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Mozartplatz di Salisburgo, un gioiello per tutti gli amanti della musica

La bellezza di Salisburgo è intricata, tra le città più eleganti in Europa, un vero e proprio trionfo di arte, tra influenze medioevali e barocche. Siamo nella Capitale Europea della Musica Classica, quindi nel nostro itinerario non può mancare una visita alla Mozartplatz di Salisburgo, dove si trova la Statua di Mozart. Assolutamente a misura d’uomo, qui storia, natura, arte e cultura convivono al meglio: vediamo cosa vedere.

Mozartplatz di Salisburgo, cosa vedere: le attrazioni

Statua di Mozart a Mozartplatz

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Statua di Mozart a Mozartplatz

Un tempo era conosciuta con il nome di Michaelsplatz: oggi Mozartplatz è la piazza centrale, quindi il cuore di Salisburgo in Austria: al suo centro, è possibile ammirare, come anticipato, il monumento in memoria del compositore, ovvero Wolfgang Amadeus Mozart. A creare la piazza è stato Wolf Dietrich von Raitenau, dopo aver ordinato la demolizione di alcune case. Nel 1841, per costruire la Statua di Mozart, alla fine è stata rimossa la fontana barocca con la Statua a San Michele, realizzata in origine.

Possiamo definire Mozartplatz uno dei punti nevralgici della città, considerando che proprio qui, sul lato nord, si trova l’ufficio per le informazioni turistiche della città. Dietro l’Imhofstöckl, invece, possiamo fermarci ad ammirare le vecchie mura cittadine, che risalgono al 1619–1653. Sul lato sud della piazza, la Neue Residenz, ovvero la sede del Museo di Salisburgo. Al numero 8 delle case poste sul lato est, si trova una piccola chicca: la casa di Constanze Mozart-Nissen, vedova di Mozart. E le cose da vedere non sono finite qui, perché in piazza sono presenti cafè e il Museo del Natale di Salisburgo.

La Statua di Mozart a Mozartplatz

Questa piazza rettangolare ospita, dunque, la Statua di Mozart: siamo, come abbiamo visto, nel cuore di Salisburgo, dove possiamo immergerci in un’atmosfera vivace – è un luogo molto amato dai turisti – per scoprire anche un pezzo importante della storia della musica classica. La Statua di Mozart al centro della piazza è stata suggerita dallo scrittore polacco Julius Schilling. Originariamente doveva essere svelata durante il 50esimo anniversario dalla morte di Mozart, quindi nel 1841, ma alla fine l’inaugurazione è avvenuta più tardi, il 4 settembre 1842, poiché fu rinvenuto un mosaico romano. Ed è il motivo per cui ai piedi della statua possiamo osservare l’iscrizione latina con una copia del mosaico “hic habitat (felicitas), nihil intret mali”, ovvero “Qui vive (la fortuna o la felicità), niente di male può entrare”.

Realizzata dallo scultore tedesco Ludwig Schwanthaler, la statua è tutt’oggi una delle attrazioni più visitate quando ci si reca a Salisburgo. Parlando di Mozartplatz, è impossibile non consigliare di avvicinarsi al Palazzo arcivescovile per sentire il Glockenspiel, un carillon che risuona ogni giorno. Mozartplatz si trova precisamente tra l’Alten Markt e la piazza Residenzplatz. Da qui possiamo inoltre dirigerci verso la Nuova Residenz e il Duomo di Salisburgo.

Una tappa imperdibile per ogni viaggiatore, una piazza che racconta la storia di un passato fatto di musica e di cultura: la sensazione, camminando per le sue vie, è di essere in un luogo immerso in un’atmosfera senza tempo, il posto perfetto per respirare la magia della città natale del genio musicale.

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Dove andare a Pasqua 2025: destinazioni perfette per esperienze uniche in Italia e nel mondo

Pasqua 2025 è alle porte e quest’anno offre opportunità uniche per esplorare l’Italia e il resto del mondo. Complice un calendario particolarmente favorevole, tanti stanno organizzando fughe vicino a casa, weekend alla scoperta delle bellezze naturali e culturali del Belpaese e di mete europee davvero speciali, ma anche viaggi di due settimane dall’altra parte del mondo per raggiungere mete esotiche e luoghi da sogno.

Se vi state chiedendo dove andare per le prossime vacanze di Pasqua, qui abbiamo selezionato le destinazioni perfette in Italia, in Europa e nel resto del mondo, mete da non perdere quest’anno per accontentare tutti i gusti e le diverse esigenze di viaggio.

Quando iniziano le vacanze di Pasqua 2025

Nel 2025, Pasqua cade il 20 aprile, nella penultima settimana del mese, offrendo un’opportunità particolarmente interessante per organizzare un lungo periodo di ferie. Chi lavora, infatti, grazie ai ponti del 25 aprile e del 1° maggio, può sfruttare ben 15 giorni di vacanza (tra il 19 aprile e il 4 maggio) prendendo soltanto 7 giorni di ferie.

Anche per le famiglie è un’occasione unica per un viaggio in luoghi da sogno nel periodo primaverile, a metà strada tra le feste natalizie e le vacanze estive. Le scuole, infatti, rimarranno chiuse dal 17 aprile fino a martedì 22 aprile (nella maggior parte delle regioni italiane), permettendo alle famiglie di godere di una settimana abbondante per raggiungere anche mete più lontane con i bambini.

Dove andare in Italia

L’Italia è il Paese più bello che esista, ricco di mete meravigliose che tutto il mondo ci invidia. Lungo lo Stivale sono infinite le opportunità per trascorrere piacevoli momenti alla scoperta di luoghi unici durante le vacanze pasquali, dalle città d’arte alle spiagge assolate, dalle montagne ancora innevate  ai laghi (e le terme) più incantevoli in cui rilassare corpo e mente.

Lago di Garda, il tour più emozionante per tutta la famiglia

È il più grande lago d’Italia e regala un mix di paesaggi diversi man mano che si percorrono le sue coste, da Nord a Sud. Il Lago di Garda è tra le migliori mete da raggiungere durante le vacanze pasquali, sia per una gita fuoriporta di una giornata, sia per un weekend all’insegna dell’avventura per tutta la famiglia. Il Benaco (l’altro suo nome), offre un’ampia varietà di esperienze e ambientazioni che accontentano proprio tutti: gli appassionati di viaggi on the road in auto o in moto, gli amanti del trekking o degli sport acquatici, chi cerca un’oasi di pace per distendersi su spiagge che ricordano luoghi esotici (come la spiaggia Giamaica a Sirmione) o per rigenerarsi nelle calde acque delle Terme di Colà di Lazise.

Vi consigliamo un tour che attraversa le più belle località e i borghi medievali affacciati a questa splendida distesa d’acqua divisa tra tre regioni (Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige con la sua bellissima cittadina Riva dal Garda). Anche i bambini non si annoieranno, soprattutto se si prevede una tappa al parco divertimenti più famoso d’Italia, Gardaland (a Peschiera del Garda). Le tappe imperdibili? Sicuramente Sirmione, dove ammirare le Grotte di Catullo, la Rocca di Manerba, uno spuntone di roccia a picco sul lago da raggiungere a piedi, con una vista mozzafiato a 360°, la strada della Forra, considerata “la strada più bella del mondo”, Limone del Garda (una vera chicca da non perdere), Riva del Garda, vibrante cittadina, e Malcesine con il suo Castello Scaligero.

Grotte di Catullo Sirmione lago di Garda

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Panorama sul lago di Garda e sulle Grotte di Catullo, Sirmione

Cagliari, la Sardegna primaverile tra città d’arte e spiagge da sogno

Cercate una destinazione al mare da raggiungere facilmente e in poco tempo? Cagliari, con il suo ricco patrimonio storico-culturale e le spiagge da sogno che si allungano per tutta la costa meridionale della Sardegna, sono una scelta ottima per le vacanze di Pasqua 2025, e con un occhio al portafogli. Fuori dall’alta stagione estiva, infatti, questa regione sa regalare un’esperienza di visita ancora migliore, con temperature sempre miti, paesaggi incontaminati, spiagge poco affollate e prezzi contenuti.

Vi consigliamo il tour di un giorno alla scoperta del centro storico di Cagliari, con il bastione di Saint Remy e la terrazza panoramica, Piazza Castello e la sua imponente cattedrale, la cittadella dei Musei e il quartiere Stampace con le sue viuzze strette e palazzi dallo stile medievale, ma anche il quartiere della Marina, rione multietnico ricco di botteghe artigiane e tante trattorie dove gustare la deliziosa cucina tradizionale sarda. Non può mancare la visita al Parco Naturale Regionale Molentargius Saline: una immensa distesa di saline dove risiedono tantissimi fenicotteri rosa, che in questo periodo dell’anno sono impegnati nella nidificazione.

Se noleggiate un’auto, dopo l’immersione nel centro cittadino, potrete raggiungere, verso ovest, le spiagge paradisiache di Pula e Chia e il Parco archeologico di Nora. Verso est, lungo la costa, potrete incontrare la spiaggia di Mari Pintau (tra le meno conosciute, ma più incantevoli dell’isola) e Villasimius, con la bellissima spiaggia di Porto Giunco.

Toscana, trekking lungo la Via Francigena tra Lucca e la Val D’Orcia

Amanti del turismo sostenibile e slow, ecco la fuga di Pasqua perfetta per voi: trekking lungo la Via Francigena toscana che attraversa Lucca, Siena, borghi pittoreschi (come San Miniato e San Gimignano), monasteri, castelli, siti archeologici e cattedrali di rara bellezza.

Si tratta di 15 tappe di diversa difficoltà (ma potete scegliere di fare quelle che preferite). Il percorso più suggestivo? Quello che collega la città di Lucca a Siena, che permette di scoprire l’essenza della Toscana, le sue innumerevoli bellezze, il cibo tradizionale, la cultura e l’arte. Dalla Piazza Anfiteatro di Lucca si prosegue verso la cittadina medievale di San Miniato, attraversando strade circondate dai cipressi e dai vigneti che ricoprono le dolci colline. Si fanno poi altre soste a San Gimignano e a Monteriggioni, fino ad arrivare a Siena, in Piazza del Campo, il cuore pulsante della città in cui si svolge il celebre Palio.

Agrigento, la Capitale Italiana della Cultura 2025

È la Capitale Italiana della Cultura 2025 e non può mancare nella lista delle mete da raggiungere quest’anno: Agrigento è la destinazione perfetta per il break pasquale, soprattutto se con alcuni giorni di ferie potrete allungare le vostre vacanze e prendere un volo per la Sicilia. Le meraviglie di questa città e del suo territorio non si fermano alla celebre Valle dei Templi, ma si allargano comprendendo esperienze che permettono di esplorare le diverse anime di Agrigento: da quella classica a quella barocca e medievale.

Potrete così scoprire i 5 siti più belli, risparmiando, grazie al biglietto AgrigentoCulturePass, che include, oltre la Valle dei Templi: il Museo Archeologico Pietro Griffo, la cattedrale di San Gerlando, il Museo Diocesano e la Chiesa di Santa Maria dei Greci.

Non mancano gli eventi e le tradizioni popolari ad Agrigento, soprattutto quelle religiose legate proprio alla Pasqua. La Settimana Santa, infatti, è un momento molto sentito dalla popolazione, che celebra il periodo con solenni processioni e riti che affondano le proprie radici in un passato lontano.

Tempio di Giunone nella Valle dei Templi di Agrigento, in Sicilia

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Tempio di Giunone nella Valle dei Templi, Agrigento

Cervinia, per le ultime sciate dell’anno sulla neve

Amanti degli sport sulla neve, non disperate. Nel periodo pasquale trovate montagne ancora innevate pronte ad accogliervi per un weekend in montagna. Una di queste mete è Breuil Cervinia, in Valle d’Aosta. Qui la stagione invernale, iniziata il 26 ottobre 2024, si concluderà il 4 maggio 2025.

Posta a 2.050 metri di quota, è la località sciistica più alta in Italia, servita da diversi impianti di risalita che portano fino ai 3.400 metri di altitudine del Plateau Rosà. Se si vuole toccare il cielo, si può poi salire ancora grazie agli impianti di Zermatt, fino a raggiungere i 3.900 metri del Piccolo Cervino. Un vero paradiso per gli appassionati delle vacanze sulla neve.

Dove andare in Europa

Se volete esplorare l’Europa andando oltre i confini italiani e avete a disposizione qualche giorni in più di pausa da lavoro e impegni scolastici, ecco la nostra selezione delle migliori destinazioni da raggiungere: dalle più economiche a quelle che vi accompagnano dove il sole scalda tutto l’anno, fino a una città medievale meta di turismo cinematografico.

Isole Canarie per respirare le vibes estive a poche ore di volo

Sole e mare tutto l’anno, temperature piacevoli e panorami mozzafiato, ma rimanendo in Europa? Sono le Isole Canarie ad offrire un mix perfetto di esperienze da vivere anche nei periodi invernali e primaverili. La fuga ideale per le vacanze di Pasqua 2025, grazie a temperature medie di 23/24 gradi, voli diretti dalle principali città italiane che le raggiungono in circa 4 ore di volo, e quelle vibes estive che fanno rilassare anche le persone più stressate.

Dalle spiagge infinite alle calette tutte da scoprire, dalle cittadine ricche di storia e tradizioni alle località montane dove il paesaggio lunare e arido lascia spazio, man mano, a una vegetazione rigogliosa, fino alle cañitas (birrette alla spina, un must per i canari) con tapas di pescado in riva al mare, le Canarie sono l’oasi di pace da raggiungere anche last minute. Scegliete tra Tenerife, Fuerteventura, Gran Canaria o Lanzarote (le più grandi e facilmente raggiungibili), c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Dune di Maspalomas, il deserto di Gran Canaria

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Dune di Maspalomas, Gran Canaria

Malta, per un weekend tra sole, mare e cultura

A poche ore di volo dall’Italia, Malta è la meta ideale da raggiungere ad aprile per Pasqua 2025. Potrete organizzare un memorabile weekend o una settimana di vacanza all’insegna di splendidi paesaggi marittimi, esperienze culturali e un clima sempre piacevole. In quest’isola nel cuore del Mar Mediterraneo, infatti, storia, cultura e natura si intrecciano in un abbraccio senza tempo.

Per visitarla in 3 giorni potrete partire dalla capitale, La Valletta, alla scoperta della sua storia camminando tra le strette stradine sulle quali si affacciano le porte colorate dei palazzi. Da non perdere, tra gli altri punti di interesse, gli Upper e Lower Barrakka Gardens con splendide viste sul porto e sulle Tre Città, e la Cattedrale di San Giovanni con le opere di Caravaggio. Si passa poi a visitare Mdina e le Tre Città: Vittoriosa, Senglea e Cospicua, pittoresche località che conservano ancora il fascino di un tempo (e meno turistiche). Infine, si può esplorare il paesaggio naturale di Malta raggiungendo Gozo, l’isola sorella più tranquilla e selvaggia di Malta, e Comino, l’isoletta che ospita la meravigliosa Blue Lagoon, baia con acque cristalline da cartolina.

Isola di Gozo, gioiello dell'arcipelago maltese

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Isola di Gozo, arcipelago maltese

Algarve, la destinazione più economica al mondo nel 2025

È la destinazione turistica più economica al mondo, si trova in Europa ed è facilmente raggiungibile dall’Italia. Stiamo parlando dell’Algarve, la regione più meridionale del Portogallo continentale con un clima mite anche ad aprile. Un’ottima meta da raggiungere anche con i bambini. Per le prossime vacanze di Pasqua non perdetevi questo meraviglioso paesaggio formato dalle località di Lagos, Albufeira e Tavira, che offrono un perfetto equilibrio tra relax, cultura e divertimento, ma anche le grotte marine di Benagil, facilmente esplorabili in barca o kayak. Non può mancare di certo anche una visita a Faro, con il suo castello e il centro storico.

Se siete amanti del trekking, allora non potrete perdervi il Sentiero delle Sette Valli Sospese, lungo la costa meridionale dell’Algarve: nominato il cammino migliore d’Europa dall’organizzazione European Best Destinations (nel 2019), è un susseguirsi di paesaggi mozzafiato, scogliere a picco sul mare, e spiagge e calette tra le più belle del mondo in cui rilassarsi baciati dal sole.

Dubrovnik, città d’arte per gli appassionati di “screen tourism”

Dubrovnik, “Perla dell’Adriatico” in Croazia, è una delle mete top del 2025 per gli amanti dello “screen tourism”, il trend del turismo cinematografico che ci accompagna nelle mete rese celebri dai film e dalle serie Tv più amate. I luoghi culturali di questa affascinante città medievale fortificata, sito UNESCO, si sono trasformati infatti nelle location di Game of Thrones, in particolare di Approdo del Re.

Per le vacanze di Pasqua 2025, potrete quindi passare alcuni giorni in questa meta europea, perfetta anche per viaggi in famiglia con bambini: passeggiate lungo le antiche mura medievali e perdetevi nel labirinto di vicoli bianchi del centro storico, oppure prendete la funivia fino al Monte Srd per godere di una vista spettacolare.

Dubrovnik, Approdo del Re

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Dubrovnik, una delle destinazioni dei viaggi con focus cinema

Dove andare nel mondo

Con ben 15 giorni di ferie, che uniscono Pasqua ai ponti del 25 aprile e 1° maggio, potrete organizzare il viaggio dei sogni in una meta lontana in giro per il mondo. Ecco alcune idee per una pausa primaverile decisamente memorabile.

Giappone, da Tokyo a Tohoku alla ricerca degli ultimi ciliegi in fiore

Se avete a disposizione due settimane di vacanze pasquali e volete scoprire una cultura affascinante dall’altra parte del mondo durante il periodo primaverile, allora preparate le valigie per raggiungere Tokyo, una delle mete più economiche del mondo (diversamente da quanto si possa pensare). Da lì potrete esplorare anche la regione di Tohoku, in cui potrete godere della magia dei ciliegi in fiore anche a fine aprile.

Grazie ai voli diretti dall’Italia, raggiungere il Giappone è sempre più facile e veloce. Dopo aver visitato Tokyo, dove cultura e tradizioni si mescolano a modernità e innovazione, potrete prevedere una gita fuori porta nella regione Tohoku, ben collegata con la metropoli e raggiungibile in circa 5 ore con mezzi pubblici, oppure più facilmente con voli interni: qui le fioriture tardive dei ciliegi regalano paesaggi fatati tutti da esplorare.

Cape Town, tra spiagge da sogno e viste mozzafiato esplorando il Sudafrica

Cape Town, in Sudafrica, è tra le mete più economiche del mondo nel 2025 (secondo l’Holiday Money Report 2025 condotto dal Post Office Travel Money) e un mix perfetto tra relax, cultura e avventura, con paesaggi mozzafiato in cui immergersi e avventure incredibili da vivere.

Ottima scelta se avete almeno due settimane di vacanza che comprendono Pasqua e i ponti di maggio, e se cercate quella vacanza memorabile in luoghi lontani, dove un mix di influenze culturali danno vita a una città splendida dal punto di vista storico e architettonico, e dove la natura regna sovrana tutt’attorno. Le chicche di Città del Capo e dintorni? Chiaramente l’escursione a Table Mountain con vista panoramica da brividi, la visita ai Kirstenbosch Botanical Gardens, che in primavera esplodono di colori e fiori, le passeggiate sulle spiagge di Clifton e Camps Bay o l’avvistamento di pinguini a Boulders Beach.

Capetown Sudafrica

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Vista panoramica di Città del Capo.

Kuala Lumpur, viaggio dei sogni tra natura incontaminata e modernità

Kuala Lumpur, in Malesia, è la destinazione perfetta per chi cerca la modernità della città e il verde della natura, per una vacanza di Pasqua diversa e memorabile. Aprile, infatti, è un periodo ottimo per raggiungere questa meta, poiché l’umidità è accettabile e le temperature leggermente più basse e sopportabili.

Tra i must, non perdetevi le celebri Petronas Twin Towers con vista mozzafiato sulla città, le Batu Caves con il loro tempio indù e la gigantesca statua di Lord Murugan, il Mercato Centrale e Chinatown, ideali per scoprire la cultura locale e gustare il tipico street food, la Moschea Nazionale e il Tempio Sri Mahamariamman, per scoprire il volto spirituale di questa meta malesiana. Kuala Lumpur è ottima anche per chi viaggia in famiglia con bambini, grazie ai numerosi parchi, ai musei e alle divertenti attrazioni come il Sunway Lagoon Theme Park.

Kuala Lumpur e le sue Petronas Tower, in Malesia

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Lo skyline di Kuala Lumpur con le Petronas Tower
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Wangfujing Street, la via dello shopping più famosa di Pechino

Conosciuta anche come la “Strada d’Oro”, Wangfujing Street è una delle vie commerciali più popolari e frequentate di Pechino. Si estende per circa due chilometri attraverso il distretto centrale di Dongcheng, collegando Changan Avenue, a sud, con il Museo Nazionale d’Arte della Cina, a nord.
Punto di riferimento imprescindibile per lo shopping, la cultura e la gastronomia, questa via iconica attira ogni giorno qualcosa come 600.000 visitatori, tra residenti e turisti internazionali, un numero che raddoppia nei periodi di festa e durante i grandi eventi nazionali.

La sua storia, così come il suo nome che significa “Pozzo delle Residenze Reali”, risale all’epoca imperiale, quando in questa zona si trovavano alcune residenze aristocratiche (wangfu) e un antico pozzo d’acqua dolce (jing). Da allora, la via ha conosciuto una trasformazione costante, diventando una delle arterie commerciali più importanti della capitale cinese. Negli anni ’80, con l’apertura della Cina al commercio e agli investimenti internazionali, ha ulteriormente rafforzato il suo ruolo di centro nevralgico per lo shopping e il turismo.

Oggi Wangfujing Street non è solo un luogo dove fare acquisti di ogni genere, ma un vero e proprio microcosmo della cultura e della modernità cinese. Tra l’eleganza delle boutique di lusso, il fascino delle botteghe storiche e l’autenticità della cucina locale, una passeggiata lungo Wangfujing, ormai completamente pedonalizzata, rappresenta un’immersione nella vivacità della città, tra luci scintillanti, sapori sorprendenti e una storia che continua a evolversi.

Il paradiso pechinese dello shopping

Qui si trovano quasi 300 negozi, tra cui alcuni dei più antichi e rinomati del paese, considerati veri simboli dell’artigianato e della cultura di Pechino:

  • Shengxifu Hat Store: con oltre un secolo di storia, questo negozio ha fornito cappelli a importanti leader cinesi come Mao Zedong e Zhou Enlai e tuttora la sua eccellente lavorazione artigianale attira clienti da tutto il mondo.
  • Tongshenghe Shoes Store: specializzato in scarpe di panno e accessori tradizionali, è un punto di riferimento per chi cerca calzature su misura di altissima qualità.
  • Ruifuxiang Silk & Cotton Shop: è un paradiso per gli amanti della seta, dove è possibile acquistare tessuti pregiati e farsi confezionare abiti su misura, tra cui il tradizionale qipao.
  • Gongmei Mansion: il più grande centro dedicato all’artigianato di Pechino, offre una vasta selezione di gioielli, oggetti in giada e prodotti d’arte tradizionali come il cloisonné e l’intaglio dell’avorio.

Accanto a queste storiche attività, Wangfujing ospita anche numerose boutique di marchi internazionali e popolari centri commerciali. Tra i più rinomati:

  • Beijing APM: un moderno centro commerciale nato sulle fondamenta del vecchio mercato Dong’an, che oggi ospita brand di lusso internazionali.
  • Malls at Oriental Plaza: un vasto complesso che include sette aree tematiche dedicate alla moda, alla tecnologia e ai beni di lusso, diventato un punto di riferimento per i giovani e per gli amanti dello shopping esclusivo.
  • Xinhua Bookstore: un’imponente libreria di dieci piani dove gli appassionati di lettura possono trovare una vasta selezione di testi, anche in lingua originale, oltre a strumenti musicali e oggetti di artigianato culturale.
Spiedini di scorpioni fritti

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Spiedini di scorpioni fritti in vendita a Wangfujing Street, Pechino

Ristoranti e locali per tutti i gusti

Oltre a essere il paradiso pechinese dello shopping, Wangfujing vanta anche la presenza di numerosi ristoranti dove gustare il meglio della cucina tradizionale cinese.

  • Donglaishun Restaurant: fondato nel 1903, celebre per il suo hot pot di montone, una pietanza raffinata e saporita, perfetta per le serate invernali.
  • Quanjude: è famoso per l’anatra arrosto, una delle specialità da assaggiare assolutamente durante un soggiorno a Pechino.
  • Wuyutai Tea Shop: attivo dal 1887, è noto per il suo pregiato tè al gelsomino e molto apprezzato sia dagli intenditori che dai semplici appassionati di infusi.
  • Yong’an tang Herb Store: è una rinomata erboristeria in attività dai tempi della dinastia Ming, dove si possono trovare anche le più ricercate medicine tradizionali cinesi.

La Cattedrale di San Giuseppe

Uno degli edifici più imponenti di Wangfujing Street è la Cattedrale di San Giuseppe, conosciuta anche come Chiesa Cattolica di Wangfujing o Chiesa dell’Oriente. Costruita nel 1655 dai missionari Ludovicus Buglio e Gabriel de Magalhaens su un terreno concesso dall’imperatore Shunzhi, è da sempre un punto di riferimento per la comunità cattolica cinese. Nel corso dei secoli, ha subito numerose ricostruzioni a causa di terremoti, incendi e rivolte, fino a essere restaurata nel 1905 con il contributo di Francia e Irlanda. Oggi, la chiesa rappresenta un perfetto equilibrio tra l’architettura romanica europea e lo stile tradizionale cinese, con la sua struttura in mattoni grigi che fonde elementi culturali occidentali e orientali.

Cattedrale di San Giuseppe a Pechino

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Cattedrale di San Giuseppe in Wangfujing Street a Pechino

Wangfujing Snack Street

A sud del popolare Haoyou World Mall, un imponente arco in stile tradizionale alto oltre dieci metri segna l’ingresso alla Wangfujing Snack Street un caleidoscopio di bancarelle e locali che offrono una straordinaria varietà di street food, tappa obbligata per chi desidera assaporare specialità culinarie provenienti da ogni angolo della Cina. Fin dal primo passo all’interno di Wangfujing Snack Street, l’atmosfera vibrante cattura i visitatori con aromi avvolgenti, insegne colorate, lanterne rosse e il vociare entusiasta dei venditori intenti a promuovere le loro prelibatezze. E tra uno spiedino e un dolce al caramello, non mancano spettacoli ispirati all’opera di Pechino ed esibizioni acrobatiche che aggiungono un tocco di fascino in più a quello che è uno dei luoghi più stupefacenti della capitale cinese.

La Wangfujing Snack Street si sviluppa in tre aree distinte, ognuna con un’offerta gastronomica differente. Nella prima parte, si respira l’essenza della Cina intera, con più di cinquecento specialità regionali. Dai succhi fermentati di fagioli ai dolci di riso al vapore, dalle sfogliatine croccanti di Pechino ai celebri spiedini di agnello dello Xinjiang, i sapori si mescolano in un turbinio di gusti e consistenze. Per chi ama le esperienze culinarie forti, non mancano prelibatezze decisamente fuori dal comune, come gli spiedini di scorpioni fritti, stelle marine e cavallette arrostite.

Più avanti l’atmosfera cambia e si entra nell’area delle specialità musulmane. Qui la carne di manzo e montone è la protagonista, preparata secondo le antiche ricette halal. Le trippa di pecora o maiale, il budino di tofu e il pollo brasato nello stile dello Xinjiang sono solo alcune delle specialità che si possono assaporare, accompagnate dal fragrante pane locale, il nang. Il profumo delle spezie orientali pervade l’aria, trasportando i visitatori in un angolo remoto della Cina, pur senza mai lasciare Pechino.

Per una pausa rilassante e raffinata, perfetta per chi desidera concludere il proprio viaggio gastronomico in un’atmosfera più intima, non manca una tradizionale sala da tè. Qui, in un ambiente elegante, si possono sorseggiare tè pregiati e vini locali mentre le note melodiose dell’opera di Pechino avvolgono la sala in un’armonia senza tempo.

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Nel cuore segreto del Molise: viaggio incantato a Rocchetta a Volturno

Abbracciata dalle silenziose montagne delle Mainarde, al confine tra il Lazio e il Molise, Rocchetta a Volturno custodisce il fascino discreto dei luoghi dimenticati e la bellezza autentica delle realtà rimaste intatte nel tempo. Un paese piccolo, sì, ma capace di sorprendere con una ricchezza di storie, paesaggi e tradizioni che lasciano il segno. Qui, dove il fiume Volturno ha origine e la natura si fonde con la memoria, sembra davvero che ogni pietra abbia qualcosa da raccontare.

Le sue origini risalgono probabilmente alla fine dell’Impero romano, anche se fu nel Medioevo che il territorio conobbe un periodo di grande espansione, diventando parte dei possedimenti dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno e, in seguito, di Montecassino. Oggi, immerso in un paesaggio che alterna boschi, sorgenti e rovine ricche di fascino, rappresenta un perfetto punto di incontro tra spiritualità, passato e bellezza selvaggia.

Cosa vedere a Rocchetta a Volturno

Sulla cima di un piccolo colle che sovrasta le sorgenti del Volturno, si stagliano i ruderi struggenti di Rocchetta Alta, il nucleo medievale del paese, abbandonato nel corso del Novecento a causa di frane e cedimenti. Quel che resta ai nostri giorni è un borgo fantasma dall’atmosfera sospesa, dove il tempo pare essersi arreso.

Passeggiando tra le case in pietra, il vecchio Municipio, la scuola e le botteghe del barbiere e del sarto, ci si ritrova in un’altra epoca. I resti del castello baronale vegliano ancora dall’alto, mentre sul versante si possono distinguere le tracce delle abitazioni colpite dalla frana. È un luogo che commuove e affascina, dove il silenzio vale più di mille parole e la vista sulla vallata regala uno spettacolo che toglie il fiato.

Gli abitanti, dopo l’abbandono di Rocchetta Alta, si sono distribuiti in piccoli nuclei abitativi lungo la piana, in tre aree distinte: la storica Rocchetta Alta, la più recente Rocchetta Nuova e la frazione di Castelnuovo al Volturno, poco distante.

Il Santuario rupestre di Santa Maria delle Grotte

Suggestivo Santuario di Santa Maria delle Grotte

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Santuario di Santa Maria delle Grotte

Appena fuori dal centro abitato, nella quiete della campagna molisana, si nasconde una gemma del patrimonio benedettino: la chiesetta rupestre di Santa Maria delle Grotte che conquista fin dal primo sguardo, grazie al portale trecentesco in marmo, con colonne poligonali e un’elegante cornice di archi, su cui ancora si possono ammirare bassorilievi e una delicata lunetta affrescata con la figura della Vergine col Bambino.

Ma è entrando che si coglie la vera meraviglia. Le pareti interne custodiscono tre straordinari cicli di affreschi, considerati tra i più antichi e preziosi del Molise. Il primo, più recente, decora la cappella laterale e il presbiterio con immagini della Madonna.

L’aula principale ospita invece un ciclo più antico dedicato ai Santi, mentre in una stanza più piccola emergono gli affreschi più antichi, che raffigurano la vita di Gesù. A rendere il tutto ancora più prezioso, la statua lignea della “Madonna Magna“, un simbolo di profonda devozione e valore artistico.

Il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali

Chi ama la storia contemporanea trova a Rocchetta Nuova un luogo che lascia il segno: il Museo Internazionale delle Guerre Mondiali. Inaugurato nel 2010, si estende per oltre 900 metri quadrati e vanta una delle collezioni più complete e affascinanti del panorama nazionale.

Le sale tematiche permettono di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo al cospetto di uniformi, armi, equipaggiamenti, aerei d’epoca e documenti originali delle due guerre mondiali. L’esperienza culmina in una sezione unica in Italia dedicata agli armamenti, che ospita pezzi provenienti da eserciti di tutto il mondo, databili dall’Ottocento a oggi.

Accanto all’esposizione permanente, il museo ospita una biblioteca specializzata, con volumi e materiali d’archivio preziosi per studiosi e appassionati. Non mancano eventi culturali, presentazioni e convegni scientifici.

L’Abbazia di San Vincenzo al Volturno

Tra i luoghi simbolo non solo di Rocchetta ma di tutta la regione, l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno è un faro spirituale e culturale che ha attraversato i secoli. Fondata nel 703 d.C., ai piedi delle Mainarde, lungo le acque pure del Volturno, l’abbazia benedettina ha conosciuto epoche di splendore durante l’impero carolingio, saccheggi e distruzioni (come l’attacco saraceno del 881) e lunghi periodi di oblio.

Eppure, la sua luce non si è mai spenta. I resti archeologici della prima abbazia, affiancati al complesso restaurato, testimoniano un passato importante, colmo di fede, arte e cultura.

Oggi, una nuova comunità benedettina mantiene viva la tradizione, raccogliendo l’eredità spirituale del fondatore, San Paldone, e continua a rendere questo luogo un rifugio per l’anima.

Cosa fare: vivere la natura dell’Appennino

Lago di Castel San Vincenzo

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Spettacolare Lago di Castel San Vincenzo

Il paesaggio tutt’intorno a Rocchetta a Volturno è una sinfonia di colori, suoni e profumi che invitano all’esplorazione e alla meraviglia.

Inserito nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il territorio è punteggiato da sentieri escursionistici che si snodano tra boschi di faggi e cerri, popolati da una fauna ricchissima: cervi, caprioli, volpi, orsi bruni marsicani, lupi e numerose specie di uccelli.

Una delle mete imperdibili sono le sorgenti del Volturno, dove l’acqua sgorga limpida e trasparente dalle pendici di Monte Rocchetta e crea uno spettacolo naturale di rara bellezza: tra sfumature di azzurro e verde, si può sostare per un pic-nic o una passeggiata rigenerante.

L’area è anche habitat di specie botaniche rare, come il ranuncolo a foglie capillari e il salice dell’Appennino. E con un pizzico di fortuna, ci si può imbattere nei piccoli abitanti del bosco: scoiattoli, ghiri e persino qualche cervo curioso.

Dalle sorgenti è possibile partire per un’escursione verso la Cascata del Volturno, nei pressi di Castel San Vincenzo. Più che una caduta d’acqua, è una danza di colonne liquide che si insinuano tra le rocce rivestite di muschio e si riversano in un laghetto turchese, incastonato nella vegetazione. Un luogo che sembra appartenere a una fiaba, capace di far innamorare chiunque lo raggiunga.

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Giardini Hanbury, il sogno di un viaggiatore trasformato in un paradiso botanico

C’è un luogo in Liguria che sfugge all’inverno. Un angolo di costa sospeso tra cielo e mare, dove l’aria è dolce anche a gennaio e le piante sembrano ignorare il passare delle stagioni. Il mare davanti, calmo e brillante, riflette ogni sfumatura del cielo; alle spalle, le Alpi vegliano imponenti, ma una collina generosa tiene lontano i venti di tramontana. Qui il gelo è un ospite che non arriva mai, e il sole sembra essersi innamorato di questa terra straordinaria.

Siamo a Ventimiglia, splendida Riviera dei Fiori dove, per un’intuizione o forse per un incanto, nel 1867 un viaggiatore inglese trasformò un sogno in un paradiso botanico: i Giardini Hanbury.

Chiunque abbia mai sognato un giardino senza confini, in cui convivono piante provenienti da ogni continente, dovrebbe venire fin qui: su diciotto ettari di terra affacciati sul Mediterraneo, fa bella mostra di sé un luogo in cui la natura è coltivata con sapienza e rispetto, e l’armonia si fa paesaggio.

Ancora oggi, tra agrumi, bambù, rose antiche e piante succulente, si respira la visione di un uomo che fece dell’incontro tra culture botaniche un messaggio di bellezza e dialogo.

Dove l’inverno non arriva: il giardino incantato di Capo Mortola

Il complesso dei Giardini Botanici Hanbury si sviluppa lungo il promontorio di Capo Mortola, un balcone naturale che sembra tuffarsi nel mare.

Dei diciotto ettari, la metà è coltivata a giardino: un dedalo di vialetti e terrazzamenti in cui crescono piante delle specie più svariate ma tutte accomunate dalla capacità di vivere in climi mediterranei. California, Sud Africa, Cile, Australia: un mosaico verde che qui trova condizioni ideali, grazie a un microclima davvero mite, con inverni che di rado vedono le temperature scendere sotto lo zero.

Quando Thomas Hanbury acquistò la proprietà, il suo intento non era solo estetico: desiderava creare un giardino di acclimatazione per specie esotiche, scegliendo e disponendo le piante secondo criteri scientifici ma anche paesaggistici. Il risultato è un’oasi dove la botanica si fonde con l’arte e la scienza dialoga con l’estetica.

Nel tempo, i Giardini sono stati riconosciuti come patrimonio da tutelare: nel 1939 furono vincolati come bene ambientale storico-artistico e, nel 1960, divennero proprietà dello Stato Italiano. Dal 1987 sono gestiti dall’Università degli Studi di Genova, che ha creato anche un Centro Universitario di Servizi per valorizzarne la ricerca, la conservazione e la fruizione. E non è tutto: dal 2000 fanno parte delle Aree Protette Regionali.

E anche il mare qui è speciale. La costa di Capo Mortola è caratterizzata da una delle più interessanti praterie di Posidonia oceanica della Liguria, un ecosistema marino di grande valore, che rappresenta un habitat prioritario per l’Unione Europea. Un’altra prova del fatto che, ai Giardini Hanbury, la bellezza è biodiversità, sopra e sotto il livello del mare.

Giardini Hanbury, Liguria

Fonte: Getty Images

Uno degli angoli del giardino

Un viaggio tra profumi, colori e meraviglie botaniche

Passeggiare tra i vialetti dei Giardini Hanbury è molto più di una semplice visita: è un viaggio. Un’esperienza che coinvolge corpo e spirito, e che si snoda lungo un sentiero che dall’ingresso conduce fino al mare, con un dislivello di quasi duecento metri. Si scende tra profumi, suoni, colori, come in una discesa verso una versione tutta terrena del paradiso. Il ritorno, certo, è in salita: ma ogni passo regala scorci e suggestioni che ripagano ogni sforzo.

Il giardino è suddiviso in aree tematiche, ognuna con la sua identità precisa. Si attraversa l’area delle agavi, monumentali e silenziose, poi quella delle aloe, che brillano sotto il sole come sculture viventi. Il Giardino dei Profumi avvolge i sensi con la sua sinfonia olfattiva, mentre il Roseto evoca storie antiche grazie alle varietà dimenticate. Si entra poi nella Foresta Australiana, dove eucalipti e acacie creano un’atmosfera lontana, quasi da sogno, e ci si immerge nel Frutteto Esotico, in cui crescono specie rare e affascinanti. E ancora gli agrumeti, con le loro varietà antiche e quasi scomparse, e tanti angoli nascosti che sorprendono a ogni svolta del sentiero.

La ricchezza delle collezioni botaniche impressiona anche i visitatori più esperti. Nei Giardini Hanbury convivono, tra le altre, piante appartenenti ai generi Acacia, Agave, Aloe, Brugmansia, Cistus, Citrus, Eucalyptus, Passiflora, Rosa e Salvia. Famiglie botaniche come le Myrtaceae e le Bignoniaceae trovano uno spazio privilegiato per crescere e incantare. Ma ciò che più colpisce è il modo in cui le piante sono inserite nel paesaggio: non come semplici oggetti da esposizione, ma come protagoniste di un racconto che parla di cura, conoscenza, passione.

È facile perdersi, ma è ancora più facile lasciarsi trovare. Dai profumi, dai colori, dai suoni del vento tra le fronde. I Giardini Hanbury sono un luogo da sentire e da attraversare con calma, ascoltando il silenzio e osservando i dettagli. Perché ogni angolo cela una storia e ogni pianta custodisce un viaggio.

E quando, alla fine del percorso, si arriva alla terrazza affacciata sul mare, si ha come l’impressione che il giardino sia una sorta di miracolo. Un sogno che continua a fiorire, stagione dopo stagione.

Giardini botanici Hanbury

Fonte: iStock

Scorcio dei bellissimi giardini di Ventimiglia
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8 borghi più belli del Parco dell’Aspromonte

La Calabria è una terra d’incontri, dove l’eredità di greci e romani, bizantini e normanni ha dato vita a un contesto storico-culturale ricco e variegato. Come tante perle, incastonate nelle alture che fanno capolino dietro la linea costiera, cittadine fortificate e piccoli paesi medievali accolgono ogni anno turisti e visitatori da tutto il mondo, in cerca del sapore autentico e genuino del Sud Italia.

Chiese e castelli, musei e specialità gastronomiche vi aspettano nei territori che formano la punta dello stivale. Avete preparato le valigie? Partiamo alla scoperta di 8 borghi da favola dell’Aspromonte.

Stilo, tra spiritualità bizantina e panorami senza tempo

A Stilo, in provincia di Reggio Calabria, le influenze greche e normanne, arabe e bizantine si fondono per dare vita a un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere.

All’interno delle mura medievali incanta il centro storico, un labirinto di vicoli e casette in pietra che nasconde veri e propri tesori. Un esempio? Il Castello Normanno, dalle cui torri lo sguardo spazia lungo la Vallata dello Stilaro.

Da non perdere anche il Duomo di Stilo o Chiesa Matrice, ricostruzione cinquecentesca di un edificio risalente al XIV secolo, e la suggestiva Cattolica di Stilo, con il suo inconfondibile stile bizantino. Nei dintorni potete visitare anche le lauree, le celle degli antichi eremiti.

Bova, il cuore grecanico che resiste tra le rocce

Incastonato su di una rupe aspromontana, il borgo di Bova appare sospeso nel tempo, tra antiche divinità greco-orientali e leggende che lo vorrebbero fondato da una misteriosa regina armena.

L’eco classica riecheggia nella lingua dei suoi abitanti, parte della comunità grecanica di Calabria, nei prodotti tipici, come la gustosa lestopitta, e passeggiando per le vie del borgo, tra palazzi nobiliari e scorci panoramici. Le case in pietra sembrano emergere dalla roccia e fondersi con i colori del paesaggio.

Nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Bova è un dedalo di vicoli e stradine che si arrampicano fino alle rovine del Castello Normanno. Il centro storico è un concentrato di cultura: la Chiesa di San Leo conserva le reliquie del santo e una statua del Bernini, e non mancano i musei, tra cui il Sentiero della Civiltà Contadina, museo all’aria aperta che racconta la vita di un tempo.

Roghudi Vecchio, il borgo fantasma sospeso nel silenzio

Adagiato su un crinale roccioso, Roghudi Vecchio si affaccia sulla fiumara Amendolea con un fascino spettrale e magnetico. Borgo abbandonato, in passato parte della comunità grecanica, fu evacuato negli anni Settanta a causa di violente alluvioni. Ciò che resta oggi è un luogo silenzioso, dove le viuzze, le piazzette e le scalinate raccontano ancora la storia di una comunità legata alla pastorizia e alla transumanza.

Il borgo si sviluppa dall’alto verso il basso, intrecciandosi con la morfologia del paesaggio. Raggiungerlo non è semplice: la strada è tortuosa, ma lungo il cammino si incontrano luoghi sorprendenti come la Rocca del Drako e le Caldaie del Latte, formazioni geologiche avvolte da miti e misteri. Con l’aiuto delle Guide Ufficiali del Parco dell’Aspromonte, ogni tappa diventa un viaggio tra natura e leggenda.

Gerace, la rupe dello sparviero

Il borgo di Gerace, Calabria

Fonte: iStock

Incantevole panorama di Gerace

Gerace è il borgo dove la storia si fa pietra viva. Il suo nome deriva dal greco e richiama lo sparviero, protagonista del mito di fondazione.

Arroccato su una rupe calcarea, questo gioiello dell’Aspromonte è stato un importante centro religioso e culturale, tanto da essere chiamato la “Gerusalemme dello Ionio”.

Un tempo vantava cento chiese, delle quali oggi ne rimangono ventisei. Passeggiare per il centro storico è un continuo scoprire: la Basilica Concattedrale di Santa Maria Assunta colpisce per le sue forme normanne austere, mentre Piazza del Tocco, cuore pulsante, rievoca storie di nobiltà e potere. E poi c’è il belvedere Le Bombarde: uno sguardo da lassù vale più di mille parole.

Pentedattilo, la mano di pietra che custodisce leggende

Pentedattilo, sospeso tra mito e silenzio, è una meta che lascia il segno. Il suo nome significa “cinque dita” in greco e richiama la forma della rupe del Monte Calvario su cui sorge.

Oggi è un borgo fantasma, ma è sufficiente mettere piede tra le sue vie per sentirne ancora il battito. Le case in pietra, alcune crollate, altre restaurate, sussurrano storie antiche. La leggenda più famosa narra di una vendetta sanguinosa, con una mano tagliata che avrebbe dato origine alla conformazione della montagna. Un borgo carico di suggestione, che affascina viaggiatori e artisti.

Gallicianò, il paese dove vive l’anima greca

Nel cuore del comune di Condofuri si nasconde Gallicianò, il borgo più greco d’Italia. Qui il griko, lingua derivata dal greco bizantino, è ancora parlata dalla maggior parte degli abitanti.

Le vie strette, le case in pietra bianca e i volti fieri della sua gente raccontano una storia di resistenza culturale. Isolato rispetto agli altri centri, Gallicianò ha saputo custodire le tradizioni più autentiche: l’artigianato, la musica, la cucina e l’accoglienza sono un riflesso diretto dell’anima grecanica.

Oriolo, fortezza di storia e sapori antichi

Il borgo di Oriolo , Calabria

Fonte: iStock

Stupenda veduta panoramica di Oriolo

Oriolo è un borgo-fortezza che conquista al primo sguardo. Arroccato su una collina del casentino calabrese, conserva intatto l’impianto medievale. Il Castello di Oriolo, con la torre dell’orologio, è il punto di partenza ideale per scoprire il Museo Diffuso delle Arti e dei Mestieri (MUDAM), un itinerario culturale che si snoda per le vie del borgo.

Palazzi nobiliari, botteghe artigiane e luoghi della memoria fanno parte dell’interessante museo a cielo aperto. A tavola, i sapori calabresi si esprimono in piatti ricchi e autentici: imperdibili i firzuoli con la mollica e i rascatelli con ricotta e peperoni.

Mammola, scrigno d’arte e di tradizione medievale

Su dolci colline a 600 metri di altitudine, Mammola conserva una storia millenaria. Il borgo, conteso da svevi, angioini e aragonesi, ha visto susseguirsi dinastie e culture che hanno lasciato tracce visibili nell’architettura e nell’urbanistica.

Camminando senza fretta nel centro storico ci si perde tra case in pietra, palazzi signorili e botteghe d’altri tempi. Il Castello Normanno, costruito nel XII secolo, domina l’abitato e ospita un museo dedicato alla storia locale.

Roccaforte del Greco, balcone sull’identità ellenofona

Chiamata Vunì in greco, ovvero “monte”, Roccaforte del Greco si staglia su un’altura scoscesa che domina l’intera Area Ellenofona. Le sue radici affondano nel mondo bizantino, legate al monastero della Santissima Trinità, uno degli avamposti religiosi più interni della regione.

Il culto di San Rocco, introdotto dopo la peste del 1577, si è affermato sostituendo quello più antico di San Sebastiano, e oggi la chiesa del paese conserva una preziosa statua della Madonna con Bambino.

Sulla parte occidentale si erge la Chiesa dello Spirito Santo, edificio neoclassico del 1930. Dell’antico borgo, sorto su insediamenti preistorici, restano suggestivi ruderi e una toponomastica che racconta storie di difesa e orgoglio. Anche se il “castello” è ormai ridotto a memoria, il fascino di Roccaforte resta intatto.

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Ad Abydos, in Egitto, è stata scoperta una misteriosa tomba reale (ma il faraone resta senza nome)

Quanti segreti nasconde ancora l’Egitto? Probabilmente non avremo mai una risposta definitiva, ma quel che è certo è che i costanti lavori di scavo, (quasi) ogni giorno ne svelano uno nuovo. Recentemente, infatti, un team egiziano-americano guidato dall’archeologo Josef Wegner dell’Università della Pennsylvania ha riportato alla luce una tomba reale nella necropoli di Gebel Anubi, ad Abydos, un ritrovamento importantissimo ma anche fitto di misteri.

La scoperta della tomba reale (e non solo) ad Abydos

L’incredibile tomba reale rinvenuta nella necropoli di Gebel Anubi, ad Abydos, risale al secondo periodo intermedio (circa 1640-1540 a.C.), ed è stata individuata a circa 7 metri di profondità rispetto al livello del suolo. Si compone di una camera funeraria in calcare con rivestimenti in mattoni crudi e si ritiene che originariamente fosse alta circa 5 metri: più imponente rispetto ad altre tombe dello stesso periodo.

Presenta un bellissimo ingresso decorato con raffigurazioni delle dee Iside e Nefti, legate ai riti funerari, insieme a fasce di iscrizioni gialle che un tempo riportavano il nome del faraone in geroglifici.

Il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità ha annunciato che è stato rinvenuto anche un laboratorio di produzione di ceramica presso il villaggio di Banawit, località a nord di Abydos. Di quest’ultima scoperta il professor Mohamed Abdel Badie (responsabile del Settore delle Antichità Egizie presso il Consiglio Supremo delle Antichità) ha fatto sapere che le prime analisi indicano che fu utilizzato durante l’epoca bizantina, e successivamente come cimitero nel VII secolo d.C.

A Banawit sono emerse anche diverse sepolture, tra cui tombe in mattoni crudi contenenti scheletri e mummie, probabilmente appartenenti a tombe familiari di uomini, donne e bambini. Tra le sepolture più significative si segnalano la mummia di un bambino addormentato con un cappuccio di tessuto colorato e il cranio di una ragazza di circa trent’anni.

Le ipotesi sull’identità del faraone

Come accennato, i cartigli che contenevano il nome del faraone che riposava nella tomba reale recentemente rinvenuta sono stati distrutti. Tuttavia, Mohamed Abdel Badie ha dichiarato ad Archaeology Magazine che lo stile e la posizione della tomba richiamano quella del faraone Senebkay, scoperta sempre ad Abydos nell’ormai lontano 2014.

L’ipotesi di base è che questa sepoltura possa appartenere a uno dei suoi predecessori, come i re Senaiib o Paentjeni, noti per aver eretto alcuni monumenti religiosi.

Perché si tratta di una scoperta molto importante

Sia la tomba reale che il laboratorio di ceramiche ritrovato nel villaggio di Banawit sono due scoperte molto importanti. La sepoltura, infatti, fornisce nuove prove scientifiche sull’evoluzione delle tombe reali in questa necropoli che risale alla Dinastia di Abydos, una serie di sovrani che governarono l’Alto Egitto tra il 1700 e il 1600 a.C, di cui si hanno pochissime informazioni.

Il laboratorio di ceramica, dal canto suo, suggerisce che si trattasse di uno dei più grandi centri di produzione di questo materiale, anche perché conteneva numerosi forni, vaste aree di stoccaggio per i vasi e una collezione di 32 ostraka (frammenti di ceramica o pietra con incisioni sulla vita quotidiana degli antichi popoli), che possono fornire rilevanti informazioni sulle transazioni commerciali e il metodo di pagamento delle tasse dell’epoca.

Il team archeologico continuerà con i suoi lavori di ricerca, nella speranza di scoprire nuove tombe che possano svelare molti dei segreti dell’antico Egitto.

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Le mostre da vedere in Italia ad aprile 2025

Con l’arrivo della primavera, l’Italia si trasforma in un palcoscenico d’arte straordinario e propone un viaggio al cospetto di epoche, movimenti e artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia.

Aprile sarà un mese ricco di appuntamenti imperdibili per gli amanti dell’arte, con esposizioni che spaziano dai capolavori del Rinascimento alle sperimentazioni della Pop Art, fino alle reinterpretazioni contemporanee dei grandi maestri. Scopriamoli.

Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli

Dal 29 marzo al 29 giugno 2025, XNL Piacenza celebra uno dei protagonisti assoluti dell’Ottocento europeo: Giovanni Fattori. La mostra Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei Macchiaioli, curata da Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, si inserisce nelle celebrazioni per il bicentenario della nascita del pittore livornese. Con 170 opere – 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni – l’esposizione rinnova la memoria di Fattori, ponendo l’accento sul suo ruolo chiave nel panorama figurativo italiano ed europeo.

La rassegna documenta la varietà della sua produzione, dalle celebri scene di vita militare alle vedute en plein air, dai ritratti intensi ai paesaggi della Maremma. Un focus particolare è dedicato alla sua produzione grafica, in particolare alle acqueforti, grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma.

In parallelo, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi propone Da Ghiglia a Morandi. Ripensare Fattori nel Novecento, con oltre 30 opere che mostrano l’influenza del maestro su artisti del secolo successivo come Morandi, Carrà, Soffici e Ghiglia.

Viaggio nella Pop Art

Fino a domenica 30 marzo 2025, alla Vaccheria all’EUR si può visitare la mostra Viaggio nella Pop Art: un nuovo modo di amare le cose, realizzata dal Municipio IX Roma EUR con il supporto di Roma Capitale. In occasione del finissage, è previsto alle 19.30 un evento speciale con concerto per pianoforte di Mark Kostabi e una jam session con Andy (Bluvertigo) al sax. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti.

La mostra, curata da Giuliano Gasparotti e Francesco Mazzei, è il risultato della collaborazione con Zètema Progetto Cultura e IconArs S.R.L., con il coordinamento di Gianfranco Rosini.

Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti

A Firenze, Villa Bardini ospita fino al 20 luglio 2025 la mostra Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti, un percorso in 12 sezioni che intreccia arte, letteratura e vita quotidiana. Curata da Cristina Acidini e Claudio Paolini, l’esposizione racconta l’influenza della coppia sul panorama culturale del Novecento italiano.

Grazie a capolavori come Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio e un corpus di opere di Morandi, Ribera, de Pisis, Mafai e Guttuso, la mostra mette in luce il ruolo di Longhi come critico e collezionista, e quello di Banti come scrittrice e storica dell’arte. Una sezione è dedicata anche alla loro passione per il cinema e all’intenso rapporto con la cultura letteraria dell’epoca.

Firenze celebra il suo fiore simbolo con la Settimana del Fiorentino

Dal 22 al 30 marzo 2025, Firenze ospita anche la nuova edizione della Settimana del Fiorentino, con eventi diffusi nei musei e in città. Tema centrale: il giglio rosso su campo bianco, legato al risveglio della primavera e agli iris che colorano la campagna.

Tra le iniziative, attività per bambini come Intorno al porcellino al Museo Stefano Bardini e Marzocco. Il Leone di Firenze a Palazzo Vecchio. Visite straordinarie sono previste a Porta San Frediano e alla Torre San Niccolò, mentre il 30 marzo, al MAD Murate Art District, si terrà il laboratorio Viola iris, ispirato all’Agenda 2030, per avvicinare i più piccoli alla natura e alla sostenibilità.

Corpi moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento

Dal 4 aprile al 27 luglio 2025, le Gallerie dell’Accademia di Venezia presentano Corpi moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento, un viaggio affascinante tra arte, scienza e cultura visiva. Curata da Guido Beltramini, Francesca Borgo e Giulio Manieri Elia, l’esposizione riunisce 90 opere, tra cui l’Uomo vitruviano di Leonardo, accostato per la prima volta ad antichi rilievi greci e all’Autoritratto nudo di Dürer.

Divisa in tre sezioni – Anatomia, Desiderio e Persona – la mostra indaga il corpo come oggetto di studio, desiderio e rappresentazione culturale. Accanto ai capolavori di Leonardo, Michelangelo, Dürer, Bellini e Giorgione, sono esposti modelli anatomici, strumenti scientifici, oggetti d’uso quotidiano e accessori per la cura di sé, come un raro scrigno make-up del XVI secolo.

Che Guevara tú y todos

Che Guevara tú y todos

Fonte: Ufficio Stampa

La mostra CHE GUEVARA tú y todos

Dal 27 marzo al 30 giugno 2025, il Museo Civico Archeologico di Bologna ospita Che Guevara tú y todos, un percorso immersivo che racconta la vita di Ernesto Guevara tramite documenti inediti e installazioni multimediali.

La mostra si sviluppa su tre livelli: la dimensione storica del contesto geo-politico, la dimensione biografica della formazione del giovane Che e della sua attività pubblica, e infine la dimensione più intima, con scritti, lettere, poesie e registrazioni personali. Oltre 2.000 i documenti in mostra, provenienti dall’archivio del Centro de Estudios Che Guevara a L’Avana.

La seduzione del colore. Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia

Il Museo Poldi Pezzoli di Milano inaugura la stagione espositiva 2025 con la prima monografica dedicata ad Andrea Solario: La seduzione del colore. Andrea Solario e il Rinascimento tra Italia e Francia, dal 26 marzo al 30 giugno.

A cura di Lavinia Galli e Antonio Mazzotta, la mostra presenta 24 capolavori del pittore milanese, attivo tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, fortemente influenzato da Leonardo.

Le opere, provenienti da istituzioni internazionali come il Louvre, la National Gallery, il British Museum, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e altre collezioni prestigiose, raccontano il dialogo artistico tra Milano e la Francia durante il Rinascimento.

Canova e la nascita della scultura moderna

Dal 23 marzo al 21 giugno 2025, il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno ospita la mostra-dossier Canova e la nascita della scultura moderna, incentrata sul capolavoro giovanile Teseo sul Minotauro (1783), simbolo del passaggio dal barocco al neoclassico.

Curata da Elena Catra, l’esposizione propone un confronto tra il modello iniziale, la versione finale in gesso e la Testa di Teseo, giunta in museo grazie a un prestito eccezionale. Il percorso si completa con una sezione ospitata nella casa natale di Canova, dove incisioni, pubblicazioni e documenti raccontano la fortuna critica dell’opera e l’impatto dell’artista sul gusto dell’epoca.

Timeless Icons: Jisbar tra arte neo pop e Rinascimento

Dal 13 aprile all’11 maggio 2025, il Refettorio Monastico di San Benedetto Po (MN), uno dei Borghi più Belli d’Italia, ospita Timeless Icons, la più grande mostra istituzionale dell’artista francese Jisbar. Le oltre 25 opere inedite dell’artista neo pop-street internazionale creano un potente cortocircuito visivo con la magnificenza rinascimentale della location.

Jisbar reinterpreta i grandi maestri e le icone della cultura pop in chiave contemporanea, fondendo stili e suggestioni per trasformare volti noti del passato e del presente in vere e proprie icone senza tempo. La mostra è patrocinata da Regione Lombardia, Provincia di Mantova e Città di San Benedetto Po.

A Terni, l’Impressionismo raccontato tra Francia e Italia

Da Degas a BoldiniUno sguardo sull'Impressionismo tra Francia e Italia

Fonte: Maria Chiara Salvanelli | Press Office & Communication

Giovanni Fattori, Sosta di cavalleggeri

Dal 16 aprile al 29 giugno 2025, Palazzo Montani Leoni di Terni ospita Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull’Impressionismo tra Francia e Italia, curata da Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano. Un omaggio ai 150 anni dalla nascita del movimento impressionista, con 44 opere che raccontano la ricchezza della pittura italiana tra la metà dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento.

La mostra valorizza soprattutto gli artisti italiani, spesso oscurati dal successo della scuola francese, e si avvale di prestiti da musei, collezioni bancarie e fondazioni culturali, per offrire un confronto diretto e stimolante tra le due tradizioni.

Milano Art Week: Città viste dal cielo di Luigi Angiuli

L’Agenzia di turismo 5 Giornate partecipa alla Milano Art Week con Città viste dal cielo, mostra di Luigi Angiuli visitabile dal 1° all’11 aprile 2025 in Piazza Cinque Giornate 15. Dodici planimetrie urbane astratte raccontano metropoli oniriche viste dall’alto, tra percorsi misteriosi e intrecci esistenziali.

L’inaugurazione, l’1 aprile alle 18, sarà accompagnata da un aperitivo con la partecipazione dell’artista e degli autori del progetto, Alberto Oliva ed Elisabetta Invernici (Galleria&Friends). L’evento si inserisce nel palinsesto del Fuorisalone e del Salone del Mobile.

A Torino, Da Botticelli a Mucha: bellezza e seduzione nei secoli

Dal 17 aprile al 27 luglio 2025, le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano la mostra Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione, un affascinante viaggio attraverso l’estetica femminile nella storia dell’arte.

Oltre 100 opere, tra cui la Venere di Botticelli e la Dama con l’unicorno di Luca Longhi, raccontano il mito, la natura e l’universo femminile, arrivando fino all’Art Nouveau di Alphonse Mucha. Tra i focus, la figura della Contessa di Castiglione e l’eccezionale esposizione del Volto di fanciulla di Leonardo da Vinci. A curare la mostra: Annamaria Bava per i Musei Reali di Torino e Arthemisia.

Art Crimes: Angelo Accardi reinterpreta Raffaello in chiave pop

Art Crimes

Fonte: Ufficio Stampa

Art Crimes: Angelo Accardi reinterpreta Raffaello in chiave pop

Dal 3 al 28 aprile 2025, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano accoglie Art Crimes, l’installazione site-specific di Angelo Accardi. A cura di Nino Florenzano, la mostra fonde pop surrealismo e arte classica, reinterpretando la Scuola di Atene di Raffaello attraverso tele, sculture, video e design.

In un pantheon contemporaneo sfilano Duchamp, Dalì, Warhol, Bacon, Cattelan, Picasso e altri grandi maestri. L’artista, celebrato anche dal Metropolitan Museum of Art, porta a Milano un’opera ironica e visionaria, in bilico tra omaggio e provocazione.

Fluire l’infinito: Veronica Gaido tra corpo, mare e mutamento

Dal 19 aprile al 25 maggio 2025, il Fortino Leopoldo I di Forte dei Marmi ospita Fluire l’infinito, personale di Veronica Gaido curata da Beatrice Audrito. Un percorso fotografico e installativo che esplora il tempo, i corpi, la trasformazione e l’identità femminile.

Per i 30 anni di carriera dell’artista, 25 opere trasformano il fortino settecentesco in un luogo di riflessione visiva tra mare, luce e dissolvenza, in cui il confine tra fotografia, arte e tecnologia diventa fluido e poetico.

Roma: Oliviero Rainaldi racconta la maternità in Seconda Madre

Dal 26 marzo al 23 maggio 2025, La Nuova Pesa di Roma ospita Seconda Madre, la nuova serie pittorica di Oliviero Rainaldi, a cura di Arnaldo Colasanti. Dodici opere in bianco e nero indagano la figura femminile, tra sacralità e mistero, in un viaggio che tocca l’origine, la maternità e l’identità.

Dopo grandi installazioni pubbliche, Rainaldi torna alla tela con una pittura intensa e spirituale, fatta di luci e ombre, di assenze e presenze, in un dialogo intimo con lo spettatore.

RETREAT: Jacopo Di Cera porta la crisi climatica ad Art Dubai

Dal 18 al 22 aprile 2025, l’artista digitale Jacopo Di Cera presenta RETREAT ad Art Dubai, una potente installazione visiva dedicata al drammatico scioglimento dei ghiacciai. Protagonista: il ghiacciaio della Brenva, raccontato attraverso 40 monitor sostenibili e dati scientifici trasformati in arte digitale.

L’opera si configura come una denuncia visiva e poetica sull’emergenza climatica, portando l’arte italiana al centro del dibattito ambientale internazionale.

Arte & Natura: Dentro e Fuori a Villa Arconati

Dal 6 aprile al 12 ottobre 2025, Villa Arconati ospita la mostra collettiva Arte & Natura: Dentro e Fuori, a cura di Diana Segantini e promossa dalla Fondazione Augusto Rancilio in collaborazione con Segantini Unlimited.

Quaranta artisti internazionali – da Giuseppe Penone a Kimsooja, da Miroslaw Balka a Jannis Kounellis – dialogano con gli spazi storici della villa e con il paesaggio circostante, in un intreccio tra arte contemporanea, natura e architettura. L’esposizione riflette sulla relazione tra uomo, ambiente e bellezza.

Les Monstres Amis: Emilio Scanavino e la X Triennale di Milano

Dal 4 aprile al 22 giugno 2025, la Fondazione Emilio Scanavino presenta la mostra Les Monstres Amis. Emilio Scanavino e la X Triennale, a cura di Michel Gauthier e Marco Scotini. L’esposizione ripercorre la partecipazione dell’artista ligure e dei suoi contemporanei alla Triennale del 1954, in un momento chiave del dialogo tra arte e design industriale.

Focus sulla sezione ceramica curata da Joe Colombo e animata da autori come Fontana, Matta, Jorn, Baj e Dangelo, anticipando il Bauhaus Immaginista. La mostra è accompagnata da un catalogo con saggi critici e approfondimenti storici.

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Il mare della Liguria attraverso i binari, tornano i Treni del Mare per l’estate 2025

Che cosa c’è di più affascinante di un viaggio che ti porta dritto verso il mare, senza stress, senza traffico? Tornano i tanto amati Treni del Mare, che ogni sabato e nei giorni festivi, a partire dal 29 marzo e fino a domenica 28 settembre 2025, collegheranno la Lombardia alla splendida Liguria, regalando a tutti gli appassionati del mare un’opportunità imperdibile per godersi il sole, la sabbia e il mare blu della Riviera.

Un viaggio perfetto, dove il comfort si fonde con la voglia di scoperta e, come ogni anno, il servizio si arricchisce con nuove rotte e orari per soddisfare le esigenze di chi cerca un modo comodo e veloce per scappare dal caldo cittadino. In questo modo, i passeggeri potranno scoprire la bellezza delle Cinque Terre e di altri luoghi della Riviera Ligure, senza rinunciare alla praticità, ogni volta che si vorranno ricaricare le batterie, immergendosi nello splendore estivo della Liguria.

Treni del Mare: le nuove rotte e i nuovi orari

A partire dal 29 marzo, i Treni del Mare torneranno a solcare le rotaie ogni sabato e nei giorni festivi, con una serie di corse che collegano i principali centri lombardi alle incantevoli spiagge liguri. Quest’anno, infatti, saranno 10 i treni aggiuntivi che partiranno da città come Milano, Bergamo, Treviglio, Como, Monza, Seregno, Gallarate, Busto Arsizio, Legnano, Pavia e Voghera, per arrivare direttamente alle località balneari della Riviera di Levante e di Ponente. E la novità assoluta riguarda l’introduzione del treno che partirà da Saronno per raggiungere Arma di Taggia.

Di seguito, ecco l’elenco completo delle corse e degli orari per ogni tratta:

  • Saronno (5:34) – Taggia Arma (10:08)
  • Taggia Arma (18:32) – Saronno (23:09)
  • Como S. Giovanni (7:05) – La Spezia Centrale (12:56)
  • La Spezia Centrale (18:10) – Como S. Giovanni (22:49)
  • Gallarate (8:24) – Ventimiglia (13:40)
  • Ventimiglia (16:35) – Gallarate (22:08)
  • Bergamo (6:30) – Ventimiglia (11:25)
  • Ventimiglia (18:25) – Bergamo (23:27)
  • La Spezia Centrale (16:50) – Milano Porta Garibaldi (21:05)
  • Milano Porta Garibaldi (8:23) – La Spezia Centrale (12:50)

Inoltre, è importante sapere che durante il periodo dal 21 luglio al 29 agosto, i treni subiranno però una leggera rimodulazione degli orari e delle corse, in seguito ai lavori infrastrutturali programmati da RFI per la chiusura del ponte di Bressana nel Pavese. Nonostante ciò, il servizio rimarrà comunque efficiente e i passeggeri potranno continuare a godere della bellezza del viaggio verso il mare, in modo ecologico e sostenibile rispetto all’automobile o ad altri mezzi di trasporto.

L’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente, ha anche sottolineato che i Treni del Mare sono molto apprezzati dai lombardi e hanno registrato un successo crescente negli anni. Nonostante i disagi legati alla chiusura della tratta nel Pavese, ha assicurato che Regione Lombardia, insieme alla Liguria, Trenord e RFI, si impegneranno a garantire un servizio che risponda alle esigenze di chi già utilizza regolarmente i treni.

Come acquistare i biglietti per i Treni del Mare

Acquistare il biglietto per i Treni del Mare è semplicissimo: basta recarsi presso una delle biglietterie Trenord, anche quelle delle stazioni principali di Milano Porta Garibaldi, Bergamo, Treviglio, Como San Giovanni, Monza, Saronno, Seregno, Gallarate, Busto Arsizio FS, Legnano, Pavia, Voghera, oltre a tutte le stazioni servite dalle corse. In alternativa, i biglietti sono disponibili anche sui canali online e presso le emettitrici Trenitalia. Una volta acquistato il biglietto, non resta che salire a bordo e partire per una giornata all’insegna del relax e del mare.

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Una piscina d’acqua salata, ecco la vasca naturale di Azenhas do Mar

Se esiste un angolo di mondo in cui la natura e l’uomo hanno trovato un’armonia perfetta, quello è Azenhas do Mar, un gioiello incastonato nella costa portoghese, un tempo semplice e quieto villaggio di pescatori e oggi famosa meta turistica del Paese.

Qui, le case bianche si aggrappano con eleganza alle scogliere, mentre le onde dell’Atlantico si infrangono con forza sulla riva, creando un concerto di suoni che accompagna ogni passo chi passeggia sulla sabbia dorata della costa. Il villaggio, con il suo fascino senza tempo, sembra uscito direttamente da una cartolina, una destinazione che non solo promette meraviglie, ma le offre con generosità: tra queste, la spettacolare piscina naturale.

La piscina naturale, il cuore di Azenhas do Mar

Oltre alle viuzze pittoresche del villaggio del Portogallo e alla costa, il vero cuore pulsante di Azenhas do Mar, come già accennato, è senza dubbio la sua piscina naturale, una delle più spettacolari d’Europa. Scavata nella roccia, questa vasca si riempie ogni giorno con l’acqua salata dell’oceano, grazie alle maree.

Qui non si nuota solo in una piscina, si vive un’esperienza unica: mentre le onde si infrangono sugli scogli, si è circondati da una vista spettacolare sulla scogliera e il mare che si estende all’infinito. È un luogo magico dove la forza della natura e la bellezza del paesaggio si fondono in un abbraccio senza pari.

Un villaggio sospeso nel tempo: cosa vedere ad Azenhas do Mar

Ma, per quanto simbolica e peculiare, Azenhas do Mar non è solo la sua piscina naturale: infatti, il villaggio, con la sua architettura incantevole, è un viaggio nel passato, dove il tempo sembra rallentare e il ritmo frenetico del mondo moderno non ha spazio. Le stradine strette e pittoresche, che si snodano tra le case bianche dai tetti rossi, sono un invito a passeggiare senza fretta, esplorando ogni angolo di questo angolo di paradiso portoghese, ben lontano dal tram tram delle più grandi città quali Lisbona o Porto. Le piccole terrazze affacciate sul mare, inoltre, offrono una vista mozzafiato che si estende all’infinito, regalando momenti di pura serenità, un viaggio indimenticabile per chi ama i soggiorni al mare in totale relax.

Azenhas do Mar è dunque una destinazione che ha tanto da offrire, oltre alla piscina naturale: il belvedere panoramico, che si affaccia sull’intero villaggio e sul mare, è un luogo perfetto per scattare fotografie memorabili e per lasciarsi rapire dalla bellezza del paesaggio. Anche gli amanti della gastronomia non resteranno delusi e, d’altronde, si sa che mangiare male in Portogallo è assolutamente impossibile!

In ogni angolo del villaggio, infatti, i ristoranti accolgono i visitatori con piatti freschissimi di pesce, tra cui il celebre bacalhau à brás e le sardine alla griglia – avrete l’impressione che il pesce vi sia saltato nel piatto direttamente dall’Oceano! Accompagnati da un bicchiere di vino verde, questi piatti vi faranno innamorare ancora di più di questo luogo dove troverete il piacere di una vacanza immersi nella natura e nella cultura di un Paese che ha sempre tanto da mostrare per lasciare chi lo visita letteralmente a bocca aperta.