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Se ti manca il Natale questi sono gli hotel da raggiungere ogni giorno dell’anno

Se c’è una cosa che abbiamo imparato durante i nostri viaggi è che nessuna località raggiunta resta mai uguale a come l’abbiamo lasciata. Tutto merito delle stagioni, che vanno e vengono, mettendo in scena spettacoli di immensa bellezza che ridisegnano i paesaggi in maniera unica.

Dal foliage autunnale alle fioriture primaverili, passando per i scenari roventi estivi e quelli gelidi invernali. Ogni anno, e in ogni luogo, Madre Natura crea degli show senza uguali che incantano e stupiscono, e che muovono le masse e i viaggiatori.

Ma c’è un altro spettacolo che invita le persone di tutto il mondo a mettersi in viaggio, un’esposizione delle meraviglie fatta di luci e colori, di decorazioni e profumi, di magia. Stiamo parlando del Natale. E se sono le sue atmosfere che vi mancano, allora, dovreste prenotare una stanza in questi hotel.

Vivere il Natale ogni giorno dell’anno

Se siete stanchi di aspettare un anno intero per vivere tutta la magia del Natale, sarete felici di sapere che esistono alcuni luoghi nel mondo dove il tempo si è fermato proprio al mese di dicembre. Destinazioni che spazzano via la malinconia e che realizzano quel sogno di vedere gli addobbi, le decorazioni, gli alberi, gli elfi e gli gnomi, in ogni momento dell’anno, che sia piena estate o inverno.

Vi abbiamo già parlato delle città dove è Natale tutto l’anno, Rothenburg ob der Tauber e Rovaniemi sono probabilmente le due destinazioni più celebri da raggiungere per chi vuole immergersi completamente nello spirito natalizio.

Quello che forse non sapete, però, è che esistono alcune strutture ricettive che hanno scelto di fermare il tempo, e se le sue regole, per seguire solo il calendario di Santa Claus. È qui, infatti, che in ogni periodo dell’anno è possibile vivere il Natale. Segnate in agenda gli indirizzi, si parte!

Gli hotel dove è sempre Natale

C’è un hotel, in Tennessee, avvolto da una straordinaria atmosfera che appartiene solo al Natale. E in effetti è proprio all’interno dell’Inn at Christmas Place che è possibile immergersi totalmente nel mondo natalizio.

Situato nella popolare Pigeon Forge, sede di Dollywood, l’hotel è caratterizzato da 145 stanze, tra cui 22 suite, tutte sapientemente decorate con addobbi natalizi che si trovano anche nella hall e negli ambienti condivisi. L’edificio, che segue i dettami dell’architettura bavarese, è molto suggestivo, dentro così come fuori, e garantisce un’esperienza a tutto relax e divertimento per grandi e bambini. Il Natale, qui, non si trova solo nelle decorazioni, ma anche nella presenza di Babbo Natale, degli elfi e degli gnomi che è possibile incontrare ogni giorni nella struttura.

Per rendere l’esperienza ancora più magica, l’hotel organizza eventi, concerti musicali e laboratori a tema natalizio. E se tutto questo ancora non è abbastanza, allora, vi basterà uscire fuori dall’hotel perché proprio lì di fronte si trova l’incredibile Christmas Place, un centro commerciale specializzato in addobbi e decorazioni natalizie gestito dai proprietari dell’Inn at Christmas Place . Più Natale di così!

Anche in Giappone è possibile vivere un‘esperienza immersiva a tema natalizio, anche se in questo caso è riservata ai soli adulti. A Narita, infatti, esiste un love hotel a pochi chilometri dal tempio di Naritasan Shinshoji dove stanze e ambienti sono rigorosamente decorati in stile natalizio. Il nome da segnare in agenda è Hotel Chapel Christmas .

Ma se la nostalgia del Natale è forte, e non avete modo di raggiungere luoghi così lontani, allora potete restare in Italia e raggiungere la splendida località di Riva Valdobbia, nei pressi del comprensorio sciistico Monterosa Ski. È qui che si trova il Mirtillo Rosso, il primo Christmas hotel italiano.

L’esperienza, qui, è davvero unica. Ogni 24 del mese, infatti, si replica il cenone della vigilia, e gli ospiti sono invitati a raggiungere la sala da pranzo per riunirsi davanti al camino e attendere la mezzanotte, tra tombole, giochi e canti, per incontrare Babbo Natale.

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Lo sapevi che in Italia puoi fotografare gli igloo?

Se è un feed di Instagram che volete popolare con foto curiose e bizzarre, oppure siete soltanto alla ricerca di instantanee di viaggio indelebili da custodire nella vostra gallery, allora sarete felici di sapere che non dovrete allontanarvi poi molto per raggiungere questa missione. Del resto è risaputo che il Belpaese è pieno di meraviglie e di scorci da scoprire e da fotografare.

Eppure esiste un luogo, all’ombra degli edifici di una delle città più belle e dinamiche del nostro Paese, che per forme e architetture non ha niente a che fare con tutto ciò che abbiamo visto e conosciuto dell’Italia fino a questo momento. Non si tratta di case colorate addossate l’un l’altra come quelle che vediamo nei borghi, né di palazzi che suggestivamente si affacciano nei canali o sulle scogliere. Ma di abitazioni che non appartengono sicuramente ai canoni tradizionali della nostra architettura.

Sì perché a Milano, in un tranquillo quartiere a nord della città, è possibile imbattersi negli igloo. E non si tratta di installazioni artistiche né di glamping temporanei, ma di un curioso, bizzarro e originale complesso residenziale che ancora oggi è possibile ammirare.

La storia degli igloo di Milano

Per raggiungere quegli igloo fatti di cemento e mattoni, e ben piantati a terra su prati e aiuole ordinate, dobbiamo recarci a Milano, nella capitale della moda e del design, nella città dei ristoranti e delle esclusive vie dello shopping. È la zona nord del capoluogo lombardo che dobbiamo raggiungere se vogliamo avvistare quelli che sono gli igloo della città, quella del quartiere Maggiolina, nelle immediate vicinanze del Villaggio dei Giornalisti.

È qui che tra villette a schiera e palazzine in stile liberty, lontano dalle attrazioni più iconiche e popolate della città, compaiono loro, case bizzarre e affascinanti che catturano immediatamente l’attenzione. Si tratta di otto igloo costruiti negli anni immediatamente successivi al dopoguerra pensati per ospitare le famiglie che avevano perso le loro case a causa dei bombardamenti.

L’ispirazione del progetto, curato dall’ingegnere Mario Cavallè, trova le sue origini negli Stati Uniti e nella tendenza di progettare abitazioni dalla forma circolare diffusasi in quel periodo. Così sono nate le case a igloo, piccole abitazioni di circa 50 metri quadrati sviluppate su due livelli.

Ma non erano le uniche abitazioni strane del quartiere. Del progetto, infatti, facevano parte anche due case a forma di fungo che però sono state demolite un ventennio dopo.

Dentro il quartiere Magigiolina

Situate all’interno del pittoresco quartiere Maggiolina, le case a forma di igloo sono un vero e proprio unicum nel nostro Paese che meritano sicuramente una visita.

Se siete in viaggio a Milano, concedetevi una passeggiata in questo elegante quartiere residenziale, contraddistinto da aree verdeggianti e da eleganti ville in stile Art Noveau, per scoprire quelle piccole case con cupola realizzate sul finire degli anni ’40. Impossibile non notarle.

Gli igloo di Milano si trovano su via Lepanto e sono facilmente visibili dalla strada, anche se alcuni sono parzialmente celati dalla lussureggiante vegetazionie Qui, dove il tempo sembra essersi fermato, è possibile addentrarsi in quello che è il progetto residenziale più particolare del nostro Paese e che è sopravvissuto fino ai giorni nostri.

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Valle dell’Orfento, nel cuore selvaggio della Majella

In Abruzzo c’è un luogo davvero unico per chi desidera fare escursioni nella natura, tra boschi e canyon, eremi e corsi d’acqua. È la splendida Valle dell’Orfento, situata sul versante nord-occidentale della Majella, e la si raggiunge dai numerosi sentieri che partono da Caramanico Terme, in provincia di Pescara. Lo scenario ideale dove trascorrere tranquille giornate immersi nel verde e ammirare paesaggi incantevoli.

Nella natura della Valle dell’Orfento

Agli inizi degli anni ’70, la Valle dell’Orfento è diventata Riserva Naturale dello Stato e attualmente ricopre una superficie complessiva di 2606 ettari. Qui troverete l’unico canyon della Majella, cuore verde d’Abruzzo, ad avere un corso d’acqua perenne, che dà vita a uno dei più affascinanti habitat di questo massiccio.

Lo scenario che si svela allo sguardo cambia a ogni passo. A bassa quota ci si imbatte in querce e faggi, mentre oltre i 1800-1900 metri di altezza c’è un’eccezionale presenza di pino mugo. Ad altitudini maggiori, le avversità climatiche diventano estreme e la copertura vegetale rada e sparsa. Il paesaggio qui assume un aspetto lunare, le specie vegetali che sono riuscite ad insediarsi sono tra le più rare, come la Stella alpina appenninica o la Soldanella minima sannitica che fioriscono tra le rocce. Tra le specie animali, nella Riserva è possibile incontrare cinghiali, tassi, volpi, faine, caprioli, cervi, l’aquila reale e il camoscio appenninico.

Le testimonianze storiche, tra eremi e capanne in pietra

Nel corso di centinaia di migliaia di anni, i fenomeni erosivi generati dalle acque del fiume sulle pareti calcaree hanno prodotto una serie di sgrottamenti e ripari sotto roccia che fin dalla preistoria hanno fatto da rifugio per le popolazioni. Ma le testimonianze più importanti, ancora evidenti, sono quelle risalenti al periodo medievale, quando eremiti in cerca di solitudine e silenzio raggiunsero la valle, edificando proprio nelle sue grotte eremi e piccoli romitori.

Se ne conoscono nove nella sola Valle dell’Orfento: alcuni non più accessibili e di cui non rimangono evidenze, altri particolarmente importanti e significativo. Attraversando i pascoli delle zone più basse, si incontrano le capanne in pietra a secco dalla caratteristica forma a “trullo” (tholos), punti di sosta e di stazzo dei pastori che hanno lasciato testimonianze peculiari del paesaggio agro-pastorale della Majella.

I percorsi più belli della Valle dell’Orfento

La Valle dell’Orfento è ricca di percorsi di diversa lunghezza e difficoltà che permettono di fare trekking ed escursioni nella splendida natura della Riserva. Le visite possono essere fatte in autonomia, seguendo la segnaletica presente, o con l’accompagnamento di guide locali.

Tra gli itinerari più suggestivi, c’è Il Sentiero delle Scalelle, una passeggiata piacevole ed emozionante che parte dalla frazione di Santa Croce e conduce fino al Ponte di Caramanico, seguendo il corso del fiume Orfento poco prima che questi si getti nell’Orta. Si cammina quasi sempre immersi in mezzo alla foresta e spesso circondati anche da felci.

Dalla frazione di Santa Croce di Caramanico Terme s’imbocca anche un suggestivo percorso ad anello che attraversa diversi campi coltivati, immettendosi poi dentro un fitto bosco di conifere. La parte terminale della passeggiata è sicuramente la più suggestiva, poiché permette di raggiungere una spettacolare gola scavata dal fiume. Un altro percorso ad anello conduce, invece, all’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento, di cui oggi resta solo parte del portale affrescato, la cornice del tetto ancora incastonata nella roccia e tracce di un piccolo campanile a vela.

Partendo, invece, dalla caratteristica frazione di Decontra, si raggiunge l’Eremo di San Giovanni, considerato uno dei più suggestivi d’Abruzzo dato che è stato completamente ricavato dalla roccia. È famoso anche per essere stato frequentato dall’eremita Pietro da Morrone, divenuto poi famoso come Papa Celestino V.  Un lavoro meticoloso ha fatto affiorare dalla pietra vani, altare e scale, ma anche un ingegnoso sistema di canali e vasche per la raccolta dell’acqua piovana. Questa escursione presenta circa 700 metri di dislivello e si presenta più impegnativa rispetto alle precedenti, per questo è raccomandata agli escursionisti più allenati. Fatica e vertigini valgono però la pena, perché questo splendido itinerario regala un’esperienza davvero unica e imperdibile, e panorami di paesaggi straordinari. Ma sono davvero tante e tutte imperdibili le meraviglie da scoprire qui, nella incontaminata Valle dell’Orfento.

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Chi ha il coraggio di entrare in questo parco abbandonato?

Ogni giorno migliaia di persone si mettono in viaggio per raggiungere destinazioni più o meno lontane. Lo fanno per scoprire le meraviglie che appartengono alla terra che abitiamo, per visitare luoghi celebri e attrazioni iconiche, ma anche per vivere esperienze straordinarie e uniche.

Avventure che conducono i cuori più impavidi verso città, paesi e luoghi che nascondono storie, leggende e misteri mai risolti. Posti abbandonati o desolati che mettono i brividi al solo pensiero come città fantasma, miniere abbandonate o castelli infestati.

Luoghi dai quali ci teniamo volentieri lontani, ma che con il tempo hanno dato vita a un vero e proprio pellegrinaggio – che viene definito turismo dell’orrore – e che oggi, esattamente come ieri, attira tantissime persone. Ma al di là dei sentieri più battuti dal dark tourism, esiste un luogo che è davvero inquietante, lì dove nessuno ha osato spingersi fino a questo momento. Un parco a tema western desolato e abbandonato da anni. La vera domanda è: chi ha il coraggio di entrarci?

Benvenuti al Western Village

C’era una volta un parco tematico, un villaggio vivo e allegro, o comunque ci piace immaginarlo così, dove ogni giorno si incontravano cittadini e viaggiatori di ogni età per vivere affascinanti esperienze western.

Si trattava del Western Village, ma a differenza di quello che si può pensare, il villaggio non si trovava nelle regioni occidentali degli Stati Uniti o in Canada, ma in Giappone.

Proprio qui, nelle vicinanze della pittoresca città di Nikko celebre per il sontuoso santuario shintoista Toshogu e per i suoi scorci naturalistici di immensa bellezza, nei primi anni ’70 è stato inaugurato il Western Village, un parco a tema western destinato a far vivere esperienze suggestive a grandi e bambini.

C’erano le ambientazioni, ispirate fedelmente ai vecchi film western, gli edifici caratteristici e le attrazioni. C’erano anche i finti cowboy che contribuivano a rendere più suggestivo il villaggio, e grandi e imponenti sculture come quelle che imitavano la maestosità del Monte Rushmore.

C’è ancora oggi, tutto questo, ridotto in un inquietante stato di abbandono che rende quel resta del Western Village una meta da brividi che vale la pena di inserire in un itinerario mondiale del turismo dell’orrore.

Western Village. Nikko, Giappone

Fonte: Getty Images

Western Village. Nikko, Giappone

Il villaggio abbandonato

Quello che era un glorioso parco a tema western è stato progressivamente abbandonato dopo la sua chiusura nel 2007. E più il tempo passava, deteriorando gli edifici che caratterizzavano il villaggio, più la natura si appropriava dei suoi spazi.

Da parco a tema western, il villaggio, si è trasformato in un perfetto set di film horror che genera una certa inquietudine ma esercita anche un discreto fascino.

Oggi il Western Village racconta di un antico splendore ormai deteriorato. La fitta vegetazione, che si estende dentro e intorno al parco, incornicia quelle che erano le attrazioni del villaggio come la casa del barbiere, la banca, il carcere e il saloon.

Tutto è sospeso, immerso in un insolito e inquietante silenzio. Ma è proprio quest’atmosfera ad attirare numerosi appassionati del dark tourism che si divertono a immergersi e ad esplorare un ambiente così surreale e suggestivo. E voi, avreste il coraggio di entrare?

Western Village. Nikko, Giappone

Fonte: Getty Images

Western Village. Nikko, Giappone
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La via dello shopping più bella d’Europa è una galleria d’arte

Quando siamo in viaggio ci ritroviamo spesso ad attraversare e a percorrere le stesse strade più volte. Lo facciamo velocemente e distrattamente con il solo obiettivo di raggiungere le attrazioni principali della città, per seguire il nostro itinerario o per scoprire nuovi e inediti angoli che incantano e che stupiscono.

Eppure, nel mondo, esistono strade che meritano tutta la nostra attenzione perché sanno trasformare anche una semplice passeggiata in un’esperienza magica che incanta a ogni passo. Ne sono un esempio le vie dello shopping delle grandi metropoli e quelle dell’arte dei piccoli borghi, così come quelle più caratteristiche e antiche dei centri storici.

Lo è anche quella inaugurata ad Amsterdam nel 2017, che più che una galleria dello shopping, è un vero e proprio capolavoro d’arte visiva che incanta e sorprende a ogni passo. Benvenuti dentro il Beurspassage.

La galleria delle meraviglie di Amsterdam

Ci troviamo sulla Damrak, una delle strade più celebri e popolate di tutta Amsterdam, quella che collega la stazione centrale a piazza Dam e agli altri punti iconici della città. È proprio percorrendo questa via che possiamo arrivare davanti a una galleria delle meraviglie. Una via dello shopping sapientemente decorata che si presenta sin dalla sua inaugurazione come un capolavoro d’arte senza eguali.

Il Beurspassage, questo il suo nome, è una via dello shopping coperta che collega Damrak e la Nieuwendijk, due delle strade più vivaci e dinamiche dell’intera città. Al suo interno ci sono negozi di ogni genere che attirano cittadini e viaggiatori. Ma questa galleria, che strategicamente collega le due zone più vive di Amsterdam, è in realtà molto di più di una semplice strada dedicata allo shopping. E basta guardare le foro per capirne il motivo.

Beurspassage, Amsterdam

Fonte: 123rf/jordi2r

Beurspassage, Amsterdam

De Beurspassage

Una volta entrati nel Beurspassage, l’attenzione è completamente catturata e rapita da quel magnifico e straordinario soffitto che si estende per 450 metri quadrati di meraviglia.

La luce che proviene dai sette lampadari che percorrono il soffitto ad arco, mette in risalto i coloratissimi mosaici di vetro e le strabiliati raffigurazioni. Gli specchi apposti sui lati, poi, creano un continuo gioco di riflessi che incanta e stupisce a ogni passo.

Gli ornamenti sono opulenti e i colori eleganti, lo stile artistico delle raffigurazioni fa riferimento ai dettami occidentali e orientali, pur non rinunciando alla contemporaneità. Viene fuori così un capolavoro artistico senza eguali che sembra trasportare i visitatori in un mondo onirico e favolistico.

Al centro di tutto c’è l’acqua, l’elemento portante del Beurspassage. Appare nel verde smeraldo, che è il colore predominante, nei pesci e nelle bolle d’aria, nei riflessi che sembrano proprio creati dai giochi dell’acqua. Nella sua totalità l’opera è un omaggio a questo elemento, nonché ai canali di Amsterdam.

L’incanto continua e aumenta con l’osservazione diretta che permette di scorgere nuovi e inediti dettagli. I lampadari, per esempio, per forme e dimensioni ricordano quei complementi d’illuminazione tipici della tradizione classica, ma in realtà sono realizzati con diverse parti di biciclette. Osservandoli da vicino è possibile individuare ruote, raggi e manubri.

Anche il pavimento in granito, intarsiato con motivi ricorrenti, è un omaggio alla città e al materiale utilizzato per molti dei monumenti di Amsterdam. In qualsiasi direzione si muova la sguardo la passeggiata di trasforma in un’esperienza immersiva senza eguali.

A creare questo capolavoro d’arte visiva sono stati Arno Coenen e Iris Roskam, gli artisti visionari che hanno firmato un altro capolavoro unico nel suo genere: il Markthal di Rotterdam, in collaborazione con lo scultore Hans van Bentem.

Così, quel semplice corridoio dedicato allo shopping, è stato trasformato in un museo d’arte che ospita un’opera collettiva strabiliante. Il suo nome? Amsterdam Oersoep. E, tradotto letteralmente, vuol dire zuppa primordiale.

Beurspassage, Amsterdam

Fonte: Getty Images

Beurspassage, Amsterdam
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Sogni un’esperienza da Re Artù? Questo è il posto giusto

Può un solo hotel rendere magica un’intera avventura di viaggio? Assolutamente sì, sopratutto se in questo vivono e sopravvivono leggende di regnanti, cavalieri e maghi che da bambini ci hanno fatto sognare e che da grandi continuano a suggestionare.

Come quelle di Re Artù e del regno di Camelot, di Mago Merlino, della spada nella roccia e di tutti i cavalieri della tavola rotonda che oggi vivono e rivivono non solo nell’immaginario collettivo, ma anche in un hotel spettacolare dove poter vivere un’esperienza leggendaria.

Ci troviamo all’Excalibur Hotel and Casino, un resort di lusso situato a Las Vegas, considerato uno dei più belli e suggestivi del mondo proprio per il suo tema portante.

Una vacanza tra storia, mitologia e leggenda

Se c’è una cosa che abbiamo imparato durante i nostri ultimi viaggi è che non è tanto la destinazione a fare la differenza, quanto le esperienze che scegliamo di vivere. È per questo che negli ultimi anni la scelta dell’hotel è diventata caratterizzante per le nostre avventure.

Le strutture ricettive del mondo, infatti, si sono adeguate a quella crescente domanda di vivere esperienze e avventure uniche. Così sono nati gli hotel tematici, i lodge immersi nella natura, le case sugli alberi e i castelli a picco sul mare. Così è nato anche l’Excalibur Hotel and Casino.

Non stupisce che questo grandioso hotel che a prima vista, per forme e dimensioni, rimanda a mondi leggendari si trovi proprio a Las Vegas, e più precisamente sulla celebre Las Vegas Strip. Del resto è proprio su questa strada che troviamo alcune delle strutture ricettive più iconiche e stravaganti del mondo intero. Il Venetian Resort vi dice qualcosa?

Ispirato alle leggende di Re Artù e al mondo di Camelot l’Excalibur Hotel and Casino offre un’esperienza unica, un viaggio all’interno di un mondo a metà tra storia e fantasia che fino a questo momento aveva preso vita solo attraverso i cartoni animati, i film e i libri che avevamo letto.

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas

Fonte: Getty Images

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas

Excalibur Hotel and Casino: benvenuti a Camelot

Impossibile non notare quell’imponente struttura che campeggia sull’incrocio tra Las Vegas Boulevard con Tropicana Avenue, che più che una struttura ricettiva sembra un castello. E in effetti, per forme e architetture, è proprio a quello che vuole somigliare.

Excalibur Hotel and Casino è caratterizzato da torri sovrastate da guglie colorate, da grandi portoni di accesso e da un fossato che circonda la struttura, e che ricorda in tutto e per tutto il castello dove si riunivano Re Artù e i suoi cavalieri.

L’hotel è stato inaugurato il 19 giugno del 1990 e sin dalla sua apertura ha attirato la curiosità e l’interesse di viaggiatori da tutto il mondo per la sua originalità. Nonostante il passaggio di proprietà nel tempo, questa struttura ricettiva è rimasta una grande attrazione a Las Vegas, complici anche i numerosi spettacoli incentrati proprio sulle leggende di Re Artù che si tengono ogni giorno all’interno del resort.

Gli interni dell’Excalibur Hotel and Casino, poi, sono grandiosi. L’hotel ospita oltre 4000 stanze, 6 ristoranti a tema, 9 bar, un’area dedicata agli show, 2 piscine, 2 cappelle e un grandissimo casinò che si estende su una superficie di quasi 10000 metri quadrati.

Le due cappelle interne alla struttura, inoltre, offrono la possibilità di sposarsi. L’hotel mette a disposizione degli ospiti tutto ciò che serve per celebrare un matrimonio in perfetto stile medievale.

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas

Fonte: Getty Images

Excalibur Hotel & Casino, Las Vegas
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Per entrare in questo Paese ci vorrà il visto elettronico

Il 2023 sarà un anno di grandi cambiamenti per i viaggiatori, in special modo per i turisti che finora potevano recarsi in una delle destinazioni europee più ambite senza la necessità di avere con sé il passaporto né un visto. Tra non molto tempo, infatti, verrà introdotta una nuova misura denominata ETA (acronimo di “Electronic Travel Authorization”), un sistema di verifica che sarà applicato ai visitatori europei, italiani inclusi. Ecco tutte le novità da sapere.

Il Regno Unito introduce il visto elettronico per gli ingressi

Il Regno Unito si appresta a varare il visto elettronico per i viaggiatori in entrata. Come i sistemi esistenti negli Stati Uniti (ESTA), in Canada (ETA), in Australia (eTA) e in Nuova Zelanda (NZeTA), l’ETA approvato dal Governo britannico sarà utilizzato per una maggiore visibilità nella tracciabilità dei viaggi e per mantenere nuovi protocolli di attraversamento sicuro delle frontiere.

Secondo le autorità britanniche, il sistema ha lo scopo di ridurre i rischi per la sicurezza e di consentire la raccolta di maggiori informazioni sui viaggiatori che desiderino entrare nel Regno Unito. A sua volta, il Governo sarà in grado di bloccare in modo proattivo l’ingresso di persone che rappresentano un rischio percepito.

Chi richiede l’ETA dovrà fornire i propri dati biografici, biometrici e di contatto e rispondere a una serie di domande, prima di ottenere l’approvazione. A questo punto, le Autorità britanniche controlleranno le informazioni con i sistemi e i database governativi interni per determinare se il richiedente è idoneo a recarsi nel Regno Unito. Una volta implementate, le autorizzazioni saranno verificate in un documento o in formato digitale dai funzionari di viaggio prima della partenza dei passeggeri. Verranno inoltre applicati oneri di responsabilità e altre sanzioni ai vettori che non si assicureranno che i passeggeri abbiano ottenuto l’autorizzazione al viaggio.

Il sistema ETA dovrebbe diventare pienamente operativo entro il 2024. Nel frattempo, il governo ha adottato altre misure per preparare l’introduzione del visto elettronico. Già a marzo 2023, il Regno Unito dovrebbe lanciare una prima fase di test che coinvolgerà i turisti provenienti da Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman e Bahrain. Entro il terzo e quarto trimestre del 2023, ad ogni modo per la fine dell’anno prossimo, il governo britannico prevede l’introduzione del sistema ETA per tutti gli altri viaggiatori esenti da visto, inclusi gli italiani.

Quanto dura e quanto costa l’ETA

Al momento, non ci sono ancora molte informazioni riguardo all’introduzione del nuovo sistema ETA da parte del Regno Unito. Sembra, per ora, che il sistema garantirà ai turisti esenti da visto un’autorizzazione al viaggio per un solo ingresso, valida per un soggiorno massimo di sei mesi, oltre i quali non sarà più permesso rimanere all’interno del Paese, se non con un visto di diverso tipo (come per lavoro o studio).

I viaggiatori che entreranno nel Regno Unito per attività lavorative o commerciali a breve o lungo termine dovranno comunque ottenere un’autorizzazione al lavoro o permessi correlati, oltre all’approvazione ETA. Un bel cambiamento, se si considera che non molto tempo fa era possibile rimanere per un tempo indeterminato e vivere all’interno del Paese senza un documento apposito. Stando a quanto riportato dall’agenzia di viaggi francese “Echo Touristique”, ETA avrà un costo di 18 sterline, circa 21 euro.

Le regole d’ingresso nel Regno Unito

Dal 1° ottobre 2021, per l’ingresso nel Regno Unito è obbligatorio anche per i viaggiatori europei l’utilizzo di un passaporto valido. Come predisposto dalle guide fornite dal Governo britannico, i cittadini UE che risulteranno essere sprovvisti del passaporto per l’ingresso nel Regno Unito, potranno essere respinti alla frontiera.

Potranno continuare ad utilizzare la carta d’identità solo coloro che hanno aderito allo EU Settlement Scheme (Programma di residenza per cittadini europei), i lavoratori transfrontalieri, cittadini UE con permesso per ricongiungimento familiare all’interno dello EU Settlement Scheme e i cittadini UE con permesso per trattamento sanitario nel Regno Unito.

Cosa succede con le restrizioni anti-Covid

Per quanto riguarda le misure attuate durante l’emergenza sanitaria, le Autorità britanniche hanno annunciato la rimozione di tutte le restrizioni anti Covid-19 agli arrivi nel Regno Unito a partire dal 18 marzo 2022. Non è più necessario effettuare test prima della partenza o all’arrivo, né compilare il Passenger Locator Form. Le nuove disposizioni si applicano ai viaggiatori, siano essi vaccinati o meno, provenienti da tutti i Paesi del mondo.

Dal 1 giugno 2022, le misure restrittive per gli arrivi dall’estero, imposte durante la pandemia, non sono più in vigore nemmeno per i viaggiatori nel nostro Paese. Non è quindi più richiesto il Green Pass né altra certificazione equivalente per l’ingresso o il rientro in Italia. Tuttavia, tutti coloro che intendano recarsi all’estero, indipendentemente dalla destinazione e dalle motivazioni del viaggio, devono considerare che qualsiasi spostamento, in questo periodo, può comportare un rischio di carattere sanitario.

Si raccomanda, pertanto, di pianificare con massima attenzione ogni aspetto del viaggio, contemplando anche la possibilità che si possa risultare positivi proprio mentre si è in viaggio all’estero, nonché di dotarsi di un’assicurazione sanitaria che copra anche i rischi connessi al Covid-19. Prima di partire, è bene comunque tenersi costantemente aggiornati sulle eventuali modifiche alle misure adottate da ciascun Paese, incluso il Regno Unito, consultando il sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Viaggiare Sicuri.

L’Europa è pronta a introdurre l’Etias

Mentre il Governo del Regno Unito ha annunciato l’intenzione di richiedere a tutti i cittadini dell’Unione Europea l’autorizzazione ETA prima di entrare nel Paese, a partire da maggio 2023 l’Unione Europea introdurrà il il nuovo sistema di informazione e autorizzazione ai viaggi dell’UE (ETIAS).

Si applicherà ai cittadini di paesi terzi esenti dall’obbligo di visto, che dovranno ottenere un’autorizzazione ai viaggi preventiva, tramite una domanda online. Le informazioni presentate in ciascuna domanda saranno trattate automaticamente, interrogando le banche dati dell’UE e le pertinenti banche dati di Interpol per determinare se vi siano motivi per rifiutare l’autorizzazione ai viaggi. In assenza di riscontri positivi o di elementi che richiedono un’ulteriore analisi, l’autorizzazione sarà rilasciata automaticamente e in breve tempo.

L’ETIAS sarà valido per tre anni o fino al termine di validità del documento di viaggio registrato al momento della domanda, se precedente. Il permesso avrà un costo di 7 euro.

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I Bennifer innamorati pazzi (del Lago di Como)

Sono appena sbarcati sulle rive del Lago di Como, ospiti dei cittadini più famosi del Lario, per trascorrere un po’ di quella luna di miele infinita che dura da mesi, in uno degli angoli più romantici del mondo.

Stiamo parlando dei Bennifer, la coppia formata da Jennifer Lopez e Ben Affleck, la più glam dello star system, ancor più di quella dei padroni di casa, i Clooney, George e signora (Amal), dai quali soggiornano per una vacanza da sogno.

La coppia più bella del mondo ha pronunciato il fatidico “sì“ un mese fa a Las Vegas, poi ha celebrato il matrimonio in una tenuta da favola stile “Via col vento” nello Stato della Georgia di proprietà di Ben, il cui valore è stato stimato intorno ai 10 milioni di dollari.

Quello in Italia, in realtà, è il secondo viaggio di nozze dei Bennifer, che avevano trascorso la prima insieme ai figli a Parigi. Ma quello vero è questo, dove i due non nascondono di essere innamorati più che mai. Merito senza dubbio anche del Belpaese.

Da Villa Oleandra, la lussuosa dimora d’epoca di Laglio che da vent’anni appartiene a George, gli sposini sono andati alla scoperta delle bellezze del Lago di Como, tra gite in motoscafo e in scooter con tappa a Menaggio, sulla riva opposta, e cene romantiche vista lago, come quella consumata al Grand Hotel Tremezzo all’interno del quale c’è il ristorante La Terrazza Gualtiero Marchesi, che serve il risotto con la foglia d’oro e rilascia un certificato di autenticità, la cui proprietaria, Valentina De Santis, è appena stata eletta “Migliore Hotelier dell’anno” alla 34esima edizione della Virtuoso Travel Week 2022 di Las Vegas.

Lago di Como, meta top di fine estate

Il Lago di Como a fine estate sta come la Costiera Amalfitana in pieno agosto: tutti ci vogliono andare, tutti ci vogliono essere e tutti devono essere immortalati dalle fotocamere dei paparazzi e dagli smartphone dei turisti. Oltre ai Bennifer e ai Clooney, che sono arrivati già a inizio estate, sono state tantissime le celeb che l’hanno scelto per le loro vacanze quest’anno.

A fine giugno era venuta Lady Gaga, super ospite del matrimonio di un tycoon inglese che aveva affittato per un mese intero Villa Olmo a Como (non senza polemiche da parte degli abitanti perché, in teoria, è un luogo aperto a tutti). Evidentemente memore della precedente esperienza sul Lago di Como, quando era venuta a girare “House of Gucci“, dove ha interpretato il ruolo della protagonista Patrizia Reggiani, non aspettava altro che di tornare in questo luogo unico al mondo.

Altre star avvistate sul lungolago quest’estate sono le bellissime Uma Thurman e Charlize Theron che, impegnate entrambe sul set di un nuovo film girato sul Lago d’Iseo, hanno chiesto alla produzione di alloggiare a Cernobbio e Tremezzina.

S’è rivista in Italia dopo tanto tempo anche Paris Hilton, che ha trascorso qui una settimana di vacanza a inizio di agosto. Sicuramente avrà esclamato “Cool!”. E poi ancora la stella del basket dell’Nba, Michael Jordan che, in occasione di un matrimonio a cui era invitato, è stato ospite del lussuoso Mandarin Hotel di Blevio così come s’è visto John Legend, in vacanza a Cernobbio con la moglie con la quale, proprio qui, s’è sposato qualche anno fa.

Ma le sorprese potrebbero non essere ancora finite. Dalla settimana prossima, quando inizierà la Mostra internazionale del cinema di Venezia, saranno molti i volti noti a sbarcare sul nostro territorio. Già si vocifera dell’arrivo sul Lago di Como di Julia Roberts, (forse) ospite di George Clooney con il quale presenterà proprio a Venezia il nuovo film che i due hanno girato insieme, “Ticket to Paradise”. Occhi aperti e smartphone pronti.

 

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Il borgo abbandonato della Sardegna che rivive due giorni all’anno

Osini Vecchio è un antico borgo della Valle del Pardu, nella Sardegna centro-orientale, quella zona meglio conosciuta dai turisti come Ogliastra in provincia di Nuoro.

Abbandonato a causa di un’alluvione nel 1951, che mise in ginocchio il borgo e i suoi abitanti, rivive due giorni all’anno in occasione della festa in onore di Santa Susanna.

La festa consiste fondamentalmente in una processione durante la quale la statua lignea di Santa Susanna Martire viene portata da Osini Nuovo a Osini Vecchio nella chiesa del ‘600 a lei dedicata, l’unico edificio rimasto in piedi insieme a poche case e alla fontanella nella piazza. L’evento si celebra il 10-11 agosto e si conclude sempre con una bella grigliata, tipici coccois prenas sardi, musica e divertimenti.

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Fonte: @Mattia Loi

Gli edifici rimasti a Osini Vecchio in Sardegna

Il progetto di rinascita di Osini Vecchio

Negli ultimi anni, però, è partito un progetto per far rinascere, anche dal punto di vista turistico oltre che sentimentale, l’antico paese e che ci siamo fatti raccontare da Mattia Loi che ha vissuto il borgo in prima persona grazie alla nonna che gli ha trasmesso la passione per questo luogo e che è anche  il promotore di questa bellisisma iniziativa.

“Oggi, il nuovo paese di Osini sorge poco più su rispetto all’originale (si trova a circa 650 metri di quota, ndr) e gli abitanti non hanno perso l’abitudine di trascorrere il loro tempo libero a Osini Vecchio, curandolo, per quanto possibile”, racconta Mattia.

“Orti, animali da pascolo, affreschi, utensili da giardino e da cucina sono gli elementi che fanno da cornice ancora oggi al borgo abbandonato. Gli elementi che arricchiscono maggiormente il borgo sono i vari vissuti, ma soprattutto le emozioni della gente che lo ha abitato in prima persona. Questi ricordi vivi in loro vengono tramandati ai più giovani perché l’identità di Osini Vecchio è ancora oggi molto forte.

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Fonte: @Mattia Loi

La chiesa di Santa Susanna a Osini Vecchio, nell’Ogliastra

È da tre anni che è nato il progetto digitale che ha lo scopo di valorizzare un patrimonio quasi dimenticato e che permette di rivivere le emozioni del passato passeggiando tra ciò che resta dell’antico abitato.

Storia e storie di Osini Vecchio

“Seppur l’avvenimento più importante sia triste e negativo (l’alluvione), per molti abitanti del posto, i ricordi positivi superano la tristezza”, spiega Mattia. “Ne è testimone Javier, un ragazzo argentino di 34 anni che, essendo cresciuto con i racconti del vecchio borgo della nonna Hortensia, ha deciso di scrivere un messaggio alla pagina Facebook alla ricerca speranzosa di qualche parente ancora in vita.

Infatti, dopo varie ricerche attraverso la pagina e grazie all’intera comunità, Javier ha avuto modo di conoscere i suoi parenti osinesi arrivando direttamente dall’Argentina per conoscerli in prima persona.

Durante il soggiorno, la nonna Hortensia ha potuto rivivere il proprio paesello grazie ai contenuti del sito, delle pagine social e grazie al video realizzato dal nipote Javier, ma ahimè, arrivando, purtroppo a spegnersi qualche mese dopo alla veneranda età di 96 anni”.

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Fonte: @Mattia Loi

L’interno di una casa a Osini Vecchio

Il progetto digitale

“Ancora oggi il vecchio borgo è protagonista di tante storie e testimonianze, ma anche di tante visite di turisti regionali e nazionali”, ci spiega Mattia “che hanno la possibilità di visitarlo grazie ai QR code installati tra le vie e le indicazioni nel sito.

Il progetto digitale è ancora agli albori, ma presenta ampi margini di miglioramento, perché i ricordi vanno prima creati e poi preservati”.

Una zona turistica

Quella intorno a Osini Vecchio è una zona di grandissimo interesse turistico. Nel territorio sono infatti presenti nuraghi e tombe dei giganti. Tra questi, il Nuraghe Serbissi, datato tra il XVII e il X secolo a.C., che è tra i più importanti dell’Ogliastra, considerato una delle costruzioni meglio conservate e più caratterizzanti della civiltà nuragica sarda.

Questa struttura, ancora in ottimo stato, è composta da nuraghe a quattro torri, villaggio, grotta, due tombe di giganti e, vicino, altri due nuraghi monotorre.

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Fonte: @Wikimedia Commons – MrAndre

Il Nuraghe Serbissi tra i meglio conservati della Sardegna

Ma in cima al “Taccu” di Osini, l’altopiano a quasi mille metri d’altezza che sovrasta il paese e che domina l’Ogliastra sono molti altri i nuraghi che si possono visitare, come quelli di Urceni, Samuccu, Orruttu, Truculu e Sanu.

E poi c’è un altro monumento molto famoso, questa volta naturale, che merita una visita. Si tratta della Scala di San Giorgio e consiste in una spaccatura della roccia che, secondo la leggenda, si è formata grazie a un miracolo di San Giorgio, da cui il nome del luogo.

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Giardini delle meraviglie: quali fotografare per avere il pieno di like

Chiudete gli occhi e immaginate un luogo in cui la natura è assoluta protagonista. Un giardino delle meraviglie, in cui perdersi e immergersi, che sa inebriare e stordire i sensi con i suoi profumi e i suoi colori. Un luogo che celebra la vita e la bellezza che appartiene al mondo che abitiamo.

Ora aprite gli occhi perché questo luogo esiste davvero. E non ce n’è solo uno al mondo, ma ce ne sono tantissimi. E tutti sono unici, straordinari e quasi magici. Bellissimi.

Stiamo parlando dei giardini botanici, che sembrano dei capolavori artistici, che rappresentano la più nobile delle unioni, quella tra uomo e natura. Ed è proprio in queste oasi naturalistiche che vogliamo portarvi oggi per scattare istantanee di immensa meraviglia, per conservarle nelle vostre gallery del cuore, per condividerle e fare il pieno di like.

I giardini botanici più instagrammabili d’Europa

Se è un tour delle meraviglie che vogliamo fare in Europa, allora, non possiamo che aggiungere al nostro itinerario quelli che sono considerati i giardini botanici più instagrammabili d’Europa, soprattutto se l’idea è quella di condividere le fotografie di viaggio per creare un feed straordinario e mozzafiato.

Ad aiutarci a individuare quali sono i luoghi più belli, da vedere e fotografare, ci ha pensato Savoy Stewart che ha preso in considerazione 70 tra i più famosi giardini botanici d’Europa e del mondo per poi analizzare le loro apparizioni su Instagram e individuare i più condivisi in Europa e nel mondo intero.

Al primo posto, con i suoi padiglioni suggestivi e un’infinita collezione di piante e fiori provenienti da ogni parte del mondo, troviamo i Royal Botanic Gardens a Kew. Situato a pochi chilometri dalla città di Londra, questo immenso parco che si snoda per oltre 100 ettari, ospita migliaia di esemplari floristici straordinari. I giardini, frequentati dai cittadini e dai viaggiatori di tutto il mondo, sono gli stessi giardini che hanno stregato Virginia Woolf che proprio qui ha scelto di ambientare uno dei suoi più racconti brevi.

Al secondo posto, invece, troviamo il Parco di Keukenhof e questo non ci stupisce. Il celebre giardino dei tulipani nei Paesi Bassi, infatti, è un tripudio di bellezza che lascia senza fiato. Nonostante sia accessibile per sole 8 settimane all’anno, nel pieno della fioritura dei tulipani, resta una delle mete più raggiunte e fotografate dai viaggiatori di tutto il mondo.

Per conoscere il terzo giardino botanico più instagrammabile d’Europa dobbiamo recarci in Francia. È qui che possiamo entrare nel Jardin des Plantes in Francia. Con la sua superficie di quasi 300 metri quadrati, questo giardino si è aggiudicato il primato di più grande di tutto il Paese. Al suo interno sono presenti sette aree, tra cui una dedicata alle erbe medicinali di uso tradizionale.

Jardin des Plantes Francia

Fonte: 123rf

Jardin des Plantes, Francia

I giardini botanici più instagrammabili del mondo

Se volete spingervi oltre l’Europa, per scattare fotografie incredibili, allora il primo luogo da raggiungere è Singapore. I Gardens by the Bay, infatti, sono i giardini botanici più instagrammati al mondo. Trovarli in cima alla classifica non ci stupisce poi tanto, del resto oltre alle piante e all’acqua che creano un paesaggio straordinario, questo parco ospita anche i celebri alberi giganti che creano un’atmosfera fiabesca e che sono simbolo e cartolina della città-stato.

Al secondo e al terzo posto della classifica mondiale, troviamo due “vecchie conoscenze” che sono, rispettivamente, i Royal Botanic Gardens Kew e il Parco di Keukenhof.

Al quarto posto, invece, troviamo il Giardino Kenrokuen a Kanazawa, uno dei più popolari e frequentati di tutto il Giappone. Conosciuto anche come Giardino delle sei sublimità, questo luogo offre scorci incredibili e paesaggi straordinari che cambiano a ogni stagione e che meravigliano ogni volta.

Al quinto posto troviamo l’iconico Jardin Majorelle, un’oasi di colori e di meraviglie a Marrakech che attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo. Ideato dal pittore orientalista Jacques Majorelle, che scelse di stabilirsi nella città che aveva conquistato il suo cuore, questo eden naturale vanta una collezione botanica unica incorniciata da sculture e architetture dipinte di blu.

Royal Botanic Gardens a Kew

Fonte: 123rf

Royal Botanic Gardens a Kew

Tra i giardini botanici più instagrammati del mondo: tre sono italiani

Anche l’Italia ha i suoi giardini delle meraviglie, angoli di paradiso che incantano e che attirano ogni giorno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Nella classifica mondiale stilata da Savoy Stewart ci sono anche tre giardini botanici italiani e sono Villa Taranto, l’Orto Botanico di Padova e La Mortella, che hanno guadagnato rispettivamente il 32° posto, il 42° posto e il 48° posto. Scopriamoli insieme.

Villa Taranto

Situata sulle sponde del Lago Maggiore, e adagiata sul promontorio della Castagnola a Verbania, ecco apparire in tutta la sua magnificenza Villa Taranto. I giardini rappresentano nn concentrato naturalistico di meraviglie che permette di fare un viaggio intorno al mondo grazie alle migliaia di piante e specie botaniche provenienti da tutto il mondo e collocate in ogni angolo di quell’immenso parco che si snoda per 16 ettari.

Orto Botanico di Padova

Nella lista mondiale dei giardini botanici più instagrammati al mondo, troviamo al 42° posto l’Orto Botanico di Padova. Fondato nel 1545, è considerato il giardino più antico del mondo che conserva ancora la sua postazione originaria.

L’area, che si estende per poco più di due ettari proprio nel cuore della città, è un vero e proprio paradiso di biodiversità con i suoi 6000 esemplari e le oltre 3000 specie botaniche. Dal 1997, l’Orto Botanico di Padova, è diventato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Giardino Botanico La Mortella

Per conoscere, esplorare e fotografare il terzo giardino della classifica stilata da promontorio da Savoy Stewart, dobbiamo recarci a Forio, nella parte occidentale dell’Isola di Ischia. È qui che troviamo il Museo-giardino commissionato da Lady Walton, moglie del compositore inglese William, all’architetto paesaggista Russell Page.

Il Giardino Botanico La Mortella non ha bisogno di presentazioni. Si tratta di un luogo estremamente suggestivo e affascinante che attira viaggiatori da tutto il mondo, un giardino pittoresco incastonato tra formazioni rocciose e scorci straordinari, che ospita un’incredibile e variegata collezione di piante mediterranee e subtropicali che vivono e convivono insieme a elementi sculturei e architettonici che creano un paesaggio da fiaba.

Giardino Botanico La Mortella, Ischia

Fonte: 123rf

Giardino Botanico La Mortella, Ischia