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Sogni di trasferirti? Quest’isola italiana ti paga per farlo

Il desiderio di lasciare tutto e di trasferirsi dall’altra parte del mondo per brevi o lunghi periodi è affiorato nella mente tutti, almeno una volta nella vita.

C’è chi poi questo pensiero lo ha trasformato in un’idea fissa, in un sogno da realizzare. È questo è vero soprattutto per tutte quelle persone che sentono l’esigenza di esplorare il mondo, le culture e tutte le meraviglie che gli appartengono.

Ma per cambiare vita, in realtà, non c’è bisogno di guardare poi così lontano, perché c’è una nuova opportunità per tutti coloro che vogliono lasciare tutto e trasferirsi, e si trova in Italia, in uno dei territori più affascinanti e straordinari del BelPaese.

Benvenuti in Sardegna

Ci troviamo in Sardegna, nella meravigliosa terra circondata dal Mar Mediterraneo, un territorio che da secoli affascina e stupisce per le sue incredibili bellezze, come quei 2000 chilometri di costa bagnata dalle acque turchesi, intervallate da spiagge sabbiose, e quell’entroterra montuoso che ospita una natura selvaggia e incontaminata.

È proprio qui, in un paesaggio frastagliato e incredibile, che si snodano città, paesi e villaggi che offrono un’opportunità unica, quella di trasferirsi e vivere in una delle isole più belle del mondo intero.

L’opportunità arriva direttamente dalla regione che, per combattere contro lo spopolamento di alcuni paesi dell’isola, ha scelto di erogare un contributo a fondo perduto per tutte le persone che sceglieranno di trasferirsi qui, acquistando casa e stabilendo la residenza.

La Sardegna ti paga per trasferirti sull’isola

La Sardegna è sempre un’ottima idea, non solo per un viaggio di breve durata, ma anche per tutti coloro che sognano di vivere a ritmo slow in un paesaggio estremamente affascinante e seducente.

Se l’idea di lasciare la città e trasferirvi in un paesino vi entusiasma, allora questa è l’opportunità che proprio non potete lasciarvi scappare. La regione, infatti, ha messo a disposizione un contributo che può arrivare fino a 15000 euro per chi acquista una casa e trasferisce qui la sua residenza.

L’idea di base accomuna tutti quei territori che, negli ultimi anni, hanno dovuto contrastare lo spopolamento di borghi e villaggi, mettendo in atto diverse iniziative tra cui anche la vendita di case a 1 euro.

Gli stessi paesi sardi, in passato, hanno adottato iniziative simili, ma attualmente è stata proprio la regione a realizzare un programma ben preciso che vede il coinvolgimento di moltissimi piccoli comuni che si snodano sul territorio.

Il finanziamento erogato dalla regione ha una copertura di 45 milioni di euro, questo vuol dire che circa tremila acquirenti, tra cui famiglie, coppie e singoli, potranno beneficiare del contributo.

Un contributo a fondo perduto che può arrivare fino a 15000 euro e che sarà riservato a tutti coloro che sceglieranno di acquistare una casa, e di ristrutturarla, in uno dei comuni coinvolti nel progetto. Nello specifico, la regione si impegna a restituire il 50% della spesa sostenuta con un massimale di 15000 euro.

La scelta della destinazione, però, non è lasciata al caso. Il progetto, infatti, riguarda solo villaggi, borghi e paesi che non abbiano oltre 3000 abitanti.

Come funziona

Se state prendendo seriamente in considerazione l’idea di trasferirvi in Sardegna, non vi resta che attendere i bandi dei singoli comuni per fare domanda.

Come abbiamo già detto, il contributo riguarda tutti quei piccoli territori abitati da meno di 3000 persone. Una volta approvata la domanda, il richiedente avrà tempo 18 mesi dall’acquisto della casa per trasferire la residenza, mentre chi vive già nel territorio dovrà solo spostarsi in uno dei paesi coinvolti.

Il progetto sarà valido dal 2022 fino al 2024. Avete tempo per pensarci, quindi, ma il consiglio è quello di cogliere al volo questa opportunità.

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Destinazioni Viaggi

Dormire tra le nuvole: l’esperienza vertiginosa

Ogni giorno migliaia di viaggiatori si mettono in partenza per vivere l’esperienza più incredibile di sempre, quella chiamata viaggio. Un’avventura che non si limita solo alla scelta e al raggiungimento di una destinazione o alla visita delle sue attrazioni iconiche, ma che passa anche per gli alloggi.

Strutture ricettive immerse nella natura, case sugli alberi, ecolodge nei boschi e poi, ancora, edifici bizzarri e stanze a tema. Queste sono solo alcune delle centinaia proposte inedite e originali che contribuiscono a rendere indelebili i nostri ricordi di viaggio.

Ma se è un’esperienza vertiginosa e unica che volete vivere, allora, non vi resta che prenotare una stanza ad alta quota, in quelli che sono gli hotel più alti del mondo che svettano verso il cielo, e che vi permetteranno di poter dormire sulle nuvole.

Dormire tra le nuvole a Shanghai

È un viaggio intorno al mondo, quello che facciamo oggi, per scoprire quelle strutture ricettive che svettano verso il cielo e culminano lì, proprio tra le nuvole.

La vista, da terra, è spettacolare, ma è salendo fino in cima che è possibile ammirare paesaggi incredibili che si perdono all’orizzonte.

Se non soffrite di vertigini, allora, la prima destinazione da raggiungere è Shanghai. Ci troviamo a Lujiazui, centro nevralgico della vita finanziaria di città, noto soprattutto per quei grattacieli futuristici che svettano verso il cielo disegnando in maniera unica lo skyline. È qui che si trova il J Hotel Shanghai Tower.

Inaugurata nel 2021, questa torre che si innalza per 632 metri, ospita al suo interno un hotel spettacolare che si snoda tra l’84esimo e il 120esimo piano, con 165 camere, 34 suite, un centro benessere, numerosi ristoranti e bar e una piscina.

Dormire a questa altezza è un’esperienza da brivido, ma anche esclusiva. L’hotel, infatti, mette a disposizione numerosi servizi di lusso, come un maggiordomo personale pronto a esaudire ogni desiderio degli ospiti della struttura.

J Hotel Shanghai Tower

Fonte: Getty Images

J Hotel Shanghai Tower, interni

Gli hotel più alti del mondo

Quello di Shanghai non è l’unico hotel che offre l’esperienza unica di dormire tra le nuvole. A Dubai, infatti, troviamo un’altra imponente struttura che offre un pernottamento unico.

Si tratta del JW Marriott Marquis Hotel di Dubai, un edificio straordinario che svetta verso il cielo arrivando a raggiungere i 355 metri di altezza. Dotato di oltre 1500 camere, e una zona per gli eventi di quasi 8000 metri quadrati, quest’hotel offre ai suoi ospiti anche una grandissima piscina situata all’ultimo piano, dalla quale è possibile ammirare l’incredibile skyline di Dubai.

Restiamo in città per scoprire un’altra struttura straordinaria. Si tratta del Gevora Hotel di Dubai, ex Guinness World Records per altezza. Servizi di lusso e arredamenti opulenti caratterizzano le 582 camere che costituiscono questo albergo verticale che con i suoi 356,3 metri arriva a sfiorare le nuvole.

Non c’è bisogno, però, di andare dall’altra parte del mondo per dormire ad alta quota. In Europa, infatti, esiste una struttura ricettiva che per altezza non ha nulla a che invidiare con gli hotel che abbiamo appena visto.

Stiamo parlando dell’Hotel Shangri-La, una struttura ricettiva situata tra il 34esimo e il 52esimo piano di un edificio che svetta nel cuore di Londra con i suoi oltre 300 metri di altezza. Affacciato sul Tamigi, l’hotel offre una vista mozzafiato e da brividi sulla capitale e sul suo skyline.

Shangri-La

Fonte: Getty Images

Shangri-La, Londra
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Borghi Viaggi

Sulla Via Emilia, la bellezza di Savignano sul Rubicone

“Il dado è tratto”: così disse Giulio Cesare quando, in una lontanissima notte del 49 a.C., attraversò il fiume Rubicone a capo di un’armata che avrebbe presto marciato su Roma, dando il via nientemeno che ad una guerra civile. Ed è proprio qui, nel borgo di Savignano sul Rubicone, che questa frase storica venne pronunciata, cambiando probabilmente per sempre il corso degli eventi. Oggi c’è ancora una splendida testimonianza di quanto avvenuto così indietro nel tempo, ed è solo uno dei tanti motivi per cui andare alla scoperta di questo paese graziosissimo.

Savignano sul Rubicone, un luogo ricco di storia

Nella cornice delle prime, rigogliose colline romagnole, il borgo di Savignano sul Rubicone sorge lungo la Via Emilia: quest’ultima era un’antichissima strada romana nata per collegare le città di Rimini e Piacenza, due importanti centri del traffico commerciale dell’epoca. Un luogo, insomma, ricco di storia: il borgo, come abbiamo anticipato, è stato protagonista di un appuntamento diventato famosissimo. Nel punto in cui Giulio Cesare attraversò il fiume, oggi c’è un ponte che ci ricorda l’episodio.

Il Ponte Romano sul Rubicone, realizzato in tre grandi arcate formate da blocchi di pietra d’Istria, è in realtà d’epoca successiva. Le sue origini non sono molto chiare, ma per alcuni esperti sarebbe stato costruito dal primo imperatore romano Augusto, quindi risalirebbe al I secolo d.C. Nonostante questo, per molti rimane la più suggestiva testimonianza della marcia di Giulio Cesare e dei suoi soldati verso la città di Roma, ed è proprio per il ponte che il grazioso borgo di Savignano è diventato così famoso.

Le bellezze di Savignano sul Rubicone

Savignano sul Rubicone è situato in una posizione meravigliosa: si trova a pochi chilometri dal mare, ma ha una piccola frazione che si affaccia sull’Adriatico. Il suo litorale, una lingua di sabbia lunga appena 240 metri della Riviera Romagnola, ha permesso al borgo di stabilire il record del comune costiero italiano meno bagnato dal mare. In compenso, paesaggi d’acqua non mancano, grazie allo spumeggiante scorrere del fiume Rubicone, lungo le cui sponde si snoda il centro storico.

Qui si possono ammirare splendide architetture antiche, tra cui la suggestiva Chiesa di Santa Lucia e la più piccina Chiesa di San Rocco, gioiello medievale che custodisce bellissime opere d’arte. Per chi ama fare un tuffo indietro nel tempo, a Savignano ci sono antiche ville nobiliari e deliziosi palazzi sulle cui mura è scritta la storia dell’architettura. Da Villa Rasponi, immersa in un ampio parco all’inglese, al Palazzo Comunale, con la sua imponente torre civica, passando per Palazzo Vendemini e la biblioteca che ospita ormai da anni: impossibile non rimanere affascinati da cotanta ricchezza.

Basta poi allontanarsi pochissimo dal borgo per poter visitare il Castello di Ribano, un’antica casa fortificata risalente a prima del XII secolo. Qui oggi c’è un’azienda enologica che produce alcuni dei vini più rinomati della regione: cosa c’è di meglio per scoprire le prelibatezze del territorio? In autunno, con la vendemmia e il fascino incredibile del foliage, Savignano assume un aspetto quasi magico. E proprio in questo periodo si tiene il SI Fest (Savignano Immagini Festival), uno degli appuntamenti più importanti per gli amanti della fotografia.

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Asia Giappone Notizie Viaggi viaggiare

Il Giappone allenta le frontiere: le novità

Notizie positive per chi desidera visitare per la prima volta (o tornare ad ammirare) il Giappone: dopo due lunghi anni di stop, anche il Paese del Sol Levante sta progressivamente allentando le restrizioni all’ingresso dei visitatori stranieri.

E se dal 10 giugno la riapertura al turismo era già in atto, dal 7 settembre ci sono ulteriori novità per tornare a viaggiare.

Viaggi in Giappone: le novità

Dopo la riapertura dei confini al turismo dal 10 giugno (quando i gruppi organizzati gestiti da tour operator hanno ottenuto nuovamente l’autorizzazione a viaggiare per turismo), dal prossimo 7 settembre il Giappone continuerà ad allentare le misure per i viaggiatori in entrata.

A partire da quella data, infatti, non sarà più richiesto un test PCR negativo effettuato entro 72 ore dalla partenza, a condizione che si sia completato il ciclo vaccinale con 3 dosi.

Ma non è tutto: durante una conferenza stampa, il Primo Ministro Kishida ha anche annunciato l’intenzione di spostare il limite degli ingressi giornalieri (che include i cittadini giapponesi di ritorno dall’estero) dagli attuali ventimila a cinquantamila, sempre dal 7 settembre.

Inoltre, presto non sarà più in vigore neppure l’obbligo di essere seguiti da un accompagnatore durante la permanenza in Giappone, rimanendo all’interno di visite guidate; tuttavia, il viaggio dovrà sempre essere organizzato da un tour operator.

I viaggiatori singoli potranno quindi tornare a scoprire il Paese del Sol Levante senza restrizioni, una notizia positiva che apre importanti spiragli di luce verso il sospirato ritorno alla normalità: basti pensare che nel 2019, prima della pandemia, i turisti stranieri erano circa 32 milioni mentre nel 2021 il numero è drasticamente precipitato a circa 246.000.

Le regole finora in vigore per andare in Giappone

L’allentamento delle restrizioni annunciato dal 7 settembre è una ventata di aria fresca dopo due lunghi anni segnati dalle chiusure e dalle rigide regole per i viaggi.

In particolare, il Giappone è il Paese che mantiene le regole più severe alle frontiere tra i Paesi del G7 con una quota di arrivi giornalieri limitata a ventimila persone e la richiesta del test Pcr negativo (non è più necessaria invece la quarantena).
Inoltre, non riconosce il certificato di guarigione da Covid-19 in sostituzione di una dose vaccinale.

Dal 10 giugno, i turisti stranieri, tra cui gli italiani, possono recarsi nel Paese nipponico soltanto in gruppi organizzati con pacchetti turistici e il visto con l’invito di una dmc locale, con il risultato di un test Pcr effettuato prima della partenza e il certificato di avvenuta vaccinazione con tre dosi.
Un provvedimento che è comunque stato accolto come un segnale positivo e che ha permesso a un elenco di 36 nazioni di tornare a scoprire le bellezze del Sol Levante con l’obiettivo di rilanciare il turismo giapponese.

Un primo passo per il totale ripristino dei flussi turistici con un occhio di riguardo al turismo sostenibile, al turismo di lusso e all’adventure tourism.

Ora, con il nuovo allentamento delle misure di controllo alle frontiere previsto per il 7 settembre, il Giappone mira ad adeguarsi agli altri Paesi del G7 accettando i viaggiatori singoli e riaprendo la strada al turismo pre pandemia.

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America Centrale città Notizie Santo Domingo Viaggi

Il lavoro dei sogni esiste: vi porta nella Repubblica Dominicana (e non solo)

Lavorare senza smettere di viaggiare e viceversa: è questo il sogno degli avventurieri di tutto il mondo. Un desiderio che negli ultimi anni è diventato realtà grazie alla sempre più diffusa modalità di lavoro in smart working.

Nomadi digitali e lavoratori da remoto, infatti, hanno abbracciato e accolto con entusiasmo questa possibilità scegliendo di trasferirsi per brevi o medi periodi in Paesi stranieri e paradisi terrestri. Tutto questo è stato possibile anche grazie alle chiamate di alcune destinazioni del mondo che, per attirare la loro attenzione, hanno messo a disposizione dei lavoratori visti, spazi di coworking e altri benefit.

Se state cercando la vostra occasione per viaggiare ed esplorare terre sconosciute, allora non potete perdere questa chiamata aperta a tutti i nomadi digitali e ai lavoratori da remoto. Un’offerta di lavoro estremamente seducente che vi condurrà direttamente nei luoghi più belli del mondo intero. Chi ha voglia di trasferirsi?

Lavorare a Santo Domingo e non solo: l’offerta di lavoro

Come lo immaginate, voi, il lavoro dei sogni? Se l’idea è quella di lavorare al laptop davanti a una vista mozzafiato, allora, non potete farvi sfuggire questa incredibile opportunità.

Obiettivo Tropici, infatti, sta cercando travel blogger e content creator disposti a trasferirsi dall’altra parte del mondo per tre mesi.

L’azienda, che opera da anni nei servizi turistici nazionali e internazionali, ha appena aperto le candidature per professionisti disposti a lavorare in un resort a Santo Domingo. Proprio qui, nella capitale della Repubblica Dominicana, nonché una delle città più antiche di tutti i Caraibi, sarà possibile vivere un’esperienza lavorativa da sogno con vista su un mare mozzafiato.

Non solo Repubblica Dominicana, però, le destinazioni in cui trasferirsi sono molteplici e sono tutte straordinarie. Tra queste, infatti, troviamo anche Cuba, Kenya, Egitto e Isole Canarie.

L’offerta è davvero affascinante, sopratutto per chi ha voglia di mettersi in gioco e vivere un’esperienza unica. Ai candidati scelti, sarà data la possibilità di trasferirsi all’interno di una struttura ricettiva locale e di lavorare immersi in un’atmosfera incredibile. Vitto e alloggio sono garantiti, così come lo è il compenso mensile.

Come candidarsi al lavoro dei sogni

Se l’idea di lasciare tutto e trasferirvi dall’altra parte del mondo, anche se per soli tre mesi, vi entusiasma, allora non potete lasciarvi sfuggire questa opportunità.

La ricerca di Obiettivo Tropici, come abbiamo detto, è rivolta a travel blogger e content creator, figure professionali in grado di creare contenuti multi formato da destinare a diversi canali di comunicazione.

Oltre all’esperienza professionale, che è imprescindibile per la selezione, è richiesto anche uno spirito di avventura, tanta creatività e, ovviamente, una sfrenata passione per i viaggi.

Le partenze sono previste per la stagione invernale e i candidati scelti avranno vitto e alloggio garantito all’interno di resort e strutture ricettive, con un compenso mensile che parte da 500 euro. Le destinazioni, come abbiamo anticipato, sono Repubblica Dominicana, Cuba, Kenya, Egitto e Isole Canarie.

Se vi riconoscete nel profilo delineato dall’azienda, allora, non vi resta che inviare la vostra candidatura via mail a info@obiettivotropici.it. Buona fortuna a tutti!

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lusso piscine Vacanze natura Viaggi

In Italia esiste una piscina naturale che sembra un sogno

Esistono luoghi nel mondo che incantano e stupiscono perché custodi di una grande e straordinaria bellezza. Sono gli stessi che raggiungiamo appena possiamo, affrontando viaggi lunghissimi che ci portano da una parte all’altra del globo.

Eppure non c’è bisogno di andare così lontano per scoprire tutte quelle meraviglie naturalistiche che appartengono al nostro pianeta, perché l’Italia è un concentrato di tesori preziosi che aspettano solo di essere scoperti.

Ed è proprio nel BelPaese che oggi restiamo, per scoprire uno dei paesaggi più suggestivi e affascinanti del sud della nostra penisola. Ci troviamo in Puglia e più precisamente al cospetto della piscina naturale vista mare di Marina Serra.

Una vasca naturale vista mare

Il mare è da sempre la meta più desiderata e raggiunta delle vacanze, del resto è lui che incanta e stupisce, ed è sempre lui che bagnando le sabbie dorate, e perdendosi nell’infinito, dà vita a quelli che sono i panorami più suggestivi del mondo intero.

E oggi è proprio davanti a uno scenario idilliaco che ci troviamo, una di quelle meraviglie che sono state plasmate sapientemente da Madre Natura. Si perché lungo la costa adriatica del Salento, già celebre per il suo mare e le sue spiagge dorate, c’è una piscina naturale che sembra un sogno a occhi aperti.

Protetta dagli scogli e dalla costa, alla stregua di un tesoro prezioso, c’è la piscina di Marina Serra, un’insenatura a forma di mezza luna, caratterizzata da acque turchesi e cristalline che sfiorano il mare circostante perdendosi in esso.

La piscina si palesa davanti agli occhi di chi guarda generando incanto e stupore, tutto merito di quel tripudio di sfumature di azzurro che brillano sotto i raggi del sole e che fanno da contrasto a insenature e anfratti.

Per raggiungerla, è necessario percorrere un sentiero estremamente suggestivo fatto di scalinate scavate nella roccia e archi naturali. È proprio al termine di questo percorso che il paesaggio si manifesta in tutto il suo splendore, invitando i visitatori a perdersi e immergersi in questa vasca delle meraviglie.

Storie e leggende della piscina naturale di Marina Serra

Per scoprire, esplorare e nuotare in questa piscina naturale dobbiamo recarci a Marina Serra, un pittoresco rione di appena 28 abitanti, situato nel comune di Tricase, in provincia di Lecce.

È qui che si trova questo gioiello naturalistico, tanto bello quanto suggestivo. Le sue origini, infatti, sono legate a una misteriosa leggenda che ancora oggi affascina cittadini e turisti.

La storia vuole che questa insenatura sia stata creata dal diavolo in persona in una sola notte a seguito di un litigio con un sanguinario principe che viveva in questa zona. Si narra che la furia del diavolo distrusse la chiesa e il campanile appena eretti, e che proprio qui quando soffia il vento è possibile ancora udire il suono delle campane.

Indipendentemente dal fatto che scegliate di credere a questa leggenda, la piscina naturale di Marina Serra è uno spettacolo straordinario che vale la pena di vedere e di vivere almeno una volta nella vita. Un angolo di paradiso sospeso tra mare e cielo che offre un panorama unico nel suo genere.

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fondali marini Notizie Viaggi

Pazzesca scoperta nei fondali della Manica

È di questi giorni una nuova sensazionale scoperta archeologica che va ad aggiungersi alle innumerevoli che aiutano a conoscere sempre meglio il passato e a vederlo con i nostri occhi. Hanno finalmente un’identità i tre relitti rinvenuti nel 1990 dal subacqueo Cristian Cardin.

Ritrovate le imbarcazioni della flotta di Luigi XIV annientate nella battaglia di Hogue

L’annuncio è arrivato dal ministero della Cultura francese: i tre relitti al largo della Manica appartengono alla flotta di Luigi XIV distrutta durante la battaglia di Hogue contro l’alleanza anglo-olandese che venne combattuta dal 19 al 23 maggio 1692 poiché il re francese voleva sbarcare in Inghilterra per appoggiare il ritorno al trono di Giacomo II.

I resti delle imbarcazioni si trovano al largo della costa di Saint-Vaast-la-Hougue in Normandia da oltre tre secoli ed erano stati individuati nel 1990 dal subacqueo Cristian Cardin grazie a un magnetometro.
Cardin aveva segnalato la scoperta alle autorità francesi e, dopo ulteriori immersioni, era stato rinvenuto del legno ma le ricerche non erano poi proseguite.

Oggi, invece, il dipartimento delle ricerche archeologiche subacquee e sottomarine (Drassm) ha effettuato uno studio sui tre relitti giungendo alla conclusione che sono collegati alla battaglia di Hogue.

Dall’indagine è emerso che le strutture in legno sono piuttosto rovinate e che due delle navi si trovano sepolte sotto un metro di fango il che fa supporre siano ben conservate ma l’accesso a esse si preannuncia costoso e complicato.

Ovviamente, come segnalato dall’archeologa responsabile della missione, Cècile Sauvage, sarebbe auspicabile continuare il più possibile le ricerche per arrivare a comprendere meglio come le navi venivano costruite sotto il regno di Luigi XIV e per approfondire nel dettaglio lo studio dei relitti di Hogue.

Finora, su un totale di 12 relitti localizzati in trent’anni, soltanto cinque sono stati analizzati in maniera approfondita dal team di scienziati che, tuttavia, grazie a questi studi, hanno potuto affermare che vi è una grande differenza tra quanto riportato dagli archivi, il trattato di costruzione navale di Colbert e la pratica.

Proseguire le indagini è quindi di fondamentale importanza per conoscere le tecniche di costruzione navale del periodo ma non solo: gli oggetti personali rinvenuti sui relitti possono raccontare molto sulla vita a bordo dell’epoca.

Cècile Sauvage spera di trovare al più presto partner per finanziare il proseguimento della missione che ha ancora molto da svelare a partire dall’analisi dettagliata delle navi con l’accesso alle due sepolte sotto lo strato di melma: una battaglia del passato sta per tornare alla luce.

La battaglia di Hogue è anche raccontata in un museo

Nuovi dettagli sulla battaglia di Hogue arrivano (e arriveranno) dall’analisi dei tre relitti che giacciono al largo della Manica ma un museo marittimo ne racconta la storia già dal 1992, aperto dal Consiglio Generale della Manche sull’isola di Tatihou.

Il museo espone collezioni riguardanti l’etnografia, la storia marittima, la flora e la fauna della costa nonché opere d’arte a tema e più di 200 tra manoscritti e libri.

Una parte di sicuro interesse è poi legata appunto alla battaglia di Hogue con mobili ed elementi archeologici appartenenti alle navi francesi affondate nello scontro.

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Destinazioni Santorini Viaggi viaggiare

Santorini: chi l’ha detto che è solo da coppie?

Ci sono destinazioni che sembrano perfette per organizzare un viaggio da soli, magari zaino in spalla, andando totalmente all’avventura. Altre mete turistiche sembrano invece disegnate su misura per le comitive di amici, altre ancora per le famiglie con bambini e altre ancora per le coppie. Eppure nella mia esperienza di viaggiatrice solitaria non ho mai scelto una destinazione solo perché molto in voga tra i backpackers; mi sono sempre lasciata consigliare dal cuore e ho organizzato viaggi in posti meravigliosi che nell’immaginario collettivo non sono adatti a una persona sola. Uno di questi è sicuramente Santorini: un’isola dal fascino irresistibile, con tramonti da togliere il fiato, spiagge nere su cui rilassarsi e mille avventure da vivere. Se vi dicono che Santorini è adatta solo per le vacanze di coppia, non credeteci e organizzate il vostro viaggio in solitaria seguendo tutti i miei consigli.

Santorini: dove si trova e come arrivarci

Santorini si trova nel bel mezzo del Mar Egeo, a metà strada tra Atene e Creta, ed è la più meridionale delle Isole Cicladi. Questo arcipelago di 220 isole è, per me, la quintessenza della Grecia e Santorini ne è una rappresentante perfetta. Santorini vibra di un’energia tutta particolare, che ho trovato solo in altre isole di origine vulcanica. La sua forma a mezzaluna è dovuta a una devastante eruzione vulcanica che, nel 1600 a. C., fece collassare il cratere centrale che fu poi sommerso quasi tutto dal mare. Santorini è molto comoda da raggiungere partendo dall’Italia perché è dotata di un suo aeroporto, servito anche da compagnie low cost. Se volete abbinare la visita di Santorini a quella di altre isole Cicladi, il mezzo più comodo ed economico per spostarsi è sicuramente il traghetto. Sia nei pressi dell’aeroporto che del porto nuovo di Athinios, troverete alcuni uffici di noleggio di auto, motorini o quad. Viaggiando in solitaria, il mio consiglio è di affittare un motorino per avere la libertà di muoversi in lungo e in largo per tutta l’isola. Una valida alternativa è utilizzare i mezzi di trasporto pubblici dell’azienda KTEL. Il capolinea principale si trova a Fira e da qui partono numerosi bus per le altre località principali, come Oia, Kamari e Akrotiri. Ovviamente questi bus servono anche il porto e l’aeroporto, non sarà quindi necessario prendere un taxi per raggiungere l’alloggio che avete prenotato.

 

Dove alloggiare in solitaria a Santorini

Se è la prima volta che visitate Santorini, il mio consiglio è di alloggiare a Fira, il capoluogo. Fira si trova nella parte centrale dell’isola, arroccato sulla scogliera, ed è un punto strategico per raggiungere tutte le altre località. A Fira troverete tantissime sistemazioni a prezzi diversi. I viaggiatori in solitaria che vogliono fare nuove amicizie e contenere i costi, troveranno anche un paio di ostelli niente male. Anche Imerovigli e Firostefani sono ottime località dove soggiornare perché sono la naturale prosecuzione di Fira, ma senza tutta la confusione del capoluogo. Chi viaggia in solitaria, ma cerca un’esperienza esclusiva, potrà optare per un alloggio che affaccia sulla caldera con idromassaggio privato o infinity pool da cui godere di splendidi tramonti sul mare, però poi non lamentatevi che sia troppo romantico, pensate invece a che meraviglioso regalo vi state facendo. Se cercate il lusso estremo, la zona più in di Santorini è il centro abitato di Oia, che si trova nella punta settentrionale dell’isola. Oia offre i classici scorci da cartolina con le casette bianche con il tetto blu che si affacciano a picco sul mare e i fiori di bouganville che decorano gli ingressi. Se decidete di alloggiare vicino alle spiagge, Kamari e Perissa sono due ottime località con un buon numero di sistemazioni a prezzi contenuti, anche ostelli, e spiagge attrezzate dove rilassarsi.

Santorini in solitaria: cosa fare

Santorini è un’isola da esplorare in lungo e in largo: abbastanza piccola per essere visitata in 5 o 6 giorni, abbastanza grande per trascorrere anche 10 giorni senza annoiarsi. Come altre isole della Grecia, Santorini è il posto perfetto dove abbinare un po’ di relax in spiaggia ad altre attività, che spaziano da quelle più sportive a quelle quelle più culturali. Trekking, siti archeologici, degustazioni di vino ed escursioni in barca sapranno soddisfare le esigenze di ogni viaggiatore in solitaria che cerca una vacanza a metà tra il relax e l’avventura.

Attività sportive a Santorini

Anche se non si va a Santorini per praticare sport, l’isola offre alcune attività sportive che possono essere un bel modo per visitare le località più famose dell’isola. Ne è un esempio il bellissimo trekking che collega Fira a Oia. Il percorso è ben segnalato da cartelli di colore rosso e si snoda lungo il crinale della caldera. È lungo 13 chilometri, percorribili in circa 3 ore. Il dislivello non è troppo impegnativo perché si susseguono continui saliscendi che permettono di godersi appieno la passeggiata. Se visitate Santorini nel periodo estivo, partite di buon mattino, in modo da evitare le ore più calde della giornata, e portate con voi acqua da bere e qualche snack. Il trekking parte dal centro di Fira e passa per le località di Imerovigli e Firostefani, dove potrete ammirare le casette bianche che si affacciano a picco sulla caldera. Lasciati i centri abitati, il sentiero si fa a tratti sterrato, fino ad arrivare proprio sul crinale da cui si gode di una meravigliosa vista panoramica sulla caldera e sul villaggio di Oia, meta finale del cammino. Una volta giunti a destinazione, il mio consiglio è di fare ancora un piccolo sforzo e di scendere (e poi risalire!) i 300 gradini che portano al porticciolo di Ammoudi, una piccola baia circondata da taverne di pescatori dove gustare uno dei polpi alla griglia più buoni della vostra vita. Fermatevi a Oia fino al tramonto, quando il paesino bianco si colora di bellissime sfumature rosa e arancioni. Uno dei punti più gettonati per godersi la golden hour è il castello diroccato: ci sarà davvero tanta gente, ma lo spettacolo del sole che tramonta sul mare sarà davvero da togliere il fiato. Tornare a Fira non sarà davvero un problema perché gli autobus pubblici passano con una buona frequenza fino a tarda sera.

Visite archeologiche a Santorini:

Santorini è un’isola di origine antichissima, abitata dalla civiltà minoica già durante l’Età del Bronzo. La grande eruzione vulcanica del 1600 a. C. distrusse la città portuale di Akrotiri, ma i resti sono oggi visibili nell’omonimo sito archeologico, riportato alla luce a partire dalla metà degli anni ‘60. Come una piccola Pompei, Akrotiri si è conservata grazie al deposito delle ceneri vulcaniche che hanno preservato numerosi edifici, affreschi e ceramiche. Il biglietto di ingresso comprende anche la visita al Museo Preistorico di Fira, dove sono conservati i reperti archeologici ritrovati durante gli scavi. Per gli amanti della storia, un altro luogo da visitare a Santorini è sicuramente Antica Thera, sito archeologico situato in posizione sopraelevata a 396 metri sopra il livello del mare e facilmente raggiungibile dalla spiaggia di Kamari. Questa antica città fu fondata dai Dori nel IX secolo a. C., ma i reperti che sono stati recuperati risalgono per lo più al periodo ellenistico e bizantino. Tra gli edifici che sono venuti alla luce risaltano La Terrazza delle Feste, dove venivano celebrati i riti in onore del dio Apollo, due Agorà e il Tempio di Dioniso.

Tradizioni ed enogastronomia:

Una volta visitati i posti più turistici e iconici di Santorini, vale sicuramente la pena andare alla scoperta dei villaggi meno conosciuti che conservano ancora un’atmosfera tradizionale. Tra questi spicca Pyrgos, un piccolo borgo dell’entroterra a circa 8 chilometri da Fira. Situato in cima a una collina è il punto perfetto da cui godere del magico tramonto sulla caldera, senza la calca di turisti che si trova a Fira o a Oia. Tra i villaggi lontani dal turismo di massa troviamo anche Emborio, un dedalo di viuzze in cui perdersi per scoprire un po’ di vera Grecia. In queste località più nascoste si trovano anche le migliori taverne dove gustare la vera cucina greca. Oltre alla classica insalata con i pomodori e la feta e al tradizionale gyros, a Santorini troverete alcune specialità tipiche dell’isola. Imperdibile è la fava, un purè di piselli gialli che viene servito tiepido per accompagnare piatti a base di pesce, come il polpo grigliato. Altre prelibatezze da assaggiare sono le frittelle di pomodori e le melanzane bianche, servite fritte o come base della moussaka, un pasticcio a base di carne, patate e besciamella. Santorini è anche un’ottima produttrice di vini: essendo un’isola vulcanica, il terreno è particolarmente fertile e adatto alla coltivazione della vite, di varietà Assyrtiko. Numerose sono le cantine che offrono visite guidate e degustazioni, ma quella più famosa è Santo Wines, la cooperativa di viticoltori dell’isola. La location è davvero stupenda, a picco sulla caldera, dove ammirare uno splendido tramonto sorseggiando un buon bicchiere di vino.

Escursione in barca nella caldera:

Tra le esperienze imperdibili a Santorini c’è sicuramente l’escursione in barca alla scoperta delle altre isole della caldera. Numerose sono le compagnie che offrono questa gita giornaliera e il percorso è sempre lo stesso. Le barche partono dal porto vecchio di Santorini, ai piedi di Fira, raggiungibile dal centro città percorrendo una lunga scalinata di 600 scalini. Come alternativa è possibile prendere la moderna funivia che collega la parte alta della cittadina al porto, ma vale la pena scendere gli scalini per godere del panorama sulla caldera. La classica escursione in barca prevede, come prima tappa, una visita all’isolotto di Nea Kameni, dove è possibile risalire il vulcano ancora attivo e passeggiare intorno al cratere. La barca vi porterà poi vicino all’isola di Palia Kameni per una sosta dove sarà possibile fare il bagno nelle calde sorgenti sulfuree. L’ultima tappa dell’escursione vi farà visitare Thirassia, la piccola isola che si trova di fronte a Santorini. Qui vi fermerete un paio di ore per la sosta pranzo e magari un tuffo nella baia. Il viaggio di rientro al porto sarà magico con il sole che cala, piano piano, alle vostre spalle e che illumina i villaggi bianchi di Fira e Oia regalandogli un’atmosfera unica che vi lascerà un ricordo indelebile nel cuore. Quello che dovete fare è semplicemente con che tipo di barca trascorrere questa fantastica giornata, io vi consiglio in catamarano, con poca gente e tanto spazio.

Spero che questo articolo ti allontani dall’idea che esistano luoghi che si possono visitare in un solo modo, non esistono destinazioni solo da coppia o solo da famiglie dipende sempre con che occhi le guardiamo.

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L’Irlanda fuori rotta per scoprire la sua vera natura

C’è una parte d’Irlanda ancora inesplorata. Una zona dove il turismo di massa non è ancora arrivato. Il luogo ideale dove scoprire la vera natura di questa meravigliosa isola verde e dei suoi abitanti, le cui tradizioni sono ancora ben radicate.

Ci troviamo nella parte Nord della Contea di Mayo, una delle zone più autentiche e incontaminate del Paese, ideale per chi, anche in Europa, cerca ancora l’avventura, una destinazione reale e genuina e che desidera sperimentare l’autentica accoglienza irlandese.

Cosa vedere a Nord della Contea di Mayo

Tante sono le attrattive del Nord di Mayo. Pittoresche cittadine colorate affacciate sui fiumi o direttamente sull’oceano, siti archeologici di ere preistoriche e legati alla storia e alla cultura irlandese – incluso San Patrizio, patrono d’Irlanda – e naturalmente paesaggi che regalano scorci meravigliosi della natura dell’Isola di smeraldo. Vi proponiamo un itinerario fuori dalle classiche rotte turistiche sui luoghi meno conosciuti d’Irlanda.

La cittadina di Ballina Town

Ballina Town è la cittadina principale della zona Nord di questa Contea irlandese. È famosa per la pesca al salmone ed è sopranominata la “salmon capital of Ireland” perché il fiume Moy che la attraversa è particolarmente pescoso. Ogni estate, il Salmon Festival attira migliaia di visitatori.

La cittadina è un buon punto di partenza per visitare la celebre Wild Atlantic Way, la strada segnalata più lunga del mondo e la più panoramica d’Irlanda. Ballina ha un aspetto tradizionale, colorato e autentico e offre dei caratteristici scorci sul fiume, tanti ristoranti, alloggi di tutti i tipi e vecchi pub accoglienti e animati.

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Fonte: 123rf

Ballina Town, la cittadina più importante a Nord della Contea di Mayo

La St Muredach’s Cathedral, costruita con la pietra grigia locale nel XVIII secolo, svetta fiera sul fiume e ha un bell’interno. Esiste anche una collezione privata creata da Jackie Clarke, un personaggio locale che ha accumulato più di 100mila articoli da collezione incluso il documento originale della dichiarazione d’indipendenza.

La Connacht Whiskey Distillery offre visite guidate e assaggi del whiskey locale, un’esperienza imperdibile quando si visita l’Irlanda. The Quays è il quartiere più pittoresco, dove il fiume sfocia direttamente nell’Oceano Atlantico.

Chi cerca un’esperienza autentica può soggiornare in alcune delle dimore storiche della zona, come Mount Falcon Estate, nella campagna irlandese lungo il fiume dove poter pescare, passeggiare in compagnia di un falco o, per chi ha bambini, prendere parte a una lezione di “gufologia”. Si può anche soggiornare in un vero e proprio castello. Il Belleek Castle è stato costruito nel 1800 in stile Neogotico e regala la sensazione di vivere in un castello medievale e di tornare indietro nel tempo. Anche senza dormire, è comunque consigliata una visita al castello che ospita la più bella collezione di armi e armature medievali d’Irlanda.


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Il sito archeologico di Céide Fields

Non è Irlanda se non c’è un sito archeologico. Tra le attrazioni principali della zona ci sono i Céide Fields, nei pressi del delizioso villaggio di pescatori di Ballycastle (un luogo poco turistico ma che merita assolutamente una visita). È considerato il sito neolitico più vasto d’Irlanda e si ritiene contenga il sistema di campi coltivati e muratura divisorie più antico tra quelli scoperti finora (circa 3500 a.C.).

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Fonte: 123rf

Il sito archeologico di Céide Fields nella Contea di Mayo in Irlanda

La scoperta dei Céide Fields avvenne intorno agli Anni ’30, quando un uomo del posto si accorse di alcune file di pietre che rimasero scoperte quando scavò con la pala della torba per combustione. In queste file si accorse di alcuni disegni che non potevano essere stati causati dalla natura. Da lì la grande rivelazione dell’antichissimo sito.

Si stima vi siano circa 100 chilometri di campi racchiusi nei muri di pietra ancora nascosti sotto la brughiera. Il sito è nella lista dei candidati Unesco per ottenere la qualifica di Patrimonio dell’Umanità.

Le scogliere di Downpatrick’s Head

E non è Irlanda se non ci sono delle scogliere che si gettano a picco nell’oceano. Nella zona Nord della Contea di Mayo, non lontano dal villaggio di Ballycastle e un po’ più su rispetto a Ballina, si trovano le scogliere di Downpatrick’s Head. Questa zona fa già parte della Wild Atlantic Way e conserva reperti archeologici di 6.000 anni fa, incluso un tronco di pino di 4.300 anni fa ospitati in un moderno museo, strade a picco sul mare e paesaggi da togliere il fiato.

Le scogliere sono già visibili quando si visita Céide Fields, dove una terrazza accessibile tramite una scalinata chiamata Cliffs Road regala un panorama mozzafiato.

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Fonte: 123rf

Le scogliere di Downpatrick’s Head in Irlanda

Downpatrick’s Head è raggiungibile a piedi percorrendo un sentiero e non esistono biglietti di ingresso. Qui il vento soffia molto forte, ma lo spettacolo sull’Atlantico è unico, specie quello su Dún Briste, che significa “forte rotto”, un faraglione singolo che spunta dalle acque impetuose, creatosi dal crollo di una parte di scogliera durante una forte tempesta nel 1393 e diventato il simbolo della zona.

Il nome “Downpatrick” deriva dall’epoca in cui San Patrizio fondò una chiesa proprio in questo luogo. In questa piccola penisola si possono ancora vedere i ruderi della chiesa, una croce di pietra e un pozzo sacro. Un tempo era una destinazione molto amata per i pellegrinaggi e tutt’oggi le folle vi si riuniscono l’ultima domenica di luglio, nota come “Garland Sunday”, per ascoltare la messa.

Una leggenda locale (una delle tante leggende irlandesi) narra che, quando un capo pagano rifiutò di convertirsi al Cristianesimo, San Patrizio colpì la terra con il suo pastorale facendo crollare parte del promontorio, con il capo sopra, nell’oceano ovvero lo scoglio Dún Briste.

Durante la Seconda guerra mondiale, Downpatrick’s Head divenne un avamposto di osservazione. Oggi si può ancora vedere l’edificio di pietra e il marcatore aereo, la scritta “ÉIRE 64” fatta di pietre, per segnalare ai piloti che stavano sorvolando l’Irlanda.

Foxford, il villaggio della lana

A pochi chilometri da Ballina c’è un altro delizioso villaggio affacciato sul fiume Moy che merita una tappa. Si tratta di Foxford, un paese di campagna anch’esso famoso per la pesca al salmone. Ma la sua particolarità è un antico lanificio tradizionale aperto anche ai turisti che si chiama Foxford Woolen Mills, citato persino da James Joyce nel suo “Ulisse”, di cui ricorre il centenario proprio quest’anno e in “Finnegans Wake”. Oltre al negozio – e all’outlet – dove poter fare acquisti c’è anche un delizioso caffè che serve prodotti locali.

Nei dintorni di Foxford si possono fare delle splendide passeggiate scenografiche. La cittadina, infatti, è circondata dalle due catene montuose, i monti Nephin e i monti Ox attraversati dalla Foxford Way, un sentiero turistico di circa 86 km che s’inoltra tra siti archeologici, brughiere e piccoli ruscelli.

Si possono anche scoprire alcuni laghi balneabili, com il Lough Conn e Cullin formatisi, secondo la mitologia celtica, dalla fuga di un cinghiale che perdeva acqua nella quale affogarono i cani che lo cacciavano.

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Fonte: 123rf

Il Lough Conn nella Contea di Mayo

Killala e la sua spiaggia

A Nord di Ballina c’è un altro villaggio molto pittoresco da visitare. Si tratta di Killala, un piccolo borgo di pescatori famoso per la Ross Beach, una bella spiaggia balneabile che ha ottenuto la Bandiera blu.

Per gli irlandesi però ha anche una grande importanza storica. Qui si è giocata una delle più importanti partite nella lotta all’indipendenza quando, nel 1798, il generale Humbert arrivò dalla Francia per unirsi alla popolazione e lottare contro la Corona britannica. Da vedere a Killala ci sono anche diversi edifici storici, come la torre circolare del XII secolo e la cattedrale seicentesca.

Nella vicina Baia di Killala, meta per appassionati di birdwatching, si possono avvistare anatre, cormorani e persino foche. Insomma, nel Nord della Contea di Mayo ce n’è per tutti i gusti.

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Le grotte di Algar do Carvão nascondono un lago sotterraneo

Esiste un arcipelago, immerso nell’Oceano Atlantico, formato da nove isole principali, divise in tre gruppi, e da numerosi isolotti minori che regalano una natura che ha davvero dell’incredibile: le Azzorre. Tra questa ne svetta una, chiamata Terceira, che permette di immergersi in uno straordinario contrasto fra la bellezza naturale dell’isola vulcanica e l’ammirevole opera dell’uomo. Molte le cose da visitare su questo suggestivo lembo di terra. Ma oggi vogliamo parlarvi delle grotte di Algar do Carvão, che celano un limpido lago sotterraneo.

Algar do Carvão, cosa sapere

L’Algar do Carvão è una vera e propria camera magmatica del cono del vulcano Guilherme Moniz. Situata nella zona centrale di Terceira, è stata riclassificata come “Monumento Naturale Regionale” grazie alle sue particolarità vulcanologiche e alla sua notevole importanza da un punto di vista ambientale.

In sostanza, è un’affasciante grotta sotterranea che permette di scendere nelle viscere di un vulcano spento. Frutto di diverse eruzioni, oggi è possibile ammirarla grazie al lavoro svolto da un gruppo di esploratori locali che, attraverso l’uso di nuove tecnologie, riuscirono ad avanzare nella caverna ed esplorarla.

Tuttavia, il sistema di discesa richiedeva circa un giorno di tempo. Per questo motivo, l’associazione Os Montanheiros decise di farvi costruire un tunnel di scale utili a facilitare l’accesso alla grotta e alla laguna.

Visitare Algar do Carvão e il suo lago sommerso

Percorrere quella scalinata vuol dire ritrovarsi circondati da rigogliosa vegetazione e riuscire ad ammirare la bocca del cono vulcanico, uno dei pochi rimasti che sono ancora non ostruiti.

Ma non solo. Continuando la vostra discesa arriverete sulle sponde di un lago sotterraneo dalle acque cristalline. Una meraviglia della natura circondata da stalattiti e stalagmiti di color bianco neve. A questo punto sarete a ben 90 metri di profondità sotto il livello del manto stradale e ammaliati da un rumoroso silenzio, quello che fa risuonare il grembo di Madre Natura.

La vicina Gruta do Natal

Vicino ad Algar do Carvão prende vita un’altro spettacolo naturale: la Gruta do Natal. Questa cavità si distingue per essere un tunnel di lava lungo circa 697 metri originatosi, probabilmente, dalle colate laviche che sono fuoriuscite da alcune fessure situate in una valle che un tempo era incastonata tra le vette che impreziosivano il paesaggio circostante.

Inizialmente era conosciuta come Galeria Negra a causa dell’oscurità che caratterizzava il suo interno, ma nel corso del tempo fu ribattezzata Gruta do Cavalo in quanto, durante le prime esplorazioni, furono rinvenuti alcuni resti di un osso di cavallo caduto infilandosi nell’apertura d’ingresso.

Fino ad arrivare al 25 Dicembre 1969, anno in cui, in seguito alla celebrazione della Messa di Natale , assunse il nome di Gruta do Natal. Una data che in realtà segna anche l’apertura della grotta al pubblico. Oggigiorno, durante il periodo natalizio, se è possibile vi si tiene ancora una Messa di Natale.

Addentrandovi avrete modo di osservare diverse strutture geologiche che vi lasceranno incantati, come il deflusso di diversi tipi di lava, stafiliti, ossia delle formazioni rocciose simili alle stalattiti, e alcuni basamenti laterali.

Insomma, la visita ad Algar do Carvão consente di entrare davvero in contatto con l’anima di Madre Natura.