia.

Tulipanomania, Bardolino

Tulipanomania, Bardolino

La magia dei tulipani in Italia: il giardino romantico sul Lago di Garda

Quando pensiamo alla primavera non possiamo fare a meno di immaginare quei campi sterminati di tulipani che si perdono all’orizzonte e che ci spingono ogni anno a raggiungere l’Olanda e i suoi prati in fiore.

Eppure anche l’Italia ha sui campi di tulipani e sono bellissimi. Si tratta di giardini e parchi che si snodano nel Paese, tra sole, mare e paesaggi lussureggianti, colorando tutto ciò che c’è intorno. Ed è quello che sta succedendo proprio adesso sulla sponda orientale del Lago di Garda.

Grazie al progetto Tulipanomania, avviato da qualche anno in collaborazione con il Parco Giardino Sigurtà e il suo proprietario, Giuseppe Sigurtà, la grande bellezza del risveglio della natura è stata messa a disposizione dei cittadini e di tutti i vacanzieri che arrivano a Bardolino.

Sulle rive del lago, infatti, è possibile ammirare i tulipani in fiore, disposti sapientemente in un’architettura naturale pensata da Giuseppe Sigurtà che ha creato uno dei giardini più romantici con vista di tutto il BelPaese.

È soprattutto grazie a questo progetto che nel 2019 Bardolino ha conquistato il primato come Comune Fiorito più Bello d’Italia. E a guardarlo oggi non possiamo che concordare con il riconoscimento.

Tulipanomania, Bardolino

Tulipanomania, Bardolino

Come e quando ammirare la Tulipanomania

La primavera, si sa, è il periodo perfetto per organizzare viaggi all’insegna della bellezza assoluta che appartiene a Madre Natura. Ma per contemplarla non abbiamo bisogno di andare dall’altra parte del globo.

La Tulipanomania del Parco Giardino Sigurtà, infatti, ci permette di assistere a una delle fioriture più sorprendenti del nostro Paese: migliaia di tulipani sbocciano e insieme a loro anche giacinti, muscari e narcisi. Un vero e proprio evento floreale, questo, che celebra la primavera e la rinascita della natura, e che attira migliaia di visitatori pronti a osservare lo spettacolo e immortalarlo in istantanee di grande bellezza.

Giallo, rosso, bianco, rosa, arancio e fucsia, questi sono solo alcuni dei colori che tingono il lungolago di Bardolino, da Punta Cornicello a Punta Mirabello, passando per il Lungolago Preite e quello di Cisano.

L’appuntamento, con questo caleidoscopio di colori, è al Parco Giardino Sigurtà tra fine marzo e aprile. È questo il momento in cui i tulipani sbocciano in tutta la loro bellezza ed è magia.

Tulipanomania, Bardolino

Tulipanomania, Bardolino

Categorie
cicloturismo Notizie Viaggi

Il Giro del Vino 50, in bicicletta tra borghi e vigneti

A nord di Trento, nella verde Valle plasmata dall’Adige e dai suoi affluenti e abbracciata da una cornice di vette che la riparano dalle correnti più fredde, si svela la Piana Rotaliana Königsberg, un territorio unico e vocato alla produzione di grappe e vini pregiati.

“Il più bel giardino d’Europa”, come lo definì Goethe nel suo Viaggio in Italia, vanta infatti un particolare microclima che permette la coltivazione di un vitigno autoctono da cui nasce un vino rosso dalla forte personalità e dal carattere inconfondibile: il Teroldego Rotaliano D.O.C. elegante, corposo e profondamente legato al territorio.
Si tratta della prima D.O.C riconosciuta in Trentino, le cui origini affondano nella notte dei tempi, l’Oro del Tirolo, evocativo di leggende.

Per andare alla scoperta di questa meraviglia tra Bolzano e Trento, è nato il progetto “Giro del Vino 50“, un suggestivo e appassionante percorso ad anello di 50 chilometri da percorrere in bicicletta al cospetto di borghi, masi, dolci colline, fiumi, vigneti, panorami mozzafiato godendo i profumi e i sapori dell’enogastronomia trentina.

Il Giro del Vino 50, i luoghi più belli della Piana Rotaliana

mezzolombardo

Veduta di Mezzolombardo

Ideale per gli appassionati di cicloturismo, il Giro del Vino 50 conduce alla scoperta di tutti e 6 i borghi della zona sconfinando anche verso Giovo in Valle di Cembra e verso Salorno a nord, in Alto Adige.

È un percorso ad anello che dà la possibilità di iniziare il tour in qualsiasi punto ed è adatto a tutti non essendo particolarmente impegnativo.
Gli itinerari sono due: quello a nord, pianeggiante, e quello a sud, con un dislivello maggiore e alcune salite ma, proprio per questo, più panoramico.

In sella alla bici, lo sguardo incontra paesaggi di rara bellezza, punteggiati da perle architettoniche e numerose aziende vitivinicole, dalle cantine sociali alle piccole realtà a conduzione familiare, da visitare per conoscere da vicino la produzione e degustare le eccellenze locali.

Crocevia di culture nel passato, la Piana propone una fusione tra enogastronomia e cultura ed è disegnata da ripide pareti rocciose che abbracciano vigne assolate, campi coltivati, dolci colline digradanti verso valle, chiese e palazzi nobiliari: è perfetta per un turismo lento, a stretto contatto con i luoghi e le loro tipicità.

I borghi che si incontrano conservano tracce del tempo che fu e si raccolgono attorno al loro fiume, l’Adige, che attraversa la valle da nord a sud: Lavis, dagli scorci che non si dimenticano, Mezzolombardo, centro enologico ai piedi del Monte Fausior, San Michele all’Adige, nato il 1 gennaio 2020, Mezzocorona, dalla pregiata produzione vitivinicola, Rovere della Luna, centro vinicolo, artigianale e industriale, e Terre d’Adige, nato dalla fusione di Nave San Rocco e Zambana.

In bici tra bellezza e gusto: informazioni sul tour

Per apprezzare al meglio l’affascinante percorso ad anello, il consiglio è quello di percorrerlo in senso antiorario: la segnaletica stradale direzionale è pensata in tal senso e, oltre alla posizione delle tappe sul territorio, fornisce informazioni dettagliate sulla natura del suolo e sui pregiati vini che vengono prodotti.

Sconsigliate sono le bici da strada a causa di alcuni tratti in ghiaia mentre le bici più adatte per il Giro del Vino 50 sono le Gravel, le bici da trekking con gomme di almeno 32 mm, e le e-bike, sia MTB che da turismo.

Infine, ecco come raggiungerlo: dalla ciclabile della Valle dell’Adige oppure comodamente in treno dalla stazione ferroviaria di Trento che dista pochi chilometri, dalle stazioni di Lavis e Mezzocorona e da tutte le borgate della zona che sono servite dalla ferrovia locale Trento-Malè.

bike trentino

In bici tra i vigneti

Categorie
Caraibi mete storiche Posti incredibili Tulum Viaggi

Tulum: vivere come Pablo Escobar (o quasi)

Incastonata tra la giungla e il mare caraibico, la residenza del re colombiano della droga è stata trasformata in un hotel. Non una struttura ricettiva qualsiasi, ma una delle più lussuose, suggestive e affascinanti di tutto il Messico. Una vera oasi di meraviglie che affaccia direttamente sulle spiagge paradisiache di Quintana Roo, nello Yucatán, a pochissima distanza dalla lussureggiante riserva naturale dello Sian Ka’an Biosphere Reserve.

E chissà com’era quando ci abitava lui, Pablo Escobar, che aveva acquistato una delle ville più esclusive dello stato del Messico situata in una posizione privilegiata.

Lasciata in stato di abbandono per molti anni, dopo la sua morte del 1993, è stato il gallerista newyorkese Lio Malca a portarla in auge. Ma non ha solo ripristinato l’antica residenza di Pablo Escobar, lui l’ha trasformata in un art-hotel di lusso all’interno del quale è possibile vivere un’esperienza unica all’insegna di arte, natura e bellezza.

Casa Malca

Casa Malca

Casa Malca: l’hotel più bello del mondo

Cosa hanno in comune Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Pablo Escobar? Le opere di due degli esponenti maggiori dell’arte contemporanea sono esposte proprio in quella che fu la residenza del signore colombiano della droga. Tutto merito di Lio Malca, che ha scelto di trasformare quella villa di Tulum, in un art-hotel, arredandolo con oggetti e quadri appartenenti alla sua collezione privata.

Ecco che si può dormire tra le sculture di Kaws, passeggiare tra i corridoi rivestiti con la carta da parati disegnata da Keith Haring e mangiare e bere con la vista sulle opere di Basquiat e Vik Muniz che completano gli ambienti sfarzosi e lussuosi delle suites e degli ambienti comuni.

Straordinario dentro, incantato fuori. Casa Malca, infatti, è posizionato in una posizione strategica che permette di ammirare tutte le meraviglie di Tulum. Basta raggiungere la terrazza panoramica per osservare la giungla da una parte e il mare caraibico dall’altra per restare senza fiato.

Casa Malca

Casa Malca

L’esperienza straordinaria nella villa di Pablo Escobar

Correva l’anno 2014 quando, l’inaugurazione di Casa Malca, attirò l’interesse della stampa e dei viaggiatori. A quei tempi, il gallerista Lio Malca, aveva creato un hotel con sole otto camere. Ma l’entusiasmo crescente diede la spinta per ampliare la struttura arrivando a contare oggi 71 suites costruite sulla spiaggia tre ristoranti, due bar, una sauna e due piscine, una interna e una esterna. Non manca, ovviamente, la suggestiva terrazza panoramica.

L’esperienza che si vive all’interno dell’ex villa di Pablo Escobar è unica e straordinaria, così la descrivono tutti i viaggiatori che qui hanno trascorso le loro vacanze da sogno. Dai party sulla spiaggia fino all’alba, passando per i servizi disponibili a ora del giorno e della notte circondati da un’atmosfera opulenta e sfarzosa che nessuno vuole lasciare mai.

Quello a Tulum è davvero un art-hotel dei sogni, un luogo da mille e una notte dotato di moderni confort e arredi esclusivi. E sembra quasi di immaginarla la quotidianità del re della droga in questa villa, che possiamo replicare anche noi soggiornando qui, nei limiti della legalità s’intende.

Ma quanto costa vivere così? Circa mille euro a notte, ma a guardare le fotografie e le recensioni dei viaggiatori possiamo dire che ne vale assolutamente la pena.

Casa Malca

Casa Malca

Categorie
funivie Notizie Viaggi

Sospesi nel vuoto per 5 minuti: raggiungere il Dalai Lama con la funivia

Immersa nella verdeggiante valle di Kangra e adagiata alla catena montuosa del Dhauladhar, troviamo la cittadina indiana di Dharamshala, capoluogo del distretto di Kangra, nonché luogo intriso di fascino e spiritualità. Circondato da fitte conifere e da sconfinate piantagioni di tè che si perdono all’orizzonte, questo territorio è una delle mete di pellegrinaggio più celebri di tutto il mondo.

È qui infatti, nel luogo simbolo della storia del Tibet e del subcontinente indiano, che migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo si riuniscono. Non lo fanno solo per lasciarsi meravigliare dal territorio e dalle sue storie, ma soprattutto per raggiungere la parte alta della città, lì dove è situata la dimora del Dalai Lama.

La piccola cittadina, abitata da circa 20.000, persone è divisa in due aree situate a circa 9 km l’una dall’altra, ma con un dislivello di oltre 1000. Dalla parte bassa della città è possibile raggiungere quella alta per visitare il Tsuglagkhang. Ma se prima pellegrini, monaci e cittadini, si trovavano ad affrontare ore di viaggi in automobile o in autobus, adesso potranno arrivare in soli 5 minuti grazie alla nuova funivia Dharamshala Skyway.

Raggiungere il complesso Tsuglagkhang in 5 minuti

La località montana del distretto di Kangra è una popolare attrazione per viaggiatori e pellegrini, un luogo mistico e spirituale impregnato dal buddhismo tibetano, di cui il Dalai Lama ne è capo e maestro. Ed è proprio da lui, e in quella che è la sua residenza dal 1959, situata nella parte alta della città, che migliaia di turisti si recano ogni giorno.

Partendo dall’Upper Dharamsala, fino a poco tempo fa, occorreva attraversare una strada tortuosa che, seppur di breve lunghezza, trasformava i viaggi in interminabili ore di code e traffico, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza turistica.

Non solo traffico, ma anche inquinamento che andava a discapito dell’ambiente e della cittadina. Proprio a partire da queste consapevolezze, l’amministrazione locale ha scelto di creare un nuovo mezzo di trasporto. Una funivia ai piedi dell’Himalaya che conduce alla residenza del Dalai Lama in soli 5 minuti.

Dharamshala Skyway: la funivia che conduce al Dalai Lama

Dharamshala Skyway, questo è il nome dell’impianto a fune, è stata realizzata dall’azienda altoatesina Leitner del gruppo HTI con l’obiettivo di consentire a monaci, turisti e residenti di raggiungere i più importanti luoghi di culto del buddismo tibetano.

Dotata di 24 cabine da 8 posti l’una, Dharamshala Skyway potrà trasportare fino a 1.000 persone all’ora lungo un percorso di 1.775 metri in soli 5 minuti, godendo anche di un panorama straordinario su tutto il territorio.

Situata in una posizione strategica, la stazione a valle si trova nelle immediate vicinanze del terminal degli autobus mentre quella a monte a soli 300 metri dalla residenza del Dalai Lama.

Sospesi del vuoto a oltre 1000 metri d’altezza, ma solo per 5 minuti, pellegrini, visitatori, viaggiatori, ma anche cittadini, potranno raggiungere in maniera agevole l’intero complesso Tsuglagkhang, che comprende il Photang (residenza del Dalai Lama), il Museo del Tibet, il Tempio di Tsuglagkhang e il Tempio Namgyal, per entrare in contatto con una cultura lontana dalla nostra, per vivere un’esperienza indelebile e suggestiva.

Dharamshala Skyway

Dharamshala Skyway, la funivia che conduce al Dalai Lama

Categorie
Notizie Viaggi

Per secoli abbiamo chiamato questo luogo col nome sbagliato

Ci sono luoghi meravigliosi, che emanano un fascino unico: solitamente sono quelli che maggiormente affondano le radici indietro nei secoli, e che ci parlano di civiltà ormai perdute. Ma c’è un particolare sito archeologico che spicca tra i più ammirati al mondo, di cui oggi emerge un dettaglio del tutto nuovo. Forse, infatti, lo abbiamo sempre chiamato con il nome sbagliato.

Machu Picchu: e se il suo vero nome fosse un altro?

Nel cuore del Perù, tra una natura incontaminata, ci sono splendide testimonianze dell’antichissima civiltà Inca. Una delle più suggestive è da sempre Machu Picchu, un famoso sito archeologico: elencato tra i Patrimoni Mondiali dell’UNESCO e considerato una delle sette meraviglie del mondo moderno, è un luogo ricco di fascino incredibile, tra i più visitati di tutti i tempi. Una nuova ricerca, condotta dall’archeologo Brian Bauer (dell’Università dell’Illinois) e dello storico Donato Amado Gonzales, ha portato alla luce quello che potrebbe essere uno dei più madornali errori di sempre.

Stando ad un articolo pubblicato sulla rivista Nawpa Pacha: Journal of Andean Archaeology, abbiamo sempre sbagliato il suo nome. Ebbene sì, Machu Picchu si chiamerebbe in realtà in modo diverso. Per capire da dove sia nato questo errore, dobbiamo tornare indietro nel tempo: si ritiene che questa antichissima città venne fondata attorno al 1420 dall’imperatore Inca Pachacútec, e che rimase abitata solamente fino al momento della conquista spagnola. In quel frangente, venne abbandonata e rimase un segreto celato tra le Ande, riemerso solo dopo più di tre secoli di vane ricerche e di leggende che fiorirono sul suo conto.

Quando, nel 1911, l’esploratore Hiram Bingham riuscì finalmente ad individuare la posizione della misteriosa città perduta, le diede il nome di Machu Picchu, sulla base delle informazioni che gli diede la sua guida. Ma gli ampi studi condotti da Bauer e Gonzales, soprattutto su antichi atlanti e mappe risalenti ai secoli scorsi, hanno portato ad una conclusione ben diversa: remote testimonianze rivelano infatti che il sito archeologico si chiamerebbe con un altro nome, e più precisamente Huayna Picchu.

Il vero nome di Machu Picchu

Perché si è venuta a creare questa confusione sul nome dell’antica città Inca? Machu Picchu, nella lingua indigena quechua, significa “vecchia montagna”: a quanto pare, farebbe riferimento all’imponente vetta che si erge a pochi passi dalle splendide rovine. Essendo la cima più elevata, è quella che maggiormente spicca nel panorama – ed è anche la più facilmente riconoscibile. Huayna Picchu significa invece “montagna giovane”, e sarebbe la vetta più vicina alla città Inca. È possibile che il lungo periodo di abbandono – e di relativo silenzio sulla sua esistenza – abbia generato dubbi sul suo vero nome.

Senza contare, poi, che gli archeologi stranieri coinvolti nella ricerca e nello studio di questo importante sito potrebbero non aver tenuto in grande considerazione l’importanza di individuare il suo vero nome, compito reso ancora più difficile dall’ostico linguaggio utilizzato dalle antiche popolazioni indigene. A prescindere dal motivo per cui Machu Picchu potrebbe aver portato per tutto questo tempo un nome sbagliato, è probabile che ormai non gli venga più cambiato. D’altronde, in tutto il mondo è già conosciuto così, ed è come Machu Picchu che è presente in migliaia di documenti, atlanti e libri in qualsiasi lingua.

Categorie
Australia Notizie Oceania Viaggi

È tempo di tornare in Australia, ora è anche più veloce

È stato tra gli ultimi Paesi a riaprire le frontiere ai turisti internazionali e non vedevamo l’ora. Finalmente l’Australia ha anche deciso di allentare le misure e, dal 17 aprile, ai viaggiatori che hanno completato il ciclo vaccinale, non sarà più richiesto neppure il tampone negativo prima della partenza. Non c’è quindi più nulla che ci trattenga dal partire per uno dei viaggi più belli che si possano fare.

Nuovi voli diretti dall’Italia

Come se non bastasse, partiranno anche nuovi voli diretti dall’Italia verso l’Australia, senza dover fare alcuno stop-over né tantomeno una notte di sosta in attesa della connection. A giungo, dopo 18 anni d’assenza, decollerà il primo volo della compagnia di bandiera australiana Qantas da Roma diretto a Perth, porta d’ingresso al continente australiano.

In 15 ore – che passerete tra film pasti e pisolini – arriverete in una delle mete dei sogni di molti. La diversità dei luoghi e delle esperienze che si possono fare rendono l’Australia una delle destinazioni più desiderabili del pianeta.

Perth, porta d’ingresso dell’Australia

Perth non ha nulla da invidiare né a Sydney e neppure a Melbourne. È una città unica nel suo genere, che più di tutte incarna al meglio le molteplici sfaccettature del continente australiano: qui i grattacieli ultramoderni e la frenesia delle grandi città si fondono alla perfezione con gli immensi spazi verdi e le maestose spiagge dalla sabbia dorata.

Perth gode di una posizione molto suggestiva, che fa sì che valga davvero la pena di visitare questo piccolo tesoro nascosto nel cuore dell’Australia. È adagiata su una lingua di terra che s’affaccia sul corso sinuoso dello Swan River, il fiume cittadino che attraversa tutta la metropoli. Il centro cittadino è piuttosto raccolto e ben curato, ed è possibile visitarlo interamente a piedi. Il modo migliore per esplorare la città, d’altronde, è addentrarsi tra i vicoli variopinti, dove le linee moderne e sofisticate dei grattacieli si alternando a deliziosi quartieri in stile vittoriano, tra bar, locali, parchi e negozi. In alternativa, poiché il centro fa parte della Free Transit Zone, si può viaggiare gratuitamente in autobus (qui trovate un articolo approfondito su cosa vedere a Perth).

Il selvaggio Western Australia

Da Perth si apre un intero continente, che inizia nel Western Australia che da solo merita un viaggio – occupa la metà occidentale dell’Australia – e regala esperienze uniche. Qui sono i colori i veri protagonisti. Il verde intenso del mare della Coral Coast e il bianco abbagliante delle spiagge – a Esperance c’è Lucky Bay, nel South West, la spiaggia più bianca di tutta l’Australia – si scontrano con l’oro del Golden Outback e il rosso del deserto del North West. Incredibili formazioni disegnate da Madre Natura lasciano i visitatori a bocca aperta.

lucky-bay-esperance-australia

Lucky Bay, la spiaggia più bianca dell’Australia

Il deserto australiano

Come il Pinnacles Desert, una distesa desertica lungo la Coral Coast e all’interno del Namburg National Park a circa 250 chilometri da Perth, caratterizzata da migliaia di formazioni rocciose di diverse forme e altezze, alcune arrivano fino a cinque metri.

Chi cerca il deserto di sabbia rossa lo trova senza andare ad Ayers Rock – la roccia simbolo dell’Australia – tra il Kimberley e Pilbara, un paesaggio antico che copre centinaia di migliaia di chilometri quadrati, una delle terre selvagge più affascinanti del mondo nonché una delle ultime frontiere incontaminate di landa selvaggia del nostro pianeta.

Qui, non manca la fauna selvatica che ci si aspetta di trovare in questo continente sperduto in capo al mondo. Ci sono canyon maestosi, sorgenti dalle acque cristalline e ideali per una fresca nuotata e il più grande percorso per fuoristrada d’Australia e numerosi sono i ranch dove poter soggiornare.

Pinnacles-Desert-australia

Il Pinnacles Desert nel Western Australia

Acqua rigogliosa

Tra i luoghi più spettacolari ci sono le Horizontal Fall, cascate orizzontali, visibili dalla barca navigando e tra due gole e sull’acqua che forma delle rapide. E le King George Falls, le cascate gemelle più alte del Western Australia che si trovano in mezzo al North Kimberley Marine Park, raggiungibili sono in barca o in aereo. Acqua e roccia, un paesaggio quasi primordiale, quello che si trova in questa parte di Australia.

Rocce primordiali

Le Bungle Bungles sono delle particolari rocce che ricordano degli alveari, formatesi oltre 350milioni di anni fa, situate nel Purnululu National Park. Il Kimberley è ricco di attrazioni naturali e, al largo della costa di Broome, c’è un altro tipo di roccia unica con impronte fossili, formata dai dinosauri oltre 120milioni di anni fa.

Mentre la Wave Rock, una roccia naturale a forma di un’alta onda oceanica alta 15 metri e lunga 110 che forma il fianco di una collina solitaria conosciuta come “Hyden Rock”, a circa 300 km da Perth.

wave-rock-australia

Wave Rock, la roccia a forma di onda in Australia