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Weekend a Costanza, in Romania, nella dimora di Ovidio

Città molto popolosa, adagiata sulle coste del Mar Nero, famosa per il suo porto, dotata di bellissime spiagge e di piccoli grandi tesori da scoprire. Stiamo parlando di Costanza, la meta da raggiungere per conoscere la Romania e per farlo in una località che regala tante esperienze diverse: da quelle più culturali, a quelle legate alla natura e al relax.

Siamo in Romania, nella quinta città più popolosa dello Stato, ma anche quella che nel suo territorio ha il porto più importante del Mar Nero, una meta perfetta anche solo per un weekend, in cui immergersi al cento per cento nella cultura del luogo, nella sua storia e nelle sue attrazioni naturali.

Tutto quello che devi sapere per programmare un fine settimana a Costanza, splendida città della Romania.

Cosa vedere a Costanza splendida perla in Romania

Costanza ha tante anime: c’è la città legata al più grande porto del Mar Nero, c’è il luogo in cui la storia e le epoche del passato si sono intrecciate, ci sono edifici e musei da scoprire e ci sono le spiagge, il mare, la meraviglia che regala la natura.

È una città vivace e accogliente, perfetta per essere esplorata in un fine settimana. La sua storia è antica, infatti sembra proprio che vicino ci fosse Tomi, o Tomis, colonia greca che ha visto la luce nel 500 a.C. ed era utilizzata come importante punto commerciale. È nel 29 a.C., poi, che la regione è entrata a far parte del dominio romano ed è sempre qui che pare sia stato esiliato il poeta Ovidio nel 8 d.C. (è morto nove anni dopo nel medesimo luogo, senza mai poter tornare a casa).

Successivamente è finita sotto l’influenza dell’Impero bizantino. Sempre dopo fu nominata Costantiana. Nel corso dei secoli è passata sotto diversi domini: da quello dell’Impero bulgaro a quello degli Ottomani, per poi diventare una città della Romania.

Una storia ricca, quella di questo luogo, un passato articolato e interessante, ma anche tantissime meraviglie da vedere quando si visita la città. Uno dei suoi simboli, ad esempio, è il Casinò di Costanza: quello che vediamo oggi è il terzo edificio adibito al gioco realizzato nel medesimo sito, il completamento del progetto è datato 1910 e presenta uno stile Art Nouveau. Di recente è stato oggetto di lavori di ristrutturazione e potrà tornare a nuova vita diventando sede di eventi di diverso tipo.

Merita una visita anche la cattedrale ortodossa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, questo edificio di culto è stato danneggiato dai bombardamenti avvenuti durante la Seconda guerra mondiale, ma è stato succesivamente restaurato ed una tappa da inserire in un weekend alla scoperta di Costanza per la sua torre campanaria di 35 metri, per la sua struttura e per le opere che custodisce.

A quanto pare, al momento sono chiusi l’acquario, il Edificiul Roman cu Mozaic e il Museo Nazionale di Storia e Archeologia, vi sono però alcuni musei che vale la pena visitare come il Muzeul de Arta Populara e il Romanian Navy Museum. E quando ci si dedica a una passeggiata in esplorazione della città, bisogna passare a vedere piazza Ovidio su cui si affacciano tanti edifici di pregio, la Grande Moschea e il porto turistico. Tra le tappe anche il Faro Genovese, che ha un’altezza di soli otto metri e sulla cui nascita circolano alcune leggende, una di queste vorebbe che i fabbricanti della struttura fossero originari di Genova.

Cosa vedere a Costanza: il vecchio casinò

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Cosa vedere a Costanza oltre al vecchio Casinò

Cosa fare a Costanza: mare, spiagge e vita notturna

Per chi sogna il mare questa è la meta giusta. Infatti in un fine settimana a Costanza si può programmare anche un bagno e una giornata di sole e relax, basta dirigersi a Mamaia che di fatto è la più antica e tra le più celebri località balneari del Paese.

Questa area è caratterizzata da sabbia fine e chiara, di trova a nord di Costanza a soli 11 chilometri di distanza che si percorrono in circa 17 minuti. Si snoda per otto chilometri e separa il mare dal Lago Siutghiol. E, oltre alla sua bellezza, è anche una location in cui poter apprezzare la movida e il divertimento, con tantissime cose da fare: la vita notturna è vivace e questa la rende la meta ideale per chi cerca location belle, interessanti dal punto cultura e in cui non manca anche la sfera più ludica. A quanto pare qui si alternano tratti di spiaggia libera, ad altri dove si trovano servizi e strutture.

Tra le altre location marine nei pressi della città si può citare Eforie Sud e Nord con la sua bellissima spiaggia, dista circa mezz’ora di macchina da Costanza.  Più distante, ci si arriva in 40 minuti circa, Neptum una bella stazione balneare con l’arenile lungo due chilometri e con due laghi.

Infine va citato il lago Techirghiol noto per il suo fango che pare avere proprietà curative.

Dove andare al mare a Costanza in Romania

Fonte: iStock

Le spiagge dove andare al mare a Costanza in Romania

Come arrivare dall’Italia

Programmare una vacanza a Costanza non è complicato: si può davvero pensare di trascorrere qui anche solo un fine settimana, per un assaggio delle cultura di questo Paese che fa parte dell’Europa.

Dall’Italia si può arrivare a Costanza con l’aereo, ma solo mettendo in conto che ci saranno degli scali, infatti vi è un aeroporto che dista dal suo centro solamente 26 chilometri. Inoltre, si può arrivare anche da Bucarest (collegata al nostro Paese da voli diretti) se, ad esempio, si sceglie di fare un viaggio a più tappe verso questa meravigliosa città europea: la distanza è di circa 223 chilometri che si possono percorrere in quasi due ore e mezza di automobile.

Una cosa è certa Costanza, o Constanta, è una meta affascinante della Romania: tra storia, location da conoscere, edifici da scovare e scorpire. Un luogo in cui le dominazioni si sono intrecciate, in cui i popoli hanno vissuto e che si affaccia sul Mar Nero

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Itinerario a Genova sulle tracce di Fabrizio De André

Seguire le tracce di Fabrizio De André a Genova è un viaggio nell’anima di una città che lo ha ispirato, cullato, amato. Un’esperienza che va ben oltre la semplice visita turistica ma che consente di immergersi nei luoghi dove è nato, cresciuto e ha composto alcune delle sue più celebri canzoni. Camminare per Genova con Faber nel cuore significa lasciarsi guidare tra i contrasti di una città verticale e profonda, plasmata da luce e ombra, da ricordi e vita vera.

Chi arriva con la voglia di conoscere la sua Genova deve dimenticare le rotte facili. Deve inoltrarsi nei vicoli, ascoltare il mormorio del porto, perdersi nel groviglio dei caruggi. Solo così si può avvicinare l’essenza di un artista che ha saputo dare voce a chi non ne aveva.

Villa Saluzzo Bombrini

La storia di Fabrizio De André comincia in un contesto borghese, tra i saloni eleganti di Villa Saluzzo Bombrini, nel quartiere di Albaro. Una dimora storica che, nei primi anni della sua vita, fu casa e rifugio. I genitori vi si trasferirono quando lui era ancora un bambino, e quella villa, soprannominata “il Paradiso”, diventò il suo primo universo, fatto di regole, agi e silenzi.

Ma De André non fu mai prigioniero di quel mondo. Nonostante le origini, sentiva forte il richiamo della libertà, l’urgenza di cercare un senso diverso alle cose. Come ricordava don Andrea Gallo, il suo spirito era già in rotta verso l’altrove, animato da un’urgenza profonda di ribellione, di esplorazione, di verità.

Villa Saluzzo non fu mai rinnegata, ma certo fu il punto da cui salpò per inseguire la poesia della vita, in direzione ostinata e contraria.

Via del Campo 29 rosso

Poi c’è Via del Campo. E non servirebbe nemmeno aggiungere altro, perché basta pronunciarla per evocare una delle canzoni più amate e struggenti di De André. Al civico 29 rosso, nel cuore pulsante della città vecchia, oggi si trova un museo che porta proprio quel nome. Un luogo che raccoglie memorie, immagini, strumenti, parole. Ma soprattutto, emozioni.

Qui sorgeva lo storico negozio di Gianni Tassio, appassionato e custode della musica della “Scuola genovese”. Oggi quello spazio è diventato un punto di riferimento per chi vuole conoscere l’uomo, oltre che l’artista: la voce di De André risuona ancora tra queste mura, e chi entra lo fa in punta di piedi, quasi a non disturbare.

I portici di Sottoripa

Scorcio di Sottoripa, Genova

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Particolare dei Portici Di Sottoripa

Per chi cerca il battito quotidiano della Genova di Faber, i portici di Sottoripa sono una tappa imprescindibile. Sotto queste arcate si mescolano odori, dialetti, volti. È qui che, negli anni Cinquanta, Fabrizio passava le serate in compagnia dell’amico Paolo Villaggio, al Ragno Verde, un locale popolare citato anche nel romanzo Un destino ridicolo. E poco distante, in via XX Settembre, si esibiva per la prima volta al locale La Borsa di Arlecchino.

Era un’epoca di fermento, di canzoni che nascevano tra le friggitorie, le pescherie, i bar rumorosi. Qui De André ascoltava, osservava, prendeva appunti con gli occhi e con l’anima. Ogni sguardo, ogni parola, diventava materia viva per le sue ballate. Qui la Genova reale diventava poesia.

Confetteria Romanengo

Passeggiando nei pressi della Maddalena, tra quelle vie che oggi sono multietniche e vibranti ma conservano ancora l’anima antica dei tempi duri, ci si imbatte in un gioiello raro: la Confetteria Romanengo. Fondata nel 1780, si trova in via Roma 51 e sembra appartenere davvero a un’altra epoca. Eppure, proprio qui, tra pasticcini e caramelle di violetta, si snoda una delle immagini più graffianti di De André, nella canzone dedicata al naufragio della London Valour.

Romanengo è simbolo e metafora: della città divisa, della dolcezza che coesiste con la crudeltà, della bellezza che non cancella la sofferenza. Qui si respira il contrasto tipico della “città vecchia”, quella che “non dà i suoi raggi”, ma accoglie tutti: santi e peccatori, marinai e mendicanti, donne innamorate e prostitute stanche. Una città che non giudica, ma racconta.

Il Teatro Carlo Felice

Teatro Carlo Felice

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Largo Sandro Pertini a Genova, dove si affaccia il Teatro Carlo Felice

Ma ci sono anche luoghi dove la musica si fa solenne, e uno di questi è il Teatro Carlo Felice. A pochi passi da Piazza De Ferrari, il grande teatro cittadino accolse nel 1997 uno dei concerti più memorabili di De André: quello della vigilia di Natale. Una data diventata leggenda, un momento in cui la sua voce si mescolava con la suggestione delle luci, con l’acustica perfetta, con il cuore del pubblico che lo ascoltava in religioso silenzio.

Oggi il teatro è sede della stagione lirica e sinfonica, ma chi conosce la storia di Faber non può non sentirne ancora l’eco, tra le file rosse delle poltrone e i velluti che trasudano emozioni.

Piazza Cavour

Scendendo verso il mare, si arriva in Piazza Cavour. È un altro scorcio della “crêuza” genovese, dove si intravede l’anima del vecchio mercato ittico, quello stesso che ha ispirato Crêuza de mä. Una piazza che vive al ritmo delle voci, dei richiami, delle cassette di pesce appena pescato.

Poco più in là, oggi, si cammina lungo una strada pedonale che affianca l’Acquario, e che porta il nome di Fabrizio De André. Sedersi su una panchina, qui, è come mettersi in ascolto: delle onde, della città, dei ricordi. Alle spalle, i vicoli e i palazzi. Davanti, il mare. È il punto perfetto per capire Genova, e forse anche un po’ sé stessi.

La Stazione di Sant’Ilario

Chi conosce Bocca di Rosa sa bene quanto sia importante questa tappa. A Sant’Ilario, sulle alture che dominano la città, c’è una vecchia stazione ferroviaria. È lì che arrivava, tra l’imbarazzo e la curiosità, la protagonista della celebre ballata. E oggi, proprio accanto ai binari dismessi, spicca una scultura a forma di libro, con un acrostico dedicato a lei, a quella donna che ha scardinato i moralismi di un intero paese.

La vista da qui è a dir poco spettacolare ed è impossibile non pensare a De André, alla sua voce che raccontava gli ultimi con dignità, che trasformava lo scandalo in umanità.

Nervi

Il viaggio si conclude a Nervi, uno dei luoghi del cuore di De André. Qui, dove la costa ligure si fa poesia, Faber veniva a passeggiare, a respirare il mare, a cercare ispirazione. La passeggiata Anita Garibaldi è uno dei percorsi più suggestivi della riviera, sospeso tra la scogliera e i profumi della macchia mediterranea.

È facile immaginare “Il pescatore” seduto all’ombra dell’ultimo sole, con la pipa tra le dita e lo sguardo perso nell’infinito. Nel quartiere di Nervi, il tempo sembra rallentare. E Genova, ancora una volta, si rivela: malinconica, intensa, irripetibile.

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Lombardia tra fiori e piante: i 5 migliori giardini botanici da non perdere

Per riconnetterci con la natura non è sempre necessario andare lontano, a volte basta semplicemente salire in macchina, sul bus o in sella alla propria bicicletta e raggiungere il giardino botanico più vicino. In Lombardia ne esistono diversi che, soprattutto con l’arrivo della primavera, sbocciano trasformandosi in vivaci tappeti multicolore.

Se state cercando un rifugio lontano dalla folla, un angolo di tranquillità dove godervi le bellezze dei fiori e delle piante, ecco la nostra lista dei migliori giardini botanici della Lombardia, da Milano a Brescia, fino a Bergamo e oltre.

Orto botanico di Brera, Milano

Uno dei giardini più belli della Lombardia si trova proprio nel cuore di Milano, nello storico quartiere di Brera. In origine centro di meditazione e coltivazione dei Gesuiti, diventa nel Settecento un orto botanico dedicato alla formazione scientifica, dove poter studiare le specie medicinali coltivate al suo interno.

Oggi è un museo universitario in cui si tutela la biodiversità, suddiviso in tre settori: le collezioni di specie medicinali, alimentari, tintorie e di altri usi si trovano nei primi due settori, mentre il terzo ospita l’arboreto, le cui star sono i due esemplari di Ginkgo Biloba con due secoli e mezzo di vita.

L’orto botanico si trova in Via Brera ed è consigliato raggiungerlo con i mezzi pubblici: MM3 (Montenapoleone), MM2 (Lanza), MM1 (Cairoli) tram e bus 1, 2, 4, 12, 14, 61, 94. Dall’1 aprile al 31 ottobre è aperto dalle 10:00 alle 18:00, mentre dal 1 novembre al 31 marzo è aperto dalle 9:30 alle 16:30. L’ingresso è libero e gratuito.

Orto botanico Brera Milano

Fonte: iStock

Scorcio dell’orto botanico di Brera

Orto botanico Lorenzo Rota, Bergamo

È un piccolo eden cittadino l’orto botanico Lorenzo Rota a Bergamo, nato nel 1972. Seppur di dimensioni ridotte (2400 metri quadri), custodisce al suo interno un’incredibile varietà di specie vegetali, offrendo allo stesso tempo un meraviglioso panorama sulla città e sulle Prealpi Orobie.

Al suo interno ci sono due sezioni: Città Alta, dov’è possibile osservare soprattutto la flora autoctona e alcune piante derivanti da altre parti del mondo, tra cui succulente e carnivore, e Astino dov’è possibile fare un viaggio nel mondo delle piante alimentari e comprendere come possiamo vivere in modo sostenibile.

L’ingresso all’orto è gratuito, ma la sezione Città Alta è aperta solo dal 1 marzo al 30 novembre; gli orari di apertura variano ogni mese e consigliamo di consultarli sul sito ufficiale. La sezione Astino, invece, è aperta dal 1 aprile al 31 ottobre.

Giardino Botanico Alpino Rezia, Campello

Nato nel 1979 in seguito a un intervento di riqualificazione, il Giardino Botanico Alpino Rezia si trova Campello, a nord di Bormio, a un’altitudine di 1500 metri sul livello del mare. Gestito dal Parco dello Stelvio, è organizzato su una superficie di quasi 15.000 metri quadrati e ospita più di 2500 specie vegetali, suddivise in quattro macro aree di appartenenza: la flora del Parco Naturale dello Stelvio, gli esemplari alpini delle zone europee ed extraeuropee, le specie artiche e antartiche.

L’obiettivo principale del giardino è quello di conservare e preservare le specie vegetali dei territori alpini, spesso minacciate a causa delle azioni distruttive dell’uomo. L’accesso è gratuito, ma lo spazio è aperto solo a maggio, dalle 9:00 alle 17:00 tutti i giorni, a giugno, luglio e agosto dalle 9:00 alle 18:00 tutti i giorni, settembre e ottobre dalle 9:00 alle 17:00 dal lunedì al venerdì e fino alle 18:00 nei weekend.

Giardino Botanico Fondazione Heller, Gardone Riviera

A Gardone Riviera, in provincia di Brescia, c’è un giardino botanico speciale che unisce natura e arte. Stiamo parlando del progetto della Fondazione André Heller, creato nel 1903 dal dentista naturalista A. Hruska (dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII), successivamente acquistato nel 1989 dall’artista viennese Andrè Heller.

L’obiettivo di questo giardino è quello di coniugare la natura con l’arte: all’interno dei suoi 10.000 metri quadrati, infatti, le specie botaniche provenienti da ogni parte del mondo convivono con opere d’arte firmate da Keith Haring, Auguste Rodin, Joan Mirò e dello stesso Heller. Le 3.000 specie botaniche provenienti dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa

Il biglietto d’ingresso costa 12 euro e il giardino è aperto da marzo a ottobre, tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00.

Orto botanico di Pavia

Infine, vi consigliamo l’orto botanico più antico della Lombardia. Quello di Pavia, infatti, venne fondato nel 1773 per volere di Maria Teresa d’Austria e nacque come istituzione all’avanguardia dedicata allo studio dei molteplici aspetti del mondo vegetale.

Qui potrete ammirare diverse serre, da quelle che custodiscono le piante tropicali alle serre scopoloniane, le quali racchiudono una collezione di cactacee, piante succulente e cicadaceae. All’interno dell’orto botanico è presente anche una collezione di piante officinali e tossiche come lo stramonio (Datura stramonium) o l’edera velenosa (Toxicodendron radicans).

Grande protagonista dell’orto è il famoso platano che Scopoli piantò in onore della morte di Linneo nel 1778, oltre che il Roseto che, con le sue 300 fra rose botaniche, antiche e moderne, colora in primavera la facciata meridionale.

Orto botanico Pavia

Fonte: IPA Agency

L’orto botanico di Pavia
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Belvedere House, il gioiello segreto d’Irlanda dove storia e magia si incontrano

Ha ispirato la musica, il cinema e tantissimi viaggiatori che scelgono di trascorrere le proprie vacanze nell’isola smeraldo consapevoli delle tante bellezze naturali e storiche disponibili. Tra castelli, edifici di rilevanza e giardini custodisce alcuni segreti imperdibili come la Belvedere House, un vero e proprio gioiello segreto dove storia e magia si incontrano. Situata non lontana da Clonmacnoise, è assolutamente da visitare. L’edificio si trova all’interno della Fore Valley, nella Contea di Westmeath: scopriamo insieme cosa c’è da sapere sulla dimora storica Belvedere House & Gardens che incanta per bellezza, mistero e fascino senza tempo.

La storia della Belvedere House e la leggenda collegata

La Belvedere House sorge sulle sponde del Lough Ennell ed è un esempio curatissimo di architettura georgiana datata XVIII secolo. Nata nel 1740, è stata costruita per volere di Robert Rochfort, il primo conte di Belvedere. Il progetto porta la firma dell’architetto Richard Cassels, autore di alcune delle più celebri residenze nobiliari irlandesi. A colpire non è solo la perfezione architettonica dell’edificio, con le sue ali curve e le finestre ad arco, ma anche l’ambiente che lo circonda: 65 ettari di parco, boschi e giardini, perfetti per passeggiate rilassanti tra natura e storia. Oggi, il sito include anche un centro visitatori, un caffè panoramico e un’area giochi, rendendolo ideale per una gita in famiglia.

A livello storico si fa strada però una leggenda oscura che racconta la storia della famiglia: proprio per questo nasce la leggenda della Belvedere House. Il conte Robert Rochfort, uomo potente e dall’anima controversa, sospettava che la moglie Mary lo tradisse con il fratello Arthur. Il sospetto, senza prove, ha portato il proprietario della dimora a cercare vendetta: la donna è stata rinchiusa nella Gaulstown House per 31 anni. Privata della libertà e del contatto con il mondo esterno la donna è sprofondata nella solitudine e nella follia. Mary fu liberata solo nel 1774, dopo la morte del marito e secondo le leggende le prime parole pronunciate sono state “il tiranno è morto?”.

Belvedere House storia in Irlanda

Fonte: Getty Images

La Belvedere House è un edificio in stile georgiano avvolto da magia e leggende

Cosa vedere a Belvedere House: il jelalous wall e i giardini

L’orgoglio e la gelosia del conte Rochfort non si fermarono al voler punire la propria moglie. Quando suo fratello George costruì una sontuosa residenza nelle vicinanze, Robert fu così infastidito dalla vista della villa rivale che fece erigere una falsa rovina nel parco di Belvedere. Nacque così il Jealous Wall, il “muro della gelosia”, considerato il più grande capriccio architettonico dell’Irlanda. Oggi, la costruzione è ancora visibile e rappresenta una delle attrazioni più curiose del sito: un simbolo imponente di un’ossessione trasformata in pietra.

Belvedere House muro della gelosia

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Il “muro della gelosia” della Belvedere House in Irlanda

Visitare Belvedere House significa anche immergersi nella natura. I giardini sono un labirinto verde, arricchito da fiori stagionali, alberi secolari, viali ombreggiati e punti panoramici sul lago. Il giardino murato è particolarmente suggestivo: un luogo silenzioso dove è facile perdersi tra profumi e colori, lasciandosi trasportare indietro nel tempo.

Sentieri ben curati attraversano l’intera tenuta, con itinerari adatti sia agli amanti del trekking leggero che a chi cerca semplicemente una passeggiata rilassante. Piccole sorprese architettoniche disseminate lungo il percorso, tra cui padiglioni, rovine romantiche, grotte artificiali, rendono l’esperienza ancora più magica.

Le bellezze irlandesi nei dintorni di Belvedere House

Senza spostarsi troppo si raggiunge la Fore Valley, una delle aree più verdi della zona e proprio qui è custodito il monastero fondato da san Fechin nel VII secolo. Nonostante l’incredibile bellezza, è piuttosto tranquilla e lontana dall’alta frequenza dei turisti persino in alta stagione. A rendere famosa la valle sono le Sette Meraviglie di Fore, tra cui il pozzo che non bolle, un albero che non brucia, un mulino senz’acqua e l’acqua che scorre in salita. Folklore? Fede? Questo decidetelo voi. Ma quel che è certo è che le storie contribuiscono a rendere l’area avvolta da un’aura mistica.

Senza allontanarsi troppo, a circa cinquanta chilometri, si trova Clonmacnoise. L’antico insediamento monastico fondato nel VI secolo ha una costruzione che segue le rive del fiume Shannon. Oggi è spesso inserito negli itinerari dei turisti che ne apprezzano le audioguide, il centro multimediale e l’esposizione che racconta la sua storia millenaria.

L’area intorno a Mullingar è punteggiata di laghi e piccole meraviglie naturali. Uno dei più suggestivi è il Lough Derravaragh, legato alla leggenda dei Figli di Lír, trasformati in cigni da una matrigna gelosa. Ancora oggi, nei mesi invernali, è possibile vedere centinaia di cigni migratori popolano le sue acque, rendendo tangibile il confine tra mito e realtà.

Ultima chicca per concludere l’itinerario? La visita a Kilbeggan, la località dove sorge la più antica distilleria d’Irlanda. L’azienda, ancora attiva e visitabile, conquista non solo gli appassiona di Whiskey ma anche i più curiosi. La bevanda, diversa da quello della Scozia, avvolge con un intenso profumo di malto e note che ricordano la terra selvaggia irlandese. Un brindisi alle Midlans è d’obbligo.

Dove si trova e come arrivare

Per chi cerca informazioni più precise su dove si trova e come raggiungere la Belvedere House possiamo specificare che si trova all’interno della contea di Westmeath nella verdissima Fore Valley che abbiamo citato precedentemente. Si affaccia in modo diretto sulle rive del Lough Ennell e spicca con il suo stile georgiano e un parco unico avvolto da leggende. Non dista molto dal sito monastico di Clonmacnoise, per questo spesso vengono visitati nello stesso giorno.

Si trova ben collegata a Dublino e Galway grazie alla cittadina di Mullingar. Dalle grandi città irlandesi precedentemente citate, si può raggiungere in auto oppure in bus e con i mezzi pubblici.

Chi ha in programma un viaggio in Irlanda dovrebbe assolutamente inserire la Belvedere House tra le tappe del proprio itinerario: un microcosmo di storia, natura e leggende che mostrano l’anima magica di questa terra verde e lussureggiante. Nei suoi dintorni, poi, come abbiamo visto ha davvero molto da offrire. Il luogo che sa unire folklore, leggende, mistero, magia e storia ha davvero molto da raccontare e ha come pregio essere lontano dalle zone più battute dai turisti.

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Un rifugio da sogno sul lago: benessere esclusivo al Falkensteiner Schlosshotel Velden

C’è un luogo, in Austria, dove il lusso incontra il relax, dove la natura si fonde con l’eleganza e dove ogni momento è un invito al benessere. Il Falkensteiner Schlosshotel Velden, affacciato sulle acque scintillanti del Lago Wörthersee, è molto più di un hotel: è un’esperienza. Un castello fiabesco che fa parte The Leading Hotels of the World e che oggi accoglie viaggiatori in cerca di pace, comfort e raffinatezza, immersi in un’atmosfera da sogno.

Immagina di svegliarti in una suite affacciata sul lago, lasciando che la luce del mattino filtri attraverso le ampie finestre. Ti aspetta una colazione gourmet, mentre lo sguardo si perde tra le acque calme del Wörthersee e i dolci pendii della Carinzia. E poi, una giornata dedicata al puro relax, tra bagni rigeneranti, saune esclusive e trattamenti pensati per coccolarti in ogni momento.

Acquapura Lake SPA, l’oasi del benessere

La Acquapura Lake SPA è il cuore pulsante del Falkensteiner Schlosshotel Velden, un tempio del relax che si estende su 3.600 metri quadrati dove il tempo sembra rallentare. Qui puoi immergerti nelle tre piscine, sia interne che esterne, per goderti un bagno rigenerante in qualsiasi stagione, magari circondato dalla tranquillità del giardino panoramico. Se ami il calore delle saune, troverai spazi dedicati a ogni esigenza: dalla sauna bio alle erbe alla sauna finlandese, fino al bagno turco con cristalli.

Benessere in piscina al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Benessere in piscina al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Per un momento di totale relax, puoi provare la sauna nel giardino del castello, un ambiente esclusivo con una finestra panoramica che si apre su una vista spettacolare sul lago. Il percorso benessere continua con una cabina a infrarossi e un’area idromassaggio, perfette per sciogliere ogni tensione. Se invece desideri mantenerti in forma, la sala cardio e fitness con vista sul lago offre attrezzature moderne e uno scenario che rende piacevole ogni allenamento.

E poi c’è il Beach Club, un angolo di paradiso sulle rive del Wörthersee, dove puoi rilassarti a bordo della piscina esterna riscaldata con acqua di mare o scendere direttamente al lago per un tuffo rinfrescante. Un’esperienza di puro benessere, immersa in una cornice da sogno.

Relax in riva al lago al Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Relax in riva al lago al Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Se invece vuoi concederti una pausa di puro relax, il pacchetto Acquapura SPA Escape è quello che fa per te. Immagina di iniziare il tuo soggiorno con 60 minuti di trattamento rigenerante, già inclusi nel pacchetto, per sciogliere ogni tensione (a eccezione di manicure e pedicure). E se prenoti i tuoi trattamenti prima dell’arrivo, hai anche un 20% di sconto extra, così puoi personalizzare la tua esperienza di benessere in tutta tranquillità.

Un altro vantaggio? Puoi accedere alla SPA già dalle 11:00 il giorno del check-in, senza dover aspettare il pomeriggio. Il pacchetto è disponibile per soggiorni di almeno tre notti e include anche un regalo esclusivo a tema SPA, un piccolo dettaglio pensato per prolungare il relax anche dopo la partenza. E per i membri del Blue Spirit Club, c’è un 5% di sconto aggiuntivo.

Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Camere e suite, un lusso che sa di casa

Hai mai sognato di dormire in un vero castello affacciato su un lago da cartolina? Al Falkensteiner Schlosshotel Velden, questo sogno diventa realtà. Le 105 camere e suite sono un perfetto equilibrio tra fascino storico e comfort moderno, con arredi eleganti e una vista spettacolare sul giardino del castello o sulle acque cristalline del Lago Wörthersee.

Qui ogni dettaglio è pensato per il tuo benessere: dal pannello touchscreen per controllare la stanza con un tocco, alla TV integrata nel letto, fino alla doccia a pioggia e ai raffinati bagni in marmo. Ogni spazio è un connubio perfetto tra l’atmosfera fiabesca del passato e le tecnologie più innovative, per un soggiorno che ti farà sentire davvero speciale.

Benessere al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Piscina riscaldata al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Un viaggio nei sapori, la cucina gourmet dell’hotel

La gastronomia è un altro dei punti di forza dello Schlosshotel Velden. I ristoranti presenti all’interno della struttura propongono una cucina raffinata che celebra i sapori della Carinzia e della regione Alpe-Adria, con un tocco di creatività giapponese.

Puoi iniziare la giornata con una ricca colazione con vista sul lago, per poi concederti un pranzo o una cena indimenticabile al Seespitz Restaurant & Living, direttamente sulla terrazza sul lago. Oppure, puoi optare per i piatti gourmet del Salons Restaurant & Atelier, dove il concetto di slow food viene reinterpretato in chiave artistica. Per un’esperienza più informale, il Beach Club & Spa Bistro, in collaborazione con Mochi Vienna, propone piatti leggeri e saporiti, perfetti per un pranzo rilassato dopo una giornata di benessere.

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Le città più visitate d’Italia (apprezzate più dagli stranieri che dagli italiani)

Secondo una ricerca condotta da Visit Italy, portale dedicato alla promozione e valorizzazione turistica italiana, su un campione di 3.000 viaggiatori da giugno a settembre 2024, l’Italia continua a essere una delle destinazioni più amate dai viaggiatori di tutto il mondo, posizionandosi al quinto posto tra le mete più visitate a livello globale.

Italia, meta desiderata

Le città d’arte italiane, con il loro straordinario patrimonio culturale, attraggono milioni di visitatori ogni anno, e sono tra le mete più desiderate dagli stranieri. Ma le tendenze paiono contrastanti perché il turismo internazionale è in crescita del 4,6%, mentre si nota un calo dell’1,2% per il turismo interno, con sempre più connazionali orientati verso destinazioni estere, a discapito del Bel Paese.

Le brutte notizie non finiscono qui: secondo l’indagine infatti il turismo si concentra principalmente su pochi centri, e solo il 5% dei viaggiatori si avventura verso destinazioni meno note, lontano dal turismo di massa e alla ricerca di esperienze più autentiche e personalizzate. Questa tendenza contribuisce inevitabilmente all’aumento della pressione sulle località più famose e alle problematiche legate al turismo di massa e all’overtourism.

Il fascino delle città d’arte, la classifica

Secondo i dati di Visit Italy, nel 2024 il settore turistico ha registrato un totale di 448,7 milioni di presenze, con un incremento dei flussi internazionali pari all’1,4%. La stragrande maggioranza dei viaggiatori sceglie l’Italia per il suo patrimonio culturale e artistico, con una netta preferenza per le città d’arte. Firenze risulta la più visitata, superando persino Roma, grazie all’inestimabile valore delle sue opere d’arte e alla ricchezza storica del centro rinascimentale. Napoli, con la sua vitalità e le sue bellezze affacciate sul Golfo, ha scalzato Venezia, guadagnando sempre più popolarità tra i turisti internazionali. Milano, invece, ha consolidato il suo ruolo di capitale culturale e del design, superando Palermo tra le mete più gettonate. Un fenomeno interessante è anche l’ascesa di Bari, che si sta affermando come una nuova destinazione emergente, attirando visitatori grazie alla sua combinazione di tradizione, cultura e bellezze naturali.

Le presenze turistiche nel 2023

I dati  sono un po’ cambiati rispetto al 2023, che, secondo Istat vedevano Roma come la principale destinazione dei flussi turistici in Italia, con circa 37,3 milioni di presenze, pari all’8,3% del totale nazionale. Venezia si trovava al secondo posto con 12,6 milioni di presenze, seguita da Milano con circa 12,5 milioni. Firenze, con oltre 8,9 milioni di presenze, era in quarta posizione tra le città più visitate del Paese: un bel salto per la città toscana.

La scalata di Napoli era già iniziata nel 2023, guadagnando cinque posizioni rispetto al 2022, per passare dal diciassettesimo al dodicesimo posto nella classifica nazionale, con oltre 3,6 milioni di presenze.

Oltre alle grandi città, tra i primi 50 comuni italiani per presenze turistiche, secondo la statistica 2023, figuravano anche destinazioni di piccole dimensioni, ma con un forte richiamo turistico. Località come Lazise, Lignano Sabbiadoro, Bardolino, Castelrotto, Castiglione della Pescaia, Grado, Selva di Val Gardena, Livigno, Badia e Sirmione, pur avendo meno di 10.000 residenti, avevano superato il milione di presenze turistiche ciascuna.

Le attrazioni più visitate

Oltre a esplorare le città, i viaggiatori dimostrano una chiara predilezione per alcuni monumenti simbolo della cultura italiana. Tra i luoghi più visitati, il Palazzo Ducale di Venezia si distingue con oltre il 12% delle preferenze dei turisti che scelgono di vivere un’immersione nella storia della Serenissima. La Cattedrale di Firenze, con il suo maestoso Duomo, rappresenta un’attrazione imprescindibile per più del 10% dei visitatori, mentre il Duomo di Milano, con le sue guglie imponenti, raccoglie il 9,8% delle scelte.

Le sfide del turismo italiano

Se da un lato il turismo nelle città d’arte italiane continua a crescere, dall’altro si affacciano nuove sfide legate alla gestione dei flussi e alla sostenibilità. La concentrazione delle visite su poche mete mette sotto pressione la capacità ricettiva di alcune città, con Firenze che in particolare fatica a sostenere l’elevata domanda turistica. Inoltre, il turismo di massa porta con sé problematiche legate alla tutela del patrimonio artistico, alla gestione del sovraffollamento e all’aumento del costo della vita per i residenti.

Per affrontare queste sfide, si stanno sviluppando strategie di diversificazione dell’offerta turistica, promuovendo itinerari alternativi e incentivando i viaggiatori a scoprire destinazioni meno note, ma altrettanto ricche di storia e cultura. La promozione del turismo sostenibile diventa quindi una priorità, con l’obiettivo di distribuire in modo più equilibrato i flussi turistici e garantire un’esperienza autentica e rispettosa del territorio.

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Fai un pieno di “Vitamin T”, il trend di viaggio che ti cambia la vita

Viaggiare? Non è più solo un hobby, uno svago o un momento di stacco dalla routine. Sempre più persone ritengono l’esplorazione di luoghi lontani una sorta di cura, una vera e propria medicina per l’anima che possa migliorare la qualità di vita. Ecco perché, secondo Kayak, il nuovo trend di viaggio si chiama Vitamin T, iniziale di “travel”, ovvero viaggio in inglese. Il benessere è al centro di tutto e per questo le strutture ricettive si stanno adeguando. Spa, vasche idromassaggio e centri olistici sono ormai tra i servizi più richiesti… approfondiamo insieme la nuova tendenza e tutto ciò che c’è da sapere.

Cos’è il trend di viaggio Vitamin T

Uno degli ultimi Trend di viaggio? Secondo Kayak si chiama Vitamin T e con questa lettera si indica “travel”, ovvero viaggio. Non si tratta, dunque, di un integratore da assumere con abbondante acqua ma di un approccio rivoluzionario al tema vacanze che vuole portare l’attenzione su quanto possa essere importante staccare la spina, magari concedendosi un momento di relax. Più che una semplice pausa dalla routine, la vacanza diventa un intervento di benessere attivo, un toccasana per corpo, mente e spirito.

La nuova visione? È già pronta a diffondersi a macchia d’olio per chi vuole più di una semplice cartolina da condividere sui social. Secondo i nuovi studi condotti da Kayak, entro il 2030 la Vitamin T sarà una vera e propria necessità, non un lusso. Mettiamo da parte dunque massaggi, creme antirughe e tisane: il vero trattamento capace di dare un benessere generale è viaggiare. Il miglior modo di sentirsi giovani, dunque, potrebbe essere prenotare un nuovo volo.

I migliori luoghi per praticare il trend di viaggio Vitamin T

Il successo crescente del trend di viaggio Vitamin T non è casuale ed entro il 2030, come da studi, promuoverà un bisogno che non sarà più ritenuto un lusso ma una vera e propria necessità per ogni tipo di viaggiatore. Ritrovare benessere, connessione e consapevolezza va oltre il semplice dire addio allo stress e riempire gli occhi di cose belle. Devi sapere però che non è un trend difficile da mettere in pratica e che è sicuramente personalizzabile. Per poterlo fare devi chiederti cosa ti fa davvero stare bene: il silenzio della natura? Il mare? Una pratica spirituale? Una riconnessione con il corpo attraverso lo sport? Vediamo insieme quali sono i luoghi consigliati e qualche opzione da prendere in considerazione.

Sedona in Arizona

Tra le mete simbolo della Vitamin T c’è Sedona, in Arizona. Si tratta di uno degli angoli più suggestivi degli Stati Uniti: incastonato tra le rocce e paesaggi desertici, è considerato da molti viaggiatori un centro di energia spirituale. Il motivo? La forte connessione con la natura: escursioni nei canyon, yoga all’aperto, meditazione tra le rocce e sessioni di guarigione energetica fanno parte del quotidiano. Molti visitatori partecipano a drum circle serali o workshop di crescita personale, rientrando a casa con una nuova visione di sé.

Sedona in Arizona

Fonte: iStock

Sedona in Arizona è tra i luoghi perfetti per seguire il trend di viaggio sulla vitamina T

Ojai in California

La California non è solo surf, spiagge e vita mondana: una località come Ojai è destinata a diventare top per il trend Vitamin T. La cittadina, nota per essere tra i luoghi migliori dove praticare yoga, non è molto estesa in termini di dimensioni ed ha i monti Topatopa che la abbracciano per celare un luogo sicuro in cui riconnettersi in modo autentico con la natura trovando un ritmo proprio. Studi di yoga, erboristerie, ristoranti healthy costellano le vie centrali ma a tutto ciò si aggiungono attività come quella del forest bathing o le escursioni nel Los Padres National Forest dove ogni attività è pensata per rigenerare il corpo e alleggerire la mente.

Big Sur in California

Secondo luogo top in California è Big Sur che con la sua costa frastagliata è già diventata una meta iconica. Le onde blu dell’oceano e gli alberi di sequoia custodiscono il centro benessere Esalen Institute datato anni ’60 che da diversi decenni si mostra all’avanguardia nella promozione della guarigione olistica. Viene consigliato per poter partecipare a seminari di meditazione, corsi di consapevolezza corporea, cerimonie sciamaniche o semplicemente contemplare le balene che nuotano al largo mentre pedali lungo la costa. È un luogo dove il tempo rallenta e la profondità dell’esperienza prende il posto della velocità del mondo moderno.

Sedona in California

Fonte: iStock

Big Sur è tra i paradisi della California dove prenotare una vacanza all’insegna della vitamina T

Isola Saint Croix nei Caraibi

A vederla in foto sembra un posto da sogno ed effettivamente l’isola Saint Croix appartenente all’arcipelago delle Vergini ha molto da offrire. Con i colori tipici dei Caraibi è la meta top per chi sogna il mare come medicina. Yoga vista oceano, sport acquatici e paesaggi incontaminati fanno da cura per l’anima. Si possono organizzare numerose escursioni e attività sfruttando la connessione con gli elementi.

Rincón a Portorico

Altrettanto suggestivo e consigliato Rincón: una destinazione amatissima dai surfisti nella zona occidentale di Portorico. La meta, perfetta per chi cerca un viaggio trasformativo, alterna sport acquatici a momenti di silenzio senza dimenticare i mercati degli agricoltori con prodotti biologici dal gusto unico. Il leitmotiv? Il ritmo lento che è la regola per godersi a pieno la vitamina T.

Insomma, la Vitamin T è molto più di una tendenza: possiamo definirla un cambiamento culturale profondo che accelera con un cambiamento che culminerà nel 2030 come segnalato dalla ricerca. Non si tratta più di “scappare” dalla quotidianità, ma di immergersi in esperienze significative, capaci di rigenerare, ispirare e trasformare.

La nuova consapevolezza si riflette nel modo in cui scegliamo le nostre mete, nelle attività a cui partecipiamo, persino nel tipo di connessioni umane che cerchiamo mentre siamo lontani da casa. La Vitamin T spinge verso una visione più intenzionale e profonda del viaggio, dove ogni passo, ogni respiro e ogni scoperta ha un valore aggiunto. Insomma, la vera rivoluzione non è tanto nel numero di chilometri percorsi ma in ciò che la vacanza è in grado di lasciare dentro di noi: una nuova energia, una mente più lucida, un corpo più in armonia e uno spirito rinnovato. E se tutto questo fosse davvero il segreto per vivere meglio e più a lungo? Forse è il momento giusto per fare il pieno di Vitamina T.

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Perché la primavera è la stagione ideale per scoprire le Isole Baleari

Le Isole Baleari sono spesso associate alle classiche estati mediterranee, tra spiagge dove prendere il sole, tramonti mozzafiato e feste con DJ in terrazza. Eppure, la bassa stagione ha il potere di rivelare l’anima più tranquilla di queste mete spagnole, in particolare la primavera: in questo periodo potrete godervi i percorsi di trekking e di cicloturismo, scoprire le zone umide, considerate un vero paradiso per gli amanti del birdwatching, e approfondire il loro patrimonio culturale.

Temperature ideali per fare trekking

D’estate, le temperature alle Isole Baleari possono diventare particolarmente elevate e non proprio adatte per fare trekking, a meno che non decidiate di cominciare alle prime ore del mattino! In primavera, invece, le temperature medie si aggirano intorno ai 18-25 gradi, perfetti per intraprendere i sentieri costieri o quelli che attraversano i paesaggi costellati di uliveti.

Tra questi, vi consigliamo la lunga Ruta de Pedra en Sec a Maiorca, che vi permetterà di immergervi nella selvaggia Serra de Tramuntana, protetta dall’UNESCO, combinando panorami mozzafiato, villaggi artistici e paesaggi montuosi.

Oppure, a Menorca potreste percorrere tutto o una parte del Camí de Cavalls, un sentiero storico che segue la costa dell’isola da cima a fondo per ben 185 chilometri suddivisi in 20 tappe segnalate. Il percorso, fattibile sia a piedi che in bicicletta o a cavallo, offre l’opportunità di scoprire le calette e le spiagge più idilliache, spazi naturali come s’Albufera des Grau o il Cap de Favaritx, torri difensive o zone umide.

Trekking Maiorca

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Sentiero panoramico a Maiorca

Visitare le città senza troppa folla

Bassa stagione significa anche meno turismo. Le temperature piacevoli e le strade non ancora troppo affollate, vi permetteranno di assaporare la bellezza delle vie di Palma, Alcúdia o Pollença a Maiorca e di gustare una meravigliosa paella in riva al mare o su una delle terrazze della città.

Anche Ibiza inizia a risvegliarsi in primavera: le giornate si allungano e si fanno più calde, rendendo possibile un tuffo nelle sue calette paradisiache. Questo è anche il periodo perfetto per visitare i monumenti, come le mura rinascimentali di Dalt Vila, l’insediamento fenicio di Sa Caleta o il Puig des Molins. Inoltre, una visita ai suoi mercatini hippy è d’obbligo.

Prezzi bassi suoi voli: l’offerta easyJet

La primavera è considerata bassa stagione, ciò significa che potrete organizzare il vostro viaggio alle Isole Baleari con un budget ridotto rispetto all’estate, soprattutto in destinazioni molto visitate come Maiorca e Ibiza. Inoltre, potete sfruttare anche le offerte sui voli, come quelle proposte dalla compagnia easyJet: con la promozione appena lanciata, potrete volare verso Maiorca, Minorca e Ibiza con voli a partire da 23,99 euro.

Alcuni dei voli più economici sono diretti a Palma di Maiorca e partono da Milano Linate (da 32,99 euro nel mese di giugno) e da Milano Malpensa (18,99 euro a maggio). Se invece volete volare a Ibiza, le offerte più convenienti partono ad aprile da Napoli, con biglietti da 27,99 euro, e a maggio da Milano Malpensa, con biglietti a partire da 18,99 euro.

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Le Isole Brioni: un vero paradiso terrestre in Istria

Stai valutando l’Istria come meta per un long-weekend o come tappa di un on the road per le tue vacanze? Se stai cercando un’esperienza fuori dal comune, le Isole Brioni possono essere proprio quella sorpresa che non ti aspetti. Un angolo di natura selvaggia, un paradiso terrestre che si affaccia sul mare Adriatico capace di portare quiete e relax anche nelle anime più stressate. Qui il tempo rallenta e tutto diventa un invito a godersi un momento per sé, in compagnia delle onde del mare e dei profumi della macchia mediterranea. Ma cosa c’è da vedere in questo posto così magico? Ecco una guida completa sui luoghi da non perdere in questa perla della Croazia.

Prima di tutto cosa sono le Isole Brioni?

Le Isole Brioni sono un’arcipelago composto da 14 isole sparse in un raggio di pochissimi chilometri a nord-ovest da Pola, in Croazia. Le isole furono abitate sin dai tempi antichi ma iniziarono a ottenere interesse e riconoscimento a partire dal 1893, anno in cui vennero acquistate da un benestante industriale austriaco che le volle trasformare in una zona lussuosa di villeggiatura e metterle a disposizione delle figure più illustri dell’epoca. Dopo una serie di passaggi di proprietà che videro coinvolte prima l’Italia e poi la Jugoslavia, nel 1945 divennero la dimora estiva di Tito diventando il palcoscenico di grandi eventi e cerimonie per attori e figure di spicco della società come ospiti del presidente Jugoslavo. A partire dal 1983, le isole vennero insignite del titolo di Parco Nazionale e aperte a tutto il pubblico e non solo alle élite. Tuttavia, l’impronta esclusiva e lussuosa che ne ha plasmato l’identità non è andata perduta, pertanto i costi degli alloggi qui sono abbastanza elevati. Se la tua idea di viaggio si sposa maggiormente con la filosofia del low-cost nessun problema, puoi goderti la magia delle Isole Brioni con una gita di un giorno partendo da Fazana, un piccolo villaggio di pescatori dal quale partono le escursioni per l’arcipelago. Le isole sono quattordici ma solo una è aperta ai visitatori: l’Isola Maggiore.

Tutte le meraviglie da vedere alle Isole Brioni

Se è vero che si può visitare un’isola soltanto, è anche vero che questa è così ricca di cose da vedere e di esperienze da provare che saprà riempire la tua giornata di incredibili scoperte. L’arcipelago, infatti, non solo è uno spettacolare rifugio naturale, ma è anche un vero e proprio scrigno di tesori da esplorare; dai paesaggi incontaminati alle testimonianze del passato, qui ce n’è davvero per tutti i gusti. Di seguito trovi alcune delle cose da non perdere assolutamente.

Il Parco Safari delle Isole Brioni in Istria

L’attrazione più inaspettata e stravagante dell’intero arcipelago: il Safari Park. Un parco naturale che si estende per un’area recintata di nove ettari dove specie autoctone delle Brioni convivono con esemplari provenienti dal Sudamerica, Africa e Asia. In passato questa zona veniva utilizzata da Tito come riserva di caccia privata e molti degli animali esotici del parco non sono altro che regali fatti al presidente e introdotti da lui stesso nell’habitat. Il Safari si può fare solo a bordo di un trenino dal quale potrai ammirare struzzi, pavoni, zebre, zebù e molti altri animali. Ma la vera celebrità del parco è Lanka: un’elefantessa indiana donata a Tito nel 1972 dalla prima ministra indiana Indira Gandhi. Se vuoi visitare il parco, il costo del biglietto è di 35 euro per gli adulti e 15 per i bambini sopra i 7 anni. I minori di 7 anni non pagano l’ingresso.

L’Ulivo più antico del mediterraneo

Un vero e proprio monumento naturale. Uno studio condotto negli anni ’60 sulla sua corteccia ha dimostrato come quest’albero abbia un’età stimata di più di 1600 anni e, per tale motivo, è considerato uno degli ulivi più antichi di tutto il mediterraneo. La sua veneranda età non gli impedisce di produrre ancora i suoi frutti tanto che, ogni anno, vengono raccolti e ne viene prodotto un olio molto pregiato. L’ulivo si trova immerso in un paesaggio incontaminato, placido e tranquillo che ne esalta la sua maestosità e che sottolinea il suo carattere forte e resiliente. Molto più di un simbolo di longevità, questo ulivo custodisce il legame millenario tra gli abitanti di questa regione e la natura.

Il sentiero dei dinosauri

Impronte di dinosauro alle Isole Brioni in Istria

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Una delle 200 impronte di dinosauro rinvenute alle Isole Brioni

Ogni volta che senti la colonna sonora di Jurassic Park ti viene un nodo nostalgico allo stomaco e torni immediatamente bambino? Allora non puoi perderti il sentiero dei dinosauri! In questa zona sono state rinvenute più di 200 impronte fossili di dinosauri risalenti a circa 130 milioni di anni fa. Le impronte si sono conservate perfettamente nella roccia calcarea e sono riconducibili a diverse specie di dinosauri tra cui:

  • Teropodi: esemplari carnivori bipedi simili al T-Rex.
  • Sauropodi: grandissimi erbivori dal collo lungo come, ad esempio, il Brachiosauro.
  • Ornitopodi: esemplari erbivori di dimensioni più ridotte come l’Iguanodonte.

Il pappagallo Koki

Il pappagallo Koki è un’altra delle tante attrazioni che attirano l’interesse dei visitatori: un esemplare di cacatoa bianco con la cresta gialla, donato come regalo di compleanno da parte di Tito alla nipote. Koki è un abilissimo imitatore, capace di riprodurre suoni e parole e, con i suoi 50 anni di vita, è uno degli animali più longevi delle Isole Brioni. Questo simpatico animaletto è così amato che è presente in moltissime foto con celebrità del mondo dello spettacolo e con figure politiche.

Il giardino mediterraneo

Il giardino mediterraneo venne costruito nel 2007 nell’area di un ex-vivaio che si estende per 17.000 metri quadri. Un angolo di pace e biodiversità che ospita più di 170 specie vegetali e che nasce con un duplice intento:

  • Preservare e valorizzare la flora mediterranea, concentrandosi principalmente sulla conservazione delle specie autoctone.
  • Educare i visitatori sulla ricchezza del patrimonio botanico dell’area delle Isole Brioni.

Alberi secolari, piante spontanee, autoctone o esotiche, qui si trovano moltissime specie anche utilizzate da secoli nella cultura e nella cucina tradizionale locale.

La casa delle barche

Dopo aver esplorato i luoghi d’interesse di stampo naturalistico, è arrivato il momento di spostarci verso le attrazioni di carattere storico e culturale. Tra queste c’è sicuramente la Casa delle Barche, un piccolo gioiellino storico che parla del legame degli abitanti delle Isole Brioni con il mare e la navigazione. L’edificio, in stile secessionista austro-ungarico, fu costruito nel 1902 come protezione delle barche.  Questa casa veniva chiamata anche “Casa del Dottore” poiché al piano superiore c’era una farmacia, l’ambulatorio di un medico e l’appartamento dove viveva con la sua famiglia. Oggi la casa ospita una mostra permanente sull’Isola.

Il museo di Tito

Per entrare nel vivo della storia di questo straordinario arcipelago, ti consigliamo di visitare il museo di Tito che racconta l’epoca d’oro delle Isole Brioni e che si concentra sull’ex-leader della Jugoslavia Josip Broz Tito. Questo spazio, situato all’interno del Centro Culturale di Brioni, raccoglie testimonianze fotografiche, oggetti e documenti legati a questa importante figura politica. Tra le cose che puoi ammirare in questo museo trovi:

  • Oggetti personali e regali ricevuti da figure di spicco e celebrità.
  • I modelli delle sue barche e vari manufatti che testimoniano il suo amore per il mare.
  • Animali imbalsamati regalati al leader e che, dopo essere morti per cause naturali, vennero imbalsamati come tributo al Parco Safari.

Questo tuffo tra le sale del museo ti darà la possibilità di scoprire il ruolo di queste isole nel loro periodo di massimo splendore e l’importanza che hanno avuto nella storia del ‘900 e, soprattutto, nella storia della Jugoslavia.

La Cadillac di Tito

Nessuno visita le Brioni senza vedere anche solo velocemente la Cadillac Eldorado Cabriolet verde scuro che venne donata a Tito nel 1953. La Cadillac, della lunghezza di 5,6 metri e con un motore V8 da 210 cavalli, è un vero simbolo di lusso e prestigio e venne utilizzata dal presidente in persona per muoversi nell’isola e accompagnare capi di stato, star del cinema e leader politici internazionali. Un fatto interessante di questa attrazione è che la vettura è ancora perfettamente funzionante e viene utilizzata in occasioni speciali. Per vederla ti basterà raggiungere il museo di Tito e goderti un capolavoro dell’ingegneria americana perfettamente conservato e che offre una fotografia precisa di un’epoca passata.

I reperti archeologici

Vista aerea del Castrum Romano alle Isole Brioni

Fonte: iStock

I resti del Castrum romano alle Isole Brioni, in Istria

Le Isole Brioni sono disseminate da reperti archeologici. Un primo assaggio lo abbiamo avuto con il sentiero dei dinosauri sul quale possiamo ritrovate oltre 200 impronte di questi antenati così affascinanti ma, in realtà, ci sono anche altri siti archeologici di grande interesse storico e che meritano assolutamente una visita.

  • Il castrum romano: una delle meraviglie dell’isola principale dell’arcipelago delle Brioni. Situato sulla costa occidentale, si tratta di un insediamento fortificato di epoca romana capace di raccontare una storia unica che inizia nell’antichità e si protrae fino al Medioevo, l’insediamento infatti venne abitato per oltre 1000 anni. Il Castrum sorse in una posizione strategica, vicino al mare, ed era costituito da ville patrizie, botteghe e impianti termali definendo le Isole Brioni un luogo di lusso sin dai tempi dell’Impero Romano. Nel Medioevo, l’area venne utilizzata per scopi abitativi per poi essere abbandonata forse per motivi di salute. L’abbandono dell’area ne ha permesso l’ottima conservazione dei resti, cosa che difficilmente accade per gli insediamenti che hanno visto una continuità abitativa nel tempo. Consigliamo una visita al castrum per immergerti completamente nella storia dell’Isola e immaginare come vivevano mercanti, nobili e artigiani dell’epoca. Se sei un amante dell’archeologia e della storia antica questa è decisamente una tappa da non perdere.
  • La Baia di Verige: un’altra delle gemme di questo meraviglioso arcipelago. Una baia di enorme bellezza dove il blu del mare si fonde con i fasti dell’antica Roma restituendo un sito d’interesse storico e paesaggistico da togliere il fiato. La baia si trova sulla costa ovest dell’Isola Maggiore e ospita i resti di una lussuosissima villa romana la cui costruzione ebbe inizio nel 1° secoldo a.C. e che raggiunse il suo massimo splendore nel 1° secolo d.C. Appartenuta con grande probabilità a una ricca famiglia patrizia, si estende per oltre un chilometro ed era impreziosita da terrazze panoramiche, templi dedicati alle divinità, aree termali e un porticciolo privato. Oggi puoi vedere i resti della villa, le colonne, alcuni pezzi di mosaico che decoravano gli edifici, le terme e un paesaggio mozzafiato immerso nella natura incontaminata.
  • La Chiesa di Santa Maria: la chiesa, realizzata per gli abitanti del castrum romano adiacente, era composta da tre navate a pianta rettangolare. La sua peculiarità risiede nella forma del santuario con abside rettangolare e, ancora oggi, si possono vedere la base dell’altare e un piccolo lapidario con numerosi reperti. Vicino alla basilica sorgeva anche un cimitero paleocristiano e un convento benedettino.

Le spiagge

Infine, per concludere al meglio il nostro viaggio alle Isole Brioni, ti portiamo sulle meravigliose spiagge di questo arcipelago. Un angolo di paradiso incredibile per chiunque ami il mare e per tutti quelli che prediligono le mete meno inflazionate. Spiagge sabbiose si alternano a insenature rocciose o scogliere capaci di regale scenari mozzafiato e con un acqua così turchese da invogliare chiunque a fare un tuffo. Tra le spiagge più famose citiamo Verige, tranquilla e ricca di vita marina da scoprire con maschera e boccaglio; Brioni, lontana dalla folla per una giornata all’insegna del relax più totale. Se invece cercate la solitudine per avere un contatto incontaminato con la natura circostante, allora ti consigliamo di fermarti nella baie più nascoste e meno frequentate. In generale, tutte le spiagge sono incastonate in una vegetazione lussureggiante che le rende un ottimo punto di partenza, o di arrivo, per escursioni e passeggiate nella natura.

Con questa guida ti abbiamo raccontato tutte le cose da vedere alle Isole Brioni, in Istria. Un angolo di mondo dove storia e natura s’intrecciano in un abbraccio indissolubile tessendo una trama di storie antiche e moderne che ti riempirà il cuore. Dai reperti archeologici romani, alle impronte dei dinosauri; dal Safari Park al museo di Tito, le Isole Brioni sono la meta perfetta per chi è alla ricerca di un luogo dove appagare la propria sete di scoperta e la voglia di rilassarsi in mezzo alla natura più autentica.

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I luoghi di Iddu, il film con Elio Germano e Toni Servillo sul latitante Matteo Messina Denaro

Una Sicilia assolata e polverosa fa da sfondo a Iddu, il film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia che porta sullo schermo un ritratto del famoso latitante Matteo Messina Denaro. Toni Servillo ed Elio Germano guidano la scena nei panni dei due protagonisti principali, muovendosi tra location caratteristiche della regione, perfette come sfondo di una storia criminale avvincente, drammatica e autentica. La produzione ha scelto di girare gran parte del film in alcuni luoghi natali del boss siciliano, tra la provincia di Trapani e Palermo. “L’ispirazione iniziale per Iddu sono stati i numerosi pizzini ritrovati nel corso dei tanti, troppi, anni della latitanza di Matteo Messina Denaro, prima del suo arresto. Attraverso queste insolite lettere gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari, ma i pizzini trascendevano la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere la sua personalità e il mondo insensato, tragico e ridicolo, che nel latitante si specchiava e intorno a lui volteggiava spericolatamente” hanno dichiarato gli autori.

Matteo Messina Denaro è stato arrestato nel gennaio 2023 dopo una trentennale latitanza ed è deceduto 8 mesi dopo. La sceneggiatura del film è liberamente ispirata dal carteggio del 2004 tra il latitante e l’ex sindaco di Castelvetrano e dal contesto tragico e ridicolo che emerge da quelle lettere. Ne viene fuori una commedia nera che ha come protagonisti Matteo, interpretato da Elio Germano e il personaggio immaginario di Catello Palumbo interpretato da Toni Servillo.

La trama di Iddu

Siamo nella Sicilia dei primi anni 2000 quando, dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande latitante di mafia in circolazione, l’uomo coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio.

Iddu cast

Fonte: Ufficio stampa

Elio Germano e Toni Servillo nel film Iddu

Dove è stato girato

Iddu è stato girato nella provincia di Trapani, alternando interni a suggestive riprese nella Riserva Naturale del Fiume Belice e nei dintorni del Parco archeologico di Selinunte, ma alcune scene sono state girate anche a Salemi e Sciacca. Girato principalmente in interni, il film mostra comunque alcuni paesaggi naturali.

Sciacca e Selinunte

A Sciacca, in particolare, alcune scene sono state realizzate all’interno della struttura del Mangia’s Torre del Barone Resort, strutturato di recente e diventato un hotel di lusso a 5 stelle. I registi volevano sottolineare la vita agiata del boss in Sicilia negli anni 80, mentre costruiva la sua fortuna nell’ombra e hanno selezionato alcune location che raccontano la sua condizione nel periodo migliore e poi nella latitanza. Il paese di Sciacca sembra tuffarsi nel mare con un centro storico racchiuso tra le mura e un reticolo di vicoli ciechi e cortili in stile arabo.

I romani lo chiamavano Terme Selinuntine perchè nacque come stabilimento termale dipendente dalla vicina Selinunte. Passeggiando per Sciacca si può ammirare il Palazzo Steripinto realizzato da Carlo V d’Asburgo e ammirare la produzione ceramica artigianale. Questa cittadina si può dividere in tre quartieri adagiati su piani di roccia inclinati verso il mare: il primo tra la piazza Scandaliato e Corso Vittorio Emanuele e via Licata; il quartiere di Terravecchia d’impronta araba con tante stradine e delimitato da una cinta muraria bastionata; e infine il quartiere dei marinai e vasai ceramisti. Da non perdere una visita al Castello Luna.

Sciacca

Fonte: iStock

Sciacca in Sicilia

Riserva Naturale del Fiume Belice

La Riserva Naturale Foce del Fiume Belice rappresenta un territorio costiero da non perdere a livello naturalistico. Si estende per 5km tra Marinella di Selinunte e Porto Palo di Menfi ed è considerata una delle zone costiere siciliane meglio tutelate. L’ambiente è umido e ricco di vegetazione palustre e nidificano molte specie di uccelli. Le dune sabbiose modellate dal vento e dalla forza del mare, creano un paesaggio suggestivo e ospitano una fauna interessante. Per esempio qui nidifica la tartaruga marina Ceretta Caretta, una specie minacciata nel Mediterraneo.

Salemi

Salemi è una piccola città arabo-medievale nel cuore della Valle del Belice, in provincia di Trapani. Prima Capitale del Regno d’Italia, questo luogo magico con una storia antica, ha visto Garibaldi sventolare il tricolore dalla torre del castello. Un evento documentato da un regio decreto custodito nel Polo mussale cittadino. Nei secoli molte civiltà se la sono contesa, come i Greci, gli Elimi, i Romani, i Bizantini, ma il nome Salemi è opera degli Arabi. Da vedere se capitate da queste parti è sicuramente il Castello Normanno Svevo, la Chiesa Matrice, il Museo del Risorgimento, il Museo della Mafia e l’ex Collegio Gesuitico.

Salemi
L’antica città di Salemi in Sicilia

Trapani

Trapani è una città siciliana molto nota che si trova ai piedi del Monte Erice e tra due mari. Il centro storico denuncia le varie dominazioni nel corso dei secoli, ma le strade più antiche sono via Garibaldi, Corso Italia e Corso Vittorio Emanuele. Se si visita Trapani tra le cose da vedere c’è la Torre di Ligny, uno dei simboli della città costruita durante la dominazione spagnola che offre una vista bellissima sul Canale di Sicilia e il mar Tirreno e ospita il Museo Civico della Preistoria. Poi la Torre dell’Orologio è la porta più antica della città e sulla facciata presenta un orologio del 1596 con due quadranti circolari.

La Chiesa del Purgatorio custodisce 20 gruppi scultorei chiamati i “Misteri” che raccontano la Passione di Cristo, mentre la Chiesa di Sant’Agostino è l’ex Cappella dei Templari costruita vicino alla cinta muraria medievale e dedicata a San Giovanni Battista in un primo momento. Da vedere a Trapani poi anche la Cattedrale di San Lorenzo Martire, la Fontana di Saturno nella piazzetta della Chiesa di Sant’Agostino, il Museo Pepoli con opere siciliane dal XIII e XIX secolo e Villa Margherita, un parco urbano aperto al pubblico dal 1889. Se si è in auto si può infine spostarsi di circa mezz’ora da Trapani per visitare le Saline di Marsala e Mozia che offrono un tuffo nel passato con una laguna poetica ed evocativa che regala un tramonto bellissimo.