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Venezia: ecco dove si trova il murale di Banksy

Succede all’improvviso, e inaspettatamente, in Italia così come nel resto d’Europa. Gli abitanti delle città scelte, e privilegiate in un certo qual modo, si risvegliano l’indomani con una grandiosa e straordinaria opera d’arte, quella che porta la firma di Banksy. Del resto è questo il modus operandi di uno degli street artist più acclamati e famosi del nostro secolo, quello di agire all’ombra della Luna, la cui identità resta avvolta da un mistero che sembra non avere soluzione.

Ed è successo anche a Venezia nel maggio del 2019, in concomitanza con l’inaugurazione della Biennale d’Arte, dove l’artista ha creato il murale del Bambino Migrante. Da quel momento in poi la Serenissima, insieme a Napoli, si è guadagnata l’onere e l’onore di ospitare e preservare il raro passaggio dello street artist nel Bel Paese.

Il capolavoro, ancora oggi visibile sulla parete esterna di un edificio veneziano anche se a rischio deterioramento, raffigura un naufrago bambino abbigliato con un giubbotto salvagente mentre tiene in mano una torcia. Un’immagine simbolica, e molto intensa, con il quale l’artista ha voluta ancora una volta affrontare un tema sociale molto delicato per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ma dove si trova il murale di Banksy a Venezia? E come si raggiunge?

Venezia, il Bambino Migrante

La storia del Bambino Migrante, oggi al centro del dibattito tra le istituzioni per la sua salvaguardia e per il rischio di deterioramento, risale al 2019. Quando i cittadini di Venezia si sono risvegliati quel giorno di maggio con un nuovo stencil in città, il pensiero è andato subito a Banksy. Del resto i dettagli e la cifra stilistica riconducevano proprio all’opera del misterioso artista. Eppure lui non ha riconosciuto il murale, almeno non subito. Lo ha fatto dopo tre settimane, attraverso il suo profilo Instagram, pubblicando due foto del Bambino Migrante e rivendicando, così, la paternità dell’opera.

Da quel momento in poi, il murale presente sull’edificio veneziano, si è trasformato in un tesoro per la città, nonché in un’attrazione turistica per tutti coloro che giungono in visita a Venezia. Eppure, quel gioiello di inestimabile valore, rischia di scomparire, di deteriorarsi in maniera irreversibile a causa della forte umidità e dell’esposizione agli agenti atmosferici.

Come raggiungere l’opera di Banksy

Nelle ultime settimane, sono stati in molti a interessarsi al Bambino Migrante e al futuro di quel capolavoro di street art, diventato ormai fragile a causa delle intemperie e dell’umidità. Alla fine, dopo molte discussioni, è stato deciso di restaurare l’opera con fondi privati.

Intanto, i cittadini di Venezia e tutte le persone che hanno in mente di visitare la Laguna, possono ammirare il Bambino Migrante recandosi a Dorsoduro, il quartiere universitario della città. È qui che l’opera è stata creata da Banksy su un palazzetto che affaccia direttamente su Rio de Ca Foscari.

Il consiglio, per ammirare il Bambino Migrante in tutto il suo splendore, è quello di raggiungere Campo San Pantalon, dove domina l’omonima chiesa, e di salire sul ponte in pietra. Da qui è possibile godere di una vista privilegiata sulla parete dove campeggia l’opera di Banksy.

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Venezia e dintorni: i più bei giri in mongolfiera nel Veneto

Venezia regala sempre emozioni incredibili a chiunque la visiti. Tra le gemme più preziose del panorama turistico italiano, questa città d’arte unica, celebre in tutto il mondo, seduce e conquista con il suo fascino immortale, regalando bellezza e magia senza tempo a ogni scorcio.

Un Patrimonio dell’Umanità non solo per il suo immenso valore storico, culturale e artistico ma anche per il paesaggio naturale che le fa da scenario, accentuandone le suggestioni. Una vacanza nella città lagunare, però, può andare oltre un giro in gondola o un tour a piedi tra chiese, monumenti, piazze, calle e campielli più iconici, includendo anche un fantastico giro in mongolfiera, per ammirarla in tutto il suo splendore da un punto di vista realmente inedito.

Se volete arricchire di momenti indimenticabili la vostra esperienza in Veneto, si possono esplorare dalla cesta dell’aerostato altre perle della regione altrettanto affascinanti, in cui ci si imbatte a solo una quarantina di minuti o poco più dal capoluogo. Ecco alcuni viaggi in mongolfiera che vi porteranno a esplorare paesaggi, ville e luoghi incredibili a pochi passi da Venezia.

I primi voli in mongolfiera sopra Venezia

Il Veneto ha avuto un ruolo importante nella conquista del cielo, riconosciuto anche dalla mitologia. Il 15 aprile 1784, i fratelli Zanchi che avevano costruito un “globo aerostatico ad aria infiammabile”, per conto del cavaliere e procuratore di San Marco Francesco Pesaro, lanciarono sul bacino di San Marco il pallone senza persone a bordo, che si innalzò felicemente, rimanendo in aria due ore e mezzo circa, atterrando in maniera rovinosa al Cavallino. L’ascensione, compiuta forse con la supervisione di Francesco Zambeccari, fu immortalata dal pittore Francesco Guardi in un dipinto oggi custodito allo Gemäldegalerie Staatlichen Museen di Berlino. In primo piano è rappresentata una loggia con signori e dame che osservano lo spettacolo della mongolfiera che si leva sulla laguna, mentre sul fondo si scorgono le sagome della chiesa delle  Zitelle e di quella del Redentore. L’evento divenne anche un motivo ornamentale nella produzione di una linea di porcellane della manifattura veneziana di Geminiano Cozzi, con un’ambientazione campestre che si rifà alle vedute di paesaggi veneti.

Una felice ascensione in pallone libero venne compiuta a Venezia il 12 febbraio 1826 da Élisa Garnerin, figlia del professore di fisica aerostatica Jean-Baptiste-Olivier. Mentre la mongolfiera sorvolava il bacino di San Marco, l’aeronauta tagliò la corda scendendo col paracadute in Piazzetta, regalando uno spettacolo unico a chi era accorso ad ammirarlo.

In mongolfiera da Cittadella, la città murata

Tra i punti di decollo consigliati per un giro in mongolfiera nel cielo del Veneto, spicca Cittadella, a 45 minuti circa da Venezia. Prima di spiccare il volo, vale la pena regalarsi una visita in quella che è l’unica città murata di tutta Europa ad avere un Camminamento di Ronda medievale, di forma ellittica e completamente percorribile, grazie a un importante restauro durato 20 anni e terminato nel 2013.

Si possono visitare le mura con una passeggiata panoramica a 15 metri d’altezza, vivendo l’incredibile esperienza di “camminare nella storia” e sentendosi più vicini alle origini del luogo. A ciò si aggiunge la magia del panorama, dal momento che questa posizione privilegiata consente di ammirare numerosi dettagli della città da un punto di vista del tutto inedito.

Vale anche la pena fare un giro nel centro storico, dove vi aspettano le quattro porte della città, una diversa dall’altra: Porta Bassano, il punto più fortificato e importante dell’intera cinta muraria, Porta Vicenza, l’ingresso occidentale alla città, Porta Treviso, l’ingresso orientale e Porta Padova, l’ingresso principale, con pareti esterne adorate da affreschi con il carro dei Carraresi e lo stemma di Padova. Tanti i luoghi d’interesse, dal Duomo al Palazzo della Loggia, al Teatro Sociale.

Se, dopo un tour a piedi, volete provare l’ebbrezza di sorvolare Cittadella e la pianura veneta con un volo esclusivo per coppie e famiglie, “Volare in Mongolfiera” offre l’esperienza di un brindisi in volo affacciati dal cesto in vimini della mongolfiera, ammirando in tutta tranquillità, avvolti dal silenzio, le meraviglie, l’arte e la natura che vi circonda. All’atterraggio è prevista una colazione a base di prodotti tipici, e il battesimo dell’aria, con consegna dell’attestato di primo volo, firmato dal pilota.

In volo sulla splendida Villa Contarini

I giardini e il suggestivo scenario di Villa Contarini, a Piazzola sul Brenta,  a circa 40 minuti da Venezia, rappresentano una unicità nel Veneto. L’unione della prima forma di volo per l’essere umano e la storia dei fasti e della nobiltà veneta vengono offerti al grande pubblico amante del bello e dell’esclusività.

Questa speciale esperienza di volo in mongolfiera viene proposta da “LOOGO SRLS”, una delle poche aziende autorizzate da ENAC operanti sul territorio italiano, che utilizza mongolfiere certificate ed assicurate tra le quali anche quella della Regione Veneto.

Ancorata a terra tramite robuste funi, il magnifico pallone aerostatico effettua ascensioni spettacolari – in occasione di eventi specifici – per chi vuole provare per qualche momento l’ebbrezza del volo che i fratelli Montgolfier hanno vissuto nel lontano 1783, ammirando al contempo l’architettura e la natura della Villa da un punto di vista privilegiato.

Giro in mongolfiera sul Lago di Garda

Tra i giri in mongolfiera da non perdere in Veneto, c’è quello dal Lago di Garda, un’esperienza unica e straordinaria che bisogna provare almeno una volta nella vita, perché regala l’opportunità di godere di una vista mozzafiato e provare una sensazione di libertà assolutamente unica.

Si sorvola la zona a sud del lago, costeggiando il fiume Mincio, tra fantastici borghi e paesaggi incredibili. In base alle condizioni meteo della giornata verrà scelto il punto migliore di decollo, nei pressi di Peschiera del Garda. I voli, prenotabili sulla piattaforma “Liveinup” vengono effettuati solo per gruppi privati fino a un massimo di 8 persone. L’esperienza dura circa 3 ore ed è divisa in vari step, che prevedono la fase di montaggio della mongolfiera, un volo di circa 60 minuti, impacchettamento del pallone e brindisi finale.

I voli in mongolfiera sul Garda si svolgono tutto l’anno, quasi sempre la mattina presto poco dopo l’alba, quando l’aria è più stabile e vi è meno turbolenza. L’orario esatto del volo varia in base alla stagione e viene comunicato in fase di prenotazione. Un’esperienza spettacolare da provare almeno una volta nella vita.

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Venezia, cosa fare durante la 80^ Mostra internazionale del cinema

Il bello di essere a Venezia durante la Mostra internazionale d’arte cinematografica è saltare da un posto all’altro a caccia di vip. Pochi sono i fortunati invitati alle feste più glam che si svolgono in Laguna durante i giorni del festival (quest’anno inizia il 30 agosto per concludersi il 9 settembre).

Detto, quindi, che i palazzi veneziani più belli, gli hotel cinque stelle, i temporary lounge sponsorizzati da brand del lusso, dagli Champagne alle auto alle riviste di moda e costume, sono off limits per chi non è stato in un’ambitissima lista, non perdetevi d’animo, perché ci sono comunque tantissime cose da fare, scorci della Serenissima da scoprire, che durante questo evento è più bella che mai, e luoghi aperti al pubblico.

Cosa fare a Venezia durante la Mostra del cinema

In occasione dell’80^ Mostra internazionale d’arte cinematografica c’è un ricchissimo calendario di appuntamenti che tengono occupati gli ospiti dopo le proiezioni.

Uno degli eventi più incredibili, legato al nuovo film che vede protagonista l’attore Francesco Favino, “Il comandante”, che ripercorre le gesta del comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina Salvatore Todaro, è l’arrivo di un vero e proprio sottomarino tra le acque della Laguna veneziana. Si tratta del sottomarino Romeo Romei, tuttora impiegato per operazioni militari, e ormeggiato in Riva dei Sette Martiri per tutta la durata della Mostra. Tutti lo possono visitare gratuitamente i giorni 30 e 31 agosto.

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Fonte: ANSA

Il sottomarino Romeo Romei alla Mostra de cinema di Venezia

Vip watching a Venezia

Gli hotel

Riapre in occasione della Mostra del cinema di Venezia l’Hotel des Bains, sul Lungomare Guglielmo Marconi, che ospita due party Campari l’1 e 2 settembre dove sono attesi i cast di “Il comandante” e del film “Adagio”. In entrambi recita Favino, ma sono attesi anche Toni Servillo, Valerio Mastrandrea, Adriano Giannini e Silvia D’Amico.

La spiaggia del des Bains, il Reef Beach Bar, è però il vero cuore della mondanità veneziana, con eventi, party, after party e premiazioni. Come il Next Generation Awards del 5 settembre, che premierà i giovani attori, tra cui forse anche qualcuno del cast di “Mare fuori“, la fiction Tv più seguita degli ultimi anni ambientata nel carcere di Napoli. O il mega evento super glam del 6 che vedrà la presenza della madrina di Venezia 80, Caterina Murino, ex Bond girl in “Casino Royale“.

Riapre anche il lussuosissimo Hotel Excelsior, a qualche decina di metri dall’Hotel des Bains, che ha appena subìto una grossa ristrutturazione, tanto che alcune delle nuove suite vengono inaugurate proprio in occasione del festival. Nella Sala degli Stucchi si terrà la cena finale del 9 settembre, con i vincitori di Venezia 80, ma sarà proiettato anche il nuovo short-film di Marche Film Commission, si terrà anche la premiazione del Filming Italy Best Movie Awards con madrina Laura Chiatti il 3 settembre e sarà consegnato il Green Drop Award, il premio che l’organizzazione Green Cross fondata oltre trent’anni fa dal premio Nobel Mikhail Gorbaciov e introdotta in Italia da Rita Levi Montalcini assegna al film, tra quelli in gara nella selezione ufficiale del Festival, che interpreta meglio i valori della sostenibilità il 6. Feste tutte le altre sere.

Il Sina Centurion Palace a Dorsoduro è una delle altre location dove fare vip watching perché ospita serate private, tra cui il galà del Premio Fondazione Mimmo Rotella l’8 settembre che viene assegnato a un personaggio che, nel corso della sua carriera, si è distinto come grande protagonista del mondo del cinema, lasciando un segno indelebile.

I palazzi veneziani

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Fonte: Ufficio stampa

Il Fondaco dei Tedeschi a Venezia

Sembrano di pizzo i palazzi che s’affacciano sui canali di Venezia. Alcuni dei più belli ospitano eventi con tantissime celebrity. Al Fondaco dei Tedeschi, iconico e storico luxury mall, meta culturale imperdibile di Venezia affacciato sul Canal Grande, gli esperti di make-up danno consulenza personalizzata per l’outfit giusto da indossare sul red carpet per perfezionare rapidamente il proprio look e ottenere l’aspetto migliore, a prova di flash. Mini trattamenti viso, mani, sedute di armocromia e consulenza d’immagine, dopodiché i personal shopper offrono consulenza per completare il proprio look con gli accessori giusti.

La splendida Palazzina Grassi, un lussuosissimo hotel cinque stelle sempre su Canal Grande, i cui interi sono stati disegnati nientemeno che da Philippe Starck, ospita eventi tutti i giorni e feste ogni sera nel Palazzina The Club.

Non lontano, Ca’ Sagredo, a Campo Santa Sofia, una favolosa dimora patrizia appartenuta alla nobile Famiglia Sagredo nonché museo, visto che ospita opere dei Maestri dell’arte del calibro di Giambattista Tiepolo, è la sede di numerosi eventi, primo fra tutti il premio Kineo.

Il Lido di Venezia

Non mancano le location glam anche a Lido, tra terrazze sul mare dove ammirare il panorama e farsi guardare. Tra gli indirizzi imperdibili c’è la M22 Terrazza, sul Lungomare Marconi, con ristorante e lounge bar.

Location super esclusiva, aperta solo ad attori, registi e addetti ai lavori, a pochi passi dal red carpet e dall’ingresso della Biennale, è l’Hollywood Celebrities Lounge del Lido. È qui che da anni si tengono le conferenze stampa ufficiali dei film in concorso e le interviste che spesso vediamo in Tv.

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Questo palazzo sospeso sull’acqua è un gioiello da scoprire

Venezia rappresenta il mix perfetto tra tante culture, una fusione che si riflette soprattutto nella sua intrigante varietà architettonica. È proprio questa particolarità che la rende unica nel suo genere, in quello che oggi è un continuo viavai di persone. Ma questo stesso viavai c’era anche in passato, come testimoniato perfettamente dai fondachi.

Ce n’è uno che attira subito l’attenzione: è sospeso sull’acqua, quasi una magia dei costruttori del passato, un vero e proprio gioiello da scoprire nel dettaglio. Il Fondaco dei Tedeschi può “raccontare” l’evoluzione del commercio veneziano (ma anche globale) dal ‘500 ai giorni nostri, ecco perché può essere considerato uno dei simboli principali della località lagunare.

Mezzo millennio di storia

Il Fondaco o Fontego dei Tedeschi che possiamo ammirare oggi non è in realtà l’edificio costruito originariamente. L’attuale Fondaco ha infatti visto la luce nel 1508, subito dopo l’incendio che distrusse per sempre un altro palazzo simile che era stato voluto con forza da Venezia tre anni prima.

La nuova scelta architettonica fu innovativa, ma geniale. A differenza di altri palazzi del Canal Grande, non vennero usate decorazioni in marmo, ma si puntò sull’estro di Giorgione e Tiziano per affrescare il Fondaco. In poco tempo diventò il punto d’approdo principale delle merci dei mercanti tedeschi (da qui il nome). Sempre in questo edificio, chi parlava in tedesco poteva definire accordi e scambiare altra merce.

Fondaco dei Tedeschi illuminato

Fonte: iStock/Massimo Brucci

La suggestiva facciata di Fondaco dei Tedeschi illuminata

Fu persino la residenza di una delle più importanti famiglie di banchieri teutonici, i Fugger. Oggi invece è stato riconvertito in centro commerciale di lusso con annesso polo culturale: dal 2016 il successo del Fondaco dei Tedeschi in questa nuova “veste” è stato crescente, tanto è vero che ogni anno milioni di persone si recano in questo luogo.

I 9mila metri quadri di esposizione e i 5 piani del palazzo sospeso sull’acqua rappresentano un punto di riferimento per lo shopping veneziano. Non solo moda e accessori, qui si trova praticamente di tutto, dai vini pregiati ai prodotti di bellezza, passando per profumi, orologi e cibo raffinato.

Una tappa che non ci si può lasciare sfuggire è senza dubbio la terrazza panoramica, l’ideale per ammirare lo skyline di Venezia da un punto privilegiato, una vista incredibile che domina il Ponte di Rialto e che fa innamorare perdutamente della città. Shopping, ma anche tanta cultura: il Fondaco dei Tedeschi conservava opere di valore inestimabile, tra cui capolavori del Veronese e del Tintoretto. Se n’è persa traccia, ma quello che è rimasto rende la visita al palazzo ugualmente speciale

Arte e cultura: il Fondaco dei Tedeschi oggi

La storia dell’edificio può essere apprezzata negli antichi caminetti che impreziosiscono gli interni e nelle arcate dall’eleganza innegabile, ma anche nei piccoli dettagli. Una piacevole sorpresa si può scovare sotto i davanzali delle finestre centrali in cui il doppio giglio e il pentacolo con due mazze rappresentano probabilmente gli stemmi dei banchieri Fugger.

L'edificio storico Fondaco dei Tedeschi

Fonte: iStock

Lo storico edificio Fondaco dei Tedeschi a Venezia

Il Fondaco dei Tedeschi è aperto tutti giorni, dalle 9:30 alle 19:30 da ottobre a marzo e dalle 9:30 alle 21:30 da aprile a settembre. Per salire sul tetto bisogna armarsi di pazienza, visto che non possono accedere più di 80 persone alla volta. Le mostre, infine, sono in continua evoluzione e accontentano qualsiasi esigenza: sono dedicate agli antichi aspetti della vita commerciale di Venezia, ma anche all’arte contemporanea e a quella fotografica. Una volta entrati, la visita alla città lagunare non sarà più la stessa.

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Una Venezia insolita, tra i suoi capolavori segreti che in pochi conoscono

Venezia, lo sappiamo bene, è una città unica al mondo, una delle mete più iconiche e gettonate, il cui nome porta subito alla mente la spettacolare Piazza San Marco con il Campanile e la Basilica, il Ponte di Rialto, il Ponte dei Sospiri e le caratteristiche isole di Burano, famosa per i merletti, e Murano, celebre per il vetro artistico.

Ma la città lagunare non è soltanto questo: tra calli, campi e sestieri, infatti, si celano chicche segrete, capolavori della storia dell’arte e luoghi insoliti tutti da scoprire per conoscere e apprezzare un lato inedito di rara suggestione.

Ponte del Chiodo

Lungo le fondamenta di San Felice, nel sestiere Cannaregio, ecco Ponte del Chiodo, uno dei due soli ponti veneziani (l’altro è il Ponte del Diavolo sull’isola di Torcello) rimasti intatti senza parapetti.

Si tratta di un piccolo ponte privato, lontano dai flussi turistici, che porta all’ingresso delle case sull’altra sponda e prende il nome dalla famiglia che in passato lo attraversava.

Calle Varisco

È davvero magico perdersi tra i ponti e le stradine meno frequentate di Venezia, nel silenzio rotto soltanto dai passi, e trovarsi dinanzi meraviglie impensate: una di queste è Calle Varisco, la via più stretta della città (indicata da due colonne) che misura appena 53 centimetri!

San Pantalon

Chiesa di San Pantalon

Fonte: Ph Crisfotolux – iStock

Chiesa di San Pantalon

Nelle immediate vicinanze di Campo Santa Margherita, svetta una chiesa dalla facciata incompiuta, il cui aspetto dimesso non cattura l’attenzione.

Si tratta della Chiesa di San Pantalon che, eppure, custodisce un’emozionante sorpresa. Appena varcato l’ingresso, preparatevi al capolavoro: il soffitto di 443 metri quadri è impreziosito da una maestosa tela dipinta simile a un affresco, forse la più grande del mondo.
L’opera, ricavata unendo 40 tele, sfrutta un sapiente gioco di prospettive per ampliare lo spazio della chiesa dove, all’architettura reale, si affiancano colonne e arcate dipinte.

San Zaccaria e la cripta allagata

Non lontano da Piazza San Marco, in  Campo S. Zaccaria, si staglia l’omonima chiesa, tra le più affascinanti della città, con pregevole facciata quattrocentesca e interni che pullulano di opere d’arte.

Ma non basta: raggiunta la cappella di San Tarasio, una serie di gradini conducono alla cripta, suggestivo ambiente a tre navate con colonne e volte a crociera dove venivano sepolti i primi dogi.
La presenza ormai immancabile dell’acqua l’ha resa ancora più affascinante: le volte e le colonne, come in un gioco di specchi, raddoppiano così gli spazi, creano nuove prospettive e aggiungono profondità.

Il labirinto sull’isola

Venezia vanta anche un labirinto.

Sull’isola di San Giorgio Maggiore, a breve distanza in vaporetto da Piazza San Marco, si trova un incredibile percorso tra le siepi di oltre un chilometro con tremila piante di bosso appositamente allineate.

La curiosa struttura è dedicata allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, molto legato alla Serenissima, nei cui romanzi il labirinto è un tema ricorrente come metafora della complessità del mondo e della conseguente difficoltà dell’uomo a “trovare la propria strada”.

Scala Contarini del Bovolo

Scala Contarini del Bovolo

Fonte: Ph Paul Hayward – iStock

Scala Contarini del Bovolo

Nel sestiere di San Marco, vicino a Campo Manin, cattura lo sguardo la Scala Contarini del Bovolo, gioiello nascosto plasmato da una torre cilindrica alta 26 metri e 80 scalini dalla forma elicoidale, in stile gotico, rinascimentale e veneto-bizantino.

Dalla sua sommità, si gode di una vista superba sui tetti della città, i campanili e le inconfondibili cupole della Basilica di San Marco.

La tomba di Canova

Poco distante da Campo San Polo, la Basilica dei Frari conserva la tomba dello scultore Antonio Canova, dalla particolare forma a piramide per rappresentare il “grande architetto dell’universo”, divinità dei massoni.

Il complesso, mediante il linguaggio cifrato delle statue e degli elementi arcani, parla della sapienza e dell’ispirazione dell’artista, nonché dell’immortalità dell’anima.

Inoltre, nella tomba è custodito soltanto il cuore del Canova, le cui spoglie si trovano invece a Possano, città natale.

Teatro Italia

A pochi passi dal Ghetto Ebraico, percorrendo la via che dalla stazione ferroviaria conduce a Rialto, ci si imbatte in uno storico edificio su cui campeggia la scritta “Teatro Italia“.

Al suo interno, la sorpresa: il supermercato più elegante d’Italia, il “DESPAR Teatro Italia”, ricavato nell’ex cinema teatro di inizio Novecento, con balconata in stile liberty e volte affrescate.

Palazzo Tetta

Nel Sestiere di Castello, uno dei palazzi più particolari e fotografati di Venezia: il settecentesco Palazzo Tetta, raro esempio di edificio lagunare indipendente sui tre lati.

Salite sul Ponte dei Conzafelzi e potrete immortalarlo da una posizione privilegiata.

Lo Squero di San Trovaso e lo Squero Tramontin

Sono molti i cantieri navali a Venezia, gli squeri, dove vengono costruite le gondole.

Tra questi, meritano una visita lo Squero di San Trovaso nel sestiere Dorsoduro, uno dei più famosi e antichi della città, nonché tra i pochi ancora in attività, e lo Squero Tramontin  e Figli, un’autentica istituzione del settore: i Tramontin, infatti, esportarono la gondola nel mondo e furono i fornitori ufficiali della Questura, del Comando dei Carabinieri e della Casa Reale Savoia.

Il canale sotterraneo

L’unico canale sotterraneo di Venezia? Eccolo in Campo Sant’Angelo, lungo il fianco della Chiesa di Santo Stefano, una piccola cavità cui si accede soltanto via acqua.

È parte del Rio Santissimo e termina al di sotto del coro della chiesa.

San Lazzaro degli Armeni

san lazzaro degli armeni venezia

Tra le isole della laguna di Venezia, da vedere è anche San Lazzaro degli Armeni, dal Settecento centro spirituale di una comunità di monaci provenienti dall’Armenia.

Ottenuto il permesso di stabilirsi sull’isola abbandonata, ristrutturarono la chiesa del monastero in rovina, costruirono nuovi edifici e diedero vita a una tipografia con cui stamparono opere scientifiche, letterarie e religiose in 10 alfabeti e 36 lingue.

Visitando l’isola, raggiungibile in vaporetto da San Zaccaria lungo la Riva degli Schiavoni, ammirerete un museo con arte e oggettistica araba, una pinacoteca e oltre 4000 manoscritti armeni.

La Porta Blu

Infine, la bellezza della Venezia nascosta si rivela anche nella pittoresca Porta Blu, nei presso di Palazzo Tetta e dell’originale Libreria Acqua Alta.

Da Calle Longa Santa Maria Formosa, prendete per Calle Ruga Giuffa, svoltate in Calle de Mezo e percorretela fino in fondo: ve la ritroverete proprio dinanzi.

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Venezia, set di “Poirot e la strage degli innocenti” di Agatha Christie

Hercule Poirot sbarca a Venezia. Sarà la Serenissima il meraviglioso set del nuovo film di Kenneth Branagh che uscirà quest’anno negli Stati Uniti e che vede tra i protagonisti anche Riccardo Scamarcio.

“A Haunting in Venice”, prodotto da 20th Century Studios, è la versione cinematografica di “Poirot e la strage degli innocenti” di Agatha Christie. Il noto commissario si aggira tra le calli e i campi della città lagunare.

Le location di “Poirot e la strage degli innocenti”

Tante le location veneziane protagoniste del film. L’investigatore Hercule Poirot si ritrova coinvolto, nei giorni della festa di Halloween, in una seduta spiritica all’interno di un decadente palazzo affacciato sul Canal Grande. E già qui i fan andranno in visibilio.

Come se non bastasse, si vedrà anche un altro classico: il Ponte di Rialto, uno dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande ma il più celebre di tutti. Così come si vedrà piazza San Marco, in tutta la sua maestosità e bellezza.

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Fonte: IPA

Kenneth Branagh nei panni di Hercule Poirot a Venezia

Ma ci sono anche anche dei set inediti. Come Palazzo Pisani, oggi sede del Conservatorio di musica “Benedetto Marcello”; la Scala Contarini del Bovolo, la scala a chiocciola più imponente e pregevole di Venezia; la chiesa dei Miracoli e la zona dei rii, tra campiello Widmann e Rio dei Mendicanti in campo dei Santi Giovanni e Paolo, e Palazzo Malipiero, anticamente chiamato “la Ca’ Granda de’ San Samuel, anch’esso affacciato sul Canal Grande.

Una bella cartolina di Venezia, insomma, che di certo non ha bisogno di alcuna promozione turistica, ma che è sempre un  luogo affascinante che offre tanti spunti a qualunque regista che desiderasse girare un film o un serie televisiva.

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Fonte: IPA

Una scena del film “Poirot e la strage degli innocenti”

Un set a cielo aperto

La bellezza di Venezia ha incantato da sempre attori e registi. Gli americani, poi, ne vanno matti. Prendete per esempio Tom Cruise, che ha scelto proprio il Canale Grande come set di molte delle scene d’azione dell’ultimo episodio di “Mission Impossible” con una sequenza, neanche a dirlo, mozzafiato.

Anche lui si era innamorato di Palazzo Pisani, all’interno del quale aveva girato alcune sequenze, ma poi aveva scelto la terrazza di The Gritti Palace, un hotel di lusso a Campo Santa Maria del Giglio e tanti altri luoghi inediti.

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Le iconiche location del film “Gli Spiriti dell’isola”, magia irlandese

L’Irlanda protagonista alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia con il film “Gli Spiriti dell’isola” (The Banshees of Inisherin), lungometraggio del regista, sceneggiatore e produttore Martin McDonough con Colin Farrell (cui è andata la Coppa Volpi maschile della Mostra di Venezia 2022), Brendan Gleeson, Kerry Condon e Barry Keoghan.

Un film profondamente irlandese, girato interamente sull’Isola di Smeraldo, in luoghi che sono davvero iconici di questa terra, simbolo della sua atmosfera e della sua inconfondibile bellezza, angoli remoti e selvaggi che faranno la felicità di chi la ama e desidera conoscerla meglio anche in vista di un viaggio.

A fare da sfondo alla vicenda ambientata all’epoca della guerra civile irlandese, l’enigmatica e tormentata fine dell’amicizia tra Colm (Brendan Gleeson) e Padraic (Colin Farrell), sono infatti le incantevoli Inishmore Island e Achill Island, la più grande isola dell’arcipelago delle Aran e la più estesa isola irlandese parte della contea di Mayo.

Di notevole importanza per la lingua e la cultura gaelica, entrambe spiccano al largo della costa ovest e si fanno ammirare per gli scorci spettacolari e la meraviglia del paesaggio.

Inishmore, la grande isola

Inishmore

Fonte: iStock

La strada di Dun Aengus a Inishmore

L’isola di Inis Mór (Inishmore) vanta un paesaggio unico ed è nota a livello internazionale per gli oltre 50 differenti monumenti di origine cristiana, precristiana e celtica ma le attrattive che offre non finiscono qui.

I visitatori possono scoprirla comodamente in bicicletta o sui tradizionali calessi guidati da pony e lasciarsi sorprendere dal suo paesaggio roccioso, estensione del vasto tavolato calcareo che forma il Burren, da cui le Aran si staccarono secoli fa.

Punto saliente di interesse di Inishmore è il Dún Aengus Fort, una tra le quattro fortezze risalenti al periodo che va dall’Età del Bronzo all’Età del Ferro: sorge sul bordo di una scogliera alta 100 metri e i muri semicircolari scendono a strapiombo sull’oceano.
Da qui, si gode di una magnifica vista sull’intera isola mentre l’unico suono è quello delle onde che si infrangono sulla roccia.

Da vedere anche il sito Na Seacht d’Teampaill (Le sette chiese) dove resistono due chiese, le rovine di alcune case monastiche e un piccolo cimitero con croci celtiche: la chiesa meglio conservata è quella di Saint Breacan al cui interno è ancora possibile ammirare la maestosa navata e un arco.

Inoltre, chi ama avventurarsi in luoghi meno conosciuti, può fare tappa al Warm Hole, una singolare vasca di forma rettangolare che è stata plasmata dall’azione del calcare: i bordi sono così perfetti che è difficile credere che non siano stati intagliati dall’uomo.

Achill Island, tra brughiera e mare

Achill Island

Fonte: iStock

Veduta di Achill Island

È una visione difficile da dimenticare quella offerta da Achill Island, plasmata da spiagge bianchissime, alte montagne e una costa che va dal verde all’azzurro.

Popolare meta estiva degli irlandesi per il suo mare e gli sport acquatici, tra erica, rododendri e la brughiera assomiglia a un sogno.

La spiaggia più famosa è Keel Beach, distesa di sabbia vegliata dal promontorio di Achill Head, meta ideale per le immersioni, il surf e il windsurf ma non da meno è Keem Bay (dove sono state girate alcune scene del film), raccolta spiaggia di candida sabbia lambita da acque turchesi e protetta dalle alte scogliere.

Degno di nota anche il castello di Carrickkildavnet, dimora di Grace O’Malley, leggendaria regina dei pirati vissuta nel XVI secolo.

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Venezia, la città dei profumi e delle spezie

Fin dal Medioevo, Venezia è stata la capitale europea del commercio e del profumo. Le carovane di mercanti che giungevano via mare dall’Oriente e dal Medioriente in Laguna importavano spezie e incensi provenienti dall’Asia e dal Nord Africa.

Responsabile di questo commercio fu soprattutto la bizantina Teodora Ducas, che nell’XI secolo sposò il doge di Venezia, Domenico Selvo, bella, e che fece subito parlare di sé perché si profumava. A Bisanzio, infatti, esisteva già allora una corporazione dei profumieri. Ma anche di Marco Polo, che riportò dalla Cina profumi inediti.

Fu così che questa città divenne il polo di produzione di profumi più importante d’Europa.

Destinato solo ai ricchi che potevano permetterselo, fra il Seicento e il Settecento il profumo, grazie all’ammodernarsi delle profumerie, divenne sempre più commerciale – ed economico – e rivolto a un più ampio pubblico. Nacquero così l’acqua di Colonia, l’Aqua Mirabilis e il profumo moderno.

La città attraversò un periodo di grande splendore grazie all’arte profumatoria veneziana e alle innumerevoli materie prime importate, tanto che diventò la principale maestria della città. Nacquero persino le Corporazioni dei saoneri e dei muschieri (così erano soprannominati i profumieri a Venezia, in quanto il muschio era una delle sostanze più importanti per la produzione delle fragranze) che trasformarono il lavoro artigianale legato alla cosmetica in una vera e propria arte, tanto da essere chiamati a lavorare in Francia perché considerati veri e propri artisti.

Grande merito di Venezia fu un’invenzione rivoluzionaria ovvero la diluizione delle essenze in alcool anziché in olio che rese i profumi conservabili più a lungo.

Furono anche pubblicati ricettari e trattati che svelavano i segreti della profumeria che, oltre a conferire bellezza e fascino a chi ne faceva uso, aveva anche effetti benefici sulla salute.

Uno dei testi più importanti è il “Notandissimi Secreti dell’Arte Profumatoria”, pubblicato a Venezia nel 1555 che contiene 300 ricette, dall’arte di tingere i capelli a quella di profumare il corpo, la casa, la biancheria o per coprire gli odori.

A Venezia erano tantissime le botteghe che vendevano acque e paste profumate. Erano almeno 400 i parrucchieri e i barbieri in città, a testimonianza dell’attenzione dei veneziani per la cura della persona.

Ancora oggi, a Venezia, è possibile ripercorrere la storia del profumo attraverso alcuni luoghi simbolo.

Il museo di Palazzo Mocenigo

È la sede del Centro di storia del tessuto, del costume e del profumo e, fin dal 2013, ospita un percorso stabile dedicato al profumo. Si trova nel sestiere Santa Croce, all’interno di un edificio signorile del ‘600 veneziano situato al civico 1992, lungo la salizada di San Stae. Fu la casa della famiglia Mocenigo fino al secondo dopoguerra, quando venne donata al Comune che, nel 1980, aprì il museo.

Nelle sue splendide sale affrescate, con stucchi e arredamenti antichi, è ospitata una grande biblioteca specializzata e una nuova sezione di cinque sale dedicata alla storia del profumo e delle essenze, che mette in luce l’antichissima tradizione cosmetica di Venezia.

Il progetto è stato reso possibile grazie all’azienda profumeria Mavive della famiglia Vidal. Sono state introdotte anche vere e proprie “stazioni olfattive” che consentono ai visitatori di approfondire le loro conoscenze sulla storia del profumo e delle essenze. Al piano terra c’è una sala multimediale, un Laboratorio del profumo e la White Room che ospita esposizione temporanee.

Fino al 27 novembre sono due le esposizioni, “Es-senze. Contemporary artists and scent. An exhibition”, una mostra di arte contemporanea con installazioni realizzate da 12 artisti internazionali che sperimentano l’uso dell’olfatto e delle componenti sensoriali per le loro creazioni, e “Accordi di Profumo”, un viaggio olfattivo promosso da The Merchant of Venice e Givaudan, che consente al visitatore di scoprire le peculiarità di materie prime tracciabili e di come esse si trasformano e combinano dando vita alle fragranze. per questa occasione, The Merchant of Venice ha ideato una linea di profumi chiamata Accordi di Profumo, le cui fragranze nascono da ingredienti menzionati negli antichi manoscritti di profumeria e botanica dell’epoca della Serenissima.

La Libreria del profumo

A due passi da San Marco, nella calle della Canonica, la libreria Studium ospita una Libreria olfattiva. È un luogo imperdibile per gli appassionati ma anche per i semplici curiosi per immergersi nel mondo del profumo. Oltre a contenere tantissimi testi monografici sul tema, ospita un grande Organo del profumo con oltre 200 essenze catalogate come fossero un antico erbario, utilizzate per corsi di composizione e di formazione olfattiva.

Nella Libreria olfattiva di The Merchant of Venice si tengono incontri, corsi del profumo, gruppi di lettura e webinar. Ci si può immedesimare in un maestro profumiere e creare la propria fragranza personalizzata. Si organizzano anche laboratori per coppie e per famiglie con bambini.

libreria-STUDIUM-Venezia

Fonte: @The Merchant of Venice

La Libreria del profumo Studium a Venezia

L’antica Farmacia di San Fantin

Dove nel ‘600 si trovava la Farmacia di San Fantin, su Campo San Fantin, accanto al Gran Teatro La Fenice, ora c’è la profumeria Mavive che è stata restaurata mantenendo alcune caratteristiche architettoniche dell’epoca, come le nicchie delle spezie che oggi contengono libri, profumi in splendidi flaconi e oggetti vari.

È una delle tante botteghe storiche veneziane che raccontano la storia del profumo e che meritano una visita.

L’ex Spezieria all’Ercole d’Oro

Nel sestiere di Cannaregio, dove nel XVI secolo si trovava il ghetto ebraico,c’ un’altra bottega che merita una tappa. Al civico 2233 di Strada Nova, dove un tempo si trovava la Spezieria all’Ercole d’Oro, ora c’è un negozio di The Merchant of Venice tuttora arredato con legni pregiati, vasi di vetro e di ceramica di Bassano e preziose sculture.

Alla Spezieria all’Ercole d’Oro prestarono la loro opera valenti chimici e speziali sin dal Settecento e si può ritrovare ancora oggi l’antico fascino di Venezia, tra spezie, pozioni e profumi.

La Bottega Cini

Al civico 862 di Dorsoduro, a due passi dalla Collezione Peggy Guggenheim, si trova la Bottega Cini aperta nel 2020 nello stile di una bottega rinascimentale reinterpretata in chiave contemporanea. Qui sono stati lanciati alcuni dei profumi più storici, come la fragranza in onore del Gran Teatro La Fenice di Venezia.

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Venezia secondo i gondolieri: gli itinerari consigliati

Chi meglio di loro conosce Venezia, ne ha esplorato ogni canale e ogni angolo, è passato sotto ogni ponte e remato sotto ogni palazzo. Ecco perché i gondolieri di Venezia sono le migliori guide turistiche che si possano trovare in città, a cui chiedere qualunque informazione e i segreti, anche più reconditi, che la città ancora nasconde.

Ma soprattutto, se si cercano itinerari insoliti, fuori dalle classiche rotte e dalle orde dei turisti che ogni giorno sbarcano in laguna, luoghi che spesso neppure i veneziani conoscono, o anche quelli imperdibili, sono solo i gondolieri, che per anni hanno portato i turisti sulle loro gondole, che possono indicare al meglio i luoghi dove andare.

Gli itinerari fuori rotta sono stati raccolti in una guida intitolata “Venezia. La guida officiale dei Gondolieri”, edita dalla casa editrice Lineadacqua e redatta insieme all’Associazione gondolieri di Venezia con il supporto di Terrazza Aperol. Gli itinerari sono sei, per andare alla scoperta degli scorci e dei luoghi più affascinanti e intimi della Laguna. Scegliete il tour che preferite.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 1

Come i veneziani. Dalla stazione al traghetto di Santa Sofia.

Tappe:

– La Chiesa e il Giardino degli Scalzi
• Chiesa degli Scalzi
• Giardino Mistico dei Carmelitani Scalzi

– Il campo e la chiesa dei Santi Geremia e Lucia

– Palazzo Labia

– Il Ghetto di Venezia
• Ponte delle Guglie
• Campo del Gheto Novo
• Fondamenta degli Ormesini
• Fondamenta della Misericordia
• Campo dei Mori

– Madonna dell’Orto
• Campo della Madonna dell’Orto e la sua chiesa
• Palazzo Mastelli detto del Cammello

– Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia
• Scuola Grande Santa Maria della Misericordia
• Ca d’Oro

Da non perdere: il Ghetto ebraico, Madonna dell’Orto, la Ca’ d’Oro.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 2

Nel cuore di Venezia. Dal Mercato di Rialto a Riva del vin.

Tappe:

– Rialto l’isola del mercato
• Campo della Pescheria
• Campo San Giacomo di Rialto
• Erbaria
Ponte di Rialto

– Verso Ca’ Pesaro
• San Giovanni Elemosinario
• Chiesa di San Cassiano
• Ca’ Pesaro

– La chiesa di San Stae e Palazzo Mocenigo
• Chiesa di San Stae
• Scuola dei Tiraoro e Battioro
• Palazzo Mocenigo

– Campo San Giacomo dell’Orio
• Campo San Giacomo dell’Orio
• Chiesa di San Giacomo Maggiore
• Museo di Storia Naturale

– Campo San Polo
• Campo San Polo
• Chiesa di San Polo

– Verso la Gondola di Riva del Vin
• Campo di Sant’Aponal
• Chiesa di San Silvestro

Da non perdere: il Mercato di Rialto, Campo San Giacomo dell’Orio, Campo San Polo.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 3

Venezia eclettica. Da Riva del Carbon a San Tomà.

Tappe:

– Da Riva del Carbon a Santa Maria dei Miracoli
• Ca’ Farsetti
• Campo San Bortolomio
• Fontego dei Tedeschi
• Corte Del Milion
• Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

– Campo Santi Giovanni e Paolo
• Campo Santi Giovanni e Paolo
• Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo

– Scuola Grande di San Marco

– Campo Santa Maria Formosa
• Campo Santa Maria Formosa
• Chiesa di Santa Maria Formosa
• Scuola dei Casseleri

– Fondazione Querini Stampalia
• Palazzo Querini Stampalia

– Da San Bartolomeo a Palazzo Fortuny
• Chiesa di San Salvador
• Scuola di San Teodoro
• Teatro Goldoni
• Campo San Luca
• Campo Manin
• Palazzo Contarini del Bovolo
• Palazzo Fortuny
Palazzo Grassi

Da non perdere: Campo Santi Giovanni e Paolo, Campo Santa Maria Formosa, Scala del Bovolo.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 4

La Venezia dei campi. Da San Tomà a Santa Maria del Giglio.

Tappe:

– Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari
• Basilica dei Frari
• Archivio di Stato
• Scuola Grande di San Giovanni Evangelista
• Campo San Rocco

– La Scuola Grande di San Rocco

– Scuola Grande di San Marco

– Da Campo Santa Margherita a San Sebastiano
• Campo Santa Margherita
• Ponte dei Pugni
• Campo San Barnaba
• Ca’ Rezzonico
• Chiesa di San Sebastiano

– Le Zattere e lo squero San Trovaso
• Le Zattere
• Squero San Trovaso

– La Galleria e il Ponte dell’Accademia
• Galleria dell’Accademia
• Ponte dell’Accademia
• Campo Santo Stefano (dove si trova anche la Terrazza Aperol)

– Campo Santo Stefano (o Morosini)
• Conservatorio di Musica Benedetto Marcello

– Verso La Fenice e la gondola
• Campo Sant’Angelo
Gran Teatro la Fenice
• Santa Maria del Giglio

Da non perdere: le Gallerie dell’Accademia, la Scuola Grande di San Rocco, Campo Santa Margherita.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 5

Venezia d’artista. Da Santa Maria del Giglio a parada Dogana.

Tappe:

– Collezione Peggy Guggenheim

– Campo San Vio e Palazzo Cini
• Campo San Vio
• Palazzo Cini

– Incurabili e Spirito Santo
• Ex Ospedale degli Incurabili
• Scuola dello Spirito Santo
• Giudecca

– Basilica del Redentore
• Basilica del Redentore
• Isola di San Giorgio
• Chiesa di San Giorgio
• Magazzini del Sale
• Fondazione Emilio e Annabianca Vedova

– Basilica della Madonna della Salute

– Punta della Dogana

Da non perdere: la Collezione Peggy Guggenheim, la Basilica della Salute, Punta della Dogana.

Venezia: itinerario dei gondolieri no. 6

San Marco e oltre. Da parada Dogana a San Pietro di Castello.

Tappe:

– Dai Giardini Reali alle Procuratie
• Giardini Reali
• Biblioteca Nazionale Marciana
• Procuratie Vecchie
• Procuratie Nuove
• Procuratie Nuovissime
• Museo Correr

– Dai Giardini Reali alle Procuratie
Piazza San Marco
• Campanile di San Marco

– Palazzo Ducale e la piazzetta
• Colonne di Marco e Todaro
• Palazzo Ducale

– Ponte dei Sospiri e le prigioni

– Verso Castello
• Campo San Zaccaria
• Chiesa di San Giorgio dei Greci
• Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, o degli Schiavoni

– L’Arsenale e via Garibaldi
• Arsenale di Venezia
• Via Garibaldi
• San Pietro di Castello

Da non perdere: piazza San Marco, l’Arsenale di Venezia, San Pietro di Castello.

Venezia: itinerario lagunare

Alla scoperta delle isole. Tra artigianato, cultura e natura.

Tappe:

– Torcello
Burano
– Murano
– Lido
– Sant’Erasmo
– Vignole
– San Lazzaro degli Armeni

Da non perdere: le spiagge del Lido, le case colorate di Burano, la basilica di Torcello.

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Incastonata tra le Alpi c’è una città da fiaba sospesa sull’acqua

La chiamano La perla delle Alpi, perché in effetti a guardarla bene sembra davvero un gioiello prezioso. Si tratta di Annecy, la cittadina situata nel cuore della regione Alvernia-Rodano-Alpi e incastonata in una cornice suggestiva che riporta alla mente l’immaginario favolistico.

C’è chi l’ha ribattezzata la Venezia francese, perché in effetti quei canali che attraversano la città e che riflettono le ombre delle case e degli edifici che brillano al sole, ricordano la nostra meravigliosa laguna.

Le acque dolci, limpide e cristalline da una parte, e le montagne della regione alpina francese che si stagliano contro il cielo, rendono il capoluogo dell’Alta Savoia uno dei luoghi più suggestivi del Paese. Una cartolina da fiaba tutta da vivere e immortalare.

Annecy

Annecy

Un luogo da fiaba: benvenuti ad Annecy

Situata tra le alte colline e le montagne pre alpine, al confine con la Valle d’Aosta, Annecy è un luogo da favola che ogni anno accoglie visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Vengono qui per conoscere i segreti del centro storico, per fare gite in barca o in battello e per ammirare le splendide montagne di Semnoz e Tournette che fanno da sfondo a questa cartolina.

La città dell’Alta Savoia si snoda per 13 chilometri quadrati nei pressi del lago omonimo. Un bacino di origine glaciale conosciuto per le sue acque pulite, limpide e chiare all’interno delle quali si specchiano le montagne circostanti.

Non è solo la scenografia naturale a incantare e ad attirare i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, ma anche il prezioso patrimonio artistico, culturale e storico che appartiene al territorio. Annecy, infatti, conserva la storia dei Conti di Savoia e dei Conti di Ginevra, che la scelsero come residenza prima del 1980, quando questa fu annessa alla Francia per volontà di Napoleone III.

Ecco quindi che architetture caratteristiche dominano suggestivamente il centro storico che si snoda tra strade acciottolate, edifici colorati e strutture medievali, mentre tutto intorno i canali regalano sorprendenti giochi di luci riflesse quando splende il sole.

Annecy

Annecy

Dalla città vecchia ai suggestivi dintorni

Non basta un giorno per scoprire tutta la bellezza di Annecy, perché sono tanti i tesori nascosti tra le strade e i vicoli, tra i ponti, i canali e gli angoli nascosti. E poi ci sono gli scorci, quelli meravigliosi davanti ai quali innamorarsi, quelli da immortalare in istantanee di grande bellezza. Come quelle da scattare dal Palais de I’Île, situato proprio all’incrocio dei due canali che attraversano il centro storico e che sfociano poi nell’omonimo lago.

La città vecchia di Annecy, poi, è una vera meraviglia, un tripudio di storia e cultura che esplode proprio tra le case colorate, gli edifici, i ristoranti e i piccoli negozi che si susseguono uno dopo l’altro e che raccontano la vita degli abitandi della città. Qui è possibile vedere i due canali, Le Port e Le Canal du Vassé, che attraversano la città e che gli hanno dato l’apellativo di Venezia Francese.

Ovviamente, il Lago di Annecy è una tappa imprescindibile in questo viaggio. Con le sue acque azzurre, che sembrano aver rubato il colore dal cielo terso, crea un ambiente favolistico e quasi surreale. Nei dintorni del lago è possibile dedicarsi a a passeggiate per scoprire gli scorci naturali più suggestivi di tutto il territorio.

Non mancano poi le escursioni nei dintorni, come quella al Semnoz che consente di attraversare gli straordinari paesaggi alpini che circondano tutta la città. Salire in cima, poi, permette di godere dello splendido panorama sul lago e su Annecy.

Annecy

Annecy