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Lago di Costanza, la meta perfetta per una vacanza attiva

Bicicletta, canoa, escursioni in quota e passeggiate: il Lago di Costanza è un’enorme palestra a cielo aperto in cui tutti gli amanti dello sport possono trascorrere momenti indimenticabili. Situato tra quattro diverse nazioni, questo lago è una fonte inesauribile di divertimento e benessere, ma soprattutto è la meta ideale per chi desidera trascorrere delle vacanze attive. Pur essendo la porta d’accesso alle Alpi, gode di un microclima mediterraneo, alternando sport montani con quelli acquatici. Scopriamo quali sono le migliori esperienze da vivere.

Il Lago di Costanzo, perla turchese

Diviso tra quattro Paesi (Svizzera, Germania, Austria e il piccolo Principato del Liechtenstein), il Lago di Costanza è uno dei luoghi più suggestivi di tutta l’Europa centrale, nonché meta prediletta sia da chi cerca un po’ di relax che dagli amanti dell’attività sportiva all’aria aperta. Il lago è alimentato principalmente dal fiume Reno, e lungo le sue sponde è costellato di piccoli borghi dal fascino antico che offrono tantissime possibilità ai visitatori: dalla scoperta dei monumenti storici all’enogastronomia, tutto è a misura di turista. Il panorama è meraviglioso, con le montagne a fare da sfondo a quello che sembra un paesaggio uscito da una cartolina.

Il clima qui è tipicamente mediterraneo, tanto che vi sono numerose coltivazioni di alberi da frutto e di bellissimi vigneti, da cui si ricavano alcuni dei più pregiati vini della regione (come il Pinot Nero, il Pinot Bianco e il Müller-Thurgau). Dal lago alle colline lussureggianti, sino ad arrivare alle prime vette alpine che si stagliano imponenti contro il cielo azzurro: non sorprende che questa meta sia diventata una delle preferite da chi ama trascorrere le proprie vacanze open air, tra una passeggiata in montagna e un po’ di sport. Ma cosa si può fare sul Lago di Costanza e nei suoi dintorni?

Le escursioni in bici

La bici è il mezzo di trasporto ideale per andare alla scoperta del Lago di Costanza. Sono tantissimi gli itinerari che si snodano sia lungo le sue sponde che verso l’entroterra, offrendo scenari dalla bellezza impagabile. La ciclabile in assoluto più suggestiva per gli amanti delle due ruote è la Bodensee Radweg, che circumnaviga il lago con i suoi 273 km di percorso. La maggior parte del tracciato si snoda in Germania (oltre 170 km), per poi sconfinare in Svizzera e concludere il tour con un breve tratto in Austria. Insomma, è un viaggio meraviglioso che ci porta in tre Paesi diversi, il tutto in sella alla bici.

La Bodensee Radweg è una delle più famose piste ciclabili in Europa ed è molto ben organizzata: le tappe sono tutte cadenzate e con dislivelli minimi, in modo da facilitare la percorrenza anche ai bambini. Ci sono inoltre moltissime attrazioni lungo il percorso, così da poter unire il piacere di una passeggiata in bici a quello di visitare luoghi meravigliosi. Dalla città di Costanza al suggestivo borgo di Lindau, con il suo centro storico che si allunga su una piccola isola, le possibilità sono infinite. E non mancano opportunità di relax, tra strutture ricettive di ogni tipo e sontuose spa dove concedersi un po’ di meritato riposo.

Oltre alla ciclabile che circumnaviga il Lago di Costanza, esistono anche altri percorsi di cicloturismo che offrono spunti molto interessanti per un tour tematico: è il caso dello Spa Bike Trail che porta alla scoperta delle città termali alto-sveve, o del Gourmet Bike Trail, un percorso a vocazione enogastronomica. Chi non teme qualche ardua salita, può poi inerpicarsi tra sentieri di montagna e sentirsi proprio come un campione di ciclismo, ammirando nel contempo alcuni dei panorami più belli al mondo.

I trekking più suggestivi

Gli appassionati delle escursioni montane possono godere di uno spettacolo unico dall’alto della cima del massiccio dell’Alpstein, da cui partono percorsi affascinanti alla scoperta dei caseifici locali. Da qui si raggiunge facilmente anche il Principato del Liechtenstein che offre più di 400 km di sentieri escursionistici. Per i più esperti c’è inoltre la Via della Principessa Gina, un percorso roccioso ad alta quota. E chi cerca emozioni infinite può dedicarsi ai Bodensee Landgänge, sentieri certificati di diversa lunghezza che attraversano paesaggi da cartolina.

L’avventura più bella sul Lago di Costanza è però il Bodensee Rundweg, il percorso di trekking che lo circumnaviga completamente (proprio come la Bodensee Radweg, ma questa volta riservata ai pedoni). Anch’esso si dipana per circa 273 km, un’impresa titanica da percorrere a piedi. Ma è l’occasione perfetta per un viaggio all’aria aperta, andando alla scoperta di città d’arte, borghi meravigliosi e monumenti storici imperdibili. Per chi vuole cimentarsi in questa esperienza, si consiglia di organizzare almeno due settimane di vacanza, così da potersi godere appieno ogni tappa.

Le vie del pellegrinaggio

Lungo il Lago di Costanza passano poi alcuni itinerari che, nel corso dei secoli, sono stati percorsi da numerosi pellegrini. Questa è una regione in cui convergono diverse vie di pellegrinaggio, come ad esempio la Via Francisca del Lucomagno: partendo dalla città di Costanza, si dipana per tutta la Svizzera sino a giungere al Lago di Lugano e da lì al confine con l’Italia, per poi concludersi a Pavia, dopo ben 510 km di avventure incredibili. Ci sono poi tre cammini che, passando dal Lago di Costanza, portano infine a Santiago di Compostela, una delle più note mete di pellegrinaggio europee.

Tutti gli sport d’acqua da provare

Infine c’è una vasta scelta di sport acquatici per sfruttare al massimo le mille potenzialità naturalistiche del meraviglioso Lago di Costanza: muoversi in canoa è il modo perfetto per esplorare le sponde del lago tenendosi in forma. Questo paradiso naturale offre anche isolette, località medievali da visitare e in lontananza i vulcani dell’Hegau. In quasi tutte le località del lago si possono noleggiare le canoe e sono disponibili corsi dedicati ai bambini e ai principianti. Oltre alla canoa, inoltre, si può praticare anche lo Stand Up Paddling, una disciplina originaria delle Hawaii che ha conquistato tutto il mondo. E naturalmente ci si può concedere una semplice e rilassante nuotata immersi in acque turchesi bellissime.

I viaggiatori che desiderano trascorrere la propria estate sul Lago di Costanza potranno anche acquistare la carta dei servizi realizzata dall’Ente di promozione turistica dell’area, che permette di risparmiare sugli ingressi di oltre 160 attrazioni della regione. Il pass è disponibile sia nella versione ridotta di 3 giorni che in quella plus di 7 giorni.

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Spiaggia Medievale

In cerca di itinerari che alternino cultura e natura? Che alimentino tanto il corpo quanto la mente? Voglia di camminare in un bosco incantato e scoprire un borgo nascosto? Perché non concedersi un tuffo nel medioevo ed uno … in un dolce mare blu?

In una assolata giornata di fine estate un viale piacevolmente alberato, mi trasporta nel tempo verso Ponte Organasco, un piccolo borgo medievale in sasso. Una fontana curiosamente realizzata ad arco, offriva forse meritato ristoro ai pellegrini che percorrevano il Caminus Genuae, l’antico tragitto che qui passava e univa la Pianura Padana con la Liguria.

Ponte Organasco - Viale alberato
Ponte Organasco – Viale alberato

Mi intrufolo nel borgo, fascinoso, apparentemente disabitato ma nello stesso tempo sapientemente ristrutturato, manutenuto ed ordinato. 

Le spesse pareti in pietra rinfrescano la mia passeggiata, nonostante la giornata afosa. Incantevoli vicoli, lastricati in sasso anche loro, mi tele-trasportano definitivamente nel passato: improvvisamente mi trovo vestito con pantaloni e cappa in cuoio, di quello spesso che aiuta nelle giornate di pioggia; nulla comunque hanno potuto i calzari a stivaletto, completamente zuppi. Il mio calesse, non proprio una fuoriserie, ha le ruote che cigolano: qualche vite, dopo chilometri di cammino, si è allentata ed il legno sfrega con le giunture in ferro battuto. Potrebbe cedere da un momento all’altro, ho assolutamente bisogno di una locanda per passare la notte.

In cerca di una locanda a Ponte Organasco
In cerca di una locanda a Ponte Organasco

L’imbrunire si avvicina pericolosamente, se non trovo da dormire qui, mi toccherà una notte all’addiaccio, ovvia preda per poco di buono e briganti: il borgo è disperso tra le montagne della Val Trebbia, chissà quanti chilometri per il prossimo abitato! Ben meglio una locanda che offra del buon vino, magari servito da una bella cortigiana. 

Cerco la locanda e trovo una targhetta che racconta di un castello medievale dell’XI secolo. La targhetta, come tutto il borgo, sa ben poco di turismo di massa ma mi riporta al 21° secolo.

Castello di Ponte Organasco
Esterno del Castello di Ponte Organasco

I vicoli si diradano e lasciano il passo ad una strada campestre che scende, tra inattesi filari di viti ordinate, verso un prato montano ma dai colori caldi, estivi, avvicinandosi al bosco.

Ponte Organasco - inizia la strada campestre

Fonte: Filippo Tuccimei

Ponte Organasco – inizia la strada campestre
Prato montano
Prato montano

Un sentiero si intrufola timidamente nel bosco, lo seguo, il silenzio è rotto solo da fruscii vari di animali che non si palesano. Poco più avanti si inizia a far sentire un lontano gorgoglio dell’acqua, e solo più avanti, il fiume si inizia a far vedere: piccole finestre si aprono nella boscaglia mostrando angoli di acqua cristallina. 

Piccole finestre nella boscaglia mostrano angoli di acqua cristallina

Il bosco mi traghetta direttamente in spiaggia, nella transizione alcune tende campeggiano liberamente all’ombra degli alberi. 

Una splendida, grande piscina naturale nelle giornate estive filtra i raggi del sole per regalarvi trasparenze caraibiche verde smeraldo con sfumature color cobalto. Il sole è fortissimo e nell’impeto di rinfrescarmi quasi dimentico di spogliarmi. 

Una nuotata a Ponte Organasco
Una nuotata a Ponte Organasco

Finalmente in acqua! La piscina diventa gradualmente più profonda fino a superare i 2 metri in diversi punti, mi concedo una lunga, indimenticabile nuotata. Poi mi giro, morto a galla e guardo in alto: mi diverto a scovare elementi artificiali, cerco qualcosa che nel mio orizzonte sia stato realizzato con la mano dell’uomo, ma niente, solo la più selvaggia, splendida natura incontaminata intorno a me. Grandi montagne ammantate di vegetazione. Il bosco assume qui un colore verde scuro, un po’ austero, che contrasta piacevolmente con la prevalente colorazione calda ed estiva di tutto il resto: il cielo azzurrissimo, l’acqua e la vegetazione più vicina.

Un rapace volteggia qualche centinaio di metri più su, tra le cime più alte, disegnando cerchi. Sembra non avere fretta, chi può averla in un posto così? 

Un branco di temoli mi nuotano attorno, senza paura ma neanche troppa circospezione. 

La Spiaggia Medievale
La Spiaggia Medievale

L’acqua mi ha completamente rinfrescato ed il sole, che prima mi infastidiva, ora mi riscalda. Mi stendo e mi addormento velocemente. Vengo risvegliato dall’odore del barbecue, i liberi campeggiatori preparano la cena. 

Monto anche la mia tenda, non avrò trovato la locanda ma mi addormenterò cullato dal dolce gorgogliare dell’acqua! 

 

Info pratiche

Km 75,7 della SS45 della Val Trebbia, più o meno a metà strada tra Genova e Piacenza, parcheggiate nello spiazzo sulla sinistra (44.683660, 9.307442). Lasciate la SS45 e proseguite camminando in discesa per entrare nell’abitato di Ponte Organasco (PC). A valle della strada intrapresa vedrete una piccola strada che, costeggiando un orto, scende verso il fiume. Per raggiungerla, scendete verso l’incantevole borgo medievale, lasciatevi alla vostra sinistra una fontana in sasso e alla vostra destra il Castello di Ponte Organasco, quindi girate a sinistra e proseguite fino in fondo. Costeggiate l’orto, prendete poi il sentiero che costeggia un terrapieno recintato in cemento, e continuate sul sentiero principale per una suggestiva camminata nel bosco di ca 20-25 min (dislivello ca 80 m), fino a sbucare in una piccola spiaggia di sabbia. 

Anche se non presenta particolari ostacoli, il sentiero descritto potrebbe essere poco segnalato o definito, non per tutti e da affrontare comunque con calzature adatte a itinerari escursionistici che alternano tracciati di diverse difficoltà e pendenze, meglio se pensate anche per i percorsi nell’acqua (guadi e simili).

 

 

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In bicicletta lungo la strada di Giulietta e Romeo

È uno degli itinerari più romantici da fare, quello in bicicletta sulla strada di Giulietta e Romeo. L’itinerario, lungo 163 chilometri di livello medio, parte da Verona, la città che fa da sfondo alla tragedia shakespeariana, per concludersi a Vicenza.

L’itinerario romantico

La strada super romantica prende il via dalla celebre dimora di Giulietta, sotto il balcone degli innamorati, e si dirige a Sud della città, dove l’Adige si distende nella pianura compiendo ampie divagazioni. La campagna tutt’intorno è sapientemente coltivata a frutta e ortaggi.

Ci sono i meleti, di Zevio e Belfiore, località attraversate dall’itinerario. Dopo circa 30 km si giunge a Soave, la città murata che vanta origini longobarde. Le caratteristiche medievali di questo borgo sono rese evidenti dai numerosi palazzi storici del centro, dal maestoso castello, dalle mura e dalle torri scaligere che lo abbracciano.

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Fonte: 123rf

La casa di Giulietta a Verona

Circondata da vigneti coltivati per produrre il pregiato vino bianco Soave, la cittadina si fregia della presenza di numerose aziende agricole e vitivinicole ed eleganti osterie dove assaggiare vini e prodotti tipici.

I castelli di Giulietta e Romeo

Riprendendo il viaggio si attraversa Monteforte d’Alpone ai piedi dei Monti Lessini e si entra in territorio vicentino, nella piana che divide le Prealpi dai Colli Berici. Oltrepassato Montebello, svettano, l’uno a poca distanza dall’altro, due castelli conosciuti
come il castello di Giulietta, il Castello della Bellaguardia, e quello di Romeo, Castello della Villa, che si trovano uno di fronte all’altro a Montecchio Maggiore. Proprio in questi luoghi fu ambientata la leggenda che ispirò dapprima Luigi da Porto nella sua “Historia novellamente ritrovata” e poi William Shakespeare a scrivere la celebre tragedia.

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Fonte: 123rf

Il castello della Bellaguardia, anche detto di Giulietta

Dalle colline di Montecchio, e in particolar modo dal Castello di Giulietta, si può godere di una spettacolare vista panoramica a 360 gradi che può giungere, nelle limpide giornate di sole, fino alle Piccole Dolomiti.

Le Ville Venete

Il tratto di itinerario che porta a Vicenza si svolge lungo le strade che portano a Brendola, ai piedi dei Colli Berici. Il paesaggio si arricchisce di Ville Venete, preludio
dei capolavori palladiani custoditi nel capoluogo berico. Emergono isolate su
poggi ameni le ville Pisani Bonetti di Bagnolo di Andrea Palladio, in perfetto stato di conservazione e che si può visitare tutto l’anno, o la Rocca Pisana di Vincenzo Scamozzi, realizzata in stile palladiano sui resti di un’antica fortezza che si trova nei pressi di Lonigo, sopra una collina dalla quale domina la pianura vicentina.

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Fonte: 123rf

Villa Pisani Bonetti, progettata da Andrea Palladio

La strada poco trafficata a questo punto sale di quota fino a circa 200 metri. Questa fatica viene ricompensata da uno degli scorci più belli dell’itinerario: l’ingresso a Vicenza
dall’alto del Monte Berico. Nei pressi del famoso Santuario, si può cogliere una visione d’insieme della città stretta attorno alla Basilica palladiana, un edificio pubblico nato dalla riprogettazione da parte del Palladio del gotico Palazzo della Regione, da lui arricchito con logge in marmo bianco.

Arrivati nel centro storico, l’incanto continua con l’armonia delle proporzioni nelle “contrà”, con le piazze, i palazzi, le chiese e il Teatro Olimpico, il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna, anch’esso opera del Palladio.

Da Vicenza si può proseguire oltre per visitare altre zone di incredibile bellezza. La Rete escursionistica veneta comprende, infatti, ben 1200 km di ciclovie segnalate lungo le quali è possibile scoprire gli angoli più magici di una terra straordinariamente ricca di natura e di cultura.

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Fonte: 123rf

Panorama di Vicenza, dove spicca la Basilica palladiana
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Gola del fiume Uvac, spettacolo incredibile

C’è chi è pronto a giurare – commettendo un enorme errore – che la gola del fiume Uvac sia artificiale, frutto dell’ingegno umano e del suo lavoro. La verità, però, è che non è assolutamente così: lo spettacolo surreale che regala questo canyon è solo merito della natura, anche se di primo impatto è davvero difficile crederci.

Tutte le meraviglie della gola del fiume Uvac

Ci troviamo in Serbia e, più precisamente, tra le montagne Zlatar e Zlatibor e le città di Nova Varoš e Sjenica. Un angolo del Paese dove prendono vita delle meravigliose anse create dal fiume Uvac che sembrano essere troppo perfette ed eccessivamente complesse per essere vere. Invece è tutto merito della natura che nel corso degli anni qui ha deciso di dare il meglio di sé, regalandoci archi ad anello e profondi canyon con pareti che si innalzano fino ai 100 metri sopra le acque vorticose che, in alcuni punti, formano persino un angolo di 270 gradi.

Oltre che per la bellezza paesaggistica, la gola del fiume Uvac si distingue perché è una riserva naturale protetta per il suo famoso e raro abitante, il leggendario grifone, affascinante uccello che simboleggiano il potere e libertà.

Definita da molti il “Colorado serbo”, vanta un paesaggio impreziosito da questa specie rara di aquila-avvoltoio che ha un’apertura alare che arriva fino a 3 metri. Un volatile di una potenza inaudita, tanto che il suo volo è stato studiato da scienziati aeronautici e utilizzato nella costruzione di aerei.

Ma non solo, perché il grifone ha un ruolo nella catena alimentare nell’ecosistema che è unico e insostituibile: il suo cibo sono gli animali morti, che prevengono la diffusione delle infezioni e quindi rendono il “riciclaggio naturale”. Va da sé che, grazie alla presenza del grifone, la speciale riserva naturale Uvac è un patrimonio naturale di eccezionale importanza, vale a dire che è un bene naturale di 1° categoria.

gola fiume uvac

Fonte: iStock

Il paesaggio creato dal fiume Uvac

Come visitare il canyon Uvac

Il modo migliore per scoprire un capolavoro della natura come il canyon Uvac è a bordo di una barca o di un kayak. In questa maniera, infatti, è possibile osservare direttamente dal letto del fiume l’impressionante gola e seguire sopra le proprie teste il volo di molte specie di uccelli rare e protette, così come il loro decollo dalle scogliere circostanti.

Non mancano ovviamente i belvedere che offrono una magnifica vista sul serpeggiante fiume. Inoltre, sulle pendici della gola sono presenti numerose grotte; tra queste domina il cosiddetto Sistema di Ušac, che comprende le grotte di Ušac, Ledena, Bezdana, Tubić e Baždarska. A seconda del periodo dell’anno, è possibile persino raggiungere l’entrata di alcune delle caverne con una breve salita o entrando direttamente con la propria imbarcazione.

La gola del fiume Uvac è anche ricca di boschi di peccio di Serbia e betulle, e nei prati circostanti si possono trovare molti tipi di erbe officinali. Il periodo migliore per fare quanto vi abbiamo appena detto è la stagione estiva, ma è bene sapere che le visite sono consentite esclusivamente con l’assistenza di guide professionali che conducono alla scoperta del magico Uvac attraverso percorsi segnati di oltre 30 chilometri. U’esperienza che senza ombra di dubbio vale la pena di essere vissuta.

Canyon Uvac serbia

Fonte: iStock

La visita da uno dei belvedere del Canyon Uvac

Cos’altro fare assolutamente in Serbia a contatto con la natura

Questo angolo di Serbia è un vero capolavoro, ma il Paese ha davvero molto da offrire ai suoi visitatori quando si tratta di natura (e non solo). Una delle tappe imperdibili è la Città del Diavolo, o Đavolja Varoš, che si distingue per essere un sito caratterizzato da insolite formazioni rocciose che si trovano sul Monte Radan, a 700 metri sul livello del mare.

Si tratta di un tappeto di oltre 200 “sculture” di pietra che, secondo la tradizione locale, sarebbero che gli ospiti di un matrimonio che sono rimasti pietrificati dalla paura.

Se invece volete scoprire il cuore verde della Serbia non potete perdervi un viaggio sul treno della storica ferrovia Šarganska Osmica (Šargan 8) da Mokra Gora che permette di ammirare il paesaggio idilliaco della campagna del Paese.

La Serbia vanta anche diverse località termali e tra queste merita una menzione Sokobanja che sorge tra due montagne ricoperte di verdi boschi. Aria purissima e panorama incantevole accompagnano vari sentieri escursionistici assolutamente eccezionali.

Non meno straordinario è il Parco Nazionale di Tara dove scorre il Fiume Drina ,che col tempo ha scavato la roccia circostande creando un canyon dalla bellezza incredibile, tanto da essere il più profondo d’Europa. Uno spettacolo della natura che si è guadagnato un posto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Oltre al fiume ci sono anche due meravigliosi laghi: Perućac e di Zaovine, ideali per una nuotata o per un giro in kayak.

Parco Nazionale di Tara serbia

Fonte: iStock

Un angolo del Parco Nazionale di Tara

Occasioni interessanti ci sono anche per coloro che amano fare trekking: un sentiero conduce al punto panoramico di Banjska Stena. La salita fino a 1065 metri è sì impegnativa, ma dura solo 30 minuti e in cima si potrà godere di un panorama da sogno.

Zlatibor, dal canto suo, è una delle località di montagna più frequentate della Serbia. Una zona lambita dallo scintillante fiume Veliki Rzav, da sorgenti minerali, ripidi canyon e versanti boscosi. Ma non solo. Grazie alle sue caratteristiche naturali, è una meta molto richiesta del turismo rurale, sportivo e del benessere.

Infine, vale la pena fare un salto al Parco Nazionale di Đjerdap che prende vita in uno scenario naturale di rara bellezza e che è considerato il confine naturale tra Serbia e Romania. Da queste parti il Danubio raggiunge uno dei suoi punti più stretti: 150 metri di larghezza a fronte di una profondità di 82 metri.

Oltre alle bellezze naturalistiche, il parco ospita anche importanti resti archeologici, tra cui le vestigia del Ponte di Traiano, usato per le campagne di Dacia.

Insomma, la Serbia è un vero e proprio scrigno di bellezze create dalla natura. Dalla pianura del nord fino alle alte vette del sud, regala paesaggi che cambiano di angolo in angolo e abitati da molteplici specie che, in alcuni casi, sono persino scomparse dal resto d’Europa.

Parco Nazionale di Đjerdap serbia

Fonte: iStock

Il Parco Nazionale di Đjerdap, il confine naturale tra Serbia e Romania
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Visitare l’isola di Giannutri, nell’Arcipelago Toscano

L’isola di Giannutri è la più meridionale dell’Arcipelago Toscano ed è anche la più selvaggia. Solo tre sono i piccoli centri abitati, Spalmatoio, Ischiaiola e Oliveto. Per il resto, sono solo case sparse. Proprio perché la presenza umana durante l’anno – estate esclusa – è ridotta, Giannutri è un’importantissima area di sosta durante le migrazioni, tanto da essere divenuta un’area naturale protetta.

Una storia antichissima

Ed è così da sempre. Era stata scelta dagli antichi Romani come remoto approdo. Oggi è visibile solo un’antica villa del II secolo appartenuta a una famiglia di commercianti, che si trova in una posizione a dir poco suggestiva, proprio in riva mare, il sito archeologico di Villa dei Domizi Enobarbi.

Fonte: @R.Ridi

L’isola di Giannutri

Visitare Giannutri

Sono numerosi i turisti che d’estate vengono a visitarla. Del resto, come non restare affascinati da quella mezzaluna di calcare bianco in mezzo al Santuario dei Cetacei, dove fascino della natura e tracce della storia dominano la scena. Giannutri vanta 11 chilometri di costa di scogliere rocciose, dove si aprono grotte e spaccature originate dall’azione del vento e sentieri profumati vista mare.

Le visite guidate

All’inizio della primavera, si può trascorrere un’intera giornata a Giannutri e vivere un’esperienza esclusiva con visita dell’area archeologica della Villa Romana, arricchita da nuovi elementi archeologici oggetto di recenti restauri (in seguito alle operazioni di consolidamento di tre stanze mosaicate, sono tornati a splendere gli ambienti delle tabernae, decorati da mosaici geometrici), e facendo un trekking naturalistico con le guide del parco.

Le partenze per il 2023 sono previste il 19 marzo e il 24 aprile. I dettagli del viaggio sono i seguenti: ritrovo alle 9 con la guida a Porto Santo Stefano, imbarco dalla Banchina Toscana sul traghetto Maregiglio (partenza ore 9.30. Arrivo a Giannutri dopo un’ora di navigazione. Visita guidata al complesso archeologico della Villa Romana. Dalla baia di Cala Maestra si raggiungono i resti di una villa di epoca Romana tra le scogliere rocciose e i sentieri profumati della macchia mediterranea. A seguire, la visita naturalistica, trekking al faro della durata di circa due ore. La pausa pranzo, con pranzo al sacco a cura dei partecipanti, sarà prevista al termine della visita storica o lungo il percorso naturalistico in base al tempo a disposizione. La partenza da Giannutri è prevista alle 16 con arrivo a Porto Santo Stefano per le 17.

Fondali da esplorare

Molti sono gli appassionati di immersioni che sanno che Giannutri è famosa per i suoi fondali e alle pareti verticali ricche di gorgonie, spugne, coralli e tunicati. Qui è vietata la navigazione a motore, a vela e a remi, la pesca, le immersioni e la balneazione e, quindi, da un lato si è favorito il ripopolamento ittico, dall’altro ha reso difficile trovare dei buoni punti d’immersione. Si possono comunque trovare libere per l’immersione le estese praterie di posidonia e i due relitti dell’Anna Bianca (a 40-50 metri di profondità) e del Nasim (a 60 metri).

Soggiornare a Giannutri

Sull’isola di Giannutri non ci sono hotel, residence e neppure campeggi. Tuttavia, è possibile pernottare presso le case degli abitanti che affittano piccole residenze private. Il maggior numero di abitazioni è concentrato a Cala Spalmatoio, dove si trova anche l’unica piazza dell’isola chiamata “Piazzetta”.

L’isola è raggiungibile partendo da Porto Santo Stefano o dall’Isola del Giglio con i traghetti che si fermano a Cala Spalmatoio o a Cala Maestra.

giannutri

Fonte: @R.Ridi

I colori della macchia mediterranea a Giannutri

Parco nazionale e Riserva della Biosfera Unesco

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è stato inserito nella Green List mondiale delle dieci aree protette del mondo dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn).

Inoltre, rientra nella Riserva della Biosfera MAB Unesco “Isole di Toscana”, che comprende le sette isole (Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e, naturalmente, Giannutri) e un’ampia porzione di mare che le circonda. Include quindi il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il più grande parco marino del Mediterraneo, 18 siti della rete Natura 2000 fra Siti di Interesse Comunitario e Zone a Protezione Speciale e parte del Santuario internazionale dei mammiferi marini del Mediterraneo. Qui si trovano 22 diverse tipologie di habitat naturali e vivono 37 specie di animali di interesse comunitario.

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Laghi di Tristaina, capolavoro della natura

Non molto tempo fa vi avevamo portato a scoprire alcune delle meraviglie di Andorra, un microstato situato nei Pirenei orientali, tra la Francia e la Spagna, che è anche il sesto Paese più piccolo d’Europa. Nel viaggio virtuale fatto insieme vi avevamo parlato di un’incredibile spettacolo della natura che ora andremo ad approfondire: i Laghi di Tristaina.

Laghi di Tristaina, dove si trovano e come arrivare

Quando parliamo di Laghi di Tristaina facciamo riferimento a tre meravigliosi bacini che si trovano nei pressi della parrocchia andorrona di Ordino.

Ordino si distingue per essere il comune più settentrionale del Paese e per questo regala paesaggi che sono davvero un sogno a occhi aperti, come quello che si può ammirare presso i Laghi di Tristaina.

I Laghi di Tristaina prendono vita in una zona particolarmente suggestiva in quanto le mistiche vette dei Pirenei dividono 3 Paesi: Andorra, Spagna e Francia. Si trovano a circa 2300 metri di altitudine e sono raggiungibili esclusivamente a piedi, grazie a un percorso fatto ad anello che si dirama tra le meraviglie della natura.

L’escursione per ammirare i Laghi di Tristaina

L’anello che porta alla scoperta dei Laghi di Tristaina è uno dei sentieri escursionistici più frequentati di Ordino —dichiarata Riserva della Biosfera dall’UNESCO dall’ottobre 2020— e dell’intero Principato di Andorra. La difficoltà del percorso è moderata ed è adatto a camminatori di ogni livello.

Andando più nel dettaglio, la salita fino al primo lago è un tratto abbastanza facile e persino ideale da fare con i bambini. Il tempo di percorrenza necessario è di circa 40 minuti e vi permetterà di avere dinnanzi a voi uno scenario perfetto per una prima esperienza di montagna in famiglia.

L’intero sentiero, invece, ha una lunghezza di 4,4 km e può essere completato in tre ore. Il percorso ha una salita/discesa complessiva di +/- 201 metri con continui saliscendi. La quota massima che si può raggiungere è di 2.330 metri.

Se deciderete di fare questo tragitto in estate, oltre a scoprire natura incontaminata e cime dai profili incredibili, avrete persino la possibilità di fare un bagno nelle acque del Lago di Tristaina situato in cima. Un’avventura da provare almeno una volta nella vita in quanto il percorso si distingue per essere ben segnalato e facilmente accessibile. Ma non solo, esso consente molteplici variazioni in base ai gusti di ogni alpinista, ma il tutto senza dimenticare di prestare la dovuta attenzione.

Cosa ammirare durante l’escursione

Senza ombra di dubbio, le attrazioni principali di questo percorso ad anello sono i 3 diversi Laghi di Tristaina. Il primo, chiamato Estany Primer, è situato a 2250 metri sul livello del mare e vanta superficie di 2,1 ettari. Questo specchio d’acqua si distingue per essere il più piccolino dei tre, ma allo stesso tempo sfoggia anche l’acqua più blu della zona.

Il secondo, denominato Estany del Mig, si trova a 2287 metri sul livello del mare e ha una superficie di 3 ettari. Un bacino che colpirà chiunque lo raggiungerà in quanto è circondato da ghiaioni e colline.

Infine l’Estany de Més Amunt, situato a 2306 metri sul livello del mare e avente una superficie di 12 ettari, che è il più grande. Ha una forma circolare ed è incastonato in una caratteristica cornice glaciale di alta montagna, ai piedi della cima Tristaina. Una zona dove la balneazione in estate è consentita.

Ma le meraviglie di questo percorso non sono finite qui: proprio all’inizio del sentiero avrete l’opportunità di ammirare il monumento Arcalís 91 dello scultore Mauro Staccioli. Consiste in uno spettacolare anello d’acciaio che simboleggia la simbiosi tra leggi naturali e geometriche.

Insomma, il percorso dei Laghi di Tristaina si rivela molto adatto per gli amanti della natura e per coloro che vogliono godersi Andorra da un punto di vista assolutamente autentico.

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Cinque parchi da scoprire tra Italia e Svizzera

Tra l’Italia e la Svizzera c’è una rete di parchi tutti collegati tra loro che si possono scoprire in qualunque stagione dell’anno. Sono uno scrigno di bellezza fatta di boschi, montagne (le cime delle Prealpi), di tanti laghi e di aree umide, oltre che di flora e fauna autoctone.

Il progetto, voluto dall’Unione europea, dal Fondo europeo di sviluppo regionale, dalla Confederazione elvetica e Cantoni che lo hanno finanziato, si chiama Insubriparks e comprende cinque parchi nel territorio tra Nord Italia e Svizzera. Tre dei parchi si trovano in Lombardia mentre gli altri due nel Mendrisiotto e sono rispettivamente il Parco regionale Spina Verde, il Parco regionale Campo dei Fiori, il Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, il Parco del Penz e il Parco delle Gole della Breggia.

I cinque parchi insubrici sono collegati tra loro da sei itinerari tematici. Si possono scoprire bellezze naturali e biodiversità, ma anche fortificazioni, confini e affascinanti informazioni sui modi di abitare nella storia. Ogni itinerario è contrassegnato da un simbolo diverso che accompagna tutte le tappe del percorso, rendendolo così più semplice.

Parco regionale Spina Verde

La forma che si insinua come una “spina”, da Est a Ovest nella fascia collinare di Como, dà il nome al Parco regionale Spina Verde, mille ettari di superficie verde attraversata da ben 80 chilometri di sentieri che costituiscono un museo all’aperto.

I sentieri si possono percorrere in autonomia facendosi guidare dalla cartellonistica didattica o prendere parte a visite guidate. Si scoprono così siti archeologici dell’era protostorica, monumentali resti medievali, la torre del Castello Baradello e le trincee della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Spina Verde è particolarmente amato dalle famiglie, dai ciclisti e da molti escursionisti per le sue bellezze, per il piacere della scoperta storica che si unisce alla passeggiata a contatto con la natura e per la vicinanza con Como. Il parco offre straordinari punti panoramici e di interesse naturalistico, siti di importanza archeologica, medievale, punti di ristoro, oltre a un ponte tibetano e ad aree attrezzate per percorsi ginnici e per il relax.

Parco regionale Campo dei Fiori

Tantissimi sono i sentieri che attraversano questo parco che si trova in provincia di Varese e che è chiamato proprio “la montagna dei varesini “. Si tratta di un’area naturale protetta che si estende sui territori occupati dal Massiccio del Campo dei Fiori e dal Massiccio del Monte Martica, sulle Prealpi varesine.

Si possono percorrere diversi tipi di sentieri, tematici o meno, con indicazioni e tappe in luoghi che raccontano la storia della zona, comprese alcune fortificazioni costruite lungo il confine italo-svizzero ai tempi della Prima guerra mondiale. Ma il parco è anche attraversato da due dei cammini più importanti d’Europa. Il primo è il Sentiero Europeo “E-1”, un percorso internazionale che parte da Capo Nord in Norvegia e che termina a Capo Passero in Sicilia. Il secondo, invece, è il “Sentiero del Giubileo” che parte al Passo dello Spluga, al confine con il Cantone Grigioni, e che scende lungo le rive del Lago di Como seguendo la vecchia via “Regina” per poi raggiunge la provincia di Varese.

Nel parco ci sono laghi, stagni, torbiere e sorgenti, ma anche alcuni luoghi piuttosto famosi per la loro bellezza naturale. Tra questi, il Masso erratico di Brinzio, un grosso masso in gneiss trasportato e depositato dai ghiacciai nella valle di Intrino, sul versante Nord del Campo dei Fiori, le Marmitte dei giganti del torrente Vellone, la Fontana del Ceppo, una sorgente attiva tutto l’anno, e ben 130 grotte, le Grotte del Campo dei Fiori, con gallerie che si estendono per 30 km sottoterra.

Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile

Tanti i sentieri che si possono percorrere in questo grande parco di circa 50 km quadrati a cavallo tra la provincia di Varese e quella di Como. È talmente ampio da comprendere al proprio intero addirittura 15 Comuni, uno dei quali completamente dentro il Parco, Castelnuovo Bozzente. Ed è proprio al suo interno che si trova anche la famosa “Pinetina” dove si allena la squadra dell’Inter. A parte questi luoghi popolati, la maggior parte del parco è fatto di foreste di pini, querce e castagni.

Il parco è attraversato da tanti sentieri escursionistici, molti dei quali anelli nei quali è praticamente impossibile perdere la strada. Alcuni durano poco più di un’altra, altri una giornata intera, ciascuno può scegliere l’itinerario che più gli aggrada.

Parco del Penz

Ci troviamo in Svizzera. Il Parco del Penz, nei pressi di Chiasso, si estende su una superficie di 245 ettari tra pianura e collina attraversata da piccole valli dove scorrono i ruscelli che sfociano nel torrente Faloppia e puntellate da vigneti, attraverso i quali si può passeggiare seguendo alcuni sentieri ben indicati.

Tanti gli itinerari che si possono percorrere a piedi o in bicicletta nel parco svizzero per 25 km, con collegamenti alla rete dei sentieri del Mendrisiotto e del Parco Spina Verde, in Italia. Sicuramente i più belli sono quelli che conducono ad alcuni punti panoramici, come il Dosso Pallanza con la “Terrazza Belvedere” e l’area dell’Oratorio di S. Stefano e S. Lorenzo. Il punto di estremo Sud della Svizzera si trova nel parco segnalato con la pietra di confine 75B, in zona Moreggi.

Parco delle Gole della Breggia

Quest’area naturale protetta svizzera è ubicata all’estremo Sud del Ticino e, come dice il nome, comprende una serie di gole scavate dal torrente Breggia nel coso di 200 milioni di anni. Sono tanti gli itinerari che si possono percorrere in autonomia o in compagnia di guide esperte nel Parco della Breggia.

A partire dall’itinerario geologico per scoprire la diversità delle rocce del parco, quello storico, che tocca i luoghi legati alle attività dell’uomo come il Mulino del Ghitello, la Torre dei Forni della Saceba e alcuni edifici storici e opifici. Si visita anche un’imponente struttura, quella dell’ex cementificio, testimonianza di un passato industriale che oggi può essere approfondito partecipando al Percorso del cemento con la visita delle gallerie di estrazione.

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Quiraing, dove fare l’escursione più bella della Scozia

Famosissima e magica, affascinante e selvaggia: sono tutti aggettivi che servono a descrivere la bellissima Isola di Skye, in Scozia. Non a caso, la più grande delle Ebridi Interne vanta alcuni dei paesaggi più iconici della Scozia, tanto che da queste parti è possibile fare l’escursione più bella di tutto il Paese più settentrionale del Regno Unito: quella in Quiraing.

Quiraing, cosa sapere

Il Quiraing è un imperdibile sentiero escursionistico isolato che si sviluppa nell’omonimo e meraviglioso altopiano e che si snoda attraverso una catena di montagne impetuose dell’Isola di Skye.

Di origine vulcanica, si trova per la precisione nella penisola di Trotternish dove alcune antiche frane avvenute nel tempo ci hanno oggi regalato guglie e torrioni suggestivi che si stagliano verticali sul verde.

Il sentiero si caratterizza per non essere molto lungo. In soli 3 chilometri, da condurre però su una strada tortuosa, avrete modo di passare dalla costa a un paesaggio montano selvaggio. Non da meno è la camminata che dal parcheggio sale fino al Quiraing, un’escursione di media difficoltà che va necessariamente compiuta con condizioni meteo favorevoli.

Quello che vi ritroverete di fronte sarà l’immagine che avete sempre sognato della Scozia: vette scoscese, cascate, vallate verdi e in lontananza l’infinità del mare.

In sostanza, gli amanti delle escursioni e dei paesaggi maestosi non potranno assolutamente rimanere indifferenti mentre compieranno questa esperienza. Due sentieri straordinari di cui uno fa il giro delle falesie, mentre l’altro permette di salire direttamente sull’altopiano regalando, al contempo, una vista mozzafiato sul mare e sui paesaggi circostanti.

Altre meraviglie da vedere sull’Isola di Skye

A detta di molti, il Quiraing è l’escursione più bella da fare in tutta la Scozia, ciò non toglie che questa isola mistica e selvaggia regali altrettanti siti d’interesse spettacolari.

Uno di questi è l’Old Man of Storr, una straordinaria formazione rocciosa che si affaccia sul Sound of Raasay. Alto ben 55 metri, si è formato nei secoli a causa dell’erosione dovuta agli agenti atmosferici. Inoltre, è anche  il punto più alto di tutta Skye.

Da non perdere è anche il Castello di Dunvegan, il più antico della Scozia e che si trova racchiuso in un paesaggio fiabesco: tra il mare e la roccia. Da queste parti è anche custodita la Fairy Flag, un drappo che si dice abbia sempre aiutato il clan MacLeod in battaglia.

Poi ancora il tramonto presso Neist Point, la punta occidentale dell’Isola di Skye. Qui svetta fiero un faro che mostra il suo aspetto più irresistibile proprio al calar del sole.

Infine, vi consigliamo di fare un salto alle meravigliose Fairy Pools, una straordinaria serie di avvallamenti, cascate e piccoli stagni cristallini. Si trovano ai piedi dei Monti Cuillins, vicino alla Glen Brittle Forest e sono davvero mitiche. Raggiungibili a piedi tramite un sentiero di ghiaia in buone condizioni per la maggior parte del tragitto, vi regaleranno alcuni dei ricordi più speciali del vostro viaggio nell’Isola di Skye.

Non resta che organizzare un’avventura in Scozia per scoprire il Quiraing, la sua escursione più bella, e tutte le meraviglie della rinomata Isola di Skye.

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Bryce Canyon, un capolavoro della natura

Non molto tempo fa vi abbiamo parlato di un tour che per molti è il viaggio della vita: un itinerario alla scoperta della Costa Ovest degli Stati Uniti. E c’è una delle tappe che, più di altre, vi lascerà incantati e a bocca aperta: il Bryce Canyon.

Bryce Canyon, cosa sapere

Il Bryce Canyon National Park è uno dei parchi nazionali più sorprendenti di tutti gli Stati Uniti d’America. Al di là della costa, infatti, vale sempre la pena fare una deviazione per questo luogo maestoso che senza ombra di dubbio è uno dei più affascinanti parchi dello Utah.

Visitarlo vuol dire scoprire alcune delle rocce più colorate della Terra. Sono chiamati “hoodoos“ e si distinguono per essere dei pinnacoli del tutto singolari. Inoltre, vi sembrerà di ritrovarvi all’interno di una serie di anfiteatri a forma di cavallo.

Come visitare il Bryce Canyon

La visita al Bryce Canyon può essere fatta sia in una mezza giornata che in più giorni. Sta a voi scegliere quanto dedicarvi in base ai vostri piani e all’interesse per un sito del genere. Ciò che dovete assolutamente considerare, però, è che il punto più alto del parco è a più di 2700 metri sul livello del mare.

In sostanza, salvo in casi eccezionali, le temperature estive raramente superano i 30° C, mentre durante l’inverno non è atipico sfiorare i -10°. Luglio e agosto, oltre a essere mesi caldi, possono anche rivelarsi particolarmente piovosi a causa di temporali che tendono a essere brevi ma piuttosto intensi, soprattutto durante il pomeriggio.

Se a disposizione avete un solo giorno, quello che vi conviene fare è salire a bordo della vostra automobile o sui vari autobus a disposizione che conducono alla scoperta di punti panoramici da sogno:

  • Bryce Point: meraviglioso soprattutto all’alba, ed è uno dei punti più alti che si affaccia lungo il bordo dell’anfiteatro e che consente di ammirare moltissimi hoodoos dalle forme più stravaganti;
  • Inspiration Point: tra i siti più scenografici in quanto le formazioni rocciose si sono naturalmente disposte con una precisione che ha dell’incredibile;
  • Sunset Point: si raggiunge seguendo il sentiero Navajo Loop che scende in una stretta gola ripida fra delle pareti di roccia;
  • Queen’s Garden Trail: una passeggiata che conduce attraverso affascinanti formazioni rocciose e alberi;
  • Natural Bridge: un punto panoramico da cui ammirare un meraviglioso arco naturale di pietra di ben 85 metri di lunghezza e 125 metri di altezza;
  • Agua Canyon: in questa zona potrete scoprire alcuni degli hoodoos più articolati che si mescolano al panorama delle Pink Cliffs e della Navajo Mountain;
  • Rainbow Point: l’ultimo ed emozionante punto panoramico, anche se il consiglio è quello di visitarlo per primo in quanto, per molti, è il meno interessante di tutti.

Cosa fare al Bryce Canyon in più giorni

Se avete la fortuna di avere più giorni per visitare il Bryce Canyon National Park sappiate che le attività da fare sono moltissime. Numerosi, infatti, sono i sentieri di diverse lunghezze e per diversi livelli di preparazione che conducono alla scoperta delle viscere di questo parco fuori dal comune.

Inoltre, a disposizione ci sono diversi programmi che variano a seconda della stagione come la Full Moon Hikes, della camminate al chiar di luna; l’ Astronomy & Night Sky, per osservare il meraviglioso cielo stellato che si apre sopra ai propri occhi; escursioni a cavallo e molto altro ancora.

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Prima era un carro da pastore, ora è un alloggio bucolico. Ed è bellissimo

I viaggi più belli, quelli unici, indimenticabili e straordinari, sono fatti di esperienze incredibili, che passano per le emozioni e per i sensi. Non sono solo le avventure adrenaliniche, le esplorazioni, i tour e le scoperte naturali e antropiche a caratterizzarle in maniera univoca, ma anche gli alloggi che scegliamo.

Negli ultimi anni, infatti, sempre più strutture ricettive si sono messe all’ascolto delle esigenze dei viaggiatori per trasformare case, baite, chalet e hotel in vere e proprie esperienze immersive, sensoriali e caratterizzanti che superano il concetto del mero riposo notturno. Lo abbiamo visto con le cabine immerse nella natura, con le stanze a tema, con i glamping e con tutte quelle proposte che sembrano realizzare i sogni di una vita.

E se è un sogno a occhi aperti che volete vivere, quel carro da pastore immerso nella natura, appena fuori da Amburgo, che è stato trasformato in un alloggio bucolico e bellissimo esaudirà ogni vostro desiderio, permettendovi di vivere una vacanza all’insegna della bellezza, della pace e del silenzio.

Vanlife: molto più di una vacanza

Negli ultimi anni, la cosiddetta Vanlife si è trasformata in un vero e proprio trend di viaggio. Come il nome stesso suggerisce, si tratta di un cambio radicale della quotidianità che prevede di trascorrere le giornate, o la vita, a bordo di un camper, di una roulotte o di un furgone camperizzato. Può trattarsi di una vacanza breve o di viaggio prolungato, fatto sta che le emozioni che regala questa esperienza sono uniche perché si combinano con l’esigenza di trascorrere il proprio tempo immersi nella natura, in territori selvaggi e incontaminati lontani dal caos cittadino e dal disordine dei giorni.

La natura, infatti, è diventata la destinazione d’eccellenza di tantissimi viaggiatori che sono alla ricerca di luoghi remoti e incontaminati da esplorare, o semplicemente per rilassarsi. Ed è proprio quello che fa questo alloggio straordinario immerso in una lussureggiante proprietà forestale situata alle porte di Amburgo.

Non si tratta di un camper o di una roulotte, come il trend vanlife ci suggerisce, ma di un carro da pastore che è stato trasformato in una deliziosa abitazione bucolica immersa nella natura. Noi non abbiamo dubbi: è questo il luogo perfetto da raggiungere per tutti coloro che cercano un’esperienza all’insegna della pace dei sensi.

Un alloggio bucolico alle porte di Amburgo

Per vivere questa vacanza inedita e straordinaria dobbiamo raggiungere la Germania, e immergerci negli splendidi paesaggi che si snodano intorno alla popolosa Amburgo. Proprio qui, a Neu Wulmstorf, è possibile vivere un’esperienza che sembra un sogno a occhi aperti.

Questo comune della Bassa Sassonia, situato ad appena 20 chilometri dalla città, ospita uno degli alloggi più straordinari e suggestivi del mondo. Si tratta di un carro da pastore che promuove vacanze all’insegna della sostenibilità e della natura e che è prenotabile su Airbnb.

Realizzato completamente in legno, questo carro è stato trasformato in un alloggio situato in una bellissima proprietà forestale che permette di trascorrere il tempo a stretto contatto con la natura. Gli interni sono piccoli e accoglienti, e sono dotati di tutti i comfort. C’è una cucina, un bagno e dei letti a castello, e uno splendido spazio outdoor a disposizione degli ospiti con panchine e amaca, dove è possibile trascorrere giornate a contemplare la meravigliosa natura circostante a ogni ora del giorno e della notte.

Situato in una posizione strategica, questo alloggio dista appena 20 minuti in auto da Amburgo, ma quella distanza basta a garantire un’esperienza lontano dal caos cittadino.