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L’altra Franciacorta, un territorio inaspettato, tutto da scoprire

Franciacorta è sinonimo di vino. Spesso è per questo motivo che molti visitano questa bellissima zona del Nord Italia, compresa tra il Lago di Garda e il Lago d’Iseo, il cui terroir ha regalato uno dei vini più buoni che esistano al mondo.

Tuttavia, c’è un’altra Franciacorta, meno nota, che confina con la meno turistica – ma non per questo meno interessante – Val Trompia, al di là della Forcella, nel punto in cui termina la Pianura Padana e iniziano le Prealpi, che regala, oltre alle visite alle cantine dove si producono le bollicine e all’ottima gastronomia, altre esperienze decisamente inaspettate.

Al limitare di questo rinomato territorio ci sono luoghi incantevoli, ricchi di storia e di tradizioni che meritano di essere scoperti. Al centro delle colline di questa Franciacorta di confine c’è la cittadina di Gussago.

Gussago, porta d’accesso alla Franciacorta

Icona indiscussa di Gussago è La Santissima, che domina la città dall’alto, un ex complesso domenicano risalente al XV secolo sul colle Barbisone, dall’aspetto monumentale e imponente. Un luogo suggestivo, da raggiungere a piedi con una facile passeggiata, magari all’ora del tramonto, per godere di una vista panoramica sui vigneti. Da qui si può ammirare la pianura da un lato e il Monte Guglielmo e il Monte Rosa dall’altro.

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Fonte: @SiViaggia

Il complesso della Santissima a Gussago (BS)

Questo santuario fu costruito dalla popolazione, al di fuori delle cariche monastiche e senza nessun mandato da parte della Chiesa. Per questo motivo, tutt’oggi, la chiesa è considerata puro appannaggio della gente comune, di coloro che si ritengono umili peccatori e fedeli, di chi vuole andare a pregare senza dover entrare nel circuito della chiesa ufficiale. Tradizione vuole che si vada alla Santissima a pregare per ottenere piccoli aiuti per la vita di ogni giorno.

Il convento è uno dei numerosi edifici monastici che esistono nella Franciacorta, luogo di passaggio di viandanti e pellegrini. I Domenicani, infatti, avevano grossi possedimenti e attuarono opere di dissodamento e di bonifica del territorio per poi dedicarsi alla coltivazione. La stessa coltivazione della vite risale a epoche remote, ne sono una testimonianza i rinvenimenti di vinaccioli di età preistorica e il materiale archeologico rinvenuto su tutto il territorio.

L’edificio è in fase di restauro, per visitare l’interno è necessario affidarsi a una guida, che possiede anche le chiavi per accedere alla cappella ancora decorata con affreschi del XV-XVI secolo.

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Fonte: Ufficio stampa

Le colline della Franciacorta e La Santissima di Gussago

I religiosi che si era trasferiti alla Santissima combattevano anche l’eresia e proprio qui fu giustiziata una strega. Ma ci sono altre storie inquietanti girano intorno a queto luogo. Una leggenda vuole che qui vivesse un drago, ma forse serviva solo per tenere lontani i pagani. Un’altra, molto più credibile, invece, sostiene che sul colle cresceva un’erba miracolosa.

Fin dal medioevo, l’ex complesso domenicano della Santissima caratterizza il paesaggio di questo estremo lembo di Franciacorta. Luogo di devozione ed elevazione dello spirito, nell’Ottocento la Santissima è stata anche un importante cenacolo di cultura, ospitando artisti come il pittore Angelo Inganni.

Le ville di delizia

La cittadina di Gussago vanta anche interessanti palazzi privati e ancora abitati che possono essere visitati, dietro richiesta. Tra i più belli c’è Villa Averoldi Togni, un edificio del 1200 circondato da tre ettari di parco dove, alla fine del ‘700, sono stati creati uno splendido giardino all’inglese, abbellito da statue neoclassiche, uno alla francese, con fontane e trompe-l’oeil, che ricorda una piccola Versailles, e un grande uliveto.

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Fonte: @SiViaggia

Lo splendido giardino all’inglese di Villa Averoldi Togni a Gussago (BS)

Un’oasi davvero inaspettata nella frazione di Piazza, racchiusa entro le mura del palazzo che viene aperto al pubblico in occasione di eventi speciali, come le “Domeniche per ville, palazzi e castelli” organizzate dal Gruppo dimore storiche Bergamo (le prossime date sono il 18 e il 25 settembre) o di concerti di musica antica.

Merita una visita anche Palazzo Grasso Caprioli, una villa del XVI secolo con un bellissimo giardino di rose e magnolie, che vanta una collezione privata di opere d’arte contemporanea, lascito di artisti di tutto il mondo che vengono regolarmente ospitati nella residenza dove sono liberi di esprimere tutto il loro estro e talento.

La villa è oggi un centro artistico a 360 gradi, dove vengono privilegiate la danza e le discipline orientali, dallo yoga alla meditazione, con corsi, workshop ed eventi, tra cui concerti e festival di danza contemporanea.

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Fonte: @SiViaggia

La villa e il giardino artistico di Palazzo Grasso Caprioli a Gussago (BS)

L’enogastronomia

A Gussago esiste una vera e propria cultura di uno dei piatti tipici del bresciano: lo spiedo. In quasi tutte le trattorie e i ristoranti della zona è possibile assaggiare il vero spiedo bresciano, che ha ottenuto anche la Denominazione comunale di origine. Ogni anno, a settembre, nella centralissima piazza Vittorio Veneto si svolge il Gran Galà dello Spiedo (quest’anno è in programma giovedì 8 settembre) al quale partecipa tutta la popolazione e moltissimi turisti. Non è una sagra, bensì una cena elegante a lume di candela che vuole celebrare il piatto principe della cucina gussaghese e che ha reso Gussago la Capitale Italiana dello spiedo. Lo spiedo naturalmente è accompagnato dalle bollicine del territorio.

Il Gran Galà è solo l’inizio di una stagione all’insegna della gastronomia. Dal 22 settembre e fino all’8 dicembre si svolge Lo Spiedo Scoppiettando, una rassegna enogastronomica che, ogni giovedì, porterà i profumi e i sapori autunnali del territorio in tavola attraverso uno speciale menu a base di spiedo e di ingredienti locali in molti ristoranti di Gussago.

Ma non dimentichiamo che ci troviamo nel territorio della Franciacorta e le bollicine, qui, sono un must have. Diverse cantine, come Le Cantorie, propongono wine tour e degustazioni dei vini del territorio – Franciacorta Docg Saten, Rosé, Pas Dosè Riserva, ma anche rossi, come il Cellatica superiore Doc e il Sebino riserva – accompagnati da prodotti e salumi tipici. Questa cantina, in particolare, immersa tra i vigneti, ha un giardino panoramico che, dall’alto della collina di Casaglio, offre una vista spettacolare sul paesaggio collinare della Franciacorta e sui vigneti terrazzati.

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Fonte: @Le Cantorie

La cantina Le Cantorie nella Franciacorta

Da non perdere anche una visita alle distillerie locali, come le pluripremiate Distillerie Peroni Maddalena dove, da più di quarant’anni, si produce un’eccellente grappa – ma anche liquori, vermouth, gin, acquavite di birra e ben 15 riserve – che, insieme allo Spiedo di Gussago, sono i due prodotti De.Co. (Denominazione Comunale) del Comune di Gussago.

Per chi è della zona questa Franciacorta di confine è un’ottima idea per una gita fuoriporta, ma per chi viene da lontano non mancano spunti per un weekend all’insegna di storia, cultura, attività all’aria aperta e tanta ottima enogastronomia.

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La biblioteca del futuro è stata creata. I libri si leggeranno nel 2114

Sono la curiosità e la sete di conoscenza a spingerci dall’altra parte del globo per scoprire ed esplorare culture che sono a noi lontane e spesso sconosciute, ma anche per osservare da vicino tradizioni e testimonianze del passato che raccontano la storia dei popoli, delle città e di interi territori.

Ma sono anche i luoghi del sapere ad affascinarci, come le biblioteche più iconiche del mondo, quelle che hanno il compito e la missione di preservare nel tempo e nei secoli la conoscenza della storia degli uomini del presente e del passato.

Ed è un po’ questo l’obiettivo della biblioteca del futuro, una biblioteca nata e creata dall’artista scozzese Katie Paterson. Vederla in work in progress è già possibile attraverso i social network, ma i libri che ospitano potranno essere letti solo a partire dal 2214.

Benvenuti nella Future Library

È la biblioteca del futuro, di nome e di fatto, anche se qui non si prendono in prestito i libri, almeno per il momento. Tutto ciò che possono fare gli autori del mondo è lasciarsi coinvolgere da questo affascinante progetto e mettersi a lavoro per la stesura di capolavori che saranno stampati e poi messi a disposizioni dei lettori solo nel 2214.

Un progetto, questo, folle e visionario, ma sicuramente molto affascinante e suggestivo. L’idea, come anticipato, proviene direttamente dalla mente di Katie Paterson, artista scozzese che nel 2014 ha posato la prima pietra della Future Library.

In realtà non si tratta di una pietra, ma di mille abeti rossi che l’artista ha piantato nella foresta di Nordmarka, a venti minuti dalla capitale della Norvegia,  e che rappresentano, oggi, le fondamenta del progetto. Con il legno ricavato da quest’area, infatti, è stata costruita la Silent Room, una stanza di legno realizzata all’interno della Deichman bibliotek di Oslo dove oggi vengono conservati i libri che un giorno popoleranno la biblioteca.

Quegli stessi abeti rossi, tra due secoli, saranno utilizzati per produrre la carta sui quali saranno stampai i libri della Future Library.

Come sarà la biblioteca del futuro?

Il progetto è affascinante e unico nel suo genere e apre a tantissime suggestioni e riflessioni. Non solo rispetto alla lontanissima inaugurazione della biblioteca del futuro, che desta sicuramente una curiosità che non possiamo soddisfare, ma anche e soprattutto in riferimento al tempo che scorre, alla figura dell’uomo e al suo impatto sul pianeta in un futuro ancora lontano.

Per più di un secolo, infatti, quella parte di foresta coltivata da Katie Paterson non potrà essere toccata da nessuno. I libri, in questo caso, faranno da legante tra il presente e il futuro e avranno il compito di preservare e tutelare l’ambiente.

Ma come sarà la biblioteca del futuro? Quello che sappiamo per certo è che i libri non si potranno leggere fino al 2114 e che l’edifico ospiterà solo manoscritti inediti.

Dal 2014 Katie Paterson accoglie i testi di autori di ogni età e nazionalità, libri di ogni stile, genere e lingua. L’invito a popolare la biblioteca del futuro è aperto a tutti, e ad oggi sono molti gli scrittori che hanno già risposto alla chiamata. Tra i più celebri c’è anche Margaret Atwood, l’autrice del “Racconto dell’Ancella”, a cui è stato affidato l’onere e l’onore di depositare il primo manoscritto della Future Library nel 2014.

Tutti i libri raccolti fino a questo momento sono stati conservati in cassette di vetro ermetiche conservate nella Silent Room della biblioteca pubblica di Oslo.

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Vernante, un borgo da favola sulle tracce di Pinocchio

In molti sono pronti a giurare che il borgo di Pinocchio sia Collodi, meravigliosa realtà della provincia di Pistoia dove ha vissuto l’autore del rinomato libro. La verità, tuttavia, è che non è l’unico. In Italia c’è anche un altra località che si ispira all’omino di legno più famoso del mondo: Vernante, un vero e proprio paese da favola.

Vernante, tutto quello che c’è da sapere

Simao in Piemonte, e più precisamente in provincia di Cuneo. Proprio qui, nella suggestiva cornice del Parco delle Alpi Marittime che si distingue per essere impreziosito da alberi, torrenti e laghi, prende vita Vernante, considerato il “paese di Pinocchio”.

Il legame tra il borgo e questo personaggio di fantasia sussiste poiché da queste parti visse Attilio Mussino, il pittore soprannominato “lo zio di Pinocchio”, colui che illustrò il celebre libro scritto da Carlo Lorenzini, detto Carlo Collodi. L’uomo si trasferì in questa graziosa località del Nord Italia in seguito alla perdita del figlio e della moglie, e qui restò fino alla sua morte, nel 1954.

Nello stesso anno due abitanti del paesino piemontese, Bruno Carlet e Meo Cavallera, decisero di rendere omaggio all’opera di Mussino. In che modo? Scelsero di riproporre alcune delle sue illustrazioni sui muri delle abitazioni del centro storico. Il risultato? Vernante è un museo a cielo aperto di graffiti, un grande libro illustrato alla luce del sole dove gli amanti d questa fiaba possono ritrovare i personaggi di Collodi e passeggiare in loro compagnia tra le vie del centro.

Il legame di Vernante con Pinocchio

Camminando tra i suggestivi vicoli del borgo, infatti, avrete modo di incontrare il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco, la Balena, la Fata Turchina, Geppetto e così via. Tutti personaggi che hanno fatto la nostra infanzia che si susseguono nelle pareti degli edifici per far rivivere ai visitatori le avventure di Pinocchio. Ma non solo nei muri! Alcune splendide illustrazioni, infatti, si trovano anche in porte e finestre, e sono rese quasi reali grazie all’uso di sagome di legno che è possibile incontrare nei giardini o sulle scale.

vernante graffiti pinocchio

Fonte: Maxppp / IPA

Uno dei graffiti di Vernante

Inoltre, ad Attilio Mussino è stato anche dedicato un intero museo dove si possono ammirare tutte le opere che celebrano la carriera dell’artista: i dipinti ad olio e ad acquerello, diverse edizioni di libri per ragazzi illustrati proprio da lui (tra cui spicca l’edizione del 1911 di Pinocchio), diversi studi grafici a matita, schizzi e disegni di personaggi illustri.

In più, avrete modo di scoprire l’ultima edizione di Pinocchio illustrata da Attilio Mussino: il “ Pinocchio Animato”, che uscì a fascicoli settimanali per “Il Giornalino” ambientato proprio a Vernante.

Infine, all’entrata nord di questo borgo si erge un monumento dei fratelli Bertaina, artigiani del posto, sempre in onore del rinomato burattino di legno.

Cosa vedere a Vernante oltre i murales

Un posto perfetto, quindi, per chi ama le fiabe e, soprattutto, quelle che hanno fatto parte del nostro passato. Ma quel che è giusto sapere è che Vernante non si limita a questo: possiede anche altre attrazioni interessanti per tutti i viaggiatori che la raggiungono.

Per esempio, vale la pena fare un salto alla Tourousela, quel che resta di un magnifico maniero medievale risalente al 1280. Conosciuta anche con il nome di Castello Lascaris, è stata edificata per volere del conte Pietro Balbo di Tenda in posizione dominante sull’intero abitato. Il suo scopo era difendere la contea e avere una completa visuale sulle strade sottostanti.

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Fonte: Wikipedia – Ph: F Ceragioli

Tourousela di Vernante

Una struttura che cela anche alcuni misteri: nel 2018 divenne protagonista di un video di un gruppo di “cacciatori di fantasmi” molto popolare sui social. Tali ragazzi sostenevano di aver registrato, all’interno del torrione, il canto di Beatrice Lascaris di Tenda, che visse nel castello e che fu giustiziata nel 1418 perché accusata di adulterio.

Un altro punto di interesse di questo borgo da fiaba è il Santuario della Madonna della Valle risalente al XV secolo. Quel che vi ritroverete davanti è un bellissimo edificio, con pianta a croce greca, impreziosito da magnifiche decorazioni ottocentesche.

Al suo interno, invece, si possono ammirare esempi di arte sacra di grande valore come il particolare Trono della Vergine rivestito di un ricco manto d’argento tessuto a mano.

Vale la pena fare un salto, infine, presso la chiesa parrocchiale di Vernante, dedicata a San Nicolao. Costruita nel 1200, oggi è in stile barocco e tra le sue mura sfoggia quattro altari, due cappelle e numerose pitture sacre.

Bellissime anche le statue, il Cristo Redentore e il Sacro Cuore di Gesù, che sono entrambe dello scultore Aldo Pellegrino di Boves. Poi il campanile, detto comunemente dai vernantesi “Ciuchè Rus” (campanile rosso).

Cosa vedere nei dintorni di Vernante

Trovandosi in un contesto naturale di pura bellezza, Vernante ha molto da offrire anche nei suoi dintorni. Lungo le dorsali attorno al borgo si sviluppano diversi sentieri che permettono di scoprire luoghi d’interesse storico, artistico e paesaggistico. La cosa più curiosa è che ognuno di essi è contraddistinto da un colore e che le indicazioni sono scritte in dialetto vernantino (con tanto di sagoma di Pinocchio).

Tra le varie cose che potrete scoprire c’è la cappella di San Macario, situata lungo il sentiero Ruinas. La sua è la struttura tipica degli oratori campestri medievali di area alpina, mentre gli affreschi presentano un profilo decisamente più moderno. Poi ancora la chiesa di San Bartolomeo nella frazione Folchi, la cappella di San Giacomo a Palanfrè, la cappella di San Giovanni posta nell’omonimo vallone, la cappella della Madonna della Neve nella frazione Ciastellar e la cappella di Santa Lucia presso il vallone Santa Lucia.

Ma non solo. Il comune di Vernante vanta tantissime fontane che sono definite “le più prestigiose di tutta la vallata”. Per particolarità e importanza spicca la Fontana Bleu, sita allo sbocco del vallon Secco. Da qui sgorga un’acqua oligominerale e la struttura è legata a un episodio storico che sfuma nella leggenda: il passaggio a Vernante di papa Pio VII.

In un piccolo parco all’inizio della strada che conduce a Folchi, da non perdere è la Fontana di Rocca Muller, con gettito regolare. Mentre sulla sinistra del torrente Vermenagna sono da visitare le Fontane San Macario e Sassi. Molto suggestiva anche la Fontana della Sposa che si trova nella Valle Grande, in località tetti Ciastel e, alla fine della strada che attraversa il vallone, la Fontana di Palanfrè, con acque di ottima qualità.

Vernante, il borgo che celebra Pinocchio, è perfetto sia per i più grandi che per i più piccini ma anche per gli amanti della storia e della natura.

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Asia Emirati Arabi Notizie Viaggi

In Qatar, il varo della nave più green che ci sia

A pochi giorni dal calcio d’inizio della Coppa del mondo FIFA 2022 che si svolgerà nel Qatar, si terrà anche un evento memorabile: il varo della nave più più green che sia mai stata costruita.

Stiamo parlando della MSC World Europa, una nave da crociera da oltre 215mila tonnellate e un design incredibilmente innovativo.

La cerimonia di battesimo della nuova ammiraglia avverrà il 13 novembre a Doha, Capitale del Paese, dove sarà inaugurato anche il nuovo Grand Cruise Terminal della città, una struttura modernisisma di 24mila metri quadrati che gestirà fino a 28.000 passeggeri al giorno e avrà la capacità di ospitare due navi da crociera giornaliere.

I crocieristi potranno ammirare, tra le altre cose, un incredibile acquario all’interno del terminal e una galleria dedicata all’arte islamica. I Mondiali di calcio, invece, inizieranno il 20 novembre, quando la squadra del Qatar incontrerà la nazionale dell’Ecuador. Ma veniamo alla nave.

Com’è fatta la MSC World Europa

Il design della World Europa sarà innovativo, con una prua a 90° a forma di freccia che taglierà l’acqua con facilità, una caratteristica mai vista prima d’ora su una nave da crociera. La prua, però, non avrà solo un valore estetico, bensì sarà capace di migliorare ulteriormente la stabilità della nave offrendo comunque un comfort maggiore per gli ospiti.

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Fonte: MSC

La forma a “Y” della poppa della MSC World Europa

L’impressionante e inedita forma a “Y” a poppa si apre sull’Europa Promenade, una passeggiata lunga 104 metri, che offre una vista mozzafiato sul mare ed è divisa in una parte aperta e un’altra metà coperta da un imponente schermo a Led, che trasmetterà giochi di luci durante l’intero arco della giornata.

Una delle caratteristiche principali della Promenade sarà The Venom Drop The Spiral, un sorprendente elemento architettonico centrale sotto forma di scivolo a secco che si estende per undici ponti, il più lungo in mare.

Le dimensioni della nave, che è lunga 333,3 metri e che può ospitare fino a 6.762 passeggeri, consentiranno di avere delle aree completamente distinte, ognuna con il proprio stile e le proprie esperienze. Si potrà passare da una tranquilla area zen per soli adulti alla Promenade, con intrattenimento, negozi e bar, fino a un’area separata per le famiglie, che ospita ben dieci nuove strutture per bambini.

Come sulle altre navi della compagnia, non mancherà la Aurea Spa, un centro wellness in stile balinese di 1.012 metri quadrati, con area termale, palestra, barbiere e beauty saloon con trattamenti di bellezza e benessere.

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Fonte: Ufficio stampa

La Promenade della MSC World Europa

Una nave nella nave sarà poi lo Yacht Club, che prevederà oltre alle cabine più belle anche un’area riservata accessibile solo ai membri del club, con ristorante e lounge privati, una grande area piscina con solarium e vasche idromassaggio. Ci sarà anche un’area della spa dedicata a questi ospiti, con sale massaggi dedicate e accesso completo alla Thermal Suite nella Aurea Spa e tanto di servizio di maggiordomo 24 ore su 24.

La nave offrirà 13 punti di ristoro, inclusi sei ristoranti tematici e due locali completamente nuovi: lo Chef’s Garden Kitchen, che propone microverdure, e La Pescaderia, con grigliate di pesce e posti a sedere all’aperto. Un ristorante sarà anche aperto tutti i giorni 24 ore su 24.

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Fonte: Ufficio stampa

Lo scivolo a bordo della nave

Una nave green

La World Europa sarà la prima nave di MSC Crociere alimentata da gas naturale liquefatto (GNL), il combustibile fossile più pulito attualmente disponibile per le grandi navi da crociera e sarà la nave più grande ed ecologicamente più avanzata in navigazione nel Medioriente. Con il GNL la riduzione dei gas serra raggiungerà fino al 25%.

Ma non sarà l’unica tecnologia green rivoluzionaria a bordo della nave. Lo scopo della compagnia è infatti quello di arrivare a “operazioni a emissioni zero“. Anche il sistema di trattamento delle acque reflue sarà di nuova generazione e sarà dotata di altre tecnologie ambientali all’avanguardia, contribuendo sempre più alla tutela dell’ambiente.

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Fonte: Ufficio stampa

Il design unico della MSC World Europa

Le crociere della nave

La nave partirà per il suo viaggio inaugurale in Medioriente il 20 dicembre, offrendo crociere di sette notti verso Doha, Dubai, Abu Dhabi e Sir Bani Yas Island, negli Emirati Arabi Uniti, oltre a Dammam, in Arabia Saudita. Per raggiungere il porto di imbarco, MSC ha stretto una partnership con Qatar Airways e offrirà pacchetti volo+crociera.

Da marzo 2023, invece, si trasferirà nel Mediterraneo, dove offrirà crociere verso Genova, Napoli e Messina, oltre a La Valletta, a Malta, Barcellona, in Spagna e Marsiglia, in Francia.

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In vacanza a casa della Regina Elisabetta d’Inghilterra

Ogni anno, nei mesi di gennaio e febbraio, la Regina Elisabetta d’Inghilterra si rifugia nella sua casa di Sandringham, una splendida residenza di campagna nella Contea di Norfolk.

Quando non c’è, però, la casa è aperta al pubblico e può essere visitata. All’interno ci sono splendide stanze riccamente decorate con mobili d’epoca e opere d’are appartenenti alla famiglia reale britannica.

Ora qualche fortunato che riuscirà ad aggiudicarsi per tempo la prenotazione potrà anche soggiornare a Sandringham, vivendo un’esperienza davvero regale.

Soggiornare a Sandringham

La Regina ha infatti deciso di affittare per un breve periodo un cottage all’interno della proprietà attraverso Airbnb. Si tratta del villino destinato al giardiniere della Regina, ma a vederlo sembra proprio una piccola reggia.

Il cottage di Sandringham potrà essere affittato il prossimo febbraio per un soggiorno minimo di tre motti alla modica cifra di 354 sterline a notte, pari a circa 410 euro (meno di una suite in un moderno hotel a cinque stelle).

Sul sito di Airbnb la casa del giardiniere è descritta come “un delizioso nascondiglio, appartenente a Sua Maestà la Regina, nascosto nel cuore della sua tanto amata tenuta di campagna di Sandringham e l’edificio più vicino alla stessa Sandringham House”.

Il cottage offre “una struttura ricettiva deliziosa e rilassante” che può ospitare fino a otto persone su due livelli. “Arredata in modo eclettico con una collezione reale, tutti i mobili e i quadri un tempo si trovavano all’interno di una delle residenze reali”.

Anche il giardino non è da meno. È descritto come un luogo di “pura delizia e uno splendido ambiente per questa dimora idilliaca di cui gli ospiti possono godere”. Sono ammessi anche i cani, ça va sans dire, essendo Sua Maestà una grande amante dei suoi corgi che possiede fin dall’età di 18 anni.

Le altre dimore reali dove soggiornare

Sandringham non è l’unica dimora reale dove è possibile soggiornare. La Regina Elisabetta, infatti, affitta alloggi anche nella proprietà di Balmoral, una delle più famose dimore reali della Gran Bretagna, dove si trova ora Sua Maestà. Per far fronte alla crisi economica, proprio di recente ha addirittura deciso di rivedere vero il basso le tariffe, tanto che i prezzi partono da 15 sterline, circa 17 euro. Da non crederci.

I cottage più economici, Colt Cottage, infatti, solitamente hanno prezzi che partono da 555 sterline (650 euro) alla settimana, ma possono arrivare fino a 1.650 sterline, circa 1.900 euro, e possono ospitare fino a cinque persone il che significa che ogni notte costa 79 sterline (circa 92 euro) e quindi 15,80 sterline a persona per notte.

I cottage sono due e sono separati tra loro. Sul sito di Balmoral vengono descritti come “situati nei pressi del castello, vicini agli uffici e alle stalle della proprietà. Vi si accede attraverso la strada pubblica che porta a Balmoral e poi tramite una strada privata”.

Il più costoso è il Rhebreck Lodge che può ospitare fino a sei persone e si trova sul lato Est della residenza reale, ma gode di una vista spettacolare sulla vallata e sul campo da golf. Si affitta tutto l’anno, tranne durante le cosiddette “Royal Visit”. Dentro ha camere con caminetti, salone e sala da pranzo oltre alla cucina abitabile.

Chi fosse interessato può già prenotare per soggirnaravi tra i mesi di gennaio e marzo 2023. Nessuno dei cottage è disponibile quando a Balmoral è presente la Regina, per ragioni di sicurezza.

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Viaggiatori sbarcano sulla Luna. In realtà si tratta di un parco vulcanico

Ci sono alcuni sogni, apparentemente irrealizzabili, che accomunano molti viaggiatori. Uno di questi è quello di sbarcare sulla Luna. In realtà negli ultimi anni, grazie alla diffusione del turismo spaziale, questa sta diventando una possibilità sempre più concreta, anche se per il momento decisamente esclusiva e riservata a pochissimi, visto i costi proibitivi dei primi biglietti messi in vendita.

Fatto sta che grazie alle tecnologie avanzate e al lavoro di alcune società, quello verso la Luna non è più un viaggio impossibile.

C’è però un altro modo per vivere quell’esperienza lunare, o comunque un’avventura che più le somiglia, ed è quella di raggiungere l’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco straordinario dove ogni giorno sbarcano decine di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Ulan Hada Volcano Geopark

Guardando le foto di questo articolo, la prima sensazione che si ha è quella di invidia per tutte quelle persone che, munite di tuta spaziale, sono atterrate su questa superficie spaziale. Ma in realtà, in questo caso, non si tratta della Luna, né di un nuovo pianeta appena scoperto, ma di un geoparco straordinario che ospita un paesaggio molto simile a quello lunare e che attira ogni giorno tantissimi viaggiatori desiderosi di vivere un’avventura unica.

Ci troviamo all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark, un geoparco incredibile situato nel cuore della Mongolia interna, a Ulanqab. Un parco suggestivo e straordinario che si snoda su una superficie di oltre 65 chilometri quadrati e che ospita un paesaggio tanto variegato quanto affascinante plasmato con i secoli dalle attività vulcaniche.

In molti lo hanno definito un museo del vulcano naturale, perché in effetti passeggiare su quest’area ci permette di esplorare un universo tanto affascinante quanto spaventoso e proibitivo, quello dei vulcani.

All’interno del parco, che può essere visitato tutto l’anno, ci sono diversi vulcani che contribuiscono a rendere il paesaggio di questo territorio della Mongolia interna, un vero e proprio capolavoro naturale. Lo stesso terreno, che ospita anche verdeggianti praterie, è caratterizzato dalle attività vulcaniche che si sono susseguite nei secoli.

Le strutture geologiche sono diverse, alcune emergono dalla terra e si mostrano in tutta la loro maestosità, altre invece sono ricoperte da una vegetazione lussureggiante che crea un paesaggio unico al mondo.

Visitare l’Ulan Hada Volcano Geopark è una vera e propria esperienza da vivere in ogni momento dell’anno. Durante ogni stagione, infatti, la natura mette in scena i suoi più grandi spettacoli cambiano i colori e le scenografie dell’intera area, trasformando questo luogo in un’attrazione turistica senza eguali.

Ed è sempre il paesaggio frastagliato, vulcanico e desolato, ad attirare qui tutti i viaggiatori che vogliono vivere un’esperienza spaziale. Il paesaggio, caratterizzato da rocce laviche e crateri, infatti, assomiglia a quello della Luna. Motivo per il quale numerosi turisti si spingono fin qui per diventare i protagonisti di un’avventura interstellare.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark

L’esperienza lunare

L’esperienza lunare da vivere all’interno dell’Ulan Hada Volcano Geopark è documentata dagli stessi viaggiatori che giungono fin qui. Muniti di tute spaziali, i turisti possono esplorare questo territorio straordinariamente unico. Ci sono i crateri che si aprono sulla terra pianeggiante, i pendii irregolari e i vulcani a cono. C’è un paesaggio silenzioso e desolato che per forme e colori ricorda proprio quello della Luna.

I periodi migliori per organizzare un viaggio all’interno del geoparco sono sicuramente l’estate e l’autunno. L’orario ideale, invece, è quello del tramonto, quando le rocce vulcaniche si colorano di un intenso rosso che infuoca l’intero paesaggio. Fermatevi a guardare lo spettacolo: è straordinario.

Ulan Hada Volcano Geopark

Fonte: Getty Images

Ulan Hada Volcano Geopark
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Lagune Posti incredibili Viaggi

Esiste una laguna a forma di cuore che sembra un sogno

Esistono luoghi nel mondo che non smettono mai di stupirci, perché tanta è la meraviglia che gli appartiene che facciamo fatica a credere che siano reali. E invece lo sono, come solo loro sanno esserlo.

Luoghi che sono stati sapientemente plasmati da Madre Natura, proprio lei ha firmato quelli sono i capolavori visivi più belli del mondo intero, e che per forme, linee e colori rimandano a un immaginario onirico che fino adesso è appartenuto solo al mondo dei sogni. Ma basta aprire gli occhi per scoprire che questi posti sono reali, e aspettano solo di essere esplorati.

Come quella laguna a forma di cuore, immersa in un paradiso terrestre, che riempie lo sguardo di chi la osserva di stupore e incanto, e ricorda quanto è straordinario il mondo che abitiamo. Benvenuti a Raja Ampat, nell’ultimo eden naturale dell’Indonesia.

Raja Ampat, l’ultimo paradiso

Ci troviamo a Raja Ampat, in una delle destinazioni naturali più belle dell’Indonesia e del mondo intero. L’arcipelago, situato tra l’Oceano Indiano e l’Oceano Pacifico, è caratterizzato da circa 1500 isole che si trovano a ovest della Nuova Guinea.

Qui, ogni anno, arrivano viaggiatori e avventurieri provenienti da ogni parte del mondo con un solo obiettivo: quello di esplorare uno degli ultimi eden incontaminati della terra. Le isole, per lo più montuose, sono caratterizzate da una vegetazione lussureggiante e bagnate da acque turchesi e trasparenti.

Questo straordinario territorio è diventato con i secoli casa di numerose specie di flora e fauna marina. I fondali di Raja Ampat ospitano oltre 500 specie diverse di coralli che formano il 75% delle barriere coralline di tutto il mondo. Ecco perché l’arcipelago è considerato un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti dello snorkeling e delle immersioni subacquee.

Il territorio è vasto e straordinario, ma accomunato da un paesaggio unico che lascia senza fiato. Le isole principali dell’arcipelago sono quattro, un numero questo che troviamo anche nel nome. Raja Ampat, infatti, vuol dire I quattro Re.

Tra le isole principali troviamo anche Misool, un luogo affascinante e straordinario che ospita una moltitudine di creature marine, ma anche un paesaggio fatto di colline, fitte foreste e paludi di mangrovie. Ma non è tutto perché è proprio nei pressi di quest’isola che si trova uno dei più incredibili spettacolari di Madre Natura: una laguna a forma di cuore che è un sogno a occhi aperti.

Karawapop, la laguna a forma di cuore. Raja Ampat

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Karawapop, la laguna a forma di cuore. Raja Ampat

Karawapop: la laguna a forma di cuore

Il suo nome è Karawapop, ed è la laguna a forma di cuore situata nei pressi dell’Isola di Misool. Questo luogo straordinario, che porta la firma di Madre Natura, è un vero e proprio capolavoro da osservare e contemplare.

Incastonato tra le rocce carsiche e la vegetazione lussureggiante, questo bacino costiero cattura l’attenzione per i suoi colori incredibili, per la sua posizione, ma soprattutto per la sua forma che ricorda quella di un cuore, motivo per il quale è stato ribattezzato Laguna dell’Amore.

Qui è possibile fare immersioni nelle acque dalle mille sfumature di blu della Laguna dell’Amore, scendendo dal molo. Fate attenzione, però, perché le correnti che spingono verso l’oceano sono molto forti

Per ammirare lo spettacolare panorama della laguna dall’alto, è necessario salire sulla cima della collina della piccola isoletta di Karawapop, raggiungibile da Misool via mare. Il percorso, reso più agibile da una scala di legno, è ripido e richiede una buona prestanza fisica, ma tutta la fatica di quei 400 scalini che svettano verso l’alto viene ripagata dallo scenario idilliaco che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori. Fermatevi per tutto il tempo necessario: la vista da qui è meravigliosa.

Karawapop, la laguna a forma di cuore. Raja Ampat

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Karawapop, la laguna a forma di cuore. Raja Ampat
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Rivoluzione negli aeroporti italiani, cosa sta per succedere

Mentre alcuni aeroporti italiani sono lieti di annunciare un record di viaggiatori (come quello di Cagliari che questa estate ha registrato 1,5 milioni di passeggeri sulle tratte nazionali) in altri scali del nostro Paese è in atto una vera e propria rivoluzione. O meglio, l’Enac (l’autorità italiana del volo civile) è pronta a dar vita a un piano straordinario che prevede il riassetto degli aeroporti italiani.

Perché stanno avvenendo questi cambiamenti

I motivi principali che sono alla base di questi cambiamenti riguardano soprattutto l’ambiente. Non si vuole, infatti, puntare a creare nuove ed enormi strutture, ma piuttosto valorizzare e migliorare quelle già esistenti.

Il programma verrà presto inviato al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Enrico Giovannini, per far sì che abbia inizio percorso di approvazione. Un documento che elenca tante novità, e per diversi scali sparsi in tutto il territorio.

Per quali aeroporti italiani sono previste delle mofiche

Tra le maggiori novità emerge, in particolare, quella che riguarda Roma-Ciampino. L’impianto aeroportuale intitolato a Giovan Battista Pastine e situato a sud-est della nostra Capitale, potrebbe essere rimpiazzato da un nuovo scalo civile a Frosinone, il Girolamo Moscardini, che andrebbe ristrutturato e aperto alle compagnie civili. È bene sapere, però, che un’operazione di questo tipo non potrà essere svolta da una società privata di gestione degli aeroporti. Sarà compito del governo decidere il da farsi, a trattare con l’Aeronautica militare e a stanziare la spesa necessaria per la modifica delle scalo.

Ma le novità non finiscono qui. Alcuni cambiamenti sono previsti anche per l’aeroporto di Milano – Linate. Nel caso dell’Enrico Forlanini, l’Enac non approva che i passeggeri possano partire con dei voli intercontinentali dalle piste di Milano città. In sostanza, quello che si vorrebbe mettere in atto è un ridimensionamento del suo ruolo internazionale, al fine di diminuire progressivamente la concorrenza con Malpensa.

Il principale aeroporto gestito dal comune di Milano, quindi, vedrebbe riservate le rotte intercontinentali dirette senza restrizioni al check-in: il piano dell’Enac assegna il massimo rango di hub istituzionale a Malpensa.

L’altro hub istituzionale è e rimarrà, chiaramente, l’aeroporto di Roma-Fiumicino che, tra le altre cose, è una vera e propria eccellenza. Diversi e prestigiosi, infatti, sono i premi che ha vinto nel corso degli anni. Molti di questi ve li avevamo raccontati in questo nostro pezzo di approfondimento.

Lo scalo di Venezia, dal canto suo, è stato classificato come hub vocazionale poiché organizzato per attirare e trattenere i turisti per un lungo periodo di tempo e da tutto il mondo. Mentre il Fontanarossa di Catania andrebbe in diretta concorrenza con Io scalo di Istanbul come porta del Mediterraneo. Ciò vuol dire che l’aeroporto siciliano verrebbe potenziato per potere accogliere fino a 30mila passeggeri al giorno. Del resto, Catania è una tra le mete preferite dai turisti stranieri ed è necessario, perciò, migliorarne tutti i servizi.

Sempre al sud, lo scaldo di Taranto-Grottaglie verrebbe destinato allo Spazioporto per il turismo spaziale e ai viaggi suborbitali. L’Enac, inoltre, punterebbe anche alla rinascita dell’aeroporto dell’Urbe di Roma (l’ex Littorio). In particolare il programma prevede aerei di piccole dimensioni o aerotaxi partire dall’Urbe per dirigersi verso Viterbo, il cui scalo militare, Tommaso Fabbri, andrebbe adattato ai velivoli civili.

Tutto questo perché? Perché gli aeroporti del nostro Paese verrebbero tutti raccolti in 13 reti a prescindere dalla loro proprietà (Bologna, Rimini, Forlì, Parma, per esempio creeranno una rete; Napoli e Salerno un’altra; Catania, Comiso, Lampedusa una terza). Ogni scalo farà uno studio per valutare i rischi e dovrà dichiarare la sua capacità massima, anche alla luce del suo impatto ambientale e della sicurezza per chi viaggia.

Nel caso in cui un aeroporto risultasse saturo, verrà incoraggiato a travasare passeggeri verso gli altri, alleati nella sua stessa rete.

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La terra del benessere e delle vacanze outdoor: benvenuti in Valsugana

C’è uno splendido angolo d’Italia, situato nel Trentino sud-orientale, che è una terra perfetta per chi è in cerca di vacanze all’aria aperta e, soprattutto, all’insegna del benessere: la Valsugana.

Una zona che è un sogno a occhi aperti e che si distingue per essere un vero e proprio scrigno di freschezza incorniciato dal verde delle Alpi: la meta ideale per una vacanza spensierata.

Famosa soprattutto per i laghi di Caldonazzo e Levico e per la pista ciclabile che attraversa il Brenta, è anche la patria per eccellenza delle terme e di chi ama regalarsi rigeneranti passeggiate nella natura.

Cosa non perdere assolutamente in Valsugana

La Valsugana è quella che potremmo definire la “Valle del Benessere”. Visitarla vuol dire fare un viaggio in cui prendersi cura della propria mente, del corpo e anche dell’anima. No, non vi stiamo prendendo in giro. Da queste parti, infatti, tutto è legato alla natura.

Vi basti pensare che qui sgorgano delle acque termali arsenicali-ferruginose che hanno permesso la creazione di trattamenti adatti ad alleviare lo stress e a consentire il recupero di energie vitali, fisiche e psichiche.

Ma non solo. La natura che caratterizza questo territorio consente di fare camminate indimenticabili che aiutano a liberare la mente da ogni pensiero. Una zona ottimale, tra le altre cose, anche per praticare yoga, meditazione e fare esercizi di respirazione a contatto con la natura.

Inoltre, in Valsugana si mangia sano e bene grazie alle mani sapienti di chi sa lavorare le materie prime. Cosa fare, quindi, in questa valle incantata dove il benessere è assicurato?

Innanzitutto, qui potrete scoprire il piacere di camminare in montagna, un’attività in grado di generare effetti benefici che sono immediatamente tangibili sul nostro organismo.

Giuliano Mauri- Ph Giacomo Bianchi – Copyright Arte Sella

Del resto, passeggiare tra i boschi permette di respirare a pieni polmoni e immagazzinare tantissima vitamina D. Tra tragitti nelle malghe, sentieri di media montagna e trekking panoramici che mozzano il fiato, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Un esempio? La semplice passeggiata che conduce al Monte Lefre che regala una vista che non ha eguali.

In secondo luogo, l’ambiente naturale della Valsugana, che tra le altre cose è anche la prima destinazione certificata per il turismo sostenibile, può fungere da rimedio naturale per il fisico.

Immergersi, contemplare e respirare sulle rive dei laghi, in montagna e nei boschi, aiuta ad abbassare i livelli di stress. Tra le varie attività che possono accompagnarci in questa missione ci sono le escursioni in bicicletta e mountainbike (o ebike per chi vuole iniziare con calma), ma anche diversi sport acquatici come canoa, vela o semplicemente il nuoto. In sostanza, la Valsugana è una vera e propria palestra naturale, impreziosita persino dagli effetti curativi delle terme presenti sul territorio.

Per questo motivo, se volete fare un vero bagno di salute non potete resistere al richiamo delle rinomate Terme di Levico e Roncegno che vantano acque uniche in Italia e rare in Europa.

Infine, regalarsi una vacanza in Valsugana è sinonimo di voler bene a se stessi e ritrovare la sintonia con il mondo che ci circonda. In quale maniera? Questa valle da sogno ci consente di riappropriarci del legame profondo che ognuno di noi ha con l’ambiente.

I boschi, per esempio, sono perfetti per respirare il profumo degli alberi, sentire il calore dei sassi al sole e ascoltare i suoni della natura. I diversi punti panoramici, dal canto loro, sono ottimi per ammirare sia l’alba che il tramonto, quei momenti della giornata che riempiono il cuore di meraviglia. E poi lo yoga, la meditazione, la possibilità di camminare a piedi nudi e di concentrarsi sul respiro. Tutto quello che serve per prendersi cura delle proprie emozioni.

Insomma, in Valsugana il benessere può essere vissuto e scoperto a 360°. Non resta che organizzarsi per regalarsi questa esperienza di pura bellezza.

Trekking Pizzo di Levico – Federico Modica
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La location italiana del film su Enzo Ferrari con Patrick Dempsey

L’Italia è ormai divenuta un set a cielo aperto. Non c’è angolo del Belpaese che non si presti a una scena d’amore o a un folle inseguimento tra i vicoli aciottolati.

Non solo le case cinematografiche italiane si stanno spingendo negli angoli più remoti dello Stivale, facendo così scoprire al pubblico luoghi insoliti che diventano poi mete di turismo – e di cineturismo -, ma anche le produzioni internazionali fanno a gara a chi si aggiudica prima la location migliore.

È il caso del film sulla figura di Enzo Ferrari che stanno girando proprio ora e che racconta la vita privata e professionale di uno dei personaggi che hanno fatto la storia d’Italia e che hanno fatto conoscere il nostro Paese in tutto il mondo.

E, a interpretare il ruolo del fondatore della casa automobilista del Cavallino, è nientemeno che una star di Hollywood: Patrick Dempsey, volto noto della serie televisiva “Grey’s Anatomy”, ma anche della più recente “Diavoli” e di decine di altre serie e film.

Il cuore pulsante intorno al quale si svolge la vita di Enzo Ferrari è la cittadina di Modena, piccolo gioiello dell’Emilia-Romagna ricco di storia, cultura e noto per la sua eccezionale gastronomia, e Ferrari è il simbolo di Modena e di tutta la Motor Valley.

Le location del film

Il film è girato in quei luoghi cari a Ferrari. Prima fra tutte è la sua città, Modena. Ed è la centralissima piazza Roma il primo set a cielo aperto dove il regista del film, Michael Mann (quello di “L’ultimo dei Mohicani”, “Collateral” e di molte altre celebri pellicole), e tutto il cast si sono insediati per girare alcune scene.

Modena

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Il centro storico di Modena

A fare da cornice alla macchina hollywoodiana c’è l’imponente Palazzo Ducale che si trova proprio nella grande piazza, ex residenza estense tra le più prestigiose d’Europa per fasto e dimensioni. Questo sontuoso palazzo Barocco fu voluto dal duca Francesco I d’Este nel 1634 e fu la residenza della Corte Estense fino all’ultimo duca Francesco V d’Asburgo-Este nel 1859.

Dopo l’esilio degli Estensi e l’annessione dell’ex ducato al Piemonte, il palazzo passò alla Casa Reale dei Savoia. Fu re Vittorio Emanuele II, in occasione della sua prima visita a Modena, a concederlo in dono alla Scuola Militare di Fanteria. Oggi vi ha sede la prestigiosa Accademia Militare di Modena.

Altre scene del film mostreranno corso Canalgrande che, secondo alcuni, è una delle più belle strade d’Italia. Si tratta di un viale lungo quasi un chilometro, che taglia la città in senso Nord-Sud, nel punto dove sorgevano le mura dell’antica città romana. I palazzi che vi si affacciano, pubblici e privati, sono molto imponenti e di grande rilievo storico. Al civico 73 si trova ancora oggi la bottega storica di un barbiere, tuttora attivo, dove si serviva Enzo Ferrari, da cui i particolarissimi arredi interni in tema.

Immancabile a Modena ovviamente è la Casa Natale, dove nacque Enzo Ferrari nel 1898, che si trova in via Paolo Ferrari, 85, non lontana da Palazzo Ducale. In quest’area è stato aperto nel 2012 il Museo Enzo Ferrari, un edificio avveniristico che ospita una grande galleria la cui estetica richiama il cofano delle vetture storiche da competizione e che molto probabilmente non vedremo nel film sulla storia e la vita di Enzo Ferrari.

L’abitazione e l’officina sono state conservate e fuse con il nuovo edificio moderno in alluminio giallo, come il colore del cavallino, scelto da Enzo Ferrari in persona.

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Fonte: 123rf

La casa museo di Enzo Ferrari a Modena

Visitare la Motor Valley

Modena è una città nota nel mondo per la sua grande tradizione nel settore dell’automobile sportiva e da corsa. In questa zona si trovano le più importanti case automobilistiche italiane.

Oltre alla Ferrari, ci sono Maserati, Ducati, Stanguellini, De Tomaso e molte altre in quella che, proprio per questo motivo, viene spesso soprannominata Motor Valley, che si estende per ben 300 chilometri da Piacenza fino a Rimini, lungo la via Emilia. Il film sarà solo un motivo in più per visitare questa splendida zona d’Italia.

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Fonte: IPA

Il Museo Enzo Ferrari a Modena