Categorie
Dolomiti montagna panorami Vacanze natura vacanze romantiche valli Viaggi

Val Ciamin, la più solitaria valle altoatesina dove regna il silenzio

C’è una splendida valle, tranquilla, solitaria, poco conosciuta e incredibilmente romantica, che regala uno dei panorami più belli delle Dolomiti. Tra il gorgoglìo dei ruscelli, le altissime cime che fanno da cornice e i prati verdeggianti, questa piccola valle racchiude tutte le bellezze naturalistiche dell’Alto Adige in pochi chilometri quadrati.

È la Val Ciamin, nellAlpe di Siusi, stretta tra due dei massicci più iconici e imponenti dei “monti pallidi”: il Catinaccio – che in tedesco, Rosengarten, giardino di rose, suona molto più poetico – e lo Sciliar, il simbolo delle Dolomiti dell’Alto Adige, che, insieme, formano il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio. Un territorio meraviglioso a dir poco, ricco di scorci suggestivi e di antiche leggende.

Alla scoperta della Val Ciamin

La Val o Valle Ciamin (o Tschamin) è una piccola valle che, dal Comune di Tires, una frazione di Fiè allo Sciliar, si insinua alle pendici dello Sciliar e del Rosengarten-Catinaccio fino ai rifugi Bergamo e Alpe di Tires. La si percorre a piedi o in mountain bike (o e-mountain bike, se volete fare meno fatica, specie nel secondo tratto che è piuttosto ripido). Nel periodo estivo, l’ufficio del turismo di Tires organizza escursioni guidate a piedi o in e-bike nella valle.

sciliar-dolomiti

Fonte: @IDM Südtirol Alto Adige – Harald Wisthaler

Il profilo inconfondibile dello Sciliar

L’intero itinerario, che è lungo circa otto chilometri e ha un dislivello di mille metri, è più semplice e piuttosto pianeggiante nella prima metà del cammino, quindi adatto a tutti, anche ai passeggini, mentre a circa metà strada inizia a inerpicarsi su per la montagna e sono consigliati, oltre ai bastoncini, anche una buona dose di allenamento. Ma lo sforzo vale assolutamente la pena. Poi capirete perché.

A piedi nella valle

Alla partenza del sentiero che prende il via da Bagni di Lavina Bianca, una frazione di Tires al Catinaccio dalla cui cava, sin dal XIX secolo, viene estratta la ghiaia bianca, c’è una malga, la Tschamin Schwaige, dove rifocillarsi prima di mettersi in cammino. Poi, fino al rifugio Bergamo, alla fine di questa incantevole valle dolomitica, che si trova a 2.165 metri d’altezza, non c’è più nulla, se non qualche tavolo di legno dove fare una sosta ristoratrice un pic-nic nelle belle giornate di sole, ma solo splendide cime dolomitiche e altipiani.

val-ciamin-alpe-siusi

Fonte: @Seiser Alm Marketing – Werner Dejori

Camminare lungo la selvaggia Val Ciamin

Il rifugio si trova nella zona più tranquilla dell’area dello Sciliar-Catinaccio e domina dall’alto la selvaggia e solitaria Val Ciamin. Il rifugio offre alloggio per 70 persone e fermarsi per la notte è una delle esperienze più belle che si possano fare. Il panorama al tramonto (o all’alba, per chi ce la fa a svegliarsi presto) sui “monti pallidi” che, per via di un’antica leggenda, si colorano di rosa e sulla cima di Valbona (3.033 metri) è uno dei più magici che esistano non soltanto in Italia ma al mondo.

Inoltre, lassù, senza alcun inquinamento luminoso, si possono ammirare delle meravigliose stellate. Chi desidera percorrere il sentiero in giornata, invece, può approfittare di un caldo pasto tipico tirolese nell’antica stube di legno.

val-ciamin-radura Rechter

Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

La radura Rechter nella Val Ciamin

La Valle Ciamin corre lungo l’omonimo rio Ciamin, che nasce sottoterra ed esce dalle rocce nella valle e scorre costeggiando baite di legno, attraversando distese di pascoli verdi e fioriti a primavera, come la spettacolare radura Rechter Leger, e boschi di sempreverdi e di abeti rossi. Questo cammino si può fare tutto l’anno. Quando c’è la neve, è perfetto per una splendida ciaspolata, specie nelle giornate di sole.

La leggenda di Re Laurino

A molti piace credere che il Catinaccio si tinga di rosa all’ora del tramonto per via di un’antica leggenda locale, quella del giardino di Re Laurino, un sovrano a capo di una comunità di piccolissimi esseri viventi in un mondo dominato da giganti che viveva sul Catinaccio. Un giorno, il re, innamorato di Simhild, una giovane promessa a un altro uomo, però, decise di rapirla e di portarla nel suo castello di pietra.

catinaccio-rosengarten

Fonte: @IDM Südtirol Alto Adige – Clemens Zahn

Lo spettacolo del Catinaccio-Rosengarten sulle Dolomiti

Laurino sperava di conquistarla grazie al suo magnifico giardino dove fiorivano meravigliose rose rosse protette da un filo di seta dorato. Per liberare la promessa sposa, il fidanzato della principessa chiese aiuto a Dietrich von Bern, re dei goti che, insieme ai suoi guerrieri, partì subito alla volta del castello, strappò il filo di seta del giardino e calpestò le rose. Re Laurino indossò una cappa magica che lo rese invisibile e invincibile, ma durante la battaglia von Bern riuscì a strappargli la cintura e lo sconfisse.

La giovane fu liberata e anche Re Laurino riuscì a fuggire. Con una formula magica trasformò il giardino di rose in pietra. Nessuno, né di giorno né di notte avrebbe dovuto rivedere lo splendore delle rose. Al posto del giardino non rimase che nuda e pallida roccia. Tuttavia, nella formula magica Laurino si scordò di menzionare il crepuscolo, pertanto, per pochi istanti, a quell’ora, si può ancora ammirare lo splendore delle rose sul Catinaccio.

La sorgente magica

Lungo il cammino s’incontra una sorgente d’acqua diversa dalle altre, si dice infatti che sia miracolosa. L’antica sorgente di Hohen Steg era stata sepolta da una frana ed è stata riscoperta solo di recente, oggi è famosa nella valle per i suoi effetti curativi.

rio-ciamin-alpe-siusi

Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il rio Ciamin che corre lungo tutta la valle

Si racconta difatti che il vecchio lattoniere del vicino paese di Tires, un certo Robert, riuscì a curare i suoi disturbi gastrici grazie a questa magica acqua. Quando si passa di qui vale quindi la pena riempire la propria borraccia. Male sicuramente non fa.

È la stessa acqua che sgorga dalla sorgente di Bagni di Lavina Bianca, che veniva sfruttata ancora oggi dagli abitanti del posto per curare reumatismi, anemie e disturbi metabolici. Nel corso degli anni, Bagni di Lavina Bianca (in tedesco Weisslahnbad) ha richiamato un numero sempre maggiore di visitatori, che venivano appositamente per sottoporsi alle cure e per godere del magnifico paesaggio davanti al gruppo del Catinaccio.

Quando andare in Val Ciamin

La Val Ciamin è percorribile tutto l’anno. D’inverno si può camminare nella neve con le ciaspole ma il rifugio Bergamo chiude per la stagione (apre da giugno). Il periodo migliore per andarci è sicuramente dalla primavera fino all’autunno, quando iniziano le belle giornate di sole e si può passeggiare al fresco, magari rinfrescando i piedi nelle fresche acque del rio Ciamin che corre lungo il percorso.

rifugio-Bergamo-val-ciamin

Fonte: @Annelies Stifter

Il rifugio Bergamo che domina la Valle Ciamin

A primavera i prati fioriti sono uno spettacolo per i sensi tra colori e profumi che si respirano e che si ritrovano nel gusto dei deliziosi formaggi che vengono prodotti direttamente nelle malghe. Basta camminare a piedi nudi nei prati per godere di momenti di incredibile relax.

In autunno, la valle si tinge dei colori più caldi, in una tavolozza che sfuma dal verde dei sempreverdi al giallo, oro e rosso dei boschi. Questa è anche la stagione del Törggelen che ha inizio a ottobre e che dura fino alla fine di novembre, quando i contadini aprono le porte delle tradizionali Buschenschank, le osterie altoatesine, per offrire i più classici prodotti agricoli caratteristici dell’autunno.

A tavola si servono le tipiche Kartoffelpuffer, frittelle di patate, zuppa d’orzo, canederli o mezzelune ripiene di erbe insieme a costine di maiale e insaccati, accompagnati da canederli e crauti. Si finisce sempre con le castagne arrosto e un bicchiere di vino novello, che è poi il prodotto che ha dato origine a questo evento.

val-ciamin

Fonte: @Seiser Alm Marketing – Werner Dejori

I picchi dolomitici in fondo alla Val Ciamin

Il Törggelen è una tradizione nata proprio nell’Alpe di Siusi e nella Val Venosta, rimasta viva qui ma diffusa poi in tutto l’Alto Adige ed è strettamente legata alla storia del vino. Il termine Törggelen deriva da “Torggl” (dal latino torquere, torcere) e indica il torchio di legno che veniva usato nelle cantine dei contadini per la spremitura dell’uva.

Anticamente, gli ospiti che si recavano nei Buschenschank per degustare il vino novello si portavano il proprio cibo. Oggi a tutti piace la comodità di e la curiosità di gustare gli stessi piatti cucinati da cuochi diversi, perché ognuno ha poi la propria variante. Uno ottimo motivo per organizzare subito un weekend in questa inesplorata valle altoatesina.

Categorie
Borghi Idee di Viaggio isole panorami valli Viaggi

Valle dei Mocheni, con un magnifico scenario naturale

A pochi chilometri da Trento, si trova una terra che è rimasta intatta nella sua bellezza, quasi come un segreto da custodire gelosamente. I visitatori l’hanno ribattezzata ‘la valle incantata’ e non c’è forse altro modo di definirla, una volta che si è al cospetto del magnifico scenario naturale che racchiude, lasciato intatto dagli insediamenti umani isolati. Non è però solo il paesaggio che si svela allo sguardo a rendere questo luogo così speciale, ma anche la presenza di un‘isola linguistica germanofona di origine medievale. Benvenuti nella Valle dei Mocheni.

Alla scoperta della Valle dei Mocheni

La Valle dei Mòcheni, o Valle del Fèrsina (in mòcheno: Bersntol, in tedesco: Fersental) è una gemma nascosta del Trentino-Alto Adige, percorsa dal torrente Fèrsina, dalla sua sorgente fino alla cittadina di Pergine Valsugana, in provincia di Trento. Circondata dalle vette del settore occidentale del gruppo del Lagorai, è un susseguirsi di pascoli e boschi, in particolare larici e abeti rossi, interrotti solo qua e là da baite, masi e gruppi di case sparse, immersi in uno spazio che sa di infinito, dove tracce di agricoltura e allevamento spezzano solo per qualche istante il dominio della natura, permettendole di rimanere incontaminata e di preservare gli habitat di specie animali e vegetali protette.

Oltre a essere una meta molto apprezzata per le escursioni estive e per vacanze rilassanti e rigeneranti, è anche un luogo con un interessante passato minerario, testimoniato dalla Miniera-Museo Grua va Hardömbl, che si apre a 1.700 metri di quota con il suo tesoro di pirite, blenda, calcopirite, galena e oro. Situata nei pressi del sentiero che conduce al Lago di Erdemolo e distante 5 km dal centro di Palù del Fersina, è così ben conservata da sembrare quasi “viva”. Attrezzi e strumenti da lavoro, originari del sito, minerali e altri oggetti portano la mente a ritroso nel tempo, in epoche lontanissime o in altre più vicine a noi.

Per comprendere appieno la storia e la cultura di questi luoghi e della comunità che li abitano, è stato realizzato l’Istituto Mòcheno che ha lo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio etnografico e culturale, con particolare riguardo alle espressioni linguistiche. Una visita al Filzerhof, permette, ad esempio, di conoscere come viveva la comunità mòchena nei secoli scorsi. In questo maso, infatti, convergono tutti gli aspetti della vita locale, dalle attività lavorative alle relazioni sociali, dalla trasmissione delle conoscenze – anche quelle linguistiche – allo svolgersi dei rituali tradizionali.

Risalendo la Valle dei Mocheni verso Sant’Orsola si raggiunge, invece, l’interessante Museo Pietra Viva, che propone un affascinante viaggio nel mondo dei minerali e dei minatori, attraverso 400 anni di storia che hanno visto fiorire e decadere l’attività mineraria in questa valle di immigrazione tedesca. All’interno, si trova la ricostruzione del più grande “geode”, ossia una cavità rocciosa ricoperta di cristalli, scoperto negli anni ’90 dai due fratelli che hanno dato vita a questo percorso ricco di storia, cultura e natura.

Chi sono i Mocheni

I Mòcheni sono gli abitanti della valle che ne porta il nome, discendenti di una comunità di origine germanica che ha mantenuto negli usi e nella lingua la radice tedesca. I primi abitanti sono arrivati qui nel Medioevo dalla Germania, chiamati dai signori feudali di Pergine come manodopera per gli allevamenti e le coltivazioni. Pian piano la comunità è diventata stanziale, continuando a popolare la zona e dedicandosi allo sfruttamento dei giacimenti di rame e argento. Mochen, secondo il codice linguistico dei contadini tedeschi scesi qui a lavorare nelle miniere, deriva da machen, ‘fare’. Un nome attribuito in senso dispregiativo per indicare gli abitanti della montagna di lingua tedesca.

A partire dagli anni ’60, dopo la repressione operata dal fascismo con la proibizione dell’uso della lingua germanica e dopo una fase di disinteresse, nel secondo dopoguerra, verso queste isole linguistiche, è iniziato un processo di rivalutazione di questa e altre minoranze della provincia di Trento.

Attualmente i paesi appartenenti alla comunità mòchena sono quattro: Roveda (Oachlait, in mocheno), Frassilongo (Garait) e Fierozzo (Vlarotz) – sulla sponda sinistra della Fèrsina – e Palù (Palai), nella parte alta sulla sponda destra. La lingua mòchena è usata a livello orale da quasi la totalità delle famiglie di Roveda e di Palù, da gran parte delle famiglie di Fierozzo e da alcune famiglie a Frassilongo.

Categorie
Vacanze natura valli Viaggi viaggiare

In queste valli italiane puoi passeggiare nel foliage. E fare cromoterapia

La stagione dei colori mozzafiato dalle sfumature del fuoco, degli odori frizzanti e dei frutti della terra è ormai cominciata. È tempo, dunque, di organizzare nuovi e straordinari viaggi alla scoperta di tutte quelle destinazioni che in autunno indossano il loro abito più bello.

Passeggiate nel bosco, caccia alle foglie e ai tartufi, trekking delle meraviglie e visioni di incredibile bellezza: queste sono solo alcune delle esperienze che invitano i viaggiatori a girare il globo in lungo e in largo in questo periodo. Ma per perdersi e immergersi in tutta la magia dell’autunno, non c’è bisogno di volare per forza dall’altra parte del mondo. Anche il Bel Paese, infatti, ospita tutta una serie di paesaggi naturali che sorprendono a ogni passo compiuto.

Incantano, per esempio, la Valle di Fraele e la Val Viola, situate entrambe nell’Alta Valtellina. Due destinazioni che, in questo periodo, si trasformano nel palcoscenico dello spettacolo più bello di Madre Natura, l’ultimo prima del lungo letargo. Proprio qui, infatti, è possibile passeggiare nel foliage e fare cromoterapia. Pronti a questa passeggiata delle meraviglie?

Nelle valli italiane per ammirare il foliage

Trascorrere del tempo a stretto contatto con la natura è un piacere per l’anima e per il corpo. I benefici, infatti, sono tantissimi e sono confermati dalla scienza e dalle nostre stesse esperienze. Basta una semplice passeggiata per rigenerare i sensi e ricaricare le energie. Farlo in autunno, poi, permette di vivere un’esperienza sensoriale senza eguali che passa per i colori accesi, i profumi pungenti, i suoni della natura, le sensazioni tattili e gli scorci che lasciano senza fiato.

Sono tante e diverse le destinazioni del mondo che in questo periodo mostrano il loro volto più bello. Tra queste anche i luoghi di montagna dove Madre Natura ha portato in scena la grande bellezza. Tra i posti più imperdibili da raggiungere, per chi vuole fare incetta di foliage, c’è sicuramente il Parco Nazionale dello Stelvio. Situato nel cuore delle Alpi, questo ospita un dedalo di sentieri che conduce a paesaggi che lasciano senza fiato.

E poi ci sono le valli, quella di Fraele e la Val Viola, destinazioni dove il foliage diventa un’emozione imperdibile, per gli occhi e per il cuore. La prima ospita contrasti di immensa bellezza, quelli caratterizzati dal color zaffiro dei laghi e il rosso dei larici. La seconda, invece, è un gioiello silenzioso dove il caos e il disordine dei giorni non possono entrare e che in autunno, grazie ai numerosi abeti, si tinge di mille sfumature di arancione.

È proprio qui che, passeggiando tra territori incontaminati, è possibile accedere a tutti i benefici della cromoterapia dove il colore, che fa da padrone, diventa un vero e proprio trattamento di benessere.

Le passeggiate nel foliage

Fonte: Ufficio Stampa Bormio

Le passeggiate nel foliage

Foliage e cervi in amore: un’esperienza romantica e unica

Se la magia dei paesaggi ancora non dovesse bastarvi, c’è un altro motivo per raggiungere le sterminate vallate del Parco Nazionale dello Stelvio. Il foliage autunnale fa da cornice a uno degli appuntamenti più romantici della fauna selvatica del territorio.

In Val Zebrù, infatti, è cominciata la stagione dell’amore dei cervi. In questo periodo gli animali, che vivono in consistenti popolazioni, danno il via all’annuale rito di riproduzione. Per farsi notare dalle femmine, e per allontanare altri pretendenti, i cervi mettono in scena un corteggiamento fatto di forti bramiti che risuonano in tutta la valle a ogni ora del giorno e della notte dando vita a un’esperienza sensoriale affascinante e unica. Tutto intorno, poi si snodano abeti rossi, larici e pini che assumono le caratteristiche sfumature autunnale rendendo l’atmosfera mistica.

Il bramito dei cervi

Fonte: Ufficio Stampa Bormio

Il bramito dei cervi
Categorie
Europa Svizzera Vacanze natura valli Viaggi

Engadina: la valle svizzera dove c’è (quasi) sempre il sole

Oggi vi portiamo a scoprire una valle incantata, una di quelle zone che sembra uscita direttamente da un libro di fiabe e che per la sua bellezza è stata in grado di ispirare i più grandi artisti e poeti. Un posto speciale, quindi, e a pochissima distanza dal nostro Paese, tanto che il suo soprannome è il “salone delle Alpi”: benvenuti in Engadina.

Dove si trova l’Engadina

L’Engadina è un vero e proprio scrigno di tesori preziosi che sorge in Svizzera, e più precisamente nel cantone dei Grigioni. Un luogo dalla bellezza raffinata e che si distingue per essere una delle valli abitate più alte d’Europa. Ma non è solo questo il suo unico (quasi) primato, perché questo territorio ha la fortuna di essere baciato dal sole quasi costantemente, tanto che in media qui si contano ben 322 giorni di bel tempo all’anno che regalano un clima assai mite.

Divisa in Alta e Bassa Engadina, pare avere una doppia anima: l’Alta Engadina è piuttosto pianeggiante e la patria di affascinanti laghi che a loro volta sono incorniciati da ghiacciai e fitti boschi di cembri e larici. La Bassa Engadina, dal canto suo, ha una conformazione decisamente più aspra e stretta perché qui il fiume che attraversa l’intera valle, l’Inn, nel corso del tempo ha creato profonde gole tra le rocce.

Cosa aspettarsi

L’Engadina è una valle spettacolare e che riesce a rigenerare i suoi visitatori, sia in estate che in inverno. Puntellata di paesaggi praticamente intatti e incontaminati, ha ospitato personaggi di fama internazionale come Giovanni Segantini, F. Nietzsche, H. Hesse, Th. Mann e tanti altri ancora.

Engadina: cosa fare

Fonte: iStock

Un angolo della Engadina

Il visitatore, non appena arriva, avverte una sensazione speciale e che nel mondo digitalizzato di oggi spesso ci dimentichiamo, quella di essere nel poetico abbraccio della natura. L’intero territorio engadinese, infatti, è ricoperto da vegetazione: ci sono boschi con pini che arrivano fino a una quota di 1.800 metri e foreste di larici che toccano i 2.100 metri d’altitudine.

Poi c’è il paesaggio lacustre, armoniosamente inserito nei profili delle cime che in questi splendidi laghi si specchiano, e tutti alimentati dalle abbondanti acque del fiume Inn. E poi ci sono i villaggi pittoreschi, quelli che sogniamo quando pensiamo ai paesi montani, così come destinazioni decisamente glamour.

Non manca di certo la cultura, che qui è decisamente variegata. Vi basti pensare che la lingua principale è il romancio, ma che si parlano anche tedesco, italiano e francese.

I villaggi da visitare

Senza ombra di dubbio la punta di diamante dell’Engadina è St. Moritz, una delle mete turistiche svizzere più ambite dal turismo internazionale. Ma del resto non c’è da sorprendersi: è una meta che si distingue per la sua eleganza, signorilità e sontuosità. Tra le altre cose, si affaccia sul lago omonimo che in inverno sembra possedere una corona di neve indossata dalle montagne circostanti, che contemporaneamente va a mescolarsi con l’azzurro del cielo. Gli amanti degli sport invernali saranno felici di sapere che qui si sviluppa una moderna infrastruttura e 88 piste per indimenticabili avventure sulla neve.

Un altro villaggio dell’Engadina da non perdere è Pontresina, un luogo dominato da una bella torre pentagonale in stile moresco. Da queste parti è presente anche una volta ricca di pregevoli affreschi risalenti al XIII-XV secolo: la Cappella di Santa Maria.

Molto grazioso è anche Celerina che si fa amare per i suoi profili poetici: sorge proprio sulle rive del fiume Inn. Degna di nota è la Chiesa di San Gian del XIII secolo che è stata edificata su una piccola altura e che tra le sue mura custodisce affreschi quattrocenteschi e un meraviglioso soffitto ligneo dipinto del 1478.

Poi ancora Zuoz che è un vero e proprio susseguirsi di casette patrizie barocche e rinascimentali e dove a colpire è la Chesa Planta, uno degli edifici simbolo del villaggio.

Affascinante è anche Tarasp, in Bassa Engadina, località famosissima in Svizzera per le cure termali e per la presenza di un magnifico castello che risale al XI secolo.

Tarasp,, Engadina

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / ALBERT CEOLAN

Il Castello di Tarasp,

I meravigliosi laghi

Un viaggio in Engadina non si può dire completo se non si visitano i suoi laghi. Dello specchio d’acqua di St. Moritz ve ne abbiamo già parlato, ma non sono di certo da meno gli altri che impreziosiscono la valle.

Il Lago di Sils è il più esteso del Cantone dei Grigioni e in estate si lascia esplorare a bordo di un piccolo battello su cui fare un viaggio panoramico che tocca la penisola di Chastè, Plaun da Lej e Isola.

Intorno al lago, invece, prende vita un paradiso idilliaco per escursionisti e ciclisti. Una piccola curiosità: il noto filosofo tedesco Nietzsche trascorse un periodo prolungato proprio sulle sponde di questo lago.

Non è da meno Silvaplana, un vivace villaggio circondato da una natura primordiale e affacciato sull’omonimo e splendido lago. Dal colore scintillante, è adatto per la navigazione con la barca a vela e per vivere divertenti avventura con il kitesurf.

Infine, l’idilliaco Lago di Champfèr che si rivela la meta ideale per una breve passeggiata intorno alle sue sponde.

Le altre avventure imperdibili

Villaggi da sogno, paesaggi alpini emozionanti e laghi che sembrano specchi per le sontuose montagne non sono le uniche cose che colpiscono dell’Engadina.

Da queste parti, infatti, è possibile dedicarsi a numerose attività come il golf, pedalare (o camminare) per ben 400 km di sentieri che si snodano tra laghetti, prati verdi e fitti boschi, e praticare i più tipici sport acquatici, come windsurf, kitesurf, vela, stand-up, pesca e canoa.

In inverno, oltre al comprensorio sciistico del Corviglia a St. Moritz che attira sciatori da tutto il mondo, i visitatori possono divertirsi nelle tante piste di alpinismo, piste per il fondo, fun-park per gli snowboarder e molti itinerari escursionistici di diversa lunghezza e difficoltà. Non manca di certo la possibilità di fare sport sul ghiaccio, come il pattinaggio, il curling e l’hockey.

Infine, una delle attività da non perdere assolutamente: un viaggio sull’iconico Trenino Rosso del Bernina che porta a scoprire il cuore di questa spettacolare valle: costeggia il letto del fiume Inn e conduce al cospetto di straordinarie meraviglie della natura come, per esempio, il Giardino dei Ghiacciai con le Marmitte dei Giganti, pozzi monumentali scavati nei secoli dalla forza erosiva dell’acqua. Il tutto, mentre si è costantemente accompagnati da un paesaggio avvolto dalle montagne.

Trenino Rosso del Bernina in Engadina

Fonte: iStock

Il mitico Trenino Rosso del Bernina
Categorie
Europa foreste Francia Idee di Viaggio itinerari culturali lago musei vacanza natura valli Viaggi

Valle delle Meraviglie, una Francia davvero sorprendente

Quando si dice “un nome, una garanzia“: non poteva essere altro che “meraviglioso” un territorio che porta il nome di “Valle delle Meraviglie“, un “museo a cielo aperto”, punteggiato da pietre colorate e levigate dai ghiacciai, da laghi di montagna e una foresta che incanta con il suo verde e i suoi profumi.

Siamo nel cuore del Parco Nazionale del Mercantour, vanto delle Alpi Marittime e delle Alpi dell’Alta Provenza, tra l’Italia e, appunto, la Provenza, indiscussa oasi di biodiversità tra le più ricche di Francia.

Un magnifico paesaggio che incontra il mare e la montagna, terrazzamenti di ulivi, ruscelli e pittoreschi villaggi arroccati.

La Valle delle Meraviglie, un viaggio di 5000 anni

È un vero paradiso per gli escursionisti e i trekker, dove camminare sullo sfondo delle cime innevate, tra scoscese rocce, laghetti alpini e la foresta, e aguzzare la vista per scorgere gli animali di montagna (che qui sono davvero moltissimi!) tra cui i camosci che, in quanto “abitanti principali”, non sono mai troppo lontani.

Ma siamo appena all’inizio. Infatti, la valle è il regno delle incisioni rupestri e qui non si compie mai una “semplice escursione” bensì un viaggio a ritroso di ben 5000 anni laddove gli uomini dell’Età del Bronzo lasciarono la loro impronta imprimendo nella pietra segni che onorano le divinità del cielo e della montagna.

Nell’area protetta delle incisioni, l’escursionismo è consentito soltanto lungo i sentieri segnalati, dove scoprirne il significato grazie ai pannelli didattici; è possibile, però, anche effettuare una visita approfondita insieme alle guide abilitate e accreditate dal Parco Nazionale, che conducono i visitatori ad ammirare le incisioni più singolari raccontando, al contempo, le teorie più contrastanti riguardo il loro significato.

E poi entra in scena il Monte Bego con i suoi 2872 metri di altezza che, agli occhi dell’uomo preistorico, doveva apparire “sacro”, un mezzo di elevazione verso il Dio o gli Dei: ed è proprio lungo i suoi pendii che incisero la pietra per “sacralizzare” quei luoghi.
Oggi Monumento Nazionale, l’area archeologica del Monte Bego dona al visitatore l’emozionante esperienza di trovarsi di fronte alla toccante testimonianza di un culto ancestrale.

Natura e biodiversità, protagoniste assolute

Passeggiare lungo la Valle delle Meraviglie, trascorrere alcuni giorni nei rifugi, consente di ritrovarsi a tu per tu con il “fascino del meraviglioso” e di vivere momenti e giorni indimenticabili al cospetto della montagna, con i suoi ritmi, i suoi silenzi, i suoi paesaggi plasmati dall’aspra roccia e, subito dopo, dalla flora verdeggiante.

Altrettanto emozionante il possibile avvistamento di stambecchi, camosci, caprioli, lupi, marmotte e altri splendidi rappresentanti della fauna alpina.

Il Museo delle Meraviglie, la tappa da non perdere

Inaugurato a Tenda nel 1996, il “Museo delle Meraviglie” è un’altra tappa da mettere in lista per completare al meglio e arricchire la conoscenza di una delle valli più sorprendenti della Francia.

Non a caso, è il luogo ideale per approfondire la visita al sito archeologico e alle sue incisioni oppure per prepararsi al meglio all’escursione: lungo le sue sale, progettate con scenografie moderne, interattive e ludiche per andare incontro anche ai più piccoli, il museo ricostruisce con dovizia di particolari e realismo la vita dei primi abitanti della Valle e offre il suo prezioso contributo alla valorizzazione e alla tutela di un patrimonio archeologico unico nel suo genere.

Categorie
Borghi Chiese Destinazioni lago montagna trekking Trentino Alto Adige turismo religioso vacanze avventura valli Viaggi

Valle del Chiese: cosa visitare in questo angolo di Trentino

Una vacanza rilassante trai monti del Trentino? La località ideale è la Valle del Chiese, una perla incastonata nella Valle delle Giudicarie, attraversata dal corso del Fiume Chiese, al confine con la Lombardia.

Tra laghi, tipici borghi alpini, immense foreste, antichi alpeggi, vette imponenti, ghiacciai, torrenti e sentieri da trekking, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta: ecco le tappe da non perdere.

I borghi, 14 gemme da scoprire

Sono ben 14 i borghi che adornano la Valle del Chiese, piccoli scrigni di bellezza ognuno con le sue peculiarità.

E così conosciamo Bondo, ospitale e tranquillo, custode del Cimitero Monumentale Austro-Ungarico e del Museo della Civiltà Contadina, Lardaro, dove svettano ancora oggi le due magnifiche fortificazioni Forte Corno e Forte Larino, il vivace abitato di Roncone con lo splendido laghetto a pochi passi dal centro, Praso, cuore medievale dalle poche casette in pietra, Pieve di Bono con il Castel Romano da cui godere di un panorama incredibile e la Pieve di Santa Giustina.

Poi, ecco Bersone che ospita il Museo della Grande Guerra, Prezzo, eccellente punto di partenza per rigeneranti escursioni nella natura, l’antico Daone non lontano da fragorose cascate tra le rocce, Brione, uno dei più alti della Valle, Condino, scrigno d’arte con la Pieve di Santa Maria Assunta, Castel Condino, laddove la storia incontra la natura, Cimego, dove il tempo si è fermato al Medioevo, Bondone, nei pressi del Lago d’Idro con il magnifico Castel San Giovanni, e Storo, in cui la gastronomia tipica è sopraffina.

Il Sentiero Etnografico del Rio Caino

Terra di percorsi affascinanti ed eccezionale eden per gli escursionisti, i trekker e gli amanti della vita e degli sport all’aria aperta, la Valle del Chiese ha uno dei suoi fiori all’occhiello nel Sentiero Etnografico del Rio Caino di Cimego, un suggestivo museo a cielo aperto di circa quattro chilometri che consente di ripercorrere, in un paesaggio emozionante, la tradizione rurale, i mestieri ormai scomparsi e la storia delle genti che hanno abitato la Valle nei secoli.

Catturano lo sguardo gli antichi opifici, le rarità botaniche, gli scorci invidiabili sul Lago d’Idro e le montagne del bresciano, e le trincee, i camminamenti e i manufatti militari della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Naturale Adamello Brenta

Siamo in una cornice in cui la natura incontaminata è la vera protagonista e non può certo mancare una visita al Parco Naturale Adamello Brenta, tra le Dolomiti del Brenta e l’Adamello, il più grande di tutta la regione dove dedicarsi a spettacolari e facili passeggiate oppure a escursioni più impegnative.

Il paesaggio è variegato, indimenticabile, con la flora e la fauna che sono tra le più ricche di tutte le Alpi: non è difficile scorgere gli stambecchi, gli orsi bruni, e numerose specie di piante e fiori particolari.

Non mancano le Case del Parco per approfondire tematiche specifiche con percorsi dedicati alla natura e alla storia del territorio e delle sue genti.

Il Lago d’Idro

Incantevole specchio lacustre formato dalle acque limpide e trasparenti del Chiese, il Lago d’Idro è un’altra meta da non lasciarsi sfuggire, balneabile e dalla temperatura ottimale per rinfrescanti nuotate fino a settembre inoltrato.

Le sue sponde sono un must per i surfisti, i velisti e i canoisti ma anche per le famiglie grazie ai campeggi e alle spiagge adatte anche ai più piccoli.

Categorie
Africa Asia Idee di Viaggio Marocco Medina valli Viaggi

Tetouan, la città bianca del Marocco

A una sessantina di chilometri da Tangeri, nel nord del Marocco, abbaglia la candida città di Tetouan, nella fertile Valle del Martil, vivace porto noto per la sua Medina, Patrimonio UNESCO dal 1997, tra le meglio conservate del Paese.

Una località a dir poco splendida, una “colomba bianca” che sa incantare e trasportare in un’atmosfera tutta da vivere e da scoprire, lungo le sue stradine imbiancate a calce tra bancarelle, mercati e colorati portali ad arco.

Seppur ancora meno gettonata di Casablanca o Marrakech, Tetouan offre accattivanti punti di interesse ed è agevolmente visitabile anche con una giornata a disposizione.

Cosa vedere a Tetouan, la bianca città del Marocco

La prima tappa quasi obbligata è, senza dubbio, l’affascinante Medina Patrimonio UNESCO, un candido dedalo di stretti vicoletti dove perdersi senza fretta e ammirare, a ogni passo, un nuovo scorcio.

Si tratta di uno dei migliori esempi di città storiche dell’VIII secolo, delimitata da mura sui tre lati, dotata di sette porte e custode di ben trentasei edifici sacri tra santuari e moschee.

Qui, inoltre, sono vivaci e numerosi i caratteristici mercati (souk) con bancarelle che espongono qualsiasi tipologia di prodotto: dalle pescherie, al pollame, al cibo di strada fino alla pelletteria e alle decorazioni.

Di contro, altrettanto affascinante è il quartiere spagnolo l’Ensanche, così differente dai labirinti della Medina, con le strade disposte a griglia: dopo una passeggiata lungo la via principale Mohamed V, da non perdere sono il Museo Archeologico (che illustra la storia preistorica e pre-islamica del Marocco), il Museo di Arte Contemporanea e la vivace Piazza Mulay Mehdi con bar, rotonda ombreggiata da palme e la caratteristica chiesa gialla di Nuestra Señora de las Victorias.

Nelle vicinanze, ecco poi un’oasi di ombra e relax nel cuore della città, ovvero i Giardini dell’Eixample, con panchine, sentieri curati, alberi, statue, fiori e una ricca vegetazione.

Ma non è tutto.

Tra la Medina e l’Ensanche, da non perdere è Piazza Hassan II, dove spiccano particolari fari Art Noveau, verdi e bianchi, e soprattutto il Palazzo Reale, edificato nel XVII, la storica residenza del sultano, tra gli esempi più pregevoli di architettura moresca del mondo con splendidi giardini, fontane, cortili, e una meravigliosa porta d’ingresso.

Il fascino dei dintorni

Se Tetouan è un gioello del nord Marocco, i suoi dintorni non sono da meno: avrete, così, l’opportunità di conoscere una vasta gamma di città e paesi che completeranno al meglio la vostra esperienza di viaggio.

Da citare, ad esempio, è il piccolo paese costiero di M’diq, a una ventina di minuti d’auto, meta estiva per eccellenza con la lunga spiaggia che fiancheggia il lungomare ricco di bar e ristoranti.

A un’ora e mezza, invece, merita una sosta il suggestivo villaggio blu di Chefchaouen con le stradine dipinte su cui si affacciano deliziosi negozietti. Imperdibile la spettacolare Kasbah, fortezza davvero ben conservata.

Ancora, da ammirare sono Tangeri, sullo stretto di Gibilterra, dal centro storico che si snoda tra stradine bianche e blu, souk, monumenti e le bellissime spiagge, e Ceuta, città autonoma spagnola a una quarantina di chilometri, con notevoli attrazioni quali, ad esempio, Plaza de África, Plaza de Armas delle Mura Reali o Monte Hacho e la Casa de los Dragones sul Paseo de Camoens.

Categorie
Vacanze natura valli Viaggi viaggiare

Val di Mello, una meraviglia tutta italiana

Viviamo in un Paese in cui, per fortuna, sopravvivono ancora delle zone incontaminate, dove la natura regna indiscussa con tutte le sue sfumature e dove l’essere umano viaggia con una mano sul cuore, ovvero rispettando come si deve tutto ciò che incontra. Un patrimonio, il nostro, fatto di magnifici scenari montuosi impreziositi da torrenti spumeggianti, laghetti che sembrano dipinti, cime che si innalzano fiere e una vegetazione lussureggiante, come quella della Val di Mello.

Dove si trova la Val di Mello

La Val di Mello è una sorprendente valle laterale della Val Masino. Situata al confine con le Alpi svizzere, ha la sua “porta d’ingresso” presso il paese di San Martino, in provincia di Sondrio, e termina nei pressi del gruppo del monte Disgrazia, una vetta relativamente solitaria di ben 3.678 metri di altitudine.

Non esageriamo quando scriviamo che si tratta di un luogo incantato: nel 2009 la Lombardia ha riconosciuto la Val di Mello come riserva naturale, tanto da essere oggi l’area protetta più grande della regione. Ciò vuol dire che qui, in alcuni periodi dell’anno, non ci sono automobili e che l’aria che si respira è quella pura e cristallina di alta montagna.

Data la sua audace e autentica spettacolarità, la Val di Mello è conosciuta persino come la piccola Yosemite italiana, merito certamente della sua natura mozzafiato, ma anche dei suoi singolari paesaggi fatti di corsi d’acqua color smeraldo, rigogliosi boschi di conifere, bestiame al pascolo e baite alpine che rendono il territorio altamente fiabesco.

Val di Mello, Lombardia

Fonte: iStock

Un fiabesco angolo della Val di Mello

Estesa su 4.560 ettari di territorio, è il posto perfetto per chi è in cerca di pace e di quel contatto con la natura privo di qualsiasi elemento architettonico e condito dal suono dell’acqua che scorre, insieme alle tipiche melodie del vento tra le foglie.

Cosa c’è in questa graziosa valle

In Val di Mello la natura non si risparmia, ma anzi offre spettacoli di rara bellezza. Il modo migliore per conoscerla nella sua totalità e in tutte le sue sfaccettature è quello di percorrerla per intero.

La buona notizia è che esiste un tragitto che prevede circa 2 ore di camminata per la sola andata: la prima metà si svolge lungo una pianeggiante mulattiera, la seconda sale per circa 400 metri di dislivello in un fitto bosco.

Il punto di partenza è San Martino Valmasino da dove si percorre tutta la mulattiera che parte dal “Gatto Rosso”, in località Ca’ Panscer, per raggiungere il vasto laghetto del Qualido.

A quel punto si prosegue in piano lasciandosi sulla destra il piccolo nucleo rurale di Ca’ di Carna dove si incontra il cosiddetto Bidet della Contessa, un altro specchio d’acqua che lascia senza fiato. Si giunge poi a Cascina Piana, il più grosso nucleo di baite della valle, per poi superare l’ultimo gruppo di baite della località Rasica.

Da qui il sentiero cambia completamente volto: ci si addentra nella foresta e dopo alcune brevi salite circondate da curiosi e grandi massi di granito si arriva sul fondo della Val di Mello, nei pressi del ponticello sul torrente Torrone e della Cascata della Chiusa.

Camminando tra abeti d’alto fusto e costeggiando il margine inferiore delle Placche dell’Oasi, si superano diversi tornanti fino a ritrovarsi dinnanzi agli spettacolari alpeggi dell’Alpe Pioda. Il ritorno si effettua lungo lo stesso percorso fino alle baite di Rasica, da dove si può intraprendere anche un sentiero alternativo che scende direttamente a San Martino Valmasino.

Il granito della Val di Mello

Fonte: iStock

Profili di montagne in Val di Mello

Le tappe da fare lungo il percorso

La preziosa Val di Mello è composta da due territori: una riserva “integrale” e una “zona speciale”. Al suo interno sono racchiusi piccoli siti rurali abitati e graziose valli adiacenti, come la Val del Ferro. La prima, ossia la riserva “integrale”, è accessibile solo dal personale forestale autorizzato, mentre l’altra è accessibile a tutti.

Ed è proprio in quest’ultima che, passo dopo passo, è possibile fare soste bellissime e attraverso cui conoscere più a fondo l’anima integra e intatta di questo spettacolare territorio lombardo.

Da località Ca dei Rogni, il primo nucleo di baite che si incontra lungo il cammino, vale la pena fare una piccola deviazione di circa 10-15 minuti per ritrovarsi al cospetto della Cascata del Ferro. Composta di quattro fragorosi flussi d’acqua che si tuffano da poderose placche granitiche, regalano uno scenario incontaminato ed altamente sorprendente.

Un’altra tappa che vale la pena fare è il laghetto Qualido che riesce ad evocare emozioni perché vi si riflettono i monti e gli alberi circostanti. Nato recentemente, ovvero nel 2009, per colpa di una frana che ha parzialmente sbarrato il corso del Torrente Mello, offre acque cristalline che vanno dal verde giada al turchese, dal celeste al blu più profondo. E sì, è perfetto anche per fare un piccolo tuffo ristorativo.

Poi ancora il Bidet della Contessa, forse il luogo più iconico di tutta la Val di Mello. Così chiamato perché, secondo una delle varie leggende locali, in un’epoca lontana esisteva una nobile donzella che era solita rinfrescarsi in questo specchio d’acqua, è un laghetto dalle acque limpide in cui si riflettono fusti verdissimi e un cielo azzurro infinito, mentre come sfondo ci sono alte e affascinanti montagne.

Perfettamente balneabile (ma dalle acque assai fresche), è impreziosito da un minuto isolotto e da grandi pietre che gli conferiscono un fascino ancor più unico nel suo genere.

Bidet della Contessa, Val di Mello

Fonte: iStock

Il bellissimo Bidet della Contessa

Cos’altro fare

La Val di Mello presenta diverse strutture che possono essere usate come punto d’appoggio per le attività escursionistiche e alpinistiche, tra cui bivacchi e rifugi.

In più, è un importante sito d’arrampicata per il bouldering e le vie lunghe su roccia di granito. Vi basti sapere che sono presenti una ventina di pareti, tra le più conosciute non possiamo non menzionare il Precipizio degli Asteroidi e lo Scoglio delle Metamorfosi.

Molto soddisfazione la troveranno anche coloro che desiderano fare l’arrampicata sportiva in quanto qui ci sono più di 300 vie di arrampicata di ogni tipologia, dai gradi più bassi fino a quelli più alti. Tra le più iconiche c’è quella del “Sasso Remenno“, il più grande monolito roccioso d’Europa.

Infine, dalla Val di Mello è possibile intraprendere quello che è conosciuto con il nome di Sentiero Roma, una delle più celebri Alte Vie delle Alpi che sorprende ed emoziona grazie alla sua vera e propria esplosione di natura incontaminata.

Categorie
Austria Europa Vacanze natura valli Viaggi

Questa piccola valle italiana, che pochi conoscono, è una vera scoperta

Dicono sia una delle valli più belle d’Italia, ma sono in pochi a conoscerla. Questa piccola vallata altoatesina che confina con l’Austria è una gemma nascosta nota alla gente del posto e a qualche turista appassionato, che ama andare alla scoperta di mete fuori rotta.

Stiamo parlando della Val di Fleres, una valle che si estende da Colle Isarco, alle spalle del borgo medievale di Vipiteno, che conduce fino alle Alpi dello Stubai. Questa deliziosa valle, fatta di pascoli, boschi, laghetti alpini e cascate, è una meta molto apprezzata dai turisti che amano trascorrere una vacanza all’insegna dell’attività all’aria aperta e dalle famiglie, lontano dalla folla.

Il paesaggio montano caratterizzato dal Massiccio del Tribulaun e dalla bellissima Parete Bianca regala sentieri escursionistici spettacolari, fino a raggiungere l’alta quota, alcuni dei quali imperdibili.

Escursioni nella natura

Come quello che porta alla Cascata “All’Inferno”, con il suo salto di 46 metri ai piedi del Calciati al Tribulaun. Si tratta di uno dei luoghi più rilassanti che esistano. Oltre alla tranquillità della valle e alla piacevole escursione lungo l’acqua, pare infatti che l’aria ionizzata dalla cascata purifichi le vie respiratorie, mentre i suoni dell’acqua aiutano a calmare il sistema nervoso.

Tra gli itinerari più belli della Val di Fleres c’è il suggestivo percorso Dolomieu, il cui nome si deve al geologo francese che qui scoprì una particolare roccia calcarea. Un itinerario che, dalla stazione a monte di Monte Cavallo (a duemila metri di quota alle spalle di Vipiteno, raggiungibile con la cabinovia), si estende fino al fondovalle della Val di Fleres e che permette di ammirare i colori della natura, ma anche di degustare i prodotti di sei malghe altoatesine. Gli escursionisti possono assaggiare il tipico formaggio grigio, un formaggio magro fatto con latte acido e prodotto dai contadini di montagna.

Un altro sito naturale della regione Vipiteno-Racines è la cascata di Moassl, sul fondo della Val di Vizze. L’aria fresca e la pace alla fine della valle rendono il luogo di riposo intorno alla cascata di Moassl un posto speciale di forza nel mezzo di una natura bellissima.

Escursioni tra le malghe

Uno degli itinerari più interessanti è il sentiero che conduce fino alla malga Furtalm, dove concedersi un pranzo a base di piatti della tradizione e di prodotti realizzati direttamente nella struttura.

Sulla cima del Monte Cavallo si trova un micro-villaggio fatto di malghe, dove d’estate vengono portate le mucche al pascolo. Tra queste, c’è la Malga di Valmigna, un luogo dal fascino unico in una posizione davvero suggestiva. Tra luglio e agosto si svolgono le Giornate dello yogurt, l’”oro bianco di Vipiteno”, con un ricco programma di eventi incentrati attorno al famoso yogurt di Vipiteno. E poiché lo yogurt qui è una religione, una volta tornati a Vipiteno è possibile prenotare una visita guidata (esclusi weekend e festivi) per scoprire i segreti dello yogurt e assistere al percorso di trasformazione del latte. La visita si conclude con una degustazione dello yogurt in tutte le sue declinazioni.

Infine, partendo dalla stazione a monte della cabinovia di Ladurns (a 1.713 metri di altitudine), si può percorrere un sentiero leggermente in salita passando le malghe di Ladurns e il rifugio Ladurnerhütte, per raggiunge il rifugio Stella Alpina, riconoscibile per un crocefisso accanto al delizioso laghetto di Sandes, dove ci si può dilettare nella pesca delle trote. Anche qui si può fare una sosta gastronomica (è consigliato lo strudel di mele), ma merita assolutamente proseguire sul sentiero per poter ammirare la maestosità del gruppo del Calciati Tribulaun che, pur raggiungendo solo i 3.100 metri di altezza, si erge imponente rispetto agli altri massicci montuosi.

Tra Ladurns e Fleres si trovano i meravigliosi Giardini Aromatici Wipptal dove vengono coltivate erbe e piante aromatiche seguendo rigidi criteri biologici. I fiori raccolti a mano e le erbe tagliate nel momento della loro massima potenza balsamica, vengono lavorati per realizzare prodotti di alta qualità, dagli infusi ai liquori fino ai cosmetici, che poi vengono venduti.

Le attività per i bambini

La Val di Fleres è perfetta per le famiglie. Sono tante, infatti, le attività all’aria aperta adatte ai più piccoli. Una di queste è la visita al Rossy Park sul Monte Cavallo, un parco giochi con mini-zoo di conigli, asini, pony, pecore, lama e alpaca. Qui è possibile partecipare al “lama trekking”, una gita organizzata accompagnati da questi simpatici animali originari del Sudamerica. Tra le passeggiate da non perdere c’è il facile tour circolare “Flaner Jöchl”, un percorso ad anello adatto a tutti e con un dislivello contenuto, perfetto a piedi o per un giro in mountain bike con tutta la famiglia.

Per chi preferisce le attività più adrenaliniche, c’è poi il Panorama Mountain Coster, una pista su rotaia che permette di provare, in completa sicurezza, l’ebrezza della velocità slittando tra i boschi e i pascoli del Monte Cavallo, ragalando, come dice il nome, un panorama unico. La pista estiva per slittini è la grande novità di quest’anno. La si raggiunge da Vipiteno con la nuova cabinovia del Monte Cavallo. Dalla stazione a monte si prende poi il telemix che conduce al Coster. La discesa parte da 2.120 metri di quota e copre quasi 300 metri di dislivello, per un tragitto di 1.300 metri con pendenza media del 20% e massima del 56%. Si corre in tutta sicurezza fino a raggiungere la velocità di 40 km orari.

Per i più grandicelli (è consigliato dai dieci anni in su), ci sono anche le mountaincart, veicoli a tre ruote senza motore che sfrecciano sulle strade forestali verso valle, silenziose e nel pieno rispetto della natura. Il percorso lungo 6,5 km ha una pendenza che varia tra il 3 e il 10% e comprende 12 curve, un sottopassaggio e due gallerie. Venti minuti di puro divertimento.

Categorie
Aosta hotel Notizie offerte Valle d'Aosta valli Viaggi

L’albergo diffuso arriva anche in Valle d’Aosta

Anche la Valle d’Aosta ha introdotto la formula dell’albergo diffuso, nell’ambito del rinnovamento della propria offerta alberghiera.

La Giunta Regionale, infatti, ha approvato i nuovi requisiti per quanto riguarda la classificazione degli alberghi.

Le parole dell’Assessore al Turismo

L’annuncio del via libera in Valle d’Aosta all’albergo diffuso è arrivato dall’Assessore regionale al turismo, Giulio Grosjacques.

L’approvazione dei nuovi requisiti per la classificazione degli alberghi, delle Residenze turistico-alberghiere ed il “via libera” alla realizzazione di alberghi diffusi in Valle d’Aosta rappresentano uno strumento regolamentare che gli operatori della ricettività alberghiera attendevano da tempo.

La nuova classificazione porterà la nostra regione ad innalzare ulteriormente il livello qualitativo degli alberghi per acquisire sempre più attrattività sia sul mercato domestico che sui mercati turistici internazionali: ma la novità forse più importante di questa nuova classificazione riguarda la regolamentazione degli alberghi diffusi, che potranno essere realizzati in un raggio di 500 metri rispetto all’edificio che ospita i servizi di ricevimento“.

Pensando agli alberghi diffusi, ha poi aggiunto: “Penso a tutti i nostri paesi caratterizzati da borghi storici interessanti oppure che siano posizionati in prossimità di forti attrattori turistici e che potranno pensare ad uno sviluppo del loro territorio nella direzione del recupero urbanistico piuttosto che della sostenibilità ambientale“.

La nuova proposta di classificazione

La proposta di classificazione che verrà introdotta, prevede

  • l’ammodernamento di ogni requisito obbligatorio, strutturale, impiantistico e di servizio delle strutture alberghiere per rimanere al passo con la sopraggiunta evoluzione del comparto turistico-ricettivo;
  • l’introduzione, per gli alberghi dei due nuovi livelli di classificazione “3 stelle superior” e “4 stelle superior“;
  • per le RTA (Residenze Turistico Alberghiere) l’aggiunta del livello “5 stelle” per dare ulteriore qualità all’offerta già presente.

La classificazione aggiornata sarà attiva da subito per tutte le attività alberghiere di nuova realizzazione e per tutte quelle già in funzione che vogliano passare a un livello superiore oppure a quelle oggetto di significativi interventi di riqualificazione.

Albergo diffuso di cosa si tratta

Diamo ora uno sguardo a cosa si intende per “albergo diffuso“.

Di recente diffusione in Italia ed Europa, si tratta di una modalità di sviluppo del territorio che va a inserire le strutture ricettive all’interno di un centro abitato con gli alloggi dislocati in vari edifici sparsi per le vie, di solito stabili antichi e di pregio, ristrutturati e ammodernati, dotati di tutti i comfort.

E’ una tipologia di turismo sostenibile, green, dal bassissimo impatto ambientale poiché prevede la ristrutturazione e non l’ulteriore costruzione.

Ma non è tutto: ha salvato, e salva, dall’abbandono innumerevoli paesi e borghi disabitati, portando linfa vitale in zone che hanno ancora tanto da offrire, nel pieno rispetto della natura.

E poi, non certo per ultime, le relazioni umane che, nell’albergo diffuso, rivestono una notevole importanza.

Infatti, realtà costituite da poche persone permettono di stringere legami più forti e genuini, nulla a che vedere con il turismo di massa.

Chi sceglie per le proprie vacanze un albergo diffuso, ha l’occasione di rilassarsi davvero, di vedere il mondo da un’altra prospettiva e di tornare a casa arricchito da un bagaglio di esperienze ineguagliabile.