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Nel cuore della Basilicata c’è un parco che sembra uscito da una favola

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché sono tante le meraviglie che gli appartengono e che sono ancora inesplorate. Così anche quando ci mettiamo in viaggio verso una destinazione che già conosciamo, il nostro sguardo resta vigile per scovare nuove e inedite bellezze.

Ed è proprio quello che succede durante ogni viaggio in Basilicata. La regione al sud del nostro stivale, infatti, è meta prediletta di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Lo fanno per ammirare i Sassi, per osservare gli incredibili canyon, per bagnarsi tra le acque turchesi e cristalline dei due mari che accarezzano le spiagge del territorio.

Ma sono tante le cose da fare e da vedere su questa terra, e altrettante quelle inedite, nascoste all’ombra dei sentieri più battuti dal turismo di massa. Come quel giardino inedito e surreale nascosto nel cuore della provincia di Potenza, un luogo che per forme e colori sembra uscito direttamente da un libro di fiabe. Benvenuti nel Parco dei Palmenti di Pietragalla.

Un luogo fiabesco nel cuore di Pietragalla

Il nostro viaggio inizia da qui, da Pietragalla, un piccolo paese situato in provincia di Potenza. Abitato da poco più di 3000 anime, questo borgo di incredibile bellezza ospita tutta la tradizione e la storia che appartiene alle terre lucane. Una storia che vive e sopravvive in quel centro storico ricco di vicoli e vicoletti, che si inerpicano alla terra raggiungendo il punto più alto del paese dominato dal campanile, e nel Palazzo Ducale attorno al quale si sviluppa l’intero borgo.

All’interno del paese, però, è presente anche un’altra testimonianza preziosa che è diventata patrimonio storico, culturale e anche paesaggistico dell’intero territorio. Si tratta del Parco dei Palmenti che, visto nella sua totalità, incanta e stupisce i viaggiatori che giungono a Pietragalla, perché lo scenario che restituisce sembra davvero magico.

Quelle architetture, che sembra trovare un riscontro proprio nel nostro immaginario fiabesco, danno vita a uno scenario suggestivo e fatato. Guardando quelle strutture, infatti, è impossibile non pensare alle case delle fate e dei folletti. In realtà in questo caso la magia non c’entra niente, perché il Parco dei Palmenti di Pietragalla è stato costruito dall’uomo ed è diventato con il tempo un’importante testimonianza delle tradizioni del territorio.

Anche se non incontrerete nessuna creatura fatata, il luogo vale comunque una visita, sia per il suggestivo paesaggio creato dalle strutture in perfetta armonia con il territorio naturale circostante, sia per la sua storia che è legata in maniera indissolubile alle tradizioni vinificatorie della Basilicata.

I palmenti di Pietragalla

Fonte: iStock

I palmenti di Pietragalla

Il Parco dei Palmenti

Il Parco dei Palmenti si trova nel cuore del borgo di Pietragalla, in provincia di Potenza, ed è raggiungibile percorrendo vicoli e viuzze che conducono nel punto più alto del paese. L’area, estremamente affascinante, ospita le rutte, così chiamate nel dialetto locale, cantine scavate nella roccia utilizzate per la conservazione del vino.

Tutte le strutture presenti in questo parco urbano sono state costruite a partire dal XIX secolo scavando all’interno delle rocce arenarie. Proprio all’interno di queste cantine, poste nel centro del paese, avvenivano le operazioni di pigiatura dell’uva e di fermentazione. Le testimonianze di questi processi sono ancora visibili all’interno degli ambienti dei palmenti.

Ristrutturato di recente, il complesso dei Palmenti di Pietragalla, è diventato oggi simbolo dell’architettura rupestre locale, nonché testimonianza della vita e delle tradizioni contadine del territorio.

I palmenti di Pietragalla

Fonte: iStock

I palmenti di Pietragalla
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In Spagna puoi viaggiare in treno gratis

L’aumento dei costi energetici (e non solo) sta mettendo a dura prova tantissime famiglie: per questo la Spagna ha promosso un’iniziativa volta ad alleggerire le spese per i lavoratori pendolari, offrendo treni gratuiti nelle brevi e medie percorrenze. Ma l’offerta è disponibile anche per i turisti, seppure sia necessario rispettare alcuni requisiti. Vediamo quali sono.

Treni gratis, l’iniziativa spagnola

Il caro gasolio si è fatto duramente sentire già a partire dalle vacanze estive, con costi alle stelle per chi si è messo in viaggio in auto. Ma il problema reale è per chi deve spostarsi quotidianamente per motivi di lavoro: i pendolari hanno visto la loro spesa per il trasporto aumentare in maniera drastica. La Spagna ha dunque adottato una strategia che mira non solo ad aiutare le famiglie in difficoltà, ma anche a rendere più allettante l’opportunità di utilizzare i mezzi pubblici al posto di quelli privati, dando una mano all’ambiente.

A partire dal 1° settembre, e sino alla fine di dicembre 2022, il governo spagnolo rimborsa al 100% i viaggi effettuati in treno sulle tratte locali e sulle medie percorrenze – ovvero per tutti quei viaggi inferiori ai 300 km. L’iniziativa è valida solamente per i treni Rodalies (nella Catalogna), Cercanías (a Madrid) e Media Distancia (che si occupa prevalentemente di traffico suburbano). Sono invece esclusi i viaggi a bordo dei treni ad alta velocità. Inoltre, il programma riguarda unicamente i biglietti multiviaggio e non quelli per corse singole.

Come viaggiare gratis in Spagna

Insomma, il nuovo programma spagnolo sembra andare a vantaggio dei tanti pendolari che devono spostarsi dalle grandi città alle località più piccine, o viceversa. Si tratta infatti di un’iniziativa che rende gratuiti gli abbonamenti per viaggiare in treno: in che modo potrebbero riguardare anche i turisti? Per capirlo, basta osservare il suo funzionamento: chi vuole aderire al pass gratuito per i treni, deve registrarsi sull’app di Renfe, la compagnia ferroviaria pubblica spagnola. Bisogna selezionare una città di riferimento e versare una caparra (10 euro per le linee extraurbane e 20 euro per i viaggi a media percorrenza).

Una volta effettuata la registrazione, l’app fornisce un codice QR che funge da biglietto, e che si potrà mostrare al controllore per poter viaggiare gratuitamente. La caparra versata verrà interamente rimborsata entro il 31 dicembre, ma solo a patto che il passeggero abbia effettuato almeno 16 viaggi da/per la città selezionata. Un turista difficilmente potrà riuscire a rispettare questo requisito, a meno che non abbia in mente di fermarsi in Spagna per un lungo periodo di tempo. Ma non gli è vietato in alcun modo di usufruire dell’offerta: per iscriversi, non deve far altro che inserire il proprio numero di passaporto all’atto della registrazione sull’app.

Il vantaggio c’è, anche se a prima vista può sembrare il contrario. Basti pensare a quanto potrebbe costare spostarsi in treno dalla meta principale scelta per vacanza alle tante località che si vogliono visitare. Per chi ama muoversi in continuazione e ha intenzione di scoprire il più possibile delle bellezze spagnole, perdere 10 o 20 euro di caparra è comunque molto più economico che non acquistare biglietti del treno per ogni destinazione da esplorare. Un esempio? Da Madrid, in treno si può raggiungere facilmente la splendida città di Aranjuez: il biglietto costa poco più di 10 euro, quindi la convenienza di aderire all’iniziativa è già evidente.

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Il lago sotterraneo più grande d’Europa è una meraviglia

Dell’esistenza di una fonte d’acqua sotterranea erano al corrente solo i contadini del Canton Vallese, in Svizzera, nei pressi della cittadina di Sion.

La popolazione di St-Léonard, un villaggio di circa duemila anime tra le Alpi Pennine, dedita alla coltivazione dell’uva e da sempre produttrice di vini, la usava per mettere al fresco le bottiglie di Fendant, il vino più famoso del vallese prodotto solo da queste parti, in quella che inizialmente si pensava fosse una semplice pozza.

Si trattava, invece, della porta d’accesso a uno dei luoghi più meravigliosi che esistano in Europa.

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Fonte: http://www.lac-souterrain.com

In barca sulle acque del lago di St Léonard

Stiamo parlando del Lago di St-Léonard, il lago sotterraneo più grande d’Europa, formatosi migliaia di anni fa ma scoperto da meno di un secolo e che si trova a un centinaio di chilometri dal confine con l’Italia.

L’ingresso attuale all’immensa grotta dove si trova il lago allora era praticamente inaccessibile, in quanto invaso completamente da una fitta vegetazione. Un bel giorno della primavera del 1943, però, accadde qualcosa di insolito: il livello dell’acqua del lago s’abbassò svelando una vera e propria grotta sotterranea.

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Fonte: http://www.lac-souterrain.com

Le acque trasparenti del lago sotterraneo

La Société Suisse de Spéléologie, avvertita, inviò subito due dei suoi esperti, Jean-Jacques Pittard e Jacques Della Santa che, con un canotto gonfiabile, organizzarono la prima esplorazione del lago. Ne uscirono entusiasti. Oltre a scoprire l’immensa grotta, fu il lago sotterraneo dalle acque trasparenti come non mai a lasciarli senza parole. Si dovrà attendere fino al 1949 per potervi accedere, però.

Visitare il Lago sotterraneo di St-Léonard

Il lago sotterraneo di St-Léonard è lungo 300 metri e largo 20 mentre la volta è alta dieci ben dieci metri (e cresce anche ai giorni nostri grazie alle infiltrazioni nel terreno) e oggi è una delle principali attrazioni del Canton Vallese nonché la grotta più visitata della Svizzera.

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Fonte: http://www.lac-souterrain.com

Le imbarcazioni che navigano sul lago sotterraneo

Lo si può visitare a bordo di un’imbarcazione piuttosto grande, che può portare fino a una quarantina di persone. L’esperienza dura una mezz’oretta. È consigliata la prenotazione.

Le visite guidate (in lingua francese, inglese e tedesca) si fanno solo nella bella stagione, da metà marzo al 1° novembre, tutti i giorni dalle 10 alle 17, mentre a luglio e agosto dalle 9 alle 17.30. Il biglietto d’ingresso costa 12 euro per gli adulti, 7 euro per i ragazzi fino ai 15 anni di età, mentre è gratuito per i bambini fino a 5 anni. All’interno della grotta la temperatura è di 15°C, quindi è consigliato indossare un golfino anche d’estate.

Una bella terrazza all’ombra e un parco giochi per bambini invitano a trattenersi mentre uno spazio didattico permette di saperne di più sulla formazione della grotta e delle Alpi.

Una sala concerti naturale

Si è scoperto che la grotta dove si trova il lago ha un’acustica eccezionale. Per questo motivo, di tanto in tanto vengono organizzati concerti in un contesto davvero unico.

I musicisti si esibiscono a bordo di una barca con gli spettatori in ascolto su altre barche direttamente sulle acque del lago a pochi passi di distanza oppure su una piccola spiaggia naturale che si trova in fondo alla grotta.

Dal soul al jazz, dal gospel al blues, dal volino alla chitarra, ogni genere è un’esperienza unica.

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Lungo la nuova Ciclovia del Duca, un itinerario unico

A cavallo tra Italia e Francia c’è un nuovo itinerario da fare in bicicletta (ma, volendo, anche a piedi o a cavallo) che attraversa paesaggi alpini incontaminati. Ripercorre la vecchia Strada Militare 194 e si collega con la più celebre Alta Via del Sale.

È la Ciclovia del Duca, che attraversa gli splendidi scenari naturali del Parco del Marguareis, sul tracciato di un’antica rotabile militare recentemente recuperata e che tocca i territori dei Comuni di La Brigue, in territorio francese, e quelli di Briga Alta e Chiusa di Pesio, in quello piemontese.

Il percorso della Ciclovia del Duca

Il percorso si sviluppa per 15 chilometri, con un dislivello di 1.360 metri. Parte dalla radura del Piano delle Gorre (a 1.030 metri di altitudine), raggiungibile in 13,5 km da Chiusa di Pesio su una strada asfaltata. Si inizia a pedalare sulla stradina sterrata a monte del rifugio fino alle Cascate del Saut a 1.190 metri tra gli alberi.

Dopo un piccolo guado, la ciclovia percorre una suggestiva abetaia con maestose conifere. Dal Gias degli Arpi già a 1.435 metri, si comincia a serpeggiare nell’alpestre e ruvido vallone, con lunghi e regolari tornanti in un paesaggio via via più aperto. Dai praticelli del Colle del Prel a 1.881 metri si rimonta lo stretto intaglio del Passo del Duca a quasi duemila metri in un ambiente rupestre molto pittoresco. Da qui, il tracciato si snoda tra lievi saliscendi tra rocce calcaree e pini mughi, quindi, perdendo un pochino di quota, giunge al Gias delle Ortiche a 1.860 metri.

Si risale, quindi, gradualmente la spettacolare Conca delle Carsene, un’area protetta delle Alpi marittime, ricca di fenomeni geologici, con pietraie, doline e rocce, per raggiungere infine la Capanna speleologica Morgantini a 2.220 metri alla Colla Piana di Malabera.

Da questo punto, si scende sul lato francese uscendo sulla strada bianca dell’Alta Via del Sale, tra Limone Piemonte e Monesi, che permette di proseguire al Rifugio Don Barbera, dal quale è possibile dirigersi a La Brigue e a Tenda oppure continuare verso il più lontano Rifugio Allavena e puntare alle località costiere della Liguria, con notevole varietà di percorsi, rientrando eventualmente con la ferrovia Cuneo-Ventimiglia.

Sull’altro lato, la Via del Sale conduce verso il Colle di Tenda geografico, collegato con Quota 1400 e Limone Piemonte.

Per chi invece inizia la Ciclovia del Duca a monte, in senso opposto, dall’Alta Via del Sale a 2.131 metri, si risale per la Capanna speleologica Morgantini alla Colla Piana di Malabera. Da questo punto, la ciclovia ridiscende verso la Conca delle Carsene e raggiunge la depressione del Gias delle Ortiche, il Passo del Duca e il ripido Vallone degli Arpi con lunghi tornanti, fino a uscire alle Cascate del Saut e al Piano delle Gorre.

Ogni anno dal 2019, per promuovere il tracciato, i primi di settembre viene organizzata la “Route del Marguareis”, un’impegnativa manifestazione cicloturistica non competitiva in traversata da Tenda (Francia) a Chiusa di Pesio per le strade bianche delle Ciclovie delle Alpi del Mediterraneo, tra i 50 tornanti di Tenda e l’Alta via del Sale.

La strada storica

La Ciclovia del Duca non è un percorso totalmente nuovo, ma riprende fedelmente un’antica via di comunicazione, la Strada Militare 194 Certosa di Pesio – Colle della Boaria, sorella minore delle grandi “Strade dei cannoni” delle Alpi Sud-occidentali, frettolosamente terminata nel 1941 dall’impresa Savasta Fiore come mulattiera e che oggi appare ripulita e risistemata nei tratti danneggiati grazie a un sistematico intervento di manutenzione ordinaria.

L’odierno Passo del Duca – che dà il nome alla nuova ciclovia – fu realizzato artificialmente, senza peraltro completare i lavori. Il 9 aprile del 1944, il valico fu minato dai partigiani e saltò in aria durante la Battaglia di Pasqua, sotto i piedi di una colonna tedesca.

La Ciclovia del Duca apre così uno sbocco alla Valle Pesio che finora era praticamente priva di sbocco agevole. Questo percorso interamente ciclabile attraversa le Alpi del Mediterraneo tra il Colle di Tenda e la Colla di Casotto e apre nuovi e meravigliosi itinerari transfrontalieri.

Chi è il Duca che ha dato il nome alla ciclovia

Il “Duca” a cui fu intitolato l’omonimo valico nella Valle Pesio e ora anche alla ciclovia non si sa esattamente chi fosse, ma molto probabilmente c’è una risposta. Il riferimento potrebbe essere ai Duchi di Savoia che, per ragioni non del tutto chiare, interruppero quella che era un’importante via di comunicazione alpina medievale, ma molto probabilmente di origine romana, che da Santa Maria della Rocca e da Chiusa di Pesio, attraverso la Valle Pesio e la Certosa, valicava le Alpi al Passo di Baban e proseguiva verso le Carsene e le terre brigasche.

Tuttavia, lo scrittore Marziano di Maio in “Vaìi, Gias e Vastére” riferisce che, secondo la tradizione locale, su questo passo morì un duca. Al Rifugio Don Barbera si apre il “Colle dei Signori”, pertanto “Duca” potrebbe essere un’accezione generica in senso di personalità di rilievo o condottiero (dal latino “dux”), ma lo stesso autore ricorda anche che, nel dialetto brigasco che si parla nelle Alpi liguri, con il termine “duc” si indica il gufo.

 

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Puoi dormire sotto l’acqua, insieme ai pesci, in una stanza in fondo al mare

Esistono alcune esperienze che sono così incredibili, meravigliose e uniche che non sembrano reali. Sono le stesse che appartengono ai nostri sogni e ai desideri più reconditi, lì dove le conserviamo in attesa di poterle vivere.

Ma a volte, anche i sogni più straordinari possono essere realizzati, sopratutto quando qualcuno ci mette a disposizione tutti gli strumenti per farlo. E questo è proprio quello che ha fatto quel resort di lusso immerso nel cuore delle Maldive che ha scelto di trasformare i desideri dei viaggiatori in una realtà superlativa.

Perché è proprio qui, tra le acque cristalline e turchesi dell’oceano, che è possibile vivere un’esperienza unica nel suo genere, quella di dormire in una stanza in fondo al mare in compagnia di migliaia di pesci a cinque metri di profondità sotto l’acqua.

Maldive: l’esperienza immersiva nell’oceano

Organizzare un viaggio alle Maldive è sempre un’ottima idea. Lo è perché questo Paese tropicale dell’Oceano Indiano, composto da 26 atolli e oltre 1000 isole coralline, assomiglia per forme e colori a un vero e proprio paradiso terrestre.

Le spiagge bianche e dorate, le acque azzurre e turchesi che bagnano la sabbia, e poi, ancora, lunghissime e straordinarie barriere di corallo, attirano qui ogni anno amanti della natura e migliaia di viaggiatori che vogliono toccare la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo.

Ed è chiaro che un viaggio alle Maldive rappresenta un sogno già realizzato, eppure c’è un’esperienza da vivere qui che può davvero trasformarsi in un ricordo indelebile e straordinario.

Sull’isola di Rangali, nell’atollo di Ari, esiste un resort di lusso che ha pensato bene di offrire ai suoi ospiti quella che è, probabilmente, l’avventura più bella di una vita intera. È qui, infatti, che è possibile soggiornare all’interno di una suite immersa nell’oceano.

A realizzarla è stato il Conrad Maldives Rangali Island, un resort extra lusso che appartiene al gruppo Hilton Hotels che ha creato quella che è la prima residenza al mondo per viaggiatori a cinque metri di profondità sotto l’acqua.

L’alloggio, che è collegato al grande resort da un pontile a sfioro sull’acqua, è distribuito su due livelli, uno fuori e uno dentro il mare. Il design moderno completa l’offerta esclusiva, ma sono le grandi vetrate che caratterizzano la zona inferiore della residenza a rendere l’esperienza straordinaria. Perché è qui che si può dormire in mezzo ai pesci e a tutte le creature che popolano i fondali dell’oceano.

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island

Fonte: Justin Nichola

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island

Una stanza in fondo al mare

È un’esperienza di lusso quella che si vive all’interno di Muraka, la stanza in fondo al mare del resort Conrad Maldives Rangali Island. Il nome dell’alloggio, che nella lingua Dhivehi significa corallo, è un omaggio a tutte le meraviglie che si trovano sotto il mare.

Tutti gli ospiti che prenotano la residenza sottomarina hanno a disposizione un maggiordomo personale h24, oltre a uno chef e a un istruttore di fitness. Il piano inferiore, che si snoda su una superficie di circa centro metri quadrati, include una camera da letto, un bagno e un soggiorno. Tutta la struttura è caratterizzata da ampie vetrate che permettono l’osservazione diretta ed esclusiva al mondo sottomarino. Al piano di sopra, invece, si trovano altre due camere da letto, un soggiorno, un bar e una palestra. Non manca neanche una piscina a sfioro sull’oceano dalla quale ammirare una vista superlativa.

Il costo dell’esperienza ammonta a circa 50000 dollari a notte, ma crediamo possa valerne la pena, visto che si ha la possibilità di addormentarsi nell’oceano e risvegliarsi tra le creature che popolano quelle acque.

Ma non è tutto perché all’interno del resort, è possibile anche pranzare e cenare in fondo al mare. Il Conrad Maldives Rangali Island, infatti, ha inaugurato anche Ithaa, un ristorante sottomarino con ampie finestre che affacciano direttamente sulla barriera corallina. Fermatevi a osservare tutto ciò che vi circonda: la vista da qui è spettacolare.

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island

Fonte: Justin Nichola

The Muraka, la stanza sottomarina del Conrad Maldives Rangali Island
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Le cascate di Candalla e la sua valle selvaggia

Il nostro Paese nasconde dei luoghi ancora intatti poiché non eccessivamente esplorati dal turismo di massa. Vere e proprie meraviglie che potremmo definire “segrete” e che sono dei piccoli paradisi terrestri. Uno di questi si trova tra le Alpi Apuane, nella provincia di Lucca, ed è un sogno a occhi aperti tutto da scoprire: Candalla.

Candalla, meraviglia della Toscana

Candalla è una preziosa valle situata sul versante versiliese delle Alpi Apuane meridionali, fra Camaiore e Casoli. Qui scorre il torrente Lombricese che crea un’oasi di pace immersa nella natura incontaminata. Un flusso d’acqua che scorrendo veloce verso il mare dà alla luce a pozze dove fare il bagno, spiaggette di sassi, scivoli nella roccia e delle spettacolari cascate.

Una zona, tuttavia, in cui poter lasciarsi andare a diversi trekking eccezionali. Vi basti sapere che si sviluppano tra rovine di mulini ormai abbandonati e insediamenti preistorici: i sentieri di Camaiore Antiqua.

Visita alle Cascate di Candalla

Dirigersi verso le cascate di Candalla vuol dire scegliere di entrare in un luogo che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe. Per farlo, infatti, è necessario attraversare un fitto bosco, costeggiare un limpidissimo torrente e scovare edifici in rovina che un tempo furono frantoi, opifici e mulini. Fino a raggiungere le piscine naturali dove fare un bagno indimenticabile.

Le pozze di Candalla sono una meta irresistibile soprattutto per gli amanti della natura, un posto fuori dal comune per tuffarsi durante le giornate torride o per scoprire i colori e gli odori di una zona del nostro Paese prettamente selvaggia.

Cosa non perdere durante una visita alle Cascate di Candalla

Come detto in precedenza, sono diversi i trekking che si possono intraprendere per raggiungere questo spettacolo della natura. Ma la buona notizia è che a un certo punto, oltrepassato un ponte da dove poter già ammirare una delle splendide cascate, il sentiero diventa unico.

A quel punto vi basterà avere scarpe comode, tanta voglia di scoprire la natura più autentica e, soprattutto, farvi anche un bagno di storia. Tra i vari punti d’interesse, per esempio, da non perdere ci sono le rovine di un antico mulino che si trovano non distanti dalla prima piscina. Un complesso che rappresenta il vero e proprio ingresso alla valle. Si tratta di un edificio a tre piani. Nel più basso vi sono tre stanze con tre ingressi indipendenti e in una di queste sono collocate due macine. Il tetto, sfortunatamente, è crollato ma è comunque interessante ammirarlo e immaginare come fosse.

Dopo il mulino si raggiunge una delle più famose cascate di Candalla dove, sulla destra, è possibile intravedere una sorta di portale naturale in cui sorge un spiaggetta con gli alberi, la sabbia e l’acqua cristallina.

Molto interessante anche la deviazione per la Grotta all’Onda che è una delle più importanti testimonianze di frequentazione ininterrotta di una caverna dalla preistoria fino all’inizio del XX secolo. Nell’area sono stati condotti numerosi scavi archeologici, a partire dal 1867, che hanno restituito reperti antichissimi.

Lungo il percorso, uno degli edifici più belli che si può incontrare è probabilmente quel che resta del Pastificio Bertagna. Esso si sviluppava su 3 piani e comprendeva una grande stanza coperta a palco sorretto da pilastri con archi dove erano situate cinque macchine di ferro. Nei pressi di queste rovine ci sono delle vasche bellissime per fare il bagno.

Mentre all’inizio della valle, da non perdere è la Ferriera Barsi che è costituita da un pianterreno in cui si trovano due stanze sterrate e una a tetto a uso di ferriera con tre fucine.

Infine, vale la pena scoprire anche la Grotta del Tambugione che si apre sulla parete ovest del Monte Ciuraglia, anch’essa un luogo di rilevante importanza archeologica. Scavata da Nello Puccini nel 1914, al suo interno sono stati rinvenuti i resti di ovocaprini, cinghiali e caprioli, ma anche le ossa di sei esseri umani: quattro adulti, un giovane e un bambino insieme a un corredo funebre di nove pezzi di ceramica.

Insomma, Candalla con le sue cascate e i reperti archeologici è una vera e propria perla da scoprire.

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Realtà o illusione? In questo museo nulla è come sembra

Organizzare un viaggio a Firenze è sempre un’ottima idea. Il capoluogo toscano è celebre in tutto il mondo per essere la culla del Rinascimento. Qui, infatti, sono conservati alcuni dei capolavori artistici e architettonici più importanti del mondo e della storia dell’arte.

La Galleria dell’Accademia, che ospita la splendida scultura del David di Michelangelo, la Galleria degli Uffizi dove si trovano le opere di Botticelli e di Leonardo da Vinci e poi, ancora, il maestoso Duomo con la cupola progettata da Brunelleschi. Queste sono solo alcune delle tappe imprescindibili da non perdere per chiunque arrivi a Firenze.

Ma quella tra l’arte e il capoluogo della Toscana è una storia d’amore che non è destinata a finire. Lo dimostra il fatto che è proprio attraverso lo strumento artistico, che si evolve e rinnova le sue forme, che la città continua a offrire esperienza superlative e inedite. Come quella che si può vivere all’interno del Museo delle Illusioni di Firenze, dove nulla è come sembra.

Bentornati a Firenze

Ogni viaggio che ci conduce nella culla del Rinascimento è destinato a stupire. Perché Firenze è davvero bellissima, e anche quando crediamo di aver visto tutto, il capoluogo della Toscana torna a sorprenderci.

Lo fa con quegli scorci meravigliosi che si aprono all’improvviso durante una semplice passeggiata sul pittoresco fiume Arno, lo fa con la sua storia che vive e sopravvive in ogni angolo, strada e quartiere, sugli edifici e sui muri della città. Lo fa con il cibo e con le tradizioni culinarie caratteristiche che vengono tramandate da secoli.

E poi lo fa con la natura, con i giardini incantati che rappresentano un patrimonio paesaggistico unico al mondo. E, ancora, con l’arte, quella del passato, del presente e del futuro.

Ed è un viaggio nell’arte quello che compiamo oggi e che ci riporta di nuovo a Firenze. Un’avventura unica e straordinaria che non assomiglia per niente alle gallerie, alle mostre e alle esposizioni temporanee che abbiamo visitato fino a questo momento. Perché in città esiste un luogo che fonde sapientemente la scienza con l’arte, ma che espone i risultati di questo connubio attraverso forme inedite, sorprendenti e apparentemente ingannevoli. Perché nel Museo delle Illusioni nulla è come sembra.

Museo Delle Illusioni, Firenze

Fonte: Museo Delle Illusioni

Museo Delle Illusioni, Firenze

Dentro il Museo delle Illusioni

Disegnare con la luce, creare ombre, vivere momenti indimenticabili nel mondo sottosopra: queste sono solo alcune delle esperienze che si vivono all’interno del Museo delle Illusioni inaugurato nell’agosto del 2022.

Uno spazio grandioso, che si snoda su una superficie di 600 metri quadri, che ospita stanze ottiche, ombre misteriose, specchi, statue e ambienti surreali dove le illusioni fanno da sfondo all’incontro tra scienza e arte.

Fisica e ottica vengono esposte insieme in un percorso dove nulla è come sembra, e fanno da cornice a opere d’arte misteriose e indovinelli classici. L’eccezionale esperienza visiva, poi, è arricchita dall’intrattenimento interattivo dedicato a grandi e bambini.

È un’esperienza immersiva, quella che si vive all’interno dello spazio espositivo, che invita le persone a osservare le cose conosciute sotto un altro punto di vista che è lontano dalla logica.

Se volete mettervi alla prova, allora, non vi resta che organizzare un altro viaggio nella splendida città di Firenze. Il Museo delle Illusioni si trova all’interno del palazzo Tornaquinci Della Stufa a Borgo degli Albizi.

Museo Delle Illusioni, Firenze

Fonte: Museo Delle Illusioni

Museo Delle Illusioni, Firenze
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Valvasone Arzene, il borgo friulano in cui si rivive il medioevo

È un vero e proprio tuffo nel Medioevo, una delle rievocazioni di fine estate più attese del Friuli Venezia Giulia, la ricostruzione storica che trasporta, per tre giornate, Valvasone Arzene, tra i Borghi Più Belli d’Italia, nell’atmosfera di un tempo che fu.

Anche quest’anno, dal 2 al 4 settembre, torna Medioevo a Valvasone, per ricreare la storia, i fasti e gli avvenimenti che hanno contribuito alla crescita urbana.

Una delle rievocazioni storiche più dettagliate e belle di sempre

“Medioevo a Valvasone” vanta una ricostruzione storica tra le più curate del genere e si contraddistingue per la grande attenzione al dettaglio in linea con la fedele riproduzione di abiti, suoni, modalità e ambientazioni: trovarsi qui nei giorni della festa significa davvero fare un salto indietro nei secoli tra alchimisti, damigelle, cavalieri, dame, sbandieratori, giullari, artigiani e tabernae.

Durante il giorno, le stradine impreziosite da bandiere risuonano della magia del mercato e del lavorio degli artigiani che, per davvero, mostrano l’abilità della creazione manuale per momenti di svago ma anche di didattica per grandi e piccoli: sono orafi, sarti, tessitori, fabbri che realizzano gli oggetti con pazienza, attenzione e i metodi di un tempo in maniera assolutamente artigianale e che giungono qui da tutta Italia.

Di notte, è la luce delle fiaccole a illuminare Valvasone Arzene mentre intorno risuonano i passi ritmati delle guardie: tutto è riprodotto seguendo una fedele ricostruzione storica con angoli anticati, abiti, strumenti musicali e tamburini in un autentico “teatro a cielo aperto” dove si intrecciano storie, miti, leggende e fiabe.

Ogni anno, inoltre, è previsto un tema differente e originale che contribuisce a raccontare in modo sempre nuovo tutta la magia del borgo e il fascino del suo passato: è il Teatro dei Misteri, la rappresentazione di piazza che per il 2022 si ispira alla Vita Nova di Dante.
Dopo il periodo di smarrimento a seguito della morte di Beatrice nel 1290, il Sommo Poeta raccolse le sue liriche più significative proprio nella Vita Nova, segno di un rinnovamento spirituale arrivato grazie a un amore altissimo ed eccezionale.

Non manca poi uno degli appuntamenti più apprezzati, La Fiabesca Cena Medievale, banchetto a tema nel chiostro del convento, illuminato dall’affascinante chiarore di centinaia di candele: i piatti vengono preparati secondo ricette originali dell’epoca, le posate sono in legno e i piatti sostituti con scodelle di pane.
È il momento ideale per sognare, in cui i visitatori hanno la possibilità di pasteggiare insieme ai signori apprezzando gli intrattenimenti e gli spettacoli che si svolgevano durante i banchetti nobiliari.

Infine, ogni anno, la rievocazione è dedicata a una leggenda, un eroe, un mito o una favola: in quest’occasione, la figura scelta è quella dell’Imago, lo specchio che riflette la storia del borgo e di trent’anni di eventi, lo spazio del ricordo, la festa, l’allegoria della buona vita.

Informazioni pratiche per godersi la festa medievale

Valvasone festa

Fonte: Ph Emmeci74 – iStock

Rievocazione storica di Valvasone

Il grande e spettacolare evento, a cura del Grup Artistic Furlan con il sostegno del Comune di Valvasone Arzene e della Regione Friuli e l’entusiasta partecipazione degli abitanti, quest’anno si svolge dal 2 al 4 settembre.

È previsto un biglietto d’ingresso a prezzi modici e la prenotazione obbligatoria per la cena medievale (a pagamento).

Il borgo si raggiunge in auto da Pordenone, seguendo la SS Pontebbana – Pordenone – Udine fino a raggiungere Casarsa della Delizia e svoltare a sinistra per Valvasone Arzene.
In treno, la stazione più vicina è quella di Pordenone da cui si prosegue in pullman.

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Oceano Pacifico Posti incredibili Viaggi

Nell’Oceano Pacifico esiste un ufficio postale sott’acqua: puoi visitarlo

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci perché è pieno di meraviglie che aspettano solo di essere esplorate. Alcune di queste portano la firma inconfondibile di Madre Natura, altre invece sono state costruite dall’uomo.

Ma è solo quando le prime si incontrano con le seconde che nascono quelli che sono i più incredibili capolavori visivi del mondo intero. Quelli da raggiungere, esplorare e visitare. Luoghi inediti che per originalità e bellezza lasciano senza fiato e stupiscono.

Così come fa quell’ufficio postale sotto l’acqua costruito sopra uno dei fondali marini più belli e suggestivi del mondo intero. Ci troviamo a Vanuatu, nel cuore dell’Oceano Pacifico. È qui che per inviare le cartoline più suggestive di un viaggio incredibile bisogna immergersi nell’acqua.

Cartolina di viaggio da Vanuatu

Il nostro viaggio ci conduce nella Repubblica di Vanuatu, una nazione del sud Pacifico, caratterizzata da circa 80 isole che emergono dall’oceano. Un vero e proprio paradiso terrestre, nonché meta ambita e raggiunta da tutti gli amanti dello snorkeling e delle attività subacquee che qui possono nuotare tra barriere coralline, caverne e grotte sottomarine di immensa bellezza.

I fondali dell’oceano, poi, sono ricchi di tesori da scoprire, non solo incredibili esemplari di flora e fauna, ma anche relitti suggestivi e misteriosi da ammirare.

Le immersioni, qui, sono all’ordine del giorno perché permettono di esplorare un ecosistema incontaminato e straordinariamente bello. Ma al largo delle isole di Vanuatu non ci si immerge sotto l’acqua solo per scoprire i tesori dei fondali e le creature che li popolano, ma anche per spedire le cartoline più belle di un viaggio indimenticabile.

Proprio al largo della costa della Hideaway Island, dove sorge una riserva marina straordinaria, è stato inaugurato un ufficio postale bizzarro e unico. Per raggiungerlo, infatti, è necessario immergersi nel mare.

L’ufficio postale immerso nell’oceano

Per vivere un’avventura incredibile dobbiamo raggiungere Hideaway Island, l’isola dove sorge uno dei resort più esclusivi del mondo che affaccia direttamente su una riserva marina di incredibile bellezza.

È qui che l’invio di una cartolina di viaggio, a parenti e amici, si trasforma nell’esperienza più straordinaria di una vita intera. Per farlo, infatti, occorre immergersi nelle acque e raggiungere il primo ufficio postale sotto marino.

L’idea è nata dalla collaborazione tra Vanuatu Post, rete di uffici postali della Repubblica, e il proprietario del resort e si è trasformata da subito in un’attrazione turistica imperdibile.

La struttura, realizzata in fibra di vetro, è saldamente attraccata alle rocce ed è completamente immersa nelle acque turchesi e cristalline che da sempre incantano i viaggiatori di tutto il mondo.

Per raggiungere questo piccolo ufficio, è necessario scendere a circa tre metri di profondità. È lì che un addetto postale attende i nuotatori per occuparsi di tutte le operazioni necessarie alla spedizione.

Da qui, infatti, ogni giorno partono delle speciali cartoline di viaggio, impermeabili e personalizzabili, debitamente plastificate e dotate di uno speciale francobollo.

L’immersione può avvenire in autonomia, ma uno staff di esperti subacquei dell’Hideaway Island è sempre disponibile ad accompagnare tutti i viaggiatori che vogliono raggiungere l’ufficio postale per spedire queste cartoline di viaggio davvero speciali.

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Le vie della transumanza: esperienza straordinaria tra passato e presente

Quando il calendario segna l’inizio di settembre, sappiamo bene che dobbiamo salutare con una certa nostalgia l’estate. Ma sappiamo anche che la stagione più magica e suggestiva dell’anno sta per arrivare.

In autunno, infatti, le città, i borghi e i villaggi che conosciamo si trasformano mettendo in scena uno spettacolo sospeso e mozzafiato. La natura si concede il suo meritato riposo mentre il panorama tutto intorno si colora delle più belle sfumature che vanno dal giallo al marrone, passando per il rosso e l’arancione.

Ma questo è anche il periodo durante il quale possiamo vivere esperienze uniche attraverso viaggi last minute e weekend brevi. Gli stessi che ci portano in luoghi incontaminati dove la natura regna sovrana, come il Tirolo, dove è possibile vivere la straordinaria esperienza della transumanza.

La transumanza in Tirolo

Per vivere una delle esperienze più incredibili dell’autunno dobbiamo recarci in Tirolo, nel cuore delle Alpi, in quel territorio caratterizzato da scenari naturali unici e per questo frequentato da tutti gli amanti delle attività outdoor.

È qui, che immersi in un paesaggio di straordinaria bellezza, è possibile toccare con mano le tradizioni secolari legate al territorio, come la transumanza.

Quando l’estate resta ormai un antico ricordo, infatti, le mandrie di bestiame rientrano dai pascoli in alta quota, trasformando questo momento in una grande festa per i cittadini locali, il cui invito è esteso anche ai viaggiatori.

A partire da metà settembre, infatti, i sentieri del Tirolo vengono occupati da mucche, capre, cavalli e pecore che sfilano sotto gli occhi degli spettatori di quell’inedita sfilata. Una marcia solenne accompagna da suoni e musica, da canti e balli che trasformano le valli tirolesi in una grande gesta condivisa.

Partecipare alla transumanza, e poterla osservare da vicino, è un’esperienza davvero indimenticabile che fonde il passato con il presente, che permette di poter toccare con mano una tradizione antica e preservata da secoli.

Secondo le fonti, infatti, i pastori erano soliti portare le mandrie in alta quota già dal Neolitico, ma è solo dalla metà del XVIII secolo che è nata l’usanza di adornare gli animali con fiori e ghirlande per celebrare il loro ritorno.

Transumanza in Tirolo

Fonte: Ufficio Stampa Tirol Werbung GmbH

Transumanza in Tirolo

Gli appuntamenti da non perdere

Se è un viaggio per scoprire la natura e le creature che la popolano quello che volete fare questo autunno, allora non ci sono dubbi sul fatto che la destinazione ideale per vivere un’esperienza unica è il Tirolo.

Qui, infatti, i numeri sono alti. Su tutto il territorio di contano oltre 100000 vitelli e quasi 70000 pecore e, ancora, 6000 capre e più di 3000 cavalli. Proprio qui, tra gli animali, è nato lo yodel, il caratteristico canto dei pastori che serve a richiamare le greggi e le mandrie. Se volete udirlo, e unirvi al coro, allora, ci sono alcuni appuntamenti imperdibili da non perdere questo settembre.

Il 16 settembre, sulla malga Gramai, si celebra il ritorno degli animali con una grande festa che dura da mattina a sera. Il 17 e il 24 settembre, invece, si celebrano i ritorni delle mucche dai pascoli di Thiersee nel Kufsteinerland.

Sempre il 24 settembre, invece, è il turno della transumanza di Hopfgarten. In questa occasione sarà possibile ammirare centinaia di bovini che sfilano lungo le strade del mercato cittadino e celebrare con loro l’arrivo dell’autunno.

L’ultimo appuntamento da segnare in calendario, è quello della transumanza a Reith im Alpbachtal. Gli animali, infatti, tornano dalle malghe ad alta quota il 1° ottobre. Per celebrare l’arrivo è prevista una grande festa nel paese dove è possibile conoscere le tradizioni locali e assaggiare le prelibatezze tradizionali.

Transumanza in Tirolo

Fonte: Ufficio Stampa Tirol Werbung GmbH

Transumanza in Tirolo