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Le più belle escursioni in montagna si fanno in questa valle

C’è una valle di confine, lontana dalle mete più affollate, che regala escursioni nel silenzio più totale della natura, dove il cinguettio degli uccelli è l’unica distrazione al gorgoglio dei torrenti, un white noise naturale che accompagna gli escursionisti lungo tutto il tragitto.

Una valle che può vantare ben 300 giorni di sole l’anno, dove trovare refrigerio anche nelle più calde giornate estive, dove ai verdi pascoli si alternano i picchi dei Tremila innevati che fanno da cornice ai sentieri in quota.

Alla scoperta della Val Venosta

Stiamo parlando della Val Venosta, al confine da una parte con l’Austria e dall’altra con la Svizzera, un valle che ha molte attrazioni da offrire al turista, dal celebre Lago di Resia con il suo iconico campanile che spunta dalle acque alla sorgente dell’Adige, il secondo fiume più importante d’Italia dopo il Po.

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Escursione sopra il Lago di Resia in Val Venosta @IDM Südtirol-Alto Adige/Kirsten-J. Sörries

Grazie a un’articolata rete di sentieri, la Val Venosta è una delle mete più consigliate dove andare quando arriva la bella stagione. Ci sono itinerari semplici per le classiche gite giornaliere, ma anche più impegnativi per escursioni che durano anche più giorni. Tutti però regalano scorci meravigliosi su alcune delle montagne più importanti del nostro Paese: il gruppo Ortles-Cevedale, dove ci sono le vette più alte dell’Alto Adige, il Parco Nazionale dello Stelvio, le Alpi Venosta e il Gruppo del Sesvenna.

I sentieri delle rogge in Val Venosta

I sentieri delle rogge (“Waalwege”) si trovano solo nella Val Venosta. Il loro percorso si snoda lungo gli stretti canali d’acqua utilizzati secoli fa dai contadini per irrigare i campi, essendo questa valle piuttosto arida. Le rogge si estendono su entrambi i versanti della valle, sul Monte Sole e sul Monte Tramontana e, in tutta la Val Venosta, si conta circa una ventina di questi sentieri percorribili in tutti i periodi dell’anno, offrendo splendidi panorami sulle imponenti catene montuose e sulla valle.

I sentieri delle rogge in Alto Adige sono perfetti per le escursioni in famiglia e per chi cerca itinerari non troppo impegnativi. Uno dei più belli è sicuramente il sentiero della roggia di Senales, che conduce al Castel Juval, la residenza estiva di Reinhold Messner, altoatesino doc. Il sentiero no. 3 inizia sopra l’azienda agricola Köfelgut e si snoda attraverso castagneti e boschi misti lungo i pendii soleggiati della bassa Val Venosta. Sono circa 7 chilometri e ci si impiega non meno di tre ore, ma quando si arriva la soddisfazione è grande. La fortezza medievale che domina la Val Senales oggi ospita uno dei sei Messner Mountain Museum (MMM) dell’Alto Adige e si può visitare. Oltre a una vasta collezione tibetana, frutto delle sue numerose spedizioni, c’è una galleria di quadri e la collezione di maschere con pezzi provenienti dai cinque continenti, mentre all’esterno c’è un bellissimo parco di animali alpini.

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Un sentiero delle rogge in Val Venosta @IDM Südtirol-Alto Adige/Patrick Schwienbacher

Sentieri tra malghe e rifugi

Un tempo, il fondovalle paludoso rendeva il passaggio dei pastori con le greggi al seguito piuttosto complicato. Motivo per cui lungo i crinali di montagna sono sorti molti rifugi. Oggi, in Val Venosta, a più di 2.000 metri d’altitudine, si contano oltre 80 tra baite e rifugi ancora in attività. E cosa c’è di più piacevole di una camminata in montagna ripagata, poi, da una tavola imbandita e da un pisolino su una bella terrazza soleggiata?

In alcuni rifugi si può anche trascorrere la notte, nel silenzio più totale, lontani dalle strade trafficate e da ogni sorta di inquinamento luminoso. Al rifugio Maseben, a 2.267 metri di altitudine, si gode di una splendida vista sul paesaggio alpino. Ma la sorpresa non è questa. Questo rifugio è stato scelto per installarvi due telescopi (uno solo per osservare il Sole) fissati direttamente alla malga, creando un vero e proprio osservatorio astronomico, aperto tutto l’anno. Ed è questa la vera grande sorpresa di questa passeggiata.

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Un rifugio panoramico in Alto Adige @IDM Südtirol-Alto Adige/Alex Filz

Gli esperti, Wolfgang Thöni e Siegfried Patscheider, ogni giovedì, salgono al rifugio di sera per mostrare, agli ospiti o a chi ha voglia di partecipare alla lezione di astronomia, le costellazioni, che sono sempre diverse, in base alla stagione o semplicemente alle condizioni meteo. Un’esperienza entusiasmante organizzata insieme all’Associazione turistica Passo Resia, non soltanto per gli astrofili, ma per tutti. I bambini e i ragazzi la adoreranno. Chi non vuole tornare indietro può anche fermarsi a dormire in una delle camere con bagno privato.

Escursioni di tre giorni in Val Venosta

Per gli appassionati, in Val Venosta c’è anche la possibilità di fare escursioni di più giorni. Noi vi proponiamo la più bella, che può essere percorsa su un itinerario breve o lungo, quella dell’Alta via Val Venosta. Si estende dalla sorgente dell’Adige, sul Passo di Resia, fa tappa prima a Planol, passando il Lago di Resia, poi a Piz Lun, passando il Giogo Alto, per poi arrivare nella valle di Mazia, fino alla tappa di Sluderno per concludersi al Castel Juval. Qui il protagonista assoluto è il panorama, che regala una spettacolare vista sugli alti ghiacciai del Gruppo Ortles.

L’itinerario completo, per chi volesse farlo, sarebbe lungo 180 km e durerebbe più giorni. Percorre sentieri in parte esistenti e in parte nuovi, passando anche sui sentieri delle rogge o lungo le vecchie vie di comunicazione che attraversano le fattorie dei contadini di montagna.

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La via delle foreste, un’immersione nella natura per rigenerarsi

Che i boschi e le foreste facessero bene al corpo e alla mente è già stato ampiamente dimostrato scientificamente. La pratica, chiamata “Shinrin-yoku“, che potremmo tradurre con “bagno nella foresta” o, come molti la definiscono oggi, “Forest Bathing”, arriva direttamente dal Giappone dove ha iniziato a diffondersi verso i primi Anni ’80, supportata persino dal governo che ha destinato dei fondi per la diffusione.

La Forest Therapy Society giapponese ha individuato ben 62 boschi del Paese del Sol levante perfetti per questa terapia, tra cui Shikoku, Hokkaido, Tohoku, Kanto, Horukiku-Koshinetsu, Tokai, Kansai, Chugoku, Kyusyu e Okinawa.

La pratica del Forest Bathing

Da qualche anno, il Forest Bathing è arrivato anche in Italia, dove le foreste e le aree verdi non mancano di certo. E c’è una zona d’Italia dove è stato individuato un ambiente analogo a quello giapponese e dove viene praticato più che altrove.

Il Parco Nazionale Foreste Casentinesi

Stiamo parlando del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterone e Campiglia, sull’Appenino toscano, dove già da qualche tempo è nato un progetto che parte dalla consapevolezza che la natura abbia un impatto positivo sul benessere dell’individuo. Basta un ritiro di uno o più giorni in questi luoghi per sperimentare il risveglio dei sensi attraverso il contatto con la natura, l’alimentazione, il movimento e la meditazione, gli ingredienti perfetti per raggiungere l’obiettivo di salute globale.

La Via delle Foreste

Dopo anni di sperimentazione, è nata quindi “La Via delle Foreste”, che prevede di immergersi in questo immenso parco di 36mila ettari che forma la prima riserva naturale integrale italiana per qualche giorno.

Il programma

L’idea di creare un programma vero e proprio è di Enrica Bortolozzi, con la supervisione scientifica del dott. Franco Berrino, entrambi fondatori dell’Associazione “La Grande Via” (di cui abbiamo scritto in questo articolo) e permette, a chi partecipa, di vivere una vera e propria immersione nella natura.

Si tratta di un programma di attività sensoriali articolato tra maggio e ottobre, che va dalle camminate alla contemplazione dei frattali, dall’ascolto degli elementi come acqua e vento alla cucina Macro-mediterranea, dalla composizione floreale alla conoscenza degli oli essenziali. Il tutto insieme a medici, guide forestali, esperti della nutrizione, del movimento consapevole e della ricerca interiore.

Patrimonio Unesco

Dal 2017, il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterone e Campiglia è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. È un luogo meraviglioso e ancora molto selvaggio e si trova a cavallo tra Toscana ed Emilia-Romagna. L’80% della superficie è costituita da boschi. Il versante emiliano, rispetto a quello toscano, è ricco di corsi d’acqua. Tra i più famosi c’è la cascata dell’Acquacheta, non solo per la portata del salto (80 metri), ma anche perché è stata citata da Dante nel canto XVI dell’Inferno della “Divina Commedia”. Unico lago è quello artificiale di Ridracoli, nell’omonima valle.

All’interno del parco ci sono anche due luoghi di grande fascino e importanza spirituale: il Santuario della Verna, legato alle stimmate di San Francesco, e Camaldoli, fondato nel 1024 dal benedettino romagnolo San Romualdo.

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Forest Bathing nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi

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Benvenuti nell’Eden: paradisi terrestri dove vivere un sogno

La sete di esplorazione di un viaggiatore giramondo non si esaurisce mai, eppure nonostante la voglia di andare alla scoperta di città, paesi e borghi, monumenti iconici, musei e attrazioni celebri, ogni tanto c’è bisogno di concedersi una pausa.

Non dai viaggi, intendiamoci, perché è proprio attraverso quelli che possiamo concederci una vacanza all’insegna del dolce far niente in quelli che sono dei veri e propri paradisi terrestri.

E se è l’Eden che cerchiamo, allora la nostra prossima destinazione non può essere che l’arcipelago vulcanico nel mar dei Caraibi: le Isole Vergini Britanniche. È qui che esistono le spiagge più belle del mondo dove ogni esperienza vissuta sembra un sogno a occhi aperti. Pronti a scoprire le più belle?

Tortola

Tortola

Isole Vergini Britanniche: come in un sogno

Acque cristalline che bagnano delicatamente spiagge finissime di sabbia bianca, distese infinite di vegetazione tropicale che si perdono a vista d’occhio, un sole caldo e scintillante che fa brillare tutto intorno e un tramonto che infuoca le meraviglie selvagge che appartengono a queste terre: è forse così che ci immaginiamo il paradiso?

Se la risposta è sì, allora, non ci resta che scegliere le Isole Vergini Britanniche come nostra destinazione di viaggio. I motivi sono facilmente intuibili anche da chi sull’arcipelago caraibico non ci è mai stato. Bastano le foto a far comprendere quanta bellezza sconfinata caratterizza questi territori, anche se per quanto suggestive le immagini non potranno mai restituire la vera essenza di quello che è questo paradiso terrestre.

Ma se avete deciso di vivere il vostro sogno lasciandovi accarezzare dalle onde del Mar dei Caraibi, allora, non potete perdervi quelle che sono le spiagge più iconiche di tutto l’arcipelago. Quelle in cui prendere il sole e rilassarsi, nuotare, immergersi e perdersi tra l’infinita bellezza. Ce ne sono 60, di isole e isolotti, e queste sono quelle da non perdere.

Virgin Gorda

Virgin Gorda

Isole Vergini Britanniche: le spiagge da non perdere

Iniziamo il nostro viaggio tra i paradisi caraibici con Tortola, una delle isole principali dell’arcipelago nonché tra le più conosciute. Un vero e proprio Eden per tutti gli amanti delle immersioni e dello snorkeling. Qui ci sono alcune delle spiagge più belle del mondo come Cane Garden Bay o Smugglers Cove.

Ci spostiamo ora su Virgin Gorda, tra le meraviglie naturali di quest’isola paradisiaca. Tra i luoghi da non perdere troviamo il Baths National Park, con i suoi giganteschi massi di granito che formano piscine naturali nel mare, e le spiagge sabbiose di Spring Bay e Savannah Bay.

A Jost Van Dyke, invece, troviamo paesaggi che lasciano senza fiato e colorate barriere coralline immerse nelle acque cristalline. Le spiaggia assolutamente da non perdere è quella di White Bay, una lunga distesa di sabbia bianca bagnata dalle mille sfumature di azzurro del Mar dei Caraibi.

Troviamo poi le spiagge di Cooper Island, l’isola considerata il paradiso per antonomasia dei sub. Attraverso suggestive immersioni, infatti, è possibile andare alla scoperta di numerosi relitti sottomarini. Ma si tratta anche di un lembo di terra spensierato e felice: con il suo microbirrificio e le distillerie di rum è il luogo ideale per chiunque cerca una vacanza all’insegna del relax e del divertimento.

Ultima, ma non per importanza, è Anegada. Scogliere, grotte sottomarine e antichi relitti di navi che giacciono sui fondali rendono questo luogo incantato. Tra le spiagge da non perdere segnaliamo Loblolly Bay e Big Bamboo e Cow Wreck, entrambe caratterizzate da un litorale di sabbia bianca circondato da una barriera corallina.

Anegada

Anegada

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Il giardino sul Lago di Como che è una magia

In una piccola insenatura sulla sponda occidentale del Lago di Como, ai piedi di un enorme sperone roccioso detto “Sasso di Musso”, si cela un piccolo angolo di paradiso che pochi conoscono.

Il meraviglioso Giardino del Merlo

È il Giardino del Merlo e si trova nel Comune di Musso. Sulle ripide rocce sottostanti la chiesa del paese dedicata a Sant’Eufemia e ai piedi di un castello, oggi in rovina, un nobile di nome Giuseppe Manzi, ispirandosi ai giardini della riviera ligure, che spesso le rive del Lago di Como un po’ ricordano, ricavò, tra il 1858 e il 1883, questo sorprendente giardino.

Sviluppato su un terreno scosceso, tra lago e montagna, e sfruttando la conformazione del terreno, con un versante esposto a Sud e uno a Nord, Manzi creò un luogo visionario, dove dominano i contrasti, dalla natura lussureggiante e mediterranea alle varietà tipiche dell’ambiente alpino.

Passaggi segreti e giochi d’acqua

Ricco di piante esotiche (se ne contano all’incirca 120 specie) ma non solo, è un insieme di ponticelli aerei e di passerelle, di arditi passaggi segreti, di grotte, gallerie, cascatelle e giochi d’acqua. Nel XIX secolo questo originalissimo e divertentissimo giardino costituì un forte richiamo per i turisti italiani e soprattutto stranieri.

Un parco divertimenti naturale

Poi non se ne sentì più parlare, forse lasciato anche un po’ andare. Fatto sta che ora il Giardino del Merlo è stato riscoperto ed è una vera chicca da visitare, una vero e proprio parco dei divertimenti naturale. Anche in famiglia. Tanto più che è gratuito. Inoltre, la sua posizione lo rende anche uno dei punti panoramici sul Lago di Como più unici che ci siano.

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La Chiesa di Sant’Eufemia sotto la quale si trova il Giardino del Merlo

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Il sentiero che attraversa una piccola e meravigliosa piscina naturale

Una piccola piscina naturale è la meravigliosa sorpresa che attende chi attraversa questo bellissimo sentiero di montagna. Il luogo ideale per chi ama le gite all’aria aperta, anche in famiglia, dove poter fare una sosta ristoratrice e rilassarsi su spiaggette di sassi rinfrescandosi, d’estate, con le acque gelide delle sorgenti montane e divertirsi sugli scivoli naturali.

Questo piccolo paradiso si trova in provincia di Lecco. Si tratta delle Pozze di Erve, alimentate dal torrente Gallavesa. Ce ne sono di piccole e di grandi e sono un angolo incantato della Lombardia che pochi conoscono.

Le pozze di Erve

Per raggiungerle si deve arrivare nel Comune di Calolziocorte, nella Valle San Martino, a cavallo tra le province di Lecco e di Bergamo. Da qui si imbocca il sentiero che, almeno all’inizio, è piuttosto ripido e non semplice, ma si tratta solo di un breve tratto, poi il sentiero è assolutamente praticabile.

Le prime pozze che s’incontrano lungo il sentiero sono poco profonde e sono quindi perfette per le famiglie con bambini (si può percorrere anche con il passeggino). Chi cerca percorsi più impegnativi e dove trovare anche meno folla deve proseguire lungo l’itinerario, attraversando boschi e radure.

Un paradiso naturale

È più avanti, infatti, che si trovano le pozze più profonde, vere e proprie piscine naturali scavate nella roccia dalle acque trasparenti. Qui, il paesaggio bucolico è una cartolina vivente.

Volendo cercare un’area ancor più isolata e silenziosa, si può proseguire fino a raggiungere dapprima la località Gnett (a circa 600 metri di quota), dove si apre un verdissimo scorcio sul Resegone e poi, attraversando il torrente sul Ponte del bruco costruito dagli alpini, la sorgente San Carlo che si trova a 750 metri di altitudine.

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Le Pozze di Erve, una piscina naturale

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Un tour dei Monti Sibillini come non l’avete mai fatto

Il suggestivo profilo dei Monti Sibillini, imponente catena montuosa appenninica che si erge a cavallo tra le Marche e l’Umbria, è uno dei panorami più affascinanti del centro Italia. Qui sorge un bellissimo parco nazionale, che racchiude paesaggi da cartolina e piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato. E, oggi più che mai, questi luoghi meravigliosi sono tutti da esplorare, con un tour inedito.

Nasce il Distretto Turistico dei Monti Sibillini

La bellezza incontaminata della natura che pervade questa regione affascinante nulla può, senza un impegno costante da parte delle amministrazioni e delle comunità locali. È per questo che, nell’aprile 2022, nasce il Distretto Turistico dei Monti Sibillini: si tratta di un’intesa mirata a valorizzare l’incredibile patrimonio naturalistico, storico e culturale di un territorio che ha fin troppe potenzialità inespresse, meritando finalmente un’attenzione in più. L’idea è quella di portare nelle Marche un turismo incentrato non più solamente sulle splendide mete balneari, ma anche sulle destinazioni montane.

I Monti Sibillini rappresentano, d’altro canto, proprio la regione più adatta per attirare visitatori interessati ad una vacanza nel pieno relax, immersi in una natura selvaggia e rigogliosa, dove respirare l’atmosfera autentica della montagna. Il nuovo progetto porterà alla realizzazione di infrastrutture volte ad accogliere i turisti, ma anche all’ammodernamento dei servizi già presenti, che hanno subito un duro colpo a causa della lunga scia sismica che ha colpito il territorio negli anni passati. E tutto ciò permetterà ai viaggiatori di andare alla scoperta delle bellezze mozzafiato di questa zona così ricca dal punto di vista paesaggistico.

 

Monti Sibillini

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Alla scoperta dei Monti Sibillini, bellezza unica

È qui, tra le vette più alte degli Appennini, che si snoda il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Meta perfetta per tutti gli amanti dell’avventura, offre splendide escursioni tra le montagne, alla scoperta di un paesaggio incontaminato dalla bellezza unica. Una delle esperienze più affascinanti è senza dubbio il Grande Anello dei Sibillini, itinerario di ben 120 km che percorre tutto il perimetro del parco: è un lungo percorso da affrontare in mountain bike o a piedi, per chi non vuole rinunciare al trekking.

Altra destinazione assolutamente imperdibile, per chi vuole godere di una vera meraviglia della natura, è poi il lago di Pilato. Incastonato tra le cime maestose dei Sibillini, questo piccolo specchio d’acqua turchese è l’unico lago naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali di tutto l’arco appenninico. Raggiungerlo è piuttosto complicato, dal momento che l’accesso è possibile solamente a piedi, tramite tre sentieri abbastanza impegnativi. Ma lo sforzo è ampiamente ripagato dallo spettacolo che si apre davanti agli occhi una volta raggiunta la meta.

Infine, l’intera area è punteggiata da graziosissimi borghi tutti da esplorare. Uno è il piccolo paesino di Fiastra, conosciuto soprattutto per l’omonimo lago che sorge a poca distanza dal centro abitato. È da qui che si può raggiungere l’incantevole parco delle Lame Rosse, giganteschi calanchi scavati nella roccia di un bellissimo colore rossastro. Ancora, c’è il delizioso borgo di Ussita, che è stato gravemente danneggiato nel corso dei terremoti del 2016 e del 2017. Mentre, abbarbicato sul versante di una montagna, si può ammirare il suggestivo paesino di Castelsantangelo sul Nera e le sue quattro chiese.

Lago di Fiastra

Il lago di Fiastra

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Questa passeggiata, tra le colline e il mare, è un incanto

C’è una passeggiata, molto facile e adatta a tutti, che corre per 4,2 chilometri tra colline e mare. S’immerge nella macchia mediterranea ed è un vero incanto. La si può percorrere in qualunque stagione dell’anno, possibilmente in una giornata di sole.

La passeggiata Europa in Liguria

Sì, perché la Passeggiata Europa (o Lungomare Europa), questo il suo nome, corre lungo la costa del ponente ligure, collegando Cogoleto con Varazze (e viceversa) nel Parco costiero dei Piani d’Ivrea. Un bellissimo itinerario lungomare tra le province di Genova e Savona che ripercorre gran parte della vecchia linea ferroviaria a binario unico tra Genova e Ventimiglia, realizzata tra il 1860 e il 1868 sotto il Regno d’Italia e dismessa nel 1970.

Ne sono una testimonianza alcune gallerie che si attraversano a piedi (volendo anche in bicicletta, ma in certi punti il percorso è piuttosto stretto), alcune delle quali conservano ancora “pezzi” di ferrovia. L’itinerario è pianeggiante ed è quindi percorribile da chiunque abbia voglia di isolarsi dal traffico dell’Aurelia e sentire solo il rumore delle onde del mare che s’infrangono sulle pareti rocciose di questo tratto di costa, dove, di tanto in tanto, si scorge una deliziosa caletta dalle acque trasparenti.

Molto più di una semplice passeggiata

La Passeggiata Europa è anche un viaggio nella storia geologica di questo territorio. Percorrendo l’itinerario si possono scoprire alcune delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche del Parco naturale regionale del Beigua, riconosciuto Global Geopark dell’Unesco, uno spettacolare balcone naturale formato da montagne che s’affacciano sul mare. Si possono addirittura notare a occhio nudo i segni degli antichi livelli raggiunti dal mare o dei movimenti tettonici che hanno modellato questo tratto di costa. Lungo la passeggiata, sono diversi i punti in cui si possono identificare i vecchi livelli marini (arrivano fino a 100 metri). Ci troviamo quindi in una delle zone più ricche della Liguria dal punto di vista della biodiversità e della geo diversità.

In direzione di Cogoleto, le scogliere assumono improvvisamente un colore molto scuro, quasi nero (mentre finora le rocce sono perlopiù bianche e sono dette “metagabbri”), a dimostrazione del fatto che il substrato è cambiato ed è caratterizzato da rocce ricche di minerali ferrosi, dette “serpentiniti”.

A un certo punto s’incontra un luogo unico, quasi magico: la grotta Mizar, scolpita dall’erosione marina, i cui segni lasciati dal mare ricordano che qui il livello arrivava a 7 metri sopra quello attuale. Per non parlare, poi, della piccola Baia dei pescatori, una spiaggetta di sassi neri, con uno scoglio che affiora come un’isola dove vivene subito voglia di tuffarsi.

La bellezza di questa passeggiata sta nel fatto che è a picco sul mare. Il paesaggio che si attraversa vi farà innamorare del Lungomare Europa, camminando – o pedalando – tra scogliere, calette e spiagge raggiungibili senz’auto, in un tratto di costa protetto e incredibilmente tranquillo, anche in piena estate.

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La passeggiata Europa in Liguria

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Nel cuore verde d’Europa c’è una strada tutta da gustare

Immaginate uno splendido itinerario ciclabile immerso nella natura, dove rilassarsi ammirando panorami spettacolari e dando sfogo a tutte le proprie energie sui pedali, per poi fare tappa per andare alla scoperta delle prelibatezze tipiche locali: è così che nasce la Green Gourmet Route, un vero e proprio viaggio sensoriale nel cuore della Slovenia più incontaminata.

La Green Gourmet Route, in Slovenia

In un periodo storico in cui sono sempre più i viaggiatori che sentono l’esigenza di riconnettersi con la natura e di concedersi un’esperienza slow, è ancora la Slovenia ad offrire un’avventura che unisce la bellezza delle giornate trascorse all’aria aperta con la riscoperta di eccellenze gastronomiche tutte da assaporare. La Green Gourmet Route è un lungo viaggio su due ruote che ci sorprende per la meraviglia dei paesaggi attraversati, tra rigogliose foreste e antichi borghi da visitare, ma anche per la ricchezza delle proposte culinarie che è alla base della sua nascita.

L’idea è quella di un percorso che risponde alla sempre più grande richiesta di concentrarsi su un turismo slow, che rispetti ritmi più lenti con l’obiettivo di tutelare non solo l’esperienza dei viaggiatori, ma anche – e soprattutto – l’ambiente naturale in cui è immerso. La Green Gourmet Route è un itinerario di ben 11 giorni che attraversa la Slovenia da un capo all’altro, con numerose tappe gastronomiche progettate appositamente per offrire il meglio della tradizione e dell’innovazione culinaria di un Paese che, nell’anno 2021, ha sostenuto fieramente il titolo di Regione Gastronomica Europea.

Lungo il viaggio, i turisti potranno così concedersi soste gourmet alla scoperta di tantissime pietanze locali, rigorosamente realizzate con prodotti di agricoltura biologica, a filiera corta e stagionali. Il tutto accompagnato da pregiati vini provenienti dai tanti vigneti della regione, una vera full immersion enologica in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. E, a questo proposito, non mancano tappe dedicate ad una cucina gourmet: sono ben 6 i ristoranti stellati Michelin tra cui poter scegliere, per vivere un’esperienza più sofisticata – ma sempre all’insegna della sostenibilità.

Le tappe della Green Gourmet Route

Il lungo percorso della Green Gourmet Route si snoda tra tantissime meraviglie slovene tutte da scoprire. Si parte da Lubiana, la capitale vivace ed elegante che unisce storia, cultura e gastronomia in un bellissimo paesaggio da cartolina, adagiato lungo le sponde del fiume Ljubljanica. Lasciataci la città alle spalle, su due ruote ci dirigiamo verso la Valle dell’Isonzo e i suoi panorami da sogno: incastonata tra le Alpi Giulie, è la meta preferita per chi ama l’avventura outdoor. Ma questa è solo una delle prime tappe di un viaggio che ha ancora molto da offrirci.

Brda, importante regione viticola che si dipana tra mare e montagna, è un capolavoro di natura ed esperienze sensoriali che ci lasceranno a bocca aperta. E per soddisfare il palato non resta che dirigersi verso Nova Gorica e la Valle del Vipara, dove trova luogo la più autentica cucina slovena. Una volta fatto il pieno di prelibatezze locali, è la volta di concentrarsi sugli splendidi paesaggi offerti dalla natura: nella regione del Carso potremo scoprire un mondo sotterraneo ricco di sorprese. L’itinerario prosegue poi verso alcune città affascinanti: è il caso di Sevnica, dove visitare il suo splendido castello, Podčetrtek con le sue rinomate acque termali e Ptuj, il borgo più antico della Slovenia. L’ultima tappa è quella che ci porterà sino a Maribor, una città meravigliosa attraversata dalla Drava.

Green Gourmet Route

La Green Gourmet Route

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Le isole italiane poco affollate ma straordinarie

Sono tante e non smettono mai di stupirci, stiamo parlando delle meraviglie del mondo che abitiamo, quelle che muovono turisti provenienti da ogni parte del mondo pronti a contemplare e a immortalare, con lo sguardo e con lo smartphone, la grande bellezza.

La verità, però, è che attraversando quelli che sono i sentieri più battuti dal turismo di massa, spesso e volentieri ci ritroviamo a rinunciare alle esperienze più autentiche, quelle che ci permettono di riconnetterci alla natura e alla bellezza più selvaggia di un determinato territorio.

Niente è impossibile, però, perché esistono dei luoghi di straordinaria bellezza che si trovano, per nostra fortuna, lontani dai circuiti del turismo di massa. Destinazioni che sembrano sospese nel tempo e nello spazio, dove la vita scorre lenta e la natura è lasciata a regnare, come una sovrana generosa. Piccoli tesori semi nascosti che si trovano proprio qui, nel nostro Paese.

Le isole meno frequentate d’Italia: piccole oasi di pace

Per vivere esperienze uniche in quelli che sembrano dei veri e propri paradisi naturali, non abbiamo bisogno di raggiungere l’altra parte del globo perché il Paese che abitiamo è un vero e proprio forziere delle meraviglie. All’interno di questo ecco che sono preservate quelle piccole isole italiane che, essendo poco frequentate, conservano tutta la loro perfetta autenticità.

Si tratta di lembi di terra, più o meno grandi, che emergono dal nostro mare e che prendono in prestito dalla natura i colori più belli per vestirsi e incantare. Luoghi dove gli abitanti, anche se pochi, continuano a preservare le tradizioni antiche e a tramandarle, vivendo senza caos e stress, ma seguendo solo i ritmi del tempo scandito dalle onde del mare.

Isola di Pianosa

Isola di Pianosa

Relax in Sicilia

La Sicilia è probabilmente una delle regioni del BelPaese più amata dai turisti e come dargli torto? L’immenso patrimonio artistico e culturale si incontra e si scontra con la storia del territorio e con le meraviglie naturali. Eppure, nonostante questa sia una delle mete più ambite dai vacanzieri, esistono alcune isole che si tengono ben lontane dal turismo di massa.

C’è Linosa, la meravigliosa isola di origine vulcanica che sorge proprio al centro del Mediterraneo. Qui non ci sono discoteche o locali notturni per venire incontro alla voglia di movida, ma ci sono le splendide spiagge selvagge e nere, dovute alla presenza di sabbia vulcanica, e i vulcani spenti da contemplare. Non ci sono aeroporti in questa piccola isola di appena 5,43 chilometri quadrati, ma è facilmente raggiungibile via mare.

E poi c’è Alicudi, la più selvaggia delle isole Eolie. Un vero e proprio paradiso terrestre dove è possibile ammirare le atmosfere mediterranee e i magici contrasti dati dalla terra e dalle acque trasparenti e cristalline del mare. Dimenticate le auto e il traffico, sulla piccola isola ci si muove a piedi o in sella a un mulo.

Alicudi

Alicudi

Pace e relax tra Toscana e Lazio

Ci spostiamo ora al centro nel nostro stivale per scoprire altri due tesori nostrani sospesi tra cielo e mare. Al largo dell’arcipelago Toscano troviamo Pianosa, l’isola pianeggiante facilmente raggiungibile dall’isola d’Elba. Fino al secolo scorso questo lembo di terra è stato la sede di un carcere di massima sicurezza che ha reso per molto tempo inagibile il territorio. Oggi Pianosa conserva uno dei patrimoni naturali più incredibili del nostro Paese, nonché fondali straordinariamente ricchi di tesori da esplorare.

Nel Lazio, invece, troviamo la piccola e selvaggia Palmarola situata a pochi chilometri da Ponza. Questo lembo di terra lungo appena tre chilometri è straordinariamente ricco di grotte, calette, scogliere a picco sul mare e scorci di immensa bellezza. Dormire su quest’isola deserta e selvaggia è un’esperienza davvero unica, ma bisogna prenotare con largo anticipo vista la presenza di un solo e unico affittacamere.

Isola di Palmarola

Isola di Palmarola

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Il belvedere mozzafiato che è una meraviglia

Vale la pena salire fin quassù per il belvedere mozzafiato da quale ammirare una splendida vista sulla punta del ramo lecchese del Lago di Como, del piccolo lago di Annone (che da lontano ha la forma di un cuore) e sul fiume Adda che scorre sotto i piedi. L’effetto “wow” è assicurato.

Il belvedere dei Resinelli

Siamo ai Piani dei Resinelli, sulle Prealpi lombarde, a pochi chilometri da Milano. Qui, a circa 1300 metri di quota, si trova una delle terrazze panoramiche più belle. Ci si arriva attraversando il Parco del Valentino, un’area di circa 185 ettari a Nord del monte Coltignone, intitolato all’industriale lecchese Valentino Gerosa Crotta che, negli Anni ’60 del Novecento, lo lasciò in eredità al Touring Club Italiano. Tra queste cime, ricordano gli esperti, ha mosso i primi passi l’alpinista ed esploratore Walter Bonatti (a cui è stato intitolato un rifugio in valle d’Aosta).

Tuttavia, non è necessario essere super allenati per percorrere il sentiero lungo la via Escursionisti che arriva al belvedere, una passerella d’acciaio sospesa nel vuoto. Da brividi. La passeggiata, un percorso ad anello, è, infatti, molto tranquilla, adatta alle famiglie e anche a chi non è abituato a camminare. In mezz’ora, massimo un’ora, per chi se la prende comoda, si arriva a destinazione.

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Il belvedere dei Piani di Resinelli

Il sentiero è ampio e agevole, in leggera salita, a tratti immerso nel bosco di frassini e faggi, e conduce all’ingresso del Parco del Valentino. Durante il periodo estivo è facile vedere anche pecore e capre al pascolo.

Il Parco del Valentino

Quando è aperto, merita una visita anche il Museo Casa Villa Gerosa, che racconta la storia del Gruppo delle Grigne, il massiccio montuoso alpino più famoso della zona che supera i 2400 metri, dei loro sentieri e dei bivacchi e che propone diverse iniziative interessanti anche per i più piccoli.

All’interno del Parco del Valentino si trovano molti altri edifici, testimoni della storia dei Piani dei Resinelli. Vi si trovano diverse costruzioni, come la stazione della teleferica che collegava i Piani con Lecco passando nella Val Calolden e che, fino all’apertura della carrozzabile, a metà degli Anni ‘30, consentì di trasportare i materiali per la costruzione e il primo sviluppo, come Villa Gerosa, un tipico esempio di villa montana padronale.

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Il belvedere a strapiombo

Poco più a monte, i rustici testimoniano la vocazione al pascolo tipica di questa località, già da quand’era chiamata Alpe di Mandello. E, infine, un “roccolo”, una postazione di caccia, posto sulla cresta che arriva al belvedere e che attesta la diffusione di questo metodo di caccia con le reti, diffusosi nel territorio intorno alla metà del XIX secolo.

Gli edifici sono collegati tra loro da strade sterrate, costruite per facilitare il trasporto del legname. Il bosco che ricopre gran parte del parco si è sviluppato solo negli ultimi anni in quanto, fino a non molti anni, fa ospitava dei pascoli che arrivavano fino a Cima Paradiso (o Cima Calolden) e del Coltignone. Quassù sono ancora visibili i ruderi di alcuni giacigli impiegati dai pastori come ricovero o come deposito per il latte.

Ormai sono quasi del tutto cancellate dalla vegetazione, invece, le tracce delle antiche miniere, delle piste da sci, utilizzate fino agli Anni ’80, e del trampolino, intitolato al canottiere e sciatore lecchese Nino Castelli, che fu per alcuni anni, fra i primi dell’arco alpino.

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Il lago di Lecco sotto i piedi e, in lontananza, il lago di Annone