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Escursioni presso la Riserva dello Zingaro: quali fare

La Riserva Naturale Orientata dello Zingaro lega il suo nome al piacere della scoperta e dell’avventura. Questa splendida area protetta, tra i luoghi più affascinanti e selvaggi della Sicilia, offre sette chilometri di natura incontaminata da San Vito Lo Capo Castellammare del Golfo. Un saliscendi di costa, tra la verde vegetazione spontanea e le acque trasparenti delle calette, dove “la terra profuma ancora di terra ed il mare profuma ancora di mare”, grazie a quanti si sono battuti per mantenere integro questo angolo di paradiso, impedendo la realizzazione di una strada litoranea.

La si può quindi a ragione considerare una vera e propria opera d’amore della sua gente e di chi, visitandola, rispetta le leggi di questi luoghi. Tre percorsi, più o meno difficoltosi, permettono di esplorare una delle fasce costiere più belle d’Italia, vivendo appieno tutte le sue meraviglie. Seguiteci.

Riserva dello Zingaro: da dove accedere

Si può accedere alla Riserva dello Zingaro da due ingressi principali: lato Nord, da San Vito Lo Capo, e lato Sud da Scopello, frazione di Castellammare del Golfo. Dall’ingresso Nord lo spettacolo si apre sull’incantevole Cala Tonnarella dell’Uzzo, le cui acque trasparenti sono raggiungibili in dieci minuti, senza percorrere troppi dislivelli. Un particolare che la rende anche la più frequentata durante la stagione estiva. Addentrandovi tra i sentieri, troverete altre calette tranquille, come Cala Marinella, Cala Beretta, Cala della Disa, Cala del Varo e Cala Capreria, la prima che si  incontra se scegliete l’ingresso  Sud.

Quest’ultimo si si trova a 10 chilometri da Castellammare del Golfo. Da qui, dopo aver attraversato un tunnel scavato nella roccia, si raggiunge la sopracitata Cala Capreria, impiegando circa 20 minuti di cammino. Una meraviglia di riflessi turchesi che incontrano il bianco dei ciottoli lucidati dal mare, accompagnando i viaggiatori su tutto il sentiero di costa.

Cala dell'Uzzo

Fonte: iStock

L’incantevole Cala dell’Uzzo, raggiungibile dal lato Nord

Gli spettacolari sentieri della Riserva dello Zingaro

Camminare lungo i sentieri della Riserva dello Zingaro è un’esperienza che va fatta godendosi, passo dopo passo, il gusto del viaggio lento. Lo sguardo viene catturato da ogni incredibile sfumatura di paesaggio, con la vegetazione che trionfa tutt’intorno, i percorsi ricchi di suggestione, grotte e musei da scoprire. Potete, infine, approfittare delle spiagge che si incontrano durante il tragitto, piccole oasi immacolate dove rinfrescarvi e rigenerarvi.

Il sentiero costiero

È il meno impervio, quindi il più semplice da percorrere. La distanza per la sola andata, da ovunque si decida di partire, è di circa 7 km, percorribili in non più di 2 ore. Certamente la durata del percorso può variare, a seconda se decidiate o meno di visitare tutte le calette.

Il paesaggio predominante è quello della macchia bassa, una natura non contaminata che svela un tripudio di ginestre e timo, mandorli e frassini, carrubi e disa. Un’incantevole cromatura di colori  in contrasto di cui godere soprattutto in primavera e in autunno, così da non imbattersi nella folla dell’alta stagione. A farvi compagnia lungo tutto il tragitto si stagliano all’orizzonte la roccia bianca, le sfumature del mare, il verde della palma nana, regalando l’illusione di essere all’interno di un dipinto. Non mancano le aree attrezzate in cui sostare, per recuperare le energie.

Il percorso di mezza costa

È un percorso di media difficoltà, 8,5 km della durata di circa 4 ore, ed è anche il più panoramico. Da qui ci si può addentrare lungo i sentieri che portano nella parte alta del suo territorio, raggiungendo il Borgo Cusenza, considerato il cuore della Riserva dello Zingaro e uno dei più belli della Sicilia, e Contrada Sughero.

Qui troverete anche dei rifugi per il bivacco, nella stagione aperta al pubblico che va da maggio a ottobre, durante la quale i custodi accolgono i visitatori raccontando loro storie semplici e ricche di curiosità su questi luoghi dall’anima ancora squisitamente rurale. A questo punto, le staccionate in legno segnano le deviazioni per altri percorsi, dando a ciascuno la scelta su come proseguire per scoprire altre meraviglie.

Il sentiero alto

Siamo arrivati al percorso più impegnativo, consigliato esclusivamente agli appassionati ed esperti di trekking. Sentieri in salita, circondati di ginestre, si snodano per 17 km, richiedendo un cammino della durata di circa 7 ore. Percorrono, da nord a sud,  le cime di Monte Passo del Lupo (868 mt), Monte Speziale (914) e Monte Scardina (680), attraversando un paesaggio di montagna fiancheggiato da pini d’Aleppo e lecceti. Dall’alto di queste cime, che formano la dorsale che da sud-est sale verso nord-ovest, si possono ammirare gli squarci che si aprono verso il mare in lontananza, restituendo allo sguardo un incanto senza fine.

Il Sentiero Italia

La Riserva dello Zingaro è attraversata anche dal Sentiero Italia, che con i suoi oltre 7000 km è il percorso escursionistico più lungo del mondo. Ideato nel 1983 da un gruppo di giornalisti escursionisti l’itinerario è stato fatto proprio dal CAI nel 1990, per poi essere inaugurato nel 1995. L’affascinante percorso escursionistico si sviluppa con circa 400 tappe lungo l’intera dorsale appenninica, isole comprese, e sul versante meridionale delle Alpi. Il concatenamento di tracciati che formano il Sentiero Italia attualmente è quasi completamente segnalato con i colori bianco e rosso e la dicitura “S.I.” Dalla Riserva dello Zingaro il sentiero può essere attraversato partendo da Scopello o da Macari. Ci si avventura per 14 km circa, percorrendo sia la parte alta che quella costiera.

Le grotte della Riserva dello Zingaro

Un’esperienza unica da fare nella Riserva dello Zingaro è una visita alle sue splendide grotte, ma attenzione: soltanto con la guida di uno speleologo. Non tutte, infatti, sono accessibili ai non esperti, inoltre è molto facile perdere l’orientamento. La più grande è la Grotta del Sughero, con concrezioni eccezionali e formazioni caratteristiche, tra le poche nella Riserva che vanta la presenza dell’acqua, con alcuni laghetti incantevoli. Molto interessante è poi la Grotta dell’Uzzo, considerata uno dei più importanti siti preistorici dell’intera Sicilia.  All’interno di essa sono state rinvenute tracce di presenze umane risalenti a circa 10.000 anni fa.

Altre grotte accessibili sono quella del “Porco”, con striature di faglia che ne fanno capire l’origine tettonica, e le tre che prendono il nome di “Mastro Peppe Siino”, antri che fungevano da riparo fino al secolo scorso. Sempre nella zona collinare o a mezza costa si trovano altre tre grotte molto ineterssanti per la presenza di speleotemi come le ‘forme coralline’, accessibili però solo a persone esperte”: la Zubbia dei Coralli, la  Zubbia del Corno e la Zubbia delle Lame. Nella zona montuosa, l’unica grotta accessibile al pubblico inesperto è quella di Monte Speziale.

Grotta dell'Uzzo

Fonte: iStock

Grotta dell’Uzzo,  uno dei più importanti siti preistorici della Sicilia

Riserva dello Zingaro: consigli utili

Per godere appieno della bellezza della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, camminando in totale sicurezza lungo i suoi sentieri, è raccomandato seguire alcuni consigli pratici ed utili. Per prima cosa, è fondamentale partire con scarpe da trekking o da ginnastica e pantaloni lunghi in qualsiasi stagione, dato che si può facilmente incappare in arbusti, cespugli spinosi o insetti.

Ricordatevi di avere con voi sempre riserve d’acqua e di proteggervi la testa con un cappello, dato che lungo l’itinerario il sole è alto e caldo anche nelle stagioni più miti. Vi ricordiamo, infine, che Riserva Naturale dello Zingaro è aperta tutti i giorni dalle ore 7.00 alle ore 19.30.

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Dormire in una tenda sospesa tra gli alberi: l’esperienza da sogno

Esiste un posto, neanche troppo lontano, dove i sogni possono diventare realtà. Un piccolo eden terrestre dove la natura è assoluta protagonista: è proprio lei a fare da cornice a una delle esperienze più incredibili di sempre.

Ci troviamo a Carona, in un piccolo paesino non lontano da Lugano situato a 600 metri sul livello del mare e incastonato tra le cime dei monti San Salvatore e Arbostora. Sono circa mille le persone che vivono qui e che hanno scelto di custodire uno dei tesori più preziosi dell’intero territorio: il Parco San Grato, un gioiello naturalistico che ospita una collezione straordinaria di esemplari floristici e che affaccia direttamente sul lago di Lugano e sulle montagne circostanti.

È proprio all’interno di questo microcosmo delle meraviglie, da scoprire passo dopo passo, che è possibile vivere e condividere un’esperienza unica, forse la più romantica di una vita intera. Sì perché qui è possibile dormire in una tenda sospesa tra gli alberi e completamente immersa nella natura.

Dormire in una tenda sospesa tra gli alberi

Gli alloggi, lo sappiamo, non sono più semplici luoghi del riposo e del ristoro, ma sono diventati parte integrante e caratterizzante delle nostre avventure, delle vere e proprie attrazioni turistiche che, da sole, valgono un intero viaggio.

È il caso delle tree tents, le tende sospese tra gli alberi che permettono ai viaggiatori di dormire completamente immersi nella natura, con la sola compagnia del cinguettio degli uccelli e della luce delle stelle. Un’esperienza unica e romantica, questa, da vivere e condividere all’interno di uno dei più affascinanti parchi svizzeri, quello di San Grato di Carona.

Qui, nel Canton Ticino, gli avventurieri possono trascorrere la notte in una tenda esclusiva fissata tra gli alberi che popolano il bosco di larici, anima del parco. Tutto intorno, invece, si snodano centinaia di esemplari di piante in fiore e conifere che rendono l’atmosfera magica e unica.

L’esperienza da sogno in un parco svizzero

L’alloggio del parco di San Grato, che si snoda per oltre 200.000 metri quadrati, è il perfetto punto di partenza per ammirare tutte le meraviglie che qui sono custodite. Passo dopo passo, infatti, è possibile andare alla scoperta degli esemplari che qui sono coltivati e custoditi. Tra questi spiccano le collezioni di azalee, rododendri e conifere, tra le più ampie dell’intera Regione Insubrica.

Come abbiamo anticipato, la tenda sospesa vanta una posizione privilegiata, si trova infatti all’interno del bosco di larici situato proprio nel cuore del parco. L’alloggio garantisce un’esperienza primordiale che permette di staccare da tutto e da tutti: non ci sono corrente, riscaldamento, né connessione a internet.

C’è la visione indisturbata del cielo stellato che illumina d’incanto la notte però, così come ci sono degli scorci incredibili, tutti da scovare, che permettono di ammirare una vista mozzafiato sull’intero territorio a ogni ora del giorno: è questo il vero lusso. I comfort, comunque, non mancano. Per il periodo di permanenza, infatti, gli ospiti possono contare su una camera con bagno privato, e a uso esclusivo, messa a disposizione dall’Hotel Villa Carona, dove è anche possibile anche lasciare i propri bagagli.

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Danimarca in bicicletta: tre itinerari per scoprire il Paese più bike-friendly

In Danimarca quasi tutti vanno in bicicletta. Nel Paese, ci sono circa 0,8 biciclette per ciascun abitante. Muoversi in bici non è solo facile, ma fa anche parte della loro cultura. L’amore per le due ruote è nel DNA dei danesi e sortisce persone come il campione Jonas Vingegaard che ha vinto Tour de France 2023.

Merito della conformazione del territorio danese, “piatto come un pancake”, dicono, ma anche del fatto che le distanze tra un’attrazione e l’altra sono brevi, e soprattutto delle magnifiche piste ciclabili che sono state realizzate, separate dalla strada da cordoli. In Danimarca, le città sono progettate per la sicurezza sulle due ruote e il design urbano è un po’ un’ossessione per i danesi.

Ecco perché la Danimarca è il Paese ideale per fare una vacanza in bicicletta. In questo luogo così bike-friendly è facile noleggiare una bicicletta e pedalare su percorsi anche a lunga distanza. Ve ne suggeriamo tre per andare alla scoperta dei luoghi più belli della Danimarca.

Tour di Copenhagen in bicicletta

Dopo il successo del Grand Départ del Tour de France, la cui prima tappa era una corsa a cronometro a Copenhagen, ora gli appassionati di ciclismo possono provare in prima persona la pista della gara. È un tour perfetto per scoprire tutte le anime della Capitale danese in una volta sola.

L’itinerario di 13 chilometri si snoda nel quartiere di Nørrebro, lungo i laghi e fino agli spazi verdi di Østerbro. I laghi sono il luogo ideale per concedersi una pausa e godersi un po’ di relax al tavolo all’aperto di un bar.

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Fonte: ©Kim Wyon

La storica fortezza di Kastellet a Copenhagen

Si prosegue passando davanti alla storica fortezza di Kastellet, alla Statua della Sirenetta e, infine, al Palazzo di Amalienborg, residenza ufficiale della famiglia reale. Lungo il percorso si possono visitare alcune delle principali istituzioni culturali del Paese come il Centro di Architettura Danese, la Galleria Glyptotek e il Museo del Design della Danimarca per poi continuare attraverso il centro città e sul lungomare fino alla linea del traguardo.

Le biciclette a noleggio sono disponibili in molti hotel e negozi di Copenhagen o attraverso il servizio di bike sharing della città.

Lungo la ciclabile dei castelli

Quest’anno l’isola di Fionia, regione natale di Hans Christian Andersen, inaugura un nuovo percorso ciclabile: la Castle Route o pista dei castelli. La Fionia e le sue isole ospitano più castelli e manieri di qualsiasi altro luogo della Danimarca, 123 in totale, e questo percorso di 660 km è studiato per toccarne ben 50, pedalando tra magnifiche coste e terreni coltivati e passando da un’isola all’altra lungo una strada punteggiata di negozi di prodotti tipici e di bed & breakfast caratteristici e glamping dove soggiornare.

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Fonte: ©Daniel Villadsen

Il castello di Sønderborg in Danimarca

Tra i punti di maggiore interesse che s’incontrano lungo la Castle Route ci sono il Museo Vichingo di Ladby, il Museo della Guerra Fredda della fortezza di Langeland, il Museo delle Fiabe di Odense (dove è nato Andersen) e l’originale Museo della Patata. Poi ci sono le isole, come l’incantevole isola di Ærø, con le sue case sul mare, le spiagge e le magnifiche scogliere e l’isola di Langeland, con le sue spiagge e le vedute sull’arcipelago. Il tutto, attraversando splendidi paesaggi fatti di vigneti, un giardino botanico di piante medicinali, pianure abitate da cavalli selvatici, fauna marina e uccelli.

Una particolarità della Fionia sono le sue stazioni di servizio per biciclette. Lungo la strada ce ne sono addirittura 30, con pompe, acqua e attrezzi, tutte a uso gratuito per i ciclisti. Esiste anche una rete di Bike Friends ovvero dei volontari pronti ad aiutare i ciclisti in caso di problemi con la bici o anche solo per riempire la borraccia d’acqua.

Danimarca cost-to-coast

Questo itinerario è dedicato a chi è davvero appassionato di bicicletta, in quanto è più impegnativo degli altri due. È un nuovo percorso ad anello lungo 236 km attraverso lo Jutland meridionale (Sønderjylland in danese), che va dal Mare dei Wadden al Mar Baltico e ritorno. L’itinerario collega le cittadine di Haderslev e Aabenraa – sulla costa orientale – a Tønder e all’isola di Rømø, nel Mare dei Wadden, sulla costa occidentale.

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Fonte: ©Niclas Jessen

In bicicletta per le strade di Tønder, Jutland meridionale

Con i suoi suggestivi panorami scolpiti dall’ultima era glaciale da una parte e le sue distese pianeggianti, ideali per i ciclisti dall’altra, lo Jutland meridionale è già una destinazione nota agli amanti delle due ruote. Questo nuovo percorso, infatti, si aggiunge alle tradizionali piste ciclabili della penisola, tra cui la West Coast Route (sulla costa Ovest), la Baltic Sea Route (lungo il Mar Baltico) e la Flensburg Fjord Route (lungo il Fiordo di Flensburgo).

L’itinerario coast-to-coast si può suddividere in due circuiti più brevi, uno di 142 km a Est e uno di 154 km a Ovest, così da completare il viaggio in una settimana, con tappe lungo la strada.

Tra le principali attrazioni che ci sono lungo il percorso si trovano il Castello di Gram e il suo tradizionale tavolo delle torte, con 24 tipi diversi di dolci, la Marsk Tower, una torre d’acciaio che s’ispira alla forma di una molecola di DNA, con vista sul Parco Nazionale del Mare dei Wadden, il Castello di Brundlund ad Aabenraa e il Tørning Mølle, un antico mulino ad acqua vicino a Haderslev.

Si passa in bicicletta anche dalla strada più bella della Danimarca, la Møgeltønder, con le sue case dal tetto di paglia, i viali di tigli e il palazzo reale di Schackenborg. Lungo il tragitto si può vedere anche la Linea di difesa settentrionale, costruita dai tedeschi durante la Prima guerra mondiale. Molti degli 800 bunker e degli edifici costruiti al confine con la Danimarca sono ancora intatti.

E poi c’è la natura: il paesaggio che si attraversa comprende paludi, riserve di cervi, isole spettacolari e il Parco Nazionale del Mare dei Wadden, dichiarato patrimonio dell’Unesco.

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Val di Mello, una meraviglia tutta italiana

Viviamo in un Paese in cui, per fortuna, sopravvivono ancora delle zone incontaminate, dove la natura regna indiscussa con tutte le sue sfumature e dove l’essere umano viaggia con una mano sul cuore, ovvero rispettando come si deve tutto ciò che incontra. Un patrimonio, il nostro, fatto di magnifici scenari montuosi impreziositi da torrenti spumeggianti, laghetti che sembrano dipinti, cime che si innalzano fiere e una vegetazione lussureggiante, come quella della Val di Mello.

Dove si trova la Val di Mello

La Val di Mello è una sorprendente valle laterale della Val Masino. Situata al confine con le Alpi svizzere, ha la sua “porta d’ingresso” presso il paese di San Martino, in provincia di Sondrio, e termina nei pressi del gruppo del monte Disgrazia, una vetta relativamente solitaria di ben 3.678 metri di altitudine.

Non esageriamo quando scriviamo che si tratta di un luogo incantato: nel 2009 la Lombardia ha riconosciuto la Val di Mello come riserva naturale, tanto da essere oggi l’area protetta più grande della regione. Ciò vuol dire che qui, in alcuni periodi dell’anno, non ci sono automobili e che l’aria che si respira è quella pura e cristallina di alta montagna.

Data la sua audace e autentica spettacolarità, la Val di Mello è conosciuta persino come la piccola Yosemite italiana, merito certamente della sua natura mozzafiato, ma anche dei suoi singolari paesaggi fatti di corsi d’acqua color smeraldo, rigogliosi boschi di conifere, bestiame al pascolo e baite alpine che rendono il territorio altamente fiabesco.

Val di Mello, Lombardia

Fonte: iStock

Un fiabesco angolo della Val di Mello

Estesa su 4.560 ettari di territorio, è il posto perfetto per chi è in cerca di pace e di quel contatto con la natura privo di qualsiasi elemento architettonico e condito dal suono dell’acqua che scorre, insieme alle tipiche melodie del vento tra le foglie.

Cosa c’è in questa graziosa valle

In Val di Mello la natura non si risparmia, ma anzi offre spettacoli di rara bellezza. Il modo migliore per conoscerla nella sua totalità e in tutte le sue sfaccettature è quello di percorrerla per intero.

La buona notizia è che esiste un tragitto che prevede circa 2 ore di camminata per la sola andata: la prima metà si svolge lungo una pianeggiante mulattiera, la seconda sale per circa 400 metri di dislivello in un fitto bosco.

Il punto di partenza è San Martino Valmasino da dove si percorre tutta la mulattiera che parte dal “Gatto Rosso”, in località Ca’ Panscer, per raggiungere il vasto laghetto del Qualido.

A quel punto si prosegue in piano lasciandosi sulla destra il piccolo nucleo rurale di Ca’ di Carna dove si incontra il cosiddetto Bidet della Contessa, un altro specchio d’acqua che lascia senza fiato. Si giunge poi a Cascina Piana, il più grosso nucleo di baite della valle, per poi superare l’ultimo gruppo di baite della località Rasica.

Da qui il sentiero cambia completamente volto: ci si addentra nella foresta e dopo alcune brevi salite circondate da curiosi e grandi massi di granito si arriva sul fondo della Val di Mello, nei pressi del ponticello sul torrente Torrone e della Cascata della Chiusa.

Camminando tra abeti d’alto fusto e costeggiando il margine inferiore delle Placche dell’Oasi, si superano diversi tornanti fino a ritrovarsi dinnanzi agli spettacolari alpeggi dell’Alpe Pioda. Il ritorno si effettua lungo lo stesso percorso fino alle baite di Rasica, da dove si può intraprendere anche un sentiero alternativo che scende direttamente a San Martino Valmasino.

Il granito della Val di Mello

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Profili di montagne in Val di Mello

Le tappe da fare lungo il percorso

La preziosa Val di Mello è composta da due territori: una riserva “integrale” e una “zona speciale”. Al suo interno sono racchiusi piccoli siti rurali abitati e graziose valli adiacenti, come la Val del Ferro. La prima, ossia la riserva “integrale”, è accessibile solo dal personale forestale autorizzato, mentre l’altra è accessibile a tutti.

Ed è proprio in quest’ultima che, passo dopo passo, è possibile fare soste bellissime e attraverso cui conoscere più a fondo l’anima integra e intatta di questo spettacolare territorio lombardo.

Da località Ca dei Rogni, il primo nucleo di baite che si incontra lungo il cammino, vale la pena fare una piccola deviazione di circa 10-15 minuti per ritrovarsi al cospetto della Cascata del Ferro. Composta di quattro fragorosi flussi d’acqua che si tuffano da poderose placche granitiche, regalano uno scenario incontaminato ed altamente sorprendente.

Un’altra tappa che vale la pena fare è il laghetto Qualido che riesce ad evocare emozioni perché vi si riflettono i monti e gli alberi circostanti. Nato recentemente, ovvero nel 2009, per colpa di una frana che ha parzialmente sbarrato il corso del Torrente Mello, offre acque cristalline che vanno dal verde giada al turchese, dal celeste al blu più profondo. E sì, è perfetto anche per fare un piccolo tuffo ristorativo.

Poi ancora il Bidet della Contessa, forse il luogo più iconico di tutta la Val di Mello. Così chiamato perché, secondo una delle varie leggende locali, in un’epoca lontana esisteva una nobile donzella che era solita rinfrescarsi in questo specchio d’acqua, è un laghetto dalle acque limpide in cui si riflettono fusti verdissimi e un cielo azzurro infinito, mentre come sfondo ci sono alte e affascinanti montagne.

Perfettamente balneabile (ma dalle acque assai fresche), è impreziosito da un minuto isolotto e da grandi pietre che gli conferiscono un fascino ancor più unico nel suo genere.

Bidet della Contessa, Val di Mello

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Il bellissimo Bidet della Contessa

Cos’altro fare

La Val di Mello presenta diverse strutture che possono essere usate come punto d’appoggio per le attività escursionistiche e alpinistiche, tra cui bivacchi e rifugi.

In più, è un importante sito d’arrampicata per il bouldering e le vie lunghe su roccia di granito. Vi basti sapere che sono presenti una ventina di pareti, tra le più conosciute non possiamo non menzionare il Precipizio degli Asteroidi e lo Scoglio delle Metamorfosi.

Molto soddisfazione la troveranno anche coloro che desiderano fare l’arrampicata sportiva in quanto qui ci sono più di 300 vie di arrampicata di ogni tipologia, dai gradi più bassi fino a quelli più alti. Tra le più iconiche c’è quella del “Sasso Remenno“, il più grande monolito roccioso d’Europa.

Infine, dalla Val di Mello è possibile intraprendere quello che è conosciuto con il nome di Sentiero Roma, una delle più celebri Alte Vie delle Alpi che sorprende ed emoziona grazie alla sua vera e propria esplosione di natura incontaminata.

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Matese: paradiso degli escursionisti

Sognate una vacanza a pieno contatto con la natura, giornate scandite da escursioni, percorsi da trekking e dalla scoperta di borghi millenari custodi di meraviglie e tradizioni?

Il Massiccio del Matese in Molise è la meta che fa per voi, un autentico patrimonio ancora intatto, un ambiente protetto ricco di parchi, riserve, oasi, sorgenti, corsi d’acqua e cascate nonché grotte spettacolari, tra le più lunghe d’Italia.

Ma non basta: non è raro scorgere le suggestive “Marmitte dei Giganti“, pozze d’acqua cristallina che nascono dal disgelo, cavalli che pascolano selvaggi, greggi di pecore e mandrie di mucche, gli ultimi carbonai, preziosi siti archeologici e piccoli paesi in armonia con la montagna che li abbraccia.

Una catena montuosa da scoprire e da vivere, che osserva contemporaneamente due mari, il Tirreno e l’Adriatico, in una posizione davvero privilegiata.

Gli affascinanti borghi sui versanti dei monti

Per conoscere meglio questo angolo di Molise, tra le prime tappe non possono mancare alcuni dei paesi più caratteristici, arroccati sui monti, in perfetto equilibrio con il territorio che li ospita, piccoli presepi che, al calar della sera, fanno risplendere con le loro luci il nero profilo dei versanti.

Alle pendici del Matese, con il paesaggio segnato dal tipico tratturo (il percorso dei pastori durante la transumanza) molisano Pescasseroli-Candelo, Sepino, borgo medievale delimitato dalle antiche mura, consente di andare alla scoperta dell’area archeologica di Saepinum, dove spiccano i luoghi più rappresentativi della città romana quali le terme, la cinta muraria, il foro, la basilica e il teatro.

In più, vi sono i resti anche di Saipins, insediamento del periodo sannitico in località Terravecchia, e il pianoro di Campitello del Sepino che si raggiunge seguendo un sentiero di montagna: si tratta di una rigenerante distesa pianeggiante circondata da verdi boschi.

Altrettanto custode di meraviglia è Roccamandolfi, raccolto borgo medievale vegliato dalle rovine di un castello longobardo, un fitto dedalo di vicoletti e casette che hanno come fulcro la Chiesa di San Giacomo.

Oltrepassata la parte alta del paese, ecco il Castello, già presente alla fine del XI secolo, di cui oggi rimangono le torri e le mura: dopo una visita, si può proseguire lungo una stretta stradina di montagna per arrivare al pianoro di Campitello di Roccamandolfi, altro punto di partenza per entusiasmanti escursioni tra i boschi del Matese.

Non lontano dal gruppo montuoso delle Mainarde e dal fiume Volturno, merita una sosta anche Monteroduni, le cui stradine e case del centro storico sorgono attorno al suo simbolo, il Castello Pignatelli.

Si tratta di un edificio a forma rettangolare con quattro torrioni cilindrici agli angoli che, nel tempo, ha perso le fattezze di fortificazione longobarda e poi normanna per diventare un’elegante residenza signorile: al suo interno, il piano terra ospita stanze con forni, cucine e cantine con grandi botti in legno mentre il piano nobile incanta con un magnifico salone con pavimento in cotto, soffitto in legno dipinto con motivi cavallereschi, e lo stemma della famiglia Pignatelli.

L’anfiteatro naturale di Campitello Matese

Campitello Matese

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Campitello Matese, Molise

Il borgo medievale di San Massimo, che conta meno di 800 residenti, vanta, a 1429 metri di altitudine, il pianoro di Campitello Matese, la stazione sciistica più importante del Centro e Sud Italia con 40 chilometri di piste, svariati impianti di risalita, strutture ricettive e servizi per i turisti, racchiusa tra la cima più elevata del Matese, il Monte Miletto a 2050 metri, e le creste della Gallinola a 1922 metri.

In estate offre entusiasmanti occasioni per escursioni, trekking, camminate, gite a cavallo, in mountain bike o in squad, discese con il parapendio e moltissimi altri sport all’aria aperta.

Gli escursionisti apprezzeranno i numerosi sentieri dove ascoltare la voce del vento, come quello di Capo d’acqua che conduce a Capo dell’arco: qui fa bella mostra di sé un pittoresco arco naturale scavato dalla natura nella roccia.

L’Oasi WWF di Guardiaregia, natura allo stato puro

Da non perdere è l’Oasi WWF di Guardiaregia-Campochiaro, una delle più grandi d’Italia con un’estensione di oltre 2000 ettari, custode di vere perle naturalistiche come il canyon del Quirino sul cui fondo svettano il leccio e tassi centenari, grotte, boschi di faggi e la fragorosa Cascata di San Nicola dove l’acqua si tuffa con un salto di ben 100 metri.

Lasciano poi senza parole i “Tre Frati“, tre maestosi faggi secolari poco distanti uno dall’altro, e le grotte Cul de Bove e Pozzo della Neve, quest’ultima tra le cavità più profonde del Paese con 1045 metri.

Per quanto riguarda la fauna selvatica, l’oasi è habitat ideale per il lupo, la poiana, il falco pellegrino, il nibbio reale, il merlo acquaiolo, e varie specie di anfibi tra cui citare la salamandra dagli occhiali.

L’antica Bojano, tra storia e leggenda

Civita di Bojano

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L’antico borgo di Civita di Bojano

Alle pendici del Matese e a ridosso del fiume Biferno, la cittadina di Bojano, sovrastata dall’antico e silenzioso borgo fortificato di Civita, avrebbe avuto origine, secondo la leggenda, da un gruppo di Sanniti che decisero di edificarla proprio nel punto in cui si era fermato il cammino di un bue sacro.

Oggi, tra le testimonianze del passato, da vedere è la Cattedrale di San Bartolomeo, patrono della diocesi e della città, risalente al XI secolo, una delle più antiche della cristianità.
Nel corso del tempo, la chiesa ha subito numerose distruzioni e trasformazioni: durante gli ultimi lavori di restauro, al di sotto dell’altare è tornata alla luce l’antica abside da cui sgorga acqua e a cui si accede scendendo sette gradini che simboleggiano i sette vizi capitali.
Tale ritrovamento, rende la Cattedrale di Bojano forse l’unica a possedere un altare al di sopra di una sorgente d’acqua.

Dalle rovine del Castello, invece, si gode di una vista superba: da un lato la piana su cui sorge l’abitato con l’inizio del Tratturo Pescasseroli-Candela e della Valle del Biferno, dall’altro i Monti del Matese.
Ai piedi della vecchia fortezza, delimitato da una cinta muraria ancora in parte visibile, ecco un agglomerato di piccole case e strette vie, in gran parte disabitato.

Ma non è tutto. Raggiungibile soltanto a piedi seguendo un sentiero montano, emoziona il Santuario di Sant’Egidio, a 1000 metri tra i boschi di faggio del Matese, una suggestiva chiesetta del IX-X secolo nei pressi di una fonte d’acqua purissima. Non manca un rifugio per gli escursionisti che desiderassero fermarsi qualche giorno in uno scenario idilliaco.

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Questa piccola valle italiana, che pochi conoscono, è una vera scoperta

Dicono sia una delle valli più belle d’Italia, ma sono in pochi a conoscerla. Questa piccola vallata altoatesina che confina con l’Austria è una gemma nascosta nota alla gente del posto e a qualche turista appassionato, che ama andare alla scoperta di mete fuori rotta.

Stiamo parlando della Val di Fleres, una valle che si estende da Colle Isarco, alle spalle del borgo medievale di Vipiteno, che conduce fino alle Alpi dello Stubai. Questa deliziosa valle, fatta di pascoli, boschi, laghetti alpini e cascate, è una meta molto apprezzata dai turisti che amano trascorrere una vacanza all’insegna dell’attività all’aria aperta e dalle famiglie, lontano dalla folla.

Il paesaggio montano caratterizzato dal Massiccio del Tribulaun e dalla bellissima Parete Bianca regala sentieri escursionistici spettacolari, fino a raggiungere l’alta quota, alcuni dei quali imperdibili.

Escursioni nella natura

Come quello che porta alla Cascata “All’Inferno”, con il suo salto di 46 metri ai piedi del Calciati al Tribulaun. Si tratta di uno dei luoghi più rilassanti che esistano. Oltre alla tranquillità della valle e alla piacevole escursione lungo l’acqua, pare infatti che l’aria ionizzata dalla cascata purifichi le vie respiratorie, mentre i suoni dell’acqua aiutano a calmare il sistema nervoso.

Tra gli itinerari più belli della Val di Fleres c’è il suggestivo percorso Dolomieu, il cui nome si deve al geologo francese che qui scoprì una particolare roccia calcarea. Un itinerario che, dalla stazione a monte di Monte Cavallo (a duemila metri di quota alle spalle di Vipiteno, raggiungibile con la cabinovia), si estende fino al fondovalle della Val di Fleres e che permette di ammirare i colori della natura, ma anche di degustare i prodotti di sei malghe altoatesine. Gli escursionisti possono assaggiare il tipico formaggio grigio, un formaggio magro fatto con latte acido e prodotto dai contadini di montagna.

Un altro sito naturale della regione Vipiteno-Racines è la cascata di Moassl, sul fondo della Val di Vizze. L’aria fresca e la pace alla fine della valle rendono il luogo di riposo intorno alla cascata di Moassl un posto speciale di forza nel mezzo di una natura bellissima.

Escursioni tra le malghe

Uno degli itinerari più interessanti è il sentiero che conduce fino alla malga Furtalm, dove concedersi un pranzo a base di piatti della tradizione e di prodotti realizzati direttamente nella struttura.

Sulla cima del Monte Cavallo si trova un micro-villaggio fatto di malghe, dove d’estate vengono portate le mucche al pascolo. Tra queste, c’è la Malga di Valmigna, un luogo dal fascino unico in una posizione davvero suggestiva. Tra luglio e agosto si svolgono le Giornate dello yogurt, l’”oro bianco di Vipiteno”, con un ricco programma di eventi incentrati attorno al famoso yogurt di Vipiteno. E poiché lo yogurt qui è una religione, una volta tornati a Vipiteno è possibile prenotare una visita guidata (esclusi weekend e festivi) per scoprire i segreti dello yogurt e assistere al percorso di trasformazione del latte. La visita si conclude con una degustazione dello yogurt in tutte le sue declinazioni.

Infine, partendo dalla stazione a monte della cabinovia di Ladurns (a 1.713 metri di altitudine), si può percorrere un sentiero leggermente in salita passando le malghe di Ladurns e il rifugio Ladurnerhütte, per raggiunge il rifugio Stella Alpina, riconoscibile per un crocefisso accanto al delizioso laghetto di Sandes, dove ci si può dilettare nella pesca delle trote. Anche qui si può fare una sosta gastronomica (è consigliato lo strudel di mele), ma merita assolutamente proseguire sul sentiero per poter ammirare la maestosità del gruppo del Calciati Tribulaun che, pur raggiungendo solo i 3.100 metri di altezza, si erge imponente rispetto agli altri massicci montuosi.

Tra Ladurns e Fleres si trovano i meravigliosi Giardini Aromatici Wipptal dove vengono coltivate erbe e piante aromatiche seguendo rigidi criteri biologici. I fiori raccolti a mano e le erbe tagliate nel momento della loro massima potenza balsamica, vengono lavorati per realizzare prodotti di alta qualità, dagli infusi ai liquori fino ai cosmetici, che poi vengono venduti.

Le attività per i bambini

La Val di Fleres è perfetta per le famiglie. Sono tante, infatti, le attività all’aria aperta adatte ai più piccoli. Una di queste è la visita al Rossy Park sul Monte Cavallo, un parco giochi con mini-zoo di conigli, asini, pony, pecore, lama e alpaca. Qui è possibile partecipare al “lama trekking”, una gita organizzata accompagnati da questi simpatici animali originari del Sudamerica. Tra le passeggiate da non perdere c’è il facile tour circolare “Flaner Jöchl”, un percorso ad anello adatto a tutti e con un dislivello contenuto, perfetto a piedi o per un giro in mountain bike con tutta la famiglia.

Per chi preferisce le attività più adrenaliniche, c’è poi il Panorama Mountain Coster, una pista su rotaia che permette di provare, in completa sicurezza, l’ebrezza della velocità slittando tra i boschi e i pascoli del Monte Cavallo, ragalando, come dice il nome, un panorama unico. La pista estiva per slittini è la grande novità di quest’anno. La si raggiunge da Vipiteno con la nuova cabinovia del Monte Cavallo. Dalla stazione a monte si prende poi il telemix che conduce al Coster. La discesa parte da 2.120 metri di quota e copre quasi 300 metri di dislivello, per un tragitto di 1.300 metri con pendenza media del 20% e massima del 56%. Si corre in tutta sicurezza fino a raggiungere la velocità di 40 km orari.

Per i più grandicelli (è consigliato dai dieci anni in su), ci sono anche le mountaincart, veicoli a tre ruote senza motore che sfrecciano sulle strade forestali verso valle, silenziose e nel pieno rispetto della natura. Il percorso lungo 6,5 km ha una pendenza che varia tra il 3 e il 10% e comprende 12 curve, un sottopassaggio e due gallerie. Venti minuti di puro divertimento.

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Cima Vezzena: la magnifica escursione per raggiungerla

Chi ama la natura, i profili maestosi delle montagne, l’aria pura e l’adrenalina nel vero senso della parola almeno una volta nella vita deve provare l‘escursione che conduce presso Cima Vezzena. Chiamata anche Pizzo di Levico, Spitz Verle o Spitz Leve è un monte che fa parte del comune di Levico Terme nel Gruppo degli Altipiani, in Trentino. E sulla sua sommità, oltre a un panorama splendido, mette a disposizione del visitatore persino una sorpresa.

Come raggiungere Cima Vezzena

Si può raggiungere Cima Vezzena concedendosi il privilegio di fare una delle escursioni più panoramiche del Trentino: passo dopo passo il viandante si ritroverà circondato da paesaggi magnifici.

Il punto di partenza è Passo Vezzena, un valico alpino delle Prealpi Vicentine a 1.402 metri sul livello del mare, situato sulla strada che collega Lavarone e Luserna con l’altipiano di Asiago. Da qui occorre seguire  le indicazioni per “Forte Verle” e “Cima Vezzena” e proseguire per circa 1 chilometro su una stradina asfaltata.

Bisogna poi immettersi in un grazioso sentiero che attraversa dei prati che, all’inizio dell’estate, pullulano di una varietà di erbe alpine in fioritura. Camminando su questo percorso ci si ritrova accanto all’ex forte austro-ungarico di Busa Verle, una struttura ormai in rovina situata a un’altitudine di 1.504 metri sul livello del mare e che appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano.

Il percorso prosegue attraverso immensi prati fino a raggiungere il bosco che circonda Cima Vezzena, punto da cui inizia una ripida salita. La buona notizia è che c’è il bosco a proteggere dal sole e dal caldo, mentre a passo lento si sale fino a ben 1.850 metri di altitudine in cui questo stesso sentiero ricco di esuberante vegetazione si immette su una strada militare austroungarica che sale verso la cima.

A quel punto occorre sole proseguire la salita fino alla croce di Cima Vezzena dove ancora sopravvivono i ruderi di cemento dell’ex forte austroungarico di Cima Vezzena. Il colore del cemento sembra identico a quello della roccia naturale e fa davvero caso pensare che una fortezza un tempo inespugnabile sia ora in questo stato di totale rovina.

Per fortuna però c’è una vista panoramica sorprendente a far battere il cuore: si possono vedere i profili dalle Dolomiti di Brenta e del Gruppo del Lagorai; i picchi di Vigolana e Marzola che si specchiano sui laghi di Caldonazzo e di Levico; il Manderiolo e l’Ortigara; il Monte Verena, il Pasubio e persino le cime del Monte Baldo.

Informazioni utili

La prima cosa da sapere per fare l’escursione per raggiungere Cima Vezzena è che esistono due varianti:

  • la prima è di 10,5 chilometri da fare in circa 4 ore di cammino. È la più semplice e la meno impegnativa, tanto da essere alla portata di tutti;
  • la seconda – che è quella di cui vi abbiamo parlato – ha una lunghezza di 9,5 chilometri da compiere in approssimativamente 3 ore. È certamente un po’ più impegnativa per via del ripido sentiero in mezzo al bosco, ma senza ombra di dubbio offre uno scenario bellissimo.

Entrambe, tuttavia, permettono di raggiungere la terrazza panoramica situata su Cima Vezzena che farà venire la pelle d’oca per la sua sontuosa bellezza.

Se decidete di fare questa escursione in estate vi consigliamo di portarvi da bere in quanto lungo il percorso non ci sono punti di ristoro. Bisogna anche tenere a mente che la percorribilità dell’itinerario proposto è inevitabilmente soggetto a cambiamenti ambientali dovuti a eventi naturali e alle condizioni meteo.

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Questa località di montagna è perfetta per l’estate

Nel Parco Naturale Adamello Brenta c’è una località di villeggiatura perfetta per l’estate. Un paese tranquillo, vicino alle mete più glam, dove il paesaggio è da favola e che offre un’infinità di attività da fare all’aria aperta, per tutta la famiglia.

Stiamo parlando di Pinzolo, nell’alta Val Rendena, in Trentino, parte del comprensorio sciistico più grande delle Alpi, la Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta, e che d’estate si trasforma in una palestra a cielo aperto.

Rispetto alla vicina Madonna di Campiglio, è una meta di villeggiatura molto più tranquilla e perfetta per chi desidera trascorrere le vacanze in famiglia e all’insegna del silenzio e del relax.

Pinzolo, il regno della tranquillità

Il paese è delizioso. Tra le attrazioni più belle c’è sicuramente il centro storico puntellato dalle caratteristiche case di montagna coi tetti spioventi, le balconate di legno e gli affreschi sulle facciate.

Passeggiando tra le tipiche vie del borgo, vi ritroverete a scoprire alcuni edifici imperdibili, come la Chiesa di San Vigilio che sfoggia una bellissima facciata medievale ricoperta di affreschi di epoche diverse. Uno dei più importanti è la “Danza macabra” di Simone Baschenis che raffigura nobili e plebei che sono praticamente uguali di fronte alla morte.

Il paese è un vero angolo di relax per l’estate e non servirebbe neppure muoversi per trovare la pace. Basti pensare che, in pieno centro, c’è persino un lago, o meglio, un Biolago, uno specchio d’acqua perfettamente balneabile, realizzato con le tecnologie più avanzate che consentono la depurazione delle acque attraverso l’utilizzo delle piante. Il Biolago, con la piscina per i più piccoli e i servizi, è perfettamente inserito nel verde dell’area sportiva e di giochi per bambini della “Pineta”. Il fatto che non ci sia alcun torrente che lo alimenta, al contrario dei laghi naturali alpini, fa in modo che l’acqua, filtrata e depurata naturalmente, sia più calda e abbia una carica batterica minore.

Le escursioni in quota

Il borgo di Pinzolo si rivela un ottimo punto di partenza per coloro che vogliono avventurarsi in indimenticabili escursioni. Del resto, ci troviamo nella più vasta area protetta del Trentino. Ci sono circa 450 chilometri di sentieri, tra boschi e montagne, alla scoperta di panorami e cascate nascoste, e oltre 20 km di piste ciclabili oltre al Brenta Bike Park per gli appassionati del downhill.

Madonna di Campiglio - Val Rendena - Carisolo - Pista ciclabile

Fonte: @Paolo Bisti – Luconi

Una pista ciclabile in Val Rendena

Dal paese, che si trova a un’altitudine di soli 800 metri, si può salire con la cabinovia Tulot-Malga Cioca a 1.750 metri e raggiungere, in pochi minuti, sentieri e boschi in quota dove poter praticare ogni genere di sport e attività all’aria aperta.

Da qui partono anche diverse passeggiate adatte a tutti, anche a famiglie con bambini. Da poco è stato anche inaugurato un nuovo sentiero senza barriere che, a Madonna di Campiglio, conduce, in circa 45 minuti, da località Patascoss a uno dei luoghi più incantevoli e amati della zona: il lago di Nambino, a 1.718 metri di altitudine.

Tra le meraviglie da non perdere in questa zona ci sono sicuramente le Cascate Nardis che sono, molto probabilmente, le più spettacolari di tutto il territorio. Basti sapere che hanno un dislivello superiore ai cento metri.

Madonna di Campiglio - Panorama - Dolomiti di Brenta

Fonte: @Paolo Bisti – Luconi

Panorama delle Dolomiti di Brenta

Una delle escursioni più belle che si possono fare da Pinzolo è quella che porta alla Malga Ritorto, dove c’è una straordinaria terrazza panoramica sulle Dolomiti di Brenta, e che prosegue verso le acque cristalline del Lago Ritorto. Una suggestiva stradina asfaltata lunga poco più di 2 km parte dalla località Patascoss e arriva in circa 45 minuti alla prima tappa. Dalla malga, l’itinerario diventa più selvaggio, ma continua a offrire una vista stupenda sul gruppo delle Dolomiti. Superata la Piana dei Mughi, luogo di appostamento per scorgere diverse specie animali, si prosegue sino ai ruderi della Malga della Pozza dei Garzoni. La fatica per raggiungere il Lago Ritorto sarà ampiamente ripagata dal panorama mozzafiato che il luogo regala. Le guglie del Brenta che si rispecchiano tra le acque del laghetto alpino lo rendono un posto da favola.

Con la Dolomeet PASSion si hanno a disposizione due andate e ritorno al giorno scontate per tutta la durata del soggiorno (fino a 14 giorni) da utilizzare sugli impianti di risalita di Pinzolo e della vicina Madonna di Campiglio.

Un’estate di eventi

Per chi decide di trascorrere le vacanze estive a Pinzolo non mancano gli eventi. A partire da Mountain Beat (15-18 giugno), la prima edizione di una nuova manifestazione che va in scena a inizio estate nel cuore verde, la “Pineta”. Una manifestazione per riconnettersi con la natura e le persone con musica live ed eventi “a bassa frequenza”, più rilassanti, come la “cena in fienile” e la “notte chic in tenda”.

E, poiché montagna è sinonimo di benessere fisico e mentale, dal 2 al 9 luglio si svolge il Dolomiti Wellness Festival, con attività legate al movimento, alla respirazione e soprattutto all’immersione nella natura come le camminate sensoriali, il nordic walking, i trattamenti di benessere e i bagni di natura, la ginnastica sensoriale, il pilates, il forest bathing, lo yoga.

 

 

 

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Chianti in bicicletta, tra vigneti, castelli e borghi incantevoli

Se c’è una regione votata al cicloturismo, quella è la Toscana. In particolar modo la rinomata area collinare del Chianti, compresa tra Firenze, Siena e Arezzo, straordinariamente ricca dal punto di vista naturalistico, preziosa sotto il profilo storico-artistico e molto generosa a livello enogastronomico. Qui si pedala tra paesaggi talmente onirici che sembrano acquerelli, borghi medievali impreziositi da castelli e abbazie, profumati vigneti e boschi di querce, castagne lecci, fattorie e punti incredibilmente panoramici. Un viaggio a due ruote che resta nel cuore e nella mente.

Chianti, i percorsi in bicicletta nel cuore della Toscana

Il Chianti è il luogo ideale sia per le escursioni più semplici, adatte ai principianti o con i bambini, sia per quelle più impegnative, perfette per la preparazione atletica dei ciclisti. Questo grazie a una fitta rete di strade bianche che si possono attraversare tenendo una bassa velocità, così da gustarsi davvero ogni scorcio di madre natura e tutte le meraviglie create dall’ingegno umano nel corso dei secoli, che fanno capolino lungo i percorsi. Senza dimenticarsi di fare tappa nelle varie cantine o agriturismi, dove degustare i prodotti tipici della tradizione toscana e, ovviamente, uno dei vini più famosi d’Italia.

A questo punto, vi starete probabilmente chiedendo quale bicicletta è più adatta per dare inizio a quella che si rivelerà una esperienza magica. Assecondando la morfologia del territorio, il mezzo ideale è senza ombra di dubbio una mountain bike o una buona bici da trekking. In alternativa, anche una bici da corsa può andar bene. Non ci resta, quindi, che scoprire quali sorprese ci riserbano gli itinerari cicloturistici del Chianti: seguiteci.

Tour del Chianti Classico, tra paesaggi e borghi pittoreschi

Il giro del Chianti Classico è tra i preferiti dai cicloturisti di tutto il mondo. Il motivo è facilmente intuibile: questo itinerario, lungo 185 km, abbraccia borghi caratteristici, abbazie e castelli che dominano le colline sospendendo il tempo.
Si parte da Firenze, che regala gite fuori porta sorprendenti, e dai Colli Fiorentini, e si raggiunge il borgo di Tavarnelle Val di Pesa, graziosa cittadina incastonata tra la Val di Pesa e la Val d’Elsa, nel cuore del Chianti Classico, e circondata da graziosi borghi, come quello di San Donato in Poggio. Tra le attrazioni da segnalare, la Badia di Passignano, antico monastero noto anche per l’eccellente produzione vinicola, la Pieve di San Pietro a Bossolo, che ospita il Museo di Arte Sacra, e la Villa di Poggio Petroio.

La Via Chiantigiana è una delle più seducenti di quest’area. Qui ci si imbatte nel tranquillo centro di villeggiatura di Panzano in Chianti, frazione di Greve in Chianti, posto a 498 metri di altitudine. Due i punti di accesso al borgo e, di conseguenza, due le direzioni per esplorarlo: il primo lo si vede venendo da Firenze o Greve in Chianti, da dove si può scorgere immediatamente la piazza moderna Gastone Bucciarelli con le botteghe che, insieme ai ristoranti, ne delineano le stradine. L’entrata alternativa è, invece, dal parcheggio pubblico gratuito, che introduce direttamente al centro storico, con il suo caratteristico fascino medievale. Ad appena un chilometro dalla cittadina, troverete un vero gioiello: la Pieve di San Leolino, dell’XI secolo, considerata il miglior esempio di architettura romanica di questo territorio.

Continuando a pedalare, ci si immerge nelle colline del Chianti senese, dove si inserisce magnificamente il borgo fortificato di Volpaia, irradiato di percorsi escursionistici, perfetti per chi vuole fare una immersione completa in un contesto paesaggistico ricco di peculiarità.

L’antico castello di impatto medievale, è una frazione di Radda in Chianti, punto strategico e teatro delle secolari lotte tra la repubblica fiorentina e quella senese, quando, insieme a Gaiole e Castellina, costituiva la lega militare fiorentina con l’emblema del Gallo Nero. Il simbolo venne poi preso in prestito dal consorzio del Chianti Classico ed è oggi utilizzato come marchio del pregiato vino famoso in tutto il mondo, da degustare presso il Castello di Volpaia, che si affaccia nella graziosa piazzetta principale del borgo – il cui Chianti Classico Riserva è stato classificato da Wine Spectator come il 3° vino migliore del mondo – o in una delle cantine della zona.

Oltre alla sua rinomata arte enogastronomica, Volpaia custodisce molte testimonianze del proprio passato, fra cui perle sacre come la commenda di Sant’Eufrosino, risalente al Quattrocento, considerata il più importante esempio di architettura rinascimentale nel Chianti.

Da qui in poi si incontrano le strade bianche del celebre percorso de L’Eroica, che portano ad altre attrazioni imperdibili.

Greve in Chianti

Fonte: iStock

Il borgo di Greve in Chianti

Da Greve in Chianti a Firenze

L’ultima tappa del tour attraverso la panoramica Via Chiantigiana porta i ciclisti a visitare il paese di Greve in Chianti,  l’unico comune della provincia di Firenze a rientrare interamente nella zona del Chianti. Tante le attrazioni che regala questa perla immersa nel profumo dei vigneti. Piazza Matteotti, con la sua particolare forma triangolare, che ne è il cuore, circondata da suggestive logge ad arco, animate da negozi, botteghe e osterie in cui è possibile gustare e acquistare i prodotti tipici locali.  La chiesa di Santa Croce, che custodisce opere di pregio, e il convento di San Francesco, che ospita il Museo di Arte Sacra, con una incredibile collezione di dipinti, sculture e arredi datati fra il XIV e XIX secolo. Da non perdere anche il Museo del Vino, un percorso tra storia, cultura e tradizione del Chianti, prodotto qui da secoli.

Il suggestivo giro in bicicletta nel Chianti Classico si conclude a Firenze, sempre seguendo strade secondarie, poco trafficate e immerse nella meravigliosa natura toscana.

L’Eroica: informazioni generali

L’Eroica è nata nel 1997 a Gaiole in Chianti, piccolo borgo nella provincia di Siena. Si tratta di un evento ciclistico magico, ispirato al ciclismo classico, per riscoprire le radici autentiche di uno sport straordinario, che ogni anno combina in modo unico percorsi impegnativi, paesaggi magnifici e ristori indimenticabili.

I percorsi de L’Eroica

L’Eroica prevede 5 percorsi differenziati:

  1. Lungo L’Eroica 209 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  2. Medio Crete Senesi, 135 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  3. Cento Val d’Arbia 106 km
  4. Medio Gallo Nero 81 km
  5. Corto Valle del Chianti 46 km

Ogni partecipante ha la facoltà di scegliere il percorso a lui più adatto e la scelta deve essere indicata al momento dell’iscrizione. I minori, dai 13 ai 18 anni, possono partecipare al percorso di 46 km. Per i minori, oltre alla presentazione del certificato di idoneità alla pratica sportiva e della tessera sportiva per il ciclismo, è necessario che sia fornita l’autorizzazione dei genitori o di chi ne esercita la patria potestà, compilando l’apposito modulo di autorizzazione.

I percorsi saranno segnalati con frecce, ma ognuno dovrà fare affidamento al “Road Book” alla “Mappa Eroica”. Gli itinerari e le tracce GPS sono consultabili e scaricabili dal sito della manifestazione.

Passeggiata Valle del Chianti

Questo percorso, lungo 46 km, richiede circa tre ore e regala suggestioni incredibili. È caratterizzato dal suggestivo passaggio dal Castello di Brolio, a pochi chilometri da Gaiole, dai vigneti del Chianti Classico incastonati nella tipica macchia toscana, dalla dolce discesa verso Pianella con il panorama di Siena sullo sfondo, e dal caratteristico “Leccione”: due lecci che sembrano uno solo e fanno da cornice a un panorama mozzafiato.

Percorso Corto Gallo Nero

È la “porta d’accesso” al mito de L’Eroica. In circa quattro ore, oltre alle bellezze che abbiamo visto nella Passeggiata Valle del Chianti, si aggiungono altre attrazioni imperdibili. Tra queste spicca Radda in Chianti, il borgo delle vigne, che merita una lunga sosta al ristoro ufficiale e una visita al borgo antico, tra monumenti e negozi.

Proprio qui ha sede il Consorzio del Chianti Classico, fondato nel 1924. Situato in una posizione privilegiata, al confine tra la val d’Arbia e la val di Pesa, Radda in Chianti è protetta, almeno in parte, dalle sue mura difensive. Il territorio è percorso da alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio che danno nome alle valli circostanti. Nascono qui il Pesa, dalle pendici del Pian d’Albola, e il Greve, che origina dal Monte Querciabella, entrambi affluenti dell’Arno, mentre L’Arbia scorre solo ai margini del paese per gettarsi poco oltre nell’Ombrone.

Dei castelli del territorio raddese soltanto Volpaia ha avuto un certo sviluppo, con un ampio giro di mura con torri e un cassero ancora in gran parte conservato, mentre altri manieri sono giunti a noi molto frammentati, come Albola e Monterinaldi, oppure trasformati in ville, come Castelvecchi, o in case coloniche, come Castiglione, il Trebbio e Paternò. Ci sono, poi, altre dimore rurali che conservano le strutture a torre delle “case da signore” medievali, come Borraccoli, Camporempoli, Casa Vecchia, Montevertine, il Palazzo Pornano, le Ripe e il Fornale. Fra gli edifici signorili, spicca la splendida casa padronale Le Marangole, poco lontano dal nucleo del paese. Durante iI tour in bicicletta, non perdete una sosta al Ristoro di Lamole, dove si può degustare la celeberrima Ribollita, salumi tipici locali e l’ottimo Chianti Classico.

Percorso Cento Val d’Arbia

Agli itinerari de L’Eroica di Gaiole in Chianti, si è aggiunto un nuovo e inedito percorso che passa attraverso le Crete Senesi. Si tratta di un itinerario è impegnativo ma comunque alla portata di molti, grazie a una lunghezza e un dislivello non esagerato.

Il percorso misura 106 chilometri e ha il pregio di unire il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Arbia. Si pedala per lo il percorso Lungo fino a Radi, raggiungendo Monteroni, San Martino in Grania sullo stesso percorso dei professionisti, Presciano Arbia. Si torna poi sul percorso Corto per la strada bianca utilizzata dai professionisti alla prima edizione dell’Eroica Pro. Infine, si rientra a Gaiole da Pianella e Dievole.

Percorso Medio – Crete Senesi

Con questo percorso, alla portata di molti ciclisti, siamo già nel mito de L’Eroica. Considerate che i tempi di percorrenza possono arrivare anche a 10 – 12 ore e più. L’itinerario porta ad attraversare e scoprire Buonconvento, uno tra i “Borghi più belli d’Italia”. Incantevole scrigno di tesori dalle atmosfere medievali, a una trentina di chilometri da Siena, racchiude un piccolo ma affascinante centro storico, dove si trova la chiesa, il Palazzo Comunale e due musei. Il centro di questo paesino pittoresco merita una visita per ammirarne la tipica architettura in mattoni rossi e i tanti scorci magici da fotografare.

Per recuperare le energie, si può fare una sosta presso i ristori di Castelnuovo Berardenga, considerato una meta ideale per una giornata da trascorrere alla scoperta del meraviglioso paesaggio rurale che caratterizza la parte meridionale del Chianti. Andando alla scoperta di questa piccola località, infatti, si svela allo sguardo un ricco patrimonio storico-culturale, con chiese che risalgono addirittura all’anno 600 e nobili famiglie che hanno costruito maestose ville con giardini fiabeschi.
La vera sfida sui pedali del percorso Medio inizia con la famosissima salita di Monte Sante Marie, tra Asciano e Torre a Castello, con forti pendenze e panorami da cartolina.

Percorso Lungo

È considerato L’Eroica più autentica, con oltre 3700 metri di dislivello. La pedalata dura almeno 15 ore. Ciò significa che gli ultimi ciclisti tornano a Gaiole in Chianti anche dopo le ore 22.00. Qui si vive lo spirito più estremo e affascinante del territorio della provincia di Siena, caratterizzato da bellezze paesaggistiche che non hanno eguali. Tante le emozioni che si vivono pedalando lungo questi itinerari, come il passaggio notturno al Castello di Brolio illuminato dalle fiaccole.

Il maniero troneggia al centro dei terreni dell’azienda Ricasoli, la più estesa della zona del Chianti Classico, con 1.200 ettari totali, di cui 240 di vigneto e 26 coltivati a ulivo, nel comune di Gaiole in Chianti. Più volte ricostruito e modificato, porta i segni delle più diverse epoche che lo hanno attravrsato, dai bastioni fortificati di stampo Medievale, agli inserimenti del Romanico e del Neogotico, sino alle specificità dell’Ottocento toscano.

Percorso permanente: pedalare lungo L’Eroica tutto l’anno

Il percorso permanente si sviluppa per 209 km complessivi nel cuore delle Terre di Siena, attraversando il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Orcia e compiendo un viaggio nell’essenza del leggendario paesaggio toscano. Le caratteristiche tecniche di questo itinerario – perfettamente segnalato e praticabile tutto l’anno – lo rendono una grande opportunità per gli appassionati di cicloturismo.

A seconda della propria preparazione e del tempo che si vuole dedicare al paesaggio che lo circonda, si può percorrere da uno a cinque giorni. Il percorso si caratterizza per il continuo movimento su strade asfaltate e sterrate e presenta un dislivello totale di circa 3.800 metri. La buona notizia è che è adatto a qualsiasi tipo di bicicletta.

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Lago di Landro, dalle acque verdi e turchesi

Chi lo ha detto che durante l’estate si deve per forza andare solo al mare? Un’ottima alternativa per chi è in cerca di fresco sono le montagne, meravigliose formazioni rocciose che sembrano voler toccare il cielo. E molto spesso, tra le imponenti cime, si nascondo bacini d’acqua che sono un sogno a occhi aperti, come l’eccezionale Lago di Landro.

Dov’è il Lago di Landro

Il Lago di Landro è una vera e propria meraviglia dolomitica: sorge in fondo alla Val di Landro, in Alto Adige, nel comune di Dobbiaco.

Ciò vuol dire che non è molto distante dal ben più famoso Lago di Dobbiaco, lungo la strada che porta a Cortina d’Ampezzo. In sostanza, ci troviamo nel cuore di un luogo da sogno: quello del Parco Naturale Tre Cime che confina con il Parco Fanes-Senes-Braies.

Posizionato a oltre 1.400 metri sul livello del mare, è meta e punto di partenza di numerose escursioni estive, anche se grazie alla pista di sci di fondo Dobbiaco – Cortina che passa direttamente davanti al lago, è destinazione particolarmente amata anche d’inverno.

Cosa vedere al Lago di Landro

È pressoché impossibile arrivare al cospetto del Lago di Landro e non rimanere incantati: le sue incredibili acque verdi e turchesi invitano chiunque decida di visitarlo a fare una sosta e rilassarsi lungo le sue rive. E nei mesi più caldi, volendo, si può persino fare qualche indimenticabile tuffo.

Circondato da cime dolomitiche che fanno innamorare, come il Gruppo del Cristallo nelle Dolomiti Ampezzane, a poca distanza dal suo letto offre uno spettacolare punto panoramico, quello di cui si possono ammirare le Tre Cime di Lavaredo.

Tra le varie escursioni da fare ci sono quelle sul Monte Piano nelle Dolomiti di Sesto, oppure al Rifugio Antonio Locatelli che è situato ai piedi del Monte Paterno. Da qui, tra le altre cose, si può prendere anche il sentiero n. 6a che conduce all’affascinante palestra di roccia “Valle della Rienza”, che dalla cima permette di ammirare un panorama emozionante sul Lago di Landro e sulla valle omonima. Presenta anche una suggestiva spiaggia di ghiaia presso la riva nord.

Infine, sulle sponde del lago è ancora conservato un cippo con una ruota che è stato posto a ricordo della teleferica che dal lago portava rifornimenti alle postazioni sul Monte Piana durante la Prima Guerra Mondiale.

Come raggiungere questo incantevole lago

È possibile raggiungere il Lago di Landro sia con i mezzi pubblici che con quelli propri. Situato a circa 8 chilometri a sud del Lago di Dobbiaco, vi si può facilmente arrivare partendo da quest’ultimo o da Cortina d’Ampezzo.

Chi viaggia in automobile, da Dobbiaco deve proseguire in direzione Cortina. Dopo aver percorso approssimativamente 12 chilometri, il maestoso Lago di Landro appare sulla sinistra. È bene sapere, inoltre, che sono presenti parcheggi direttamente accanto a questo incantato bacino d’acqua dolce. Venendo da Cortina è necessario compiere circa 20 chilometri per attraccare sulle sue belle sponde.

Chi invece preferisce usare i mezzi pubblici, che in Alto Adige sono ben funzionanti, può farlo sia da Dobbiaco che da Cortina: bisogna prendere la linea di autobus 445 (Dobbiaco-Cortina) che prevede una fermata proprio nei pressi dello splendido Lago di Landro.

Non resta che correre a scoprire questa magica perla dolomitica.