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La Corsica fuori stagione, più slow e più bella

Chi ha detto che la Corsica è un’isola da godere solo d’estate? Il clima mite regala giornate meravigliose tutto l’anno. Il verde dei boschi e il blu del cielo limpido e del mare mettono in risalto le sue bellezze naturalistiche che sono una vera gioia per gli occhi di chi la visita.

È anche il momento migliore per scoprirla attraverso un viaggio slow, magari in sella a una bicicletta. Pochi sanno che la Corsica è interamente attraversata da un itinerario completamente ciclabile. Ben 1200 chilometri di coste straordinarie e di un cuore verde che è quello del Parco regionale, che consente di vivere quest’isola in modo sostenibile, rispettando l’ambiente facendo un’esperienza green.

La grande traversata della Corsica

Da poco è nato l’itinerario lungo la GT 20, la grande traversata in bicicletta che va da Bastia fino a Bonifacio, dalla punta Nord alla punta Sud, insomma, la versione su due ruote della famosa randonnée GR20 che si fa a piedi. Questo itinerario mostra un altro volto della Corsica, meno noto e meno scontato.

La si percorre in 13 giorni e 12 notti toccando 12 tappe lungo i circa 600 km, che è possibile seguire anche solo per un breve tratto. Si può pedalare su una bici da strada, una mountain bike e su bici elettriche, adatta quindi agli sportivi ma anche semplicemente agli appassionati delle due ruote.

Lungo il percorso, il fascino discreto dei villaggi di montagna, panorami mozzafiato sul mare e deviazioni verso le vette della GR 20, garantiscono un’atmosfera davvero speciale.

Queste le tappe: Bastia, Ersa, Saint-Florent, Belgodere, Algajola, Galeria, Porto, Vergio, Corte, Venaco, Bocognano, Zicavo, Zonza e Bonifacio/ Porto Vecchio.

Balagne villaggi

Fonte: iStock

La Balagne e i suoi villaggi arroccati

I luoghi imperdibili tappa dopo tappa

Il primo tratto che tocca Cap Corse offre una meravigliosa strada costiera che tocca alcuni borghi marinari. In direzione Saint-Florent, la costa a strapiombo domina il mare e s’incontrano corsi d’acqua e mulini a vento finché non si attraversa il deserto roccioso des Agriates per giungere ai primi abitati della Balagne, soprannominata il giardino della Corsica, alcuni tra i Borghi più belli di Francia, da cui si possono ammirare viste mozzafiato su Calvi, l’incantevole cittadina arroccata, a picco sul mare, famosa per la sua cittadella medievale e il vivace porto turistico, e l’Ile Rousse. Percorrendo poi alcune strade secondarie ci si immerge nella ricca vegetazione corsa, un vero e proprio paradiso del silenzio e della tranquillità.

In direzione Porto, si raggiunge il Col de Palmarella (a 408 metri di quota) da dove si gode di uno dei più bei panorami che s’incontrano sulla GT 20: il golfo di Girolata e la riserva naturale di Scandola, inserita nella lista dei patrimoni mondiali dell’Unesco. Il tratto tra Porto e Vergio è quello che attraversa la meravigliosa pineta d’Aitone, un angolo ricco di corsi d’acqua e angoli freschi dove fare una pausa.

È prima di arrivare a Corte che s’incontra uno dei luoghi più incredibili della Corsica: la Scala di Santa Regina, una via sinuosa che conduce alla regione del Niolo e che offre molti punti di osservazione sulle gole.

Fonte: Thinkstock

La cittadella di Corte in Corsica

Corte è una delle città più importanti dell’isola e nota meta turistica. La sua cittadella fortificata, su uno sperone di roccia in posizione dominante rispetto al paese, è uno spettacolo che merita di essere visto. Così come la Chiesa dell’Annunciazione e il museo antropologico regionale che racconta l’evoluzione storico e culturale di tutta la Corsica.

Tra boschi e piccoli borghi – tra i più pittoreschi, Calacuccia e Zonza – si giunge infine a Bonifacio. Già dalle alture della foresta l’Ospedale si intravede uno scorcio di Porto Vecchio e la sua baia.

Bonifacio corsica

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Bonifacio e la sua costa
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La Via Verde della Costa dei Trabocchi

La Via Verde della Costa dei Trabocchi percorre uno dei tratti costieri più belli d’Italia. Segue l’ex tracciato della ferrovia adriatica, inaugurata nel 1863 e dismessa soltanto nel 2005, per un percorso completamente ciclabile lungo 50 chilometri che attraversa otto Comuni.

L’itinerario costeggia i famosi Trabocchi abruzzesi, le antiche “macchine da pesca” di legno tipiche di questa zona d’Italia. La ciclabile è adatta a tutti, dalle famiglie agli esperti, tanto da essere stata scelta per la grande partenza del Giro d’Italia 2023.

La corsa rosa prenderà il via il 6 maggio con la prima tappa da Fossacesia Marina, in provincia di Chieti, a Ortona lungo la pista ciclabile. Una volta lasciata la costa, il Giro passerà da due località dell’Abruzzo: San Salvo, l’ultimo Comune della costa dei Trabocchi, e Campo Imperatore, a più di 1.500 metri di quota sul Gran Sasso.

Chiunque sia mai stato in Abruzzo e abbia visto il suo bellissimo litorale, non potrà dimenticare lo splendido panorama dei Trabocchi, insoliti giganti che emergono dalle acque. Le loro origini non sono ancora chiare, ma è certo che la loro presenza rende decisamente molto più suggestivo un paesaggio già di suo a dir poco fantastico.

Molti Trabocchi sono stati restaurati e riportati alla loro bellezza originaria. Alcuni di essi ospitano ristoranti dove potrete gustare qualche saporita pietanza locale, nel pieno rispetto delle tradizioni abruzzesi.

L’itinerario della Via Verde della Costa dei Trabocchi

La Via Verde della Costa dei Trabocchi collega i territori di Francavilla, Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Casalbordino, Vasto e San Salvo.

La ciclabile inizia a tutti gli effetti poco prima del porto di Ortona. Da qui fino a Fossacesia il tratto è completo e asfaltato. Fino a Torino di Sangro s’incontra qualche rallentamento e deviazione. Fino a Punta Aderci è percorribile mentre il tratto Vasto-San Salvo l’itinerario è in parte percorribile su strade secondarie.

Il paesaggio che si attraversa merita il viaggio. Da un lato si costeggiano le spiagge e il Mar Adriatico, con i caratteristici Trabocchi, appunto. Dall’altro c’è una rigogliosa vegetazione intervallata da lidi e riserve naturali, come quella di Punta Aderci a Vasto, vero e proprio fiore all’occhiello del turismo abruzzese.

Più in alto si scorgono gli splendidi borghi che è possibile visitare, concedendosi qualche deviazione. Come Rocca San Giovanni, uno dei Borghi più belli d’Italia, Villalfonsina, Acquabella e tanti altri da scoprire.

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Puoi dormire in una goccia di rugiada sospesa tra gli alberi

La scelta delle destinazioni di viaggio passa anche per gli alloggi. E questo è vero sopratutto adesso che le persone sentono l’esigenza di abbracciare un turismo esperienziale che non si limiti a seguire solo gli itinerari più popolari.

A rendere unica e straordinaria l’esperienza di viaggio ci pensano le strutture ricettive che, negli anni, hanno ampliato la loro offerta rendendola sempre più a misura delle esigenze delle persone. Lo dimostrano le case sugli alberi, che sono diventate il punto di riferimento di tutti quelli che desiderano vivere avventure a contatto con la natura, così come i lodge immersi nella foresta. A questi, però, si affiancano strutture dalle forme inedite e bizzarre che evocano immaginari favolistici e surreali. E poi, ancora, ci sono i glamping, per tutti coloro che vogliono vivere l’esperienza da campeggio senza però rinunciare al lusso degli hotel a 4 stelle.

Ed è proprio in un campeggio che oggi vogliamo portarvi. Un luogo che però non ha nulla a che vedere con quelli che abbiamo frequentato durante i viaggi in solitaria o in famiglia. Perché in questo camping si dorme sospesi tra gli alberi in una goccia di rugiada.

Sospesi tra gli alberi: il campeggio che sembra un sogno

Per scoprire questo luogo unico e vivere un’esperienza straordinaria dobbiamo recarci in Belgio. All’ombra delle grandi città e dai ritmi frenetici che le sostengono, si estende una regione dove la natura è assoluta protagonista. Si tratta di Hesbaye, situata nella parte nord orientale del Paese.

Qui non troverete traffico né caos, ma fattorie che puntellano il territorio, lì dove si alternano campi sterminati dove si coltivano il lino e i cereali e foreste fitte e lussureggianti.

È proprio in una foresta, quella di Borgloon, che è stato inaugurato diversi anni fa un campeggio unico al mondo. Le tende, infatti, sono appese e sospese tra gli alberi e sono caratterizzate da una forma unica e suggestiva: quella di una goccia di rugiata.

Tende a forma di goccia nella foresta di Borgloon

Fonte: Visit Borgloon/Ph Kristof Vrancken

Il camping nella foresta di Borgloon

Dormire in una goccia di rugiada

Percorrendo la strada che conduce al Castello Hex, situato nel villaggio dal quale prende il nome, è impossibile non notare quel panorama naturale che incanta gli occhi e che scalda il cuore. Qui si trova la foresta di Borgloon, situata nella provincia fiamminga del Limburgo.

È qui che è possibile fermarsi per trascorrere la notte e per vivere un’esperienza al di fuori dell’ordinario lontano da tutto e da tutti. All’interno della foresta, infatti, è stato inaugurato un campeggio. Ma non aspettatevi tende, camper o bungalow, perché qui si dorme all’interno di gocce sospese tra gli alberi.

A crearle è stato Dré Wapenaar, un artista olandese che nel 2011, in occasione del festival d’arte Pit Landscape, ha pensato a un nuovo modo di vivere gli spazi naturali. Le protagoniste di quell’esposizione di land art erano delle tende a forma di gocce che servivano a sottolineare l’importanza dell’interazione tra l’uomo, l’arte e la natura.

L’entusiasmo attorno a quelle installazioni ha fatto sì che le tende a goccia venissero trasformate in alloggi da camping in maniera permanente. Così è nato il campeggio nella foresta di Borgloon.

Le tende sospese tra gli alberi sono dotate dell’indispensabile, quanto basta per vivere un’esperienza autentica in mezzo alla natura. La presenza di due letti, a forma di mezzaluna, garantisce un posto per un massimo di quattro persone, due adulti e due bambini piccoli. C’è anche una finestra che garantisce la vista sul panorama circostante in qualsiasi momento della giornata.

Vicino alle tende, invece, è possibile trovare tutti gli altri servizi, come quelli igienici e le docce. Non manca neanche un’area comune e attrezzata per il barbecue. L’accesso alla goccia sospesa è garantito da una piccola scala che permette di scendere e di salire, e che ricorda anche un po’ le tanto amate case sugli alberi.

Il costo per dormire all’interno di una di queste tende è di 70 euro a notte ed è possibile prenotare la propria tenda sul sito del turismo di Borgloon. Gli alloggi a goccia, però, sono solo 4, motivo per il quale fanno sempre il tutto esaurito.

Tende a forma di goccia nella foresta di Borgloon

Fonte: Visit Borgloon/Ph Kristof Vrancken

Tende a forma di goccia nella foresta di Borgloon
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Il paradiso dell’acqua da scoprire in autunno

Esistono luoghi dove il sole non smette mai di battere, perché è suo il compito di far brillare tutte quelle meraviglie plasmate da Madre Natura che, per forme e colori, sembrano appartenere all’immaginario onirico di ogni viaggiatore.

Ed è uno di questi posti che vogliamo scoprire con voi oggi, un paradiso dell’acqua di nome e di fatto dove il sole splende tutto l’anno, e che sembra così bello da non sembrare reale. Un luogo che è diventato palcoscenico degli spettacoli più belli messi in scena dalla natura.

Il suo nome è Alagoas, ed è un eden terrestre da visitare almeno una volta nella vita per vivere un’esperienza davvero straordinaria.

Benvenuti a Alagoas

Il nostro viaggio inizia in Brasile, in quel territorio che si snoda a nord est del Paese. È qui che possiamo addentrarci in un paesaggio che sembra un sogno, un luogo caratterizzato da acque cristalline, spiagge bianche e una biodiversità unica.

È un posto incantato, quello che si apre alla vista dei viaggiatori che scelgono di volare dall’altra parte del mondo per esplorare un paradiso terrestre. Un eden fatto di acqua dal color smeraldo, di natura rigogliosa e lussureggiante, di acquari naturali in cui vivono e nuotato tantissimi pesci colorati.

Alagoas è così, è un sogno e una favola. È un paesaggio incontaminato e sterminato che regala scorci di incredibile bellezza che lasciano senza fiato. Le sue magnifiche spiagge, che si estendono per oltre 230 chilometri e che brillano sotto il sole che qui è presente tutto l’anno, gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di paradiso dell’acqua. E in effetti, questo territorio, ospita quello che è uno dei paesaggi più affascinanti di tutto il Brasile e del mondo intero.

Alagoas

Fonte: iStock

Alagoas

Il paradiso dell’acqua

Un viaggio a Alagoas è una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita, per vivere a stretto contatto con la natura, per toccare con mano la grande bellezza del mondo che abitiamo.

La costa tropicale puntellata da palme, spiagge bianche, lagune di acqua cristallina e barriere coralline, rendono questo piccolo stato brasiliano un vero e proprio paradiso terrestre e acquatico. Di cose da fare, e da vedere qui ce ne sono tantissime, e tutte sono destinate a lasciare senza fiato.

A partire da Maceió, capitale dello Stato di Alagoas, che conserva un fascino indiscusso. Il cuore cittadino è un invito alla scoperta delle tradizioni e della cultura del Brasile, mentre la costa permette di fare incontri ravvicinati con tutti gli animali che popolano la barriera corallina immersa nel mare dalle mille sfumature di azzurro. Le piscine naturali di Pajuçara, da raggiungere in zattera, sono un vero e proprio omaggio alla bellezza naturale.

A circa 120 chilometri dalla capitale, invece, troviamo Maragogi, un altro paradiso terrestre che promette una vacanza all’insegna della pace e del relax. Protagonista d’eccezione, ancora una volta, è la natura che mette in scena i suoi spettacoli più belli sulla suggestiva costa bagnata dalla Coral Coast. La bassa marea, qui, forma bellissime piscine naturali, che prendono il nome di Galés de Maragogi, e che sono popolate da tantissimi pesci.

Un altro luogo da raggiungere, per vivere appieno la bellezza di questo paradiso, è São Miguel dos Milagres. Si tratta, probabilmente, del luogo meno turistico di tutta Alagoas, un territorio selvaggio dove la natura regna incontrastata. La città fa parte della Rota Ecológica, un percorso che si snoda per 25 chilometri e che valorizza un tratto di costa quasi incontaminato, caratterizzato da spiagge solitarie, piscine naturali e palme di cocco.

Quando andare

Il periodo migliore per visitare le coste del paradiso dell’acqua sono quelli che vanno da agosto ad aprile. Nonostante il clima è prevalentemente soleggiato per quasi tutto l’anno, il rischio di incorrere a piogge e acquazzoni è piuttosto elevato tra i mesi che vanno da maggio a luglio.

Ecco perché il consiglio è quello di raggiungere Alagoas in autunno o in inverno, per una fuga dal freddo all’insegna della bellezza in uno degli ultimi eden terrestri.

São Miguel dos Milagres, Alagoas

Fonte: iStock

São Miguel dos Milagres, Alagoas
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La foresta più antica e incontaminata d’Europa

Una natura primordiale, maestose montagne e laghi glaciali fanno di questo luogo, ancora intatto e selvaggio, una bellezza rara. Stiamo parlando di una delle foreste più antiche e incontaminate d’Europa, una rarità ormai da trovare nel nostro Vecchio Continente.

Qui, gli alberi hanno in media 500 anni di vita e, nonostante sia il più piccolo dei quattro parchi nazionali del Montenegro, è quello che ha la maggiore biodiversità.

Si tratta del Parco nazionale Biogradska Gora che, con i suoi 5.600 ettari, occupa tutta la parte centrale del Massiccio di Bjelasica e l’area che si trova fra i fiumi Lima e Tara.

Il leggendario Lago di Biograd

Comprende una serie di laghi dalle acque verdi smeraldo, come il Lago di Biograd, che si trova proprio nel centro del parco, uno splendido specchio d’acqua di origine glaciale circondato una fitta foresta vergine.

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Fonte: 123rf

Il Lago di Biograd nel Montenegro

A questo lago è legata una leggenda. Si dice che al posto dell’attuale lago un tempo vi fosse un campo coltivato da due fratelli. Il raccolto sarebbe sempre stato diviso in parti uguali. Un autunno, però, i fratelli litigarono così ferocemente per la spartizione del raccolto che il minore uccise alcuni anziani del paese e fu maledetto dalla loro madre. La forza di questa maledizione avrebbe per sempre interrotto la crescita del grano formando, così, il Lago di Biograd e tutta la rigogliosa natura montenegrina che c’è attorno.

Il Lago di Biograd è il luogo più frequentato dai turisti nella bella stagione, perfetto per godersi il paesaggio o per fare un pic-nic, gite in barca e delle belle nuotate nelle acque fresche, ma da qui partono anche alcuni sentieri.

Il Parco nazionale di Biogradska Gora è una palestra naturale a cielo aperto e sono tantissime le discipline che si possono praticare.

Passeggiate, trekking, bicicletta, cavallo, zip line, rafting e ogni sorta di attività adrenalinica pur di immergersi in questo incredibile paesaggio naturale.

Solo conquistare la cima della catena montuosa Bjelasica è un’impresa: 35 chilometri di sentieri da fare a piedi o con la mountain bike. Ma anche affrontare la vetta del Monte Bedovac potrebbe essere una bella impresa: in circa due ore si arriva sulla cima.

E l’estate non è l’unica stagione consigliata per visitare il parco. Anche l’autunno ha il suo bel perché. I colori caldi del foliage tingono i boschi di Biogradska Gora trasformandoli in tante tavolozze di pittori.

La storia del parco

La storia di questo parco parte dal XIX secolo, quando la cittadina di Kolašin fu liberata dal controllo turco e l’immensa area dell’odierno parco fu donata al Principe Nikola che ne rimase talmente incanto da farla diventare una riserva naturale.

Rimase preservata dalla famiglia Petrovic fino al momento in cui il Re fu costretto a lasciare la propria terra a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Biogradska Gora è divenuto parco nazionale solo molti anni dopo, nel 1952, il primo di tutto il Montenegro.

Info utili per visitare il parco

La località più vicina al parco dove potere alloggiare è Kolašin, un’antica città montana circondata dalle montagne e attraversata da due fiumi, il Tara e il Morača.


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Il modo più semplice per raggiungere il parco è volando a Podgorica. Ci sono voli diretti da Milano con Wizz Air e poi noleggiare un’auto.

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Lungo la nuova Ciclovia del Duca, un itinerario unico

A cavallo tra Italia e Francia c’è un nuovo itinerario da fare in bicicletta (ma, volendo, anche a piedi o a cavallo) che attraversa paesaggi alpini incontaminati. Ripercorre la vecchia Strada Militare 194 e si collega con la più celebre Alta Via del Sale.

È la Ciclovia del Duca, che attraversa gli splendidi scenari naturali del Parco del Marguareis, sul tracciato di un’antica rotabile militare recentemente recuperata e che tocca i territori dei Comuni di La Brigue, in territorio francese, e quelli di Briga Alta e Chiusa di Pesio, in quello piemontese.

Il percorso della Ciclovia del Duca

Il percorso si sviluppa per 15 chilometri, con un dislivello di 1.360 metri. Parte dalla radura del Piano delle Gorre (a 1.030 metri di altitudine), raggiungibile in 13,5 km da Chiusa di Pesio su una strada asfaltata. Si inizia a pedalare sulla stradina sterrata a monte del rifugio fino alle Cascate del Saut a 1.190 metri tra gli alberi.

Dopo un piccolo guado, la ciclovia percorre una suggestiva abetaia con maestose conifere. Dal Gias degli Arpi già a 1.435 metri, si comincia a serpeggiare nell’alpestre e ruvido vallone, con lunghi e regolari tornanti in un paesaggio via via più aperto. Dai praticelli del Colle del Prel a 1.881 metri si rimonta lo stretto intaglio del Passo del Duca a quasi duemila metri in un ambiente rupestre molto pittoresco. Da qui, il tracciato si snoda tra lievi saliscendi tra rocce calcaree e pini mughi, quindi, perdendo un pochino di quota, giunge al Gias delle Ortiche a 1.860 metri.

Si risale, quindi, gradualmente la spettacolare Conca delle Carsene, un’area protetta delle Alpi marittime, ricca di fenomeni geologici, con pietraie, doline e rocce, per raggiungere infine la Capanna speleologica Morgantini a 2.220 metri alla Colla Piana di Malabera.

Da questo punto, si scende sul lato francese uscendo sulla strada bianca dell’Alta Via del Sale, tra Limone Piemonte e Monesi, che permette di proseguire al Rifugio Don Barbera, dal quale è possibile dirigersi a La Brigue e a Tenda oppure continuare verso il più lontano Rifugio Allavena e puntare alle località costiere della Liguria, con notevole varietà di percorsi, rientrando eventualmente con la ferrovia Cuneo-Ventimiglia.

Sull’altro lato, la Via del Sale conduce verso il Colle di Tenda geografico, collegato con Quota 1400 e Limone Piemonte.

Per chi invece inizia la Ciclovia del Duca a monte, in senso opposto, dall’Alta Via del Sale a 2.131 metri, si risale per la Capanna speleologica Morgantini alla Colla Piana di Malabera. Da questo punto, la ciclovia ridiscende verso la Conca delle Carsene e raggiunge la depressione del Gias delle Ortiche, il Passo del Duca e il ripido Vallone degli Arpi con lunghi tornanti, fino a uscire alle Cascate del Saut e al Piano delle Gorre.

Ogni anno dal 2019, per promuovere il tracciato, i primi di settembre viene organizzata la “Route del Marguareis”, un’impegnativa manifestazione cicloturistica non competitiva in traversata da Tenda (Francia) a Chiusa di Pesio per le strade bianche delle Ciclovie delle Alpi del Mediterraneo, tra i 50 tornanti di Tenda e l’Alta via del Sale.

La strada storica

La Ciclovia del Duca non è un percorso totalmente nuovo, ma riprende fedelmente un’antica via di comunicazione, la Strada Militare 194 Certosa di Pesio – Colle della Boaria, sorella minore delle grandi “Strade dei cannoni” delle Alpi Sud-occidentali, frettolosamente terminata nel 1941 dall’impresa Savasta Fiore come mulattiera e che oggi appare ripulita e risistemata nei tratti danneggiati grazie a un sistematico intervento di manutenzione ordinaria.

L’odierno Passo del Duca – che dà il nome alla nuova ciclovia – fu realizzato artificialmente, senza peraltro completare i lavori. Il 9 aprile del 1944, il valico fu minato dai partigiani e saltò in aria durante la Battaglia di Pasqua, sotto i piedi di una colonna tedesca.

La Ciclovia del Duca apre così uno sbocco alla Valle Pesio che finora era praticamente priva di sbocco agevole. Questo percorso interamente ciclabile attraversa le Alpi del Mediterraneo tra il Colle di Tenda e la Colla di Casotto e apre nuovi e meravigliosi itinerari transfrontalieri.

Chi è il Duca che ha dato il nome alla ciclovia

Il “Duca” a cui fu intitolato l’omonimo valico nella Valle Pesio e ora anche alla ciclovia non si sa esattamente chi fosse, ma molto probabilmente c’è una risposta. Il riferimento potrebbe essere ai Duchi di Savoia che, per ragioni non del tutto chiare, interruppero quella che era un’importante via di comunicazione alpina medievale, ma molto probabilmente di origine romana, che da Santa Maria della Rocca e da Chiusa di Pesio, attraverso la Valle Pesio e la Certosa, valicava le Alpi al Passo di Baban e proseguiva verso le Carsene e le terre brigasche.

Tuttavia, lo scrittore Marziano di Maio in “Vaìi, Gias e Vastére” riferisce che, secondo la tradizione locale, su questo passo morì un duca. Al Rifugio Don Barbera si apre il “Colle dei Signori”, pertanto “Duca” potrebbe essere un’accezione generica in senso di personalità di rilievo o condottiero (dal latino “dux”), ma lo stesso autore ricorda anche che, nel dialetto brigasco che si parla nelle Alpi liguri, con il termine “duc” si indica il gufo.

 

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In Italia esiste una piscina naturale che sembra un sogno

Esistono luoghi nel mondo che incantano e stupiscono perché custodi di una grande e straordinaria bellezza. Sono gli stessi che raggiungiamo appena possiamo, affrontando viaggi lunghissimi che ci portano da una parte all’altra del globo.

Eppure non c’è bisogno di andare così lontano per scoprire tutte quelle meraviglie naturalistiche che appartengono al nostro pianeta, perché l’Italia è un concentrato di tesori preziosi che aspettano solo di essere scoperti.

Ed è proprio nel BelPaese che oggi restiamo, per scoprire uno dei paesaggi più suggestivi e affascinanti del sud della nostra penisola. Ci troviamo in Puglia e più precisamente al cospetto della piscina naturale vista mare di Marina Serra.

Una vasca naturale vista mare

Il mare è da sempre la meta più desiderata e raggiunta delle vacanze, del resto è lui che incanta e stupisce, ed è sempre lui che bagnando le sabbie dorate, e perdendosi nell’infinito, dà vita a quelli che sono i panorami più suggestivi del mondo intero.

E oggi è proprio davanti a uno scenario idilliaco che ci troviamo, una di quelle meraviglie che sono state plasmate sapientemente da Madre Natura. Si perché lungo la costa adriatica del Salento, già celebre per il suo mare e le sue spiagge dorate, c’è una piscina naturale che sembra un sogno a occhi aperti.

Protetta dagli scogli e dalla costa, alla stregua di un tesoro prezioso, c’è la piscina di Marina Serra, un’insenatura a forma di mezza luna, caratterizzata da acque turchesi e cristalline che sfiorano il mare circostante perdendosi in esso.

La piscina si palesa davanti agli occhi di chi guarda generando incanto e stupore, tutto merito di quel tripudio di sfumature di azzurro che brillano sotto i raggi del sole e che fanno da contrasto a insenature e anfratti.

Per raggiungerla, è necessario percorrere un sentiero estremamente suggestivo fatto di scalinate scavate nella roccia e archi naturali. È proprio al termine di questo percorso che il paesaggio si manifesta in tutto il suo splendore, invitando i visitatori a perdersi e immergersi in questa vasca delle meraviglie.

Storie e leggende della piscina naturale di Marina Serra

Per scoprire, esplorare e nuotare in questa piscina naturale dobbiamo recarci a Marina Serra, un pittoresco rione di appena 28 abitanti, situato nel comune di Tricase, in provincia di Lecce.

È qui che si trova questo gioiello naturalistico, tanto bello quanto suggestivo. Le sue origini, infatti, sono legate a una misteriosa leggenda che ancora oggi affascina cittadini e turisti.

La storia vuole che questa insenatura sia stata creata dal diavolo in persona in una sola notte a seguito di un litigio con un sanguinario principe che viveva in questa zona. Si narra che la furia del diavolo distrusse la chiesa e il campanile appena eretti, e che proprio qui quando soffia il vento è possibile ancora udire il suono delle campane.

Indipendentemente dal fatto che scegliate di credere a questa leggenda, la piscina naturale di Marina Serra è uno spettacolo straordinario che vale la pena di vedere e di vivere almeno una volta nella vita. Un angolo di paradiso sospeso tra mare e cielo che offre un panorama unico nel suo genere.

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Le grotte di Algar do Carvão nascondono un lago sotterraneo

Esiste un arcipelago, immerso nell’Oceano Atlantico, formato da nove isole principali, divise in tre gruppi, e da numerosi isolotti minori che regalano una natura che ha davvero dell’incredibile: le Azzorre. Tra questa ne svetta una, chiamata Terceira, che permette di immergersi in uno straordinario contrasto fra la bellezza naturale dell’isola vulcanica e l’ammirevole opera dell’uomo. Molte le cose da visitare su questo suggestivo lembo di terra. Ma oggi vogliamo parlarvi delle grotte di Algar do Carvão, che celano un limpido lago sotterraneo.

Algar do Carvão, cosa sapere

L’Algar do Carvão è una vera e propria camera magmatica del cono del vulcano Guilherme Moniz. Situata nella zona centrale di Terceira, è stata riclassificata come “Monumento Naturale Regionale” grazie alle sue particolarità vulcanologiche e alla sua notevole importanza da un punto di vista ambientale.

In sostanza, è un’affasciante grotta sotterranea che permette di scendere nelle viscere di un vulcano spento. Frutto di diverse eruzioni, oggi è possibile ammirarla grazie al lavoro svolto da un gruppo di esploratori locali che, attraverso l’uso di nuove tecnologie, riuscirono ad avanzare nella caverna ed esplorarla.

Tuttavia, il sistema di discesa richiedeva circa un giorno di tempo. Per questo motivo, l’associazione Os Montanheiros decise di farvi costruire un tunnel di scale utili a facilitare l’accesso alla grotta e alla laguna.

Visitare Algar do Carvão e il suo lago sommerso

Percorrere quella scalinata vuol dire ritrovarsi circondati da rigogliosa vegetazione e riuscire ad ammirare la bocca del cono vulcanico, uno dei pochi rimasti che sono ancora non ostruiti.

Ma non solo. Continuando la vostra discesa arriverete sulle sponde di un lago sotterraneo dalle acque cristalline. Una meraviglia della natura circondata da stalattiti e stalagmiti di color bianco neve. A questo punto sarete a ben 90 metri di profondità sotto il livello del manto stradale e ammaliati da un rumoroso silenzio, quello che fa risuonare il grembo di Madre Natura.

La vicina Gruta do Natal

Vicino ad Algar do Carvão prende vita un’altro spettacolo naturale: la Gruta do Natal. Questa cavità si distingue per essere un tunnel di lava lungo circa 697 metri originatosi, probabilmente, dalle colate laviche che sono fuoriuscite da alcune fessure situate in una valle che un tempo era incastonata tra le vette che impreziosivano il paesaggio circostante.

Inizialmente era conosciuta come Galeria Negra a causa dell’oscurità che caratterizzava il suo interno, ma nel corso del tempo fu ribattezzata Gruta do Cavalo in quanto, durante le prime esplorazioni, furono rinvenuti alcuni resti di un osso di cavallo caduto infilandosi nell’apertura d’ingresso.

Fino ad arrivare al 25 Dicembre 1969, anno in cui, in seguito alla celebrazione della Messa di Natale , assunse il nome di Gruta do Natal. Una data che in realtà segna anche l’apertura della grotta al pubblico. Oggigiorno, durante il periodo natalizio, se è possibile vi si tiene ancora una Messa di Natale.

Addentrandovi avrete modo di osservare diverse strutture geologiche che vi lasceranno incantati, come il deflusso di diversi tipi di lava, stafiliti, ossia delle formazioni rocciose simili alle stalattiti, e alcuni basamenti laterali.

Insomma, la visita ad Algar do Carvão consente di entrare davvero in contatto con l’anima di Madre Natura.

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La passeggiata sospesa tra gli alberi nel cuore della foresta

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Irlanda, per stupirsi e incantarsi davanti alle bellezze di questo incredibile territorio. Del resto l’Isola di Smeraldo, così chiamata per il suo sconfinato paesaggio verde, sa regalare emozioni uniche e autentiche che stupiscono a ogni passo compiuto.

Molto più di un semplice scenario da fotografare, immergersi nel paesaggio irlandese è un vero e proprio viaggio sensoriale che fa sognare. I paesaggi urbani si alternano alle campagne sconfinate dalle quali dominano castelli e dimore mentre i paesaggi marini offrono viste mozzafiato sull’oceano.

E se tutto questo non dovesse bastare per andare o tornare dal Paese, allora, lasciatevi dire che c’è un altro motivo per il quale dovreste raggiungere l’isola verde adesso. Ed è una passeggiata sospesa tra gli alberi nel cuore della foresta di Avondale.

Una passeggiata sulla foresta

È un modo inedito, sorprendente e straordinario quello che ci permette di esplorare la foresta dall’alto verso il basso. Si sale tra le cime degli alberi e si cammina a ritmo lento con lo sguardo che si perde tra le fronde e tra i giochi di luci e di ombre creati dall’incontro del sole e degli arbusti. È questa l’emozione di passeggiare sopra gli alberi.

Per vivere quella l’esperienza, dobbiamo recarci nella foresta di Avondale, un parco ricco di fauna selvatica che comprende alberi esotici e un arboreto, e che si snoda per oltre 200 ettari di terreno sulla sponda occidentale del fiume Avonmore. Tutto intorno, invece, si estende la verdeggiante e sconfinata campagna di Wicklock.

È qui che possiamo cimentarci in un’avventura straordinaria e mozzafiato attraversando la foresta dall’alto grazie a una treetop experience in piena regola che ci permette di ammirare la natura incontrastata da un altro punto di vista.

Avondale Treetop Walk

Fonte: Courtesy Coillte

Avondale Treetop Walk

Beyond the Trees Avondale

L’attrazione Beyond the Trees Avondale, inaugurata nella foresta irlandese nella contea di Wicklow, ha tutte le carte in regola per rendere l’esperienza dell’esplorazione indimenticabile.

Si parte dal giardino recintato di Avondinaugurale e si percorre una passerella sospesa che rivela tutti i segreti della foresta. Da quest’altezza è possibile osservare le specie che abitano quest’area naturalistica come tassi, larici, abeti rossi e sequoie giganti.

La passeggiata che si snoda per oltre un chilometro, e svetta verso il cielo a un’altezza di 23 metri, offe diversi punti di osservazione lungo il tragitto dotati di cartelli informativi che illustrano gli esemplari di flora e di fauna che popolano la foresta è che è possibile incontrare.

La treetop termina al cospetto di un’imponente torre panoramica in legno immersa in un suggestivo boschetto di eucalipto. La struttura, che sembra sfiorare il cielo con i suoi 38 metri di altezza, permette una passeggiata verticale che si snoda su una passerella a spirale e che conduce su una terrazza scenica dove osservare il panorama più bello di sempre. Qui, infatti, è possibile abbracciare con lo sguardo tutta la foresta di Avondale, la valle e la campagna circostante e i monti Wicklow che si stagliano sullo sfondo.

E per chi ha voglia di vivere esperienze adrenaliniche, c’è uno scivolo a spirale all’interno della torre che consente di scendere rapidamente a terra.

Avondale Treetop Walk, tower

Fonte: Courtesy Coillte

Avondale Treetop Walk, torre panoramica

 

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In Italia esiste una valle incantata immersa nella natura

A capeggiare la lista dei motivi che ci spingono a scegliere le prossime destinazioni di viaggio c’è molto spesso l’esigenza di esplorare, conoscere e vivere quelli che sono i patrimoni naturalistici che appartengono al mondo in cui abitiamo. Del resto, vivere la natura e immergersi nelle sue sconfinate meraviglie, è un lusso che tutti dovremmo concederci almeno una volta nella vita.

Ma per farlo non abbiamo necessariamente bisogno di percorrere chilometri e raggiungere luoghi lontanissimi, perché anche il nostro Paese ospita bellezze naturalistiche che lasciano senza fiato e che aspettano solo di essere esplorate. Sono le foreste, i boschi e i laghi, le campagne e le colline, le grotte, le cascate e le valli incantate.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, in una valle incantata dove la natura regna indisturbata. Un vero e proprio tesoro da proteggere e preservare che ci ricorda quanto è bello il Paese che abitiamo. Benvenuti nella Valle dei Mòcheni.

La valle incantata dei Mòcheni

Se state cercando un’esperienza che vi permetta di trovare quel contatto primordiale con la natura apparentemente perduto, allora la Valle dei Mòcheni è il luogo giusto da raggiungere.

Situata in provincia di Trento, e conosciuta anche come la Valle del Fèrsina per la presenza dell’omonimo torrente, quest’area immersa nel verde è capace di offrire un’esperienza sensoriale unica, all’insegna della pace e del relax.

Ogni senso, qui, è stimolato da Madre Natura. Lo è la vista, con quegli scenari lussureggianti e incontaminati che si aprono a ogni chilometro percorso, e lo è l’udito, accarezzato e stimolato a ogni ora del giorno e della notte con i suoni della natura. E lo sono il gusto, l’olfatto e il tatto grazie ai sapori, ai profumi e alla presenza di meraviglie naturali da toccare.

Incredibilmente surreale, questo territorio si è guadagnato l’appellativo di valle incantata, del resto basta osservarlo in tutta la sua meraviglia per scorgere le forme, i colori e la bellezza che appartengono ai paesaggi che hanno fatto da sfondo alle favole più belle.

Il territorio, inoltre, è circondato dalle vette delle montagne della Catena del Lagorai che incorniciano uno scenario idilliaco puntellato da boschi e pascoli nel quale perdersi e immergersi.

Fierozzo, Valle dei Mocheni

Fonte: Getty Images

Fierozzo, Valle dei Mocheni

Tra storia, cultura e natura

Sono pochi, anzi pochissimi, gli insediamenti umani in questa zona che sembrano non voler disturbare la natura e tutte le meraviglie che gli appartengono.

Ma sono preziosi, perché sono proprio loro a raccontare la storia e la cultura che appartengono a questo luogo immerso nella provincia di Trento. La valle incantata, infatti, prende il nome proprio dalla comunità germanofana che si è insediata qui tra il 1300 e il 1400: i Mòcheni.

Oggi la popolazione è molto ridotta, e le persone che ancora parlano questa lingua sono appena duemila. È loro il compito di preservare e raccontare la storia di questo luogo che possiamo conoscere nell’Istituto Culturale Mòcheno a Fersina o andando in visita ai paesi della valle come Roveda, Frassilongo e Fierozzo.

Le cose da vere, lungo la Valle dei Mocheni, sono molte, semplici e autentiche. Il consiglio è quello di scoprire il territorio a ritmo lento, lasciarsi suggestionare dai gruppetti di case e dalle baite sparse qua e là, e organizzare escursioni nella natura circostante.

Imperdibile è anche il Lago di Erdemolo, una meraviglia naturalistica posta a un’altezza di 2000 metri. Il percorso per arrivare fin qui è straordinario, e consente agli avventurieri di addentrarsi tra bellissimi paesaggi caratterizzati da boschi, alpeggi e radure.

Valle dei Mocheni

Fonte: Getty Images

Valle dei Mocheni