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Questa piccola valle italiana, che pochi conoscono, è una vera scoperta

Dicono sia una delle valli più belle d’Italia, ma sono in pochi a conoscerla. Questa piccola vallata altoatesina che confina con l’Austria è una gemma nascosta nota alla gente del posto e a qualche turista appassionato, che ama andare alla scoperta di mete fuori rotta.

Stiamo parlando della Val di Fleres, una valle che si estende da Colle Isarco, alle spalle del borgo medievale di Vipiteno, che conduce fino alle Alpi dello Stubai. Questa deliziosa valle, fatta di pascoli, boschi, laghetti alpini e cascate, è una meta molto apprezzata dai turisti che amano trascorrere una vacanza all’insegna dell’attività all’aria aperta e dalle famiglie, lontano dalla folla.

Il paesaggio montano caratterizzato dal Massiccio del Tribulaun e dalla bellissima Parete Bianca regala sentieri escursionistici spettacolari, fino a raggiungere l’alta quota, alcuni dei quali imperdibili.

Escursioni nella natura

Come quello che porta alla Cascata “All’Inferno”, con il suo salto di 46 metri ai piedi del Calciati al Tribulaun. Si tratta di uno dei luoghi più rilassanti che esistano. Oltre alla tranquillità della valle e alla piacevole escursione lungo l’acqua, pare infatti che l’aria ionizzata dalla cascata purifichi le vie respiratorie, mentre i suoni dell’acqua aiutano a calmare il sistema nervoso.

Tra gli itinerari più belli della Val di Fleres c’è il suggestivo percorso Dolomieu, il cui nome si deve al geologo francese che qui scoprì una particolare roccia calcarea. Un itinerario che, dalla stazione a monte di Monte Cavallo (a duemila metri di quota alle spalle di Vipiteno, raggiungibile con la cabinovia), si estende fino al fondovalle della Val di Fleres e che permette di ammirare i colori della natura, ma anche di degustare i prodotti di sei malghe altoatesine. Gli escursionisti possono assaggiare il tipico formaggio grigio, un formaggio magro fatto con latte acido e prodotto dai contadini di montagna.

Un altro sito naturale della regione Vipiteno-Racines è la cascata di Moassl, sul fondo della Val di Vizze. L’aria fresca e la pace alla fine della valle rendono il luogo di riposo intorno alla cascata di Moassl un posto speciale di forza nel mezzo di una natura bellissima.

Escursioni tra le malghe

Uno degli itinerari più interessanti è il sentiero che conduce fino alla malga Furtalm, dove concedersi un pranzo a base di piatti della tradizione e di prodotti realizzati direttamente nella struttura.

Sulla cima del Monte Cavallo si trova un micro-villaggio fatto di malghe, dove d’estate vengono portate le mucche al pascolo. Tra queste, c’è la Malga di Valmigna, un luogo dal fascino unico in una posizione davvero suggestiva. Tra luglio e agosto si svolgono le Giornate dello yogurt, l’”oro bianco di Vipiteno”, con un ricco programma di eventi incentrati attorno al famoso yogurt di Vipiteno. E poiché lo yogurt qui è una religione, una volta tornati a Vipiteno è possibile prenotare una visita guidata (esclusi weekend e festivi) per scoprire i segreti dello yogurt e assistere al percorso di trasformazione del latte. La visita si conclude con una degustazione dello yogurt in tutte le sue declinazioni.

Infine, partendo dalla stazione a monte della cabinovia di Ladurns (a 1.713 metri di altitudine), si può percorrere un sentiero leggermente in salita passando le malghe di Ladurns e il rifugio Ladurnerhütte, per raggiunge il rifugio Stella Alpina, riconoscibile per un crocefisso accanto al delizioso laghetto di Sandes, dove ci si può dilettare nella pesca delle trote. Anche qui si può fare una sosta gastronomica (è consigliato lo strudel di mele), ma merita assolutamente proseguire sul sentiero per poter ammirare la maestosità del gruppo del Calciati Tribulaun che, pur raggiungendo solo i 3.100 metri di altezza, si erge imponente rispetto agli altri massicci montuosi.

Tra Ladurns e Fleres si trovano i meravigliosi Giardini Aromatici Wipptal dove vengono coltivate erbe e piante aromatiche seguendo rigidi criteri biologici. I fiori raccolti a mano e le erbe tagliate nel momento della loro massima potenza balsamica, vengono lavorati per realizzare prodotti di alta qualità, dagli infusi ai liquori fino ai cosmetici, che poi vengono venduti.

Le attività per i bambini

La Val di Fleres è perfetta per le famiglie. Sono tante, infatti, le attività all’aria aperta adatte ai più piccoli. Una di queste è la visita al Rossy Park sul Monte Cavallo, un parco giochi con mini-zoo di conigli, asini, pony, pecore, lama e alpaca. Qui è possibile partecipare al “lama trekking”, una gita organizzata accompagnati da questi simpatici animali originari del Sudamerica. Tra le passeggiate da non perdere c’è il facile tour circolare “Flaner Jöchl”, un percorso ad anello adatto a tutti e con un dislivello contenuto, perfetto a piedi o per un giro in mountain bike con tutta la famiglia.

Per chi preferisce le attività più adrenaliniche, c’è poi il Panorama Mountain Coster, una pista su rotaia che permette di provare, in completa sicurezza, l’ebrezza della velocità slittando tra i boschi e i pascoli del Monte Cavallo, ragalando, come dice il nome, un panorama unico. La pista estiva per slittini è la grande novità di quest’anno. La si raggiunge da Vipiteno con la nuova cabinovia del Monte Cavallo. Dalla stazione a monte si prende poi il telemix che conduce al Coster. La discesa parte da 2.120 metri di quota e copre quasi 300 metri di dislivello, per un tragitto di 1.300 metri con pendenza media del 20% e massima del 56%. Si corre in tutta sicurezza fino a raggiungere la velocità di 40 km orari.

Per i più grandicelli (è consigliato dai dieci anni in su), ci sono anche le mountaincart, veicoli a tre ruote senza motore che sfrecciano sulle strade forestali verso valle, silenziose e nel pieno rispetto della natura. Il percorso lungo 6,5 km ha una pendenza che varia tra il 3 e il 10% e comprende 12 curve, un sottopassaggio e due gallerie. Venti minuti di puro divertimento.

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Cima Vezzena: la magnifica escursione per raggiungerla

Chi ama la natura, i profili maestosi delle montagne, l’aria pura e l’adrenalina nel vero senso della parola almeno una volta nella vita deve provare l‘escursione che conduce presso Cima Vezzena. Chiamata anche Pizzo di Levico, Spitz Verle o Spitz Leve è un monte che fa parte del comune di Levico Terme nel Gruppo degli Altipiani, in Trentino. E sulla sua sommità, oltre a un panorama splendido, mette a disposizione del visitatore persino una sorpresa.

Come raggiungere Cima Vezzena

Si può raggiungere Cima Vezzena concedendosi il privilegio di fare una delle escursioni più panoramiche del Trentino: passo dopo passo il viandante si ritroverà circondato da paesaggi magnifici.

Il punto di partenza è Passo Vezzena, un valico alpino delle Prealpi Vicentine a 1.402 metri sul livello del mare, situato sulla strada che collega Lavarone e Luserna con l’altipiano di Asiago. Da qui occorre seguire  le indicazioni per “Forte Verle” e “Cima Vezzena” e proseguire per circa 1 chilometro su una stradina asfaltata.

Bisogna poi immettersi in un grazioso sentiero che attraversa dei prati che, all’inizio dell’estate, pullulano di una varietà di erbe alpine in fioritura. Camminando su questo percorso ci si ritrova accanto all’ex forte austro-ungarico di Busa Verle, una struttura ormai in rovina situata a un’altitudine di 1.504 metri sul livello del mare e che appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano.

Il percorso prosegue attraverso immensi prati fino a raggiungere il bosco che circonda Cima Vezzena, punto da cui inizia una ripida salita. La buona notizia è che c’è il bosco a proteggere dal sole e dal caldo, mentre a passo lento si sale fino a ben 1.850 metri di altitudine in cui questo stesso sentiero ricco di esuberante vegetazione si immette su una strada militare austroungarica che sale verso la cima.

A quel punto occorre sole proseguire la salita fino alla croce di Cima Vezzena dove ancora sopravvivono i ruderi di cemento dell’ex forte austroungarico di Cima Vezzena. Il colore del cemento sembra identico a quello della roccia naturale e fa davvero caso pensare che una fortezza un tempo inespugnabile sia ora in questo stato di totale rovina.

Per fortuna però c’è una vista panoramica sorprendente a far battere il cuore: si possono vedere i profili dalle Dolomiti di Brenta e del Gruppo del Lagorai; i picchi di Vigolana e Marzola che si specchiano sui laghi di Caldonazzo e di Levico; il Manderiolo e l’Ortigara; il Monte Verena, il Pasubio e persino le cime del Monte Baldo.

Informazioni utili

La prima cosa da sapere per fare l’escursione per raggiungere Cima Vezzena è che esistono due varianti:

  • la prima è di 10,5 chilometri da fare in circa 4 ore di cammino. È la più semplice e la meno impegnativa, tanto da essere alla portata di tutti;
  • la seconda – che è quella di cui vi abbiamo parlato – ha una lunghezza di 9,5 chilometri da compiere in approssimativamente 3 ore. È certamente un po’ più impegnativa per via del ripido sentiero in mezzo al bosco, ma senza ombra di dubbio offre uno scenario bellissimo.

Entrambe, tuttavia, permettono di raggiungere la terrazza panoramica situata su Cima Vezzena che farà venire la pelle d’oca per la sua sontuosa bellezza.

Se decidete di fare questa escursione in estate vi consigliamo di portarvi da bere in quanto lungo il percorso non ci sono punti di ristoro. Bisogna anche tenere a mente che la percorribilità dell’itinerario proposto è inevitabilmente soggetto a cambiamenti ambientali dovuti a eventi naturali e alle condizioni meteo.

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Questa località di montagna è perfetta per l’estate

Nel Parco Naturale Adamello Brenta c’è una località di villeggiatura perfetta per l’estate. Un paese tranquillo, vicino alle mete più glam, dove il paesaggio è da favola e che offre un’infinità di attività da fare all’aria aperta, per tutta la famiglia.

Stiamo parlando di Pinzolo, nell’alta Val Rendena, in Trentino, parte del comprensorio sciistico più grande delle Alpi, la Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta, e che d’estate si trasforma in una palestra a cielo aperto.

Rispetto alla vicina Madonna di Campiglio, è una meta di villeggiatura molto più tranquilla e perfetta per chi desidera trascorrere le vacanze in famiglia e all’insegna del silenzio e del relax.

Pinzolo, il regno della tranquillità

Il paese è delizioso. Tra le attrazioni più belle c’è sicuramente il centro storico puntellato dalle caratteristiche case di montagna coi tetti spioventi, le balconate di legno e gli affreschi sulle facciate.

Passeggiando tra le tipiche vie del borgo, vi ritroverete a scoprire alcuni edifici imperdibili, come la Chiesa di San Vigilio che sfoggia una bellissima facciata medievale ricoperta di affreschi di epoche diverse. Uno dei più importanti è la “Danza macabra” di Simone Baschenis che raffigura nobili e plebei che sono praticamente uguali di fronte alla morte.

Il paese è un vero angolo di relax per l’estate e non servirebbe neppure muoversi per trovare la pace. Basti pensare che, in pieno centro, c’è persino un lago, o meglio, un Biolago, uno specchio d’acqua perfettamente balneabile, realizzato con le tecnologie più avanzate che consentono la depurazione delle acque attraverso l’utilizzo delle piante. Il Biolago, con la piscina per i più piccoli e i servizi, è perfettamente inserito nel verde dell’area sportiva e di giochi per bambini della “Pineta”. Il fatto che non ci sia alcun torrente che lo alimenta, al contrario dei laghi naturali alpini, fa in modo che l’acqua, filtrata e depurata naturalmente, sia più calda e abbia una carica batterica minore.

Le escursioni in quota

Il borgo di Pinzolo si rivela un ottimo punto di partenza per coloro che vogliono avventurarsi in indimenticabili escursioni. Del resto, ci troviamo nella più vasta area protetta del Trentino. Ci sono circa 450 chilometri di sentieri, tra boschi e montagne, alla scoperta di panorami e cascate nascoste, e oltre 20 km di piste ciclabili oltre al Brenta Bike Park per gli appassionati del downhill.

Madonna di Campiglio - Val Rendena - Carisolo - Pista ciclabile

Fonte: @Paolo Bisti – Luconi

Una pista ciclabile in Val Rendena

Dal paese, che si trova a un’altitudine di soli 800 metri, si può salire con la cabinovia Tulot-Malga Cioca a 1.750 metri e raggiungere, in pochi minuti, sentieri e boschi in quota dove poter praticare ogni genere di sport e attività all’aria aperta.

Da qui partono anche diverse passeggiate adatte a tutti, anche a famiglie con bambini. Da poco è stato anche inaugurato un nuovo sentiero senza barriere che, a Madonna di Campiglio, conduce, in circa 45 minuti, da località Patascoss a uno dei luoghi più incantevoli e amati della zona: il lago di Nambino, a 1.718 metri di altitudine.

Tra le meraviglie da non perdere in questa zona ci sono sicuramente le Cascate Nardis che sono, molto probabilmente, le più spettacolari di tutto il territorio. Basti sapere che hanno un dislivello superiore ai cento metri.

Madonna di Campiglio - Panorama - Dolomiti di Brenta

Fonte: @Paolo Bisti – Luconi

Panorama delle Dolomiti di Brenta

Una delle escursioni più belle che si possono fare da Pinzolo è quella che porta alla Malga Ritorto, dove c’è una straordinaria terrazza panoramica sulle Dolomiti di Brenta, e che prosegue verso le acque cristalline del Lago Ritorto. Una suggestiva stradina asfaltata lunga poco più di 2 km parte dalla località Patascoss e arriva in circa 45 minuti alla prima tappa. Dalla malga, l’itinerario diventa più selvaggio, ma continua a offrire una vista stupenda sul gruppo delle Dolomiti. Superata la Piana dei Mughi, luogo di appostamento per scorgere diverse specie animali, si prosegue sino ai ruderi della Malga della Pozza dei Garzoni. La fatica per raggiungere il Lago Ritorto sarà ampiamente ripagata dal panorama mozzafiato che il luogo regala. Le guglie del Brenta che si rispecchiano tra le acque del laghetto alpino lo rendono un posto da favola.

Con la Dolomeet PASSion si hanno a disposizione due andate e ritorno al giorno scontate per tutta la durata del soggiorno (fino a 14 giorni) da utilizzare sugli impianti di risalita di Pinzolo e della vicina Madonna di Campiglio.

Un’estate di eventi

Per chi decide di trascorrere le vacanze estive a Pinzolo non mancano gli eventi. A partire da Mountain Beat (15-18 giugno), la prima edizione di una nuova manifestazione che va in scena a inizio estate nel cuore verde, la “Pineta”. Una manifestazione per riconnettersi con la natura e le persone con musica live ed eventi “a bassa frequenza”, più rilassanti, come la “cena in fienile” e la “notte chic in tenda”.

E, poiché montagna è sinonimo di benessere fisico e mentale, dal 2 al 9 luglio si svolge il Dolomiti Wellness Festival, con attività legate al movimento, alla respirazione e soprattutto all’immersione nella natura come le camminate sensoriali, il nordic walking, i trattamenti di benessere e i bagni di natura, la ginnastica sensoriale, il pilates, il forest bathing, lo yoga.

 

 

 

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Chianti in bicicletta, tra vigneti, castelli e borghi incantevoli

Se c’è una regione votata al cicloturismo, quella è la Toscana. In particolar modo la rinomata area collinare del Chianti, compresa tra Firenze, Siena e Arezzo, straordinariamente ricca dal punto di vista naturalistico, preziosa sotto il profilo storico-artistico e molto generosa a livello enogastronomico. Qui si pedala tra paesaggi talmente onirici che sembrano acquerelli, borghi medievali impreziositi da castelli e abbazie, profumati vigneti e boschi di querce, castagne lecci, fattorie e punti incredibilmente panoramici. Un viaggio a due ruote che resta nel cuore e nella mente.

Chianti, i percorsi in bicicletta nel cuore della Toscana

Il Chianti è il luogo ideale sia per le escursioni più semplici, adatte ai principianti o con i bambini, sia per quelle più impegnative, perfette per la preparazione atletica dei ciclisti. Questo grazie a una fitta rete di strade bianche che si possono attraversare tenendo una bassa velocità, così da gustarsi davvero ogni scorcio di madre natura e tutte le meraviglie create dall’ingegno umano nel corso dei secoli, che fanno capolino lungo i percorsi. Senza dimenticarsi di fare tappa nelle varie cantine o agriturismi, dove degustare i prodotti tipici della tradizione toscana e, ovviamente, uno dei vini più famosi d’Italia.

A questo punto, vi starete probabilmente chiedendo quale bicicletta è più adatta per dare inizio a quella che si rivelerà una esperienza magica. Assecondando la morfologia del territorio, il mezzo ideale è senza ombra di dubbio una mountain bike o una buona bici da trekking. In alternativa, anche una bici da corsa può andar bene. Non ci resta, quindi, che scoprire quali sorprese ci riserbano gli itinerari cicloturistici del Chianti: seguiteci.

Tour del Chianti Classico, tra paesaggi e borghi pittoreschi

Il giro del Chianti Classico è tra i preferiti dai cicloturisti di tutto il mondo. Il motivo è facilmente intuibile: questo itinerario, lungo 185 km, abbraccia borghi caratteristici, abbazie e castelli che dominano le colline sospendendo il tempo.
Si parte da Firenze, che regala gite fuori porta sorprendenti, e dai Colli Fiorentini, e si raggiunge il borgo di Tavarnelle Val di Pesa, graziosa cittadina incastonata tra la Val di Pesa e la Val d’Elsa, nel cuore del Chianti Classico, e circondata da graziosi borghi, come quello di San Donato in Poggio. Tra le attrazioni da segnalare, la Badia di Passignano, antico monastero noto anche per l’eccellente produzione vinicola, la Pieve di San Pietro a Bossolo, che ospita il Museo di Arte Sacra, e la Villa di Poggio Petroio.

La Via Chiantigiana è una delle più seducenti di quest’area. Qui ci si imbatte nel tranquillo centro di villeggiatura di Panzano in Chianti, frazione di Greve in Chianti, posto a 498 metri di altitudine. Due i punti di accesso al borgo e, di conseguenza, due le direzioni per esplorarlo: il primo lo si vede venendo da Firenze o Greve in Chianti, da dove si può scorgere immediatamente la piazza moderna Gastone Bucciarelli con le botteghe che, insieme ai ristoranti, ne delineano le stradine. L’entrata alternativa è, invece, dal parcheggio pubblico gratuito, che introduce direttamente al centro storico, con il suo caratteristico fascino medievale. Ad appena un chilometro dalla cittadina, troverete un vero gioiello: la Pieve di San Leolino, dell’XI secolo, considerata il miglior esempio di architettura romanica di questo territorio.

Continuando a pedalare, ci si immerge nelle colline del Chianti senese, dove si inserisce magnificamente il borgo fortificato di Volpaia, irradiato di percorsi escursionistici, perfetti per chi vuole fare una immersione completa in un contesto paesaggistico ricco di peculiarità.

L’antico castello di impatto medievale, è una frazione di Radda in Chianti, punto strategico e teatro delle secolari lotte tra la repubblica fiorentina e quella senese, quando, insieme a Gaiole e Castellina, costituiva la lega militare fiorentina con l’emblema del Gallo Nero. Il simbolo venne poi preso in prestito dal consorzio del Chianti Classico ed è oggi utilizzato come marchio del pregiato vino famoso in tutto il mondo, da degustare presso il Castello di Volpaia, che si affaccia nella graziosa piazzetta principale del borgo – il cui Chianti Classico Riserva è stato classificato da Wine Spectator come il 3° vino migliore del mondo – o in una delle cantine della zona.

Oltre alla sua rinomata arte enogastronomica, Volpaia custodisce molte testimonianze del proprio passato, fra cui perle sacre come la commenda di Sant’Eufrosino, risalente al Quattrocento, considerata il più importante esempio di architettura rinascimentale nel Chianti.

Da qui in poi si incontrano le strade bianche del celebre percorso de L’Eroica, che portano ad altre attrazioni imperdibili.

Greve in Chianti

Fonte: iStock

Il borgo di Greve in Chianti

Da Greve in Chianti a Firenze

L’ultima tappa del tour attraverso la panoramica Via Chiantigiana porta i ciclisti a visitare il paese di Greve in Chianti,  l’unico comune della provincia di Firenze a rientrare interamente nella zona del Chianti. Tante le attrazioni che regala questa perla immersa nel profumo dei vigneti. Piazza Matteotti, con la sua particolare forma triangolare, che ne è il cuore, circondata da suggestive logge ad arco, animate da negozi, botteghe e osterie in cui è possibile gustare e acquistare i prodotti tipici locali.  La chiesa di Santa Croce, che custodisce opere di pregio, e il convento di San Francesco, che ospita il Museo di Arte Sacra, con una incredibile collezione di dipinti, sculture e arredi datati fra il XIV e XIX secolo. Da non perdere anche il Museo del Vino, un percorso tra storia, cultura e tradizione del Chianti, prodotto qui da secoli.

Il suggestivo giro in bicicletta nel Chianti Classico si conclude a Firenze, sempre seguendo strade secondarie, poco trafficate e immerse nella meravigliosa natura toscana.

L’Eroica: informazioni generali

L’Eroica è nata nel 1997 a Gaiole in Chianti, piccolo borgo nella provincia di Siena. Si tratta di un evento ciclistico magico, ispirato al ciclismo classico, per riscoprire le radici autentiche di uno sport straordinario, che ogni anno combina in modo unico percorsi impegnativi, paesaggi magnifici e ristori indimenticabili.

I percorsi de L’Eroica

L’Eroica prevede 5 percorsi differenziati:

  1. Lungo L’Eroica 209 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  2. Medio Crete Senesi, 135 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  3. Cento Val d’Arbia 106 km
  4. Medio Gallo Nero 81 km
  5. Corto Valle del Chianti 46 km

Ogni partecipante ha la facoltà di scegliere il percorso a lui più adatto e la scelta deve essere indicata al momento dell’iscrizione. I minori, dai 13 ai 18 anni, possono partecipare al percorso di 46 km. Per i minori, oltre alla presentazione del certificato di idoneità alla pratica sportiva e della tessera sportiva per il ciclismo, è necessario che sia fornita l’autorizzazione dei genitori o di chi ne esercita la patria potestà, compilando l’apposito modulo di autorizzazione.

I percorsi saranno segnalati con frecce, ma ognuno dovrà fare affidamento al “Road Book” alla “Mappa Eroica”. Gli itinerari e le tracce GPS sono consultabili e scaricabili dal sito della manifestazione.

Passeggiata Valle del Chianti

Questo percorso, lungo 46 km, richiede circa tre ore e regala suggestioni incredibili. È caratterizzato dal suggestivo passaggio dal Castello di Brolio, a pochi chilometri da Gaiole, dai vigneti del Chianti Classico incastonati nella tipica macchia toscana, dalla dolce discesa verso Pianella con il panorama di Siena sullo sfondo, e dal caratteristico “Leccione”: due lecci che sembrano uno solo e fanno da cornice a un panorama mozzafiato.

Percorso Corto Gallo Nero

È la “porta d’accesso” al mito de L’Eroica. In circa quattro ore, oltre alle bellezze che abbiamo visto nella Passeggiata Valle del Chianti, si aggiungono altre attrazioni imperdibili. Tra queste spicca Radda in Chianti, il borgo delle vigne, che merita una lunga sosta al ristoro ufficiale e una visita al borgo antico, tra monumenti e negozi.

Proprio qui ha sede il Consorzio del Chianti Classico, fondato nel 1924. Situato in una posizione privilegiata, al confine tra la val d’Arbia e la val di Pesa, Radda in Chianti è protetta, almeno in parte, dalle sue mura difensive. Il territorio è percorso da alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio che danno nome alle valli circostanti. Nascono qui il Pesa, dalle pendici del Pian d’Albola, e il Greve, che origina dal Monte Querciabella, entrambi affluenti dell’Arno, mentre L’Arbia scorre solo ai margini del paese per gettarsi poco oltre nell’Ombrone.

Dei castelli del territorio raddese soltanto Volpaia ha avuto un certo sviluppo, con un ampio giro di mura con torri e un cassero ancora in gran parte conservato, mentre altri manieri sono giunti a noi molto frammentati, come Albola e Monterinaldi, oppure trasformati in ville, come Castelvecchi, o in case coloniche, come Castiglione, il Trebbio e Paternò. Ci sono, poi, altre dimore rurali che conservano le strutture a torre delle “case da signore” medievali, come Borraccoli, Camporempoli, Casa Vecchia, Montevertine, il Palazzo Pornano, le Ripe e il Fornale. Fra gli edifici signorili, spicca la splendida casa padronale Le Marangole, poco lontano dal nucleo del paese. Durante iI tour in bicicletta, non perdete una sosta al Ristoro di Lamole, dove si può degustare la celeberrima Ribollita, salumi tipici locali e l’ottimo Chianti Classico.

Percorso Cento Val d’Arbia

Agli itinerari de L’Eroica di Gaiole in Chianti, si è aggiunto un nuovo e inedito percorso che passa attraverso le Crete Senesi. Si tratta di un itinerario è impegnativo ma comunque alla portata di molti, grazie a una lunghezza e un dislivello non esagerato.

Il percorso misura 106 chilometri e ha il pregio di unire il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Arbia. Si pedala per lo il percorso Lungo fino a Radi, raggiungendo Monteroni, San Martino in Grania sullo stesso percorso dei professionisti, Presciano Arbia. Si torna poi sul percorso Corto per la strada bianca utilizzata dai professionisti alla prima edizione dell’Eroica Pro. Infine, si rientra a Gaiole da Pianella e Dievole.

Percorso Medio – Crete Senesi

Con questo percorso, alla portata di molti ciclisti, siamo già nel mito de L’Eroica. Considerate che i tempi di percorrenza possono arrivare anche a 10 – 12 ore e più. L’itinerario porta ad attraversare e scoprire Buonconvento, uno tra i “Borghi più belli d’Italia”. Incantevole scrigno di tesori dalle atmosfere medievali, a una trentina di chilometri da Siena, racchiude un piccolo ma affascinante centro storico, dove si trova la chiesa, il Palazzo Comunale e due musei. Il centro di questo paesino pittoresco merita una visita per ammirarne la tipica architettura in mattoni rossi e i tanti scorci magici da fotografare.

Per recuperare le energie, si può fare una sosta presso i ristori di Castelnuovo Berardenga, considerato una meta ideale per una giornata da trascorrere alla scoperta del meraviglioso paesaggio rurale che caratterizza la parte meridionale del Chianti. Andando alla scoperta di questa piccola località, infatti, si svela allo sguardo un ricco patrimonio storico-culturale, con chiese che risalgono addirittura all’anno 600 e nobili famiglie che hanno costruito maestose ville con giardini fiabeschi.
La vera sfida sui pedali del percorso Medio inizia con la famosissima salita di Monte Sante Marie, tra Asciano e Torre a Castello, con forti pendenze e panorami da cartolina.

Percorso Lungo

È considerato L’Eroica più autentica, con oltre 3700 metri di dislivello. La pedalata dura almeno 15 ore. Ciò significa che gli ultimi ciclisti tornano a Gaiole in Chianti anche dopo le ore 22.00. Qui si vive lo spirito più estremo e affascinante del territorio della provincia di Siena, caratterizzato da bellezze paesaggistiche che non hanno eguali. Tante le emozioni che si vivono pedalando lungo questi itinerari, come il passaggio notturno al Castello di Brolio illuminato dalle fiaccole.

Il maniero troneggia al centro dei terreni dell’azienda Ricasoli, la più estesa della zona del Chianti Classico, con 1.200 ettari totali, di cui 240 di vigneto e 26 coltivati a ulivo, nel comune di Gaiole in Chianti. Più volte ricostruito e modificato, porta i segni delle più diverse epoche che lo hanno attravrsato, dai bastioni fortificati di stampo Medievale, agli inserimenti del Romanico e del Neogotico, sino alle specificità dell’Ottocento toscano.

Percorso permanente: pedalare lungo L’Eroica tutto l’anno

Il percorso permanente si sviluppa per 209 km complessivi nel cuore delle Terre di Siena, attraversando il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Orcia e compiendo un viaggio nell’essenza del leggendario paesaggio toscano. Le caratteristiche tecniche di questo itinerario – perfettamente segnalato e praticabile tutto l’anno – lo rendono una grande opportunità per gli appassionati di cicloturismo.

A seconda della propria preparazione e del tempo che si vuole dedicare al paesaggio che lo circonda, si può percorrere da uno a cinque giorni. Il percorso si caratterizza per il continuo movimento su strade asfaltate e sterrate e presenta un dislivello totale di circa 3.800 metri. La buona notizia è che è adatto a qualsiasi tipo di bicicletta.

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Lago di Landro, dalle acque verdi e turchesi

Chi lo ha detto che durante l’estate si deve per forza andare solo al mare? Un’ottima alternativa per chi è in cerca di fresco sono le montagne, meravigliose formazioni rocciose che sembrano voler toccare il cielo. E molto spesso, tra le imponenti cime, si nascondo bacini d’acqua che sono un sogno a occhi aperti, come l’eccezionale Lago di Landro.

Dov’è il Lago di Landro

Il Lago di Landro è una vera e propria meraviglia dolomitica: sorge in fondo alla Val di Landro, in Alto Adige, nel comune di Dobbiaco.

Ciò vuol dire che non è molto distante dal ben più famoso Lago di Dobbiaco, lungo la strada che porta a Cortina d’Ampezzo. In sostanza, ci troviamo nel cuore di un luogo da sogno: quello del Parco Naturale Tre Cime che confina con il Parco Fanes-Senes-Braies.

Posizionato a oltre 1.400 metri sul livello del mare, è meta e punto di partenza di numerose escursioni estive, anche se grazie alla pista di sci di fondo Dobbiaco – Cortina che passa direttamente davanti al lago, è destinazione particolarmente amata anche d’inverno.

Cosa vedere al Lago di Landro

È pressoché impossibile arrivare al cospetto del Lago di Landro e non rimanere incantati: le sue incredibili acque verdi e turchesi invitano chiunque decida di visitarlo a fare una sosta e rilassarsi lungo le sue rive. E nei mesi più caldi, volendo, si può persino fare qualche indimenticabile tuffo.

Circondato da cime dolomitiche che fanno innamorare, come il Gruppo del Cristallo nelle Dolomiti Ampezzane, a poca distanza dal suo letto offre uno spettacolare punto panoramico, quello di cui si possono ammirare le Tre Cime di Lavaredo.

Tra le varie escursioni da fare ci sono quelle sul Monte Piano nelle Dolomiti di Sesto, oppure al Rifugio Antonio Locatelli che è situato ai piedi del Monte Paterno. Da qui, tra le altre cose, si può prendere anche il sentiero n. 6a che conduce all’affascinante palestra di roccia “Valle della Rienza”, che dalla cima permette di ammirare un panorama emozionante sul Lago di Landro e sulla valle omonima. Presenta anche una suggestiva spiaggia di ghiaia presso la riva nord.

Infine, sulle sponde del lago è ancora conservato un cippo con una ruota che è stato posto a ricordo della teleferica che dal lago portava rifornimenti alle postazioni sul Monte Piana durante la Prima Guerra Mondiale.

Come raggiungere questo incantevole lago

È possibile raggiungere il Lago di Landro sia con i mezzi pubblici che con quelli propri. Situato a circa 8 chilometri a sud del Lago di Dobbiaco, vi si può facilmente arrivare partendo da quest’ultimo o da Cortina d’Ampezzo.

Chi viaggia in automobile, da Dobbiaco deve proseguire in direzione Cortina. Dopo aver percorso approssimativamente 12 chilometri, il maestoso Lago di Landro appare sulla sinistra. È bene sapere, inoltre, che sono presenti parcheggi direttamente accanto a questo incantato bacino d’acqua dolce. Venendo da Cortina è necessario compiere circa 20 chilometri per attraccare sulle sue belle sponde.

Chi invece preferisce usare i mezzi pubblici, che in Alto Adige sono ben funzionanti, può farlo sia da Dobbiaco che da Cortina: bisogna prendere la linea di autobus 445 (Dobbiaco-Cortina) che prevede una fermata proprio nei pressi dello splendido Lago di Landro.

Non resta che correre a scoprire questa magica perla dolomitica.

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Sulla Ciclovia Puccini, la più bella d’Italia

È un viaggio lento sulle note di Giacomo Puccini la Ciclopedonale Puccini, che raccoglie il patrimonio culturale e naturale che s’incontra pedalando tra Lucca e la Versilia. Racconta i luoghi e la vita del celebre compositore, di cui si celebrerà il centenario della morte nel 2024.

È una ciclovia unica in Italia e forse al mondo, tanto da essersi aggiudicata l’Oscar italiano del Cicloturismo 2023, il premio che viene assegnato da otto anni alle ciclovie verdi delle Regioni che promuovono la vacanza su due ruote, con servizi mirati al turismo lento.

È una ciclovia “musicale”: una speciale segnaletica consente di accedere, tramite QR code, a un accompagnamento musicale durante la pedalata e di ascoltare le sinfonie suggerite in alcuni punti lungo il percorso.

L’itinerario della Ciclopedonale Puccini

La ciclovia “musicata” si estende per 58 chilometri tra Lucca, la sua città natale (Puccini nacque nella casa di corte san Lorenzo), e Torre del Lago, il rifugio dove si trasferì a vivere in solitudine.

La ciclovia comincia da Ponte a Moriano, pochi chilometri a Nord di Lucca, e attraversa uno scenario naturale incantevole. Corre sull’argine del fiume Serchio, terra di origine della famiglia Puccini (a Celle Puccini si trova la casa dei suoi avi), per circa 40 km, con i rilievi preappenninici sulla sinistra, filari di pioppi, case coloniche e vigne, uliveti e boschi sulla destra.

A Ponte san Quirico, la ciclabile si innesta sul percorso del Parco fluviale del Serchio fino a Ponte San Pietro in località Nave. Da lì, percorrendo la pista sulla riva sinistra del Serchio si raggiunge Ripafratta, all’ombra delle rovine della rocca di San Paolino.

Il percorso prosegue, sull’altro lato del ponte in direzione Filettole, sulla via di Radicata e, passando davanti alla ex cava su via dei Salcetti sulla strada bianca della Costanza, si percorre il tratto che arriva al ponte sul Fossa Nuova per poi raggiungere il Lago di Massaciuccoli, che fu tanto caro al Maestro.

Imperdibile, una volta giunti a Torre del Lago, oggi rinominata Torre del Lago Puccini, una frazione di Viareggio, il museo allestito nella Villa Puccini, l’abitazione in cui il compositore trascorse molti anni della sua vita.

Info utili

Il percorso è pianeggiante ed è adatto a tutti. Lungo il tragitto s’incontrano servizi di noleggio bici, punti di assistenza e di ricarica per le e-bike, fontanelle per abbeverarsi, punti ristoro e guide.

Per i meno allenati o per chi desidera percorrerla a piedi, visto che si tratta di una strada pedonale oltre che ciclabile, c’è la possibilità di raggiungere alcuni tratti o di far ritorno in treno, grazie alla vicinanza con le stazioni ferroviarie.

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Val Gargassa, un trekking acquatico nel Far West

Appassionati dei film di Sergio Leone? Amate la natura? Curiosi di geomorfologia? E… state anche morendo di caldo?? 😓 Ho un percorso per voi!

In Val Gargassa, ai confini nord-orientali del Parco del Beigua, parte della prestigiosa lista UNESCO dei geoparchi internazionali, c’è un trekking ad anello che fa al caso vostro. L’anello, per Escursionisti Esperti, parte e termina nei pressi del campo sportivo di Rossiglione (GE), in Liguria. 

Prendo il sentiero contrassegnato dalla doppia X gialla che costeggia il campo da calcio per poi infilarsi, pianeggiante, nella boscaglia di castagni, querce e noccioli che lambiscono il torrente. 

Esco dal bosco, il panorama inizia ad aprirsi ed il sapore del percorso a essere quello dell’avventura: in un tratto un po’ esposto, mi aiuto con gli appositi cavi di sicurezza fissati alla roccia. Attraverso una passerella in legno, con un occhio a invitanti spiaggette di sabbia e ghiaia e piscine naturali scavate nella roccia, piccole ma profonde, anche se un po’ impoverite dalla siccità 🥵

Rio Gargassa

Fonte: Stefano Spadacini

Rio Gargassa

Proseguo sul sentiero, quelle che sembravano fragili rocce porose dimostrano tutta la loro solidità: le rocce conglomeratiche si fanno sempre più frequenti e dure, tanto che, in una lotta all’ultimo sangue, il torrente ha vinto, ma non senza fatica: ha bucato la roccia, ma solo quel tanto che basta per poter passare… il risultato? un canyon spettacolare le cui pareti verticali sono degne delle maggiori opere di ingegneria!

Poco più avanti guado il Rio Gargassa su un passaggio fatto di grossi massi arrotondati che necessita di adeguate calzature e di una giornata di sole: dopo le piogge può essere estremamente scivoloso. 

Spunta qui uno dei primi torrioni di roccia, tanto suggestivo da spingere la fantasia locale a denominarlo Muso del Gatto. Dopo un tratto in salita che porta verso la conclusione della prima parte dell’anello (direzione nord-sud), volgendo lo sguardo a ovest si aprono finestre panoramiche sulla seconda parte (direzione sud-nord) ed in particolare sui torrioni della Rocca dra Crava (Rocca dei Corvi) e della Rocca Giana.  

A ben guardare queste fiabesche torri di un paesaggio incantato, si direbbe che un gigante buono si sia divertito a plasmarle, facendo gocciolare la sabbia bagnata dall’alto della sua mano, come ciascuno di noi ha fatto da bambino in spiaggia. 

Il sole è alto nel cielo, il caldo si fa sentire e, ad un secondo sguardo, il colore a tratti rossastro di queste meraviglie geomorfologiche, mi catapulta in un film di Sergio Leone: sono un cowboy sbarbato e arrostito dal sole in groppa al suo destriero, procedo a passo stanco tra un torrione e l’altro e la gola secca mi ricorda che sono alla disperata ricerca di un abitato, possibilmente dotato di saloon whiskey-munito …

Val Gargassa, il far west ligure

Fonte: Stefano Spadacini

Val Gargassa, il far west ligure

Scendo dal cavallo delle fantasie e torno dal mio viaggio estemporaneo nel far west. Ma la spiaggia c’entra in qualche modo: qui 160 milioni di anni fa c’era il mare ed i torrioni sono rocce ofiolitiche, ossia affioramenti di un bacino oceanico del Giurassico!

Prima di accedere al secondo tratto, proseguo verso sud per un breve sconfinamento dall’anello, e mi imbatto in Cascina Veirera, un antico insediamento oggi abbandonato dove, come ci suggerisce il toponimo, sorgeva una vetreria. Da qui si può proseguire ancora verso sud per andare a vedere una sorgente sulfurea.

Torno sui miei passi e, in breve, una ripida salita inaugura la seconda parte dell’anello, dove seguo il segnavia a tre bolli gialli. Poco più avanti arrivo alla parte più panoramica del percorso, dove il Barcun dra Scignura (Balcone della Signora), una curiosa apertura verticale nei conglomerati di puddinga, offre una finestra sullo spettacolare canyon del Gargassa.

Il panoramico Anello della Val Gargassa

Fonte: Ilaria Mangini

Il panoramico Anello della Val Gargassa

Più avanti il sentiero inizia a ridiscendere, si attraversa il letto roccioso di un rio, dopo il quale si inizia a seguire il segnavia a bollo giallo singolo. Attraverso un bel bosco misto di latifoglie e seguo il sentiero nuovamente in discesa che mi riporta al campo sportivo da dove sono partito. 

Info Pratiche

🚗 Uscita Masone della A26, si prende la SS456 per Campo Ligure e Rossiglione (GE), quindi si svolta a destra per Tiglieto sulla SP41 (Anche se su Google Maps questa strada è denominata SP1 e poi SP64, la cartellonistica locale la individua come SP41). Si procede su questa strada fino a prendere una traversa a sinistra per lo stadio comunale, dove, nei pressi del campo da calcio, c’è ampio spazio per parcheggiare (44.560655, 8.649434).

🥾 L’Anello della val Gargassa è adatto a escursionisti esperti ed è caratterizzato da alcuni tratti esposti, ancorché attrezzati con catene, alcuni guadi del torrente ed un dislivello da percorrere rilevante (dati altimetrici dettagliati, cartografia ufficiale e tracce gpx di questo itinerario sul sito del Parco del Beigua):

  • Difficoltà: EE – Per escursionisti esperti
  • Tempo di percorrenza: 3,5-4 ore
  • Lunghezza: 7 km
  • Dislivello: 180 m
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Avventure nel Melezzo, il torrente che scorre in due direzioni

Nelle mie scorribande alla ricerca dell’acqua in tutte le sue forme, mi imbatto nella Val Vigezzo, attraversata dal torrente Melezzo, che dalle mie ricerche sembra essere serbatoio di notevoli piscine naturali.

Questa valle funge da cerniera tra la Valle del Toce in Piemonte ed il Canton Ticino e, procedendo verso Est, da Domodossola in direzione della Svizzera, inizia subito a salire bruscamente costeggiando il torrente, fino a raggiungere gli 850 metri presso il paese di Druogno. 

Qualcosa non quadra in Val Vigezzo

Mi fermo qui per una pausa tecnica e, guardandomi attorno, qualcosa non quadra: mi rendo conto che il torrente Melezzo, che fin qui scendeva da Est a Ovest, abbandona la Val Vigezzo muovendosi decisamente verso Nord. Ma le piscine naturali che cerco dovrebbero essere in questa stessa valle diversi chilometri più a Est, in un corso d’acqua che ugualmente si chiama Melezzo 🤔

Mi chiedo se la posizione che ho puntato sia sbagliata o se sia in un altro corso d’acqua, di cui la mia fonte abbia semplicemente sbagliato nome e proseguo, quindi, sulla SS337 della Val Vigezzo verso Est. In pochi chilometri vengo rinfrancato dal fatto che, effettivamente, questa strada torna a costeggiare un torrente di buone dimensioni in un falso piano dove si sviluppano altri (incantevoli) paesi montani, come Santa Maria Maggiore. 

Ma queste certezze si sciolgono in breve come neve al sole: la Val Vigezzo, che avevo percorso in salita fino a Duorgno, inizia molto presto a scendere, nonostante io stia proseguendo sempre nella stessa direzione. Ed il torrente, che fino a Druogno scorreva da Est a Ovest, ora scorre da Ovest verso Est, c’è decisamente qualcosa che non torna 🤔

Il Ponte Nuovo Romano

Nel frattempo passo il confine con la Svizzera e, dopo pochi chilometri, parcheggio e inizio a camminare nel bosco verso la mia destinazione (Vedi Info Pratiche). Come sempre mi accade quando vado in cerca d’acqua, tutti i dubbi, i ruminii mentali, le normali paranoie della vita scompaiono, lasciando il posto al deciso verde dei boschi e al rumore dell’acqua. Leggo un cartello per il Ponte Nuovo Romano… è la destinazione che cercavo! È così che si dissolve in un attimo anche l’ultimo dubbio, quello di aver sbagliato strada. Certo rimane il mistero della valle che prima sale e poi scende, lo fugherò solo più avanti …

Ponte Nuovo Romano
Ponte Nuovo Romano

La mulattiera inizia a scendere e, dopo alcuni tornanti nel bosco, un incantevole ponte a schiena d’asino è letteralmente aggrappato ai due versanti di una profonda, spettacolare forra scavata da un torrente verde e cristallino.

Questa meraviglia architettonica, che ci sorprende nel bel mezzo della natura più rigogliosa e selvaggia, è denominata Ponte Nuovo Romano. Non è infatti di epoca romana, perché costruito nel 1578, anche se alcune fonti riferiscono che l’attuale sostituì uno dei ponti di epoca imperiale costruiti sulla strada romana che collegava la Valle del Toce e quella del Ticino.

Sotto al ponte una enorme piscina naturale mi rinfresca alla sola vista, ed è possibile arrivarci, ma non per tutti. Chi non se la sente di scendere, può godersi questo posto meraviglioso dall’alto del ponte o proseguire sul sentiero turistico che prosegue dopo averlo attraversato. 

Il Ponte Nuovo Romano è sospeso a 26 metri dall'acqua
Il Ponte Nuovo Romano è sospeso a 26 metri dall’acqua

Attraverso il ponte, ignoro il sentiero turistico in salita e prendo, al di là di un rivolo d’acqua, una traccia secondaria in discesa. Il rivolo d’acqua potrebbe essere asciutto in estate, diversamente fate attenzione a non camminare sulle rocce lisce e bagnate, perché scivolose ed esposte. Questa traccia vi conduce, nella zona più a monte del sito, nei pressi di una piscina naturale poco profonda e di medie dimensioni, assistita da alcuni scogli lisci.

A monte del Ponte Nuovo Romano
A monte del Ponte Nuovo Romano

Nella zona più a valle del sito, e precisamente nella zona sotto il ponte, c’è una grande e profonda piscina naturale, con una battigia composta prevalentemente di scogli ed un limitato affioramento di ghiaia. Per raggiungerla non c’è un sentiero, si accede tramite il greto del torrente. Bisogna sapersi districare tra le rocce, le rapide ed alcuni salti dell’acqua: si tratta di un percorso complicato, affrontatelo solo se siete sicuri di poter anche tornare indietro.

Si può accedere anche dalla sinistra orografica: prima di attraversare il ponte, una traccia in discesa vi conduce nei pressi del torrente (pur costringendovi a superare un “salto” di circa 1 metro sulle rocce), in una zona di scogli, che dà su alcune rapide e dove l’accesso all’acqua non è immediato.

La piscina naturale sotto al ponte
La piscina naturale sotto al ponte

Da qui, tuttavia, si gode pienamente la bellezza del posto, dominato dall’incantevole schiena d’asino del ponte, arrampicatosi tra pareti scoscese a 26 metri dall’acqua: quello che gli inglesi non esiterebbero a definire una straordinaria wild swimming experience!

Mi godo il mio picnic sugli scogli, mentre il calore del sole è perfettamente bilanciato dalla frescura dell’acqua. Quindi raccolgo tutte le mie cose, compresa la mia busta della spazzatura e, completamente rigenerato, mi avvio verso casa.

Trovata la quadra in Val Vigezzo

Mi fermo in un bar e, forse tradito dall’abbigliamento tecnico, vengo approcciato da un anziano, simpatico signore locale che, sorridendo, mi chiede “É andato a camminare?” “Sì, sono andato al Ponte Nuovo Romano”. É chiaramente ben disposto, conosce il posto e mi racconta della sua passione per le camminate in montagna.

Deve sapere, penso. E quindi, esitando un attimo, senza ben sapere come porre il tema, gli chiedo “ma quanti corsi d’acqua ha la Val Vigezzo?” e lui, dopo una pausa, “uno, anzi due … ma con lo stesso nome!”

É così che scopro l’arcano: la Val Vigezzo è una valle a “U” (rovesciata, ovvero prima sale e poi scende), unica in Piemonte per la sua particolare orografia. Non è infatti solcata dal corso di un unico torrente dalla testata allo sbocco, bensì da due torrenti che scorrono in direzioni opposte generando un’ampia vallata pianeggiante nella quale sorgono i comuni principali. L’abitato di Druogno può essere considerato lo spartiacque della valle: il Melezzo Occidentale, scava la stretta gola che da qui si congiunge alla valle del Toce, verso ovest, mentre il Melezzo Orientale scende ad est percorrendo le Centovalli svizzere fino a portare le sue acque nel fiume Maggia e quindi nel Lago Maggiore.

Info Pratiche

🚗A26 in direzione Gravellona Toce, dove di prosegue sulla SS33 del Sempione. Si prende quindi l’uscita Masera per seguire la SS337 verso Val Vigezzo fino al confine di stato, dove tale strada diventa la Cantonale. Proseguite sulla Cantonale per poco meno di 9 km e, 350 m dopo il bivio per Calezzo, individuate sulla destra un’apertura nel guard-rail con alcuni cartelli gialli indicanti dei sentieri (46.17463, 8.69259), da cui parte una mulattiera lastricata in sasso in discesa. Parcheggiate nello spiazzo sulla sinistra, ci sono 8 posti. Ah … in Svizzera non sono proprio teneri con il parcheggio selvaggio … anche luoghi completamente immersi nella natura possono essere soggetti al pagamento della sosta, solitamente agevolato dalla presenza di macchinette automatiche per l’emissione del ticket.

🚂La panoramicissima Vigezzina (o Centovallina come viene chiamata in Svizzera) è una linea ferroviaria che collega Domodossola a Locarno, attraverso un viaggio di quasi due ore di puro romanticismo. I caratteristici trenini panoramici a scartamento ridotto vi porteranno attraverso le suggestive Centovalli: un percorso di 52 km, lungo impetuosi torrenti, montagne rocciose, cascate, ponti impressionanti, vigneti, selve castanili e piccoli villaggi che sembrano essersi fermati nel tempo. La stazione di Intragna di questa linea dista poco meno di 1 km dai menzionati cartelli gialli. Intragna è collegata a Domodossola e Locarno con diversi treni giornalieri rispettivamente di circa 1h33 e 18 minuti.  

👣Prendete la mulattiera, attraversate la ferrovia, e arriverete in ca 10-15 minuti nei pressi del c.d. Ponte Romano (46.172550, 8.690041). Pur non presentando particolari ostacoli, e pur essendo frequentato da escursionisti di tutte le età, il percorso è classificato fattibile per il discreto dislivello da percorrere (ca 90 m) e un paio di tratti esposti. 

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Puoi passeggiare tra torri naturali che sfiorano il cielo

Esistono luoghi che sono così straordinariamente belli che non si possono descrivere, ma solo vivere. Posti che sono stati sapientemente plasmati da Madre Natura, che sono sopravvissuti al tempo, ai secoli e alle intemperie, e che si sono trasformati in veri e propri capolavori visivi destinati a lasciare senza fiato.

Il Parco Nazionale Torres del Paine è uno di questi. Si tratta di un’area protetta, dichiarata dall’Unesco come riserva della biosfera e candidata anche alla lista del Patrimonio dell’Umanità, che ospita alcune delle più affascinanti visioni del pianeta. Non è un caso che molti viaggiatori abbiano identificato nel parco l’ottava meraviglia del mondo naturale.

Proprio qui, infatti, si ergono maestose e suggestive le Torres del Paine, una serie di enormi monoliti in granito che si innalzano ad altezze vertiginose. Principali attrazioni turistiche del parco, questi monumenti regalano ai viaggiatori un’esperienza unica, quella di passeggiare tra torri naturali che sfiorano il cielo. Pronti a partire?

Benvenuti nel Parco Nazionale Torres del Paine

La nostra esperienza di viaggio comincia qui, tra le straordinarie bellezze naturalistiche che si snodano all’interno del Parco Nazionale Torres del Paine. Area protetta del Cile, questo sito è considerato uno dei più grandi e importanti del Paese, nonché la terza attrazione turistica più visitata.

Sono molte, infatti, le persone provenienti da ogni parte del globo che affrontano questo viaggio lunghissimo per ammirare il grande patrimonio naturalistico del parco.

Per visitarlo dobbiamo recarci tra le terra della Regione di Magellano e dell’Antartide Cilena. Proprio qui, a circa 112 chilometri da Puerto Natales e a poco più di 400 chilometri da Punta Arenas, possiamo scoprire ed esplorare il bellissimo e suggestivo Parco Nazionale Torres del Paine.

Una visita al suo interno permette di scoprire una moltitudine di paesaggi naturali, variegati, immensi e straordinari. Ci sono le montagne, tra le quali spicca il grande complesso del Cerro Paine le cui cime arrivano a toccare anche i 3.000 metri di altitudine. Ci sono anche le grandi vallate, che si alternano ai fiumi, ai laghi e ai ghiacciai.

L’attrazione principale del Parco Nazionale Torres del Paine, però, è quella suggerita dal nome stesso del sito. Stiamo parlando delle Torres del Paine, un agglomerato di grandi monoliti di granito che si sono formati secoli fa e che sono stati plasmati, ed erosi, dall’acqua, dal ghiaccio e dal vento.

Si tratta di veri e propri monumenti naturali che svettano verso il cielo, fino a sfiorarlo, e che regalano ai visitatori la possibilità di intraprendere passeggiate suggestive e indimenticabili tra torri rocciose che raggiungono le nuvole.

Una passeggiata tra le torri che sfiorano il cielo

Come abbiamo anticipato i monoliti di granito che compongono il gruppo delle torri rappresentano l’attrazione principale del Parco Nazionale Torres del Paine.

Una volta giunti fin qui, i viaggiatori potranno ammirare tutta la grandiosità di Madre Natura che raggiunge la sua massima espressione proprio in quelle altezze mozzafiato. Fanno parte delle Torres del Paine la Torre Central, un massiccio che arriva a misurare 2800 metri di altezza, la Torre Norte e la Torre Surf.

Intorno a questi monumenti naturali, poi, si snoda un paesaggio mozzafiato tutto da scoprire. I ghiacciai da una parte e le vallate dall’altra regalano scorci suggestivi e indimenticabili. Aguzzate bene la vista perché nel parco è possibile incontrare diversi esemplari di fauna selvatica.

Qui, infatti, vivono i puma, le volpi grigie e i nandù, l’orso dagli occhiali, l’unico esemplare sudamericano, e il piccolo gatto selvatico. Nel parco sono presenti anche i fenicotteri cileni e il condor delle Ande.

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Perché fare una vacanza in camper è la scelta migliore

Vacanza è sinonimo di libertà e il modo migliore per farlo è partire a bordo di un camper e di mettersi in viaggio verso la prima destinazione che passa per la mente. Che sia per un breve weekend o per uno dei tanti Ponti o per una vacanza più lunga, l’Associazione Produttori Caravan e Camper (APC) consiglia questo tipo di esperienza che regala tante emozioni e rispecchia le esigenze di molti.

Non serve possedere un costoso camper, oggi si possono facilmente noleggiare attraverso le numerose società di camper sharing che offrono ogni tipologia di mezzo, dal più grande al più piccolo, dal più spartano al più confortevole, proprio come una casa-vacanze mobile.

Comodità come in una casa-vacanza

Il camper è il mezzo che più si avvicina al concetto di casa. Dalla cucina alla camera da letto, dal soggiorno al bagno con tanto di doccia, non manca davvero nulla. Viaggiare in camper è un po’ come affittare un appartamento con tutti i comfort del caso. Non è necessario uscire a pranzo e a cena, si dorme in un comodo letto con le proprie lenzuola, si può vivere all’aperto ma anche chiudersi dentro a guardare la Tv o anche fare smart working, nel caso fosse necessario.

Una vacanza (anche) last minute

Una vacanza in camper significa anche svegliarsi la mattina e mettersi in viaggio. Non serve fare altro e neppure prenotare nulla, se non una piazzola in un campeggio, se si viaggia in alta stagione. Il camper è il modo migliore di muoversi per chi ama i viaggi last minute, insomma. Decidere all’ultimo minuto di partire, cambiare itinerario strada facendo senza programmare la prossima tappa è il massimo della libertà. Non avere una meta prestabilita permette di scoprire nuovi angoli di mondo. L’improvvisazione è la vera libertà che regala il camper. Si può decidere di prolungare la permanenza in una destinazione o di partire da un giorno all’altro senza preoccuparsi di prenotare né un alloggio né un mezzo di trasporto.

Una vacanza sostenibile

Sostenibilità è la parola chiave degli ultimi anni e il camper sposa alla perfezione il concetto di mobilità e di vacanza sostenibile. Recenti studi, tra i quali una ricerca dell’Università di Pisa, hanno dimostrato come viaggiare in camper sia più sostenibile rispetto ad altre tipologie di viaggio tradizionali: le emissioni prodotte da un viaggio in camper risultano inferiori fino al 32% rispetto ad altri tipi di vacanze. Molte sono le accortezze che permettono un viaggio più green: evitare di usare la plastica, non sprecare acqua, installare pannelli solari e cercare di consumare il più possibile prodotti locali. In generale, il tempo libero a bordo di un camper è a minor impatto ambientale in quanto il camper in sosta ha emissioni quasi pari a zero.

Una vacanza pet friendly

Quando si possiede un animale, ci si rende conto di quanto sia difficile trovare strutture in grado di ospitare anche cani ma soprattutto gatti. Una vacanza in camper rende tutto molto più semplice perché non ci si deve separare dal proprio animale domestico neppure per un giorno. Si consiglia di far abituare l’animale al nuovo ambiente, cominciando con brevi tratte aumentando man mano le distanze e la durata del viaggio.

Via libera alle proprie passioni

Un altro vantaggio del camper è che non si deve rinunciare alle proprie passioni perché a bordo si possono portare tutte le attrezzature per lo sport e l’hobby preferito. Dalla bicicletta al surf, dal bricolage ai libri, c’è spazio per tutto. Per non parlare poi dei giochi dei bambini.