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Le location di Cortina Express, dove è stata girata la commedia di Natale

Anche questo Natale la Regina delle Dolomiti torna protagonista al cinema. Con tutto il suo glamour circondato da una corona di cime innevate, è tra le location di Cortina Express, la nuova commedia natalizia diretta da Eros Puglielli, con Christian De Sica, Lillo Petrolo e Isabella Ferrari, nelle sale dal 23 dicembre. Il film promette di conquistare il pubblico con un mix di risate, emozioni e gli scenari sensazionali della conca ampezzana.

Le location selezionate per le scene della commedia natalizia celebrano le bellezze naturali e culturali di Cortina d’Ampezzo. Tra queste spiccano il Passo Falzarego e Col Gallina, oltre a luoghi iconici del centro cittadino come Corso Italia, l’Hotel Cortina, il Caffè Royal e boutique esclusive come Bredo. Non mancano ambientazioni più intime, come una raffinata abitazione privata in località Crignes. La varietà delle ambientazioni sottolinea il fascino versatile di Cortina, capace di passare dall’eleganza urbana al maestoso spettacolo della natura.

Con il supporto di Cortina IN e della Veneto Film Commission, la città si è trasformata in un set cinematografico perfetto. Le strade si animano con luci e colori, le piste da sci fanno da sfondo a scene dinamiche e la calda accoglienza locale aggiunge un tocco autentico alla narrazione.

La trama del film

Il film racconta una serie di vicende che si intrecciano durante il Natale, quando Cortina si riempie di personaggi unici e irresistibili. Tra questi spicca Lucio De Roberti, interpretato da Christian De Sica, un viveur che cerca di salvare il nipote da un matrimonio destinato al fallimento. Accanto a lui, Lillo Petrolo nei panni di Dino Doni, una vecchia stella musicale in cerca di redenzione e del rapporto perduto con la figlia. E poi Isabella Ferrari nel ruolo di Patrizia Giordano, una discografica vulcanica alle prese con una crisi professionale e personale.

Le storie dei protagonisti, apparentemente scollegate, si intrecciano in modo esilarante, creando una commedia corale che cattura vizi e virtù del mondo contemporaneo. L’ambientazione unica di Cortina d’Ampezzo aggiunge un pizzico di atmosfera in più a ogni scena, trasportando il pubblico in un Natale magico e allo stesso tempo profondamente umano.

Le location di Cortina Express

Incastonata nel cuore della conca d’Ampezzo, tra le Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, Cortina è una località che incanta in ogni stagione. In inverno, è meta prediletta per gli sport sulla neve, mentre in estate attira escursionisti e amanti della natura grazie ai suoi panorami spettacolari.

Il centro cittadino si sviluppa attorno a Corso Italia, costellato di boutique di lusso, ristoranti raffinati, caffè storici, e non a caso la via pedonale più celebre delle Dolomiti fa da sfondo ad alcune scene del film. Proprio al centro della strada svetta il Campanile di Cortina d’Ampezzo, che con i suoi 70 metri è visibile da tutta la vallata. Costruito a metà ‘800 in pietra Dolomia proveniente dalle cave del monte Faloria, è uno dei simboli della città. Di fronte sorge lo storico Hotel Cortina, dal 1870 uno degli indirizzi più eleganti della località, un’altra delle location della pellicola natalizia.

Tra i punti di interesse culturale spiccano la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi e il Museo all’Aperto della Grande Guerra. Quest’ultimo, che si estende dalla zona del Lagazuoi alle Cinque Torri, testimonia l’importanza storica del territorio durante il primo conflitto mondiale.

Tra le location più suggestive del film, il Passo Falzarego situato a pochi chilometri dal confine con il Trentino-Alto Adige, collega l’Agordino e la Val Badia a Cortina tramite la Grande Strada delle Dolomiti, uno dei percorsi panoramici più spettacolari al mondo. Da qui, una funivia conduce al Rifugio Lagazuoi, a 2.746 metri di altitudine, che offre viste magnifiche sulle cime circostanti.

Il passo non è solo una meta turistica, ma ospita anche il Museo all’Aperto della Grande Guerra e il complesso espositivo Lagazuoi Expo Dolomiti, che ne fanno una destinazione imperdibile per chiunque desideri immergersi nel ricco patrimonio storico e culturale locale.

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Le 5 destinazioni italiane in cui assaggiare le migliori ricette di Natale

Il Natale porta con sé l’inconfondibile profumo di dolci appena sfornati e di piatti fumanti. Ma oltre ai grandi classici della tradizione, l’Italia nasconde favolosi tesori gastronomici che meritano di essere scoperti, approfittando di questo periodo di viaggi e vacanze. Ogni regione infatti ha le sue usanze e le sue specialità culinarie legate in particolar modo alle festività natalizie. Ne abbiamo selezionate 5, tra le più autentiche e deliziose, che sono l’emblema della tavola delle feste di altrettante destinazioni, possibili mete di un viaggio del gusto all’insegna degli antichi sapori della tradizione.

Gubana, il dolce natalizio di Gorizia

La gubana goriziana, o presniz, è un dolce che racchiude secoli di tradizioni e un’infinità di sfumature di gusto. Originaria della città di Gorizia, questa prelibatezza si distingue per la sua delicata pasta sfoglia che avvolge un cuore generoso, ricco di frutta secca, canditi, miele, spezie e aromi. Ogni famiglia, tramanda la propria ricetta di generazione in generazione, aggiungendo un tocco personale, un piccolo segreto che rende ogni gubana unica e inconfondibile.

Le origini della gubana si perdono nella notte dei tempi. Le prime attestazioni scritte risalgono al XVIII secolo, ma è probabile che questo dolce fosse già conosciuto e apprezzato molto prima. La sua diffusione ha dato vita a una vera e propria famiglia di dolci simili, ma con nomi e caratteristiche differenti: gubana di Cividale, putizza, potiza, gubana delle Valli del Natisone. Un arcobaleno di sapori che unisce e differenzia, un gioco di nomi e ingredienti che ci racconta la storia di un territorio e delle sue genti.

Situata al confine tra Italia e Slovenia, Gorizia, culla della gubana, è una città dove culture e tradizioni si intrecciano da secoli. Passeggiando per le sue vie, si respira un’atmosfera unica, fatta di storia, arte e sapori autentici. I palazzi austriaci si affacciano su piazze animate, mentre le botteghe artigiane custodiscono i segreti di antichi mestieri. Piazza della Vittoria, su cui si affaccia la chiesa barocca di Sant’Ignazio, è il cuore della città, dove si svolgono mercati, manifestazioni ed eventi culturali. Un’attrazione imperdibile è il Castello di Gorizia, che domina la città dall’alto. Le sue mura medievali e le sale affrescate raccontano secoli di storia, così come le collezioni di armi, armature e reperti archeologici che si possono ammirare all’interno.

Cotechino, simbolo della tradizione emiliana

Nato dalla necessità e forgiato dalla creatività, il cotechino di Modena ci regala un racconto affascinante. Siamo nel 1511, quando Mirandola resisteva strenuamente all’assedio papale. Circondati dal nemico e affamati, gli abitanti idearono un modo ingegnoso per conservare la carne dei pochi maiali rimasti, insaccandola nel budello degli animali, creando così una straordinaria specialità gastronomica.

Nato quasi per caso, il cotechino superò ben presto i confini di Mirandola per conquistare tutta l’Italia, e oltre. Oggi, è un simbolo della tradizione culinaria emiliana, un piatto che non può mancare sulla tavola delle feste, ricordandoci l’importanza della creatività e della resilienza.

Modena, la città che ha dato i natali al cotechino, è uno dei gioielli dell’Emilia-Romagna che accoglie i visitatori con il suo raccolto centro storico. La Ghirlandina, la torre campanaria del Duomo, patrimonio UNESCO, domina la città con la sua maestosa bellezza, mentre la Galleria Estense custodisce capolavori di artisti come Beato Angelico e Correggio. E dopo aver ammirato i tesori d’arte, non c’è niente di meglio che gustare un piatto di cotechino, magari in un’osteria tradizionale, accompagnato da un buon bicchiere di Lambrusco.

Minestra maritata, un matrimonio di sapori a Napoli

Nata sotto il dominio spagnolo, questa minestra è un riuscito connubio tra carne e verdure, un abbraccio di sapori che ha conquistato i palati napoletani fin dal 1600. Un brodo ricco, profumato, dove si fondono le note intense della carne di maiale, pollo e manzo, abbracciate dalla delicatezza di scarola, borragine, cicoria e verza.

Una sinfonia di sapori che, un tempo, vedeva protagoniste anche le parti meno nobili del maiale, un omaggio alla tradizione e alla necessità di non sprecare nulla. Oggi, la minestra maritata è un classico delle feste in Campania e Calabria, sebbene le ricette si siano evolute, adattandosi ai gusti contemporanei, anche se Napoli, che ne fu la culla, resta il luogo migliore dove gustarla.

Passeggiando tra i vicoli di Spaccanapoli, ammirando il Vesuvio che domina la città e perdendosi tra le bancarelle del mercato, non si può fare a meno di sentire l’energia vibrante del capoluogo campano. La minestra maritata non poteva che nascere qui, in questa città dal cuore caldo e dalla cucina ricca di sapori. Assaporatela in una trattoria tradizionale, magari vicino al Castel Sant’Elmo, con vista panoramica sul golfo, e lasciatevi avvolgere dal calore di questa zuppa che racconta secoli di storia e tradizioni. E dopo aver gustato questo piatto tipico, niente di meglio di una passeggiata sul lungomare, ammirando il Castel dell’Ovo e il Vesuvio.

Su Pan’e Saba, delizia delle feste a Cagliari

Nato come un semplice pane arricchito con la densa sapa, Su Pan’e Saba è uno dei più tipici dolci sardi invernali, vero capolavoro di sapori e profumi. Si tratta di un pane dolce e umido, intriso di sciroppo di mosto cotto (sapa), arricchito da un mix di frutta secca e spezie. Ogni morso è un’esplosione di gusto, un abbraccio caloroso che ci riporta alle antiche tradizioni isolane. La sapa, ottenuta dalla lenta cottura del mosto d’uva, dona al pan’e saba un colore ambrato e un sapore inconfondibile, mentre le noci, le nocciole e l’uva passa aggiungono note dolci e croccanti. Un dolce semplice, perfetto per scaldare il cuore nelle fredde giornate invernali e per condividere momenti speciali con i propri cari.

Cagliari è una città che incanta al primo sguardo, con il suo centro storico arroccato su una collina che domina il mare. Passeggiando tra le viuzze del Castello, tra le antiche mura e le torri medievali, sembra di fare un salto nel passato. Da non perdetere la Cattedrale di Santa Maria, un capolavoro di architettura romanica, e il Bastione di Saint Remy, da cui si gode di una vista spettacolare sulla città e sulla baia. La spiaggia del Poetto, a pochi passi dal centro, è un invito a lunghe passeggiate con i suoi chilometri di sabbia fine bagnate da acque cristalline. E dopo una giornata al mare, ci si può rilassare in uno dei tanti locali sulla passeggiata, assaporando i piatti tipici della cucina sarda e una fetta di pan’e saba.

Pangiallo romano, un raggio di sole nel cuore dell’inverno

Nato nei fasti dell’antica Roma, il pangiallo è un dolce che da millenni illumina le tavole laziali durante le festività natalizie. Le sue origini si perdono nel tempo, legate ai rituali pagani del solstizio d’inverno, quando si offriva questo dolce dorato agli dei per propiziare il ritorno del sole. La ricetta originale prevedeva un impasto a base di miele, farina e frutta secca, simboli di abbondanza e prosperità. Nel corso dei secoli, il pangiallo si è arricchito di nuovi ingredienti, come canditi, uvetta e spezie, trasformandosi in un vero e proprio scrigno di sapori. Oggi, questo dolce dal colore giallo intenso, che richiama la luce del sole, continua a essere una presenza immancabile sulla tavola di Natale.

Sotto le feste, Roma è una meta perfetta per immergersi nella magica atmosfera natalizia, con la città che si accende di mille luci e colori, concerti e spettacoli per grandi e bambini. Una visita nella capitale in questo periodo è l’occasione giusta per riscoprire musei straordinari come i Musei Vaticani e la Galleria Borghese, che custodiscono tesori inestimabili, oppure ammirare le splendide fontane barocche, come quella di Trevi, a cui il recente restauro ha restituito tutto il suo splendore. Immancabile una passeggiata romantica tra le stradine di Trastevere e un giro al celebre mercatino di Natale di piazza Navona, dove assaporare le specialità locali e, naturalmente, gustare un delizioso pangiallo.

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L’Italia batte tutti: offre un’esperienza turistica multidimensionale

Non possiamo considerare l’Italia solamente come una destinazione turistica, dopotutto per il patrimonio artistico e la sua storicità è un punto di riferimento d’eccellenza a livello mondiale. Nonostante altri Paesi come la Turchia, il Messico e gli Emirati Arabi Uniti stiano investendo sempre più risorse, il Belpaese mantiene saldo la leadership. Come? Un’offerta unica capace di combinare patrimonio culturale, esperienze culinarie, lusso e paesaggi ineguagliabili. Non è un caso che nel 2023 si siano contati oltre 57 milioni di turisti superando nettamente altre destinazioni che abbiamo citato poco fa. Il segreto del successo, come riporta la rivista Travel and Tour World, è sicuramente da ricercare nella multidimensionalità .

Offerta turistica poliedrica

Se dobbiamo dire cosa distingue l’Italia da altre mete è la capacità di offrire un’esperienza multidimensionale. I viaggiatori sanno di poter spaziare tra le rovine dell’antica Roma, la romantica Venezia, il rinascimento a Firenze e i vigneti in Toscana. Da nord a sud tra borghi e città d’arte c’è davvero tanto da scoprire. Non ci si affida a un unico tipo di turismo, come ad esempio in Turchia dove il focus è legato soprattutto alle località balneari.

Turismo di qualità e valore economico

Il predominio italiano non si nota solo per i numeri ma per il valore economico generato. I turisti che scelgono il Belpaese per le loro vacanze tendono a spendere di più che in altre destinazioni: esperienze food, itinerari gastronomici, degustazioni di vini e shopping di artigianato di lusso sono le attività preferite. Nell’ultimo anno il settore ha generato un fatturato di 215 miliardi di euro: una cifra da capogiro che oscura tutti i Paesi concorrenti. Le previsioni per il 2024 sono anche più rosee: si parla di una crescita fino a 223 miliardi di euro.

Cultura culinaria

Tra i motivi per cui tante persone scelgono di visitare l’Italia c’è il buon cibo. Non un’unica tradizione ma regione per regione ha le sue specialità da degustare: dai piatti più buoni della cucina romana come la carbonara alla pizza patrimonio Unesco di Napoli passando per la pasta fresca a Bologna. Che dire poi dei vini? Degustazioni, percorsi sensoriali e la possibilità di visitare le cantine sono alcuni dei trend che hanno permesso la crescita dell’enoturismo in Italia. A differenza di altre destinazioni, come la Thailandia o il Messico, che puntano sullo street food, qui si propone un turismo culinario che mixa tradizione, qualità e autenticità.

Cultura culinaria in Italia

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Tra i motivi che attirano i turisti in Italia c’è la cucina

La moda italiana

Se ci riferiamo al lusso e allo stile, il made in Italy è in pole position. Non solo Milano con la Fashion Week e gli eventi della settimana della moda, anche Alta Roma è un punto di riferimento importante così come le presentazioni a Palazzo Pitti a Firenze. L’approccio italiano è autentico e personalizzato, regalando esperienze uniche che pochi altri paesi possono eguagliare.

 La città di Milano tra creatività e cultura

Milano per molti anni è stata considerata per lo più un polo business, un luogo di atterraggio ma non così ricca di proposte. In realtà l’interesse turistico è cresciuto scoprendo che c’è molto più del suolo Duomo: eventi culturali e mostre dominano la scena. Il Salone del Mobile, il Milano Jazz Festival e le stagioni liriche del Teatro alla Scala sono solo alcuni esempi delle opportunità che si uniscono poi a musei interattivi e di approfondimento come quello dedicato a Leonardo da Vinci. Possiamo dire che la città meneghina oggi non è più solo un centro di affari ma un laboratorio creativo e culturale, capace di attrarre turisti da ogni angolo del mondo.

Milano conquista i viaggiatori di tutto il mondo

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Eventi, musei, mostre temporanee e teatro: Milano ha conquistato i turisti di tutto il mondo

Meeting ed eventi

Un altro motivo che contribuisce al successo dell’Italia rispetto ad altre mete è l’impegno nella costruzione di un calendario ricco di appuntamenti. Eventi, meeting e congressi hanno dato modo nel 2023 di ospitare ben 340.000 date aumentando in modo significativo il numero rispetto agli anni precedenti. Il 2024 non è stato da meno: castelli, ville storiche, fiere e sale congressi hanno dominato la scena diversificando le location a seconda delle necessità.

Monumenti e cultura

Non possiamo negarlo, la nazione italiana è tra i punti di riferimento culturali più apprezzati al mondo e non solo in Europa. Tra i monumenti più famosi e prestigiosi? Il Colosseo di Roma, la Cappella Sistina a Città del Vaticano e il Palazzo Ducale di Venezia e ancora le meraviglie rinascimentali di Firenze, la Valle dei Templi in Sicilia: e ci fermiamo qui ma le citazioni potrebbero essere molte di più. Dopotutto qui, regione per regione, è custodito un patrimonio culturale da vivere. Ogni angolo è un vero spaccato di storia; i borghi medievali arroccati, le piazze storiche tra cui San Marco a Venezia, castelli antichi e siti archeologici quali Pompei non possono non essere citati. Chiaramente fa parte dell’apprezzamento turistico anche il folklore: sagre, festival e manifestazioni culturali rendono l’experience più completa.

Impatto economico di grande portata

Il turismo nel Belpaese non va etichettato come un semplice fenomeno culturale; il settore terziario è tra quelli portanti dell’economia. Sono oltre 3 milioni i posti di lavoro creati nel settore e viene indicato proprio il turismo come una delle voci più significative nel PIL nazionale. Per il 2034 le previsioni sono ancora più incoraggianti: il numero di professionisti impiegati nel turismo crescerà ulteriormente, contribuendo a sostenere l’economia italiana in modo duraturo. Non solo contratti di lavoro, l’entusiasmo è legato proprio alla spesa totale che i turisti investono per una vacanza in loco: città d’arte, borghi, on the road per arrivare a superare i 175 miliardi di euro nel 2023. Secondo l’analisi condivisa l’Italia è tra le nazioni con la più alta capacità di attrarre visitatori pronti a spendere in primis nel settore alberghiero dove le tariffe medie giornaliere sono aumentate significativamente.

Come è chiaro, il futuro del turismo italiano grazie al suo aspetto poliedrico è decisamente poliedrico. I piani di crescita non mancano e si stima che entro il 2034 il campo genererà oltre 270 miliardi di euro: i visitatori scelgono l’Italia non solo per quello che offre, ma per come lo offre. Affascinante, capace di ispirare e lasciare il segno, la nazione italiana resta in cima alle preferenze dei turisti grazie all’offerta multidimensionale.

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Dolomiti Friulane: 10 meraviglie da scoprire in un paradiso nascosto

Le Dolomiti Friulane, tutelate dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, rappresentano una gemma nascosta nel cuore delle Alpi, laddove la montagna si svela nella sua forma più autentica, lontana dal clamore del turismo di massa. Sono un vero rifugio per l’anima, un luogo in cui natura, tradizione e cultura si fondono in un abbraccio senza tempo.

Andiamo, allora, alla scoperta di dieci meraviglie da non perdere in questa terra incantata.

1. Il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane

Non si può non iniziare dal Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, area protetta che si estende su oltre 37.000 ettari, dove ogni passo rivela panorami che sembrano dipinti.

Dalle cime austere alle vallate incontaminate, il parco è un paradiso per gli amanti del trekking, con sentieri che conducono a limpidi laghetti alpini, boschi silenziosi e scorci indimenticabili.

2. La Forcella Clautana

Un passo incantato che collega la Val Cimoliana alla Val Settimana e permette di respirare l’essenza delle Dolomiti più selvagge, con paesaggi aspri e una quiete che sembra provenire da un’altra epoca.

La Forcella è un punto di incontro tra natura e storia: attraversandola si possono osservare resti di antichi percorsi utilizzati dai pastori e dai commercianti per valicare le montagne.

3. Il Lago di Barcis

Lo splendido Lago di Barcis, incorniciato dalla suggestiva cornice delle Prealpi Friulane, è una tappa da segnare in lista per gli sport acquatici: infatti, le sue acque turchesi sono perfette per praticare vela, surf, canoa e kayak.

Le rive tranquille e una fitta rete di sentieri e piste ciclabili creano anche un ambiente ideale per gli appassionati di trekking e ciclismo. Ma non solo: le famiglie trovano il loro angolo di serenità, grazie alle aree attrezzate che offrono momenti di puro relax immersi nella natura.

4. Il Campanile di Val Montanaia

Campanile di Val Montanaia, Chimolais,

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Il maestoso Campanile di Val Montanaia

Simbolo delle Dolomiti Friulane, la spettacolare guglia di roccia conosciuta come “Campanile di Val Montanaia” è una sorprendente opera d’arte naturale.

Raggiungibile con un’escursione consigliata ai più allenati, si tratta di una meta ambita dagli alpinisti e un luogo di contemplazione per chi cerca il contatto più puro con la montagna.

5. Il borgo di Andreis

Adagiato a 455 metri sul livello del mare, Andreis regala un paesaggio dal fascino alpino, pur trovandosi a una quota modesta.

All’ingresso della suggestiva Valcellina, parte del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e Bandiera Arancione del Touring Club, trova uno dei suoi elementi distintivi nell’architettura spontanea: le tipiche case “andreane” si riconoscono all’istante per i ballatoi in legno scuro e le scale esterne, mentre le stradine sono adornate da muretti in pietra che amplificano l’atmosfera rustica e accogliente.

A raccontare la storia e le tradizioni locali è il Museo dell’Arte e della Civiltà Contadina, dove oggetti d’epoca e fedeli ricostruzioni di ambienti mostrano uno spaccato della vita quotidiana del borgo nella prima metà del Novecento.

Conosciuto anche come il “paese delle aquile”, Andreis ospita una mostra dedicata all’avifauna del Parco e un’area faunistica per il recupero di rapaci feriti, ed è la scelta ottimale per chi ama le attività all’aria aperta: dai percorsi di nordic walking del Nordic Life Park alle escursioni e passeggiate, ogni angolo invita a vivere un’esperienza a stretto contatto con l’ambiente.

6. La Val Zemola

La Val Zemola, incastonata a nord dell’abitato di Erto, si apre in tutta la sua bellezza poco oltre il paese e si estende per circa dieci chilometri. Nell’abbraccio di vette maestose come i Monti Duranno, Palazza, Porgeit e Borgà, ammalia con panorami spettacolari e un continuo invito alla scoperta: cascate incantevoli, grotte naturali e piccole gallerie risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, testimonianze silenziose del passato.

Tra le sue perle, la valle accoglie il torrente Zemola, celebre per il canyon naturale dove è possibile vivere l’emozione del canyoning, sport adrenalinico e tecnico che è riservato a canyoners esperti o a chi si affida a guide specializzate, date le difficoltà che il percorso può presentare.

7. La Val Gleris

In inverno, la Val Gleris si trasforma in un località da fiaba, con il silenzio che avvolge le montagne e le fitte abetaie adornate da una soffice coltre di neve: il palcoscenico perfetto per avventure sulla neve, da vivere con le ciaspole, immergendosi appieno nella quiete della natura incontaminata.

Tra i percorsi più affascinanti, il Sentiero della Volpe porta ai piedi del gruppo montuoso del Gleris: la passeggiata, oltre a un’occasione per godere di paesaggi mozzafiato, è anche la meta ideale per chi ama la fotografia naturalistica. Lungo il tragitto, è possibile avvistare e immortalare cervi, caprioli e camosci nel loro habitat naturale.

8. Il Monte Duranno

Monte Duranno, Friuli Venezia Giulia

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Suggestivo percorso che conduce al Monte Duranno

Con i suoi 2668 metri, Monte Duranno è la seconda vetta più alta delle Dolomiti Friulane e colpisce per le sue forme imponenti e ardite, tanto da essere soprannominato localmente il “Becco dell’Oca”. Il suo profilo varia a seconda del punto di osservazione: aguzzo e slanciato se ammirato da ovest o est, più ampio e massiccio se visto da nord o sud.

Il monte, simbolo di sfida e avventura, non è accessibile tramite semplici sentieri. Per raggiungere la cima, infatti, è necessaria una buona esperienza alpinistica, l’uso della corda e la conoscenza delle tecniche di arrampicata. La via normale, conosciuta anche come “dei cacciatori ertani”, prende il nome dai primi scalatori che la percorsero: Sartor, Filippin e Martinelli.
L’itinerario, logico e diretto, presenta difficoltà tecniche fino al III+.

Esiste un’altra via di salita, tecnicamente meno impegnativa (massimo II), ma più complessa nello sviluppo, motivo per cui è raramente utilizzata da chi tenta la conquista del Duranno, una delle sfide più avvincenti per gli alpinisti.

9. Cimolais

Cimolais, cuore pulsante del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane incastonato nella Val Cimoliana, amena valle laterale della Val Cellina, affascina con le stradine acciottolate e le case in pietra che raccontano storie di una vita rurale semplice, che ha saputo custodire un ambiente naturale intatto.

Gli amanti della natura troveranno ad attenderli chilometri di sentieri incontaminati, dove l’unica compagnia sarà quella degli endemismi botanici, come l’Arenaria huteri e la Campanula morettiana, o degli esemplari della fauna locale quali cervi, caprioli, camosci, marmotte, aquile e stambecchi.

Tra i luoghi di interesse, spiccano la Chiesa Parrocchiale, arricchita da magnifici altari lignei del Seicento, e le numerose chiesette alpine disseminate sul territorio.

10. L’incanto dell’acqua

Parlando delle Dolomiti Friulane, una menzione particolare va ancora al tema dell’acqua.

Laghi cristallini, come quelli azzurrissimi di Barcis e Tramonti, sono fantastici mountain-beach mentre i torrenti (Cellina, Meduna, Cosa, Arzino) propongono divertenti percorsi per kayak e canoa, mentre dove scorrono più impetuosi, come in Alta Valcellina, diventano ideali per il rafting.

Le grotte e le forre sono un sogno per il canyoning, soprattutto le Grotte e l’Orrido di Pradis a Clauzetto, attrezzate per accogliere in sicurezza i visitatori. Percorribile a piedi e in bicicletta, e d’estate anche con un trenino turistico, la Forra del Cellina è invece il più grande canyon del Friuli Venezia Giulia, uno dei più suggestivi e importanti d’Italia.

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Fontana di Trevi e non solo: i luoghi in cui esprimere desideri nel mondo

Ci sono luoghi del mondo che, oltre a essere bellissimi, sono anche speciali, ammantati dal fascino della magia. Posti davvero unici che fanno venire voglia di fare le valigie e partire perché sono particolarissimi, ma anche perché si ritiene che un semplice gesto compioto lì possa cambiare le sorti.

È così, ad esempio, la Fontana di Trevi a Roma dove il rito vuole che si lanci una monetina per ottenere ciò che si desidera. Ma non è il solo posto nel mondo in cui la meraviglia del luogo si mescola alla tradizione e alla fortuna. Destinazioni davvero speciali, da raggiungere per colmare lo sguardo di bellezza e per provare un rito speciale.

Alcuni dei più celebri luoghi del mondo che bisogna conoscere per esprimere un desiderio e per fare un viaggio indimenticabile.

La fontana di Trevi a Roma: un grande classico

Maestosa, celebre e profondamente emozionante, è stata realizzata tra il 1732 e il 1759 sulla facciata di Palazzo Poli: stiamo parlando della Fontana di Trevi, a Roma, una delle tappe fondamentali da inserire in un giro alla scoperta della città eterna. Famosa non solo per la sua bellezza, questa fontana è uno dei simboli della Capitale, ma anche dell’Italia intera, più volte protagonista di pellicole celebri, tra le quali è impossibile non citare La dolce vita di Federico Fellini con la scena cult di Anita Ekberg che si tuffa nella sua vasca.

Un’altra ragione per cui è molto amata, deriva dal fatto che è legata a una tradizione: il lancio della monetina. Si dice, infatti, che la si devefar cadere nell’acqua mentre si danno le spalle alla fontana, usando la mano destra e gettandola oltre la spalla sinistra.

Poi ogni lancio ha il suo significato: la prima moneta è per tornare a Roma, la seconda per incontrare il grande amore e la terza per riuscire a sposarsi.

Fontana di Trevi: luoghi in cui esprimere desideri nel mondo

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Fontana di Trevi a Roma: luoghi in cui esprimere desideri nel mondo

La Fontana del Porcellino nel cuore di Firenze

Ci spostiamo a Firenze e, più precisamente, in piazza del Mercato Nuovo a lato dell’omonima loggia. Un luogo nel cuore di questa città d’arte e storia meravigliosa, infatti a poca distanza si trova un’altra tappa imperdibile e celebre: il Ponte Vecchio.

Qui vi è la Fontana del Porcellino, una statua bronzea che rappresenta un cinghiale ferito: ne esiste una originale in marmo che si può ammirare agli Uffizi e un’altra che è stata realizzata successivamente. Oggi l’originale è dal 2004 al museo Bardini, mentre in loco si trova una copia.

Cosa dice la tradizione? Che toccare il naso del porcellino porti buona fortuna: si devono prima strofinare le narici e poi incastrare una monetina nella sua bocca. Se questa cade nella grata è prevista buona sorte.  E anche questa statua è famosa: non solo le è stata dedicata una fiaba da Hans Christian Andersen, ma è visibile anche in due film tratti dalla saga di Harry Potter.

Fontana del Porcellino a Firenze per esprimere  desideri

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Fontana del Porcellino a Firenze: il posto per esprimere desideri

Il Santuario di Covadonga nelle Asturie in Spagna

In Spagna, invece, nelle Asturie c’è il Santuario di Covadonga: un luogo mistico di grande bellezza realizzato dentro una grotta in cui si erge la statua della Vergine. Siamo nel Parco nazionale dei Picos de Europa e si dice che in questo luogo le donne che vogliono sposarsi possano trovare fortuna: basta bere l’acqua della fontana delle sette cannelle per arrivare alle nozze entro l’anno successivo. Si dice anche che, se si butta una moneta nel laghetto sottostante, in cui si getta anche una suggestiva cascata, si possono ottenere fortuna e buona sorte. Un luogo di grande fascino, importante dal punto di vista storico e religioso.

Santuario di Covadonga nelle Asturie in Spagna, per  eprimere desideri

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Santuario di Covadonga nelle Asturie in Spagna: location per eprimere desideri

The Petrifying Well e il pozzo dei desideri nello Yorkshire in Inghilterra

Gettandoci all’interno un oggetto questo viene pietrificato: è un pozzo noto con il nome di The Petrifying Well e si trova a Knaresborough nello Yorkshire, in Inghilterra. Un fenomeno che lo ha reso celebre, tanto da diventare un’attrazione turistica già intorno alla metà del Seicento e da dare vita a tante supposizioni diverse, come quella che si tratti di un pozzo maledetto. Ovviamente la ragione, per cui gli oggetti davvero si pietrificano nel giro di qualche mese, è prettamente scientifica e ha a che fare con il contenuto minerario che crea un guscio. Lì vicino si trova un pozzo dei desideri, al cui internovi è la stessa acqua del Petrifying Well.

The Petrifying Well nello Yorkshire: luogo per esprimere desideri nel mondo

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The Petrifying Well nello Yorkshire: un posto in cui esprimere desideri nel mondo

Portmeirion: gli alberi dei desideri in Galles

Sito celebre che ha fatto da sfondo a tanti spettacoli televisivi, Portmeirion è un villaggio turistico che si trova nel Galles ed è stato realizzato tra il 1925 e il 1975. Al suo interno custodisce anche i resti di un castello che si può datare intorno al XII secolo.

Ed è qui che si trova un posto davvero speciale; infatti, i tronchi sono stati ritrovati con monete da due penny incastrate nella corteccia, perché utilizzati come alberi dei desideri. Nella stessa location si trova anche una fontana che viene utilizzata dalle persone per provare a far avverare un proprio sogno.

Portmeirion: dove ci sono gli alberi per esprimere i desideri

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Portmeirion: qui ci sono gli alberi per esprimere i desideri

Lago di Bled: in Slovenia per un desiderio

Nelle Alpi Giulie, in Slovenia, vi è il Lago di Bled che ha un diametro di circa 2 chilometri: si tratta di un suggestivo specchio d’acqua, con un bellissimo castello che si affaccia sulla sua sponda settentrionale.

Nel centro del lago vi è un’isoletta di piccole dimensioni con diverse costruzioni, tra queste anche la chiesa di Santa Maria Assunta, che custodisce la campana dei desideri. Si racconta che, se fatta suonare tre volte, riesca ad avverare i sogni.

Provare per credere: per raggiungerla basta prendere una barca a remi. Tra l’altro si trova in zona di facile accesso: a soli 35 chilometri dall’aeroporto internazionale di Lubiana e a 55 chilometri dalla Capitale.

Lago di Bled: qui c'è la campana per esprimere desideri

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Lago di Bled: qui si trova una campana per esprimere desideri
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Capodanno a Praga: come festeggiare l’anno nuovo

Praga, capitale della Repubblica Ceca, è una città dal fascino senza tempo. Conosciuta come “la città delle cento torri” per i suoi panorami costellati da guglie gotiche e cupole barocche, Praga è una meta apprezzatissima per celebrare il Capodanno. Passeggiando per le sue strade acciottolate, si possono ammirare monumenti iconici come il Castello di Praga, la Piazza della Città Vecchia con l’Orologio Astronomico e il Ponte Carlo, simbolo della città. Durante le festività di fine anno poi, l’atmosfera si arricchisce di luci scintillanti, mercatini natalizi e tanti appuntamenti pensati per salutare il nuovo anno.

Cosa fare a Capodanno a Praga, tutti gli eventi

Praga propone appuntamenti per tutti i gusti, pubblici e privati, per chi decide di trascorrere qui la fine dell’anno.

Fuochi d’artificio sul Ponte Carlo

Uno dei momenti più attesi è lo spettacolo dei fuochi d’artificio che illumina il cielo sopra il Ponte Carlo. Questo storico ponte diventa un luogo magico per brindare all’anno nuovo, con la vista del Castello di Praga e delle luci della città riflessa sulla Moldava. I fuochi di solito cominciano intorno alla mezzanotte, a celebrare il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno. A Praga ci si sposta facilmente a piedi o coi mezzi pubblici, specialmente  durante le feste: per  raggiungere il   ponte si può prendere il tram 17 e scendere alla fermata Staroměstská, o camminare a piedi dalla Piazza della Città Vecchia. Altri luoghi per ammirare i fuochi? Oltre alle sponde della Moldava (dal Ponte Carlo ma anche da most Legií, Cechuv most e Mánesuv most), i fuochi sono visibili da uno dei grandi parchi della città, come Stromovka, Letna Park, Rieger Gardens, Kampa; da in alto, sulla collina di Petrin o lungo le strade che costeggiano il Castello di Praga. Si consiglia di prendere i posti per tempo, di vestirsi con abiti caldi e di preparare una bottiglia del tradizionale spumante Sekt, che va letteralmente a ruba per le feste e per la fine dell’anno.

Invece, per chi preferisce evitare il caos del 31 dicembre senza rinunciare ai fuochi d’artificio, nel pomeriggio del primo gennaio alle ore 18 è in programma un altro spettacolo pirotecnico con i fuochi lanciati da chiatte sul fiume: questo è un evento altrettanto popolare ma più familiare e tranquillo rispetto a quello della notte precedente.

capodanno a praga

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L’atmosfera magica del Capodanno a Praga

Crociera di Capodanno sulla Moldava

Un’esperienza alternativa e indimenticabile per la fine dell’anno è la crociera sulla Moldava. Il programma prevede una cena elegante e musica dal vivo, con vista unica e privilegiata sui fuochi d’artificio. Diverse compagnie offrono pacchetti per questa serata speciale, con partenze serali, generalmente tra le 20 e le 21. I punti di imbarco principali si trovano presso il Ponte Čechův, raggiungibile con il tram 17 (fermata Čechův most), e il Molo di Rašínovo nábřeží, facilmente accessibile con la metro linea B, fermata Karlovo náměstí, oppure con il tram 2, 3, 17 o 21, fermata Výtoň.

Concerto di Capodanno

Per gli amanti della musica classica, il concerto di Capodanno alla Smetana Hall, nella Casa Municipale, è un evento must. Le orchestre eseguono capolavori della tradizione musicale ceca e internazionale in un’atmosfera di grande eleganza. Il concerto ha inizio alle ore 19 del 31 dicembre e ci si arriva con la Metro linea B, fermata Náměstí Republiky. Concerto di Natale anche al Refettorio barocco del convento domenicano di St. Giles (Kostel svatého Jiljí) il 30 dicembre alle ore 16.30 con capolavori della musica classica.

Festeggiamenti all’aperto

Per chi preferisce salutare il 2024 all’aperto, Piazza della Città Vecchia e Piazza Venceslao sono il cuore dei festeggiamenti a Praga. Entrambe le piazze si animano fin dal pomeriggio con concerti dal vivo e spettacoli; mentre alle bancherelle dei mercatini natalizi si possono degustare specialità locali come il trdelník e il vin brulé. Piazza Venceslao, in particolare, è famosa per i suoi spettacoli musicali e di intrattenimento che proseguono fino a tarda notte.

Per raggiungere queste due piazze, si consiglia di utilizzare i mezzi pubblici, vista l’affluenza e le possibili restrizioni al traffico. Piazza della Città Vecchia è facilmente accessibile tramite la metro, fermata Staroměstská sulla linea A, o con i tram che fermano nei dintorni. Piazza Venceslao, invece, si trova a pochi passi dalla fermata Muzeum, servita dalle linee A e C della metro, oppure dalla fermata Můstek, sempre sulla linea A.

Pattinaggio sul Ghiaccio

Per le famiglie o i gruppi di amici e amiche ci sono le piste di pattinaggio sul ghiaccio allestite in città. Le principali si trovano presso la Piazza della Città Vecchia e la Torre delle Polveri e durante le feste natalizie sono generalmente aperte dalle 10 alle 22. Ci si arriva facilmente in tram 9, fermata Jindřišská, o Metro linea A, fermata Staroměstská.

Cenoni di Capodanno

Un’idea originale può essere quella di partecipare a una cena medievale, dove il cibo tradizionale si unisce a spettacoli tematici. Tra le location più suggestive che organizzano queste cene di rievocazione va menzionato il ristorante U Pavouka (la serata inizia intorno alle 19; ci si arriva con la Metro linea B, fermata Náměstí Republiky). Altri ristoranti che propongono menù speciali per il cenone ci sono: La Degustation Bohème Bourgeoise, un ristorante stellato Michelin che propone piatti tradizionali reinterpretati con creatività; il Grand Cru Restaurant, famoso per l’atmosfera intima e una selezione di vini eccellente; Aureole Fusion Restaurant and Lounge, che vanta una cucina raffinata e una vista mozzafiato su Praga.

Vita notturna e discoteche a Praga

Per chi ama ballare fino all’alba, ci sono diversi club famosi che organizzano feste per la fine dell’anno, come il Karlovy Lázně, il più grande club dell’Europa centrale, con apertura intorno alle 21 e chiusura a tarda notte (ci si arriva con la Metro linea A, fermata Staroměstská). Ancora, il Duplex Club si trova in cima a un edificio con una splendida vista su Piazza Venceslao; il Roxy propone musica elettronica di alto livello dalle 22 in poi. Il Duplex si raggiunge in Metro linea A, fermata Můstek; Roxy con il tram 26, fermata Dlouhá třída.

Come muoversi a Praga a Capodanno

I mezzi pubblici di Praga, tra cui tram, metro e autobus, sono efficienti e operano anche durante la notte di Capodanno: per facilitare gli spostamenti, la metropolitana prolunga il servizio fino alle 2 del mattino; i tram notturni sono attivi tutta la notte. Per chi preferisce spostarsi in taxi, è consigliabile prenotare le corse utilizzando servizi affidabili come AAA Taxi (+420 222 333 222) o Bolt per evitare sovrapprezzi. Per quanto riguarda invece i biglietti di bus e metro, conviene acquistare in anticipo un biglietto cumulativo valido per più corse (24 o 72 ore): la soluzione più conveniente per spostarsi senza pensieri. I biglietti si possono acquistare presso le stazioni metro, le edicole e tramite l’app PID Lítačka.

fuochi capodanno praga

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A Praga i fuochi di fine anno si sparano il 31 sera e l’1 gennaio al pomeriggio

Il clima di Praga a Capodanno

Nessuna illusione: il clima a Praga durante il periodo di Natale e Capodanno è freddo, con temperature medie tra -2°C e 3°C. Si consiglia di vestirsi a strati, con un buon cappotto, guanti, sciarpa e scarpe impermeabili. Non sono da escludere nevicate occasionali, che certamente possono aggiungere un tocco di magia all’atmosfera cittadina, ma che richiedono un po’ di preparazione. Controllare e monitorare le previsioni prima di uscire può essere una buona idea per non trovarsi impreparati; così come portare dietro un ombrello compatto o un cappello impermeabile.

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Agafay, un deserto insolito a due passi da Marrakech

Un deserto sì, ma senza dune di sabbia, poco lontano dalla vivacità di Marrakech, dove lasciarsi trasportare in un’atmosfera quasi lunare fatta di paesaggi rocciosi, un cielo sterminato e notti piene di stelle. Il deserto di Agafay è tutto questo, un gioiello nascosto perfetto per chi cerca un’oasi di pace e un’esperienza tra una natura aspra ma allo stesso tempo accogliente.

Agafay, un deserto inaspettato

Il deserto di Agafay si estende a circa 30 chilometri a sud di Marrakech, ed è un territorio che affascina per la sua bellezza desolata e le sue formazioni geologiche uniche. Contrariamente a quanto ci si aspetta da un deserto, Agafay non è caratterizzato dalla sabbia ma da rocce e pietre, regalando ad ogni visitatore l’impressione di essere sbarcato sulla luna, con il suo ambiente che ricorda proprio la superficie nostro satellite.

Il contrasto tra il cielo azzurro e le colline brulle regala uno spettacolo mozzafiato, che si trasforma ulteriormente all’alba e al tramonto, quando le luci giocano con le ombre, creando un’atmosfera quasi mistica. Roccioso e arido, Agafay è anche, incredibilmente, pieno di vita.

Nell’entroterra di questo deserto, infatti, si trovano piccole oasi che, come per magia, fioriscono tra le rocce e l’acqua. Qui, la natura si è adattata a condizioni difficili e accoglie una fauna composta da tartarughe, rane, numerose specie di uccelli e insetti. Nel deserto inoltre c’è un vero e proprio “giardino segreto” dove piante esotiche, alberi da frutto e piante aromatiche prosperano grazie a un sistema di irrigazione tradizionale.

Un deserto sì, ma tutt’altro che arido e privo di vita! Gli abitanti più tenaci di Agafay sono gli uccelli rapaci, come l’aquila reale e il falco pellegrino, e piccole specie di mammiferi come il fennec, la volpe del deserto con le sue grandi orecchie, o ancora, lucertole e serpenti, che si nascondono tra le rocce per proteggersi dal caldo.

Uno degli aspetti che affascina di più chiunque visiti il deserto di Agafay è la possibilità di viverlo in solitudine. Qui non troverai la folla di turisti che solitamente si incontra sulle dune dorate del Sahara, ma uno spazio di assoluta tranquillità nella quale immergerti totalmente. Se sei in cerca di una pausa, di un rifugio in un’oasi di pace fuori dal mondo, trascorrere qualche giorno ad Agafay è sicuramente quello che fa per te.

tramonto deserto Agafay

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Ammira il tramonto sul deserto di Agafay

Oltre la natura: scoprire la cultura berbera nel deserto di Agafay

A circa quaranti minuti di auto da Marrakech, Agafay è una destinazione perfetta per una gita qualche ora. Avrai l’impressioni di vivere in due mondi diversi in una sola giornata, tra la folla cittadina e la solitudine del deserto selvaggio. Se hai più tempo, il nostro consiglio è quello di fermarti almeno per una notte e di dormire nel deserto. Ci sono diverse soluzioni offerte dagli operatori locali, dalle tende più eleganti alle capanne berbere.

Restare per almeno una notte ad Agafay ti darà l’opportunità di perderti tra i tuoi pensieri contando tutte le stelle che potrai vedere nel suo cielo notturno, lontano dalle luci della città.

L’esperienza ad Agafay  saprà regalarti molto altro ancora. Non si tratta infatti di un luogo celebre solo per la sua insolita natura, ma di un posto davvero ricco di storia e di tradizioni. La regione è sempre stata abitata da comunità berbere che ancora oggi vivono in piccoli villaggi sparsi tra le colline, e rappresentano il cuore pulsante del deserto di cui conservano gelosamente le tradizioni millenarie.

Visitando Agafay potrai entrare in contatto con questa cultura, scoprendone usi e costumi, capire come i berberi abbiamo saputo vivere in armonia con un territorio particolare e difficile, conoscere le loro tradizioni, i loro cibi e le loro storie.

Un tempo, le antiche rotte commerciali attraversacano il deserto per collegare Marrakesh alle città del Sud del Marocco e del Sahara. Quella di Agafay è dunque una storia che si intreccia con quelle dei mercanti e dei viaggiatori che nei secoli lo hanno attraversato. Le persone che vi abitano seguono tradizioni antiche, tra cui l’agricoltura secca, l’allevamento di capre e l’artigianato locale.

Alcuni di questi villaggi berberi sono accessibili solo tramite sentieri sabbiosi e rocciosi, il che li rende un’avventura affascinante per chi è alla ricerca di esperienze autentiche.

A tutto questo non può naturalmente mancare un viaggio nei sapori della cucina marocchina. Le specialità locali, come la tajine e il couscous, sono preparate con ingredienti freschi e genuini, che rispecchiano la semplicità della vita nel deserto.

Un’esperienza che dovrai assolutamente provare è quella del tè alla menta, che qui viene servito in abbondanza, accompagnato da dolci tradizionali, come rito di ospitalità.

Nei villaggi potrai acquistare cesti intrecciati a mano, altri oggetti artigianali e tappeti berberi fatti con lana naturale: molti di questi tessuti sono realizzati usando tecniche berbere tramandate da generazioni, e ogni pezzo racconta un po’ della storia della cultura locale.

Anche la musica fa parte della cultura locale e in particolare quella di Agafay è influenzata dalle tradizioni dei Gnawa, un’antica comunità africana. La sera è spesso è possibile assistere a concerti di musica Gnawa, con i suoi tipici strumenti a fiato e a percussione, accompagnati dagli spettacoli di danza.

villaggio berbero Agafay

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Nei villaggi berberi del deserto di Agafay potrai acquistare i prodotti dell’artigianato locale

Cosa fare (e non fare) nel deserto di Agafay

Tra tanto relax, potrebbe venirti voglia di provare qualcosa di diverso. Tra le varie proposte, troverai sicuramente le escursioni in cammello, una delle attività più popolari. Non ci sentiamo però di consigliare attività che sfruttino gli animali, non sempre tenuti in buone condizioni.

Potresi provare invece un’escursione in quad, che ti permetterà di esplorare le colline, oppure fare delle lunghe passeggiate. Tra le attività preferite in zona, lo yoga o meditazione all’aria aperta, approfittando della calma e del silenzio che regnano in questo angolo remoto del mondo.

Inoltre, per via della sua posizione isolata e della mancanza di inquinamento luminoso, Agafay è uno dei migliori luoghi in Marocco per l’osservazione delle stelle. Il cielo notturno, limpido e privo di luci artificiali, offre uno spettacolo incredibile: è possibile vedere le costellazioni in modo straordinariamente dettagliato: se l’astronomia ti appassiona, scoprirai in Agafay è un vero e proprio osservatorio naturale.

Ami la fotografia? La varietà del paesaggio di Agafy e le continue variazioni di luce durante il giorno, rendono il deserto roccioso il posto ideale per scattare foto originali e indimenticabili. Fai attenzione però: la polvere del deserto può rovinare la tua attrezzatura quindi, non dimenticare di portare con te custodie e gusci protettivi, schede di memoria e batterie extra, kit di pulizia per le lenti.

cammelli deserto agafay

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Cammelli pronti a trasportare turisti nel deserto di Agafay

Quando andare: il periodo migliore per visitare il deserto di Agafay

Il deserto di Agafay è una destinazione che può essere raggiunta tutto l’anno, ma i periodi migliori sono senza dubbio la primavera (da marzo a maggio) e l’autunno (da settembre a novembre), quando il clima è mite e soleggiato. In estate, com’è prevedibile, le temperature possono diventare roventi e superare i 40 °C; in inverno le notti possono essere particolarmente fredde e dormire in una tenda, decisamente meno gradevole.

Cosa mettere in valigia

Porta con te indumenti comodi, leggeri e traspiranti per il giorno, qualcosa di caldo per la sera e soprattutto non dimenticare cappello, occhiali da sole e protezione per la pelle, scarpe comode e adatte a camminare su terreni rocciosi e una borraccia per avere sempre una giusta dose di acqua durante le tue attività nel deserto.

Come raggiungere il deserto di Agafay

A soli 30 km da Marrakesh, Agafay si raggiunge in auto con meno di un’ora di viaggio. Da Casablanca invece, sempre in auto, ce ne vorranno quasi 5. Conviene in questo caso, arrivare in treno a Marrakesh e poi spostarsi in auto, taxi o tour organizzato che sia. Infine, il deserto di Agafay è raggiungibile anche da Essaouira, con circa 3 ore di viaggio lungo un percorso meno battuto ma estremamente interessante alla scoperta del paesaggio marocchino.

notte deserto agafay

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Osserva le stelle nel deserto di Agafay senza inquinamento luminoso

Alcune curiosità sul deserto di Agafay

Sapevi che il deserto di Agafay è più antico di quello del Sahara? Mentre il Sahara si è formato circa 2-3 milioni di anni fa, Agafay è una regione che ha visto modifiche geologiche molto più antiche, risalenti a circa 20 milioni di anni fa, quando l’area era coperta da mari preistorici. Le formazioni rocciose e le colline di Agafay sono quindi testimoni di un passato molto più remoto rispetto alla sabbia del Sahara.

Non ti stupirà sapere che il deserto di Agafay è stato utilizzato in diverse occasioni come set per film e pubblicità, grazie alla sua bellezza drammatica e originale. Le sue formazioni rocciose e il panorama mozzafiato lo hanno reso una location perfetta per registi che desiderano ambientare scene in ambienti desertici ma accessibili.

Ad esempio, alcune sequenze di film che raccontano avventure o viaggi nel deserto sono state girate proprio qui. Tra questi Babel (2006), Prince of Persia – le sabbie del tempo (2010) e Spectre (2015), ventiquattresimo film della serie dedicata alle avventure dell’agente segreto più famoso di sempre, 007.

Il deserto di Agafay è molto più di un semplice paesaggio suggestivo: è un luogo ricco di storia e di cultura che può riservare ad ogni visitatore un’esperienza davvero unica. Un angolo di Marocco che merita di essere esplorato a fondo e vissuto in ogni suo aspetto.

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Le mete meno affollate dove sciare alle porte Milano

Gli appassionati di sci non vedono l’ora di rimettere gli scarponi ai piedi e di lanciarsi giù lungo le piste innevate. Attenzione, però, a non affollare tutti quanti gli stessi posti. Ecco perché abbiamo pensato di ricordarvi che in Italia ci sono stazioni sciistiche meno note e quindi anche meno affollate dove potere andare a saziare la vostra sete di sci. A pochi chilometri da Milano sono tantissime le località da raggiungere per una sciata anche in giornata. Ecco quali sono le più consigliate.

Le mete sciistiche della Lombardia

Le Alpi lombarde non hanno nulla da invidiare a quelle delle altre regioni del Nord Italia. Ora, poi, che si stanno preparando alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026, ci sono già delle grandi novità. Inoltre, per chi non scia ma vuole comunque trascorrere una vacanza in montagna, qui si trovano piccoli borghi, tante possibilità di fare attività extra sci e persino di scaldarsi nelle piscine di acque termali. Ecco dove andare a sciare in Lombardia d’inverno.

Inverno in Valtellina

È decisamente la zona più famosa della Lombardia dove andare a sciare. Bormio (dove si terrà il superG e la discesa libera maschile) e Livigno prima di tutto, ma anche Aprica, Santa Caterina Valfurva e Madesimo sono le mete invernali più rinomate della Valtellina. E poi ci sono quelle meno note, come Valmalenco, Cima Piazzi e Teglio che costituiscono comunque il Comprensorio Aprica e Corteno che comprende 50 chilometri di piste. A Bormio si può siare sulla mitica Stelvio, una delle piste da sci più iconiche e impegnative del mondo, famosa per il suo tracciato tecnico, le pendenze mozzafiato e la capacità di mettere alla prova anche i campioni più esperti. È stata inaugurata nel 1982 ed è diventata fin da subito famosa per aver ospitato due edizioni dei Campionati mondiali di sci alpino (1985 e 2005), due finali di Coppa del Mondo (1995 e 2008) e, dal 1993, è teatro della discesa libera maschile di Coppa del Mondo. Con una lunghezza di 3.442 metri e un dislivello di 1.023 metri, rappresenta una sfida unica che affascina e intimorisce al tempo stesso.

Sciare nelle Valli bergamasche

Qui si scia sulle Alpi Orobie, le stesse dell’Aprica, per intenderci, in quanto questa zona sciistica si trova appena sotto la Valtellina. Comprende più di 200 km di piste e, tra le località migliori dove trovare belle piste ma anche altre attività e divertimento, c’è il comprensorio sciistico Foppolo-Carona in Val Brembana, 22 km di piste e sette impianti di risalita che arrivano fino ai 2.130 metri di quota. Ci sono anche i Piani di Bobbio, 35 km di piste e otto impianti che portano a quasi 2mila metri e una moderna cabinovia che parte dal delizioso paese di Barzio per raggiungere altrettante piste di sci alpino, sci nordico, snowboard, fondo, telemark e anche bob e slittino. Ai Piani di Bobbio c’è la pista pià famosa, la Pista Cedrino, classificata come una pista nera, di circa un chilometro, quindi un tracciato dedicato agli sciatori più esperti. È una pista sicuramente molto tecnica e caratterizzata da una forte pendenza, aspetti che la rendono sicuramente una sfida interessante per gli amanti dello sci. Si trova sul versante Valtorta, che è meno affollato rispetto alle altre aree del comprensorio.

Le stazioni sciistiche di Como e Lecco

Siamo soliti associare questa zona lombarda al lago e alle attività legate al lungolago. Invece, le provincie di Como e di Lecco comprendono anche delle località di montagna dove è possibile andare a sciare, anche in giornata. Prendete la Valsassina, per esempio, e le montagne del Lago di Como, molto comode per chi arriva da Milano – da cui partono i “bus della neve” – o dalle città del Nord. Qui ci sono stazioni sciistiche come Bobbio, Artavaggio, Piani d’Erna, Pian delle Betulle, anche detto Ultimo Paradiso, un luogo isolato e tranquillo, dove la natura è sempre stata rispettata e conservata, con il suo laghetto alpino, la caratteristica chiesetta degli Alpini e le piccole casette armonicamente integrate nel paesaggio, e la località di Valtorta, sul versante bergamasco. Il comprensorio di Bobbio & Valtorta comprende 35 km di piste per lo sci alpino ed è particolarmente adatto alle famiglie, la maggior parte delle piste sono infatti adatte anche agli sciatori principianti. Quest’inverno peraltro c’è una nuova area per i bob.

Le piste della montagna bresciana

Anche Brescia e provincia sono famose più per altre attrattive che non per lo sci, tanto da essere il secondo polo turistico della Lombardia grazie ai laghi Garda, Iseo e Idro, all’offerta culturale, a tre siti Unesco e anche all’enogastronomia, con l’area del Franciacorta. Eppure, la montagna bresciana, con le sue tre valli, Camonica, Sabbia e Trompia, ha anche un aspetto invernale non da poco, specie per le famiglie, con sette comprensori sciistici che partono dai mille metri fino ad arrivare ai 3.000 del ghiacciaio Presena. Ci sono località come Ponte di Legno – la più famosa, forse – nel comprensorio Pontedilegno-Tonale o come Gaver e Bagolino o ancora Maniva mentre in Val Palot, i bambini dai 6 ai 10 anni possono sciare per tre giorni con skipass e maestro gratis.

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7 “sfizi” in vacanza che rendono il viaggio indimenticabile

Ci sono alcuni comfort considerati “extra” che riescono ad alzare la qualità della vacanza senza impattare eccessivamente sul budget. Proprio su questo si basa la ricerca di Huffpost che, con l’aiuto di alcuni consulenti di viaggio, ha selezionato 7 “sfizi” in vacanza che sono capaci di rendere memorabile il viaggio. Sogni una vacanza indimenticabile? Prova a valutare di aggiungere almeno 1 di questi servizi aggiuntivi: non te ne pentirai! La ricerca ha mostrato in primis il ruolo considerevole dei consulenti di viaggio: questi professionisti, rimasti un po’ alla porta per i primi anni di boom delle prenotazioni online, sono tornati con una veste nuova. I più talentosi hanno saputo reinventarsi dando un servizio esclusivo e aggiuntivo a chi viaggia che sceglie quindi di affidarsi a loro per un viaggio effetto wow.

Servizi a misura di bambino

Si parla spesso di family hotel e family resort: tra i target più esigenti da accontentare ci sono proprio le famiglie. I bambini hanno bisogno di comfort, intrattenimento e programmi adatti a loro. Risparmiare sulla scelta dell’albergo può comportare poi spese più alte per attività dedicate ai piccoli, oppure baby sitting mentre i genitori fanno visite che annoierebbero i bimbi. Scegliere invece una struttura family friendly con servizi ad hoc sarà un ottimo investimento in termini di risparmio tempo e serenità emotiva. Con un family hotel specializzato si troveranno laboratori creativi, miniclub, animatori e piscine per soddisfare ogni piccolo viaggiatore. Alcune strutture hanno persino camere spaziose e attrezzate per alleggerire gli spostamenti fornendo giochi, culle, lettini e altri accessori.

Destinazioni remote ed esperienze uniche

Il secondo trend è quello di provare a uscire dalle mete più battute provando a schivare l’overtourism per spostarsi invece verso mete remote dove si possono vivere esperienze uniche. Dalla crociera sull’Artico ad una gita in barca nel Borneo fin oad un soggiorno ad Amanjiwo: sono tante le opportunità da non sottovalutare. Un’altra opportunità effetto wow? La Cambogia: dormire sotto il suono di una cascata o praticare lo zip-lining nella foresta permetterà di costruire ricordi preziosi. Spostandosi dalle mete più battute e provando ad esplorare le nuove destinazioni emergenti si potranno scoprire gemme nascoste, persino in alta stagione senza temere code e stress o affollamenti che inevitabilmente rovinano un po’ il mood vacanziero.

Il comfort dei voli in prima classe

In pochi li guardano davvero ma siamo sicuri che sia così impossibile viaggiare comodi in aereo? L’alternativa alle low cost è investire un po’ di più nei voli di lunga durata puntando su classe business o first class. Utilizzando punti e miglia si può risparmiare considerevolmente e tenendo d’occhio le promozioni durante l’anno i costi possono diventare accessibili. Arrivare riposati e senza dolori a gambe e schiena è un plus che migliora l’inizio della vacanza. L’esperienza esclusiva con accesso a lounge esclusive, check-in con imbarco prioritario e pasti gourmet dà l’inizio alla vacanza con qualche coccola in più meritata.

Volare in prima classe tra i comfort luxury

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Volare in prima classe: il comfort di lusso che fa partire la vacanza con il piede giusto

Early check-in in hotel

Quando prenotiamo gli alberghi sappiamo bene che gli orari di check-in e check-out non sono sempre comodissimi. Seppur molte strutture offrano un deposito bagagli custodito, la mancanza di un bagno e uno spazio in cui rilassarsi si sente. Chi non vuole attendere fino al pomeriggio e avere la certezza di poter accedere alla propria camera può mettere in pratica una mossa furba: pagare una notte in più, prenotando anche quella antecedente all’arrivo. Alcuni luxury hotel offrono invece il servizio di early check-in: non si pagherà l’intera notte ma solo una piccola differenza concordando l’orario d’arrivo.

Resort all inclusive

Un altro trend interessante che rientra tra i 7 sfizi irrinunciabili sono i resort tutto incluso. Nonostante molti li ritengano limitanti poiché come villaggi con ogni servizio bloccano un po’ l’esplorazione local tra piatti tipici e altre attività, si può dire con certezza che è un buon modo per chi vuole staccare la spina, ricaricarsi e avere sotto controllo il budget. Nessuna preoccupazione su cosa fare, dove mangiare o dove andare: c’è già un planning con tante attività pronte e diversi ristoranti e buffet offrono piatti di cucina locale e internazionale per accontentare ogni viaggiatore.

Sceglilo se vuoi una vacanza “senza pensieri”: i pacchetti includono non solo cibo, bibite, camera e attività ma spesso esperienze aggiuntive tra cui intrattenimento, spa, angoli wellness, escursioni. Chi vuole fare una vacanza indimenticabile ma tenere sotto controllo il budget sa di poter contare su questa tipologia di resort.

resort all inclusive tra i 7 sfizi per una vacanza memorabile

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Prenotare un resort all inclusive, uno degli sfizi luxury ma accessibili per una vacanza da sogno

Hotel hopping per un momento luxury

Hai mai sentito parlare di hotel hopping? Si tratta di poter vivere un po’ della magia luxury di queste location esclusive senza prenotare una stanza ma ad esempio limitandosi a frequentarli per un aperitivo. Dai rooftop con vista a degli eventi musicali, si riesce così a concedersi una coccola stellata senza spendere troppo. La pratica viene apprezzata dai viaggiatori che desiderano il meglio dell’ospitalità senza però impegnarsi troppo a livello economico: cene gourmet, degustazioni di vini e serate a tema sono solo alcune delle opportunità anche se il momento dell’happy hour resta il più accessibile.

Hotel hopping per il lusso accessibile

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Godersi un aperitivo in un hotel stellato

Tour privati e personalizzati

Perché aggregarsi solo a tour organizzati quando si possono scegliere quelli privati? Con il supporto di diverse app oggi si possono prenotare passeggiate con un numero ridotto di partecipanti, oppure escursioni in barca. Il risultato è un piano totalmente personalizzato e su misura, portando a casa ricordi unici e speciali. Che tu abbia scelto una visita culturale in una città d’arte o un’avventura immersa nella natura, l’esperienza diventa molto più memorabile e potrai dettare tu tempi e attività concordandoli con l’organizzatore.

Secondo i travel expert intervistati da Huffpost che si occupano di consulenza di viaggio sono questi i 7 extra da mettere a budget che possono trasformare la tua vacanza in un momento a tutto relax: non pensare però di dover spendere cifre da fortuna, con un po’ di pianificazione potrai coccolare te stesso, la tua famiglia o la tua dolce metà con vacanze luxury a prezzi mini.

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Riapre il Passetto di Borgo a Roma, una passeggiata con vista

I romani lo conoscono tutti, si tratta del Passetto di Borgo e proprio oggi dopo 6 anni di lavoro di restauro ha riaperto ufficialmente. Una passeggiata suggestiva lungo 1 chilometro che collega Castel Sant’Angelo e il Vaticano. Un luogo iconico, ricco di storia, che in passato è servito ad alcuni esponenti della chiesa per fuggire in momenti di pericolo. Il passaggio è simbolo di storia e architettura: passeggiando si passa agilmente dal suggestivo colonnato del Bernini e dalla cupola di Michelangelo fino ad arrivare a Borgo Sant’Angelo.

Non solo un percorso per le ronde papali però, era un vero e proprio passaggio segreto per fuggire dalle stanze papali all’interno della fortezza: tra i primi ad “inaugurarlo”? Clementino VII nel 1527. Oggi il passaggio torna attivo dopo un importante opera di restauro: ma cosa c’è da sapere sul Passetto di Borgo a Roma?

La storia del Passetto di borgo

I local lo soprannominano “er coridore de Borgo”: si tratta di un vero e proprio corridoio sopraelevato e fortificato che collega il Palazzo Apostolico del Vaticano a Castel Sant’Angelo. All’interno delle mura vaticane si snoda fino a via Borgo Sant’Angelo ed è nato in primis come passaggio segreto per scopi difensivi. È stato costruito ai tempi del barbaro Totila che ne 547 ha accampato una sua area proprio qui.

I lavori di fortificazione sono iniziati più tardi e inglobati per essere perfezionati grazie all’intervento di papa Leone IV nell’852. Il suo obiettivo primario era proteggere la basilica di San Pietro e gli edifici circostanti. Durante il medioevo, però, sono intervenuti con alcune opere di costruzione e restauro. Niccolò III nel 1277, secondo le voci autorevoli degli studiosi, ha modificato il Passetto fino a dargli la forma che conosciamo oggi. Gli interventi successivi non sono mancati, prima per opera di Bonifacio IX, poi completati sotto l’antipapa Giovanni XXIII tra il 1389 e il 1415. Le ultime modifiche sono avvenute con i papi Niccolò V, Sisto IV e Alessandro VI che si sono occupati dell’aggiunta di camminamenti di ronda, torri di avvistamento e altre fortificazioni.

Riapre oggi il Passetto di Borgo a Roma

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Riapre il Passetto di Borgo a Roma: cosa c’è da sapere

Cosa si vede passeggiando sul Passetto di Borgo

Sono partite ufficialmente le visite che danno modo di scoprire il Passetto di Borgo con l’aiuto di guide turistiche esperte di Roma che forniranno tanto curiosità storiche e artistiche. Percorrerlo dà modo di scrutare l’incredibile panorama su Roma con una delle viste più privilegiate: partendo da Castel Sant’Angelo, un mausoleo voluto dall’imperatore Adriano e con una mole circolare sormontata dalla statua dell’arcangelo Michele.

Si riconosce poi in modo netto Borgo Pio, uno dei quartieri di Roma più pittoreschi e autentici con stretti vicoli e palazzi storici. Ci si avvicina poi alla Città del Vaticano: qui a dominare la scena è “il cupolone” di San Pietro riconoscibile da qualsiasi punto panoramico della città eterna. Gli occhi più attenti potranno poi notare altri monumenti simbolo: il colonnato del Bernini che incornicia San Pietro, ad esempio.

Usato come via di fuga

Oltre alla protezione, è stato pensato e ideato come via di fuga per garantire al papa il modo di scappare dalle stanze e rifugiarsi a Castel Sant’Angelo in caso di pericolo. La storia ci racconta due episodi emblematici: nel 1494 Alessandro VI Borgia lo ha utilizzato per sfuggire alle truppe di Carlo VIII di Francia, nel 1527 invece è stato il papa Clemente VII a trovarlo utile durante il Sacco di Roma con la complicità delle guardie svizzere che si sono sacrificate per rallentare i Lanzichenecchi.

Non solo via di fuga però: è stato anche un luogo di passaggio per prigionieri di alto profilo. Tra i nomi più celebri Beatrice Cenci che sembra lo abbia percorso in catene prima dell’esecuzione nel 1599. Un gossip riguarda invece l’utilizzo del Passetto per incontrare le proprie amanti: il nome che è associato alle notti di passione è quello di Alessandro VI ma non ci sono fonti ufficiali che lo testimoniano.

Dalla fine del Cinquecento in poi ha perso la funzione difensiva e oggi, grazie alla sua riapertura visitando il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo è possibile ripercorrerlo godendosi una vista unica su Roma e scattando alcune foto ricordo perfette persino da condividere sui social.