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Bocca d’Ombrone, l’acqua dolce incontra il mare nel Parco della Maremma

Sia maledetta la Maremma e chi l’ama, dice una canzone popolare toscana dei primi dell’Ottocento.

Racconta dell’epopea contadina del lavoro stagionale nella grande pianura maremmana nel momento della bonifica delle sue paludi, voluta dal Granduca di Toscana Leopoldo. Una manodopera in bilico tra fortuna e malaria in un territorio allora svantaggiato.

Oggi di quelle paludi rimane poco più di un ricordo, tenuto in vita all’interno di un’area naturale protetta di rara bellezza, dalle peculiarità unica.

Nel 1975 la Regione Toscana decide di dare vita al Parco della Maremma, il secondo parco regionale istituito in Italia. Lungo 25 chilometri di costa e con una superficie vicina ai 9mila ettari di area protetta, l’ente comprende il grande territorio pianeggiante che si estende da Principina a Mare fino a Talamone, due località balneari molto frequentate nella stagione estiva.

Parco della Maremma

Fonte: iStock

I Monti dell’Uccellina e il territorio del Parco della Maremma

Il territorio del Parco, peraltro recentemente premiato a livello europeo, è diviso sostanzialmente in tre aree. C’è quella più interna, ai piedi dei Monti dell’Uccellina, dove negli ampi prati pascolano le mandrie di bovini. C’è l’affascinante zona selvaggia nella zona meridionale del parco, con i rilievi collinari coperti di boschi di pini, eucalipti e macchia mediterranea, da cui spuntano antiche torri di avvistamento. Infine, nella zona settentrionale, rimangono le ultime tracce di terreno paludosi, presso Bocca d’Ombrone, la foce dell’omonimo fiume.

L’Ombrone è il secondo corso d’acqua più lungo della Toscana. Copre con i suoi 161 chilometri un territorio che va dalle sorgenti poco fuori il borgo medioevale di San Gusmè, non lontano da Siena, fino alla foce nel Mar Tirreno.

Si tratta di un luogo più unico che raro: una zona dove l’azzurro del cielo si fonde con quello delle acque, quelle dolci del fiume che si mischiano con quelle salate del mare; un territorio in perenne contesa tra terra e acqua, che appartiene a entrambi gli elementi e per questa sua condizione di mezzo affascina e attrae. Un luogo selvaggio, pieno di vita, che ospita una grande biodiversità, tra cui colonie di diverse specie di uccelli che non è facile vedere altrove.

Bocca d'Ombrone Parco della Maremma

Fonte: Lorenzo Calamai

Vacche maremmane al pascolo nel Parco

Come arrivare a Bocca d’Ombrone

Bocca d’Ombrone si trova all’interno del Parco della Maremma e si raggiunge attraverso una facile escursione pianeggiante, seguendo uno dei tanti sentieri tracciati all’interno della riserva.

L’accesso al Parco avviene da Alberese, cittadina sede del Centro visite del Parco. Qui potete fare il biglietto per i tanti itinerari compresi nel grande parco naturale, incluso quella per Bocca d’Ombrone, al costo di 5 euro a persona.

Bocca d'Ombrone

Fonte: Lorenzo Calamai

Bocca d’Ombrone: dove il fiume si getta nel mare

Da Alberese, quindi, ci si sposta (in auto o attraverso il trasporto pubblico locale) a Marina di Alberese, direttamente sul litorale tirrenico, entrando nel territorio del Parco. Già attraversando questi pochi chilometri, la lunga lingua d’asfalto che corre in rettilineo verso l’accesso all’area protetta, si ha un’idea del luogo unico in cui ci si trova, la grande pianura un tempo carica di acquitrini che si estende fino a lasciare spazio ai monti a ridosso della costa, facendo emergere l’atmosfera selvaggia e aspra di questo territorio.

A Marina di Alberese si trova una ampissima spiaggia dorata che si estende lunghissima verso sud. Un luogo difficilmente affollato, specie nel periodo primaverile, del quale godere al termine dell’escursione verso Bocca d’Ombrone.

In direzione opposta rispetto alla spiaggia, infatti, prende le mosse il sentiero A7 che porta alla foce del fiume.

Bocca d'Ombrone Spiaggia di Alberese Parco della Maremma

Fonte: Lorenzo Calamai

La spiaggia di Marina di Alberese

Il percorso ad anello, tutto pianeggiante e lungo poco più di cinque chilometri in totale, è alla portata di tutti ed è stato realizzato per essere percorso anche da persone con disabilità. La primavera e l’autunno sono i periodi migliori per affrontarlo per due motivi: l’escursione è quasi totalmente esposta al sole, quindi meno adatta ai periodi più caldi dell’anno; le due stagioni intermedie sono quelle dove la zona paludosa alla foce del fiume ospita la maggiore diversità di specie di uccelli.

In autunno ci sono le specie che migrano verso meridione dall’Europa settentrionale, come oche selvatiche e diversi tipi di anatra. In primavera è invece il momento in cui tante specie provenienti dall’Africa nidificano e danno vita ai propri piccoli, e in cui non è difficile incontrare gli uccelli di taglia più grande come aironi, garzette, fenicotteri, cavalieri d’Italia.

Bocca d’Ombrone: l’eterna contesa tra terra e mare

All’avvio il sentiero per Bocca d’Ombrone passa per una prima, breve parte nella grande pineta, prima di tornare allo scoperto percorrendo un lungo camminamento rettilineo a fianco del mare. La salicornia, rossa e verde, cresce selvaggia e incontrastata nella lunga pianura, mentre alle vostre spalle svetta il promontorio dell’Uccellina, un colle alto circa 300 metri, coperto di macchia mediterranea, che domina l’ampio golfo ed è punteggiato da antiche strutture difensive.

Bocca d'Ombrone Parco della Maremma

Fonte: Lorenzo Calamai

Il percorso verso Bocca d’Ombrone

I colori della natura selvaggia intorno all’escursionista sono sorprendenti, intensi, vividi. Non è difficile incrociare lo sguardo con una delle maestose vacche maremmane, con le tipiche lunghe corna.

Al termine del percorso rettilineo si arriva nei pressi della foce del fiume, dove l’azzurro dell’acqua dolce e il blu dell’acqua di mare si fondono in un perenne abbraccio. L’Ombrone porta verso il mare i suoi sedimenti, che poi vengono depositati dalle onde sulle coste. È così che si è formata nel corso dei secoli la pianura che circonda la foce, grazie a un eterno dialogo tra terra e mare che ha visto prevalere a volte l’una e volte l’altro, in un precario equilibrio che si percepisce distintamente attraversando questa terra.

Si incontra quindi ai margini del percorso un Casello idraulico volto a guardia di un canale. Da qui, risalendo lungo il corso dell’Ombrone per un centinaio di metri, si incontra una piccola costruzione in legno dedicata al birdwatching, una delle attività più attraenti dell’escursione.

Bocca d'Ombrone

Fonte: iStock

Piovanello tridattilo a Bocca d’Ombrone

L’area salmastra alla foce del fiume crea infatti un ecosistema molto particolare, dove gli uccelli migratori trovano un habitat ideale. Fra le specie che è possibile osservare (è utile un binocolo e una macchina fotografica dotata di un buon obiettivo) ci sono il fratino, il chiurlo, il cavaliere d’Italia, la ghiandaia marina dal bellissimo manto celeste e anche il fenicottero.

Il percorso di ritorno da Bocca d’Ombrone completa l’anello oltrepassando nuovamente il Casello da cui si è arrivati. Si imbocca il comodo sentiero del ritorno che passa accanto all’Idrovora di San Paolo, vecchia testimonianza delle opere di bonifica e si ritorna a Marina di Alberese, dove l’ampia spiaggia e una grande area attrezzata con tavoli da pic-nic attendono il viandante per il meritato riposo.

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Toscana: trekking a Capo d’Arno e al Lago degli Idoli

La primavera è una delle stagioni predilette per chi vuole iniziare a riprendere il contatto con la natura al virare verso la bella stagione.

Con la dovuta cura e attenzione per le previsioni meteorologiche, le condizioni dei sentieri e l’equipaggiamento necessario, i mesi di aprile e maggio sono i migliori per frequentare le montagne del Centro Italia e l’Appennino.

I monti appenninici fra Toscana e Emilia-Romagna sono affascinanti e sottovalutati: grandi panorami, boschi secolari, sentieri per ogni gamba, per ogni grado di abilità e livello di allenamento.

In Toscana un’escursione ideale per aprire la stagione è quella che porta alla sorgente del fiume Arno, quello che bagna Firenze e Pisa e che è il più lungo e importante della regione. Capo d’Arno è il nome del luogo dove il corso d’acqua nasce, zampillando tra le rocce al riparo delle fronde di un fitto bosco di faggi sulle pendici del monte Falterona, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Si tratta di un percorso di trekking breve e alla portata di tutti, lungo poco più di cinque chilometri calcolando sia andata che ritorno per lo stesso tracciato, con una durata complessiva stimabile fra le tre ore e le tre ore e mezzo di cammino. Il dislivello altimetrico, in più, è presente ma non particolarmente significativo, il che la rende un escursione ideale per mettersi alla prova prima di affrontare qualche sentiero un po’ più tosto.

Oltre a scoprire il luogo immerso nella natura dal quale ha origine l’Arno, l’escursione permette di visitare anche un luogo pieno di fascino e storia come il Lago degli Idoli, un ameno stagno nelle cui profondità sono stati fatti eccezionali ritrovamenti.

Da dove parte l’escursione a Capo d’Arno

Escursione a Capo d'Arno e Lago degli Idoli

Fonte: Lorenzo Calamai

L’Arno muove i suoi primi passi dalle pendici del Monte Falterona

Per raggiungere l’avvio del sentiero che porta alla sorgente del fiume Arno, si deve raggiungere il paese di Castagno d’Andrea, amena frazione del comune di San Godenzo (FI), al confine tra Toscana e Romagna.

Composto di circa duecento abitanti, si trova a oltre 700 metri di altitudine in mezzo ai boschi di castagno che popolano i fianchi del monte Falterona. Castagno d’Andrea è una delle porte di accesso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e vi ha sede il Centro visite.

Le sue grandi marronete, da tempo fonte di sostentamento autunnale e invernale fondamentali per gli abitanti del luogo, hanno determinato il nome del paese, noto come Castagno. Solo nel tempo si è composto l’appellativo di Castagno d’Andrea, ribaltando quello della più nota personalità che ha avuto i natali in questo angolo di Appennino, il pittore cinquecentesco Andrea del Castagno, uno dei protagonisti dell’arte rinascimentale tra Firenze e Venezia.

Castagno d’Andrea si trova a circa sette chilometri da San Godenzo, l’ultimo comune toscano prima del confine regionale, non lontano dal Mugello e dalla Valdisieve. Una volta giunti in auto a Castagno, seguendo una tortuosa strada in salita, si percorrono altri cinque chilometri circa per raggiungere la Fonte del Borbotto, intorno ai 1200 metri di altitudine. Qui, oltre alla salubre sorgente che dà il nome alla località, si trova anche un ampio bivacco, qualche area attrezzata con tavoli da pic-nic e si diramano diversi sentieri.

Quello da percorrere è il sentiero CAI numero 17, ben segnalato dai continui segnavia bianchi e rossi marchiati su alberi e rocce e dalla non rara cartellonistica in legno.

Capo d’Arno

Escursione a Capo d'Arno e Lago degli Idoli

Fonte: Lorenzo Calamai

La faggeta in primavera attorno al sentiero per Capo d’Arno

Il sentiero si snoda in un elegante bosco di faggi, che si ergono altissimi, in competizione per la luce solare. Si dice che da questi boschi sia stato portato a Firenze, tramite zattere lungo il corso dell’Arno, il legname che è servito per costruire la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

In primavera la faggeta dà il meglio di sé: le foglie morte dell’inverno giacciono a terra in un tappeto bruno, mentre sui rami degli alberi sono comparse le nuove fronde dal colore verde chiaro, brillante. Il silenzio attornia il viandante mentre si sale per poco più di un chilometro, fino a raggiungere il cosiddetto Varco delle Crocicchie, ovvero il crinale tra le vette del monte Acuto e del monte Falterona.

Il percorso scende poi in maniera graduale e leggera fino ad arrivare a Capo d’Arno, la sorgente da cui nasce il fiume più lungo della Toscana. Qui il Club Alpino Italiano ha affisso una lapide su cui sono incisi i versi della Commedia di Dante, che nel Purgatorio scrive: “Per mezza Toscana si spazia/un fiumicel che nasce in Falterona,/e cento miglia di corso nol sazia.”

Capo d'Arno

Fonte: Lorenzo Calamai

L’acqua dell’Arno zampilla tra le rocce sotto il cartello che annuncia il luogo

Il sentiero 17 si arresta qui. Si prosegue ancora per qualche minuto in pianura seguendo i segni del sentiero numero 3, che porta sulla cima del monte Falterona passando per il Lago degli Idoli.

Il Lago degli Idoli

Quando la faggeta si apre in una ampia radura, con un prato verde al cui centro sorge uno stagno rotondo siete arrivati al Lago degli Idoli.

Oltre a essere il luogo ideale per un pic-nic che possa ristorarvi dalla camminata, grazie ai tavolini attrezzati e al bivacco presente, si tratta anche di un posto dalla storia estremamente affascinante.

Fino alla metà dell’Ottocento lo stagno era noto come Lago di Ciliegiata. Questa zona immersa nei boschi era allora ancora terreno di pascolo e allevamento, almeno fino a quando una giovane mandriana non trovò nei pressi del laghetto una antichissima statua votiva in bronzo. Raffigurava Ercole, e fu datata al 450 a.C.

Lago degli Idoli Capo d'Arno

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Lago degli Idoli

Fu l’inizio di una scoperta archeologica sensazionale: sul fondo del lago vennero ritrovate migliaia di statuette, centinaia di frammenti di bronzo utilizzati per la preghiera e centinaia di punte di freccia. La stragrande maggioranza dei manufatti era di origine etrusca, popolo noto per la lavorazione dei metalli che aveva dunque, molto probabilmente, eletto a luogo sacro quello che da allora è divenuto noto come Lago degli Idoli.

La maggior parte dei reperti trovati sono oggi conservati al Museo Archeologico del Casentino Piero Albertoni di Bibbiena, di cui costituiscono una delle principali attrazioni.

La storia antichissima del Lago degli Idoli conferisce a questo luogo un’aura di mistero e di fascino, accentuata dal silenzio e dal vento che spira tra le foglie dei faggi.

Il ritorno alla Fonte del Borbotto può avvenire ripercorrendo la strada dell’andata o completando un anello, più lungo e duro, che passa dalla vetta del monte Falterona (1654 metri) e scende attraverso il sentiero numero 16.

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Chiang Dao, viaggio tra la natura e il misticismo di una Thailandia poco nota

La Thailandia è una destinazione molto nota, una terra amata a tutte le età e che ogni anno attira milioni di visitatori che desiderano scoprire quante più meraviglie possibili. Il Paese del sorriso, tuttavia, per fortuna conserva ancora dei luoghi che possiamo definire segreti, lontani dai circuiti di massa e per questo particolarmente misteriosi e autentici. Uno dei posti in questione si chiama Chiang Dao, e coloro che decidono di raggiungerlo hanno l’opportunità di fare un viaggio in una natura rigogliosa e ricca di misticismo, ma anche di tuffarsi in numerose (e interessanti) tradizioni antiche.

Dove si trova e come arrivare a Chiang Dao

Chiang Dao si trova nel Nord della Thailandia e, più precisamente, nella Provincia di Chiang Mai. Si tratta di una zona eccezionale, piena di montagne foreste, grotte, cascate e villaggi tribali. Qui, tra le altre cose, si produce un ottimo vino che, con i suoi poetici paesaggi, crea un connubio che le vale il soprannome di “Piccola Toscana della Thailandia”.

Pur essendo una zona del Paese non ancora invasa dai turisti, arrivarci è piuttosto semplice. I viaggiatori, infatti, hanno a disposizione diverse opzioni:

  • Auto o moto: la strada principale è la Highway 107 (Chiang Mai – Fang);
  • Autobus o minivan: partono dalla Chang Phuak Bus Station di Chiang Mai;
  • Taxi: prenotabili tramite applicazioni.

L’aeroporto più vicino è il Chiang Mai International Airport, ma a disposizione ci sono anche autobus notturni e treni in partenza da Bangkok.

Cosa fare a Chiang Dao

Chiang Dao in sé non è niente di sorprendente: se si cercano templi stravaganti o architetture pazzesche non è qui che si deve venire. Si raggiunge questa zona della Thailandia per avere un contatto intimo e profondo con la natura, per salire sui fianchi di montagne impervie e per avere a che fare in maniera ancora più profonda con lo spirito accogliente e gentile dei thailandesi. Aria fresca, pulita, e il silenzio sono gli ingredienti fondamentali di una sosta da queste parti, ma anche cieli stellati e privi di inquinamento luminoso.

Birdwatching (e non solo) al Doi Luang Chiang Dao

La bellissima località di Chiang Dao non sarà la più incredibile in fatto di strutture uniche nel loro genere, ma senza ombra di dubbio incanta per la sua imponente natura: è proprio qui che sorge la terza montagna più alta del Paese (circa 2270 metri), il Doi Luang Chiang Dao. Parte del Chiang Dao Wildlife Sanctuary, è l’ideale per gli amati del birdwatching, tanto che è uno degli spot più visitati della Thailandia grazie alla presenza di oltre 300 specie di uccelli, tra cui alcune piuttosto rare.

Doi Luang Chiang Dao, Thailandia

Fonte: iStock

Tipico panorama di Chiang Dao

È bene sapere, tuttavia, che l’accesso a questo gigante della natura  è consentito solo nella stagione secca, e non tutti gli anni. Per questo motivo, è importante informarsi sui siti ufficiali di riferimento e/o direttamente in loco. A disposizione ci sono anche diverse escursioni, tra cui:

  • Percorso Den Yah Chad-Ang Saloong: lungo circa 8,5 chilometri (e con un punto di sosta per la notte);
  • Percorso Pang Wua-Ang Saloong: con quasi le stesse identiche caratteristiche dell’altro sentiero ma con una lunghezza di 6,5 chilometri.

Trekking nel Parco Nazionale Sri Lanna

Il meraviglioso Parco Nazionale Sri Lanna è l’ottavo, in termini di grandezza, della Thailandia. Ospita animali selvatici, foreste lussureggianti e sorgenti d’acqua che ipnotizzano con il loro fruscio. Dedicandosi al trekking è possibile ammirare diverse meraviglie della natura, da scoprire con tutta la calma che si desidera perché al suo interno vi sono anche possibilità di campeggio.

Famoso per le sue foreste sempreverdi, i sentieri panoramici e la possibilità di esplorare la cultura delle tribù locali, richiede un paio di giorni minimo per essere visitato al meglio.

Scoprire i villaggi tribali

Nella zona di Chiang Dao si trovano alcuni villaggi tribali, in cinque dei quali dimorano sette delle principali minoranze etniche del Nord del Paese. Per la precisione sono Akha, Lisu, Lahu, Karen e Palong (Dara-Ang) e raggiungendoli si ha l’occasione di conoscere la loro antichissima (e particolare) cultura, i tessuti tradizionali, abiti tipici e persino partecipare a tour fotografici specializzati.

Andare in kayak sul Lago Mae Ngat

Il Lago Mae Ngat sorge all’interno del sopracitato Parco Nazionale Sri Lanna e si tratta di un bacino artificiale creato dalla costruzione della diga Mae Ngat Somboon Chon, nell’ormai lontano 1986. Attualmente è una vera e propria area ricreativa, dove si può andare in kayak, nuotare e anche soggiornare in curiose case galleggianti, simili a quelle che si trovano nell’altrettanto affascinante Parco nazionale di Khao Sok.

Lago Mae Ngat, Chiang Dao

Fonte: iStock

Casa galleggiante del Lago Mae Ngat

Fare un bagno nella piscina della Sticky Waterfall

Il nome, Sticky Waterfall, dice già tutto: la cascata scorre su una superficie di rocce calcaree che non è scivolosa, e che quindi consente alle persone di arrampicarsi senza rischiare di scivolare. Il suo nome può essere infatti tradotto come “Cascata Appiccicosa”, grazie alla composizione delle rocce abbastanza ruvide.

Qui è possibile fare anche un bagno, poiché l’acqua è piuttosto pulita. In più, durante la stagione secca non ci sono forti correnti. È sempre importante tenere a mente, però, che occorre fare molta attenzione alle condizioni meteorologiche a quelle del terreno.

Rilassarsi alle “terme” di Chiang Dao

Chiang Dao offre anche la possibilità di rilassarsi nelle sue sorgenti termali, con acque ricche di minerali, che si dice abbiano effetti benefici per la pelle e per la salute generale. Anche qui serve molta prudenza, perché in alcune zone la temperatura dell’acqua può raggiungere persino gli 80°C . Dotate di strutture turistiche, è presente anche un’area per il picnic e sono anche il punto di partenza ideale per fare escursioni o trekking nelle vicinanze, godendo di una vista sontuosa sulle montagne.

Cosa vedere a Chiang Dao

Come accennato in precedenza, Chiang Dao è la meta ottimale per chi desidera fare esperienze a contatto con la natura, ma non mancano di certo alcuni punti di interesse che vale la pena conoscere.

Wat Tham Chiang Dao

Se cercate fascino e spiritualità non dovete assolutamente perdervi il Wat Tham Chiang Dao. Si trova ai piedi del Doi Luang Chiang Dao, e colpisce per la sua posizione spettacolare e per l’atmosfera mistica che lo circonda.

Sorge infatti all’interno di un complesso di grotte naturali che si estendono lungo la montagna, utilizzate dai monaci per la meditazione e per pratiche spirituali. La cavità principale è la culla di una grande statua del Buddha, ma anche di stalattiti e stalagmiti che creano un’atmosfera davvero sorprendente.

Wat Tham Chiang Dao, Thailandia

Fonte: iStock

Il bellissimo Wat Tham Chiang Dao

Wat Tham Pha Plong

Non lontano dal tempio precedente sorge il Wat Tham Pha Plong. Si trova in cima a una collina dalla quale si gode di una vista affascinante, e per arrivarci è necessario salire una lunga scalinata (impreziosita da statue di draghi e altre decorazioni religiose) attraverso una fitta vegetazione di foresta tropicale.

Costruito in uno stile tradizionale, con statue di Buddha e ornamenti che riflettono la spiritualità della scuola Theravada, è anch’esso noto per essere un centro di meditazione, tanto da rappresentare uno dei luoghi migliori per trovare tranquillità e pace interiore.

Wat Phra That Doi Mon Ching

C’è poi il Wat Phra That Doi Mon Ching, un altro tempio interessante (non molto facile da raggiungere) che incanta per la presenza di una “roccia d’oro”: è simile alla celebre Golden Rock della Pagoda Kyaiktiyo in Myanmar.

Wat Mae Eed

Poi ancora il Wat Mae Eed, con una splendida vista sulla montagna e sulla città, dove prende vita il particolarissimo Giardino del Purgatorio che raffigura il destino di coloro che non seguono le cinque principali regole del Buddismo. Parliamo perciò di un’area riflessiva e simbolica, il cui scopo è quello di invitare i visitatori a riflettere sul loro comportamento e sulle conseguenze karmiche delle loro azioni.

Mercato del martedì mattina

Se vi trovate a Chiang Dao il martedì mattina non saltate una visita al suo mercato settimanale: è frequentato da persone di diversi gruppi etnici, ed è quindi l’occasione ideale per conoscere (e magari acquistare) i loro prodotti tipici e osservare i loro coloratissimi abiti tradizionali.

Tribù Chiag Dao

Fonte: Getty Images

Alcuni abiti tradizionali

Phra That Doi Chiang Dao

Infine il Phra That Doi Chiang Dao, un tempio molto venerato dalla popolazione locale. Per raggiungerlo è necessario percorrere una strada stretta e ripida (sì, serve un po’ di impegno, ma i panorami fanno passare in secondo piano la fatica).

Dalle origini molto antiche, sfoggia un chedi dorato che ospita una reliquia sacra e una statua enorme che raffigura il Phra Narasabho Mahathera, un monaco che ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione del Buddismo.

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Dove andare in montagna in primavera? I luoghi migliori in Italia e in Europa

Nella stagione in cui la natura torna a rivivere e le ultime nevi salutano l’inverno, sulle montagne più suggestive d’Italia e d’Europa prende vita la danza delle fioriture più colorate e profumate, cullate dalla brezza tiepida e dai primi raggi di sole primaverili. Ci si ritrova così immersi in panorami meravigliosi in cui fare piacevoli escursioni e toccare con mano tutta la forza della natura.

Ecco una selezione dei migliori luoghi di montagna da raggiungere in primavera, da soli, in coppia o in famiglia, tra le vette più incantevoli del Bel Paese e di altre destinazioni europee facilmente raggiungibili anche dal confine italiano.

Dove andare in montagna in primavera in Italia

Quanto scoppia la primavera, in Italia, inizia il periodo perfetto per esplorare i sentieri che si snodano tra alpeggi e valli fiorite, dove la natura veste un nuovo abito profumato e l’aria fresca invita a respirare a pieni polmoni. Ecco la nostra selezione di mete montane italiane ideali per escursioni, avventure, relax e momenti unici da condividere con chi amiamo.

San Vito di Cadore (Veneto)

Cercate una meta alternativa (e bellissima) alla celebre Cortina d’Ampezzo? Vi consigliamo San Vito di Cadore, da cui dista solo 10 km: un piccolo comune incastonato in una conca nel cuore delle Dolomiti bellunesi. A sorvegliarlo ci sono le cime delle Marmarole Occidentali, dell’Antelao, del Pelmo e della Croda Marcora. Il paesaggio montano è immerso in boschi di conifere e latifoglie e in primavera sembra uscire direttamente da una favola.

Cosa fare in Cadore in primavera? Innanzitutto, passeggiare immersi nei prati fioriti e i pascoli, ammirando da vicino il risveglio della natura. Raggiungendo il Lago di Mosigo, poi, si possono trascorrere piacevoli momenti in famiglia, con un chiosco e una zona barbecue attrezzata con tavoli per una grigliata in compagnia. Non può mancare la passeggiata attorno al lago, facilmente percorribile anche con passeggini.

A caratterizzare questo luogo è anche la lunga tradizione enogastronomica: non possono mancare momenti conviviali in cui potrete assaggiare, ad esempio, dei vini con le spezie molto particolari, formaggi e gelato. Ebbene sì, proprio a Pieve di Cadore (dove tra l’altro nacque e visse il pittore d’arte rinascimentale Tiziano), sarebbe nato il gelato.

Lago di San Vito di Cadore, Veneto

Fonte: iStock

Lago di San Vito di Cadore in Veneto

Trekking ed escursioni: i percorsi che si snodano sui pendii di San Vito di Cadore sono diversi e adatti a tutti. Tra i migliori sentieri da percorrere in primavera segnaliamo:

  • Sentiero delle Orchidee: in 1 ora e mezza di facile camminata con numerose finestre panoramiche sulle Dolomiti, incontrerete diverse specie di orchidee spontanee più o meno rare;
  • Escursione a Socol: adatta alle famiglie con passeggini, il percorso si snoda tra i boschi di San Vito e di Cortina, sul versante destro del fiume Boite. Si percorre in circa 2 ore e mezza;
  • Escursione a Taulà de la regoietes: sentiero CAI n. 458, sterrato, che si immerge nel bosco e dona scorci meravigliosi sulle Dolomiti per circa 3 km.

Attività per bambini: oltre alle passeggiate facili tra i sentieri alla scoperta di prati fioriti e boschi rigogliosi, i bambini possono divertirsi nel parco giochi del Lago di Mosigo.

Come arrivare: in auto, da Sud si percorre l’A27 fino a Pian di Vedoja (Belluno), si continua sulla SS51 d’Alemagna e si seguono le indicazioni fino a San Vito. Chi viene da Nord deve prendere l’autostrada del Brennero fino a Bressanone, poi la SS49 direzione Dobbiaco. Giunti a Cortina d’Ampezzo si segue la SS51 fino a destinazione.

Bormio (Lombardia)

È uno dei luoghi più affascinanti d’Italia, immerso in un territorio, quello della Valtellina, molto amato anche fuori dai confini italiani: Bormio, in provincia di Sondrio, è un gioiello ricco di attrattiva che in primavera veste il suo abito più colorato.

Dalle lunghe passeggiate ammirando panorami mozzafiato sulle Alpi Retiche ai momenti di relax coccolati dalle calde acque termali, Bormio promette esperienze memorabili per tutti, dagli adulti ai bambini. Non solo. Qui gli amanti degli sport invernali possono continuare a sciare anche a fine aprile nei comprensori posti sulle cime più alte.

Le sue terme sono le più famose d’Italia: da quelle più antiche (i Bagni Vecchi di Bormio) fino ai due centri più recenti (i Bagni Nuovi e Bormio Terme) in cui i bambini possono divertirsi nelle piscine a loro dedicate. Infine, per gli appassionati, è possibile anche visitare la cantina Braulio, che produce uno degli amari più famosi del Bel Paese, durante una camminata tra le viuzze che attraversano il centro storico del Comune.

Trekking ed escursioni: Le cime che abbracciano Bormio sono un vero incanto da esplorare durante la primavera. Tra i percorsi facili, adatti a tutti, vi suggeriamo 3 esperienze da provare:

  • Panoramica sulla Val Viola: seguendo i sentieri n. 148, n. 128 e n. 290, tra boschi e pascoli, si attraversano paesaggi incontaminati che aprono la vista sulla Val Viola e sulle cime circostanti. Percorso adatto anche ai meno esperti;
  • Passeggiata al parco dei Bagni: facile camminata di circa 1 ora che dai Bagni Nuovi di Bormio conduce alla Fonte Pliniana, in cui sgorga acqua termale custodita da una grotta naturale;
  • Tour delle chiese: passeggiata (da fare anche in bici) che unisce la natura della Valfurva alle testimoniante culturali e storiche. Il percorso dura 1 ora e tocca: Chiesa del Santo Crocifisso, Chiesa Beata Vergine del Sassello, Chiesa di S. Rocco, Chiesa della Madonnina della Misericordia e Chiesa parrocchiale di Bormio.

Attività per bambini: dalle camminate facili alle giornate sull’ultima neve della stagione, fino al relax alle Terme. Ma c’è un’attività ancor più curiosa: qui vengono organizzate anche camminate con i tenerissimi Alpaca per tutta la famiglia.

Come arrivare: in auto, da Milano, Lecco o Como, si imbocca la SS38, mentre da Bergamo o Brescia, si passa dal Passo Aprica o dal Passo Gavia. Dal Trentino si arriva dal Passo Stelvio o dal Tunnel Munt La Schera di Livigno. Con i mezzi pubblici, si può prendere il treno Trenord che ferma a Tirano e da lì si prende il bus di linea Perego fino a Bormio.

Parco Naturale Locale del Monte Baldo (Veneto)

Quali migliori mete in primavera se non quelle che permettono di ammirare la rinascita della natura dopo l’inverno e di respirare a pieni polmoni i profumi delle fioriture? Tra i luoghi imperdibili che vi consigliamo c’è anche il Parco Naturale Locale del Monte Baldo, sempre in Veneto, chiamato il “Giardino d’Italia”.

Situato tra la Vallagarina e il Lago di Garda, a poca distanza da Torbole, è un’oasi famosa tra i botanici di tutta Europa grazie alla sua straordinaria biodiversità con numerose specie endemiche. Tra maggio e giugno, qui, è tutto un tripudio di fioriture che creano bellissime distese colorate sui pendii: arnica, gigli, genziane, orchidee, botton d’oro e gerani argentati sono i protagonisti indiscussi. Una destinazione ottima per il turismo lento e sostenibile, e ideale per fare camminate primaverili anche con i bambini, vista la facilità dei percorsi.

Trekking ed escursioni: ecco gli itinerari più belli per scoprire questa perla sul Monte Baldo.

  • Trekking delle malghe e dei fiori del Baldo: composto da 4 percorsi (rosso, verde, giallo, azzurro), che permettono di ammirare distese dorate di botton d’oro, tappeti di bucaneve e tanti altri colorati prati tra i boschi del monte;
  • Trekking Torbole – Altissimo: sentiero (n.601) che in circa 5 ore di camminata da Nago porta a uno dei punti panoramici sul Lago di Garda più incredibili, sul monte più alto del Baldo trentino (2.090 metri). Lungo il percorso si avvistano i resti delle trincee della Prima Guerra Mondiale.

Attività per bambini: oltre ai piacevoli picnic in famiglia da organizzare tra i piati fioriti del Monte Baldo, i più piccoli possono provare bellissime avventure cimentandosi nell’arrampicata assistita e facile ai Massi delle Traole, oppure possono emozionarsi al Busatte Adventure Park, un parco avventura con diversi percorsi a varie altezze con piattaforme, carrucole, corde..pronti a per mettere alla prova abilità e coraggio?

Come arrivare: in auto, da Nord si esce dall’A22 a Rovereto Sud – Lago di Garda Nord e si prosegue fino a Nago-Torbole seguendo le indicazioni; da Sud si esce dall’A4 a Sirmione e si segue la SR 249 che risale lungo il Lago di Garda. A Torbole si seguono le indicazioni per la frazione di Nago-Torbole. Con i mezzi pubblici, si può scendere alla stazione ferroviaria di Rovereto e da lì si prende un autobus di Trentino Trasporti fino a Torbole. Da Sud, si può scendere alle stazioni ferroviarie di Desenzano, Peschiera del Garda o Verona e poi proseguire con l’autobus dell’Azienda Trasporti di Verona.

Parco delle Madonie (Sicilia)

Anche la Sicilia, in Sud Italia, ha luoghi montani splendidi da raggiungere, meno conosciuti, ma che non hanno nulla da invidiare alle più famose catene montuose dello Stivale. Tra questi troviamo il Parco delle Madonie, un’area naturale protetta che comprende quindici comuni della città metropolitana di Palermo e il massiccio montuoso delle Madonie, sulla costa settentrionale siciliana.

In questo contesto naturale, la primavera trasforma le pendici montuose in spettacolari distese di fiori selvatici, che si possono ammirare facendo trekking ed escursioni in mountain bike, oppure da una prospettiva diversa: dalla seduta dell’altalena più alta d’Europa. Dondola tra cielo e terra a 1.050 metri di altitudine e 300 di strapiombo ed è un’attrazione che lascia senza fiato. Da lassù, lo sguardo si apre verso le Madonie a ovest, le Nebrodi a est, mentre a nord il Mar Tirreno si perde all’orizzonte.

Trekking ed escursioni:

  • Sentiero ai ruderi dell’Abbazia di San Giorgio: 1,7 km di sentiero facile che parte da Gratteri, nei pressi dei ruderi del castello, e va verso Sud fino ai resti dell’Abbazia di San Giorgio immersi nella vegetazione;
  • Sentiero Geologico Rocca di Sciara: escursione di 2 km ricca di spunti naturalistici, geologici e storico culturali, come la Rocca di Sciara, un imponente massiccio calcareo che sovrasta l’abitato di Caltavuturo.

Attività per bambini: anche i più piccoli possono vivere l’esperienza dell’altalena più alta d’Europa (a partire dagli 8 anni) e della zip line con viste mozzafiato. In località Petralia Sottana, inoltre, possono divertirsi nel Parco avventura, con percorsi acrobatici, piste per mountain bike, sensazionali percorsi tattili e gare di orientamento.

Come arrivare: in auto, da Palermo si segue l’A19 e da Messina l’A20 e si seguono le indicazioni in base al punto di accesso al grande Parco delle Madonie. In treno si può arrivare comodamente da Palermo, Catania e Messina, scendendo alle stazioni di Cefalù e Castelbuono.

Dove andare in montagna in Primavera in Europa

Anche sulle montagne europee confinanti, o facilmente raggiungibili dall’Italia, la primavera tinge tutto dei colori della meraviglia. Scopri le destinazioni consigliate per una vacanza in montagna in Europa adatta a tutti, dagli sportivi a chi cerca il puro relax, fino ai bambini più avventurieri.

Bohinj (Slovenia)

Tra ripide montagne della Slovenia e le acque color smeraldo, spicca la paradisiaca valle Bohinj, che ospita l’omonimo lago glaciale, il più grande del Paese.

Se d’inverno gli appassionati della neve vi si recano per raggiungere il comprensorio sciistico, durante la primavera il paesaggio si tinge di colori vividi e sono tante le attività che si possono svolgere in questa perla slovena, dal trekking sui pendii alla pesca sulle sponde del lago (qui si trova la rinomata trota di Bohinj), fino agli eventi più imperdibili. Tra questi, l’annuale Festival Internazionale dei Fiori Selvatici, che ogni anno nei mesi di maggio e giugno offre tour botanici, eventi unici ed esperienze culinarie dedicate alla ricchezza floreale di Bohinj.

Bohinj, luogo splendido in primavera in Slovenia

Fonte: iStock

Bohinj e il suo lago, in Slovenia

Trekking ed escursioni: a Bohinj si possono ammirare panorami sorprendenti durante le escursioni a piedi o in bicicletta. Ecco alcuni dei migliori sentieri.

  • Percorso Savica Waterfall: itinerario ad anello abbastanza facile e lungo poco più di 1 km;
  • Giro del Lago di Bohinj: percorso facile ad anello di circa 12 km;
  • Mostnica Gorge: percorso di circa 12 km con un dislivello di più o meno 300 metri;
  • Trekking al Monte Vogel: a bordo della funivia del Lago di Bohinj, si raggiunge a 1.500 metri di altezza il Vogel Sky Resort, che regala una vista mozzafiato su Bled, Bohinj e tutte le Alpi Giulie. Da qui proseguono diversi sentieri di trekking.

Attività per bambini: per i più piccoli, Bohinj è una sorta di paradiso in terra, soprattutto grazie alla presenza dello splendido lago, che in primavera merita di essere esplorato a bordo di una barca. Un’altra idea è quella di noleggiare delle biciclette per fare il giro del lago (con la possibilità di aggiungere seggiolini per bambini), per godere pienamente nel paesaggio.

Come arrivare: in auto, si percorre la strada 209 fino a Ribčev Laz, villaggio che si trova all’ingresso del Lago di Bohinj, immerso nel Parco nazionale del Triglav.

Hintersee (Germania)

Tra le più pittoresche zone montane delle Alpi bavaresi (e d’Europa), quella del Lago Hintersee, in primavera, è un tripudio di fiori sbocciati, colori vividi e un paesaggio mozzafiato, dove la natura sembra uscire direttamente da un dipinto perfetto.

Situato a Ramsau, in Germania, ai piedi del Reiter-Alm, Hintersee è abbracciato da vette imponenti e promette momenti indimenticabili da vivere in compagnia e in famiglia. Trekking, picnic nella natura, viaggi in funivia e panorami unici: sono tante le esperienze che si possono vivere in questo luogo paradisiaco.

Lago Hintersee, meta montana in primavera in Germania

Fonte: iStock

Lago Hintersee, in Germania

Trekking ed escursioni: 

  • Escursione nel Bosco di Hintersee: camminata facile adatta a tutti che attraversa la foresta incantata;
  • Percorso facile alla Cascata di Golling: da lì si può raggiungere il Rifugio di Golling;
  • Giro del lago Hintersee: percorso ad anello che parte da Ramsau, immerso nel verde.

Attività per i bambini: oltre alle passeggiate attorno al lago e lungo i pendii circostanti ammirando la flora e la fauna locali, i bambini possono divertirsi con una divertente gita in barca sul lago.

Come arrivare: in auto, arrivando dal Nord Italia, si prende la A4 e poi da Brescia la A22 verso Verona/Bolzano fino all’uscita per Brennero. In Austria, si continua sulla A13 verso Salisburgo e poi si prende la B311 in direzione di Fuschl am See, seguendo infine le indicazioni per Hintersee. In treno, con un Frecciarossa o Eurocity, si scende a Verona o a Bolzano, poi si prende un treno per Innsbruck, dove si cambia con un treno per Salisburgo. Infine, si prenede un autobus o un treno fino a Hallein o Fuschl am See, e un altro autobus fino a Hintersee.

Zermatt (Svizzera)

Famosa perché baciata dal sole per ben 300 giorni all’anno e completamente pedonale (sì, qui non circolano auto e mezzi a motore), Zermatt è la meta da raggiungere in primavera a due passi dall’Italia.

Situata in Svizzera, ai piedi del Monte Cervino (Matterhorn), questa meta green del Canton Vallese offre a chiunque attività, escursioni e avventure unite a paesaggi da cartolina. Da qui partono 400 km di sentieri escursionistici e ci si può rilassare sulle sponde del Lago Schwarzsee (o Lago Nero), da raggiungere con una comoda e suggestiva funivia. Consigliata è anche la visita al Museo del Cervino (Zermatlantis Matterhorn Museum) sulla storia del borgo e del monte che gli conferisce il nome. In primavera, gli amanti dello sport sulla neve possono anche sfruttare le ultime piste imbiancate per sciare.

Trekking e percorsi:

  • Escursione alle Gole del Gorner (Gornergrat): sentiero ad anello di 2,3 km facile, percorribile in circa 40 minuti;
  • Trekking al Matterhorn glacier paradise (3.883 metri): adatto anche a famiglie con bambini. La vetta permette di sciare anche durante la primavera e l’estate nella stazione di montagna più alta d’Europa. Qui in cima si trova la Galleria del Breithorn, dove è situato il Cinema Lounge;

Attività per bambini: i più piccoli avventurieri non si annoiano di certo a Zermatt. Tra le varie attività, possono cimentarsi nell’avvistamento delle marmotte seguendo un percorso adatto alle famiglie, oppure esplorare il tunnel di ghiaccio del Cervino Glacier Paradise, ammirando diverse sculture di ghiaccio.

Come arrivare: essendo pedonale, il Comune di Zermatt è raggiungibile tramite auto fino al vicino borgo di Täsch, mentre gli ultimi 7 km si percorrono in treno o in taxi. Da lì, infatti, parte un treno navetta h24 che impiega 15 minuti. In treno, invece, dall’Italia il collegamento ferroviario più comodo è quello da Milano Centrale: un treno diretto vi porterà a Visp, da cui potrete proseguire verso Zermatt.

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Marche: la Via delle Cascate Perdute di Sarnano

Come una cittadella di pietra, Sarnano si staglia, arroccata sulla vetta di un colle al centro di una valle popolata da ampi pascoli e campi coltivati e fitti boschi. Sullo sfondo le austere cime dei Monti Sibillini fanno bella mostra di sé.

Un territorio che si risveglia in primavera dal proprio torpore invernale, ripopolandosi di verde man mano che la stagione avanza. La zona meridionale delle Marche, dove si trova Sarnano, è una destinazione ideale per il ritorno del clima più propizio alle attività nella natura: alla visita di un borgo medievale dalla storia affascinante e con un grande patrimonio architettonico e artistico consente infatti di abbinare un percorso di trekking alla scoperta di alcune splendide cascate formate dai torrenti che percorrono la valle.

La chiamano la Via delle Cascate Perdute, un itinerario alla portata di tutti, che si compie agevolmente in mezza giornata e che prende le mosse dal centro storico di Sarnano per inoltrarsi nelle vicinanze e portare alla scoperta dei tesori di acqua dolce nascosti tra pietre, querce e faggi.

Il borgo medievale di Sarnano

Sarnano sorge a ridosso delle vette dei Monti Sibillini, in una sorta di culla tra le colline, con le sue torri medievali che svettano in cima al colle a oltre 500 metri di altitudine dov’è seduta.

Il centro storico della cittadina è tutto edificato in pietra cotta, donando un aspetto peculiare al borgo, con le mura degli edifici nelle tonalità dell’ocra e dell’arancio.

Una volta che si entra nel centro del borgo, la cosa migliore da fare è perdersi fra i labirintici vicoli lastricati che salgono e scendono questo piccolo capolavoro del Medioevo, in un alternarsi di diversi livelli fra piazzette, scorci e scalinate.

La Piazza Alta è il cuore della Sarnano medievale, animata dalle sagome del basso Palazzo dei Priori, la bella torre del Palazzo del Popolo (oggi trasformato in teatro),  il Palazzo del Podestà e la Chiesa di Santa Maria Assunta con i suoi affreschi.

Scorcio del borgo di Sarnano nelle Marche

Fonte: iStock

Piazzette, scale, vicoli: la meraviglia medievale del centro storico di Sarnano

Da qui le vie del borgo scendono come cerchi concentrici fino ad arrivare alla base del colle, dove si è poi sviluppata la Sarnano contemporanea. La perfetta conservazione e la cura con cui viene mantenuto il centro storico permette di entrare appieno nell’atmosfera medievale del luogo: costituitosi come libero comune a metà del Duecento, Sarnano ha conservato la fierezza delle proprie origini e le sfoggia ancora con orgoglio.

Se il borgo è completamente costruito in pietra, i dintorni del paese offrono invece un ritorno alla natura, con una grande quantità di attività outdoor a portata di mano. Percorsi ciclistici, sentieri escursionistici, avventure in parapendio, terme naturali: chi più ne ha, più ne metta.

La Via delle Cascate Perdute

La Via delle Cascate Perdute di Sarnano è un percorso escursionistico di livello molto semplice, lungo circa sei chilometri, che parte dal centro del borgo e conduce per una passeggiata per lo più pianeggiante a tre splendidi, potenti e affascinanti salti che il torrente Tennacola compie nelle vicinanze del paese.

Il tempo di percorrenza dell’intero sentiero, aperto nel 2020, è di poco meno di un paio d’ore, al quale aggiungere il tempo di permanenza presso ciascuna cascata, che offre a suo modo il proprio spettacolo.

Il percorso parte da Piazza Perfetti, ai piedi del centro storico, e unisce tre cascate: la Cascata dell’Antico Mulino, Lu Vagnatò e le Cascatelle di Sarnano. Gli escursionisti più brillanti possono inoltre proseguire per raggiungere due altre cascate, poco più lontane: le Pozze dell’Acquasanta e la Cascata del Pellegrino.

Il bel sentiero, che si snoda tra boschi e campagna, per raggiungere queste due ultime destinazioni richiede ulteriori due ore di cammino, una per l’andata e una per il ritorno.

La Cascata dell’Antico Mulino

La Cascata dell'Antico Mulino a Sarnano

Fonte: Lorenzo Calamai

La Cascata dell’Antico Mulino a Sarnano

La prima cascata che si incontra lungo la Via delle Cascate Perdute è forse anche la più suggestiva. Ci si giunge rapidamente, in appena dieci minuti di camminata, lasciandosi alle spalle il centro storico di Sarnano e dirigendosi verso est.

Nei pressi degli edifici scolastici della cittadina, una lingua d’asfalto scende verso il basso e si inoltra in una rada boscaglia: dopo poche decine di metri, improvvisamente, l’aria si fa umida e il rumore dell’acqua si fa notare. I ruderi di un antico mulino, da cui il nome della cascata, sono avvolti dalla vegetazione a fianco del sentiero.

Quando la traccia piega verso destra, ecco che si apre allo sguardo la possente conca della doppia cascata del torrente Tennacola: una passerella in legno conduce alla spiaggetta di fronte alla polla d’acqua formata dal salto, che si abbatte con tutta la sua potenza dall’alto di una dozzina di metri.

La Cascata Lu Vagnatò

Cascata Lu Vagnatò sulla Via delle Cascate Perdute Sarnano Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Lu Vagnatò

Il sentiero che collega la Cascata dell’Antico Mulino a Lu Vagnatò si percorre in circa mezz’ora.

Dopo aver superato un ponticello e sceso una scalinata in legno che porta sul letto del torrente, si arriva al cospetto di questo bel salto. Luogo di balneazione e refrigerio durante l’estate, in primavera sfoggia tutta la propria potenza.

In passato le lavandaie sarnanesi utilizzavano questo tratto del torrente per lavare i panni, come testimonia l’antica vasca che campeggia in fondo al sentiero.

Le Cascatelle di Sarnano

Cascatelle di Sarnano Via delle Cascate Perdute Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Le Cascatelle di Sarnano

Con un’altra mezz’ora di cammino si arriva fino alle Cascatelle di Sarnano, in località Romani. Si raggiungono seguendo il corso del torrente, con il sentiero che si snoda lungo le anse del Tennacola, prima che imbocchi una strada bianca. Da qui si giunge all’imbocco dell’ultimo tratto di percorso per arrivare al luogo.

Per arrivare alle Cascatelle si deve risalire il corso del torrente proprio sul bordo del suo letto nel tratto finale, inoltrandosi nel bosco. Qui tutto diventa acquatico: il rombo della cascata in sottofondo, l’acqua nebulizzata che rende umida l’aria che si respira, il torrente che corre sulle rocce e le leviga.

È la destinazione più selvaggia delle tre previste dal percorso e l’atmosfera che la cascata regala è davvero profondamente silvana, tra muschi e tronchi contorti.

Le cascate bonus: le Pozze dell’Acquasanta e la Cascata del Pellegrino

Dalle Cascatelle si può tornare al centro di Sarnano in appena una mezz’oretta, accorciando il percorso fatto all’andata. Per chi però non è stanco di esplorare questo splendido contesto naturale all’ombra dei boschi e tra il fluire dell’acqua dolce, c’è la possibilità di allungare l’escursione fino a una ultima destinazione.

Tra sentieri comodi, larghe strade bianche e tracce ben segnalate nel bosco, il percorso prosegue fino alle Pozze dell’Acquasanta. Non si tratta di una vera e propria cascata, ma di una serie di piccoli balzi che il torrente Acquasanta, affluente del Tennacola, compie in una zona dove la sua azione erosiva finisce per creare delle marmitte dei giganti, profonde polle d’acqua.

Panorama monti sibillini Sarnano Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Tornando a Sarnano dalle Pozze dell’Acquasanta il panorama regala scorci splendidi sui Sibillini

La caratteristica saliente delle Pozze dell’Acquasanta è che le acque del torrente provengono dalle vette innevate dei Sibillini, e sono pertanto estremamente pure e cristalline. In estate il corso d’acqua viene presto prosciugato dal caldo, lasciando a testimonianza solo alcune cavità molto profonde riempite di acqua incredibilmente chiara, che lascia intravedere il fondale. In primavera, invece, lo scenario è ancora più bello perché il torrente è vivo, e si formano una serie di rapide e cascatelle tra una marmitta e l’altra.

A cinque minuti dalle Pozze dell’Acquasanta, tramite un breve sentiero, si arriva alla Cascata del Pellegrino, alimentata dall’omonimo fosso. Si tratta di un salto non molto alto ma estremamente suggestivo per come l’acqua ha scavato in maniera particolare le rocce.

Dalle Pozze dell’Acquasanta il ritorno al centro storico di Sarnano comporta circa un’ora e quarantacinque minuti.c

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Dove sciare a marzo: le migliori località sciistiche in Italia e in Europa

Sciare quando le giornate si allungano e diventano più assolate e calde, è senz’altro un’esperienza da provare, purché si scelgano le stazioni sciistiche che permettano di godere di ottime condizioni di neve anche con l’affacciarsi delle temperature primaverili. Se vi siete persi l’inizio della stagione, vi farà piacere sapere che c’è ancora tempo per vivere la magia delle piste di alcuni dei più alti e famosi comprensori, con in più il vantaggio di evitare la folla dei mesi più freddi. Noi di SiViaggia abbiamo selezionato le migliori località in Italia e in Europa, dove sciare a marzo.

Dove sciare a marzo in Italia

Lanciarsi sulle piste da sci a marzo è il sogno di molti, ma può essere anche un’incognita, perché le condizioni della neve possono variare molto velocemente a causa dei repentini cambiamenti di temperatura nei mesi primaverili. Proprio per questo, è importante scegliere località sciistiche con quote medie piuttosto alte, dove gli impianti di risalita rimangono aperti fino a fine aprile o a inizio maggio. Il nostro Paese è ricco di comprensori adatti a ogni esigenza, perfetti anche in questo periodo dell’anno. Ad ogni modo, prima di comprare il biglietto, è sempre bene verificare che gli impianti in cui desiderate sciare siano aperti.

Cervino Ski Paradise, il più alto comprensorio delle Alpi

Il Cervino Ski Paradise, in Valle d’Aosta, è uno dei più grandi e spettacolari d’Italia. Situato ai piedi del Monte Cervino, si sviluppa lungo le tre vallate di Italia e Svizzera e offre 350 chilometri di piste collegate tra loro. Breuil-Cervinia e Valtournenche – insieme a Zermatt, in Svizzera – sono le località regine di questo comprensorio, che si estende dai 1.500 mt. di Valtournenche ai 3.883 mt. del Piccolo Cervino. Tra le piste per lo sci alpino, spicca la “Ventina”, lunga 11 km che, percorrendo l’omonimo ghiacciaio, scende dal Plateau Rosà fino a Cervinia, a 2000 metri.

Date e tariffe

Iniziata a ottobre, la stagione sciistica nel comprensorio del Cervino Ski Paradise durerà anche quest’anno 11 mesi. Gli impianti di risalita di Breuil-Cervinia chiuderanno, infatti, il 7 settembre 2025, senza interruzioni tra inverno ed estate.Il prezzo dello skipass giornaliero per gli adulti è di 61 euro. C’è, inoltre, la possibilità di sciare il mattino fino alle 13:00 e il pomeriggio dalle ore 12:00, al costo di 49 euro. Il costo dello skipass per 6 giorni è di 322 euro. È, inoltre, applicata la riduzione del 20% sulle tariffe degli skipass under 24 e lo sconto del 30% agli under 16.

Come arrivare

Chi vuole raggiungere il Cervino Ski Paradise in auto, può prendere la A5 Torino-Aosta, uscire a Châtillon/Saint-Vincent e continuare sulla regionale in direzione Cervinia, per 28 km. Se, invece, si viaggia in treno, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Châtillon/Saint-Vincent. Da Châtillon, così come da Torino e Milano, è attivo un servizio di autobus di linea da/per Breuil-Cervinia Valtournenche. Per chi viaggia in aereo, i trasferimenti sono facilitati dalla vicinanza con gli aeroporti internazionali di Torino Caselle, Milano Malpensa, Milano Linate e Ginevra. Per il trasferimento da e per gli aeroporti esistono diverse possibilità con bus, taxi e auto a noleggio.

Monte Cervino visto da Plan Maison a marzo, Valle d'Aosta

Fonte: iStock

Monte Cervino da Plan Maison all’interno del comprensorio sciistico Cervino Ski Paradise

Val Senales, con piste variegate

Il comprensorio sciistico Val Senales, in Alto Adige, è uno dei più amati della zona, grazie alle piste di tutti i gradi di difficoltà che si snodano dal Ghiacciaio di Giogo Alto fino a Maso Corto, giù nella valle. Le piste dell’area sciistica della Val Senales si estendono tra 2.000 e 3.200 metri di quota con una lunghezza di 42 km, di cui 16 per neofiti. La pista più suggestiva e consigliata ai soli esperti è la “Schmugglerabfahrt”, che con una discesa di 8 km e 1200 metri di dislivello porta fino alla stazione a valle. Una parte delle piste (circa una decina di chilometri), collocata sul ghiacciaio a 3200 metri di quota, consente di sciare anche in estate.

Date e tariffe

La stagione sciistica del comprensorio Val Senales si conclude il 4 maggio 2025. Il prezzo dello skipass giornaliero per adulti è di 55 euro, mentre dalle 12.30 il costo è di 45 euro. La tariffa dello skipass di 6 giorni è di 276 euro. Nei giorni 7 marzo, 12 e 21 aprile 2025, il costo dello skipass giornaliero è di 61 euro. Accanto al classico giornaliero e plurigiornaliero, la skiarea Val Senales propone una serie di skipass speciali.

Come arrivare

La Val Senales è facilmente raggiungibile sia in auto da Bolzano, Merano, dal Passo Resia, dal Passo dello Stelvio e da Passo Monte Croce, sia in autobus da Merano o Naturno. Gli aeroporti più vicini sono: Bolzano, Bergamo – Orio al Serio, Verona, Venezia, Treviso, Milano. Per salire in cima, bisogna prendere la funivia Gletscherbah alla stazione a valle di Maso Corto a 2000 metri di quota, che in soli sei minuti porta fino ai 3200 metri della stazione a monte Grawand. A Maso Corto, nei pressi della funivia, troverete ampi parcheggi.

Stazione sciistica della Val Senales

Fonte: iStock

La stazione sciistica della Val Senales, in Alto Adige

Dolomiti Superski, con 12 aree sciistiche

A marzo, il clima è più mite e le giornate più soleggiate, ideali per divertirsi sulle piste da sci delle Dolomiti e per trascorrere momenti rilassanti nel sito naturale Patrimonio UNESCO. Nella stazione sciistica Dolomiti Superski è possibile usufruire di 450 impianti di risalita e 1.246 chilometri di piste, di cui circa la metà direttamente collegati tra di loro, con un unico skipass. Il 97% delle piste è predisposto per l’innevamento programmato, dove la sciabilità è garantita da dicembre fino ad aprile anche senza precipitazioni nevose.

Il comprensorio è composto da 12 aree sciistiche:

  • Cortina d’Ampezzo (aperto fino al 1° maggio 2025)
  • Plan de Corones (fino al 21 aprile 2025)
  • Alta Badia (fino al 6 aprile 2025)
  • Val Gardena – Alpe di Siusi (fino al 6 aprile 2025)
  • Val di Fassa – Carezza (fino al 6 aprile 2025)
  • Arabba – Marmolada (fino al 6 aprile 2025)
  • Tre Cime (fino al 21 aprile 2025)
  • Val di Fiemme – Obereggen (fino al 21 aprile 2025)
  • San Martino di Castrozza – Passo Rolle (fino al 30 marzo 2025)
  • Rio Pusteria – Bressanone (fino al 20 aprile 2025)
  • Alpe Lusia – San Pellegrino (fino al 6 aprile 2025
  • Civetta (fino al 30 marzo 2025)

Le aree collegate tra di loro sono: Alta Badia, Val Gardena (eccetto l’Alpe di Siusi), Val di Fassa (eccetto Carezza e Catinaccio), Arabba e Marmolada. A questi si aggiungono gli skitour del Sella Ronda e il Giro della Grande Guerra.

Date e tariffe

Il prezzo di uno skipass giornaliero è di 83 euro fino al 22 marzo e di 75 euro dal 23 marzo al 1° maggio. Acquistando uno skipass giornaliero o plurigiornaliero tramite la My Dolomiti Card almeno due giorni prima dell’inizio della validità, si ha diritto a uno sconto del 5%.

Come arrivare

Il percorso migliore per raggiungere le Dolomiti in automobile è dall’autostrada A22 del Brennero (sia in Italia che in Austria vengono riscossi i pedaggi autostradali). In treno, le dodici vallate sono facilmente raggiungibili con Trenitalia e con le ferrovie dell’Alto Adige. In aereo, con Sky Alps le Dolomiti si possono raggiungere in poche ore dagli aeroporti italiani di Roma, Cagliari, Lamezia Terme, Brindisi, Olbia e Catania.

Monte Cristallo innevato a Cortina d'Ampezzo

Fonte: iStock

Cortina d’Ampezzo, una delle 12 aree sciistiche del comprensorio Dolomiti Superski

Sestriere – Vialattea, sciare in Piemonte sulle Alpi

Sestriere, alle porte di Torino, fa parte del comprensorio sciistico internazionale della Vialattea, che comprende altre 7 località montane tutte collegate tra loro dagli impianti di risalita: Sauze d’Oulx, Oulx, Sansicario, Cesana, Pragelato, Claviere e la francese Montgenèvre. Nel complesso, si può godere di oltre 249 piste (7 verdi, 80 blu, 120 rosse e 42 nere) e 70 impianti di risalita. La vastità e la varietà del comprensorio riescono a soddisfare sia gli sciatori più esigenti, grazie alle piste lunghe ed impegnative, sia chi si avvicina per la prima volta al mondo dello sci, con proposte anche per i bambini, come il Baby Fun Park di Sansicario e di Sauze d’Oulx. È inoltre possibile sciare in notturna.

Date e tariffe

Fino al 9 marzo (alta stagione), il prezzo dello skipass giornaliero per adulti è di 50 euro, pomeridiano 37 euro, per quindici giorni consecutivi il costo è di 529 euro. Dal 10 marzo al 13 aprile (bassa stagione), il costo dello skipass giornaliero è di 35 euro, 27 euro il pomeridiano, 383,50 euro il costo dello skipass da 15 giorni.

Come arrivare

In auto, da Torino, prendendo l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia – Uscita “Oulx Circonvallazione”, e proseguendo per 20 km in direzione Sestriere. In treno, la stazione più vicina al paese è Oulx, che si trova a pochi km da Sestriere. Il tempo di percorrenza da Torino a Oulx è di circa un’ora e mezza. In aereo: l’aeroporto più vicino è quello di Torino – Caselle (TRN). Il tempo di trasferimento tra l’aeroporto di Torino e Sestriere è poco meno di 2 ore (90 km).

Il comprensorio sciistico di Sestriere

Fonte: iStock

Il comprensorio sciistico di Sestriere-Vialattea

Livigno, il più grande comprensorio sciistico in Valtellina

Chi sceglie Livigno per sciare a marzo non rimarrà deluso. Parliamo di una delle Ski Aree più estese e rinomate d’Europa, con una superficie sciabile che supera i 115 km di neve battuta e una stagione invernale che dura fino ai primi di maggio. Dai vari punti del paese in provincia di Sondrio (Lombardia) oltre 30, tra moderni skilift, seggiovie e cabinovie, portano in quota su entrambi i versanti della valle, offrendo la possibilità di sciare su piste di ogni livello di difficoltà (easy, medium, advanced).

Date e tariffe

La chiusura della stagione sciistica è prevista per il 4 maggio 2025. È possibile sciare con un unico skipass, valido per l’accesso a tutti gli impianti di risalita, scegliendo tra skipass giornalieri per sciare da mattina a sera oppure optando per tessere mattiniere o pomeridiane, usufruendo anche di offerte e promozioni per lo sci a prezzi speciali. Fino al 14 marzo (alta stagione), il costo dello skipass giornaliero per adulti è di 56,50 euro, mentre mattiniero e pomeridiano costano 41,50 euro; dal 15 al 28 marzo (media stagione), il giornaliero scende a 53 euro. Dal 12 al 17 aprile e dal 22 aprile all’1 maggio si può usufruire della tariffa promozionale di 36,50 euro per skipass giornaliero adulti.

Come arrivare

In auto, la strada percorribile tutto l’anno da Lombardia, Piemonte, Liguria è la seguente: da Milano SS36 per Lecco, quindi proseguire fino a Colico e prendere la SS38 dello Stelvio in direzione Sondrio-Tirano-Bormio, infine la SS301 del Passo del Foscagno fino a Livigno. Per chi viene da Triveneto, Emilia, Centro e Sud Italia: dall’autostrada A22/E45 prendere l’uscita Bolzano Sud per la superstrada, direzione Merano, prendere la SS38/40 in direzione Passo Resia fino a Glorenza, quindi la SS41 in direzione Tubre/Taufers; entrare in Svizzera (frontiera di Müstair), quindi raggiungere Livigno attraverso il Pass dal Fuorn e il Tunnel Munt La Schera (frontiera Passo del Gallo). È importante verificare la situazione dei passi in tempo reale. In aereo, sono previsti collegamenti diretti Livigno-aeroporti (andata e ritorno) per Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo Orio al Serio. In treno, Milano-Tirano con coincidenza autobus da Tirano a Livigno (con cambio a Bormio).

Stazione sciistica a Livigno

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Le piste innevate della stazione sciistica a Livigno

Dove sciare a marzo in Europa

Oltre all’Italia, altre mete europee sono ideali per sciare nel mese di marzo, grazie alle tante località sciistiche di fama internazionale, come Verbier in Svizzera o Tignes, tra le Alpi francesi. Questo periodo dell’anno può, inoltre, offrire l’occasione per avventurarsi in comprensori magari meno noti, ma altrettanto favolosi, spingendosi fino al Circolo Polare Artico. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta per scoprire, sci ai piedi, alcune delle migliori piste del mondo, dove vivere avventure davvero uniche nella neve.

Val Thorens e Les Trois Vallées, in Francia

Una delle migliori località per sciare a marzo in Europa è Val Thorens, tra le stazioni sciistiche più alte d’Europa. Situata nel dipartimento francese della Savoia, è immersa nel cuore del comprensorio delle Trois Vallées, con la sua vetta più alta, la Cime Caron, di 3.200 metri. Ciò significa che è incredibilmente innevata, anche a stagione inoltrata. Il comprensorio sciistico di Val Thorens-Orelle offre 150 km di piste e l’accesso alla Maurienne tramite la stazione di Orelle. Il comprensorio sciistico delle Trois Vallées è composto, invece, da 7 stazioni sciistiche – Courchevel, Méribel, Brides-les-Bains, Saint-Martin-de-Belleville, Les Menuires, Val Thorens e Orelle – tutte collegate, per un totale di 600 km di pista.

Date e tariffe

Il comprensorio sciistico di Val Thorens rimane aperto fino al 4 maggio, mentre quello delle Trois Vallées chiude il 21 aprile. Si può optare per diversi pacchetti, come lo skipass da 4 ore, al costo di 61 euro in Val Thorens-Orelle, lo skipass giornaliero al costo di 68 euro, o il pacchetto principianti, al prezzo di 34 euro (giornaliero).

Come arrivare

In auto, se partite da Albertville, nel dipartimento di Savoia, prendete la N90 in direzione Moûtiers, quindi l’uscita n° 40 – St-Jean-de-Belleville / St-Martin-de-Belleville / Les Menuires / Val Thorens; seguire la D117 fino a Val Thorens.
Se invece partite da Maurienne (Orelle): prendete l’autostrada A43, l’uscita n°29 – St Michel de Maurienne, seguite la D1006 in direzione Orelle. In treno, la stazione Moûtiers – Salins – Brides-les-Bains è la più vicina a Val Thorens. Gi aeroporti vicini sono quelli di: Chambéry – Savoia Monte Bianco (CMF), distante 122 km; Grenoble Alpes Isère (GNB), distante 194 km; Lione Saint Exupéry (LYS), distante 199 km; l’aeroporto internazionale di Ginevra, che dista 201 km.

Val Thorens, famosa stazione sciistica in Francia

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Val Thorens, tra le stazioni sciistiche più alte d’Europa

Verbier, Svizzera

Approfittate delle piste più tranquille a marzo per sciare in una delle località sciistiche più popolari della Svizzera. Situata nel cuore delle 4-Vallée, Verbier è una delle più importanti ed ampie ski aree d’Europa, posta su un altopiano baciato dal sole con una meravigliosa visuale dei monti circostanti. Particolarmente apprezzata dai freerider, la ski area va da 1500 a 3300 metri, con 93 impianti che danno accesso a 412 km di piste.

Date e tariffe

La chiusura del comprensorio è prevista il 21 aprile 2025. Lo skipass di un giorno costa 87 euro, 77 euro dalle 12.30, mentre lo skipass di 6 giorni costa 400 euro.

Come arrivare

La città di Verbier dista 260 chilometri da Milano. In auto, prendete prima l’autostrada A4 in direzione E2, in seguito prendete l’uscita Santhià per A5 verso il Gran San Bernardo. Imboccate l’uscita Aosta Est verso E27 e, attraversato il traforo del Gran San Bernardo, proseguite sulla E27. Infine, la strada Route de Verbier vi porta fino al fondovalle di Le Châble, dove si trova la telecabina che sale fino alle piste di Les Ruinettes con fermata intermedia nel paese. L’aeroporto internazionale più vicino è quello di Ginevra, a 160km. Dall’Italia, si può prendere il treno diretto Milano – Martigny, effettuando un cambio per Le Châble, da cui raggiungere il paese di Verbier con la telecabina.

Sciatore a Verbier, Svizzera

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Verbier, una delle località sciistiche più popolari della Svizzera

Åre, la più grande località sciistica della Scandinavia

Ad Åre, per la conformità delle montagne, le diverse condizioni meteorologiche e di neve rispetto alle Alpi, si può vivere un’esperienza sciistica davvero esotica. La più grande località sciistica della Scandinavia,  nella contea di Jämtland, in Svezia, dispone di 42 impianti di risalita e 89 piste, con 890 metri di dislivello dall’alto verso il basso, il che significa che c’è molto da sciare. A ciò si aggiungono due snowpark costruiti insieme alla medaglia olimpica Jesper Tjäder, una pista da discesa realizzata per i campionati mondiali, lo sci fuori pista e una vasta gamma di altre attività come le slitte trainate da cani e le escursioni in motoslitta.

Date e tariffe

A febbraio e marzo le giornate si allungano, le temperature si alzano un po’ e lo sci è al suo apice. Spesso, in questo periodo ci sono molte nevicate e i tracciati fuori pista sono facilmente accessibili. La stagione si protrae fino al 4 maggio 2025, mentre gli impianti di risalita di Björnen, Duved e Tegefjäll chiudono il 27 aprile. Ci sono vari pacchetti pensati per le famiglie che vogliono vivere un’esperienza completa, che includono alloggio e skipass, a partire da 176 euro a persona.

Come arrivare. In aereo, a est, l’aeroporto di Åre Östersund effettua voli nazionali da Stoccolma e altri aeroporti svedesi e voli internazionali. Diverse compagnie di autobus e treni offrono collegamenti diretti con Åre dalle città più grandi della Svezia e da Trondheim in Norvegia. Per chi viaggia in auto, la E14 si estende da Stjørdal, appena a nord di Trondheim in Norvegia, a Sundsvall sulla costa orientale della Svezia, attraversando i principali villaggi del comune di Åre.

Åre, la più grande località sciistica della Scandinavia

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Åre, bellissima località sciistica in Svezia

Tignes, nel cuore delle Alpi francesi

Situata nella Valle della Tarentaise, Tignes, nel dipartimento della Savoia della regione Alvernia-Rodano-Alpi, è una delle migliori stazioni sciistiche d’Europa da visitare a marzo. Si trova a ben 2.100 metri sul livello del mare, e grazie a questa altezza e al ghiacciaio della Grande Motte, che raggiunge i 3456 metri, potete aspettarvi piste meravigliosamente innevate anche in questo periodo dell’anno. Qui si può godere di un’area sciistica con 300 km di piste, distribuite tra i 1.550 m e i 3.450 m di altitudine, per ore di sci nella neve fresca.

Date e tariffe

Nelle settimane dall’8 al 15 marzo e dal 15 al 22 marzo si può usufruire dell’offerta di una settimana al costo di 409 euro per skipass adulti, mentre nelle settimane dal 22 al 29 marzo e dal 29 marzo al 5 aprile, c’è la tariffa speciale di 363 euro. La stagione sciistica si conclude il 4 maggio 2025.

Come arrivare

Tignes si trova nel dipartimento della Savoia, distante circa 5 ore dagli aeroporti italiani di Milano e Torino. Per chi viaggia in treno, la soluzione più rapida per raggiungere le piste è quella di recarsi presso la stazione di Torino Porta Nuova e poi spostarsi in auto o in autobus. In auto, da Torino, la località dista circa 150 km.  Il comprensorio sciistico si raggiunge in meno di tre ore, percorrendo l’autostrada A32 e successivamente la strada statale 25 fino al raggiungimento del territorio francese. Da qui, la strada D902 conduce verso la Val-d’Isère.

Tignes, località sciistica in Francia

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La stazione sciistica di Tignes, nella Valle della Tarentaise in Francia

Levi, sciare al Circolo Polare Artico

Situata al Circolo Polare Artico, nella natura selvaggia della Lapponia, Levi è la principale stazione sciistica della Finlandia, nel distretto di Kittilä, con 44 piste, quattro snowpark e cinque percorsi di sci alpinismo. Le sue piste sono popolari anche tra gli sciatori alpini di livello mondiale, per le gare di Coppa del Mondo. Moderne seggiovie e cabinovie consentono di accedere alle piste intorno alla vetta alta 531 metri. A ciò si aggiunge l’ampia scelta di avventure sulla neve, dalla motoslitta alla pesca sul ghiaccio, dallo sci di fondo allo spettacolo dell’aurora boreale.

Date e tariffe

Acquistando gli skipass in anticipo online, si possono ottenere a un costo migliore. Il prezzo di uno skipass adulti giornaliero è di 56,50 euro, per 6 giorni è di 250,50 euro. Lo stoccaggio della neve inizia sulla pista Levi Black (G2) dopo Pasqua e sulla pista Front dopo il 1° maggio, quando entrambe le piste saranno chiuse. Le altre aree delle piste rimarranno aperte fino al 4 maggio 2025, se le condizioni meteorologiche e di innevamento lo permetteranno. La seggiovia Levi Six rimarrà aperta fino al 18 maggio.

Come arrivare

Il modo più comodo per raggiungere Levi è con un volo da Helsinki a Kittilä, prendendo poi un bus navetta. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Kolari, a soli 80 km, seguita da quella di Rovaniemi, a circa 170 km dal centro di Levi. Ci sono anche buoni collegamenti in autobus da Rovaniemi a Levi.

Vista dell'alba delle piste da sci di Levi, in Lapponia

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Le piste da sci di Levi, in Lapponia, nelle suggestioni dell’alba

Gli impianti sciistici dove andare a marzo

Se siete pronti a inforcare gli sci, abbiamo visto come nel mese di marzo sia ancora possibile vivere la magia delle piste innevate sulle migliori stazioni sciistiche d’Italia e d’Europa. Per facilitarvi la scelta, ecco una panoramica sui comprensori perfetti in questo periodo dell’anno, con le date di chiusura.

I migliori comprensori sciistici in Italia dove andare a marzo

  • Cervino Ski Paradise, Valle d’Aosta (fino al 7 settembre 2025)
  • Val Senales, Alto Adige (fino al 4 maggio 2025)
  • Dolomiti Superski, Alto Adige (fino al 1° maggio 2025)
  • Sestriere – Vialattea, Piemonte (fino al 13 aprile 2025)
  • Livigno, Lombardia (fino al 1° maggio 2025)

I migliori comprensori sciistici in Europa dove andare a marzo

  • Val Thorens e Les Trois Vallées, Francia (fino al 4 maggio 2025)
  • Verbier, Svizzera (fino al 21 aprile 2025)
  • Åre, Svezia (fino al 4 maggio 2025)
  • Tignes, Francia (fino al 4 maggio 2025)
  • Levi, Finlandia (piste fino al 4 maggio – seggiovia fino al 18 maggio 2025)
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Laghi di montagna in Trentino-Alto Adige, i tesori nascosti tra le Alpi

Il Trentino-Alto Adige, si sa, è uno scrigno ricco di meraviglie naturali tutte da esplorare. Tra le cime più celebri dell’arco alpino sono incastonati come diamanti tanti piccoli e grandi laghi: distese d’acqua cristallina che cambiano aspetto con lo scorrere delle stagioni.

Se siete amanti del trekking, delle avventure in mountain bike, oppure cercate un’oasi di pace in cui rilassarvi e da raggiungere facilmente in auto, ecco una selezione di alcuni dei laghi del Trentino più belli da raggiungere.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

Se viaggiate in famiglia con bambini o volete raggiungere facilmente in auto uno degli splendidi laghi del Trentino-Alto Adige, ecco alcune mete da non perdervi per rilassarvi sulle rive, avventurarvi in sport acquatici o camminare a passo lento nella natura incontaminata.

Lago di Cei

Altitudine: 918 m s.l.m.

Sembra uscire direttamente da un dipinto di Monet, il Lago di Cei. Situato a Villa Lagarina, a mezz’ora d’auto da Trento, nel cuore dell’area protetta di Pra dell’Albi–Cei, questo specchio d’acqua incanta con le sfumature della vegetazione che lo abbraccia, tra faggi, canneti ed iris blu che fioriscono quando scoppia la primavera. A sorvegliarlo c’è la catena dei monti Stivo, Cornetto e Bondone. In ogni stagione cambia il proprio abito, passando dal foliage ai colori vividi dell’estate, fino alla candida neve che lo ricopre in inverno. Il Lago di Cei è perfetto per un break dalla vita quotidiana in un ambiente tranquillo immerso nella natura.

Come arrivare: in auto, da Rovereto si attraversano i paesi di Villa Lagarina, Pedersano e Castellano, seguendo la SP 20 fino al lago, dove sono presenti tre parcheggi gratuiti dove poter lasciare la macchina. Da Trento, si prosegue verso sud, attraversando prima Mattarello e poi Aldeno. Da lì si prosegue sulla SP 20 fino al lago.

Quando andare: il Lago di Cei è una meta adatta a ogni stagione.

Lago di Ledro

Altitudine: 655 m s.l.m.

Il Lago di Ledro è un piccolo gioiello incastonato tra le montagne del Trentino, a solo 30 minuti da Riva del Garda. È una meraviglia non solo per le sue acque cristalline, ma anche per la sua importanza archeologica: un abbassamento del livello di acqua, nel 1929, ha riportato alla luce i resti di un antico villaggio di palafitte risalente a 4.000 anni fa, che oggi è Patrimonio dell’Unesco e visitabile (è aperto quasi tutto l’anno, tranne nei mesi di gennaio e febbraio).

Questo bacino lacustre è ideale per famiglie e coppie che cercano un’oasi di tranquillità nella natura incontaminata, con le sue quattro spiagge (una è animal friendly), e per chi ama fare trekking con percorsi facili e alla portata anche dei meno esperti, come il giro della Madonnina di Besta, che raggiunge la statua su uno spuntone di roccia dal quale si gode di una vista unica al mondo. Non mancano attività come il windsurf, la vela e la canoa.

Lago di Ledro, in Trentino-Alto Adige

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Lago di Ledro, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, arrivando dal Trentino si esce a Rovereto Sud della A22 e si percorrere la statale del Garda fino a Riva del Garda. Da lì si attraversa la lunga galleria che porta in Valle di Ledro e al lago. Arrivando da Milano, si percorre la A4 e si esce a Brescia Est, per poi seguire le indicazioni per Madonna di Campiglio. A Storo si prosegue per Valle di Ledro. In treno, invece, si scende alla stazione di Rovereto e da lì si proseguire con uno dei bus di linea che portano quotidianamente al lago.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se il periodo migliore per potersi rilassare sulle sue spiagge è l’estate.

Lago di Molveno

Altitudine: 864 m s.l.m.

Tra i laghi più belli d’Italia c’è sicuramente il Lago di Molveno, immerso nel Parco Naturale Adamello Brenta, a soli 40 km da Trento. Lo diceva anche il poeta Antonio Fogazzaro che questo specchio d’acqua era una “preziosa perla in più prezioso scrigno”. In effetti, la vista su questo lago alpino è una vera cartolina, con le Dolomiti del Brenta a fare da cornice. Le sue acque cristalline e i servizi che qui vengono offerti l’hanno reso più volte il lago più bello e più pulito d’Italia, riconoscimento ricevuto da Legambiente e dal Touring Club Italiano.

Dalla canoa al SUP, fino ai percorsi di trekking attorno al lago e alla possibilità di fare piacevoli pic-nic sulle sue rive, il Lago di Molveno è una destinazione adatta a tutti, dalle famiglie con bambini (la grande spiaggia ha anche l’acqua park) ai gruppi di amici, fino a chi viaggia in solitaria e vuole vivere una giornata all’insegna dell’avventura. Non mancano altre attrazioni: pista per le mountain bike, campo da tennis, barche e pedalò a noleggio. In inverno, il Lago di Molveno si tinge di bianco ed è disponibile una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Da maggio ad ottobre apre anche la funivia panoramica, che permette di salire fino all’Altopiano di Pradel, il punto dal quale partire per lunghe camminate tra le Dolomiti, oppure in cui fare divertenti discese con lo slittino in inverno.

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 (Autostrada del Brennero) e si esce a Trento Nord per proseguire verso Mezzolombardo e seguire le indicazioni per Fai della Paganella, Andalo e Molveno (dista circa 25 km). Il lago è ben servito anche con i mezzi pubblici: da Trento di può raggiungere Mezzocorona con l’autobus della linea 751 e da lì arrivare al Lago di Molveno con la linea 611 (tutte le linee e gli orari sono disponibili sul sito di Trentino Trasporti). In alternativa, si può prendere il treno Trento-Mezzocorona e poi proseguire con il bus.

Quando andare: il Lago di Molveno è un’ottima meta per ogni stagione dell’anno.

Lago di Braies

Altitudine: 1.496 m s.l.m.

Non ha bisogno di troppe presentazioni il Lago di Braies, uno degli specchi d’acqua più famosi e incantevoli del Belpaese. Situato nell’omonimo comune, in Alta Pusteria e a circa 97 km da Bolzano, il gioiello delle Dolomiti con le acque dai colori cangianti è una meta ambita da molti escursionisti e appassionati di nordic walking, soprattutto nel periodo estivo (per questo è consigliato evitare i weekend e gli orari di punta, meglio raggiungerlo alle prime luci del mattino). Nei dintorni si possono fare lente passeggiate ed escursioni con diversi livelli di difficoltà, oppure si può noleggiare una barca a remi per un romantico giro del lago.

Lago di Braies

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Lago di Braies, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si percorre la A 22 per Bressanone, poi la E 66 per Brunico e infine la SS 49 Val Pusterla per San Candido. Da Monguelfo si svolta a destra per il lago. Il parcheggio è sempre a pagamento. Con i mezzi pubblici si può prendere il bus da Dobbiaco, Villabassa o Monguelfo.

Quando andare: ogni stagione è perfetta per raggiungerlo, ma la primavera e l’autunno sono periodi meno affollati e regalano sfumature di colori emozionanti.

Lago di Misurina

Altitudine: 1.754 m s.l.m.

Il Lago di Misurina è la “Perla delle Dolomiti” situata nel Cadore, in provincia di Belluno. Meraviglioso e dalle proprietà terapeutiche grazie al suo microclima salubre, questo specchio d’acqua cambia aspetto dall’inverno, quando si ghiaccia completamente divenendo una grande pista di pattinaggio, alla primavera, quando i profumi e i colori della vegetazione lo avvolgono piacevolmente.

Ottimo punto da raggiungere per amanti del trekking, grazie ai diversi sentieri che si snodano attorno alle sue rive, come quello che porta fino alle Tre Cime di Lavaredo (strada che porta anche al Lago di Antorno) o al Rifugio Auronzo. A est del lago si trovano invece gli impianti di risalita e la catena dei Cadini di Misurina. I più romantici possono noleggiare una barca a remi o un pedalò per esplorare il lago da una prospettiva nuova.

Lago di Misurina

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Lago di Misurina, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: in auto, si segue la A27 Venezia/Belluno, la Modena/Brennero o la A 23 Palmanova/Tarvisio e si prosegue sulla la SS 51 e SS 52 fino ad Auronzo di Cadore. Si raggiunge anche facilmente anche dalla Valle di Landro e da Cortina d’Ampezzo. Sono disponibili diversi parcheggi a pagamento. Con i mezzi pubblici, partendo da Cortina si prende uno degli autobus di Dolomiti Bus che portano al lago.

Quando andare: il Lago di Misurina è perfetto in ogni stagione, dall’estate all’inverno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Avventura e sport si uniscono per coloro che amano fare trekking in alta quota o viaggiare su due ruote con una mountain bike. Ecco alcuni dei più affascinanti laghi da raggiungere seguendo diversi sentieri facili che permettono di vivere la magia delle montagne italiane a 360°.

Lago delle Stellune

Altitudine: 2.198 m s.l.m.

Nel cuore del Lagorai, nel comune di Castello-Molina di Fiemme (Trento), spicca tra le vette il Lago delle Stellune, una splendida meta da raggiungere a passo lento. Sulle sue acque si riflettono Cima delle Buse e Cima Stellune, ricreando un paesaggio da cartolina incantevole punteggiato dai resti di fortificazioni militari risalenti al conflitto 1915-1918.

Come arrivare: uno dei percorsi che raggiungono il Lago delle Stellune prevede di prendere la strada del Passo Manghen (sul versante Val di Fiemme) e, arrivati al Ponte delle Stue, di imboccare la forestale (sentiero 318). Si passa per la Malga Stue Bassa, la Malga Stue Alta, poi la Malga Cazzorga (m.1845) e infine la Malga delle Stellune. Dopo 2 ore e mezza si arriva al lago.

Quando andare: il periodo consigliato va da dicembre ad aprile, quando il paesaggio è completamente innevato.

Lago di Antermoia

Altitudine: 2.501 m s.l.m.

Incastonato in una conca nel massiccio del Catinaccio, il Lago di Antermoia è una meta incantevole per tutti gli amanti delle camminate ad alta quota. Situato nel cuore delle Dolomiti della Val di Fassa questo specchio d’acqua di origine glaciale è protagonista di diverse leggende che riguardano misteriosi incontri tra streghe, mentre le rocce grigie e l’assenza di vegetazione danno vita a un paesaggio che sembra appartenere alla Luna.

Lago Antermoia, in Trentino-Alto Adige

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Lago Antermoia, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: tra le varie vie che portano al Lago di Antermoia, troviamo i sentieri 546 e 584, che partono da Pera di Fassa e attraversano la Val di Vajolet e il passo di Antermoia, oppure i sentieri e 579 e 580, che partono da Pera e da Mazzin di Fassa e attraversano la val Udai.

Quando andare: il periodo consigliato per fare escursioni al Lago di Antermoia va da fine giugno a fine settembre.

Lago Nambino

Altitudine: 1.765 m s.l.m.

Le Dolomiti di Brenta sullo sfondo, un lago da cartolina e un ambiente naturale fiabesco con foreste rigogliose di abeti rossi: il Lago Nambino è una meta tra le più amate del Trentino-Alto Adige, incastonata tra le montagne del Gruppo della Presanella. Gli appassionati di trekking e delle avventure in mountain bike lo amano: tra i vari percorsi che lo raggiungono c’è anche il famoso Giro dei cinque laghi di Madonna di Campiglio. In questo panorama, un rifugio caratteristico è aperto tutto l’anno per accogliere gli avventori (si può anche pernottare).

Lago Nambino in Trentino-Alto Adige

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Lago Nambino, Trentino-Alto Adige

Come arrivare: due percorsi portano al Lago Nambino. Uno parte dal parcheggio di Patascoss, poco sopra Madonna di Campiglio: una camminata di 45 minuti su un sentiero pianeggiante che attraversa il bosco e sbuca proprio sullo specchio d’acqua. L’altro percorso, adatto alle famiglie con bambini, parte da Piana Nambio e in mezz’ora porta al lago. l caratteristico rifugio è sempre aperto (anche in inverno) ed offre l’opportunità di pernottare in un ambiente davvero magico.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, ogni stagione trasforma il paesaggio. In inverno è bene informarsi previamente sulla quantità di neve presente.

Lago Scuro

Altitudine: 2.663 m s.l.m. 

Non solo il fascino della natura incontaminata, ma anche la forte componente storica caratterizzano il Lago Scuro, nel comune di Strembo (provincia di Trento), in val Genova. Chiamato anche Lago Scuro al Mandrone, questo specchio d’acqua profondo 30 metri e ricoperto di ghiaccio già dal tardo autunno, è incastonato tra ripide pareti rocciose che compongono un ambiente lunare con vista sulle vette dell’Adamello. Inoltre, si trova lungo il sentiero attrezzato Trincee Cresta Presena: un percorso che permette di ammirare, camminando, vecchie trincee, baracche, resti di armi e rotoli di filo spinato, testimonianze della Prima Guerra Mondiale qui combattuta. I sentieri raggiungono anche il Laghetto Cima Zigolon (2.819 m) e il Laghetto Scuro di Mandrone (2.734 m), oltre allo storico rifugio in cui poter sostare.

Come arrivare: da Trento (che dista 78 km) si può raggiungere in auto la Val di Genova (è previsto il pagamento di un pedaggio per l’accesso), nella quale si seguono le indicazioni per malga Sadole, dove c’è un grande parcheggio. Da lì si prende la strada sterrata che porta al rifugio Bedole e poi si prende il sentiero 212, abbastanza ripido inizialmente, ma poi diventa più dolce oltre i 2.100 metri. Si passa davanti al museo del Centro Studi Adamello e ad una splendida chiesetta. Infine, si raggiunge il rifugio al Mandrone (2.442 m). A destra del rifugio si prende il sentiero 209, in salita, che porta al Lago Scuro in un’oretta di camminata.

Quando andare: è preferibile raggiungere il Lago Scuro nei mesi meno freddi. Controllare sempre le previsioni meteo prima di partire.

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Il Ghiacciaio dell’Aletsch: un gigante di ghiaccio nel cuore delle Alpi

Se amate i ghiacciai e sognate paesaggi da spedizione himalayana senza dover volare fino in Nepal, il Ghiacciaio dell’Aletsch è una destinazione che non potete perdere.

Si tratta di un colosso di ghiaccio che, a differenza di molti altri ghiacciai alpini ormai ridotti a lingue frammentate o coperte di detriti, conserva ancora la sua imponenza. L’immenso bacino collettore, abbracciato da vette di oltre quattromila metri, raccoglie un’enorme quantità di neve che, nel corso degli anni, si compatta e si incanala in un’unica lingua di ghiaccio che scivola lentamente verso valle.

Il fiume glaciale avanza ancora di circa 200 metri all’anno, ma il cambiamento climatico lo sta purtroppo consumando in maniera inesorabile. Si stima che, entro il 2100, potrebbe scomparire del tutto. Ecco perché vederlo oggi significa ammirare uno degli ultimi grandi spettacoli della natura alpina prima che il tempo lo trasformi per sempre.

Dove si trova il Ghiacciaio dell’Aletsch

Il Ghiacciaio dell’Aletsch si estende per 20 chilometri, con una larghezza media di 1.800 metri e una superficie di circa 78,5 km². Contiene una quantità impressionante di ghiaccio: ben 11 miliardi di tonnellate, che alimentano il Rodano dopo aver attraversato la suggestiva Gola della Massa.

Spicca nei cantoni svizzeri di Berna e Vallese, e il suo bacino di accumulo si forma tra le maestose vette dell’Eiger, del Mönch e della Jungfrau, tre giganti che disegnano un paesaggio incredibile. L’area è così straordinaria da essere stata inserita, nel 2001, nella lista dei Patrimoni Naturali dell’UNESCO.

Le terrazze soleggiate di Fiescheralp, Bettmeralp e Riederalp donano punti panoramici da fiaba, mentre la cittadina più vicina è Fiesch. Da qui parte la cabinovia che conduce all’Eggishorn, il punto di osservazione più alto del ghiacciaio. Chi arriva in auto può posteggiare nel parcheggio a pagamento vicino alla stazione di Fiesch, prima di salire verso le altezze glaciali.

Le escursioni più spettacolari per ammirarlo

Il ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande delle Alpi, è una meraviglia naturale che lascia senza fiato chiunque si avventuri sui suoi sentieri. Vediamo alcune delle escursioni da provare almeno una volta nella vita.

Escursione sul Ghiacciaio Aletsch

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Le migliori escursioni per ammirare il Ghiacciaio Aletsch

Sul Sentiero del ghiacciaio dell’Aletsch: un viaggio tra rocce e leggende

Percorrere il Sentiero del ghiacciaio dell’Aletsch significa immergersi in uno scenario incantevole, dove la natura regna sovrana. Il percorso parte da Riederalp e attraversa il Grande Gufer prima di scendere alla Rote Chumma. Durante l’estate, la fresca brezza glaciale rende il cammino ancora più piacevole, mentre l’itinerario si fa avventuroso quando risale la roccia fino al Lago di Märjelen, in passato bacino naturale formatosi per l’azione del ghiacciaio stesso, con iceberg grandi quanto case che galleggiavano sulle sue acque.

Oggi, il paesaggio è cambiato, ma la bellezza rimane: in primavera, i prati fioriti creano un contrasto eccezionale con le vette innevate.

Lungo il tragitto, una sosta golosa è d’obbligo: al ristorante Gletscherstube, sul lago, la torta di mele appena sfornata è irresistibile. Chi cerca un’alternativa più rapida può percorrere il tunnel che porta sul versante opposto del Tälligrat, accorciando il percorso e raggiungendo Fiescheralp con meno fatica.

Dati tecnici dell’escursione:

  • Partenza: Riederalp
  • Arrivo: Fiescheralp
  • Dislivello: +510 m / -630 m
  • Distanza: 12 chilometri
  • Durata: 3h 45 min
  • Difficoltà: media
  • Periodo consigliato: luglio – ottobre

Aletsch Panoramaweg: il trekking in tre tappe

Chi vuole vivere appieno la magia dell’Aletsch può percorrere l’Aletsch Panoramaweg, un itinerario di tre giorni che tocca alcuni dei punti più entusiasmanti della regione.

Prima tappa: da Belalp a Riederfurka

L’avventura inizia a Belalp, dove un comodo sentiero conduce fino all’Aletschbord, punto panoramico con una vista impareggiabile sul ghiacciaio e sul Cervino. Qui sorge anche l’Hotel Belalp, affascinante edificio in stile Belle Époque, costruito nel 1858.

Dopo aver ammirato il panorama, si scende lungo un sentiero tortuoso fino al ponte sospeso sulla gola della Massa. Attraversarlo significa affrontare 124 metri di pura adrenalina sospesi a 80 metri di altezza. Dopo la salita finale, il percorso si addentra nella foresta dell’Aletsch, un’area protetta dal 1933, dove i cembri e i larici plasmano un ambiente incantato.

La prima tappa si conclude alla Villa Cassel, elegante dimora vittoriana costruita per il banchiere Ernest Cassel, che ospitò anche Winston Churchill. Oggi è un centro per la protezione della natura e un ottimo punto di ristoro.

Dati tecnici:

  • Partenza: Belalp
  • Arrivo: Riederfurka
  • Dislivello: +720 m / -760 m
  • Distanza: 10 chilometri
  • Durata: 3h 50 min
  • Difficoltà: media

Seconda tappa: lungo il ghiacciaio dell’Aletsch

Lo spettacolare lago Märjelensee

Fonte: iStock

Panorama del lago Märjelensee

Dal punto panoramico della Riederfurka, il percorso prosegue lungo la cresta morenica, con viste emozionanti sul ghiacciaio e la sensazione che il tempo sia sospeso: con i suoi 22 chilometri di lunghezza, l’Aletsch è il sovrano indiscusso del paesaggio alpino.

Dopo un tratto che sfiora i 2.300 metri di quota, il sentiero scende verso il Märjelensee, il lago glaciale che segna la fine della seconda giornata di trekking.

Dati tecnici:

  • Partenza: Riederfurka
  • Arrivo: Märjelensee
  • Dislivello: +820 m / -520 m
  • Distanza: 12 chilometri
  • Durata: 4h
  • Difficoltà: media

Terza tappa: tra rocce e ponti sospesi

Dall’idilliaco scenario del Märjelensee, il percorso scende al cospetto di un ambiente aspro, fatto di gole profonde e rocce levigate dal ghiaccio. Il passaggio più emozionante è l’Aspi-Titter, un ponte tibetano lungo 160 metri sospeso a 120 metri di altezza.

L’ultimo tratto ammira il villaggio di Bellwald, piccolo gioiello alpino con case tradizionali in legno e una pittoresca chiesa parrocchiale.

Dati tecnici:

  • Partenza: Märjelensee
  • Arrivo: Bellwald
  • Dislivello: +360 m / -1150 m
  • Distanza: 9 chilometri
  • Durata: 3h 20 min
  • Difficoltà: difficile

Cosa vedere nella regione dell’Aletsch

Oltre ai panorami da cartolina e ai sentieri immersi nella natura, la regione dell’Aletsch propone attrazioni culturali e avventure uniche. Dai musei che raccontano la tradizione locale fino ai percorsi sospesi tra gli alberi e ai sentieri dedicati alle grandi personalità del passato, ogni esperienza è un viaggio nella storia e nelle emozioni.

Museo del tessuto: viaggio nella tradizione artigianale del Vallese

Nel cuore dell’Alto Vallese, la tessitura era un’arte imprescindibile della vita quotidiana. Ogni casa possedeva un telaio, un banco da lavoro e un filatoio, e la produzione dei tessuti avveniva interamente a mano, con l’utilizzo di lana e lino della zona. Una tradizione secolare tramandata da generazioni, ma che con l’avvento della produzione industriale ha lasciato spazio a tessuti realizzati con metodi moderni, rischiando di scomparire.

Il Museo del Tessuto nasce proprio con l’intento di preservarne l’eredità grazie a una mostra permanente. Tra gli elementi esposti, troviamo:

  • “Antica sala di tessitura vallesana”, ambiente storico ricostruito con strumenti originali;
  • “Lino e lana”, sezione dedicata alle materie prime tessili e alle tecniche di lavorazione tradizionali;
  • “Bellezza senza tempo”, una raccolta di modelli di tessitura creati da Monika Carlen, vera artista del settore;
  • “Coperte vallesane”, autentici capolavori dell’arte tessile locale, espressione della maestria dei tessitori della regione;
  • “Giardino delle tinture”, visitabile solo in estate, dove si possono scoprire le piante tintorie utilizzate per la colorazione naturale dei tessuti.

Eco Museum Bellwald: un tuffo nella vita contadina del passato

Il villaggio di Bellwald, Svizzera

Fonte: iStock

Veduta panoramica del villaggio di Bellwald

Nel cuore del borgo di Bellwald, l’Eco-Museo è un vero e proprio viaggio nel tempo. Il suo centro espositivo si trova nella malga Spitel, una struttura tradizionale fedelmente ricostruita ai margini della piazza del paese. Qui sono custoditi utensili e oggetti di uso quotidiano, testimonianze di un’epoca in cui la vita era scandita dai ritmi della natura e del lavoro artigianale.

Grazie all’impegno della Fondazione Altes Bellwald, gli strumenti non sono stati dimenticati, ma hanno trovato una nuova casa, diventando parte integrante della memoria collettiva della comunità. Dopo ogni visita guidata del villaggio, gli ospiti possono prendere parte a un piccolo aperitivo e provare con mano alcuni degli oggetti, per scoprirne il funzionamento e l’importanza nella vita contadina.

L’esperienza può essere vissuta anche in autonomia, con informazioni disponibili presso l’ufficio turistico locale. Ma la parte più affascinante dell’Eco-Museo è senza dubbio il panificio Ried, dove ancora oggi viene sfornato il tradizionale pane di segale vallesano. Durante gli eventi culturali, i visitatori possono assistere alla preparazione del pane e acquistarlo appena cotto.

Parco Avventura Baschweri: adrenalina tra gli alberi

Per chi ama l’avventura e il contatto con la natura, il Parco Avventura Baschweri è un’esperienza imperdibile. In posizione più elevata tra i parchi avventura della Svizzera, regala emozioni uniche tra ponti sospesi, liane e percorsi sugli alberi.

Immerso in un suggestivo bosco di larici, offre sei diversi percorsi con quattro livelli di difficoltà, perfetti per ogni età e grado di esperienza. Il punto forte è senza dubbio la tyrolienne di 200 metri, che regala una discesa mozzafiato sospesa nel vuoto, con vista panoramica sulle montagne tutt’intorno.

I più piccoli possono invece divertirsi nel percorso per bambini “Schönbiel”, pensato per i piccoli esploratori dai quattro anni in su. Grazie ai ponti di corda e alle mini-tyrolienne, anche loro possono vivere l’adrenalina di muoversi tra gli alberi in totale sicurezza.

Sulle tracce di Cäsar Ritz: il sentiero della leggenda dell’hotellerie

Il nome Cäsar Ritz è sinonimo di lusso, eleganza e ospitalità d’eccellenza. Fondatore della celebre catena Ritz-Carlton, Ritz nacque proprio nel piccolo villaggio di Niederwald, e oggi un affascinante sentiero escursionistico di 5 chilometri permette di ripercorrere la sua straordinaria storia.

Il “Lebensweg Cäsar Ritz”, o il “Cammino della Vita di Cäsar Ritz”, è un percorso narrativo che, mediante sette pannelli informativi, racconta le tappe salienti della sua carriera, dagli inizi umili fino al successo internazionale. Il tracciato è simbolico: parte con una salita, a rappresentare le difficoltà degli esordi, per poi trasformarsi in un cammino più scorrevole, che simboleggia la crescita e il raggiungimento del traguardo finale.

Durante la passeggiata, è possibile interagire con gli elementi del sentiero, come blocchi di legno che rappresentano i materiali di costruzione degli hotel Ritz, o spazi dove esprimere i propri sogni e desideri, immedesimandosi nel giovane Ritz agli inizi della carriera.

L’esperienza rende viva la filosofia che lo ha reso celebre: un’ospitalità impeccabile, un’attenzione maniacale ai dettagli e una visione del lusso che ha ridefinito per sempre il concetto di hotellerie.

Il progetto “Regio+” ha fatto sì che il percorso sia accessibile a tutti, con informazioni bilingue e un’ambientazione che si spiega da sola. Si può completare l’intero tragitto in una o due ore, godendo di una passeggiata tra storia, natura e ispirazione.

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Laghi di montagna in Piemonte, mete d’incanto per gite fuori porta tutto l’anno

Nell’Italia nord-occidentale, la regione Piemonte regala paesaggi pittoreschi abbracciati dalle Alpi nei quali immergersi assaporando le prelibatezze enogastronomiche della tradizione. Proprio qui, la natura ci regala luoghi da favola da raggiungere in qualsiasi periodo dell’anno, in auto o camminando a passo lento per coglierne ogni sfumatura.

Parliamo dei laghi di montagna, piccole e grandi perle turchesi incastonate tra le vette innevate o nelle valli verdeggianti, ottime mete per il trekking, per escursioni dedicate agli appassionati di mountain bike o per trascorrere semplicemente piacevoli momenti di relax lungo le loro rive. Scopriamo quali sono i laghi di montagna più incantevoli da raggiungere per la prossima gira fuori porta in Piemonte.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili in auto

In Piemonte esistono diversi laghi di montagna meravigliosi da poter raggiungere per disconnettersi dalla vita quotidiana e riprendere un contatto autentico con la natura, durante una gita fuori porta o un weekend in famiglia o in coppia. Contraddistinti da panorami tanto affascinanti da togliere il fiato quando si aprono davanti ai nostri occhi, vediamo i laghi più belli della regione più occidentale d’Italia da raggiungere comodamente in auto.

Lago di Antrona

Altitudine: 1.073 m s.l.m.

In provincia del Verbano-Cusio-Ossola, il Lago di Antrona è il bacino naturale più spettacolare. A originarlo è stata una frana, nel 1642, che ha interrotto il corso del torrente Troncone, distruggendo anche l’antico abitato di Antrona. Immerso nella natura più incontaminata, il lago è balneabile ed è quindi perfetto da raggiungere per rinfrescarsi nelle giornate afose estive. Al Lago di Antrona sono diverse le attività che si possono svolgere, dai picnic all’aria aperta alle suggestive camminate intorno al bacino che permettono di ammirare la meravigliosa cascata del Sajont.

Chi vuole esplorarne i dintorni, può seguire i cartelli che conducono in 40 minuti al vicino Lago di Campliccioli, e in 10 km al Lago dei Cavalli del Parco Naturale della Valle Antrona.

Lago di Antrona in Piemonte

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Lago di Antrona, Piemonte

Come arrivare: in auto si prende l’autostrada A26 in direzione Gravellona Toce e si prosegue verso il confine di Stato – Sempione, prendendo l’uscita di Villadossola. Si seguono poi le indicazioni per Val Antrona e il borgo di Antrona Piana, fino a raggiungere il lago, dove si può lasciare l’auto in uno dei parcheggi gratuiti presenti.

Quando andare: accessibile tutto l’anno, ma il periodo migliore è quello che va da maggio a ottobre.

Lago di Malciaussia

Altitudine: 1.805 m

Tra le vette alpine in provincia di Torino, spicca un lago artificiale tra i più apprezzati del Piemonte, soprattutto nel periodo estivo: il Lago di Malciaussia. Si trova nella Valle di Viù, nell’omonima frazione del comune di Usseglio, ed è un vero gioiello perfetto da raggiungere in auto per cercare frescura nei periodi più assolati dell’anno. In inverno, invece è raggiungibile solo a piedi o con le ciaspole. Sulle sue rive sono presenti tavoli, postazioni barbecue, bagni gratuiti e un bar/hotel, servizi che lo rendono un’ottima destinazione per una giornata fuori porta.

Lago di Malciaussia, in Piemonte

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Lago di Malciaussia, Piemonte

Come arrivare: in auto, si percorre prima la SP 1 e poi da Lanzo Torinese la SP32 fino al borgo di Margone. Da lì si seguono le indicazioni per il lago, che si trova a circa 5 km, sempre sulla SP 32 (questa strada è aperta solitamente solo da maggio ad ottobre per via della neve). In inverno, si può proseguire a piedi o con le ciaspole da Margone per raggiungere il lago.

Quando andare: in auto da aprile a settembre (l’ultimo tratto di strada infatti chiusa per la neve da ottobre a maggio), ma è raggiungibile tutto l’anno, anche in inverno quando il paesaggio si tinge di bianco.

Lago di Ceresole

Altitudine: 1.556 m s.l.m.

In Valle Orco, nel cuore del Parco del Gran Paradiso, il Lago di Ceresole è una meta ideale per chi ama l’avventura: nelle acque di questo lago alpino, tra i più apprezzati del Piemonte, ci si può cimentare nel windsurf e nella vela, oltre ad esplorarne i dintorni seguendo i percorsi di trekking che circondano lo specchio d’acqua, per lo più pianeggianti e adatti a tutti (e in inverno è possibile anche praticare sci di fondo intorno al lago).

Si trova a Ceresole Reale, in provincia di Torino (dista circa 84 km dalla città), e vi si arriva comodamente in automobile o con i mezzi pubblici, quindi è perfetto per tutti coloro che cercano un lago da raggiungere facilmente e in poco tempo.

Lago di Ceresole in Piemonte

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Lago di Ceresole, Piemonte

Come arrivare: in auto, si prende l’Autostrada A5 della Valle d’Aosta. Se se si viene da Torino si prende l’uscita San Giorgio. Da lì si prosegue sulla Provinciale che passa da Castellamonte e arriva a Salto, e poi la SP 460 fino a Ceresole Reale. Se si viene da Aosta o Milano, invece, si esce a Ivrea e si prosegue sulla SS 565 fino a Castellamonte e da lì si segue la stessa strada di chi proviene da Torino.

Con i mezzi pubblici, si prende un treno da Torino (linea Pont Canavese – Rivarolo Canavese – Chieri), si scende a Pont Canavese e da lì si prende uno degli autobus verso Ceresole Reale (Linea 137, Rivarolo-Pont-Ceresole).

Quando andare: i periodi migliori per raggiungere il Lago di Ceresole comprendono la fine della primavera, l’estate e l’autunno.

Lago di Orfù

Altitudine: 1.060 m s.l.m.

Piccolo gioiello in Alta Valle Susa, il Lago di Orfù, conosciuto come Lago di Gad, si trova nella frazione Gad di Oulx (provincia di Torino). È uno splendido bacino artificiale che dal 2014 è gestito da un’associazione locale che ne valorizza le sue bellezze, riattivando la pesca sportiva e un percorso naturalistico. Un’ottima meta da raggiungere a poco più di un’ora da Torino per passare piacevoli momenti in famiglia o tra amici. Infatti, il lago è molto ben attrezzato con bar, servizi igienici, area pic-nic con barbecue (affitto a 5 euro al giorno), tavoli (da affittare a 10 euro al giorno) e spiaggia attrezzata (anche qui si noleggiano lettini). Non mancano i divertimenti, con noleggio di pedalò e barche a remi, parco giochi per i più piccoli e campo da beach volley. In ogni caso, è consigliato prenotare in anticipo.

Inoltre, si può partecipare ad escursioni con guide naturalistiche, a laboratori per bambini, oppure a serate dedicate all’osservazione delle stelle o alla musica dal vivo con concerti sulle sponde dal lago.

Come arrivare: in auto, si esce dall’autostrada A 32 (Autostrada del Frejus o Torino-Bardonecchia) e si esce a Oulx Est, si svolta poi a sinistra prendendo una strada sterrata che in pochi minuti porta al lago. A piedi, partendo dal paesino di Gad, lo si può raggiungere percorrendo il Sentiero dei Franchi, mentre in mountain bike si segue l’apposita pista ciclabile.

Quando andare: il periodo migliore va dalla primavera all’autunno.

Laghi di montagna in Piemonte raggiungibili a piedi o in mountain bike

Gli amanti del trekking, delle gite in mountain bike e dei paesaggi di montagna possono scegliere di raggiungere gli incantevoli laghi alpini piemontesi incastonati tra le vette: sono uno più sorprendente dell’altro e ottime mete per cercare refrigerio nelle calde giornate estive o per ammirare paesaggi unici anche nei mesi più freddi. Pronti a partire per l’avventura?

Lago di Campliccioli

Altitudine: 1.352 m s.l.m.

Nel Parco Naturale della Valle Antrona, immerso in una tranquillità in cui solo la natura emette suoni, si trova un piccolo lago color turchese raggiungibile a piedi: il Lago di Campliccioli. È a circa 40 minuti di camminata dal Lago di Antrona, al quale si può arrivare comodamente in auto. Da lì partono i sentieri che attraversano alpeggi con baite in pietra ottimamente ristrutturate e boschi di betulle e rododendri. Il Lago Campliccioli è un angolo di paradiso situato alla confluenza dei torrenti Troncone e Banella, attorno al quale dedicarsi al trekking e alla pesca sportiva in totale relax.

Come arrivare: Partendo dal Lago di Antrona, si segue il percorso sterrato alternato a gradoni in pietra che attraversa i boschi in costante salita, fino a raggiungere in 40 minuti una strada carrozzabile che porta a un’ultima scalinata dalla cui cima si può ammirare il lago. Partendo dal borgo di Antronapiana, invece, si percorre il sentiero che passa da Alpe Ronco fino al Lago di Antrona e poi si seguono le istruzioni per la Diga di Campliccioli.

Quando andare: il periodo migliore va da metà aprile a novembre (tra aprile e maggio, inoltre, tutto si colora con le fioriture primaverili). Il consiglio è quello di controllare sempre le condizioni di innevamento.

Lago delle Fate

Altitudine: 1.330 m s.l.m.

In Val Quarazza (vicino a Macugnaga, provincia del Verbano Cusio Ossola), laterale della Valle Anzasca, spicca come un diamante color smeraldo il Lago delle Fate. Il suo fascino è dato dai verdi boschi alpini che lo abbracciano, ma anche dall’alone di magia e mistero che lo accompagnano. Sulle sue rive si trovano, infatti, delle sculture in legno raffiguranti degli gnomi, protagonisti di una leggenda che riguarda questo specchio d’acqua: si racconta che in un’antica miniera nelle sue vicinanze, gli gnomi lavorino tutt’oggi durante la notte per trovare l’oro da portare alle fate che camminano sull’acqua, riempiendo il lago di scintillii.

Nonostante non sia balneabile, non mancano le attività da fare al Lago delle Fate: esistono infatti diversi percorsi di trekking da seguire attorno al bacino e che si allontanano fino a raggiungere il Monte Rosa, con soste che regalano scorci mozzafiato sul paesaggio circostante. Merita una visita anche alla vicina Miniera della Guia, uno dei pochi giacimenti auriferi d’Europa, oggi visitabile.

Lago delle Fate in Piemonte

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Lago delle Fate, Piemonte

Come arrivare: da Macugnaga (60 minuti) o da Isella (30 minuti), si può percorrere fino al lago il sentiero della Grande Traversata delle Alpi (GTA), che per 1.000 km attraversa l’arco alpino piemontese, dalla Val Tanaro fino al Lago Maggiore. Il percorso è facile e adatto a tutti.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno.

Lago di Agaro

Altitudine: 1.599 m s.l.m.

Alle porte del Parco Naturale dell’Alpe Devero, in Valle Antigorio (provincia del Verbano-Cusio-Ossola), il Lago di Agaro, di origine artificiale, è una meta ottima da raggiungere a piedi o in bici. Nei periodi in cui l’acqua cala, riemergono dal bacino i tetti e il campanile di un antico villaggio walser, che venne sommerso nel 1938 con la costruzione della diga.

Lago di Agaro in Piemonte

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Lago di Agaro, Piemonte

Come arrivare: da Ausone si prende la strada carrozzabile in direzione di Goglio, a tratti asfaltata. Si imbocca poi ad una lunga galleria (è bene essere attrezzati con torcia elettrica) che conduce direttamente di fronte al grande lago.

Quando andare: in ogni periodo dell’anno. In autunno il paesaggio circostante si tinge delle sfumature del foliage, rendendo tutto più incantevole e fiabesco.

Lago del Mucrone

Altitudine: 1.894 m

Un territorio che sembra uscire da una cartolina è quello in cui è immerso il Lago del Mucrone, altra perla lacustre del Piemonte da non perdere. Si trova a poca distanza dal maestoso Santuario di Oropa, autentico gioiello architettonico e spirituale a pochi chilometri da Biella. Proprio da questa meta di pellegrinaggio, che conta diversi percorsi da poter seguire, si può partire alla volta del Lago del Mucrone con le sue acque fredde e cristalline, per godere di un ambiente tranquillo dove la natura fa da padrona.

Come arrivare: dal parcheggio del Santuario di Oropa, si può prendere la funivia che sale fino alle pendici del Monte Mucrone. Da lì si prende il sentiero sterrato, facile e adatto a tutti, che arriva fino alle sponde del lago. I più allenati, possono partire direttamente dal Santuario seguendo il sentiero escursionistico tracciato per circa due ore.

Quando andare: raggiungibile tutto l’anno, anche se i mesi freddi sono meno ideali perché spesso la superficie del lago è ricoperta da una leggera nebbiolina. Consigliamo di controllare sempre il meteo prima di partire.

Lago Nero

Altitudine: 2.020 s.l.m.

Il suo nome ricorda proprio il colore che lo contraddistingue: il Lago Nero, nel comune di Cesana Torinese (provincia di Torino), è un particolare bacino dalle sfumature scure e sul quale aleggiano misteri e leggende. Si racconta che nei suoi fondali giacciano dei residui bellici e che ci viva una gigantesca trota che nessuno sarebbe ancora riuscito a pescare.

Meta ideale per una giornata di trekking sulle dolci alture verdeggianti che lo abbracciano, attraversate da piccoli ruscelli, il Lago Nero è ottimo anche per gli appassionati di pesca sportiva: qui si possono pescare trote e salmerini. Questo specchio d’acqua è anche un buon punto di passaggio per raggiungere il monte Corbioun, la Cima Fournier o la Cima Saurel.

Come arrivare: si parte dalla Borgata Bousson di Cesana Torinese e per circa 2 ore di camminata (oppure in mountain bike) si segue il sentiero (ex-strada militare sterrata) con alcuni tratti più impegnativi, ma comunque affrontabili anche da bambini con un po’ di esperienza di trekking in montagna.

Quando andare: ottima meta sia in estate che in inverno per appassionati di trekking e mountain bike.

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Il Parco nazionale di Khao Sok in Thailandia, con una delle foreste pluviali più antiche del pianeta

La maggior parte dei visitatori che giunge in Thailandia sceglie questo Paese come meta di viaggio per i templi e il mare da cartolina. Ma la verità è che questa destinazione del Sudest asiatico ha da offrire tantissimo anche dal punto di vista naturale, con luoghi davvero unici nel loro genere e con località che lasciano a bocca aperta. Ne è un esempio il Parco nazionale di Khao Sok, dove è custodita una delle foreste pluviali più antiche di tutto il nostro pianeta e che si distingue per essere puntellato di laghi, ruscelli, fiumi, grotte e formazioni rocciose in grado di emozionare.

Dove si trova e come arrivare al Parco nazionale di Khao Sok

Il Parco nazionale di Khao Sok è una di quelle mete che gli amanti della natura devono assolutamente inserire nel loro itinerario in Thailandia. Sorge in tutta la sua grandezza (ben 739 km²) nella Thailandia del Sud e, più precisamente, nella parte occidentale della provincia di Surat Thani. La sua, quindi, è una posizione invidiabile poiché si trova proprio a metà strada tra l’affascinante costa dell’Oceano Indiano ad Ovest e il Golfo della Thailandia ad Est.

Arrivarci è molto semplice e da più destinazioni del Paese:

  • In aereo: ci sono voli diretti per l’Aeroporto di Surat Thani da Bangkok, da dove poi occorre prendere un autobus o un taxi;
  • In treno: partono dalla stazione di Hua Lamphong di Bangkok e arrivano a Surat Thani, fermata da cui salire a bordo di un autobus o un taxi;
  • In autobus: esistono numerosi bus giornalieri che collegano Bangkok, Krabi e Phuket con questo parco.

I viaggiatori che desiderano visitare questo capolavoro della Thailandia devono cercare un alloggio presso Khao Sok Village, il cui vero nome è Klong Sok. Si tratta di un villaggio situato appena fuori dall’ingresso del parco e che si presenta pieno di pensioni, resort e altre tipologie di alloggi, ristoranti, caffè e negozi di vario tipo.

Parco nazionale di Khao Sok, Thailandia

Fonte: iStock

Il Parco nazionale di Khao Sok visto dall’alto

Tour del Lago Cheow Lan con pernottamento in una casa galleggiante

All’interno del Parco nazionale di Khao Sok sorge il Cheow Lan, un lago di origine artificiale che permette di vivere diverse esperienze, alcune delle quali molto emozionanti: si possono fare trekking, safari e persino dormire in case galleggianti, dei veri e propri bungalow di legno in mezzo al lago. Un luogo magico, che si presenta al visitatore come uno specchio contornato da singolari e bellissime formazioni carsiche che spuntano fiere dalle sue acque.

È possibile organizzare l’escursione al lago tramite la struttura in cui si alloggia nel Khao Sok Village (non si può pianificare questa esperienza in autonomia) e, ognuna di queste, offre anche altre attività più o meno simili. A livello generale sono compresi i pasti, gli spostamenti in barca, i pernottamenti nelle case galleggianti e le seguenti attività:

  • Escursione alla scoperta della natura nei pressi del lago;
  • Birdwatching;
  • Safari all’alba;
  • Scoperta di alcune grotte.

Le strutture che offrono case galleggianti sono di vario livello. La maggior parte mette a disposizione camere doppie con bagno privato ma anche bungalow per più persone con bagno condiviso. È bene sapere, inoltre, che le escursioni con notte al lago vengono organizzate anche in caso di pioggia (il parco, infatti, rimane aperto anche durante la stagione dei monsoni).

Case galleggianti, Cheow Lan

Fonte: iStock

Le bellissime case galleggianti sul Cheow Lan

Escursione alla scoperta della natura nei pressi del lago

Il consiglio principale che vi diamo è quello di portare con voi (ma si possono anche noleggiare nelle strutture) le scarpine da scogli perché molte delle escursioni prevedono la salita e discesa di una delle cascate del parco. Niente di particolarmente complesso, sono percorsi alla portata di tutti, ma utilizzare scarpe che poi rischiano di rimanere bagnate anche il giorno seguente non è una decisione che potremmo definire valida, oltre al fatto che si potrebbe persino scivolare sulle rocce bagnate del parco.

L’esperienza comunque è interessante perché consente davvero di entrare nel cuore di una delle foreste pluviali più antiche del pianeta, scoprendone la pace e anche alcuni spot unici nel loro genere.

Birdwatching

L’attività di birdwatching può essere piacevole o no: dipende da tanti fattori, come la fortuna, il periodo in cui si visita il parco e il silenzio che sono disposti a fare i compagni di viaggio sulla propria barca. Molto spesso si fa anche a seguito dell’escursione nei pressi del lago, navigando verso zone che le guide turistiche sanno essere piene di volatili. Tra gli uccelli da poter avvistare ci sono: il grande bucero, il picchio pigmeo dal ciuffo grigio, il malkoha dal petto a castagna, il pigliamosche rosso e nero, il tordo arancio e molto altro ancora.

Safari in barca all’alba

Dopo aver trascorso la notte nelle case galleggianti (attenzione: la maggior parte delle strutture mette a disposizione l’elettricità solo per 3/4 ore e non è possibile né chiamare né utilizzare internet), ci si sveglia un po’ prima dell’alba per ammirare il principio del nascere del sole dal proprio bungalow o mentre si fa un bel bagno nel lago. Subito dopo si parte tutti insieme per fare un safari in barca di prima mattina insieme ai propri compagni di viaggio e di una guida professionista, mentre si finisce anche di osservare il sole che sale verso il cielo e che si specchia sulle acque. Oltre alla bellezza del paesaggio, è possibile scorgere tantissimi altri animali grazie all’aiuto della guida turistica. Infine si ritorna negli alloggi per fare colazione e prendere le proprie cose.

Lago Cheow Lan, Thailandia

Fonte: Serena Proietti Colonna

Bagno all’alba nelle placide acque del Lago Cheow Lan

Come nel caso del birdwatching, anche durante il safari all’alba l’avvistamento dei tantissimi animali che popolano il parco dipende da più fattori, ma quel che è certo è che si può ammirare una natura straordinaria, una di quelle albe che difficilmente si dimenticano e incredibili formazioni rocciose che sembrano catapultarci persino in un altro Paese: c’è chi è pronto a giurare che il paesaggio sia davvero molto simile a quello della Baia vietnamita di Ha Long.

Pra Kay Petch Cave

Sulla via del ritorno, quindi prima di tornare sulla terraferma, si fa una sosta alla Pra Kay Petch Cave, soprannominata “Grotta dei Diamanti”. Il motivo è molto semplice: è completamente adornata da stalattiti e stalagmiti, che quando vengono illuminate brillano come queste pietre preziose. Lunga circa 500 metri, per visitarla occorre sapere che ci sono dei punti in cui è necessario strisciare e che non mancano tratti ripidi e scivolosi (in generale è assolutamente possibile e consigliata a tutti, a meno che non si soffra di una forte claustrofobia).

Le altre esperienze da fare a Khao Sok

La maggior parte delle persone che sceglie di raggiungere il Parco nazionale di Khao Sok lo fa principalmente per trascorre una notte su case galleggianti in una zona remota della Thailandia, quasi completamente priva di elettricità, senza internet e linea telefonica, e per addormentarsi e svegliarsi cullati dai suoni della natura e degli animali. Tuttavia, la verità che questa vastissima area protetta di foresta pluviale consente di fare moltissime esperienze diverse tra loro.

Scoprire flora e fauna del parco

Gli amanti del trekking non rimaranno di certo delusi dalla flora e dalla fauna del Parco nazionale di Khao Sok: il paesaggio quasi preistorico, che si caratterizza per affioramenti di rocce calcaree che raggiungono i 400 metri di altezza, è impreziosito da vecchi alberi e mangrovie, dipterocarpacee, conosciute come alberi dei frutti volanti, spettacolari piante carnivore, alberi di cocco, intrecci di liane e molto altro ancora.

A popolarla sono anche grandi farfalle colorate, millepiedi pelosi, uccelli azzurri, poi ancora elefanti, leopardi, tigri, scimmie e tantissimi altri animali. Ma la vera protagonista è la Rafflesia (visibile solo nei mesi di gennaio e febbraio) che può vantare il titolo di essere il fiore più grande del mondo.

La Rafflesia deve il suo particolare nome a Sir. Raffles, un nobile inglese  che la scoprì durante il periodo coloniale. Si tratta di uno straordinario fiore che può raggiungere anche gli 80 cm di diametro e che colpisce tutti i visitatori per il suo bellissimo colore che va dal rosso acceso all’arancione.

Rafflesia, Thailandia

Fonte: iStock

Tutta l’incredibile bellezza della Rafflesia

Esplorazione in canoa

Un’altra delle attività molto amate è andare in canoa, oppure in kayak, nei fiumi e nei laghi di Khao Sok. È un modo tranquillo per esplorare la natura godendo al massimo delle incredibili formazioni rocciose che spuntano dall’acqua. Ci si può informare con il proprio albergo su come fare e dove andare, oppure chiedere al Centro Visitatori. A metterle a disposizione sono anche le strutture che offrono case galleggianti sul Lago Cheow Lan.

 Il sentiero della Cascata di Ton Kloi

Il sentiero della cascata di Ton Kloi è uno dei due migliori che si può intraprendere direttamente dall’entrata principale del parco. Ha una lunghezza di circa 7 km ma è molto importante sapere che solo i primi 3 km si possono fare in autonomia, perché per i restanti 4 è necessaria una guida turistica.

Tra alberi millenari e meraviglie della natura che lasciano a bocca aperta, il visitatore ha l’opportunità di ammirare la Cascata di Wing Hin, di circa 20 metri di altezza e che scivola su grandi rocce. Il percorso è infatti considerato moderatamente impegnativo e richiede più di 2 ore di tempo per essere compiuto.

A poca distanza dalla prima cascata ecco la Piscina di Wang Yao, dove poter fare persino un bel bagno rigenerante. Poi ancora la Cascata di Bang Hua Rat, nota per la sua ampiezza e perché si tuffa in una piscina limpida e poco profonda che riflette il verde della vegetazione circostante.

Il trekking continua in direzione Cascata di Than Sawan, che si distingue per la bellezza mozzafiato e l’atmosfera serena in cui è immersa. Famosa per i suoi dintorni incontaminati e l’acqua cristallina, precipita lungo una serie di gradini rocciosi, creando più piscine dove poter persino nuotare e rilassarsi.

Si arriva poi alla Gola di Tang Nam e infine alla Cascata di Ton Kloi, a più livelli e con l’acqua che scorre attraverso una lussureggiante giungla. Anche qui è possibile fare una nuotata rinfrescante.

Il Sentiero della Cascata Sip Et Chan

Non è di certo meno interessante il Sentiero della cascata Sip Et Chan lungo circa 4 km. La prima parte è fattibile in autonomia in quanto è presente una passerella di legno, mentre per il resto del sentiero è necessario farsi accompagnare da un ranger. Meno battuto dell’altro percorso, offre diversi punti di interesse come il belvedere di San Yang Roi e la Cascata di Mae Yai, un grandioso flusso d’acqua alto ben 30 metri.

Infine si arriva alla Cascata Sip Et Chan, il cui nome tradotto significa “Undici livelli”. Si tratta di una delle cascate più alte e impressionanti del Parco Nazionale di Khao Sok, ma va specificato che il sentiero verso di essa è una vera e propria avventura: si snoda attraverso una fitta giungla, attraversando ruscelli e viste mozzafiato sulle montagne circostanti. Si tratta quindi di un percorso consigliato ad escursionisti molto esperti, in quanto presenta anche tratti di arrampicata e attraversamenti fluviali.

Cheow Lan Lake Sunset tour

Infine, se non si desidera trascorrere una notte nelle case galleggianti ma si preferisce ammirare la bellezza del lago in uno dei suoi momenti migliori, a disposizione c’è anche il Cheow Lan Lake Sunset tour. Parliamo di un’esperienza adatta soprattutto a chi possiede uno spirito romantico, poiché è un’escursione in barca (la tipica thailandese) al calar del sole sulle placide acque del lago.

Il tour conduce attraverso scogliere calcaree mozzafiato e lussureggiante foresta pluviale, mentre si può osservare la fauna selvatica lungo le rive bevendo un bicchiere di vino e mangiando tapas.

Riserva nazionale di Khao Sok, Thailandia

Fonte: iStock

Alcune delle incredibili formazioni rocciose del Parco nazionale di Khao Sok