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Visita ai Gessi sulle colline bolognesi, nuovo Patrimonio Unesco

Sì, è successo di nuovo: l’Italia, anche in questo 2023, ha ottenuto un nuovo sito Patrimonio Unesco – il 59esimo, ad essere del tutto onesti – ed è una meraviglia della natura situata in Emilia-Romagna. Parliamo del Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa che ha guadagnato questo riconoscimento per via del fenomeno “Carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale”.

Cosa sono i Gessi sulle colline bolognesi

Ci troviamo in una splendida area naturale protetta che si fa spazio sulle prime pendici delle colline bolognesi. Un territorio in cui affioramenti di gesso cristallino e calanchi danno vita un complesso carsico da sempre riconosciuto tra i più importanti e studiati d’Europa.

Come si può leggere sul sito della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, “È un bene seriale, composto da 7 siti nell’Appennino Settentrionale che includono al loro interno oltre il 90% delle rocce evaporitiche affioranti sul territorio”.

Ma a rendere questa zona così speciale è anche altro, ovvero il fatto che “Si tratta del primo fenomeno di carsismo evaporitico studiato nel mondo e include alcune delle cave di gesso più profonde (fino ai 265 metri di profondità). I 7 siti sono Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi di Onferno. Il sito ospita un insieme di morfologie carsiche, grotte (oltre 900) e sorgenti evaporitiche di straordinario valore non solo geologico e geomorfologico ma anche paleontologico, biologico, archeologico e per la storia dell’arte. L’eccezionalità è legata alla combinazione unica di fattori geologici e climatici che coesistono in questo territorio”.

Gli itinerari da fare nel parco

Doline, altipiani, valli cieche e rupi modellano il paesaggio e a loro volta ospitano una vegetazione caratterizzata da presenze mediterranee e specie legate a fasce altitudinali più elevate. Al suo interno sono possibili diversi itinerari, alcuni abbastanza lunghi ma prevalentemente su strade asfaltate.

I Gessi bolognesi

Fonte: ANSA

Veduta dei Gessi Bolognesi

Qualsiasi percorso sceglierete, sarete immersi nel rassicurante silenzio delle colline e in una discreta varietà di ambienti. Uno di questi riguarda le Ciclovie dei Parchi – Ciclovia dei Gessi di Gaibola. Si tratta di un percorso non troppo lungo ma che presenta delle pendenze da non sottovalutare.

Dalla forma di un anello, può essere intrapreso sia partendo dalla stazione ferroviaria di San Lazzaro che da quella di Ozzano e conduce attraverso l’esaltante ambiente carsico dei Gessi rivestiti di boschi e con spettacolari fioriture – a seconda della stagione.

Un altro interessante itinerario è l’escursione speleologica nella Grotta della Spipola il cui ingresso si trova a quota 135 metri. Si tratta di una cavità in gran parte artificiale, ma che lungo il percorso per raggiungerla permette di incontrare una fauna di grande interesse scientifico costituita da numerose specie, tra cui pipistrelli e invertebrati.

Al suo interno è possibile camminare per circa 700 metri e con un dislivello minimo. Non vanno sottovalutate la tanta di umidità e le temperature comprese tra i 10° e i 12°C.

Poi ancora il Sentiero Natura – Cà de Mandorli, ovvero un percorso ad anello che permette di visitare l’oasi, un tempo zona di cave di ghiaia, che è di incredibile interesse naturalistico poiché gli scavi hanno dato alla luce ad alcune depressioni in cui si alternano zone umide e zone aride. L’ambiente, quindi, è particolarmente diversificato.

Molto suggestivo è anche il Sentiero Natura – I calanchi di Monte Arligo, ovvero un percorso che si sviluppa in un ambiente in cui scorgere tracce di vecchi campi coltivati, aree terrazzate e filari alberati che, rinaturalizzandosi, hanno generato vari ecosistemi interconnessi tra loro. Anch’esso con andamento ad anello, si snoda per circa 1500 metri con un dislivello di più o meno 70 metri.

Voliamo ora sul Sentiero Natura – I calanchi di Sant’Andrea che inizia dal suggestivo borgo di S.Andrea, costeggialo storico parco della Villa Massei per poi snodarsi tra vecchi coltivi abbandonati ripopolati da una ricca vegetazione arbustiva fino a raggiungere il fondovalle del rio Centonara, alla base dell’imponente formazione dei Calanchi dell’Abbadessa.

Più si sale di quota più diventa eccezionale la vista sull’intero bacino calanchivo. Tuttavia, è sempre bene prestare attenzione perché il percorso può presentarsi particolarmente fangoso dopo piogge e nei mesi invernali.

Infine il Sentiero Natura – I gessi della Croara che è probabilmente l’itinerario più classico e conosciuto. Si sviluppa nell’area carsica intorno alla Croara, punto in cui estesi affioramenti gessosi hanno generato un paesaggio emozionante e di incredibile interesse scientifico.

I maggiori punti di interesse

Il Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa si estende per ben 4 815,87 ettari e per questo elencarvi tutti i punti di interesse presenti è pressoché impossibile.

Tuttavia, ne abbiamo selezionati alcuni come la Chiesa della Croara che sorge all’ombra di maestosi pini domestici e che dal piazzale in cui si trova regala un bel panorama su Bologna e la pianura.

Poi ancora Villa Abbadia che si fa riconoscere ed amare per la sua imponente architettura in cui si riconosce ancora l’Antica Abbazia di San Michele. E poi San Pietro di Ozzano, un incantevole borgo in cui il tempo pare essersi fermato al Cinquecento.

Molto interessante è anche la Grotta del Farneto in cui sono state rivenute sepolture riferibili persino all’Età del Rame. Il Molino Grande è invece una piccola oasi, gestita dalla sezione WWF Bologna Metropolitana, dove scoprire una monumentale Quercia, Salici, pioppi, ontani e frassini meridionali e numerosi arbusti.

Decisamente speciale è la Valle cieca dell’Acquafredda che spicca fra estesi prati e coltivi alternati a macchie di arbusti. Non è di certo di minore interesse la Buca dell’Inferno, ovvero degli inghiottitoi dai quali si accede a piccole cavità come la Grotta Coralupi. C’è poi Ca’ de’ Mandorli che un tempo era occupata da cave di ghiaia, mentre oggi è la culla di varie depressioni in cui sono presenti zone umide che offrono riparo a diverse specie migratorie.

A Castel de’ Britti, frazione nel comune di San Lazzaro di Savena, la Chiesa e parte del vecchio borgo su fanno spazio su una curiosa rupe. E infine l’Altopiano di Miserazzano che si distingue per la presenza di una sequenza di piccole doline, inghiottitoi e dossi gessosi. In più, regala una preziosa vista sulla Valle del Savena.

Insomma, non resta che visitare questo importante e meraviglioso nuovo Patrimonio Unesco italiano.

Le grotte dei Gessi bolognesi

Fonte: ANSA

Una delle grotte dei Gessi bolognesi
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Lago di Oeschinen: uscito da un libro di fiabe

Quando si pensa agli scenari da favola, in molte circostanze vengono alla mente laghi dai colori vividi immersi in paesaggi montani che sembrano dipinti da artisti di fama mondiale. Ecco, alle volte non c’è bisogno di usare l’immaginazione, perché scenari del genere esistono e sono molto più vicini di quanto si immagini: basta dirigersi verso il Lago di Oeschinen.

Dove si trova il Lago di Oeschinen

Il fiabesco Lago di Oeschinen si trova in Svizzera e, più precisamente, nel Canton Berna. Si tratta di un bacino d’acqua alpino situato a vicino alla piccola città di Kandersteg, e a più di 1,500 metri di altitudine.

Un lago d’alta quota, quindi, così tanto che nelle sue acque placide si specchino cime del calibro del Blümlisalp con i suoi 3.664 metri sul livello del mare.

Il lago si può raggiungere camminando, ma anche con una comoda cabinovia. Un piccolo luogo da sogno tra le montagne che in estate si trasforma persino in una specie di paradiso: le sue acque arrivano a una temperatura di 20 °C, perfette per un bagno rigenerante.

Il lago che è si estende nei pressi di un patrimonio Unesco

Sì, il titolo vi ha spoilerato una realtà dei fatti: il Lago di Oeschinen si trova all’ingresso di un’area che è patrimonio dell’umanità dell’Unesco, e persino un bacino in cui fare un giro in gondola. Qualunque sia la stagione in cui lo si visita, questo suggestivo lago svizzero è uno scrigno di sorprese: è impreziosito da una ricca flora alpina composta di orchidee, genziane e stelle alpine.

Nei suoi pressi pascolano greggi di ovini e di bestiame, mentre nelle zone adiacenti sono gli animali selvatici a muoversi sui pendii. Dalle acque di un blu acciecante, il Lago di Oeschinen è circondato da alte montagne e prati fioriti, quasi come un sogno che diventa realtà.

Come raggiungerlo

Esistono diversi modi per raggiungere il favoloso Lago di Oeschinen. C’è un sentiero dedicato alle famiglie, per esempio, che parte da Kandersteg, un villaggio dai panorami sorprendenti, e che arriva dritto a questo placido bacino d’acqua ma passando lungo il ruscello di Oeschi.

C’è po la variante un po’ più avventurosa che, seguendo il medesimo percorso della cabinovia, attraversa la splendida area Jungfrau-Aletsch, dichiarata Patrimonio mondiale dell’Unesco, regalando panorami emozionanti su tutto il lago, così come la possibilità di avvistare stambecchi, camosci e marmotte.

E poi c’è la variante meno faticosa, ma non per questo meno soddisfacente: con la cabinovia da Kandersteg, dove passeggini o sedie a rotelle non sono un problema. Una volta scesi, basta una passeggiata di circa mezz’ora che non presenta alcuna difficolta.

Infine, sappiate che con partenza dal Lago di Oeschinen ci sono innumerevoli escursioni che sono l’ideale per esplorare le montagne, la natura e il lago stesso. Percorsi adatti a grandi o piccini, lasciando a tutti la possibilità di scegliere cosa e come farla.

Tuttavia, è bene tenere a mente che i sentieri escursionistici nell’area dell’Oeschinensee sono aperti e accessibili, a patto che si indossino calzature adatte, soprattutto in riferimento alla stagione dell’anno in cui lo si visita.

Per il resto, godetevi a 360 gradi uno dei panorami e dei laghi più belli d’Europa.

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Hotel Alte Mühle: un viaggio gustoso nella Valle Aurina

Se siete alla ricerca di una vacanza che soddisfi i vostri desideri di relax, natura e buon cibo, l’Hotel Alte Mühle è la scelta perfetta per voi. Questa splendida struttura, gestita amorevolmente dai titolari Sepp e Beatrice, vi accoglierà in un’atmosfera calda e familiare, offrendovi un soggiorno indimenticabile.

Un viaggio culinario

Uno degli aspetti più pregiati di questa esperienza è l’attenzione dedicata all’esperienza enogastronomica. Il programma gourmet settimanale proposto è un viaggio culinario attraverso i sapori autentici della tradizione locale e mediterranea, accompagnati da selezionati vini. Ogni piatto è una delizia per il palato, preparato con ingredienti a chilometro zero e una cura artigianale.

Il team di cucina, guidato personalmente da Sepp, è straordinario nel creare prelibatezze che vi faranno leccare i baffi. Ogni giorno, il pane fresco fatto in casa, le marmellate e la pasta all’uovo rigorosamente fatta da loro con ingredienti locali, raccontano una storia di tradizione e passione che risuona ancora ai nostri tempi.

Hotel Alte Mühle

Dal 2019, l’Hotel Alte Mühle ha avviato il progetto “Taufrisch“, un’iniziativa che porta sulla tavola degli ospiti verdure e insalate coltivate direttamente nel loro campo. L’uso di varietà antiche e rare, insieme agli ortaggi coltivati in modo 100% naturale, rende ogni piatto un’esperienza gustativa unica e autentica.

La possibilità di raccogliere insieme le erbe fresche per il menu serale aggiunge un tocco di magia a questa esperienza enogastronomica. Beatrice, con le sue marmellate fatte in casa, e Sepp, con il profumo del pane appena sfornato dalle macine del “vecchio mulino” dell’hotel, creano un’atmosfera di calore e genuinità.

Menu per tutti i vostri desideri

Il menu a sei portate a lume di candela, preparato con passione da Sepp, Fritz e Benno, offre un mix irresistibile di piatti tradizionali della cucina locale e prelibatezze mediterranee. Il buffet di insalate e verdure fresche, i piatti senza lattosio e senza glutine, le opzioni vegetariane e le specialità tematiche come la cena di gala della domenica o il buffet di antipasti mediterranei del venerdì, soddisferanno ogni gusto e desiderio trascinandovi in un’esperienza enogastronomica unica.

Inoltre, non mancheranno delizie dolci per gli amanti dei dessert e la disponibilità di mele dell’Alto Adige a disposizione tutto il giorno.

Il soggiorno all’Hotel Alte Mühle nella Valle Aurina è un’esperienza enogastronomica imperdibile
che vi sorprenderà anche grazie all’attenzione amorevole del personale e dei titolari lasciando
un ricordo indelebile nel cuore di ogni ospite. Venite a scoprire il fascino di questo luogo incantato. Buon viaggio e buon appetito!

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montagna Vacanze natura Viaggi

Lago Goillet, meraviglioso “specchio” del Cervino

Se c’è un luogo dove apprezzare appieno la natura e la montagna, quello è il Lago Goillet, dalle acque limpide e turchesi in cui si specchia il maestoso Cervino con i suoi 4478 metri di altezza.

Siamo in uno scenario di assoluta quiete, dove semplicemente rimanere ammaliati dal piccolo lago artificiale dalla forma di piramide, una gemma azzurra incastonata a 2520 metri.

La bellezza che emoziona del Lago Goillet

Nell’abbraccio delle imponenti vette di granito adornate dalle nevi perenni, fa bella mostra di sé il Lago Goillet, dal fondale chiarissimo, contraddistinto da sassi di colore molto chiaro: è un vero spettacolo, brillante, dove, oltre a sua maestà il Cervino, si rispecchiano anche le candide nuvole nel cielo valdostano.

Il suo nome deriva da “goille“, che in antico dialetto significa “pozza d’acqua o laghetto di piccole dimensioni”, e risale al secondo dopo guerra: la diga che lo contiene, infatti, fu costruita tra il 1939 e il 1946, un’opera monumentale per produrre energia idroelettrica, lunga 368 metri e alta 48,60.

Oggi, con i suoi 12 milioni di metri cubici, serve sia per lo scopo originario sia per l’innevamento programmato delle piste tutt’intorno, in particolare la Pista Ventina, che non ricevono più la quantità di neve che cadeva nei decenni passati.

La diga venne realizzata servendosi della ferrovia, ormai in disuso, che raggiungeva l’area del lago da sopra Les Perrères, frazione del comune di Valtournenche: tuttavia, i binari rimangono come testimonianza storica e consentono di immaginare come furono trasportati i materiali per edificare il colossale sbarramento artificiale.

Qui è d’obbligo rilassarsi sulle verdeggianti sponde, prendere il sole, scattare fotografie che sarà un piacere rivedere, godersi la serenità del momento, ascoltare i suoni della natura e vivere, almeno per un po’, al suo ritmo lento.

Le escursioni per raggiungere il laghetto turchese

È il paradiso di chi ama la montagna, dei trekker e degli escursionisti: tra gli itinerari più belli per giungere al Lago Goillet spicca quello che parte da Plain Maison, nel comune di Valtournenche, nel cuore del comprensorio sciistico Matterhorn Ski Paradise.

Il sentiero, percorribile da luglio a settembre, si dirama per circa poco meno di un chilometro e mezzo e, con un dislivello di soli 29 metri, è adatto a tutti, ai principianti e ai più piccoli: la vista è superba e la durata tra la mezz’ora e l’ora. Si parte dalla stazione dell’ovovia e si risale fino ad arrivare al bar: da qui, a destra, ecco il sentiero 18 che conduce a una scarpata di roccia proprio dinanzi alla diga da cui ha origine il lago.

Altrettanto spettacolare è il percorso ad anello, il più panoramico, che parte dal Parcheggio Cielo Alto a Breuil-Cervinia e sale lungo il sentiero 16: giunti al Lago Goillet, si prosegue ancora in salita in direzione “Laghi Cime Bianche“: il paesaggio è difficile da descrivere a parole e, dopo circa un’ora, ecco i tre favolosi laghi a quota 2800 metri.

Da qui, il percorso continua in direzione Fornet dove comincia la discesa fino al paese, seguendo il sentiero 15.

Infine, il sentiero più breve per il lago parte dal parcheggio di Cielo Alto e si inoltra lungo il sentiero 16 che arriva al Colle Superiore delle Cime Bianche. Poco prima dello specchio lacustre, vi è un incrocio con il sentiero 65: occorre mantenere la destra e seguire sempre il 16 fino alla meravigliosa destinazione.

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Tutte le piste ciclabili portano a Grado

Se c’è una città bike friendly in Italia, questa è Grado. La cittadina del Friuli-Venezia Giulia, affacciata sull’omonima laguna e collegata alla terraferma da una sottile striscia di sabbia, si estende su 90 chilometri di costa e regala spazi naturali molto vasti da godere in bicicletta.

L’Anello di Grado

Grado è crocevia di diversi itinerari da percorrere pedalando per scoprire la città e i suoi magnifici dintorni. Il più famoso – e anche facile – è l’Anello di Grado un percorso pianeggiante lungo undici chilometri, che si snoda tra le piste ciclabili cittadine, perfetto per scoprire Grado e i suoi angoli più nascosti.

La Grado – Punta Sdobba

Dalla città parte un itinerario ciclabile che porta fuori, il Grado – Punta Sdobba. Lungo 17,8 km, è totalmente pianeggiante e, dalla cittadina balneare, porta al villaggio di pescatori di Punta Sdobba, proprio sulla foce del fiume Isonzo. Lungo il percorso è possibile fermarsi al centro visite di Valle Cavanata, che si trova circa a metà strada, e al centro visite del Caneo, vicinissimo a Punta Sdobba ottimi luoghi per l’osservazione degli uccelli acquatici e delle piante palustri.

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Fonte: @Nicola Brollo

Il porto di Grado

Itinerari naturalistici in bicicletta

La Laguna di Grado, con il suo scenario naturale, incontaminato e ricco di biodiversità, è l’habitat ideale da scoprire in bicicletta. Diversi itinerari ciclabili collegano la città alle due riserve naturali di Valle Cavanata e Foce dell’Isonzo – Isola della Cona. Sono le oasi preferite dagli amanti del birdwatching e da chi viene qui per fare escursioni in sella ai cavalli bianchi Camargue che, per le loro caratteristiche fisiche, si sono particolarmente adattati all’ecosistema della riserva.

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Fonte: @Francesco Morongiu

L’Isola della Cona nella Laguna di Grado

In Valle Cavanata si possono avvistare caprioli, germani, canapiglie, folaghe e gallinelle d’acqua), mentre lungo la pista ciclabile che costeggia il tratto meridionale del Canale Averto, percorribile fino al Cancello a Mare, si giunge a un punto panoramico della riserva dal quale ammirare un tratto di spiaggia incontaminato frequentato spesso da aironi, folaghe ed altri uccelli marini.

Bike & boat

Nella Laguna di Grado ci sono alcune isole che meritano di essere visitate. Si possono raggiungere con il traghetto, anche con la bicicletta al seguito e anche nel periodo autunnale. Da non perdere è sicuramente l’escursione all’Isola di Barbana, un’isoletta intrisa di spiritualità, meta di pellegrinaggio, visto che ospita il Santuario della Beata Vergine Maria, e di gite all’insegna della pace, della meditazione e del relax.

Merita una gita anche l’isola Mota Safon, che incantò Pierpaolo Pasolini al punto da spingerlo a girarvi alcune scene del film “Medea” con Maria Callas. E, infine, la piccola isola di pescatori di Anfora e Porto Buso, e di Francamela, che d’estate sono frequentate dai turisti per via delle spiaggette isolate e del mare è trasparente, dove si possono anche assaporare le specialità di mare circondati dall’ambiente suggestivo della laguna.

La Ciclovia Alpe Adria

Ma Grado è anche luogo di passaggio di numerose ciclovie che la attraversano. Qui arriva la Ciclovia Alpe Adria che, da Salisburgo, in Austria, giunge nell’”isola del Sole” dopo ben 400 km e aver attraversato paesaggi montani, collinari e lagunari. Frutto del progetto di cooperazione transfrontaliera italo-austriaco, da Grado si può quindi percorrere l’ultimo tratto raggiungendo le città di Aquileia, tra le più ricche dell’Impero Romano tanto da essere soprannominata “Seconda Roma”, di Palmanova, la celebre “città stellata” riconosciuta dall’Unesco per la sua affascinante pianta poligonale a stella con nove punte, e infine di Udine, custode delle opere del Tiepolo.

La Ciclovia del Mar Adriatico

Un’altra famosa pista ciclabile che passa per Grado è la Ciclovia del Mar Adriatico (o Ciclovia FVG-2), un itinerario ciclabile che rientra nel progetto “AdriaBike“, la ciclovia dell’Alto Adriatico, lunga oltre mille km e che collega Tarvisio a Ravenna e che è parte integrante dell’itinerario europeo Eurovelo n. 8 che va da Cadice, in Spagna, ad Atene, in Grecia, attraversando mezza Europa. Un tratto tocca Grado e può essere percorsa in direzione di Trieste o di Lignano Sabbiadoro.

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Lago del Laux, spettacolo Piemontese

Immergersi nella calma e nel fascino della natura partendo da Torino non è per nulla difficile: i dintorni, infatti, sono ricchi di borghi, vallate, montagne e laghi dove ritagliarsi del tempo felice lontano dalla frenesia e dalla routine quotidiana.

Una di queste meraviglie è il Lago del Laux, nell’Alta Val Chisone, nell’omonima frazione del comune di Usseaux, uno dei Borghi Più Belli d’Italia, a un’ora e mezza dal capoluogo: si tratta di un ameno paradiso terrestre inserito in un paesaggio che definire “mozzafiato” è ancora poco, un sogno a occhi aperti.

Splendido Lago del Laux, magico Piemonte

È un panorama unico, alpino, magico quello del piccolo borgo di Laux e del suo lago verde intenso, perfetto per gli amanti della montagna e per chiunque desideri trascorrere una giornata o un pomeriggio in un’atmosfera bucolica e romantica, lasciandosi alle spalle la confusione.

Un meraviglioso specchio d’acqua da ammirare sedendo sulle sue sponde, facendo un picnic, gustando i piatti tradizionali delle valli occitane presso l’hotel ristorante o partecipando alla facile camminata che arriva al centro di Fenestrelle lungo un sentiero ampio, ombreggiato e adatto a tutti, anche ai più piccoli.

Ed è qui che spicca il Forte di Fenestrelle, la “grande muraglia piemontese“, la struttura fortificata più estesa in Europa e seconda soltanto alla celeberrima Muraglia Cinese: costruito dal XVIII e del XIX secolo, si snoda per la vallata per ben 5 chilometri e si compone di tre Forti, tre Batterie e due Ridotti.
Davvero suggestivo durante la visita, emoziona anche scorto dalla vallata, in particolare alla sera quando viene illuminato e appare come un “castello fatato” che si inerpica sulla montagna.

Il Lago di Laux è un autentico luogo di serenità, pace e natura, un’oasi di blu e di verde dove respirare l’aria pura e riempirsi gli occhi dei magnifici panorami che la natura sa regalare.

Il raccolto borgo di Laux

Il lago, a 1381 metri di altezza, ospita sulle sue rive il raccolto e caratteristico borgo di Laux, un piccolo villaggio di montagna disegnato da casette, stradine, la piazzetta centrale, il torrente, e impreziosito da vivaci murales che raffigurano per lo più animali e scene di vita quotidiana e che adornano le pareti in pietra delle abitazioni.

Lo sguardo viene attratto altresì dal forno comune, dalla Chiesa con l’antica meridiana e dalla grande fontana quadrangolare.

Uno sguardo anche a Usseaux

Come già accennato, Laux  apparteniene al comune alpino di Usseaux, un luogo d’altri tempi che dista 900 metri dallo splendido lago e che vale davvero una sosta.

Anche qui, infatti, ritroviamo la rassicurante atmosfera montana e rurale, ritmi lenti e una vita assaporata senza fretta, e gli affascinanti murales (una quarantina) che rappresentano scene quotidiane, di natura, di animali oppure tratte dalle fiabe, in grado di incuriosire chi li osserva, e preziose decorazioni per i muri delle case.

Accogliente e tipico, dal forte senso comunitario, pure Usseaux ha un sapore antico che si rivela passeggiando tra le sue vie, al cospetto delle fontane lavatoi, del forno comunitario e della Parrocchiale di San Pietro in stile barocco.

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Picos de Europa, un parco nazionale da fiaba

Con un nome così suggestivo, non potevamo aspettarci niente di meno: il Parco Nazionale Picos de Europa è una vera meraviglia, la tappa ideale per chi ama la natura incontaminata e vuole godersi i suoi panorami più belli. Siamo in Spagna, ben lontani dalle grandi città che hanno reso il Paese famoso in tutto il mondo – nonché una delle mete turistiche più apprezzate di sempre. Andiamo alla scoperta delle bellezze di questo parco così suggestivo.

Il Parco Nazionale dei Picos de Europa

Iniziamo da qualche dato: i Picos de Europa sono una catena montuosa che si erge nel cuore della Spagna settentrionale, tra le comunità autonome di Castiglia e Léon, Cantabria e Asturie. Il loro nome (letteralmente “picchi d’Europa) ha un fascino particolare e una storia altrettanto unica. Le navi in arrivo dall’America, infatti vedono queste cime montuose come prima cosa nel momento in cui si avvicinano al continente. Vista la natura rigogliosa e i numerosi siti storici che caratterizzano quest’area, negli anni ’90 è stato creato il Parco Nazionale dei Picos de Europa.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un vero e proprio amore per le vacanze green, a contatto con la natura, e così il parco spagnolo è diventato una meta turistica molto apprezzata dai viaggiatori provenienti da ogni angolo d’Europa. Ma cosa c’è di bello da vedere in questo angolo incontaminato di Spagna? Le imponenti formazioni rocciose che si stagliano contro il cielo, lussureggianti boschi di querce e di faggi, tanti animali che vivono in piena libertà e in armonia con il paesaggio… e poi c’è molto di più. Scopriamolo insieme.

Cosa vedere: le tappe imperdibili

Una volta arrivati presso il Parco Nazionale dei Picos de Europa, inizia l’avventura: ci sono tantissimi itinerari ben segnalati, che ci conducono tra foreste e panorami meravigliosi, ma anche dei belvedere da cui si può godere di una vista mozzafiato. Il sentiero più affascinante è quello che collega i paesi di Ampurias e Finisterre, attraversando interamente il parco. Lungo oltre 62 km, è diviso in 5 tappe ed è perfettamente attrezzato con punti di ristoro e luoghi dove soggiornare, così da offrire un’esperienza unica a tutti gli amanti del trekking.

Un’alternativa suggestiva (e più comoda) è la funicolare che parte da Fuente Dé per poi salire sino al belvedere de El Cable, a oltre 1800 metri di altitudine. È il luogo ideale per ammirare il panorama dei Picos de Europa, anche per chi non apprezza particolarmente le lunghe camminate o ha difficoltà particolari. Tappa da non perdere è poi l’altopiano su cui si trovano i Laghi di Covadonga: sono due piccoli specchi d’acqua, il lago Enol e il lago Ercina, circondati da splendide montagne che si riflettono nelle loro sfumature turchesi.

Infine, non possiamo dimenticare di andare alla scoperta dei piccoli borghi che giacciono ai piedi di queste imponenti vette. Come ad esempio Cangas de Onis, con i suoi bellissimi monumenti storici: tra questi spicca il ponte romano (costruito in realtà durante il periodo medievale), divenuto uno dei simboli delle Asturie. A poca distanza si può visitare Covadonga, piccolo villaggio che fu teatro di un’epocale battaglia tra Cristiani e Mori. È per gli spagnoli un importante luogo di pellegrinaggio, dove si trova una chiesetta scavata nella roccia che, secondo la leggenda, ricorderebbe il punto in cui apparve la Madonna. Molto più moderna è invece la Basilica de Santa Maria la Real de Covadonga, un gioiello assolutamente da scoprire.

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Un paradiso incontaminato: le cascate di Kravice

Flussi d’acqua che sgorgano da ripide rocce che si fanno spazio in mezzo alla natura, quella più autentica e vera: questo e molto altro sono le cascate di Kravice – chiamate anche cascate di Kravica – che si distinguono per essere alcuni dei gioielli più preziosi della Bosnia ed Erzegovina.

Dove si trovano

Le cascate di Kravice sono un’incredibile – e largo – salto d’acqua del fiume Trebižat che scorre tra le meraviglie della Bosnia ed Erzegovina. Localizzate a 10 km a sud del comune di Ljubuški e 40 km da Mostar, offrono al visitatore anche la possibilità di fare un fresco bagno nel laghetto sottostante.

In passato erano di proprietà di Zaim-beg Selimić, un consigliere comunale di Ljubuški, filantropo e benefattore, mentre oggi sono accessibili con una breve ma sorprendente passeggiata.

Cosa aspettarsi

La visione delle cascate di Kravice è emozionate: si gettano un’imponente parete di tufo da cui fanno un salto di approssimativamente 30 metri. La piscina naturale ai loro piedi, invece, vanta un diametro di circa 120 metri ed è una vera piacevolezza.

Il momento migliore per visitarle è senza ombra di dubbio la primavera, stagione dell’anno in cui il flusso d’acqua è maggiore e la vegetazione circostante si colora di un verde smeraldo. Tuttavia, è durante i mesi estivi che, per via delle temperature, è davvero possibile fare il bagno e praticare alcuni sport acquatici.

Come arrivare

È possibile visitare lo spettacolo che regalano le cascate di Kravice partecipando a uno dei tanti tour organizzati in partenza da città come Mostar e Sarajevo, così come Dubrovnik e Spalato in Croazia. Tuttavia, c’è la possibilità di raggiungerle in autonomia con la propria automobile o in autobus.

I punti più vicini in cui arrivare in bus sono la città di Ljubuški o Čapljina, da dove però occorre poi proseguire in taxi.

Le attività che si possono fare in zona

Oltre ad ammirare un vero e proprio spettacolo della natura e a fare un bagno in acque fresche e limpide, da queste parti ci si può dedicare anche al puro escursionismo in mezzo alla natura.

Un modo alternativo per andare alla scoperta di questa zona sorprendente è fare è un safari canoa. Il fiume Trebižat è infatti ricco di biodiversità con molte specie vegetali e animali e barriere di travertino bellissime.

Non molto distanti, inoltre, ci sono anche siti che vale la pena conoscere. Ne è un esempio la fortezza di Herceg Stjepan, o meglio, i resti di questa eccezionale struttura.

Decisamente interessanti sono anche le Tombe situate a Ljubuški che contano ben 214 lapidi stećak, di cui 88 lastre, 78 cassapanche, 1 cassapanca con piedistallo, 9 sarcofagi e 48 esemplari di lastre e cassapanche non descritte singolarmente.

Infine, se di cascate non ne avete abbastanza il consiglio è quello di dirigervi presso il pittoresco villaggio di Veljaci dove sgorga un piacevole flusso d’acqua alto circa 5 metri e largo 50.

Insomma, se le maestose cascate di Kravice incantano e consentono di fare bagni rigeneranti, non sono di certo meno emozionanti i dintorni. Non resta che prenotare un viaggio in Bosnia ed Erzegovina e inserire nel proprio itinerario questo autentico angolo di natura.

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Valle Pesio, un angolo incantevole del Piemonte

In provincia di Cuneo sorge un angolo di natura raggiante e selvaggia che custodisce una delle aree protette più antiche del Piemonte. Si tratta della Valle Pesio, un territorio la cui biodiversità botanica ha davvero pochi eguali nell’intero arco alpino italiano. Ma cosa fare e vedere in questa spettacolare zona?

Valle Pesio, cosa aspettarsi

Il nome Valle Pesio deriva dall’omonimo fiume che vi scorre e che percorre tutta la sua lunghezza. Chiamata anche “La Granda” per via della sua estensione, è una delle vallate piemontesi meno note e, allo stesso tempo, sottovalutate.

La realtà però è ben diversa: qui le sorprese si susseguono, soprattutto per gli amanti del trekking, della storia e anche della buona tavola. Con un’altitudine media di soli 600 metri, anche se le cime più elevate superano i 2.600, è l’ideale per gli adulti, le coppie e per le famiglie con bambini, un luogo in grado di soddisfare tutte le possibili esigenze.

I paesi della Valle Pesio

Un viaggio in Valle Pesio non può prescindere da una visita nei suoi tanti bellissimi paesi. Uno di questi è Chiusa di Pesio, un borgo con un piacevole e prezioso centro storico

L’antico abitato di questo villaggio piemontese è pregno di edifici di reale interesse. Uno di questi è il Palazzo del Marchese, la vecchia dimora dei marchesi di Ceva, che oggi ospita il Municipio. Molto interessanti sono anche i piccoli musei, così come le rovine del Castello Mirabello e la Palazzina di Caccia di Mombrisone.

Ma a colpire più del resto, senza ombra di dubbio, è la Certosa di Pesio, un grandioso complesso che oggi è uno dei centri culturali e spirituali più importanti del Piemonte. Fondata nel 1173, offre una bellissima Chiesa Nuova, la Prima Chiesa, il Chiostro e un piccolo museo.

Ci sono poi alcune interessanti frazioni da esplorare come S. Bartolomeo e Vigna, situate nella parte più alta della Valle, e Combe, S. Maria Rocca e Abrau che invece si trovano verso la pianura. Numerose sono anche le borgate minori che regalano soggiorni all’insegna della pace e della tranquillità.

La natura della valle

La Velle Pesio fa parte del Parco Naturale del Marguareis, un magnifico territorio popolato da camosci, caprioli, cervi, aquile e persino branchi di lupi. Impreziosita da tantissime varietà di specie vegetali, regala anche una curiosa cascata che, in alcuni periodi dell’anno, sgorga da una parete calcarea compiendo un salto di oltre 20 metri.

Il suo nome è Pis del Pesio ed è raggiungibile attraverso diversi sentieri. Il momento in cui questo elegante flusso d’acqua dà il meglio di se è quello del disgelo, ovvero la primavera.

Tuttavia, una delle esperienze a contatto con la natura più emozionanti che si può fare in Valle Pesio è il celebre Giro del Marguareis. Occorrono all’incirca cinque giorni da trascorrere al cospetto di paesaggi carsici. Un itinerario da non perdere perché il Marguareis è la vetta più alta delle Alpi Liguri che, lungo il percorso per raggiungerla, regala suggestivi laghetti e impressionanti pareti.

Cosa fare con i bambini

Sì, anche con i bambini vale la pena esplorare la Valle Pesio e le attività da fare con loro sono tante e tutte particolarmente interessanti. Tra i trekking da intraprendere in loro compagnia c’è il Sentiero Naturalistico che permette persino di ammirare alcune installazioni artistiche.

Vale la pena fare un salto anche presso l’Archeopark La Roccarina dove è stato ricostruito un insediamento umano dell’Età del Bronzo. I più piccoli saranno felicissimi di scattare foto presso la panchina gigante del Big Bench Community Project situata in posizione panoramica, sul maestoso promontorio di Sant’Anna.

Infine, l’Osservatorio Faunistico delle Canavere dove poter scorgere le sinuose forme dei camosci, caprioli, cervi e cinghiali.

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In barca e bicicletta lungo la Litoranea veneta

A volte, per valorizzare un territorio e creare un itinerario turistico è necessario che più attori facciano la loro anche se pur piccola parte. Non sempre le grandi istituzioni hanno la possibilità di realizzare un progetto e di lanciarlo sul mercato.

È il caso di un bellissimo itinerario, sfruttato già dai Romani e messo a sistema dalla Serenissima, che per secoli ne curò il perfetto funzionamento, e oggi rinato grazie all’aggregazione di più imprese per valorizzare le vie d’acqua del Veneto, le cosiddette Veneto Waterways, e il patrimonio naturale, artistico e culturale a loro legato offrendo proposte turistiche esperienziali e slow.

A mettere nero su bianco questo nuovo itinerario è stato Gianni Pasin, imprenditore veneto e autore della guida “Rotta su Venezia. In barca e in bici (bike & boat) lungo la litoranea veneta. Da Chioggia a Trieste” (Ediciclo Editore).

L’itinerario proposto è consigliabile farlo in barca navigando lungo le antiche vie d’acqua, solcando lagune, fiumi e canali, naturali o artificiali, della Litoranea veneta, quel sistema che collega il Po al Golfo di Trieste. Ma lo si può ripercorrere anche in bicicletta, che ora è tanto di moda.

In barca sulla Litoranea del Veneto

Il percorso in barca parte da Chioggia, nella laguna a Sud di Venezia, e si conclude a Muggia, poco oltre Trieste, per un totale di 180 chilometri lungo la Litoranea veneta. Si tratta di un’idrovia che si estende dalla laguna di Venezia, in parallelo alla costa fino alla foce del fiume Isonzo, per una lunghezza di circa 127 km (68,5 nel Veneto e 58,5 nel Friuli-Venezia Giulia).

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Fonte: 123rf

I paesaggi abitati lungo le vie d’acqua venete

Questo sistema di navigazione è formato da canali che si snodano tra le lagune di Venezia, Caorle, Marano e Grado e che attraversano i fiumi Sile, Piave, Livenza, Lemene, Tagliamento, Stella e Isonzo. Le possibili varianti al percorso sono infinite.

I luoghi dell’itinerario

I principali luoghi di interesse attraversati dall’idrovia comprendono Chioggia, Venezia e le isole della laguna veneta, Cavallino Treporti, Jesolo, Caorle, Bibione, Lignano Sabbiadoro, la laguna di Marano, Grado, la foce dell’Isonzo, Trieste e Muggia. A questi si aggiungono poi quei luoghi dell’immediato entroterra come Padova, Treviso, Quarto d’Altino, San Donà di Piave, Concordia Sagittaria, Portogruaro, Precenicco e Aquileia.

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Fonte: 123rf

Il paesaggio veneto lungo le vie d’acqua

Il territorio

Un territorio, questo, formatosi molti secoli fa e che oggi regala non soltanto bellissimi centri abitati ma anche una biodiversità unica in Italia. Dune, paludi, spiagge, bonifiche, boschi abitate da aironi, fenicotteri, oche selvatiche, cigni e germani reali.

I servizi turistici

L’itinerario non potrebbe essere turistico senza l’intervento dei cosiddetti “guardiani del territorio”, pescatori, agricoltori, vignaioli e artigiani che ancora oggi contribuiscono a conservare questo patrimonio di cultura e di bellezza. E di tutti quegli operatori nati intorno alle vie d’acqua in grado di offrire servizi turistici come visite, escursioni e mille altre esperienze, incluse quelle enogastronomiche e gli alloggi.

Soggiornare sulle vie d’acqua

Poiché i tour in barca e bicicletta possono durare anche alcuni giorni, sono previsti pernottamenti direttamente sulle houseboat con cui si naviga o in bed and breakfast, anche di charme, o ancora appartamenti galleggianti, che s’incontrano lungo il percorso.

Non mancano i punti di ristoro, anche molto particolari, come i tipici casoni, quegli edifici rurali con il tetto ricoperto di paglia, trabucchi impiantati direttamente nell’acqua, agriturismi e piccoli chioschi che servono i prodotti del territorio a chilometro zero.

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Fonte: 123rf

Un tipico casone veneto