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La cascata che si getta nel mare è tra i segreti più belli d’Italia

L’Italia è un luogo meraviglioso che affascina e sorprende da tempi immemori viaggiatori e persone provenienti da ogni parte del mondo. Lo fa con il suo immenso patrimonio storico, culturale e naturalistico, con la sua bellissima a costa, bagnata dal Mediterraneo e illuminata dal sole, con le città, quelle grandi che conservano i resti di un passato che non si può dimenticare, con le metropoli e poi, ancora, con i borghi e le isole.

Le cose da fare e da vedere nel nostro Paese sono tantissime, e anche quando crediamo di aver visto tutto, in realtà, lui torna a sorprenderci e a incantarci con i suoi segreti. E oggi è proprio di una bellezza nostrana che vogliamo parlarvi, di un luogo nascosto e affascinante, e ancora poco conosciuto dai turisti, dove la natura ha creato uno dei suoi più grandiosi capolavori. Si tratta di una cascata che si getta nel mare e che regala una delle visioni più belle del mondo.

Un segreto custodito in terra sarda

Per scoprire questo luogo ancora poco conosciuto, ma estremamente affascinante, dobbiamo recarci in Sardegna, la meravigliosa isola italiana che è diventata meta imprescindibile di viaggiatori e turisti che giungono nello Stivale ogni giorno. Proprio qui, tra spiagge di sabbia bianca che si alternano a coste selvagge e a un entroterra aspro e frastagliato, si apre una visione da sogno: una cascata bianca che si getta dentro il mare.

Per ammirare questo paesaggio così inedito e incredibile dobbiamo recarci a Cuglieri, in provincia di Oristano, proprio dove si estende la regione storica del Montiferru che prende il nome dal massiccio di origine vulcanica che caratterizza l’intero territorio. Tra altipiani verdeggianti, boschi lussureggianti e fiumi, appare all’improvviso un corso d’acqua che attraversa la terra e che si lancia nel vuoto fino a fondersi col mare.

Si tratta della cascata di Cabu Nieddu, che nasce dall’incontro di un corso d’acqua, il rio Salighes, e la costa. Il fiume, infatti, attraversa il magnifico scenario del Montiferru fino ad arrivare all’altopiano di Campeda. La sua corsa finisce proprio sulla scogliera dalla quale si getta a picco creando uno scenario unico al mondo. Il più bello della Sardegna e dell’Italia intera.

La cascata che si getta nel mare: una visione mozzafiato

È uno scenario unico, affascinante e straordinario, quello che si apre davanti agli avventurieri che giungono fin qui, e che non si può descrivere ma solo vivere. Quello messo in scena dalla natura, in questa zona della Sardegna, è uno spettacolo incredibile e raro. Sono poche, infatti, le cascate che si gettano nel mare, in Italia e nel resto del mondo. Eppure Cabu Nieddu lo fa, regalando ai cittadini e ai viaggiatori uno show di immensa bellezza.

La cascata, situata tra la baia de s’Archittu e la marina di Tresnuraghes, compie un salto di circa quaranta metri, potente e selvaggio, fino a fondersi con le acque che bagnano il territorio, creando un paesaggio idilliaco.

Il periodo migliore per godersi lo spettacolo è quello che va tra i mesi di novembre e marzo. Le piogge invernali, infatti, riempiono il corso d’acqua regalando così una caduta abbondante, maestosa e impressionante.

È possibile ammirare la cascata di Cabu Nieddu dal mare, navigando la costa in barca, oppure optare per una delle tante escursioni via terra che permettono di raggiungere i punti più strategici per l’osservazione.

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Hai mai provato ad attraversare questa piazza “bendato”? Dicono che è impossibile

Ogni città ha una storia fatta di misteri, avvenimenti oscuri e inspiegabili in cui i protagonisti sono persone di spicco o che hanno avuto un ruolo importante nel contesto urbano. Questi personaggi sono spesso al centro di leggende e racconti popolari che gettano un ulteriore velo di mistero sulla città. Tra quelle che hanno un fascino indiscutibile Napoli non poteva essere da meno. Uno dei luoghi simbolo del capoluogo campano è Piazza del Plebiscito. Oltre ad essere un luogo in cui la bellezza artistica si sposa alla perfezione con l’imponenza architettonica è al centro di una leggenda che ha come protagonista la Regina Margherita e le persone che tentano di attraversare la piazza bendati.

La maledizione della Regina Margherita

Maestosa e affascinante: queste sono le prime cose che vengono in mente quando si arriva a Piazza del Plebiscito. Con i suoi 2500 metri quadrati trasmette al turista un senso di imponenza confermato dalla bellezza delle sue opere. Tra queste spiccano le due statue equestri al centro della piazza realizzate da Antonio Canova, raffiguranti Carlo III di Borbone e suo figlio, Ferdinando I delle due Sicilie.

Le statue di Piazza del Plebiscito

Fonte: 123RF

Le statue equestri di Piazza del Plebiscito

Queste statue sono le protagoniste della leggenda. Si narra infatti che chiunque cerchi di attraversare bendato la piazza partendo dall’entrata di Palazzo Reale, non riuscirà mai ad arrivare al lato opposto e a passare tra le due statue. Il motivo? Secondo un mito, tutto è legato a una maledizione della Regina Margherita. La sovrana, infatti una volta al mese concedeva la libertà a quei prigionieri che riuscivano in questa impresa. Facile a dirsi, ma non a farsi, infatti nessuno ci è mai riuscito proprio perché sembra che la regina avesse lanciato una maledizione.

Una spiegazione scientifica dietro la leggenda

Una leggenda è sempre una leggenda e credere che la regina abbia potuto scagliare una maledizione è affascinante, ma in realtà c’è un motivo se nessuno riesce a passare in mezzo alle due statue equestri. La piazza è molto ampia e priva di punti di riferimento che portano chi l’attraversa a confondersi facilmente. A questo bisogna aggiungere la sua conformazione particolare e una leggera pendenza che impedisce di seguire una traiettoria dritta e quindi a deviare a destra o a sinistra. In questo modo immancabilmente non si riesce a passare tra le due statue.

Palazzo Regio a Napoli

Fonte: 123RF

La facciata del Palazzo Regio a Piazza del Plebiscito

Questa non è l’unica leggenda legata alla piazza, ci sono molte storie e aneddoti che rendono Piazza del Plebiscito ancora più intrigante e amata dai turisti e dagli abitanti del capoluogo campano. Sulla facciata del Palazzo Reale all’interno delle nicchie ci sono 8 statue che raffigurano i sovrani del Regno di Napoli, ma l’attenzione deve essere rivolta alle ultime quattro. La posizione in cui sono stati ritratti ha spinto a creare una simpatica storiella su di loro. Si dice che Carlo V D’Asburgo con l’indice verso il basso abbia indicato una pozza d’acqua esclamando “Chi ha fatto pipì per terra?”. Carlo III avrebbe risposto: “Io non ne so niente”, mentre Gioacchino Murat puntando la mano al petto si sarebbe accusato dicendo: “Sono stato io e allora?”. A questo punto Vittorio Emanuele II avrebbe cercato di risolvere il problema sguainando la spada e minacciando di evirarlo.
È innegabile che le storie e le leggende legate ai luoghi siano sempre piene di fascino, ma Piazza del Plebiscito ha il merito di conquistare i visitatori anche e soprattutto per la sua bellezza senza pari.

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I luoghi che aprono per la prima volta per le Giornate del FAI di primavera

La trentunesima edizione delle Giornate FAI primavera vede 750 tra Beni FAI e, per la prima volta, tantissimi siti privati aperti eccezionalmente per l’occasione in 400 luoghi d’Italia. Questo evento che vede ogni anno migliaia di persone visitare luoghi inediti, non è più soltanto un evento tdel Fondo Ambiente Italiano, ma è al cento per cento italiano, in quanto consente di entrare in palazzi, ville, chiuese, musei, fabbriche parchi e oasi mai visti prima dal grande pubblico.

Quest’anno sono tantissimi i luoghi che aprono per la prima volta per le Giornate del FAI di primavera che cadono il 25 e 26 marzo.

Ci sono splendidi palazzi che ospitano le Ambasciate straniere in Italia, edifici statali e comunali, tribunali, edifici militari, banche, e poi teatri, istituti scolastici, osservstori astronomici, fabbriche e cantieri nautici. Non mancano ovviamente musei, chiese, conventi, templi, castelli, dimore patrizie e interi borghi. E tanti anche i luoghi naturali all’aperto tra oasi e giardini.

I luoghi inediti da visitare

Tra i luoghi che aprono in via del tutto eccezionale per questa occasione c’è per esempio Villa Bonaparte a Roma che ospita l’Ambasciata francese, uno dei più celebri “luoghi segreti” della Capitale. Quando le truppe del Regno d’Italia aprirono la “Breccia di Porta Pia”, il 20 settembre 1870, entrarono a Roma proprio attraverso il giardino di Villa Bonaparte. Qui visse anche Paolina Borghese sorella di Napoleone Bonaparte.

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Fonte: @Giovanni Formosa – FAI

L’interno di Villa Bonaparte a Roma

Un’altra Ambasciata che apre in eslcusiva è quella inglese, Villa Wolkonsky, collina dell’Esquilino a Roma, dove soggiornò anche Elisabetta prima di diventare regina.

In queste due giornate si può visitare anche Palazzo Piacentini, in via Veneto a Roma, che è sede del ministero dello Sviluppo economico, decorato, tra gli altri, da Mario Sironi. Sempre a Roma viene aperta la sede del CNEL, il Consiglio nazionale economia e lavoro a Villa Lubin, nel parco di Villa Borghese, un palazzo riccamente decorato sia all’interno sia all’esterno in stile neobarocco e liberty. E poi ancora Palazzo Piacentini-Vaccaro, sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, solitamente chiuso al pubblico.

Apre anche l’Osservatorio astronomico sulle pendici di Monte Mario, che con i suoi 139 metri di altitudine è il rilievo più importante di Roma ed è considerato uno dei punti panoramici della città.

A Milano apre Palazzo Marino, sede del Comune con gli affreschi del Tiepolo, la sede RAI di corso Sempione e alle porte del Capoluogo lombrado il poco noto Castello Mediceo di Melegnano, edificato a metà del 1200. A Brescia si può entrare nel Monte di Pietà Nuovo in piazza della Loggia mentre a Pavia nel Teatro Fraschini, annoverato tra i più belli d’Italia, ma altre chicche sono i giardini di Villa Ravizza nel centro di Arcore e l’Autodromo Nazionale di Monza.

A Torino aprono Palazzo Ferrero d’Ormea, sede della Banca d’Italia, Palazzo Perrone di San Martin, dove c’è la sede della Fondazione Cassa di Risparmio. Appena fuori città aprono il Castello di Valperga risalente al X secolo, il Castello Doria che svetta sull’abitato di Montaldeo, nell’Alto Monferrato e ad Arona il Cantiere della navigazione del Lago Maggiore.

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Fonte: @Pino Dell’Aquila – FAI

La Fondazione CRT a Torino

A Napoli aprono, tra i tanti luoghi, Palazzo Salerno, sede del Comando forze operative sud e l’Accademia di Belle arti mentre a Ercolano si può visitare il Real Osservatorio Vesuviano. A Bologna si visitano Palazzo Dall’Armi Marescalchi, l’Accademia delle scienze e la Palazzina della Viola dentro l’università.

 

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Musei che rispettano l’ambiente: i più green del mondo

La salvaguardia dell’ambiente ormai passa da tutti: a doversene occupare non siamo solo noi in prima persona, ma anche strutture, imprenditori e molto altro ancora. Non sono da meno i musei che, giorno dopo giorno, diventano sempre più ecosostenibili optando per energie pulite, economiche e rinnovabili, politiche con rifiuti zero e, al contempo, per mostrare ai loro visitatori un mondo sempre più green.

I musei più sostenibili d’Europa

Nel nostro continente sono davvero molti i musei che hanno preso la direzione dell’ecosostenibilità. Noi ne abbiamo selezionati alcuni a partire dal Quai Branly, un museo etnologico che accoglie le culture indigene più disparate. Si caratterizza per la presenza di un giardino verticale di 800 metri quadrati che contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria e alla mitigazione del microclima.

Contemporaneamente si avvale di energia solare e geotermica per tutte le proprie esigenze in termini di illuminazione e climatizzazione. Si trova a due passi dalla ben più famosa Torre Eiffel e può essere definito come il più esotico dei musei di Parigi.

Quai Branly museo ecosostenibile

Fonte: iStock – Ph: Jef Wodniack

Il Quai Branly di Parigi

Non è da meno la Fondazione Pierre Arnaud la cui splendida facciata, composta da 84 tessere solari in vetro, si specchia nel Lago di Louchè, in Svizzera. Sostenibilità ed eleganza sono le carte vincenti di questo polo culturale di arte moderna e contemporanea poiché è stato progettato nel massimo rispetto dell’ambiente e dei criteri di efficienza energetica.

Vi basti pensare che i grandi pannelli fotovoltaici che impreziosiscono la facciata soddisfano il fabbisogno energetico per l’illuminazione del centro e garantiscono l’isolamento termico ideale per le opere d’arte. Davvero eccezionale è anche la sua terrazza panoramica: oltre a mimetizzare la struttura, è un giardino pensile che ospita piante tipiche del Vallese come le stelle alpine.

L’ultimo dei musei d’Europa particolarmente green che vi vogliamo segnalare è la Kunst Haus Wien, in Austria. Nel 2018, infatti, il museo è stato coinvolto in maniera determinante nello sviluppo del catalogo di criteri per i musei green. Sfoggia una sontuosa facciata verdeggiante e oltre 260 diversi tipi di piante crescono intorno all’edificio. Inoltre, sul tetto si sono stabiliti due alveari, il cui miele biologico viene venduto nello shop del museo.

I musei pi green del mondo

Superando i confini del nostro continente, si scoprono altrettanti musei green che svettano nel resto del mondo. Uno di questi è il Museo di Storia Naturale di Shanghai. Si tratta di uno spettacolare edificio dalla forma di conchiglia nautilus che si sviluppa su un’area complessiva di 44.500 metri quadrati.

Sfoggia ben sei piani espositivi dove spicca un luminosissimo atrio di 30 metri di altezza in cui la luce naturale filtra da una parete vetrata che ricorda la struttura cellulare delle piante. Un edificio famoso anche per il sistema geotermico che regola la temperatura interna, gli specchi d’acqua che favoriscono la climatizzazione naturale degli ambienti e un rivestimento che massimizza l’assorbimento dell’energia solare. Infine, è dotato di un tetto verde per la raccolta dell’acqua piovana che viene poi riutilizzata per ridurre i consumi, e una parete verde che purifica l’aria e tutela l’edificio dagli sbalzi termici e dall’inquinamento acustico.

Altrettanto interessante è la California Academy of Sciences di San Francisco in cui si conducono progetti scientifici sull’ambiente e sull’educazione ambientale. Al suo interno è custodito un grandissimo acquario, una mostra permanente sulla foresta pluviale, un planetario e anche un’area dedicata alla storia naturale.

California Academy of Sciences museo green

Fonte: iStock – Ph: Rosangela Lima

L’ingresso della California Academy of Sciences

Progettato da Renzo Piano, può vantare un tetto completamente vegetale e anche il riutilizzo delle acque reflue per alimentare le piante che si trovano all’intero del complesso. Tra le altre cose, non viene utilizzata aria condizionata: bastano le finestre e le piante che mitigano il microclima. Per ultimo, ma non per importanza, sono presenti pannelli solari e tecnologie che trasformano i fulmini in energia e quasi tutte le sue strutture metalliche sono fatte in materiale riciclato.

Tra i musei più green del mondo non si può non nominare l’Opera House di Sydney. L’edificio ha infatti azzerato le proprie emissioni di carbonio diventando “carbon neutral”. Più nel dettaglio, il 24 settembre 2018 è stata premiata dall’Australian Government’s National Carbon Offset Standard (NCOS) per i risultati raggiunti nella riduzione delle emissioni di carbonio, con ben cinque anni di anticipo rispetto a quanto programmato.

Gli interventi si sono concentrati principalmente su due fronti: quello dei consumi elettrici e quello dei rifiuti. In ambito energetico sono stati ridotti i consumi del 75% con interventi volti alla sostituzione delle lampadine nella sala concerti con lampade LED e del 9% intervenendo sul preesistente sistema di raffreddamento. Senza dimenticare che i consumi di acqua ed energia vengono costantemente monitorati.

I musei più ecologici d’Italia

Non sono meno attenti i musei italiani che, giorno dopo giorno, diventano sempre più ecologici. È il caso del MUSE, il Museo delle Scienze situato a ovest del centro storico di Trento. Si tratta di un complesso di 11 blocchi che porta la firma di Renzo Piano e che vanta un sistema orientato alla filosofia green grazie allo sfruttamento di energia solare e geotermica tramite celle fotovoltaiche, pannelli solari e sonde a scambio termico.

Nella stessa direzione va anche la scelta di serbatoi per il recupero dell’acqua piovana, pannelli radianti a pavimento e lucernari comandati da sistemi domotici per garantire ventilazione e illuminazione naturali, risparmio d’acqua e riscaldamento ottimale. Per quanto riguarda i materiali, sono stati privilegiati quelli locali come la pietra Verdello e facilmente rinnovabili come il bambù per i pavimenti e il legno per le parti strutturali.

Molto interessante anche il Museo Salvatore Ferragamo a Firenze che ci dimostra che anche la moda può fare la sua parte in fatto di sostenibilità ambientale. Nel 2016 è stato premiato come primo museo aziendale Green d’Italia, ottenendo lo standard internazionale ISO 14064, legato alla rendicontazione delle emissioni di CO2 legate alle proprie attività.

Negli ultimi anni ha inoltre ottenuto numerose certificazioni riguardanti gli approcci sostenibili che ha adottato, ponendosi come obiettivo quello di affrontare i temi della sostenibilità attraverso la moda e l’arte.

Infine, vi consigliamo di fare un salto al Museo Explora di Roma, un museo no profit dedicato soprattutto ai bambini. Si tratta di un luogo che incoraggia il desiderio di apprendimento dei più piccoli grazie anche a delle esposizioni stimolanti e divertenti.

Inoltre, vi sono installati due impianti fotovoltaici che producono ogni anno 40mila kWh di elettricità pulita.

MUSE – Museo della Scienza ecosostenibile

Fonte: iStock – AnryMos

MUSE – Museo della Scienza, Trento
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Normandia e Bretagna, itinerari che conducono alla scoperta di una Francia spettacolare

Tra i viaggi da fare almeno una volta nella vita c’è quello che conduce alla scoperta di Normandia e Bretagna, due regioni romantiche e allo stesso tempo selvagge di Francia che si distinguono per essere due dei luoghi più suggestivi del mondo. Che vogliate visitare una delle due regioni, che preferiate farlo in coppia, esistono dei tour che portano nel cuore di questi affascinanti luoghi europei e che vi faranno conoscere tutta la loro autenticità.

Tour della Normandia

Caldana Europe Travel, tour operator specializzato nell’organizzazione di viaggi guidati in Italia e in Europa per famiglie, coppie, single e grandi gruppi, propone un imperdibile tour della Normandia, culla degli impressionisti che rimasero incantati dalle sue incredibili scogliere di gesso, che si distingue per essere una terra unica, con un patrimonio architettonico, culturale e naturale particolarmente ricco e una storia che ha reso il mondo il posto che oggi conosciamo.

Anche in questo angolo di Francia le meraviglie da visitare sono pressoché infinite. Una di queste è Giverny, piccolo villaggio sulle rive della Senna dove visse il celebre pittore impressionista Claude Monet. Il luogo perfetto per conoscere più a fondo la sua storia grazie a una visita della Casa dell’artista e del giardino che la circonda.

Fonte: Caldana Europe Travel

Giverny

Altra tappa imperdibile in Normandia è Rouen con la sua Cattedrale di Notre-Dame e l’antico centro storico che conserva importanti edifici come il quattrocentesco Palais de Justice, le chiese di Saint-Ouen e di Saint-Maclou e case a graticcio con eleganti balconi fioriti.

Un viaggio in Normandia che si rispetti non può non comprendere la sua Costa di Alabastro dove svettano alte falesie che sono dei veri e propri monumenti naturali scolpiti nella pietra calcarea, modellati dal vento, dall’acqua e dalle intemperie.

Di particolare interesse è la Scogliera di Aval la cui variazione dei colori della roccia e la luminosità del luogo hanno ispirato i pittori impressionisti, tra cui lo stesso Claude Monet.

Da non perdere è anche Honfleur, un piccolo e delizioso porto sull’Atlantico i cui panorami hanno influenzato sin dall’Ottocento pittori, scrittori ed artisti e il cui centro antico vanta case dalle facciate in ardesia ed edifici che lasciano letteralmente e bocca aperta.

Fonte: Caldana Europe Travel

Honfleur

Un’altra tappa da fare durante un tour in Normandia è senza ombra di dubbio Bayeux, una città medievale che conserva il celebre “Arazzo della Regina Matilde”, una tela di lino ricamata lunga 70 metri risalente all’XI secolo, che è un’opera d’arte e al contempo un prezioso documento storico inserito dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E da qui non si può non proseguire per la Pointe du Hoc, la scogliera dove i Rangers americani riuscirono ad espugnare le postazioni naziste.

Fonte: Caldana Europe Travel

Bayeux

Infine, la rinomata ed eccezionale Mont Saint Michel, una grandiosa abbazia benedettina che si trova su un isolotto roccioso, al centro di una vasta baia selvaggia spazzata dalle maree più alte d’Europa.

Alla scoperta della Bretagna

Caldana Europe Travel pianifica anche degli itinerari alla scoperta della Bretagna che sono davvero eccezionali.

Ma del resto questa è una delle regioni più affascinanti di tutto il Paese. Vi basti pensare che è circondata dal burrascoso Oceano Atlantico, che ha origini celtiche e che custodisce un territorio ricco di paesaggi diversi e incantevoli.

Tra le mete da scoprire in Bretagna c’è Chartres, una località che sfoggia una maestosa cattedrale che è un vero e proprio capolavoro del gotico francese. Non a caso è annoverata dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Meravigliosa anche Rennes che è stata persino eletta come una delle città più piacevoli di Francia in cui vivere, una meta con una personalità giovane e dinamica e dove prende vita un ricco patrimonio storico.

Fonte: Caldana Europe Travel

Rennes

Un viaggio in Bretagna non può prescindere da una visita della Costa di Smeraldo con sosta al porto di Cancale, famoso per l’ottima qualità delle ostriche, e Saint Malo con la sua cittadella fortificata racchiusa tra antiche mura che regalano stupendi panorami sulla Manica e sulle isole.

Decisamente affascinante anche la Costa di Granito Rosa, così chiamata perché l’erosione dei venti e del mare ha modellato in forme fantastiche le scogliere dalle mille tonalità rosate. Zona da cui si può ammirare, tra l’altro, la splendida spiaggia di Ploumanach e Tregastel.

Fonte: Caldana Europe Travel

Ploumanach

Poi il Finistère, la regione più occidentale di Francia, dove toccare con mano la storia: si visita la zona dei Calvari o Complessi Parrocchiali, risalenti al tardo – medioevo, per poi andare a Quimper, la più datata città della Bretagna e capitale dell’antico Ducato di Cornovaglia.

Eccezionale è anche Concarneau la cui cittadella fortificata è circondata da mura di granito rosa. Non da meno è Vannes, pittoresca cittadina dall’aspetto medievale e anche piccolo porto della costa meridionale bretone.

Fonte: Caldana Europe Travel

Concarneau

Altro giro e altra corsa, ma questa volta direzione Nantes, città che sfoggia fiera il Castello dei Duchi di Bretagna circondato da torri e bastioni; la Cattedrale gotica di San Pietro e Paolo con le tombe di Francesco II e della moglie e molte altre meraviglie.

Fonte: Caldana Europe Travel

Nantes

Normandia e Bretagna: accoppiata vincente

La verità, però, è che la soluzione ideale sarebbe fare un tour che tocchi entrambe le regioni che, oltre a confinare, si caratterizzano per la loro natura, storia, arte e tradizioni. Caldana Europe Travel offre un itinerario completo, uno di quelli che vi regalerà emozioni intense.

Un percorso di questo tipo, infatti, permette di conoscere la costa francese affacciata sull’Atlantico che si distingue per essere uno dei luoghi più romantici e suggestivi d’Europa. Sarà poi impossibile non rimanere incantati dalla forza e dal misticismo delle regioni bretoni e normanne grazie agli spettacolari scenari naturali della Costa di Alabastro, della Costa di Granito Rosa e di Mont St. Michel, la “Meraviglia d’Occidente”.

Poi ancora l’eleganza delle cittadine normanne, fonte d’ispirazione per pittori, scrittori e grandi artisti; le antiche tradizioni delle cittadine di mare bretoni; la storia raccontata dai megaliti di Carnac e dalle spiagge scenario dello Sbarco Interalleato.

Fonte: Caldana Europe Travel

Quimper

Insomma, un tour in entrambe queste perle francesi è un’esperienza che non lascia indifferenti e che fa ritornare a casa con un bagaglio emotivo e di vita che è difficile acquisire altrove.

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Esiste un altro “Carnevale” che si festeggia ad agosto. Lo conosci?

Carnevale è una delle feste più amate dai bambini e dagli adulti perché le strade si riempiono di colori e allegria. E se non fossero solo i primi mesi dell’anno ad essere dedicati a questa manifestazione? A Barcellona “Carnevale” si festeggia anche ad agosto con la Fiesta Major, una manifestazione che si svolge nel quartiere Gràcia, per una settimana. Dal 15 al 21 agosto, camminare tra i palazzi e le stradine di una delle zone più affascinanti di Barcellona sarà un vero sogno ad occhi aperti e permetterà di immergersi nella vera tradizione del posto.

Una sfida a colpi di decorazioni

Le feste annuali di quartiere sono comuni a Barcellona, pronte a rendere ancora più vivace la città catalana, ma la Fiesta Major è quella che attira molti visitatori perché il tratto distintivo è quello di essere spettacolare. Il quartiere residenziale di Gràcia è una zona molto particolare, inizialmente era un paesino indipendente della capitale della Catalogna, annesso alla città nel 1897. L’atmosfera rilassata e lo stile giovanile ne hanno fatto un quartiere dinamico in cui la Fiesta Major non poteva che essere il suo completamento.

Il festival affonda le sue radici nel diciannovesimo secolo e vede le vie del quartiere sfidarsi a colpi di decorazioni. Gli abitanti delle differenti strade scelgono un tema a cui ispirarsi (può essere di varia natura, dallo sport, alla storia fino al mondo marino) e, animati dallo spirito di una sana competizione, abbelliscono la strada in modo originale. Gli oggetti sono realizzati interamente a mano spesso con materiali riciclati e si contraddistinguono perché fuori dal comune.

Una decorazione de la Fiesta Major de Gràcia

Fonte: iStock/Gonzalo Vega

Un’opera di cartapesta durante la Fiesta Major de Gràcia

Il festival si apre il 15 agosto con una sfilata tra le strade del quartiere in cui i protagonisti assoluti sono le opere in cartapesta raffiguranti draghi, giganti o personaggi spesso immaginari. Una volta dato il via alla festa, è possibile passeggiare tra le oltre 20 strade e piazze del quartiere e farsi rapire dallo spettacolo delle decorazioni che diventano ancora più suggestive la sera. Al calar del sole le illuminazioni danno alle opere un aspetto ancora più bello e incantevole.

Non solo decorazioni tra le strade di Gràcia

Il quartiere di Gràcia a lungo è stato un paese e proprio per questo ha conservato intatte le sue tradizioni: Fiesta Major è il momento giusto per scoprire i mille volti della zona. Non sono solo le decorazioni ad animare il festival, ma anche una serie di attività, spettacoli e momenti di divertimento per grandi e piccini. Tra gli eventi più suggestivi a cui assistere ci sono i colles castelleres, le “torri umane” tipiche della regione catalana, in pratica una colonna formata da 7-8 persone in equilibrio l’una sull’altra che inizia a muoversi tra le strade del quartiere.

Una strada di Gràcia

Fonte: 123RF

Fiesta Major de Gràcia e una delle sue decorazioni

Un’altra tradizione a cui assistere durante la Fiesta Major de Gràcia è quella de i correfoc che affonda le sue radici nell’abilità dei catalani nel maneggiare il fuoco. Durante le serate, alcune persone travestite da demoni inseguono i passanti brandendo delle torce e dando vita a una danza fuori dal comune. Di sicuro il “carnevale” estivo di Gràcia è un appuntamento imperdibile e un modo per conoscere meglio la storia e le tradizioni catalane.

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Caos passaporti: l’analisi che svela quanti viaggi sono saltati

Sono giorni che ormai si parla del caos passaporti, delle motivazioni di tutti questi ritardi e anche delle varie soluzioni che si stanno mettendo in atto per recuperare il più possibile, almeno per la stagione estiva. Ma quanti viaggi sono saltati fino a questo momento? E quanti ancora ne potrebbero saltare quest’anno? A svelarcerlo è un’approfondita analisi.

Quanti viaggi salteranno

Secondo le ultime stime su un fenomeno che persiste ormai da mesi fornite da un report commissionato all’Istituto di Ricerca IRCM da Vamonos Vacanze, tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo, i viaggi annullati a causa dei ritardi delle questure e (soprattutto) dei meccanismi di prenotazione, sarebbero stati finora circa 100mila.

Tradotto in denaro i viaggi che non si faranno più corrispondono a 180 milioni di euro di mancate vendite per il sistema italiano delle agenzie di viaggio. Non a caso continuano le segnalazioni di disservizi e non si placano le critiche sui social: in molti lamentano ancora la mancanza di appuntamenti disponibili per il rinnovo del passaporto. Mentre le persone che sono riuscite a prenotare si lamentano delle lunghissime code davanti ai commissariati ed alle questure.

I ritardi interessano a macchia di leopardo l’intero Paese e le cause sono principalmente legate all’accumulo di arretrati dovuti al Covid-19 ma anche —come conseguenza della Brexit— alla nuova esigenza del passaporto per accedere in Gran Bretagna. Situazioni che sono soprattutto riscontrabili nelle città con maggiore popolazione e, di conseguenza, con il maggior numero di attività produttive: è per questo un fenomeno più visibile al Nord e nel Centro Italia. Le questure di tutta Italia si stanno attivando per aumentare l’attività lavorativa, mettendo a disposizione più personale e soprattutto, in alcuni casi, aprire gli uffici anche nei giorni festivi, il sabato e la domenica, come hanno fatto a Monza e a Mantova.

Ma a quanto pare tutti questi interventi non bastano poiché a Prato, per esempio, la prima prenotazione disponibile è il 13 dicembre 2023. A Udine occorre attendere fino al 10 agosto, a Napoli il 7 agosto, a Brescia il 17 luglio. A Torino e Bologna il caos è totale: non risulta disponibile alcuno “slot”. L’unica delle città più grandi in cui attualmente va meglio è Roma: sono stati segnalati appuntamenti disponibili ai primi di aprile.

Il danno causato

Secondo l’indagine effettuata, 7 viaggiatori su 10 hanno visto aumentare a 6 settimane (69% del campione intervistato) il tempo necessario per ottenere un appuntamento per il rilascio del passaporto. Per questo motivo sono saltati in media 11,4 viaggi per ciascuna agenzia, ad un prezzo medio di 1.800 euro a viaggio. Complessivamente quindi ciascuna agenzia ha accusato mediamente 20.520 euro di vendite non effettuate.

Ma per le grandi OTA (Online Travel Agency) il danno è stato maggiore: la media è di 65 viaggi in fumo per circa 116.656 euro di vendite non effettuate per ciascun operatore.

Sui social c’è chi racconta di essere riuscito a ottenere un appuntamento solo per ottobre 2023 e chi proprio non ci riesce perché il server è “in manutenzione” o perché “il sito apre alle 8, ma tempo di aggiornare la pagina e già non ci sono più posti”.

Secondo altri dati raccolti da Fiavet, i tempi di rilascio vengono rispettati solo se viene contestualmente presentato un biglietto aereo o una lettera di impegno.

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Il Colorado della Provenza, un canyon a due passi dal mare

L’immediato entroterra della Provenza – Costa Azzurra regala un’infinità di luoghi e paesaggi inaspettati che meritano di essere scoperti durante una vacanza trascorsa nel Sud della Francia.

Tra i tanti luoghi da visitare ce n’è uno decisamente inaspettato, che per il suo territorio alquanto inusuale per le latitudini a cui si trova è chiamato “Colorado della Provenza”. Chi ha visitato alcuni dei parchi americani come la Monument Valley o il Bryce Canyon o Zion National Park o ancora l’Antelope Canyon, per esempio, si ritroverà nel paesaggio e nei colori che si presentano davanti agli occhi di chi viene qui.

Il luogo è Rustrel e prende il nome dal vicino villaggio che conta all’incirca 700 abitanti, uno dei tanti “village perché” come li chiamano da queste parti arroccati sulle colline che fanno da cornice a tutta la Riviera francese.

Rustrel-provenza

Fonte: 123rf

Il color ocra del Colorado della Provenza

Qui tutto è color ocra. A rendere unico questo luogo sono le sue incredibili formazioni rocciose, nate dall’erosione del tempo e dagli agenti atmosferici. Queste formazioni risalgono a più di 200 milioni di anni fa. I giacimenti di ocra iniziarono a essere sfruttati fin dal ‘700 e le formazioni rocciose odierne sono anche il risultato dell’erosione e degli scavi fatti nel corso degli anni.

La leggenda di Rustrel

Un’antica leggenda narra che la terra di Rustrel sia diventata rossa per via del sangue versato dalla bella Sirmonde che si suicidò lanciandosi giù dalle falesie pur di non essere trafitta dalla spada dal marito che aveva scoperto che la moglie aveva un amante.

I sentieri del Colorado della Provenza

Il modo migliore per esplorare questo luogo incredibile è seguendo i vari sentieri che negli anni sono stati tracciati tra le rocce color ocra e la verdissima macchia mediterranea.

Uno degli itinerari più suggestivi da percorrere a piedi è quello che porta ai Camini delle Fate, delle formazioni rocciose simili a quelle che si trovano nella Cappadocia, in Turchia.

L’itinerario del Sahara è il più gettonato. Semplice e adatto a tutti, è lungo 2,1 chilometri e il giro dura circa 40 minuti considerando l’andata e il ritorno.

Il sentiero dei Belvedere abbraccia l’intero Colorado provenzale, regalando una splendida vista di tutto il “Colorado”. Questa passeggiata è più difficile e ha un dislivello maggiore, ma offre un panorama che vale la fatica. Il circuito è lungo circa 4 km e dura circa un’ora e 45 minuti di cammino con un dislivello di 70 metri.

Tutti i sentieri sono indicati con segnaletiche blu e arancio, posizionate sui pali di ferro rosso che aiutano a seguire gli itinerari corretti da seguire. Infatti, è severamente vietato uscire dai tracciati in quanto il Colorado della Provenza è un patrimonio naturale molto fragile e sensibile al grande afflusso di visitatori. Per riuscire a preservarlo bisogna essere estremamente rispettosi del territorio. Inoltre, è vietato avvicinarsi ai Camini delle fate in quanto la roccia è estremamente friabile e quindi pericolosa, con rischio di cadute e smottamenti.

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Puoi festeggiare il giorno di San Patrizio dormendo nei pub del mondo

Il mese di marzo è sicuramente il più atteso dai viaggiatori di tutto il mondo. Non solo perché il pianeta si tinge di meraviglia con l’arrivo della primavera e con il risveglio della natura, ma anche perché coincide con l’arrivo di una delle feste più celebrate degli ultimi anni.

Stiamo parlando di San Patrizio, il giorno dedicato al vescovo e missionario irlandese, nonché patrono d’Irlanda. È proprio a lui che è dedicato il St.Patrick’s Day che cade il 17 marzo.

Ogni anno, in questo giorno, persone di ogni età si riuniscono tra le piazze e le strade d’Irlanda e quelle di tutto il mondo per festeggiare, come la tradizione vuole, la figura del Santo, meglio ancora se con una pinta di Guinness. Ma se è un’esperienza speciale e inedita che volete fare quest’anno, allora il consiglio è quello di trascorrere il giorno di San Patrizio alloggiando in un iconico pub irlandese.

Come festeggiare San Patrizio nel mondo in maniera originale

La festa di San Patrizio, dicevamo, cade il 17 marzo. Una data, questa, che si è trasformata in una vera occasione per riunirsi e brindare insieme. Il modo migliore per prendere parte ai festeggiamenti è quello di raggiungere l’Irlanda e più nello specifico Dublino.

La capitale, infatti, nei giorni che precedono la festa inizia a tingersi di verde, mentre una serie di manifestazioni sacre e profane intrattengono le giornate degli irlandesi e dei turisti che giungono fin qui. Immancabile, dicevamo, è la celebre birra scura d’Irlanda, la Guinness, che inaugura le celebrazioni.

In Italia e negli altri Paesi del mondo, con gli anni, si è diffusa la tradizione di fare festa in occasione del 17 marzo nei più diversi modi. Tra questi, c’è anche la possibilità di prenotare un alloggio unico e straordinario da condividere con la famiglia o con gli amici. Su Airbnb, infatti, è possibile scegliere tra diversi iconici pub irlandesi per celebrare il giorno di San Patrizio. Pronti a partire?

Droving Inn, Lincolnshire

Fonte: Airbnb

Droving Inn, Lincolnshire

Dormire in un iconico pub irlandese per celebrare San Patrizio

Sono originali, inediti e sorprendenti, sono i pub in stile irlandese che invitano i viaggiatori a trascorrere qui il giorno di San Patrizio, o qualsiasi altro giorno dell’anno. Tra quelli disponibili su Airbnb, ce ne sono alcuni che, più di altri, hanno catturato la nostra attenzione.

Nella Contea di Kent, a sud est di Londra, esiste un alloggio che non solo permette di dormire all’interno di un pub, ma consente agli ospiti di accedere a tutto ciò che c’è dietro al bancone. Potrete quindi brindare con birre alla spina e selezione di liquori. Quale modo migliore, se non questo, per celebrare San Patrizio?

Anche dall’altra parte del mondo, come abbiamo anticipato, si festeggia il giorno di San Patrizio. Se avete in mente di organizzare un viaggio nel New Hampshire non potete perdervi questo pub irlandese immerso nella White Mountain National Forest. A disposizione degli ospiti c’è un meraviglioso loft collegato direttamente al J.L. Sullivan ‘s Irish Pub. L’esperienza promette di farvi sentire in Irlanda, anche a chilometri di distanza.

Un altro bellissimo alloggio, tutto da scoprire, si trova nella pittoresca campagna di Lincolnshire Wolds. Qui, a disposizione degli ospiti, c’è un intero pub perfetto per vivere e condividere esperienze autentiche insieme agli amici o alla famiglia. La struttura, infatti, può ospitare fino a un massimo di quattordici persone.

Ci spostiamo ora in Irlanda, la patria dei festeggiamenti. È qui che è possibile prenotare su Airbnb una stanza all’interno del Pumphouse Pub situato nel centro cittadino di Kilkenny, a due passi dal Medival Mile.

Pumphouse Pub, Kilkenny, Irlanda

Fonte: Airbnb

Pumphouse Pub, Kilkenny, Irlanda
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Cape Wrath, viaggio tra le bellezze dell’ultimo avamposto scozzese sull’oceano

Nella Scozia settentrionale prende vita Cape Wrath, il luogo più a Nord-Ovest della Gran Bretagna, che regala dei paesaggi così particolari che è praticamente impossibile non innamorarsene. Cape Wrath è un luogo che colpisce subito: è protetto da Clo Mor, le più alte scogliere della del Paese che arrivano fino a 281 metri.

Cape Wrath: cosa sapere

La prima cosa da sapere se si vuole raggiungere Cape Wrath è che si può visitare solo da maggio a metà settembre con tour organizzato ed esclusivamente se il tempo e le maree lo permettono. Pur se non facilissimo da raggiungere, il panorama che si può ammirare ricompensa il faticoso viaggio.

Per molti questa zona della Gran Bretagna ha profili inquietanti e primitivi di cui si piò godere percorrendo 18 chilometri che separano il molo dal promontorio

Il Cape Wrath Trail

C’è poi un sentiero, chiamato Cape Wrath Trail, che si sviluppa per 378 km lungo la dorsale delle Highlands occidentali. Un percorso che permetterà, a chiunque deciderà di affrontarlo, di sperimentare le molteplici sfaccettature della natura di questi luoghi.

Da molti ritenuto uno dei tragitti su lunga distanza più impegnativi d’Europa, è privo di segnaletica e di tracce di sentiero, per questo consigliato solo agli escursionisti esperti. Il Cape Wrath Trail non è infatti un percorso ufficiale, ma ciò non toglie che nei prossimi anni le cose potrebbero cambiare.

I due estremi del Cape Wrath Trail sono la cittadina di Fort William e il faro di Cape Wrath. Il percorso è stato pensato per andare Sud – Nord, con Fort William come punto d’inizio e Cape Wrath come arrivo.

Tale itinerario, inoltre può essere suddiviso in tre sezioni:

  • da Fort William a Shiel Bridge;
  • da Shiel Bridge a Inverleal-Ullapool;
  •  da Ullapool a Cape Wrath

Le tre sezioni dell’itinerario

La prima sezione del Cape Wrath Trail misura circa 108 km e attraversa aree impervie e territori scarsamente percorsi dagli escursionisti. Le difficoltà sono però compensate dalla variabilità ed assoluta bellezza dei paesaggi circostanti.

La seconda sezione, invece, si sviluppa su circa 110 km di sentieri e terreni di tutti i tipi. Probabilmente è la parte più facile di tutto il percorso perché presenta dislivelli piuttosto limitati e sentieri generalmente buoni, anche se non sono mai da sottovalutare le condizioni meteo.

L’ultima sezione è la più lunga: circa 150 km caratterizzati dagli ambienti più inusuali e paesaggisticamente interessanti.

Informazioni utili

Se si decide di intraprendere il Cape Wrath Trail, oltre al fatto che non vi è segnaletica e che bisogna prestare attenzione alle condizioni atmosferiche, è importante tenere a mente alcune cose.

Gli unici centri abitati presso cui è possibile effettuare un rifornimento in un supermercato sono Fort William e Ullapool. Nei villaggi che si attraversano seguendo l’itinerario vi è al massimo qualche piccolo negozio con una limitata scelta di generi alimentari.

Presso alcuni centri, tuttavia, è possibile mangiare un piatto caldo presso in un pub o in un hotel, ma si tratta comunque di un’eventualità piuttosto rara. La buona notizia riguarda l’acqua da bere: lungo tutto l’itinerario ci sono numerosi corsi di acqua potabile.

Il Cape Wrath Trail è un percorso in cui sono disponibili molteplicità di alloggi: la propria tenda, bothy – ovvero dei bivacchi solitamente senza acqua corrente – ostelli, b&b e persino hotel.

Infine, occhio al clima: la Scozia è famosa per il meteo che viaria anche in maniera estremamente repentina, e le Highlands occidentali sono forse l’area che più di tutte è caratterizzata da questo fenomeno. In sostanza le tempeste possono essere violente, con venti molto forti e precipitazioni importanti, tra cui grandine e neve. Maggio è il mese meno piovoso, ottobre quello con le precipitazioni più consistenti, mentre luglio e agosto sono i mesi più caldi.