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Cascata di Foroglio, incanto a due passi dall’Italia

Le cascate sono mete perfette da scoprire durante una vacanza nel cuore della natura, un’oasi da fiaba tra il rombo dell’acqua e l’incanto del paesaggio tutt’intorno.

Il Canton Ticino, e in particolare la Vallemaggia, è un territorio straordinario che pullula di fragorosi salti d’acqua tra cui spicca la bellissima Cascata di Foroglio, una delle più rappresentative della Svizzera italiana.

Con la sua mole imponente, non può certo passare inosservata e accoglie con il suo salto di 110 metri chiunque arrivi all’omonimo paesino, frazione di Celio in Val Bavona: formata dal corso del fiume Calnegia, si nota già al ponte che collega la strada cantonale all’ingresso di Faroglio.

E, dopo una passeggiata tra le caratteristiche vie del centro disegnato da graziose case in pietra e chiesetta quattrocentesca, seguendo il sentiero di campagna sulla sinistra, dopo cinque minuti a piedi eccola ancora più vicina, in tutto il suo splendore: sì perché la potenza dell’acqua lascia sempre senza parole.

La magnifica cascata e il Percorso della Transumanza

Una volta al cospetto della Cascata di Foroglio, ammiratela senza più pensieri: è un’immagine che fa bene alla mente e al cuore e che rimane indelebile nei ricordi di un piacevole viaggio alla scoperta del Canton Ticino.

Oppure organizzate un picnic in una fresca oasi (soprattutto durante la stagione estiva) e salite sulla suggestiva altalena che fa parte del progetto “Swing the World“, che ha l’obiettivo di valorizzare quelle aree meno conosciute grazie all’installazione di un’altalena e intrattenere grandi e piccoli in maniera creativa, incentivandoli a trascorrere del tempo di qualità all’aria aperta in panorami mozzafiato: infatti, l’altalena crea una cornice perfetta e dondolarsi al suono dell’acqua di una cascata ha qualcosa di magico.

Ma non soltanto.

Una volta in zona, potrete imboccare il “Percorso della Transumanza” che conduce tra i pascoli incontaminati della Val Calnegia tra Foroglio e Calnegia, un rigenerante itinerario anche “a misura di famiglia”. Si tratta di un sentiero di 8,6 chilometri, percorribile in due ore e mezza circa andata e ritorno, con dislivello di 500 metri: dopo una quarantina di minuti vi troverete a Puntid, un verde pianoro dove scorre il fiume Calnegia e lo sguardo si perde ad ammirare il ponte di pietra, le case edificate a ridosso di massi erratici e le marmitte dei giganti plasmate dall’azione dell’acqua.

Foroglio, iconico villaggio alpino

Una sosta la merita ovviamente il villaggio alpino di Foroglio, con le case dal tetto e mura interamente in pietra nonché la chiesetta da cui scorgere il salto d’acqua.

Non mancano ristorante, negozio di artigianato e le torbe in pietra e legno, tipiche costruzioni adibite alla conservazione dei cereali come, ad esempio, la segale.

Esplorate ogni scorcio e ogni angolo senza fretta e avrete la sensazione di un viaggio indietro nel tempo, fino al Medioevo.

Come arrivare a Foroglio

Per raggiungere la Valle Bavona e la Cascata di Foroglio, occorre arrivare a Locarno e poi continuare in direzione Avegno/Vallemaggia.

Risalita la valle fino a Cevio, si prosegue percorrendo la Vallemaggia fino a Bignasco, la porta d’accesso alla Val Bavona: da qui, ancora avanti fino a svoltare in Via Bavona e attraversare le località Bavona e Ritorto, per poi giungere a Foroglio.

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In Germania si può passeggiare tra le cime degli alberi

Passeggiare tra i boschi è senza dubbio un’esperienza molto gradevole, ma farlo in verticale è un’avventura che in pochi hanno sperimentato: la treetop walk di Rügen, in Germania, offre una camminata davvero eccezionale, che ci conduce tra le cime degli alberi e a decine di metri d’altezza, da dove si gode di un panorama incredibile. Andiamo alla scoperta di questa passerella suggestiva.

Rügen, alla scoperta della treetop walk

L’isola di Rügen è la più grande della Germania, e si trova nel mar Baltico: per i tedeschi è un’importante meta di villeggiatura estiva, dove si possono scovare spiagge da sogno e una natura incontaminata. Sono molti i turisti che, nei mesi più caldi, la scelgono come destinazione delle loro vacanze – soprattutto per chi cerca un po’ di refrigerio senza voler rinunciare a qualche giorno di relax sulla sabbia. Una delle località più famose dell’isola è la città di Binz, che offre un mare incantevole e tante opportunità di divertimento.

È a poca distanza da qui che si trova la treetop walk di Rügen: chiamata anche “nido d’aquila”, è una passerella inclinata che parte da terra e si innalza verso le cime degli alberi, in una cornice naturale da favola. A prima vista, appare come una gigantesca struttura in legno che si erge nel cuore della foresta, forse un po’ fuori luogo se non se ne conosce la sua funzione. La torre di osservazione infatti, è un vero e proprio percorso immersivo che ci porta alla scoperta di un posto mozzafiato. Alta circa 40 metri, è composta da una lunga rampa di 600 metri leggermente in salita, che ha come punto d’arrivo una piattaforma panoramica da cui lo sguardo si spinge sino al mare.

Percorrere la treetop walk è un’esperienza incredibile, perché sembra davvero di arrampicarsi tra gli alberi e le loro fronde più rigogliose. La passerella è accessibile a tutti, dal momento che ha un’inclinazione massima del 6% e numerosi tratti pianeggianti dove fermarsi un attimo. È inoltre aperta quasi tutto l’anno, anche quando piove o nevica – viene tenuta costantemente pulita, per evitare problemi di sicurezza. Una volta giunti in cima (e dopo aver ammirato il panorama), si torna indietro attraverso la torre di uscita, dove è disponibile anche un ascensore.

Le altre treetop walk da visitare

In Germania ci sono diverse altre treetop walk da visitare, ognuna delle quali offre un panorama fantastico. Sull’isola di Usedom, anch’essa nel Baltico, c’è una torre alta 33 metri da cui si può ammirare le cime dei faggi, le dune sabbiose e le acque spumeggianti del mare. Un’altra passerella molto suggestiva è quella che si trova nel cuore della Foresta Bavarese, in un luogo dove la natura è davvero sensazionale. Ma il paesaggio più bello è quello che si può godere dall’alto della torre del Saarland: il sentiero è lungo ben 1.250 metri, e conduce alla vetta che si affaccia sul corso del fiume Saar, immerso nelle foreste di latifoglie.

Lasciando la Germania, eccoci in territorio sloveno: la treetop walk che sorge a due passi da Maribor si erge per 37 metri, e ha una piattaforma che si sporge sui boschi, da cui lo sguardo si spinge sino alle Alpi Giulie. Mentre l’Irlanda ospita una torre di osservazione immersa nella foresta di Avondale, la quale si spinge fin sotto terra per dare uno sguardo anche alle radici degli alberi. E per i più coraggiosi, dall’alto della passerella si snoda uno scivolo a tunnel lungo ben 90 metri: una vera avventura mozzafiato.

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Lago del Sabbione, una perla tra le Alpi italiane

Tra le innumerevoli meraviglie della provincia del Verbano-Cusio-Ossola e dell’Alta Val Formazza va senz’altro nominato il Lago del Sabbione, specchio di magnifiche cime quali il Corno di Ban dai suoi 3028 metri di altitudine, la Punta d’Arbola e il Blinnenhorn.

Dall’acqua color turchese, si tratta di un laghetto artificiale a 2500 metri sul livello del mare, la diga più alta della valle nonché il bacino idroelettrico più grande del Piemonte.

Un lago alpino da film

La sua costruzione fu ultimata all’allora Edison nel 1953 per sbarrare la conca naturale e raccogliere così le acque del ghiacciaio dell’Arbola: durante i lavori, il regista Ermanno Olmi realizzò “La diga del ghiacciaio“, il suo primo cortometraggio per immortalare le fatiche dei 120 uomini che contribuirono a portare l’energia elettrica nell’Italia del Dopoguerra.

Ancora oggi, l’acqua del Lago del Sabbione, convogliata mediante una condotta, viene sfruttata dalla centrale idroelettrica di Morasco.

Meta prediletta da chi ama la montagna e dagli escursionisti, è attorniato da tre rifugi e punto di partenza privilegiato per emozionanti escursioni al cospetto di un panorama alpino che incanta e fa sognare.

Escursione al Lago del Sabbione da Riale

Una bellissima escursione parte dal piccolo borgo Walser di Riale, frazione di Formazza, e in particolare dalla diga del Lago di Morasco.

Lasciata l’auto, si costeggia tutto il lago fino ad arrivare dinanzi alla stazione di partenza della funivia ENEL: seguendo il sentiero, si attraversa un guado in tubi e, arrivati alla deviazione, si segue l’indicazione per Alpe Bettelmatt – Passo del Gries.

Arrivati alla piana del Bettelmatt a 2090 metri, nei pressi del rinomato alpeggio dove si produce l’omonimo e pregiato formaggio, si imbocca il sentiero ben tracciato che conduce, in circa 45 minuti, al Rifugio Città di Busto e a un campo da calcio a 2600 metri, il più alto d’Italia: da qui, scendendo leggermente, ecco il suggestivo Piano dei Camosci che si costeggia sul lato sinistro.

Arrivati al fondo, sempre a sinistra, occorre seguire la stradina sterrata in discesa e, superato un torrentello, si apre il sentiero sulla destra che, salendo, porta al muro della diga del Lago del Sabbione.

Per il ritorno, raggiunto il Rifugio Città di Busto, occorre prendere il sentiero per escursionisti esperti che, con una buona pendenza, scende al piazzale della funivia ENEL.

È un emozionante itinerario di grado E, con un dislivello di 750 metri, ideale per chi ha già dimestichezza con le escursioni in quota, che sa ripagare della fatica con vedute di rara bellezza.

Una vista mozzafiato e piacevoli rifugi

Una volta raggiunto il Lago del Sabbione, il panorama è strepitoso, con i ghiacciai dell’Arbola e dei Sabbioni che, purtroppo, negli ultimi decenni hanno subito un brusco ritiro, e le magnifiche vette che è davvero difficile smettere di contemplare. I rifugi a disposizione per una sosta ristoratrice in un ambiente rilassato sono tre, il Rifugio Claudio Bruno, il Rifugio CAI Città di Busto e il Rifugio 3A.

Per rendere l’esperienza ancora più magica, è consigliabile pernottare e avere così l’opportunità di ammirare il tramonto e l’alba in uno scenario che sembra provenire da un libro di fiabe.

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Liguria surfing vacanze avventura Vacanze natura Viaggi

Le più belle mete della Liguria dove prendere lezioni di surf

La Liguria è una delle destinazioni italiane più ambite dagli amanti del surf. Da Ponente a Levante gli spot disseminati lungo la costa attirano gli appassionati della tavola da ogni parte d’Italia e da diverse parti del mondo. Già a partire dagli anni ’80, la regione ha visto piccole comunità di surfisti crescere, fino al boom, quando da tutto il Nord della Penisola si riversavano in questa splendida perla affacciata sul mare e accarezzata dalle onde.

Alcuni dei punti migliori per surfare sono raggiungibili solo a piedi, il più delle volte dopo una camminata un po’ impervia tra le rocce, altri invece facili da trovare, ma quello che conta è che sono tutti superbi e assolutamente imperdibili. Se non siete ancora dei surfisti esperti ma desiderate imparare a praticare lo sport acquatico più affascinante che esista, questi sono i luoghi perfetti in Liguria dove prendere lezioni di surf.

Quando fare surf in Liguria

La migliore stagione per fare surf in Liguria non è l’estate, ma l’autunno inoltrato e l’inverno, quando l’esposizione alle mareggiate di libeccio e di maestrale regala onde perfette. Tuttavia, anche durante le mareggiate estive si possono avere onde buone da cavalcare. Inoltre, considerando che con il caldo i giorni giusti per surfare si riducono, può essere il momento ottimo per affidarsi a una scuola. Grazie a diverse app o ricevendo le segnalazioni proprio dalle scuole di surf, si può rimanere costantemente aggiornati sulle condizioni meteo-marine, così da sapere quando trovare le onde perfette su cui planare.

Bogliasco, il borgo dei pionieri del surf in Italia

Bogliasco, col suo fascino d’antan, è una tappa obbligata per gli amanti surf. Qui, infatti, i fratelli Fracas, Marco e Alberto, già negli anni ’70 sono stati tra i pionieri di questa disciplina in Italia, quando era ancora praticamente sconosciuta.

Il caratteristico borgo marinaro si trova a pochi chilometri da Genova, affacciato sul mare della Liguria e dominato alle spalle dagli 800 metri del Monte Cordona. Se ne sta incastonato in un’insenatura naturale alla foce del torrente omonimo, con un litorale variegato in cui piccole spiagge libere si alternano a ripide scogliere, con qualche tratto adatto a tuffi arditi o agli amanti della tintarella perfetta.

Alle tranquille passeggiate sul lungomare o nella piazza centrale, fulcro della vita cittadina, circondati da case color pastello e verdi colline sullo sfondo, si alterna una passione che prende vita in questo importante spot della Riviera di Levante, grazie a una delle insenature dove si formano onde adatte a essere cavalcate con la tavola, tanto da far segnalare la località in molte guide internazionali. La line up, ovvero l’area in cui ci si posiziona per prendere l’onda, è allineata alla punta estrema del porticciolo turistico della cittadina, presa ogni anno d’assalto da una vivace comunità di surfisti.

Proprio a Bogliasco, di recente è stata inaugurata la prima panchina del surf, realizzata con due tavole originali e posizionata davanti a uno degli scorci più belli del borgo ligure.

Levanto, con onde alte fino a 3 metri

Un altro paradiso per gli amanti del surf in Liguria è la baia di Levanto, antico borgo marinaro affacciato direttamente sul mare e racchiuso tra Punta Mesco e Punta di Levanto, in provincia di La Spezia. In tanti lo considerano la porta d’ingresso per visitare le perle della regione, che si possono raggiungere via mare con battelli e barche private, così come in auto, in treno ma anche a piedi, attraverso gli splendidi sentieri panoramici a picco sul mare che collegano la cittadina alle Cinque Terre, alle Baie del Levante e ai borghi storici dell’entroterra.

Tre le caratteristiche per cui Levanto è così amato dai surfisti: le sue onde alte fino a 3 metri, le diverse tipologie di fondale che caratterizzano le acque della baia – sabbiosi, misti e rocciosi, la varietà di venti (maestrale, libeccio e scirocco). Il mare di Levanto è stato spesso teatro di competizioni prestigiose, come il Quiksilver Big Wave Invitational nel 2000 e 2001 e il Salomon Blue Games nel 2005.

Il periodo ideale per fare surf in questa baia è fine primavera/inizio estate o fine estate/inizio autunno. Attenzione però, perché sebbene non bisogna essere dei surfisti professionisti è, tuttavia, necessario avere delle solide basi. Per fortuna, nel borgo si trovano numerose scuole dove prendere lezioni di surf.

Recco e la Blackwave Surf School

Tra le mete preferite dai surfisti c’è anche Recco, che offre condizioni ideali per cavalcare le onde tra panorami mozzafiato e acque cristalline. Nel giro di pochissimi anni, questa ideale porta d’accesso alla Riviera di Levante, situata nel Golfo del Paradiso, a una ventina di chilometri da Genova, si è riempita di tavole. Merito della della rinomata Blackwave Surf School, che organizza corsi sugli sport di tavola basati su metodologie adatte a tutti, senza limiti di genere, età e capacità sportive di partenza.

Le caratteristiche della baia, più piccola rispetto a quella di Levanto, sono ottimali anche per i surfisti alle prime armi, grazie alla particolare localizzazione delle onde che tendono a formarsi sempre nello stesso tratto di mare. L’alta frequenza d’onda piccola è ideale per iniziare a prendere dimestichezza con la tavola prima di lanciarsi. Planando a pelo d’acqua, potrete ammirare da un lato le montagne che si tuffano nel mare, e dall’altro le colorate case dei pescatori che si riflettono nel blu come in un dipinto impressionista.

Recco

Fonte: iStock

Recco, tra le mete della Liguria preferite dai surfisti

Varazze, una delle migliori mete del surf in Europa

Per chi desidera fare surf in Liguria, Varazze con la sua spiaggia Bandiera Blu è considerata una delle migliori mete d’Europa del surf, con ben 7 spot internazionali. Lo splendido borgo a mezz’ora da Genova offre anche un’esperienza unica: lungo la costa, infatti, si possono ammirare emozionanti sessioni di surf notturno grazie all’impianto di illuminazione serale.

Appassionati di tutta Italia e non solo vengono per sfidare una delle onde più impegnative del Mediterraneo. Il periodo migliore per cimentarsi con la tavola è l’autunno inoltrato e l’inverno, quando il libeccio spira forte. Tuttavia, in inverno le condizioni del mare non sono ideali per i principianti. Lo spot migliore è il Centrale, che però in estate è molto affollato. In alternativa, si può optare per gli spot del Backdoor e delle Piscine, dove le onde raggiungono spesso i 2 metri.

Lerici e il decalogo del perfetto surfista alla Venere Azzurra

Tra le destinazioni della Liguria più gettonate dagli amanti del surf ecco, infine, Lerici, altra perla incastonata nel Golfo dei Poeti. Lo spot più apprezzato, specialmente in inverno quando il libeccio batte la Riviera di Levante, è la Venere Azzurra. Grazie alla piccola diga che ripara la spiaggia, si possono cavalcare le onde alte durante le mareggiate più forti in totale sicurezza.

Qui, nel 2021 un gruppo di appassionati ha impresso su una tavola un decalogo del perfetto surfista. Tra le buone pratiche da mettere in atto, non mettersi sul picco appena entrati e aspettare il proprio turno, entrare dalla spiaggia se le onde sono troppo grosse, non mettere in pericolo se stessi e gli altri surfisti, nonché un invito a rispettare la natura. Anche qui non mancano le scuole dove prendere lezioni individuali di windsurf, kite surf, e di e-surf (electric surf),  disciplina acquatica che prevede l’uso di una tavola a motore. Un borgo che merita una visita anche se non siete appassionati di surf, definito un “paradiso balneare” dal Forbes. Lerici è, infatti, la meta ideale per chiunque voglia trascorrere qualche giorno all’insegna del più totale relax lontano dal mondo.

Venere Azzurra, Lerici

Fonte: iStock – Ph: Flavio Vallenari

La bellissima spiaggia della Venere Azzurra a Lerici
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Dolomiti lago montagna Vacanze natura Viaggi

Lago di Mosigo, un piccolo capolavoro artificiale

Le nostre monumentali Dolomiti sono in grado di creare scenari affascinanti e romantici come pochi altri luoghi al mondo. Tra le loro cime pallide che diventano rosa con le luci del tramonto, spesso si nascondo laghi così belli che fanno persino da set cinematografici. Alcuni sono naturali, altri sono invece stati creati dall’uomo. Di questa seconda condizione fa parte il Lago di Mosigo, un piccolo capolavoro artificiale circondato da uno scenario naturalistico a cui è praticamente impossibile resistere.

Dove si trova il Lago di Mosigo

Il Lago di Mosigo sorge a pochissima distanza da San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, e per questo motivo da molti viene chiamato anche Lago di San Vito di Cadore.

Di primo impatto, vi sembrerà di trovarvi alle falde di uno specchio d’acqua particolarmente noto a tutti: il Lago di Braies. Sì, perché il Mosigo è davvero molto simile, soprattutto per quanto riguarda lo scenario naturalistico in cui è inserito. Le differenze sostanziali tra questi due magici invasi sono da riscontrare soprattutto nella loro grandezza e profondità.

Il Mosigo, infatti, potrebbe essere definito il “fratello minore” del Braies, in quanto più piccolo e meno profondo. In più anche qui, insieme alla natura emozionante e alle acque cristalline, è stato costruito un suggestivo chalet che è anche ristorante, pizzeria e albergo.

Cosa aspettarsi

Possiamo assolutamente affermare che il Lago di Mosigo è una piccola perla artificiale che si fa spazio tra le cime sontuose delle Dolomiti. Visitarlo è un’emozione, anche grazie alle stesse vette che si specchiano con eleganza nelle sue acque: c’è il profilo del Sorapiss, poi quello dell’Antelao e persino le linee del monte Croda Marcora.

D’estate è il posto perfetto per rilassarsi ascoltando i suoni della natura e passeggiando tra i boschi circostanti. D’inverno, invece, ha una luce diversa e preziosa grazie alla neve che abbellisce ancor di più il paesaggio che gli fa da cornice.

Come arrivare

Tutti, bambini compresi, possono arrivare con estrema facilità al Lago di Mosigo: basta semplicemente giungere a San Vito di Cadore, superare il centro in direzione direzione Cortina d’Ampezzo, ed ecco che sulla sinistra compaiono le indicazioni per scendere lungo una stradina che conduce direttamente al parcheggio del lago.

Un gioco da ragazzi, quindi, e per uno spettacolo dalla bellezza commovente che potrà essere visitata in pochi minuti, vista la minuta estensione del lago stesso.

Che attività si possono fare

Peccato che Mosigo che non faccia rima con relax, perché quest’ultima è la parola ideale per descrivere le sensazioni di pace che trasmette un posto come questo. O meglio, si possono fare tantissime diverse attività, ma in un paesaggio così poetico come quello che circonda questo lago dolomitico, non lasciarsi andare al benessere, magari leggendo un buon libro, è pressoché impossibile.

Ad ogni modo, il riposo non è l’unica attività possibile, poiché i dintorni del lago sono impreziositi da un grazioso parco giochi interamente fatto in legno che è il massimo per i bambini; zone attrezzate con strutture dove si può giocare a calcio, a tennis, a minigolf; pedane in legno per la pesca sportiva; una barca a remi per chi vuole navigare questo piccolo lago; un angolo picnic per gustare prodotti tipici in famiglia; ristorante, bar, albergo e chi più ne ha più ne metta.

In più, il Lago di Mosigo si rivela il perfetto punto di partenza per pedalare sulla famosa Lunga via delle Dolomiti, una pista ciclabile di circa 33 km che separa Cortina d’Ampezzo da Calalzo di Cadore. Pedalata dopo pedalata si è accompagnati da un percorso magnifico fatto di ponti, gole profonde, gallerie e vecchie stazioni.

Oppure, è possibile fare un’escursione a Mondeval, un luogo dalla grande importanza perché proprio qui è stato ritrovato lo scheletro di un uomo preistorico vissuto almeno 7500 anni fa, che oggi si può ammirare presso il Museo di Selva di Cadore.

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In queste valli italiane puoi passeggiare nel foliage. E fare cromoterapia

La stagione dei colori mozzafiato dalle sfumature del fuoco, degli odori frizzanti e dei frutti della terra è ormai cominciata. È tempo, dunque, di organizzare nuovi e straordinari viaggi alla scoperta di tutte quelle destinazioni che in autunno indossano il loro abito più bello.

Passeggiate nel bosco, caccia alle foglie e ai tartufi, trekking delle meraviglie e visioni di incredibile bellezza: queste sono solo alcune delle esperienze che invitano i viaggiatori a girare il globo in lungo e in largo in questo periodo. Ma per perdersi e immergersi in tutta la magia dell’autunno, non c’è bisogno di volare per forza dall’altra parte del mondo. Anche il Bel Paese, infatti, ospita tutta una serie di paesaggi naturali che sorprendono a ogni passo compiuto.

Incantano, per esempio, la Valle di Fraele e la Val Viola, situate entrambe nell’Alta Valtellina. Due destinazioni che, in questo periodo, si trasformano nel palcoscenico dello spettacolo più bello di Madre Natura, l’ultimo prima del lungo letargo. Proprio qui, infatti, è possibile passeggiare nel foliage e fare cromoterapia. Pronti a questa passeggiata delle meraviglie?

Nelle valli italiane per ammirare il foliage

Trascorrere del tempo a stretto contatto con la natura è un piacere per l’anima e per il corpo. I benefici, infatti, sono tantissimi e sono confermati dalla scienza e dalle nostre stesse esperienze. Basta una semplice passeggiata per rigenerare i sensi e ricaricare le energie. Farlo in autunno, poi, permette di vivere un’esperienza sensoriale senza eguali che passa per i colori accesi, i profumi pungenti, i suoni della natura, le sensazioni tattili e gli scorci che lasciano senza fiato.

Sono tante e diverse le destinazioni del mondo che in questo periodo mostrano il loro volto più bello. Tra queste anche i luoghi di montagna dove Madre Natura ha portato in scena la grande bellezza. Tra i posti più imperdibili da raggiungere, per chi vuole fare incetta di foliage, c’è sicuramente il Parco Nazionale dello Stelvio. Situato nel cuore delle Alpi, questo ospita un dedalo di sentieri che conduce a paesaggi che lasciano senza fiato.

E poi ci sono le valli, quella di Fraele e la Val Viola, destinazioni dove il foliage diventa un’emozione imperdibile, per gli occhi e per il cuore. La prima ospita contrasti di immensa bellezza, quelli caratterizzati dal color zaffiro dei laghi e il rosso dei larici. La seconda, invece, è un gioiello silenzioso dove il caos e il disordine dei giorni non possono entrare e che in autunno, grazie ai numerosi abeti, si tinge di mille sfumature di arancione.

È proprio qui che, passeggiando tra territori incontaminati, è possibile accedere a tutti i benefici della cromoterapia dove il colore, che fa da padrone, diventa un vero e proprio trattamento di benessere.

Le passeggiate nel foliage

Fonte: Ufficio Stampa Bormio

Le passeggiate nel foliage

Foliage e cervi in amore: un’esperienza romantica e unica

Se la magia dei paesaggi ancora non dovesse bastarvi, c’è un altro motivo per raggiungere le sterminate vallate del Parco Nazionale dello Stelvio. Il foliage autunnale fa da cornice a uno degli appuntamenti più romantici della fauna selvatica del territorio.

In Val Zebrù, infatti, è cominciata la stagione dell’amore dei cervi. In questo periodo gli animali, che vivono in consistenti popolazioni, danno il via all’annuale rito di riproduzione. Per farsi notare dalle femmine, e per allontanare altri pretendenti, i cervi mettono in scena un corteggiamento fatto di forti bramiti che risuonano in tutta la valle a ogni ora del giorno e della notte dando vita a un’esperienza sensoriale affascinante e unica. Tutto intorno, poi si snodano abeti rossi, larici e pini che assumono le caratteristiche sfumature autunnale rendendo l’atmosfera mistica.

Il bramito dei cervi

Fonte: Ufficio Stampa Bormio

Il bramito dei cervi
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Engadina: la valle svizzera dove c’è (quasi) sempre il sole

Oggi vi portiamo a scoprire una valle incantata, una di quelle zone che sembra uscita direttamente da un libro di fiabe e che per la sua bellezza è stata in grado di ispirare i più grandi artisti e poeti. Un posto speciale, quindi, e a pochissima distanza dal nostro Paese, tanto che il suo soprannome è il “salone delle Alpi”: benvenuti in Engadina.

Dove si trova l’Engadina

L’Engadina è un vero e proprio scrigno di tesori preziosi che sorge in Svizzera, e più precisamente nel cantone dei Grigioni. Un luogo dalla bellezza raffinata e che si distingue per essere una delle valli abitate più alte d’Europa. Ma non è solo questo il suo unico (quasi) primato, perché questo territorio ha la fortuna di essere baciato dal sole quasi costantemente, tanto che in media qui si contano ben 322 giorni di bel tempo all’anno che regalano un clima assai mite.

Divisa in Alta e Bassa Engadina, pare avere una doppia anima: l’Alta Engadina è piuttosto pianeggiante e la patria di affascinanti laghi che a loro volta sono incorniciati da ghiacciai e fitti boschi di cembri e larici. La Bassa Engadina, dal canto suo, ha una conformazione decisamente più aspra e stretta perché qui il fiume che attraversa l’intera valle, l’Inn, nel corso del tempo ha creato profonde gole tra le rocce.

Cosa aspettarsi

L’Engadina è una valle spettacolare e che riesce a rigenerare i suoi visitatori, sia in estate che in inverno. Puntellata di paesaggi praticamente intatti e incontaminati, ha ospitato personaggi di fama internazionale come Giovanni Segantini, F. Nietzsche, H. Hesse, Th. Mann e tanti altri ancora.

Engadina: cosa fare

Fonte: iStock

Un angolo della Engadina

Il visitatore, non appena arriva, avverte una sensazione speciale e che nel mondo digitalizzato di oggi spesso ci dimentichiamo, quella di essere nel poetico abbraccio della natura. L’intero territorio engadinese, infatti, è ricoperto da vegetazione: ci sono boschi con pini che arrivano fino a una quota di 1.800 metri e foreste di larici che toccano i 2.100 metri d’altitudine.

Poi c’è il paesaggio lacustre, armoniosamente inserito nei profili delle cime che in questi splendidi laghi si specchiano, e tutti alimentati dalle abbondanti acque del fiume Inn. E poi ci sono i villaggi pittoreschi, quelli che sogniamo quando pensiamo ai paesi montani, così come destinazioni decisamente glamour.

Non manca di certo la cultura, che qui è decisamente variegata. Vi basti pensare che la lingua principale è il romancio, ma che si parlano anche tedesco, italiano e francese.

I villaggi da visitare

Senza ombra di dubbio la punta di diamante dell’Engadina è St. Moritz, una delle mete turistiche svizzere più ambite dal turismo internazionale. Ma del resto non c’è da sorprendersi: è una meta che si distingue per la sua eleganza, signorilità e sontuosità. Tra le altre cose, si affaccia sul lago omonimo che in inverno sembra possedere una corona di neve indossata dalle montagne circostanti, che contemporaneamente va a mescolarsi con l’azzurro del cielo. Gli amanti degli sport invernali saranno felici di sapere che qui si sviluppa una moderna infrastruttura e 88 piste per indimenticabili avventure sulla neve.

Un altro villaggio dell’Engadina da non perdere è Pontresina, un luogo dominato da una bella torre pentagonale in stile moresco. Da queste parti è presente anche una volta ricca di pregevoli affreschi risalenti al XIII-XV secolo: la Cappella di Santa Maria.

Molto grazioso è anche Celerina che si fa amare per i suoi profili poetici: sorge proprio sulle rive del fiume Inn. Degna di nota è la Chiesa di San Gian del XIII secolo che è stata edificata su una piccola altura e che tra le sue mura custodisce affreschi quattrocenteschi e un meraviglioso soffitto ligneo dipinto del 1478.

Poi ancora Zuoz che è un vero e proprio susseguirsi di casette patrizie barocche e rinascimentali e dove a colpire è la Chesa Planta, uno degli edifici simbolo del villaggio.

Affascinante è anche Tarasp, in Bassa Engadina, località famosissima in Svizzera per le cure termali e per la presenza di un magnifico castello che risale al XI secolo.

Tarasp,, Engadina

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / ALBERT CEOLAN

Il Castello di Tarasp,

I meravigliosi laghi

Un viaggio in Engadina non si può dire completo se non si visitano i suoi laghi. Dello specchio d’acqua di St. Moritz ve ne abbiamo già parlato, ma non sono di certo da meno gli altri che impreziosiscono la valle.

Il Lago di Sils è il più esteso del Cantone dei Grigioni e in estate si lascia esplorare a bordo di un piccolo battello su cui fare un viaggio panoramico che tocca la penisola di Chastè, Plaun da Lej e Isola.

Intorno al lago, invece, prende vita un paradiso idilliaco per escursionisti e ciclisti. Una piccola curiosità: il noto filosofo tedesco Nietzsche trascorse un periodo prolungato proprio sulle sponde di questo lago.

Non è da meno Silvaplana, un vivace villaggio circondato da una natura primordiale e affacciato sull’omonimo e splendido lago. Dal colore scintillante, è adatto per la navigazione con la barca a vela e per vivere divertenti avventura con il kitesurf.

Infine, l’idilliaco Lago di Champfèr che si rivela la meta ideale per una breve passeggiata intorno alle sue sponde.

Le altre avventure imperdibili

Villaggi da sogno, paesaggi alpini emozionanti e laghi che sembrano specchi per le sontuose montagne non sono le uniche cose che colpiscono dell’Engadina.

Da queste parti, infatti, è possibile dedicarsi a numerose attività come il golf, pedalare (o camminare) per ben 400 km di sentieri che si snodano tra laghetti, prati verdi e fitti boschi, e praticare i più tipici sport acquatici, come windsurf, kitesurf, vela, stand-up, pesca e canoa.

In inverno, oltre al comprensorio sciistico del Corviglia a St. Moritz che attira sciatori da tutto il mondo, i visitatori possono divertirsi nelle tante piste di alpinismo, piste per il fondo, fun-park per gli snowboarder e molti itinerari escursionistici di diversa lunghezza e difficoltà. Non manca di certo la possibilità di fare sport sul ghiaccio, come il pattinaggio, il curling e l’hockey.

Infine, una delle attività da non perdere assolutamente: un viaggio sull’iconico Trenino Rosso del Bernina che porta a scoprire il cuore di questa spettacolare valle: costeggia il letto del fiume Inn e conduce al cospetto di straordinarie meraviglie della natura come, per esempio, il Giardino dei Ghiacciai con le Marmitte dei Giganti, pozzi monumentali scavati nei secoli dalla forza erosiva dell’acqua. Il tutto, mentre si è costantemente accompagnati da un paesaggio avvolto dalle montagne.

Trenino Rosso del Bernina in Engadina

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Il mitico Trenino Rosso del Bernina
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Lago Nero: una perla tra le cime dolomitiche

Le Dolomiti sono da molti considerate la montagne più belle della Terra. Dette anche Monti pallidi, per la loro importanza e bellezza sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità Unesco. Cime affascinanti e misteriose che celano anche tesori naturali che tolgono il fiato, come il bellissimo Lago Nero.

Dove si trova il Lago Nero

Ci troviamo in Trentino e più precisamente in Val Nambrone, una zona che colpisce chiunque vi ci metta piede perché se ne innamora per la sua indescrivibile bellezza selvaggia. E proprio qui, dove si apre una vista affascinante sull’intera catena delle Dolomiti di Brenta – probabilmente la migliore in assoluto – giace placido il suggestivo Lago Nero.

Situato a oltre 2.000 metri di quota, prende vita non troppo distante dagli altrettanto suggestivi Laghi di Cornisello, Inferiore e Superiore. Tuttavia, questo speciale specchio d’acqua rimane un po’ più appartato, in una sorta di mondo delle favole che al tramonto e all’alba diventa persino romantico: le cime delle Dolomiti di Brenta si riflettono nelle sue acque limpide, creando dei giochi di luce che riempiono l’anima di stupore.

Perché si chiama così

Il colore nero non sempre si accosta a cosa piacevoli, e forse per tale motivo un nome di questo tipo non riesce a esprimere la completa meraviglia di questo lago. Ma nella realtà dei fatti questa denominazione deriva dalle tonalità profonde di blu che assumono le sue acque, sfumature intense da sembrare quasi nere, anche se in verità non lo sono affatto.

La spiegazione di questo tono così scuro sono da ricercare nella sua profondità: ben 33 metri. Ad ogni modo, il lago è cangiante grazie allo spettacolare scenario delle Dolomiti di Brenta che si specchiano nelle sue acque.

Con un’estensione di ben 200 metri e una larghezza di 160, possiede delle rive che sono composte da giganteschi blocchi e pareti rocciose che sembrano tuffarsi in acqua. In più, proprio qui d’estate succede qualcosa di particolarmente poetico: emergono delle piccole chiazze di pennacchi bianchi (piante di erioforo Eriophorum scheuchzeri) che si muovono seguendo il sinuoso ritmo del vento.

Come raggiungere il Lago Nero

Con molta calma e con gli scarponi giusti, è possibile arrivare al Lago Nero anche con i propri bambini perché il percorso per raggiungerlo non è troppo complicato. Certo, non mancano dei punti un po’ più impegnativi, ma con pazienza e ammirando il favoloso panorama circostante tutto sarà più facile.

Il modo più semplice per ritrovarsi al cospetto di questa meraviglia naturale è arrivare con la propria auto sotto il Rifugio Cornisello da dove partire seguendo le indicazioni per il Lago Nero. Da qui ci vogliono approssimativamente 40 minuti a piedi da affrontare con un dislivello minimo.

Se ve la sentite, potete fare anche un giro completo del lago – attenzione alle zone paludose – che permette di ammirare in maniera ancora più intima i riflessi sulle sue acque e i profili delle cime da più angolazioni.

Volendo potete poi proseguire il vostro percorso per giungere al Rifugio Segantini il cui sentiero regala montagne che sembrano dipinte, macchie di neve qua e là, lo scroscio dei torrenti che scorrono e molto altro ancora.

Ritornando verso il il Rifugio Cornisello, invece, non dimenticate di fare una piccola deviazione verso gli omonimi laghi che sorgono sul fondo di un circo vallivo in cui sembrano toccare il cielo le cime Giner, di Bon, Cornisello e Om de l’Amola.

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Puoi dormire in un piccolo borgo incastonato in un parco storico

Organizzare un viaggio in Trentino è sempre un’ottima idea, soprattutto per chi è alla ricerca di esperienze rilassanti e rigeneranti a stretto contatto con la natura. La regione dell’Italia Settentrionale, che confina con la Svizzera e con l’Austria, è puntellata da montagne e da borghi ad alta quota che offrono attività per avventurieri di ogni età e scorci mozzafiato da scoprire passo dopo passo.

L’immenso patrimonio naturalistico della regione, poi, si fonde con la storia, con l’arte e la cultura di un territorio meraviglioso che sono raccontate dai castelli medievali, come Castel Tirolo, Castel Roncolo e Castel d’Appiano, dai palazzi rinascimentali che popolano il capoluogo Trento, e dalle tradizioni e dalle storie che sono custodite nei piccoli borghi montani.

Ed è proprio un borgo che oggi vogliamo visitare insieme a voi, un piccolo villaggio che sorge a 1650 metri sopra il livello del mare in una posizione unica e privilegiata in Val di Pejo, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio. È proprio qui che è possibile dormire all’interno di masi storici, tipici edifici del territorio, e vivere e condividere un’esperienza incredibile completamente immersi nella natura.

Bergdorf Stablo: la rinascita del borgo delle meraviglie

Il nostro viaggio di oggi ci porta nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei più antichi parchi naturali italiani che dal 1935, anno della sua istituzione, preserva, valorizza e celebra tutte le bellezze naturalistiche delle vallate alpine. Ci troviamo nella Val di Pejo, lateralmente alla Val di Sole, una destinazione già conosciuta da tutti gli amanti degli sport invernali per la sua celebre stazione turistica, nonché perfetto punto di partenza per imboccare i sentieri che attraversano il parco nazionale e per cimentarsi in escursioni ad alta quota.

Proprio qui, dove la natura regna sovrana, nell’estate del 2023 sono stati completati dei lavori di ricostruzione che hanno permesso a un piccolo borgo di rinascere in tutto il suo splendore. Stiamo parlando del Bergdorf Stablo, il paesino dei masi situato a 1650 metri di altezza e incastonato, alla stregua di un tesoro prezioso, nella Val di Pejo.

L’antico borgo, composto da alcuni masi, è stato ricostruito mantenendo intatte le strutture architettoniche originali che oggi sono state trasformate in alloggi confortevoli e suggestive. Si tratta di baite di montagne realizzate in legno e in pietra completamente immerse nella natura lussureggiante del territorio che affacciano direttamente sulle imponenti cime del Gruppo Ortles Cevedale. La vista, da qui, è mozzafiato. Ma non è tutto, perché soggiornando all’interno dei masi sarà come fare un viaggio nel tempo che consentirà agli ospiti di vivere un’esperienza slow ispirata ai ritmi della vita contadina.

Gli interni dei Masi trasformati in alloggi

Fonte: Ufficio Stampa

Gli interni dei masi trasformati in alloggi

Dormire all’interno di un maso storico nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio

Sono tre i masi che compongono il piccolo borgo Stablo, e possono ospitare fino a un massimo di 12 persone grazie a diverse sistemazioni offerte. Tutto, dagli interni agli esterni, è stato pensato nei minimi dettagli per catapultare gli ospiti all’interno di un’ambientazione rustica e contadina dove il tempo sembra essersi fermato.

Le baite, poi, sono completamente immerse nel paesaggio selvaggio e naturale della Val di Pejo e offrono tutta una serie di visioni che si aprono sul panorama circostante, e che lasciano senza fiato a ogni ora del giorno e della sera. Non ci sono rumori, se non quelli della natura, e il caos e il disordine cittadino sono solo un ricordo lontano. Non c’è neanche il wi-fi: l’unica connessione che esiste è quella con la natura.

Tutto ciò che esiste, qui, è un’atmosfera evocativa che invita le persone a riappropriarsi del proprio tempo e a goderselo lentamente percorrendo le orme dei contadini che popolano da sempre il territorio.

Dormire nel Borgo dei Masi Stablo

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Dormire nel Borgo dei Masi Stablo
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In questa oasi italiana puoi fare un bagno nella natura

Sono tanti e infiniti i benefici che ci regala in maniera gratuita la natura quando scegliamo di trascorrere il nostro tempo insieme a lei. Non è un caso, infatti, che parchi, giardini, montagne, campagne e luoghi incontaminati abbiano scalato le vette delle nostre travel wish list negli ultimi anni.

Passeggiate, trekking, immersioni e osservazioni sono tra le attività preferite dagli amanti della natura al punto tale da essersi trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche che, da sole, valgono viaggi in capo al mondo. Ma non sono le uniche perché a queste si aggiungono altre esperienze rigeneranti e mozzafiato come il Momijigari, per esempio, il  Tree Hugging e il Forest Bathing, anche conosciuto come Shinrin yoku.

Ed è proprio del Forest Bathing che vogliamo parlarvi oggi, di quella pratica che invita le persone a immergersi completamente, con il corpo e con la mente, nei boschi, nei parchi e nei prati. Un’attività che è nata in Giappone, ma che può essere sperimentata anche nel Bel Paese in un’oasi italiana che permette a tutti di fare un bagno nella natura.

Forest Bathing: dove praticarlo in Italia

Correvano gli anni ’80 quando, in Giappone, si diffondeva lo Shinrin yoku, letteralmente “Bagno nel bosco”. Una pratica che, come il nome stesso suggerisce, invita le persone a immergersi totalmente nella natura e da questa trarre tutta una serie di benefici fisici e mentali. Non ci è voluto poi molto affinché questa attività si diffondesse nel resto del mondo con un nome internazionale: il Forest Bathing, appunto.

I benefici di questa attività immersiva sono tantissimi, confermati anche dalla scienza. Ecco perché molte persone, anche quando sono in viaggio, non rinunciano a ritrovare questo contatto primordiale con la natura. Ma come funziona il Forest Bathing? E dove si pratica in Italia?

Il bagno nella foresta consiste in una semplice passeggiata che non richiede alcuna preparazione fisica. Si cammina in un bosco o in una foresta respirando lentamente e lasciandosi trasportare dai sensi. I profumi della natura da una parte, i suoi suoni dall’altra, tutto intorno, invece, un ambiente straordinario da osservare e da contemplare.

Lo Shinrin yoku, come abbiamo anticipato, si è diffuso rapidamente in tutto il mondo ed è arrivato anche in Italia. Il Bel Paese, come sappiamo, pullula di luoghi affascinanti e suggestivi dove la natura è assoluta protagonista. Vi basterà lasciare la città alla spalle per raggiungere boschi, foreste e polmoni verdi. Se invece siete in Piemonte, o avete intenzione di organizzare un viaggio nella regione, allora non potete perdervi il percorso messo a disposizione dall’Oasi Zegna che vi permetterà di perdervi e immergervi completamente nella foresta.

Il bagno nella foresta nell’Oasi Zegna

Ci troviamo in provincia di Biella, e più precisamente a Bielmonte. È qui che esiste un luogo di incredibile bellezza, un territorio incontaminato dove è possibile perdersi e ritrovarsi, rigenerare i sensi e ricaricare le energie. Siamo nell’Oasi Zegna, il parco naturale dell’Alta Valsessera che ha promosso il Forest Bathing come attività per scoprire l’anima più autentica e selvaggia di Madre Natura.

All’interno del parco, infatti, sono nati tre sentieri che consentono agli avventurieri di immergersi completamente nella natura e di godere delle bellezze che si snodano su questa area, ascoltando e osservando tutto ciò che qui pullula di vita.

Il periodo migliore, per praticare il Forest Bathing nell’oasi Zegna, è quello che va da giugno all’inizio dell’autunno, che coincide con la massima foliazione dei faggi. Tuttavia ogni momento è quello giusto per entrare in contatto con la natura e per ammirare le sue trasformazioni, stagione dopo stagione.