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Lissa, l’isola della Croazia che è un piccolo capolavoro

La Croazia ha la fortuna di essere un Paese costellato di piccoli villaggi da fiaba, lambito da un mare cristallino e pieno di spiagge e calette che sono una più graziosa dell’altra. Tutto ciò potrebbe tradursi in difficoltà quando si tratta di scegliere una precisa destinazione locale in cui trascorrere le proprie vacanze. Per questo motivo abbiamo pensato di raccontarvi di Lissa, un’isoletta così speciale che pare un piccolo capolavoro.

Dove si trova Lissa

Lissa è una deliziosa isola croata che si fa spazio tra le limpide acque del Mar Adriatico. Situata al largo di Spalato, insieme alle “sorelle” Busi (Biševo), Pomo (Jabuka) e Sant’Andrea in Pelago (Svetac), dà vita a un minuto arcipelago che ondeggia a circa 50 chilometri dalla costa dalmata.

Con una superficie di 89,72 chilometri quadrati, è un armonico susseguirsi di coste frastagliate in cui si fanno spazio stupende insenature. Puntellata anche di una lussureggiante vegetazione mediterranea, è culla di produzione di gustosi vini, come il bianco Vugava e il rosso Plavac.

Cosa aspettarsi “dall’ultimo paradiso naturalistico del Mediterraneo orientale”

Lissa, conosciuta anche come Vis, è un luogo che di distingue da tante altre località croate per una condizione davvero particolare: molto spesso qui a dominare è il silenzio. Tutto ciò è dovuto certamente alla sua posizione remota, ma anche perché per molti anni è stata vittima di una chiusura militare.

Vis, isola della Croazia

Fonte: iStock

Lissa, veduta panoramica

Possiamo quindi affermare che Lissa è una delle isole più misteriose e affascinanti delle oltre 1000 che conta la Croazia, una meta ancora abbastanza incontaminata che si può tranquillamente trasformare nella destinazione ideale per chi è a caccia di un’esperienza semplice, ma ricca di natura e tranquillità.

Non molti turisti infatti approdano sulle sue rive, complice la lontananza dalla costa in quanto si impiegano più di due ore di traghetto per attraccarvi. Eppure, tutto ciò le consente di mantenere un fascino davvero unico nel suo genere, tanto da essere stata definita persino “l’ultimo paradiso naturalistico del Mediterraneo orientale” dal WWF.

E no, non è affatto poco, soprattutto se si pensa che è una meta di viaggio ottimale anche per coloro che sono in cerca della buona cucina e del buon vino. Non è un caso che le antiche konoba, ovvero delle ex cantine, siano oggi state mutate in taverne tipiche dove assaporare prelibati piatti di pesce fresco e vini pregiati.

Cosa vedere

Quel che è certo è che Vis è una meta che, prima che sia troppo tardi e che quindi venga invasa dal turismo più di quanto già lo sia, vale la pena conoscere.

La buona notizia è che sull’isola ci sono molti punti di interesse come la stessa città di Lissa, suo porto principale. La piccola “Capitale” è formata da due centri: il Kut, la zona più antica e pittoresca che sembra un intricato labirinto di vicoli lastricati, e Luka, ovvero il porto e la marina.

A unire le due zone cittadine c’è una lunga e suggestiva strada costiera in cui lasciarsi andare a una rigenerante passeggiata che permette di puntare i propri occhi su un panorama che pare incantato. A colpire sono anche le minute casette di pescatori costruite in pietra bianca e sormontate da tetti composti di tegole rosse.

Una località genuina e dove la vita procede a ritmi lenti, senza fretta alcuna. Palazzi seicenteschi dal fascino decadente accompagnano il viaggiatore verso il molo dove sono visibili i resti di una necropoli greca e di terme romane. Voltando lo sguardo sulle colline circostanti, invece, si può notare che spuntano diverse fortezze. Poi ancora il Museo Archeologico di Vis con un’interessante collezione di reperti antichi.

Bellissimo è anche Komiza, un piccolo villaggio di pescatori collegato alla città di Lissa grazie a due strade, una delle quali è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico.

Komiza, Croazia

Fonte: iStock

Veduta di Komiza

Chiamata Comisa in italiano, è la seconda località turistica dell’isola e prende vita su una baia che si trova ai piedi di un monte. Il posto migliore in cui lasciarsi avvolgere da un’atmosfera che sembra superare lo spazio e il tempo anche grazie a ripide viuzze abbracciate da tipiche case in pietra.

Le spiagge da non perdere

Non si può di certo parlare di Lissa e non pensare alle sue spiagge che ben poco hanno da invidiare a quelle dei tropici. Nella zona di Rukavac, sulla costa meridionale dell’isola, ce ne sono diverse e sono una più emozionante dell’altra. Basti pensare alla Spiaggia Stori Rukovac che è raggiungibile tramite un sentiero che parte dalla strada principale. Si tratta di una baia ricca di grossi ciottoli e in cui è possibile trovare un po’ di ombra naturale sotto una palma.

Interessante è anche la Spiaggia di Srbrena che è forse la più famosa di tutta questa spettacolare isola. Un posticino da non perdere in quanto è una graziosa spiaggia di ciottoli bagnata da un mare azzurrissimo e circondata da un’area verde protetta.

La Baia di Stiniva con i suoi ciottoli non è affatto da meno, anche perché è protetta da imponenti scogliere che si affacciano sulle meraviglie del mare. Poi ancora le Spiagge di Milna e Zaglav, questa volta di sabbia, e situate a non molta distanza l’una dall’altra.

Milna è invece un’altra spiaggia che regala anche uno splendido panorama sulle isole e sugli isolotti che impreziosiscono la zona. Compiendo una suggestiva camminata si può raggiungere la meno affollata Spiaggia di Zaglav, più lontana ma comunque speciale.

Chi predilige la sabbia non deve di certo perdersi la Spiaggia di Grandovac, adatta anche famiglie con bambini piccoli. Infine la Spiaggia di Mala Travna, una minuta insenatura a sud dell’isola che pare uscita da un libro di fiabe.

L’esperienza più emozionante

C’è un’esperienza su tutte che vale assolutamente la pena fare presso Lissa: un’escursione in barca lungo la costa per andare alla scoperta della Grotta Azzurra, situata sull’Isola di Bisevo.

Un’attività da non perdere in quanto si tratta di una delle meraviglie naturali più famose e visitate di tutta la Croazia. E c’è un motivo ben preciso: la caverna sfoggia un’apertura sottomarina attraverso cui, tra le undici e mezzogiorno, passano i raggi del sole che danno vita a degli emozionanti riflessi di luce azzurra.

Le spiagge più belle di Lissa

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Un angolo incantato di Lissa
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Susa, la città con la medina patrimonio Unesco

Con poche ora di volo dall’Italia si possono raggiungere mete geograficamente vicine ma radicalmente diverse nella cultura e nell’architettura. Un viaggio di questo tipo permette non solo di atterrare in un altro continente, ma anche di fare ingresso un mondo completamente differente dal nostro e che senza ombra di dubbio vale la pena scoprire. È il caso della Tunisia, che vanta una città con una medina che è persino patrimonio Unesco: Susa.

Dove si trova Susa

Susa, il cui nome in francese è Sousse, è il capoluogo del governatorato omonimo e anche uno dei poli turistici più importanti di tutta la Tunisia. Il motivo è piuttosto semplice: si tratta di una città affacciata sul Mediterraneo che sorge sulla costa orientale del Paese.

Non a caso viene considerata la “perla del Sahel“, il celebre litorale tunisino che si estende approssimativamente per 140 chilometri da nord a sud.

La medina di Susa

Come si arriva a Susa si viene invasi da un sentimento ricco di contrasto: da queste parti antiche costruzioni sopravvivono al volto di una città che punta a diventare moderna. Amabile in qualsiasi stagione dell’anno per via delle tante attrazioni storiche che conserva, durante le bella stagione offre la comodità dei resort e tantissime attività culturali.

Alle spalle degli hotel di lusso che fiancheggiano il suo lungomare, sorge il centro storico che protegge numerosi siti di interesse. Primo tra tutti la sua medina che per la sua importanza e bellezza nel 1988 è stata inserita tra i Patrimoni dell’umanità dall’Unesco.

Cosa vedere nella medina di Susa

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Veduta della medina di Susa

Non a caso è uno dei migliori esempi di architettura araba in Tunisia, anche grazie al fatto che è arrivata ai giorni nostri quasi completamente immutata rispetto a come era in passato. La città vecchia si presenta come un labirinto di vicoli protetto da due chilometri di mura in cui svettano Bab el Khabli, sul lato sud, e Bab el Ghabi a ovest, due delle sei porte sopravvissute al passare del tempo.

Dall’avanguardia degli alberghi, si passa quindi a girovagare nella storia e magari a fare anche tantissimi acquisti nelle varie botteghe e nei colorati mercati presenti tra le vie.

Passeggiando tra le antiche stradine, ecco che svetta in tutto il suo fascino la Grande Moschea di Susa che si mostra ai visitatori con una caratteristica davvero insolita: c’è una scala esterna che conduce dal cortile al minareto.

Poi ancora il Ribat di Sousse, una fortezza militare risalente al 800 d.C. dove è possibile salire sulla torre di guardia per godere di spettacolari viste panoramiche sulla città e sul mare. Una costruzione così imponente che funge da punto di riferimento per abitanti e visitatori.

A poca distanza, ecco farsi spazio un’altra meraviglia antica: la Kasbah, uno dei monumenti più sontuosi di tutta la città poiché sembra voler toccare il cielo tramite una delle torri più antiche ancora in piedi in Nord Africa.

Imperdibile è anche il Museo Archeologico di Sousse e lo è perché conserva la più grande collezione di antichità del Paese dopo quella contenuta presso il Museo del Bardo a Tunisi.

Susa: cosa vedere

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La Grande Moschea di Susa

Le spiagge di Susa

La medina di Susa, con i suoi colori e con le sue costruzioni antiche, è certamente da non perdere. Ciò non toglie che la città abbia anche molto da offrire al di fuori delle sue mura. Tra questi vale la pena citare il porto che si distingue per essere vivace, un ottimo punto di partenza per fare diverse e escursioni in barca e un luogo ottimale in cui scoprire la tradizione culinaria della zona.

Per quanto riguarda il mare, Susa offre diverse spiagge in cui potersi rilassare. Detto onestamente, durante l’altra stagione quella che costeggia il lungomare non si distingue per essere particolarmente accogliente e pulita. A fare la differenza sono i lidi degli hotel dove l’attenzione è maggiore in fatto di pulizia, tanto che il Mediterrano riesce a mostrarsi in tutta la sua purezza.

Caratterizzate da un fondo sabbioso accarezzato da un mare quasi sempre calmo, tra le più note c’è Las Vegas beach che si distingue per la sua sabbia particolarmente bianca. Poi ancora Bou Jaafar beach che, pur essendo particolarmente affollata, offre un mare adatto a tutti a dai colori affascinanti.

A quasi quattro chilometri di distanza dal centro di Susa, ecco comparire El Menchia beach con il suo mare turchese e la tanta sabbia bianca perfetta. Poi ancora Kaki beach, Plage Bouficha ed Happy Beach, anche se è giusto sapere che questi sono solo alcuni dei nomi dei tanti angoli in cui rilassarsi nella costa locale.

Le spiagge più belle di Susa

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Il mare di Susa

Cosa vedere nei dintorni

Susa, oltre a essere una realtà interessante da vari punti di vista, offre anche tante meraviglie da scoprire nei suoi dintorni. Takrouna, che sorge in cima a una collina rocciosa fossile, è un vecchio villaggio berbero in cui le persone vivono come facevano i loro avi, uno stile di vita che va via, via scomparendo.

Poi ancora Mahdia, una città medievale costiera dove avventurarsi tra i mille colori del suo bazar per poi rilassarsi in chilometri di costa tutta da esplorare.

Non meno interessante è Port El Kantaoui che quasi presenta un fascino esotico grazie alle sue spiagge bianchissime e l’azzurro cristallino del Golfo di Hammamet.

Infine Monastir che, oltre a un’irresistibile atmosfera marina, mette a disposizione del viaggiatore tanti siti di interesse come la sua fortezza, il Ribat e il mausoleo Bourguiba che spicca per la sua architettura dorata e per la presenza di una cupola e alcuni minareti che lo rendono un monumento assai imponente.

Informazioni utili per organizzare il viaggio

Sousse è considerata una città sicura per i turisti. Nonostante gli attacchi terroristici che purtroppo ha subito nel 2015, la situazione attuale non è preoccupante. A seguito di quel drammatico evento, infatti, le Autorità tunisine hanno adottato nuove misure antiterroristiche in tutto il Paese.

Le misure di sicurezza sono perciò state rafforzate anche tramite operazioni di polizia finalizzate allo smantellamento di cellule terroristiche e alla requisizione di armi. Ciò vuol dire che l’emergere di possibili e nuove minacce viene costantemente monitorato.

Tuttavia, come in qualsiasi altra città, ci possono essere piccoli furti. Per questo motivo è essenziale non lasciare oggetti di valore incustoditi e stare particolarmente attenti nelle zone affollate.

Per il resto, preparate il vostro passaporto – con almeno 3 mesi di validità residua – e correte a scoprire la bella città di Susa.

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La spiaggia più bella del mondo ospita una “cattedrale” scolpita nella roccia

La sabbia sotto i piedi, un mare cristallino di fronte a noi. Il cielo azzurro e terso, una lieve brezza che accarezza la pelle. E poi, eccola: sembra una grotta, ma è qualcosa di più: è una “cattedrale” di roccia, una sorta di monumento che sembra quasi essere un inno alla potenza della natura, alle sue infinite capacità.

Sì, sembra quasi la descrizione di un sogno, eppure è realtà: questo è il panorama (e l’insieme di emozioni) che si provano quando ci si trova di fronte a Cathedral Cove, arco roccioso che si è formato – secoli or sono – in Nuova Zelanda.

Hahei Beach e il sentiero verso la Cattedrale

Il sogno a occhi aperti inizia ancor prima di raggiungere Cathedral Cove. Sì, perché anche se è vero che le spiagge della Nuova Zelanda sono tutte meravigliose,  è altrettanto vero che quella che porta alla cattedrale di roccia è una delle più belle in assoluto: si tratta di Hahei Beach, vicino a Coromandel (cittadina della regione di Waikato, nell’Isola del Nord). Haei Beach è nota per le sue acque limpide, per le immersioni che portano a suggestivi tête-à-tête con la fauna marina.

Cattedrale di Roccia in Nuova Zelanda - Cathedral Cove

Partendo dall’estremità nord di questa spiaggia incredibile, basta percorrere un sentiero per arrivare ai piedi della Cattedrale di Roccia. La passeggiata dura circa un’ora, ma non temete: il clima in questa zona è estremamente mite anche nelle giornate assolate, complice la brezza e la fitta vegetazione intorno alla spiaggia. In più, lungo tutto lo spettacolare cammino le autorità neozelandesi hanno posizionato panchine e piccole aree di sosta, dove fermarsi per ristorarsi anche all’ombra.

Una Cattedrale di roccia

Il sentiero conduce a una baia ampia e pulita, che sembra quasi essere dipinta. Qui svetta la Cattedrale: una gigantesca caverna a forma di arco che abbraccia e attraversa un promontorio di roccia bianca, creando un idilliaco incontro fra due insenature isolate. Lo spettacolo è impressionante, perché l’arco naturale è così imponente da conferire all’intera baia un’aria di grandezza e magnificenza. È proprio per questo che si è guadagnata il nome di “cattedrale”: l’idea che restituisce è a metà tra lo spirituale, il maestoso e il monumentale, proprio come accade di fronte a questi edifici sacri.

Cathedral Cove, la cattedrale di roccia in spiaggia in Nuova Zelanda

Attorno all’arco, la spiaggia si distende con sabbia dai colori chiarissimi. L’interno della cattedrale è fresco e ombroso, ma neanche all’esterno si sta male: la zona è ricca di ombrosi alberi di pohutukawa (conosciuti come alberi di Natale della Nuova Zelanda) che permettono di prendere aria e sotto i quali si può anche fare un picnic. Naturalmente, chi arriva qui non può certo esimersi dal fare una nuotata e dall’ammirare un’altra attrazione, il Te Hoho: si tratta di un grande scoglio, un pinnacolo di pietra pomice noto che svetta, eretto, dalle acque cristalline.

Relax, bellezza e sport

L’area attorno alla Cattedrale di Roccia è adatta a tutti, sia a chi vuole semplicemente rilassarsi che a chi vuole fare sport. Come già detto, esistono numerose aree per fermarsi e ristorarsi, ma i più sportivi possono anche cimentarsi snorkeling, fare immersioni e praticare altri tipi di sport acquatici. L’importante è rispettare le regole dell’area (per altro sorvegliata), non inquinare e non disturbare la quiete degli altri avventori.

Cathedral Cove, la cattedrale di roccia in spiaggia in Nuova Zelanda

Per chi non vuole fare la lunga passeggiata di un’ora di cui vi abbiamo parlato, per altro, c’è anche una buona notizia: durante i mesi estivi vengono organizzati dei cammini più brevi e semplici, che però passano attraverso aree strettamente protette e di conseguenza possono essere percorsi solo al fianco di una guida qualificata. In alternativa, esistono anche delle navette a pagamento, che accorciano un po’ i tempi e conducono a un accesso un po’ più commerciale sito a 30 minuti a piedi dall’arco.

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Vacanze in Liguria a Bordighera: cosa fare e vedere

La Liguria è da sempre una delle mete preferite per le vacanze estive, soprattutto per chi abita nel nord Italia: le sue spiagge, anche se spesso molto piccole e impervie, sono delle bellezze da cartolina e attirano moltissimi turisti. Andiamo oggi alla scoperta di Bordighera, uno splendido paesino della Riviera dei Fiori. Ecco tutto quello che c’è da fare e da vedere, in una cornice davvero favolosa.

Bordighera, il centro storico

La Riviera di Ponente nasconde moltissimi gioielli che meritano assolutamente una visita: uno di questi è Bordighera, paesino incastonato sul lungomare, cinto alle spalle dalle Alpi Marittime e a poca distanza dal confine con la Francia, dove ha inizio la rinomata Costa Azzurra. Seppure piccolino, il borgo è uno dei più suggestivi di tutta la Liguria, grazie anche alla ricca presenza di architetture affascinanti, che sorgono principalmente nel centro storico e nei suoi dintorni. Partiamo proprio da qui, da quel quartiere chiamato Bordighera Alta, che si dipana sul versante di una collina affacciata sul mare e rappresenta il nucleo più antico del paese.

Una delle prime tappe è la Chiesa di Santa Maria Maddalena, con la sua meravigliosa facciata impreziosita da stucchi in stile rococò e un alto campanile ricavato da un’antica torre di avvistamento medievale, da cui si può ammirare non solo l’intera città vecchia, ma anche il panorama mozzafiato del mar Ligure. A poca distanza, ecco l’Oratorio di San Bartolomeo: costruito nel XV secolo, custodisce al suo interno un pregiatissimo organo ottocentesco. Passeggiando tra gli stretti vicoli del centro, infine, si possono ammirare i resti delle porte d’accesso a quello che era il nucleo fortificato di Bordighera, un tempo protetto da imponenti mura.

Ma sono tante altre le bellezze di questo piccolo borgo ligure: in particolare, i turisti rimangono incantati dalle numerose ville nobiliari che raccontano frammenti di storia preziosissima. Come Casa Coraggio, dove visse anche lo scrittore Edmondo De Amicis, o la splendida Villa Margherita, costruita all’inizio del ‘900 come residenza privata della Regina Margherita – oggi ospita una pinacoteca unica al mondo. Infine, non può mancare una visita al giardino esotico Pallanca, che vanta un incredibile patrimonio naturalistico comprendente oltre 3.200 specie vegetali.

Le spiagge più belle di Bordighera

Naturalmente, una vacanza estiva a Bordighera non può certo fare a meno di giornate trascorse in spiaggia, tra relax sotto il sole e tuffi in acqua. Il centro storico del paese si affaccia sul Lungomare Argentina, una passeggiata pedonale – la più lunga della Riviera Ligure – di ben due chilometri cinta da piante e giardini colorati. Questo è un ottimo punto di partenza per chi cerca un luogo dove stendersi al sole: tra spiagge libere e stabilimenti attrezzati, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. È infatti qui che si dipana una lunga lingua di sabbia dorata, occasionalmente sostituita da grandi scogli, meta di residenti e turisti che vogliono godersi qualche ora al mare.

Ad ovest del paese, c’è un’ampia spiaggia libera perfetta per chi non ama troppo la folla. Si tratta della Spiaggia di Rattaconigli, nelle cui vicinanze ospita anche un’area riservata ai cani, una splendida soluzione per tutti coloro che viaggiano in compagnia dei loro amici a quattro zampe. È invece sul versante opposto che si trova un vero gioiellino, non particolarmente conosciuto dai turisti. Si tratta degli scogli di Sant’Ampelio, una piccola lingua di rocce che si sporge nel mare, dove i ragazzi amano andarsi a tuffare. Forse è un po’ scomodo, ma merita assolutamente una visita.

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Questo piccolo borgo spagnolo è la meta perfetta per una vacanza a tutto relax

Chiudete gli occhi e immaginate un classico villaggio collinare, circondato da formazioni rocciose, punteggiato di verde e con un cielo straordinario a vegliare su di lui: avrete il ritratto perfetto di Albarracin, incantevole e piccolo borgo spagnolo che da qualche anno a questa parte è diventato un vero e proprio rifugio per chi cerca pace e relax.

Albarracin sembra esistere in una dimensione parallela rispetto a quella frenetica del resto della Spagna: decisamente meno movimentato di altri piccoli borghi e distante anni luce dalla frenesia delle città più grandi, è la meta perfetta per chi non vuole altro che fare un viaggio nel tempo e rallentare i propri ritmi.

Albarracin, una perla fra le colline

Albarracin è una meta insolita della Spagna: incastonata su una collina dei Monti Universales, è nata e si è sviluppata su un vero e proprio sperone roccioso attraversato da un burrone. Questo lo rende un piccolo paradiso isolato, dato che il fossato naturale ha in qualche modo separato il villaggio dal resto della Spagna. Contribuiscono all’isolamento (e alla pace che ne consegue) anche l’altitudine di 1.171 metri e i resti di un’antica e imponente cerchia di mura.

Le strade di Albarracin

Potreste pensare che l’altitudine crei un clima più freddo e ostile, invece no: le giornate di Albarracin sono abbastanza miti, con temperature medie che si aggirano intorno agli 11 gradi. Anche il meteo, dunque, è accogliente specie se si vuole fuggire dal caldo afoso dell’estate. E poi, che dire: l’intero borgo spagnolo sembra quasi un museo a cielo aperto, grazie a strade, vicoli, mura irregolari e inserti in legno. Un vero sogno.

Fra storia e tradizione

Il borgo di Albarracin è un luogo magico, dunque, proprio perché conserva il suo aspetto più antico. Il villaggio era, in realtà, già abitato in epoca preistorica (lo dimostrano diverse pitture rupestri nei dintorni) ed è poi diventato un insediamento celtico. Nel corso dei secoli, le dominazioni si sono succedute in maniera non troppo brusca: prima i romani, poi i goto-romani, poi gli islamici e i berberi. Sempre più rafforzata dalle mura e in posizione privilegiata per non essere vittima di brutali cambiamenti, la cittadina è sembrata a lungo quasi una piccola oasi di pace.

Uno scorcio di Albarracin

Un cambio di direzione si è registrato nel XII secolo, quando il villaggio fu ceduto alla famiglia cristiana aragonese degli Azagra. Questi nobili ne fecero una signoria e il loro arrivo diede una buona spinta all’economia. Tuttavia, questa spinta portò anche a dei tentativi di conquista, con dei danni non indifferenti alle mura. Altri cambiamenti (drammatici) sono stati dovuti alla guerra civile che dal 1937 al 1938 causò la distruzione di molte case. Nel corso dei secoli, però, si è fatto di tutto per riportare la cittadina al suo stato tradizionale e originale: per questo, ancora oggi Albarracin è un esempio quasi unico di architettura e urbanistica del Medioevo in Spagna.

Vivere Albarracin

Ma come si fa a vivere al meglio una visita ad Albarracin? In primis, lasciandoci alle spalle la frenesia che ogni giorno ci affligge. Dopodiché, prendendosi qualche giorno per passeggiare tra le sue strade e i suoi vicoli e scoprire i suoi punti d’interesse, a partire dalla potente cinta muraria che mantiene gran parte della sua originale potenza e imponenza, per finire a Plaza Mayor, l’unica piazza del centro antico. Durante la passeggiata è obbligatorio gettare un occhio alle case della Julianeta e della calle Azagra, alcune delle più tradizionali e suggestive.

Vista dall'alto di Albarracin

Ritagliamoci, poi, anche un po’ di spazio per i monumenti: la Catedral de El Salvador, il Palacio Episcopal, le torri del Agua, del Aguador e de doňa Blanca. Infine, sono consigliatissime le visite ai musei: quello di archeologia e arte locale (Museo de Albarracín) per iniziare, ma anche quello Catedralicio che conserva arazzi fiamminghi e oggetti di oreficeria, e il Museo del Juguete, ossia il museo del giocattolo.

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In Calabria, alla scoperta delle più belle testimonianze della Magna Grecia

A partire dall’VIII secolo a.C., i greci si espansero verso il sud Italia e colonizzarono gran parte dei suoi territori: nacque così la Magna Grecia, quell’area geografica che si stende dalla Sicilia alla Puglia e alla Campania, passando anche per la Basilicata e la Calabria. Proprio qui, questi antichi popoli lasciarono alcune delle testimonianze più preziose della loro arte e della loro cultura, opere che sono ancora visibili e che non smettono di incantare. Quali sono le più affascinanti? Scopriamole insieme, in un tour che ci porta tra le meraviglie della Magna Grecia nelle più belle località calabresi.

Reggio Calabria, l’antica Rhegion

La nostra prima tappa non può che essere Reggio Calabria, capoluogo di regione e città ricca di splendidi monumenti storici – oltre che di un lungomare mozzafiato, che ogni anno attira tantissimi turisti. L’antico insediamento che qui sorgeva già nel III millennio a.C. venne colonizzato dai greci e diventò Rhegion, una delle più importanti città della Magna Grecia, che raggiunse il suo massimo splendore attorno al V secolo a.C. Purtroppo, molte preziose testimonianze sono andate perdute a causa di un terribile terremoto d’inizio ‘900, che distrusse gran parte del centro abitato. Ma ci sono luoghi magici dove ripercorrere la storia di questa colonia.

Un tempo ai margini di Rhegion, le mura ellenistiche della Collina degli Angeli cingevano ad oriente la città: probabilmente vennero erette attorno al IV secolo a.C., e proprio in questo posto sono state trovate delle iscrizioni in quella che gli esperti ritengono essere la lingua osca, dialetto tipico dei mercenari al soldo dei greci. Appartengono invece all’epoca classica le mura della collina del Trabocchetto, dove forse sorgeva anche un piccolo fortino dotato di due torri. Spostandoci poi verso il centro storico, ecco Piazza Italia e la sua area archeologica, tornata alla luce solo pochi anni fa. Un ricco ipogeo ci consente di fare un tuffo indietro nel tempo, tra frammenti di ceramiche e murature in ciottoli, risalendo pian piano in superficie con reperti di epoche sempre più vicine a noi.

Infine, non resta che varcare la soglia di Palazzo Piacentini ed immergersi nel Museo Nazionale della Magna Grecia, che raccoglie un’enorme collezione di cimeli risalenti al periodo della colonizzazione greca. L’area dedicata all’antica Rhegion, ad esempio, ospita antiche statuette femminili, frammenti di vasi e una grande lastra in terracotta policroma. Ma ci sono numerose altre zone allestite con i reperti provenienti dalle altre importanti colonie calabre della Magna Grecia. È in questo museo che sono esposti anche i celebri Bronzi di Riace, divenuti simbolo della città di Reggio Calabria: le due statue sono uno degli esempi più significativi dell’arte greca, e risalgono al V secolo a.C.

Reggio Calabria

Fonte: iStock | Ph. vale_t

Le mura elleniche di Reggio Calabria, accanto al lungomare

Sibari, l’antica Sybaris

Oggi è una splendida località di villeggiatura estiva, con spiagge da sogno, ma in passato fu un’importante colonia greca: Sibari, che si chiamava Sybaris, fu fondata tra due fiumi e dovette proprio alla fertilità della terra il suo enorme sviluppo. Così divenne la città più ricca e sfarzosa della Magna Grecia in Calabria, ma anche la più viziosa – tanto che oggi è ancora in voga il termine sibarita, per indicare una persona che ama circondarsi di piaceri e di lusso. A poca distanza dal paese, si può visitare il Parco Archeologico di Sibari, dove sono state trovate anche testimonianze della più recente città di Thurii e di quella di Copia, fondata dai romani.

Così, passeggiando tra le rovine sembra di fare un viaggio nel tempo: i resti degli antichi edifici ellenici si mescolano alle rovine romane, come il teatro, le terme e una domus riccamente decorata. Molti dei reperti ritrovati in questa zona sono stati catalogati ed esposti presso il Museo della Sibaritide, che sorge in un edificio moderno situato a due passi dall’area archeologica. Le sue sale custodiscono, ad esempio, la tabella in bronzo con dedica ad Atena, risalente agli inizi del VI secolo a.C., ma anche i corredi tombali di una necropoli dell’età del ferro e gli ornamenti religiosi del Santuario di Atena, anch’esso risalente probabilmente al VI o IV secolo a.C.

Crotone, l’antica Kroton

Un’altra città importante della Magna Grecia fu Kroton, che oggi porta il nome di Crotone. Fondata dai coloni greci nella seconda metà dell’VIII secolo a.C., visse periodi molto turbolenti a causa delle continue guerre con il vicino insediamento di Locri Epizefiri, ma anche momenti d’oro. Fu qui che Pitagora, attorno al 530 a.C., si trasferì e fondò la sua scuola pitagorica, che gettò le basi per la nascita del metodo scientifico. Insomma, siamo davanti ad un luogo ricco di storia e cultura, di cui però non rimangono moltissime testimonianze. Una delle più affascinanti è ciò che resta del santuario di Hera Lacinia, dedicato alla dea del matrimonio, della fedeltà coniugale e del parto.

Siamo presso il Parco Archeologico di Capo Colonna, che si snoda lungo l’omonimo promontorio affacciato sul mar Ionio, il quale è l’ultimo avamposto meridionale del Golfo di Taranto. A memoria dell’antico tempio, rimane solamente una colonna di ordine dorico che si erge a due passi dalle acque. Doveva essere un complesso davvero maestoso, alto più di 8 metri e con un tetto di marmo. Nei dintorni vi erano anche altri edifici, oggi collegati da un itinerario chiamato la Via Sacra: negli anni sono stati trovati i resti di almeno tre strutture, ciascuna dotata di caratteristiche peculiari. Come ad esempio l’Hestiatorion, che probabilmente fungeva da ricovero per i viaggiatori e per i sacerdoti.

Molti dei reperti rinvenuti presso il sito archeologico sono oggi ospitati presso il Museo di Capo Colonna, che risiede proprio a due passi dalle preziose rovine. Inaugurato nel 2006, merita assolutamente una visita. Così come anche il Museo Archeologico Nazionale di Crotone, sito all’interno della città murata medievale, che corrisponde all’antica acropoli di Kroton. Vi sono collezioni risalenti al neolitico e all’età del ferro, ma anche – ovviamente – moltissimi cimeli che ripercorrono la storia ellenica della colonia e dei suoi dintorni. In parte, si possono ammirare anche alcuni reperti provenienti proprio da Capo Colonna, come il Tesoro di Hera.

Capo Colonna

Fonte: iStock | Ph. Federico Neri

I resti del Tempio di Hera Lacinia, nel Parco Archeologico di Capo Colonna

Locri, l’antica Locri Epizefiri

Abbiamo accennato ad un’altra colonia greca, quella di Locri Epizefiri: fu l’ultima ad essere fondata in Calabria, all’incirca attorno al VII secolo a.C. Sono diverse le aree archeologiche tornate alla luce nel corso degli anni, appartenenti a questa antica colonia, divise tra l’odierna Locri e il vicino paese di Portigliola. Il nucleo più importante è quello che si dipana tra le colline e il mare, in un luogo che non venne più utilizzato come centro abitato. E ciò ne giustifica l’ottimo stato di conservazione, facendone uno dei siti più affascinanti di tutta la regione. Si possono vedere diversi tratti della cinta muraria che proteggeva la città, in prossimità della quale sorgevano numerosi santuari.

Tra i più belli vi è il Santuario di Persefone, al cui interno furono ritrovati tantissimi oggetti votivi, come terrecotte figurate e iscrizioni con dedica alla dea. E ancora il Santuario di Zeus, che divenne man mano sempre più grande assumendo notevole importanza per la città. All’interno delle mura, si possono ammirare i resti del Teatro romano di Locri, costruito nel I secolo a.C. sull’originale impianto greco, che è ancora visibile. Ma ci sono anche le rovine di altri edifici di culto e di abitazioni private, un vero e proprio museo a cielo aperto tutto da scoprire. Mentre all’esterno della cinta sorgono le necropoli, contenenti numerose tombe in cui vennero rinvenuti rari cimeli, alcuni in oro e altri metalli preziosi. La maggior parte di essi è oggi custodita nel Museo Archeologico di Locri Epizefiri, nei pressi del deposito votivo dedicato a Zeus.

Vibo Valentia, l’antica Hipponion

Fondata dai coloni di Locri Epizefiri per avere un porto sul mar Tirreno – senza dover passare per lo stretto, sotto il dominio di Rhegion -, la città di Hipponion è quella che oggi conosciamo con il nome di Vibo Valentia. Particolarmente suggestivo è l’impianto delle antiche mura della colonia, che in origine erano probabilmente lunghe 6 o 7 km e alte ben 10 metri. Oggi ne rimane solo un tratto di appena 500 metri, su cui però sorgono 8 torri di avvistamento. Nonostante tutto, queste mura sono le più imponenti presenti in Italia, ed è possibile che ulteriori scavi archeologici possano portare alla luce ancora qualche sorpresa. Al di là della cinta muraria, Vibo Valentia conserva numerose altre tracce del suo passato ellenico.

Un esempio è il tempo dorico di Persefone, ritrovato solamente nei primi anni del ‘900 all’interno del Parco delle Rimembranze. Secondo gli esperti, le sue rovine sarebbero databili attorno al VI-V secolo a.C. Altrettanto affascinanti sono i resti del tempio ionico di Persefone e Demetra, caratterizzato da due depositi sacri dedicati alle due divinità. Realizzato alla fine del V secolo a.C., sarebbe stato utilizzato almeno fino al pieno periodo romano, quando vi vennero costruite attorno alcune abitazioni. Infine, un’ultima tappa non può che essere presso la necropoli greca in località Scrimbia, risalente al VII secolo a.C. Qui furono trovati molti reperti, che oggi alloggiano nelle stanze del Museo Archeologico Statale Vito Capialbi, all’interno del Castello Normanno-Svevo di Vibo Valentia.

Gioia Tauro, l’antica Metauros

A metà strada tra Rhegion e Hipponion, la colonia di Metauros fu un importante centro commerciale della Magna Grecia in Calabria. Corrisponde all’attuale Gioia Tauro, che ancora oggi risente della notevole influenza artistica e culturale portata qui nei millenni passati, con l’arrivo dei coloni greci. Sulla sua storia, le testimonianze sembrano essere piuttosto confuse. Tuttavia ci sono giunti numerosi reperti provenienti dal periodo ellenico, soprattutto dagli scavi che hanno riportato alla luce un’antica necropoli, nei pressi di contrada Petra. Qui sono state trovate oltre 1.500 sepolture risalenti tra il VI e il V secolo a.C., molte delle quali impreziosite da cimeli e manufatti di vario tipo.

In particolare, sono riemersi del vasellame e molte antiche anfore, che ci raccontano una storia ben precisa, fatta di importanti scambi commerciali e del ruolo che, di conseguenza, la città ebbe per l’economia della Magna Grecia. Molti di questi reperti sono oggi custoditi presso il Museo Metauros, situato all’interno di Palazzo Baldari: vi sono esposti alcuni bellissimi esemplari di ariballo, un piccolo vaso rotondo usato in età ellenica. Altri cimeli sono invece finiti tra le sale del Museo di Reggio Calabria, mentre alcuni sono addirittura volati oltreoceano, al Metropolitan Museum of Art di New York, che ha un ampio spazio espositivo dedicato all’arte greca.

Monasterace Marina, l’antica Kaulon

Kaulon

Fonte: 123RF

Il sito archeologico di Kaulonia, in riva al mare

L’antica colonia ellenica di Kaulon, attualmente sita nel territorio di Monasterace Marina, ha lasciato numerose testimonianze in Calabria, ed è un vero spettacolo – anche per la sua suggestiva posizione, a due passi dal mare. Gli scavi, iniziati alla fine dell’800, hanno portato alla luce tantissimi resti di edifici e cimeli in essi custoditi. Molto affascinante è l’area sacra, dove spicca il Santuario di Punta Stilo, un tempio dorico in arenaria, in cui si adoravano Afrodite e Zeus (e molto probabilmente altri dei, tra i quali Apollo e Artemide). Nei pressi sono stati rinvenuti i resti di un secondo tempio, che forse era dedicato a Poseidone o ad Apollo.

Altri edifici particolari sono la casamatta, una struttura fortificata dove furono rinvenute tracce di un culto dedicato a Demetra, nonché numerose monete in bronzo. Infine, gli archeologi hanno ritrovato i resti di diverse abitazioni private, la più suggestiva della quale è stata soprannominata la Casa del Drago: qui si può infatti ammirare un pavimento a mosaico che rappresenta un drago marino, il quale è poi diventato il simbolo del Parco Archeologico di Kaulonia. Tutti i reperti sono stati spostati presso il Museo di Monasterace Marina, esposti al pubblico per raccontare la storia ellenica di questo luogo incantevole.

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Apre Tiki Bay, l’area esterna di Acquaworld: i Caraibi a due passi da Milano

L’estate diventa ancora più spettacolare per chi non può andare in vacanza: Acquaworld, il parco acquatico appena fuori Milano, inaugura la sua nuova area esterna di oltre 10.000 metri quadrati. Tiki Bay è una vera e propria spiaggia tropicale, con palme e sabbia che sembrano provenire da un’isola dei Caraibi. Eppure è a due passi da una delle più grandi città d’Italia, e si prepara ora ad accogliere tantissime famiglie alla ricerca di un’oasi dove rilassarsi e divertirsi.

Tiki Bay, la nuova “spiaggia” di Milano

Sabbia fine, lettini e ombrelloni di paglia, tante palme e relax a non finire: sembra quasi un’isola caraibica, invece siamo alle porte di Milano – e più precisamente a Concorezzo, in provincia di Monza e Brianza. Proprio in questi giorni, con l’inizio della stagione estiva, Acquaworld ha inaugurato una nuova area esterna chiamata Tiki Bay, ed è proprio una spiaggia meravigliosa. Ha un’estensione di circa 10.000 metri quadrati, tante piscine dove fare il bagno e spazio a non finire per chi vuole semplicemente godersi una giornata al sole, senza bisogno di andare troppo lontano (o di attendere le sospirate vacanze).

Se già il parco acquatico, che ha aperto i battenti nel 2011, si è rivelato uno dei più importanti d’Europa, ora la sua area esterna va a raggiungere un nuovo record. In Lombardia non esiste infatti un altro posto simile, che possa racchiudere divertimento e relax in uno scenario incredibile dove è l’acqua a farla da padrone. Ce n’è proprio per tutti i gusti, dagli scivoli adrenalinici alle piscine per bambini, ma anche piccole oasi un po’ più riparate dove stendersi al sole e semplicemente lasciarsi alle spalle lo stress della vita di tutti i giorni.

Cosa fare a Tiki Bay

L’unico parco acquatico d’Italia che si estende sia al coperto che su un’ampia area esterna ha dunque inaugurato la stagione estiva con il botto. Tiki Bay è qualcosa di unico nel suo genere, che va ad aggiungersi alle già numerose attrazioni – acquatiche e non – presenti all’aperto ad Acquaworld. Tante sono le sorprese che attendono i visitatori, in procinto di affollare il parco ora che le belle giornate sono diventate davvero roventi. La prima è l’ampio playground acquatico adatto a grandi e piccini: vi trova spazio una vasca di quasi 1.000 metri quadrati, con acqua a 20 cm per garantire la massima sicurezza anche ai bambini nella fascia 0-12 anni.

La Maki Maki Tower, inoltre, è una grandissima water tower con ben 6 scivoli immersi in una vera e propria giungla tropicale. E per chi cerca solo il divertimento, Koana è un’area ad alto tasso d’adrenalina: c’è un mini magic cone, un mini boomerang, e due scivoli con discese su gommoni doppi, per bambini con un’altezza minima di 80 cm accompagnati da un adulto. E se invece qualcuno volesse solamente sdraiarsi al sole per una tintarella sotto il cielo di Milano? La spiaggia di ben 1.500 metri quadri ospita ombrelloni, lettini e tante palme per offrire un po’ di ombra.

Accanto sorge il Tiki Beach Bar, un chiringuito in legno dove trovare cibo e bevande per soddisfare tutti i palati. Infine, Tiki Bay accoglie un’area speciale dedicata al totale relax: si tratta di Cabanas Paradise, un vero angolo di paradiso con 4 gazebi ad accesso limitato e 2 vasche idromassaggio ad uso esclusivo. Insomma, non c’è davvero bisogno di aspettare le vacanze per divertirsi in spiaggia, grazie ad Acquaworld e alle sue tantissime novità.

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Il trekking con vista sul mare più bello del mondo

La Costa Smeralda è la meta ideale per una fuga nella natura.. Oltre a godere di una terra dove il verde la fa da padrone, offre il trekking con vista mare più bello del mondo. Parliamo del Pevero Health Trail, che si snoda lungo una delle aree di maggiore pregio ambientale del tratto costiero della Gallura nel nord-est della Sardegna e che quest’anno è stato potenziato e arricchito con l’obiettivo di renderlo ancora più invitante e fruibile per i suoi visitatori in ogni periodo dell’anno.

Pevero Health Trail, immersione nella natura e nella storia

Aperto nell’estate del 2017, il Pevero Health Trail – realizzato da Smeralda Holding in collaborazione con il Consorzio Costa Smeralda e il Pevero Golf Club – si sviluppa nell’area incastonata fra il Pevero e il Romazzino e che prende il nome di Monti Zoppu (Monte Zoppo), passando per due delle più belle spiagge di tutta la Costa Smeralda: la baia di Porto Liccia e la baia del Grande Pevero.

Complessivamente, il sentiero è lungo tredici chilometri, tutti sterrati, con una difficoltà di percorrenza che varia in base alle zone – in alcune è bassa, in altre media. Cinque i punti di ingresso e uscita al Pevero Health Trail: Grande Pevero, Pevero, Piccolo Romazzino, Romazzino e Porto Liccia. Numerose le scoperte regalate dal tragitto immerso in una zona ricca di biodiversità.

Il paesaggio dominante è quello della macchia mediterranea, con piante di ginepro, lentisco, fillirea, corbezzolo, olivastro, mirto, erica, cisto e, nei punti più riparati dal vento, leccio. Ma non mancano la particolarità, come il ginepro fenicio e quello chiamato ‘coccolone’, con cui venivano costruire le travi per sostenere i tetti degli stazzi galluresi, ma anche piante protette dalle convenzioni internazionali. Nelle dune del Grande Pevero si può invece ammirare la Vulneraria barba di Giove, che in Sardegna si trova solo a Capo Caccia, vicino ad Alghero, e in qualche isola dell’arcipelago della Maddalena.

L’immersione completa nella natura della Costa Smeralda va di pari passo con un viaggio nella storia di questi luoghi. Durante il tragitto, infatti, i visitatori possono imparare che cosa fossero lu stazzu, la tipica casa-azienda della Gallura, e lu rotu, uno spiazzo in lastre di granito in cui, facendoci passare sopra i buoi, veniva trebbiato il grano.

Postazioni fitness e percorso spirituale

Oltre alle meraviglie appena descritte, il Pevero Health Trail comprende 11 postazioni fitness dedicate alla flora autoctona: Lavanda, Rosmarino, Cisto, Mirto, Lentisco, Ginestra, Corbezzolo, Ginepro, Euforbia, Caprifoglio e Tamarice. Ciascuna è dotata di panche e attrezzature per esercizi, per unire la camminata e la corsa allo sport all’aria aperta.

Il Pevero Health Trail è anche un percorso spirituale, poiché offre l’occasione di visitare la Madonna dello Speronello, che si affaccia sul golfo del Grande Pevero. Portata via da Montalto di Castro nell’alluvione del novembre 2012, la statua è stata ritrovata nei fondali della Costa Smeralda.

Il punto più suggestivo del percorso, però, è la vetta di Monti Zoppu, su cui è stato sistemato un Instagram Point Costa Smeralda in legno, dove farsi un selfie ricordo catturando un panorama di inaudita bellezza.

Trekking panoramico in Costa Smeralda: info utili

Gli itinerari del Pevero Health Trail possono essere praticati sia a piedi che in sella alla mountain bike, si intrecciano in più punti e sono tutti molto ben segnalati da cartelli realizzati in legno riciclato, colorati di bianco e rosso secondo i canoni del Club Alpino Italiano, che oltre a indicare le varie direzioni forniscono notizie sui punti di interesse storici o ambientali.

In aiuto alla segnaletica, si può consultare il tragitto anche su mappa cartacea, scaricabile dal sito del Consorzio Costa Smeralda, o con un Qr code presente in tutti i cartelli, grazie al quale si potrà anche stabilire con esattezza la propria posizione avvalendosi semplicemente di uno smartphone.

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In questo paradiso terrestre puoi percorrere le orme di Ernest Hemingway

Forse camminando nelle stanze di questa casa potresti sentire ancora il ticchettio della macchina da scrivere, e non una qualunque, ma quella di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, che ha ricevuto anche il Premio Nobel per la letteratura. Siamo in Florida a Key West, nella casa – museo di Ernest Hemingway, una location che vale la pena visitare soprattutto se si programma una visita in questa splendida cittadina nella zona più a sud degli Stati Uniti.

L’edificio è affascinante, sembra un vero e proprio paradiso terrestre, e ricorda le architetture tipiche di quest’area, inoltre è ancora abitato: la casa, infatti, ospita ben 60 gatti. Tra le altre peculiarità dispone di una piscina interrata, un lusso per l’epoca, e un lussureggiante giardino.

Key West, la casa museo di Ernest Hemingway

A Key West Ernest Hemingway ha vissuto per diversi anni, e nella sua casa, un suggestivo edificio in stile coloniale, ha scritto alcune delle sue opere più celebri. Oggi è possibile visitare la struttura, respirare i luoghi in cui il Premio Nobel ha dato vita alle sue storie e sentirsi un po’ parte di quella magia che scaturisce dalle dita e dalla mente di scrittori del suo calibro.

Ernest Hemingway è arrivato nella cittadina della Florida nel 1928, insieme alla seconda moglie Pauline, ma soltanto nel 1931 si sono trasferiti nella casa che si trova in Whitehead Street. L’edificio risale al 1851, l’architettura è un perfetto esempio di stile coloniale spagnolo. Quando è stata acquistata era in rovina, ma questo non ha impedito allo scrittore e alla moglie di intuire la meraviglia che sarebbe diventata dopo i lavori: un vero e proprio paradiso terrestre.

Tra le sue peculiarità la grande piscina interrata, la prima dell’epoca nella cittadina, che si trova nel parco che circonda la dimora. Inoltre, l’arredamento richiama i tanti viaggi che Hemingway ha compiuto nel corso della sua vita.  La copia poi si è separata nel 1940, ma lo scrittore (che successivamente si è trasferito a Cuba con la terza moglie) ha continuato a visitare la cittadina della Florida.

Gli ospiti speciali della casa di Hemingway

Nella casa di Key West vivono ancora oggi degli ospiti davvero speciali: si tratta di circa 60 gatti accomunati da una particolarità. Molti di loro, infatti, sono polidattili, ovvero hanno sei dita. La metà in maniera visibile, tutti comunque sono portatori del gene, come viene spiegato sul sito della Hemingway Home.

Pare, inoltre, che alcuni di questi felini che abitano nel parco del museo, siano discendenti di Biancaneve, il gatto che lo scrittore Premio Nobel aveva ricevuto in dono dal capitano di una nave. E, sempre in suo onore, ogni esemplare è stato chiamato con il nome di un personaggio famoso, proprio come faceva lui.

L’interno della casa

L’interno della casa di Hemingway è un viaggio in quelle che sono state le sue passioni come la pesca, a cui è dedicata una parete nel soggiorno. Ma non mancano la macchina da scrivere, foto di amici, testimonianze della sua vita per un vero e proprio viaggio alla scoperta dell’uomo dietro l’autore tanto celebre e amato in tutto il mondo. All’esterno, oltre a una particolare fontana a forma di nave, si trova anche il suo studio dove lavorava ogni giorno.

L’edificio è aperto ogni giorno dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio. La cittadina di Key West, poi, vale la pena una visita, affascinante, ricca di locali, fa immergere ancora di più in quell’atmosfera in cui sembra di poterci far ricalcare le orme del grande scrittore.

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Puoi sentirti una star per una notte dormento negli hotel preferiti dalle celeb

Esclusivi, in luoghi meravigliosi e in cui sentirsi star per una notte: stiamo parlando degli hotel preferiti dalle celeb, strutture che uniscono il confort all’eleganza, immerse in destinazioni da togliere il fiato e dove regalarsi istanti di assoluto relax e bellezza. E magari sorseggiare un drink con qualche celebrità a pochi passi di distanza.

Ce ne sono diversi, ovviamente si trovano in destinazioni meravigliose e, ognuno di loro ha qualche peculiarità che lo rende unico e meta perfetta per una vacanza da sogno. Se state pianificando una fuga dalla quotidianità, vi piacerebbe farvi coccolare come delle star e avete budget necessario per trasformare il sogno in realtà, ecco alcuni degli hotel più amati dai vip di tutto il mondo.

Cap d’Antibes – Hotel du Cap-Eden Roc

La Costa Azzurra è una delle mete più amate dalle star di tutto il mondo: il mare cristallino del sud della Francia, le coste frastagliate immerse nella natura, i locali alla moda: questi sono solo alcuni dei tanti motivi per cui Cap d’Antibes e l’Hotel du Cap-Eden Roc sono molto frequentati dalle celeb. Ristoranti e bar, suite da sogno, spa e spazi dedicati al benessere, fanno di questa struttura un luogo da sogno. Inoltre, è anche la location dove si tiene l’amfAR Gala, una cena di gala con asta benefica che si svolge in concomitanza con il Festival di Cannes. Inutile sottolineare la grande presenza di vip da tutto il mondo.

Cap d’Antibes, alcune modelle durante l'amfAR Gala 2022 all'Hotel du Cap-Eden Roc

Fonte: IPA

Cap d’Antibes, una sfilata durante l’amfAR Gala 2022 all’Hotel du Cap-Eden Roc

Istanbul – Ciragan Palace Kempinski

Ci spostiamo a Istanbul, una città affascinante in cui immergersi nella storia, ammirare architetture del passato e strutture più recenti o farsi coccolare in un Hammam. Qui si trova il Ciragan Palace Kempinski: 310 camere, ristoranti, bar, terme e una piscina a sfioro. Da non dimenticare le suite che si trovano nell’edificio storico e che offrono ai propri ospiti il massimo della privacy e del lusso. Chi tra le celeb vi ha soggiornato? Membri delle famiglie reali, ma anche attori e cantanti: un’intera parete è dedicata agli scatti dei tanti vip che sono stati ospiti del Ciragan Palace Kempinski e, tra questi, è possibile individuare star come Madonna e Naomi Campbell.

Whistler Blackcomb – Four Seasons Resort

Le montagne, la natura, la possibilità di dedicarsi agli sport invernali, oppure a bellissime passeggiate: tutto questo è possibile a Whistler Blackcomb in British Columbia. In questa località, considerata una delle più importanti stazioni sciistiche del Nord America, si trova il Four Seasons Resort dove rilassarsi, immersi in un’atmosfera elegante e al tempo stesso che si inserisce alla perfezione nell’ambiente circostante. Si dice che sia molto amato da star come Jason Momoa, Hugh Jackman e la famiglia Beckham.

Lago di Como – Grand Hotel Tremezzo

Il Lago di Como in Italia è una delle mete più amate delle star, non stupisce quindi che lì si trovi uno degli hotel italiani dove incontrare le celebrities. Si tratta del Grand Hotel Tremezzo che si trova sulla sponda occidentale dello specchio acqueo. Ristoranti, spa e l’impareggiabile vista sulle acque del celebre lago, sono solo alcuni dei dettagli che affascinano di questa location stupenda, dove hanno soggiornato anche artisti famosi. Qualche nome? Pare che ci siano stati, tra gli altri, attori come Natalie Portman ed Edward Norton.

In Italia sul Lago di Como il Grand Hotel Tremezzo

Fonte: iStockPhoto – foto di Moonstone Images

Lago di Como, l’esterno del Grand Hotel Tremezzo

Utah – Amangiri

Perfettamente integrato con l’ambiente circostante è l’Amangiri che si trova in Utah, negli Stati Uniti. Se all’esterno domina il paesaggio desertico fatto da gole e altipiani, e da una suggestiva roccia rossa, le suite hanno un carattere moderno ed essenziale e sono la location perfetta per una vacanza immersiva nella natura selvaggia, ammirando panorami unici al mondo. Tanti i vip che lo frequentano come Emily Ratajkowski o Kanye West, che pare abbia trascorso proprio lì la luna di miele con la nuova moglie Bianca Censori.

In Utah, l'hotel Amangiri frequentato dai vip

Fonte: IPA / The Grosby Group

In Utah, l’hotel Amangiri perfettamente integrato con l’ambiente circostante