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L’incredibile ponte costruito dal diavolo, su una cascata mozzafiato

Ci sono luoghi sparsi per il mondo che sono poco conosciuti e che, in qualche maniera, preservano un fascino unico, talvolta legato a delle particolare leggende. È il caso di un incredibile ponte che pare essere stato costruito dal diavolo in persona. Una struttura che, in base alle condizioni atmosferiche, protegge una cascata mozzafiato.

Il mistico Ponte da Mizarela

Ci troviamo in Portogallo e più precisamente tra il villaggio di Ruivães e quello di Ferral, presso il distretto di Braga, nel Nord del Paese. Una zona in cui scorre il Rio Rabagão che per un tratto viene sormontato dal mistico Ponte da Mizarela.

Di origine medievale, vanta una storia di notevole importanza in quanto è stato usato persino all’inizio del XIX secolo dalle truppe francesi per fuggire dalle forze britanniche durante la Guerra Peninsulare.

Impossibile non rimanerne affascinati: è stato realizzato in una scarpata e si caratterizza per la presenza di un unico arco di 13 metri di altezza.

Ma non solo: ad emozionare il visitatore è la natura circostante impreziosita da alberi che strisciano giù per la collina fino a incontrare l’acqua e le rocce. Il momento migliore per visitarlo è dopo un periodo di pioggia, fase in cui prende vita un’affascinante cascata che si tuffa sui massi circostanti. In estate è persino possibile trovare un po’ di refrigerio facendo un bagno nel fiume che vi scorre sotto.

Ponte da Mizarela portogallo

Fonte: iStock

Il Ponte da Mizarela con la sua cascata

La leggenda del Ponte da Mizarela

Come vi accennavamo in precedenza, il Ponte da Mizarela è avvolto da una leggenda alquanto particolare. Pare, infatti, che sia stato costruito dall’entità soprannaturale più malvagia mai esistita: il diavolo.

Secondo la tradizione locale, un criminale aveva un disperato bisogno di un modo per attraversare il fiume mentre fuggiva dal vicino villaggio. Non sapendo come fare, decise di convocare il diavolo che gentilmente gli disse che lo avrebbe aiutato, ma al “piccolo” prezzo della sua anima.

Il delinquente, ormai disperato, decise di acconsentire e fu così che il diavolo creò un ponte temporaneo che svanì prima che potessero attraversarlo anche coloro che inseguivano il condannato.

Tuttavia, in seguito l’uomo si pentì della consegna della sua anima e per questo andò alla ricerca di un prete. Un virtuoso sacerdote ebbe pietà di lui e decise di usare il suo rosario con un po’ di acqua benedetta per scacciare il demonio: fu grazie a questo gesto che trasformò il ponte in una struttura permanente.

Come raggiungere il Ponte da Mizarela

Il Ponte da Mizarela è perciò un’opera molto antica ma anche intrisa di un fitto mistero. Uno di quei posti che vale la pena esplorare anche solo per il fascino mistico che emana.

Costruito in un luogo di notevole bellezza, è raggiungibile attraverso un circuito pedonale di 11 km molto ben segnalato. Per compierlo ci vogliono circa 3 ore e il percorso non presenta grandi difficoltà. Il sentiero inizia e termina da un parco giochi nel comune di Vila Nova e ripercorre parte dell’antico tragitto medievale.

Solcandolo scoprirete paesaggi sontuosi, con l’ulteriore vantaggio di inebriarvi in superbe viste panoramiche sui monti Gerês, Cabreira e Barroso, nonché sui fiumi Cávado, Cabril e Rabagã.

Ponte da Mizarela dove si trova

Fonte: iStock

La natura del Ponte da Mizarela

Le altre meraviglie del distretto di Braga

Visitare il Ponte da Mizarela e scoprire la sua curiosa leggenda è un’esperienza altamente interessante, ma la notizia ancora più bella è che il distretto in cui si trova, quello di Braga, ha davvero molto da offrire ai suoi visitatori.

La prima tappa da fare è senza ombra di dubbio la stessa Braga, la terza città più grande del Portogallo che è particolarmente rinomata per la sua architettura, i cimeli religiosi e i musei che conserva. Incastrata tra verdi colline e pittoresche montagne, protegge fiera il celebre Santuario di Bom Jesus di Monte con la sua una magnifica scalinata in stile barocco che regala persino una delle viste più belle della città. Imperdibile è anche la meravigliosa cattedrale con una splendida facciata in stile gotico.

Non molto distante, ecco svettare in tutto il suo fascino il  Castello di Guimarães, conosciuto anche come Castello di São Mamede o Castello della Fondazione. Situato a Oliveira do Castelo, è legato a importanti battaglie della storia portoghese.

Gli amanti del mare non possono perdersi Praia da Apúlia, un’ampia spiaggia di sabbia fine e dorata bagnata dalle fredde acque dell’Atlantico e puntellata da piccole barche da pesca. Sorgendo in una zona particolarmente ventosa, a rendere il paesaggio ancor più speciale c’è la presenza di numerosi mulini a vento.

Voliamo poi a Casa do Penedo che si distingue per essere uno degli edifici tra i più curiosi che siano mai stati costruiti: consiste in una sorta di tetris di massi giganteschi modellati sino a dar forma a una abitazione accogliente.

Casa do Penedo portogallo

Fonte: iStock – Ph: Luis Costa

La particolare Casa do Penedo

Altrettanto interessante è Barcelos, una cittadina legata a uno dei simboli più conosciuti del Portogallo: un gallo nero col corpo variopinto ed una cresta rossa che simboleggia la fede, la buona fortuna e la giustizia.

Poi ancora il Castelo da Dona Chica situato a Palmeira. Una struttura di cui è impossibile non innamorarsi poiché si sviluppa in quattro piani tutti conditi da una miscela di stili e materiali popolari. È circondato, inoltre, da una foresta che comprende diverse specie esotiche e specie nazionali, tutte visitabili con percorsi pedonali. Il sito conserva anche un laghetto con una grotta sorprendente.

Infine, da non perdere nel distretto di Braga è il Parco Nazionale Peneda-Gerês, luogo in cui sorge il cammino che conduce alla scoperta del Ponte da Mizarela.

Un vero e proprio incanto della natura che prende vita in una profonda valle tra due alti altopiani. Con i suoi 703 kmq, abbraccia quattro maestosi massicci di granito, cime disseminate di massi, valli scoscese e rigogliose foreste di querce e di pini profumati.

Vi sorgono, inoltre, oltre un centinaio di villaggi con case in granito in cui sembra che il tempo non sia mai trascorso. Istituito nel 1971, è il primo e unico parco nazionale del Portogallo ed è il posto perfetto per assicurarsi un autentico contatto con la natura insieme ai vecchi pastori portoghesi che ancora oggi sono fedeli alla pratica della transumanza del bestiame.

Insomma, questo angolo di Portogallo del Nord è un vero scrigno di tesori che non lasciano di certo indifferenti.

Parco Nazionale Peneda-Gerês portogallo

Fonte: iStock

Un angolo del Parco Nazionale Peneda-Gerês
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Dormire in cima al mondo: il rifugio che sfiora il cielo

Le esperienze che viviamo durante i nostri viaggi, quelle uniche, straordinarie e indelebili, passano anche per gli alloggi. Lo sanno bene tutti quegli avventurieri che hanno sperimentato le diverse forme di accoglienza proposte dalle strutture ricettive negli ultimi anni.

Case sugli alberi, baite immerse nella natura, alloggi stravaganti e bizzarri, camere ad alta quota e poi, ancora, campeggi e glamping di lusso. Insomma, le proposte sono tantissime e tutte, in un modo o nell’altro, sono destinate a far vivere avventure straordinarie a tutti i viaggiatori.

Eppure tra i tanti alloggi che abbiamo visitato e conosciuto attraverso i racconti degli avventurieri, ce n’è uno che, secondo noi, non è paragonabile a nessun altro. Si tratta di un rifugio che è anche la meta finale di un’escursione mozzafiato, e che funziona anche da alloggio e da campeggio essenziale. Una vecchia torre di avvistamento situata in cima al mondo, proprio lì dove è possibile sfiorare il cielo con un dito.

Dormire in cima al mondo: l’esperienza a Washington

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di uno dei paesaggi più affascinanti e suggestivi del mondo intero, quello che si snoda sul massiccio del Three Fingers. Si tratta di una montagna situata nella contea di Snohomish, a Washington, che vanta un’altezza straordinaria che la rende una delle vette più importanti del Paese. Il suo nome evocativo fa riferimento proprio alle tre cime della montagna che incorniciano il paesaggio del nord della contea di Snohomish e lo caratterizza in maniera unica.

Raggiungere le vette della montagna non è semplice e, al contrario, affrontare i sentieri escursionistici richiede una buona preparazione. Tuttavia la scalata vale l’impegno, non solo per il panorama suggestivo che si apre passo dopo passo, ma anche perché su una delle cime, posto a oltre 2000 metri di altezza, c’è un alloggio sbalorditivo all’interno del quale gli avventurieri possono trovare rifugio e godere del panorama più suggestivo del mondo.

Su una delle tre vette della montagna, infatti, sorge uno storico edificio, una vecchia torre di osservazione degli incendi costruita negli anni ’30 del secolo scorso. Il Three Fingers Lookout, questo il suo nome, è situato sul punto più alto della montagna, ed è uno dei più antichi luoghi di osservazione sopravvissuti sul territorio. È stato inserito anche nel registro nazionale dei luoghi storici del Paese e ora è gestito da un gruppo di escursionisti che lo hanno trasformato in un rifugio.

Come raggiungere la torre di avvistamento

Il Three Fingers Lookout, situato sull’omonima montagna, è il luogo perfetto in cui riposarsi dopo la scalata. Un rifugio che unisce in sé tutte le caratteristiche di un camping essenziale e di un rifugio montano, garantendo visioni straordinarie su tutto il territorio circostante.

La vecchia torre di avvistamento è aperta a tutti gli escursionisti che osano scalare il Three Fingers e che cercano un luogo per riposarsi, per rigenerare i sensi e ricaricare le energie. Il Three Fingers Lookout può ospitare fino a un massimo di quattro persone, per cui il consiglio è quello di arrivare presto in cima per garantirsi un posto.

Gli avventurieri che vogliono dormire qui devono munirsi di tutta l’attrezzatura necessaria per dormire, sacchi a pelo e coperte, e per cucinare. In cambio, però, avranno il privilegio di dormire in uno degli alloggi più alti del mondo e sfiorare il cielo con un dito a ogni ora del giorno e della notte.

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Così puoi cogliere lo spirito più autentico della Valle Aurina

Nel cuore dell’Alto Adige, sorge una valle dalla straordinaria bellezza, circondata da oltre 80 cime che raggiungono i tremila metri di altitudine e caratterizzata da paesaggi che tolgono il fiato fin dal primo sguardo. Si tratta della Valle Aurina, un concentrato di natura, vegetazione, erbe spontanee e racconti mitologici che fanno innamorare qualsiasi viaggiatore dedito all’ascolto dell’ambiente circostante e dei suoi infiniti misteri.

Ed è proprio qui, in questa affascinante valle dell’Alto Adige, che sorge un incantevole sentiero da esplorare passo dopo passo e che vi permetterà di scoprire lo spirito più vero di questa terra unica e la sua anima più autentica, il sentiero Anna. Un viaggio sia fisico che spirituale che vi porterà tra la meraviglia delle sue antiche leggende e dei suoi misteri, per vivere un viaggio di scoperta e dal tasso emozionale altissimo.

Il sentiero Anna e i suoi misteri

Un percorso adatto a chiunque, grandi e piccini, immerso nella natura e da seguire lentamente, vivendone ogni più singolo dettaglio e lasciandosi abbandonare alla vista dei tanti scorci di panorama mozzafiato che caratterizzano questo scrigno di bellezza che è la Valle Aurina.

Annaweg”, questo il nome del suggestivo sentiero, è un tragitto unico per bellezza e valore, un tratto da percorrere in modo agevole grazie ai sui gradini torniti e alle diverse indicazioni che indicano la corretta direzione da prendere e da seguire un passo alla volta e con gli occhi puntati all’ambiente circostante. Tra larici, abeti rossi e pini maestosi. Un sentiero incastonato tra la natura e architetture passate, dall’antica chiesetta gotica del ‘500 della frazione di Acereto a Campo Tures, al Moosmair Mooseum, sito all’interno del Moosmair Farmhotel, dove è possibile ammirare moltissimi reperti del passato a testimonianza della vita contadina del posto.

Tra leggende ed erbe

Ma il sentiero Anna nella Valle Aurina è anche un luogo in cui le leggende e i misteri aleggiano come custodi della magia del luogo. Qui, tra l’armonia delle piante, muri realizzati a secco, stazioni artistiche immerse nella selva, il crescere rigoglioso natura alpina e i suoni della fauna che la abita, si narra la storia delle tre divinità della vegetazione: Wilbeth, Borbeth e Ambeth . Wilbeth è la dea celtica della Luna che rappresenta il percorso della vita con lo scorrere del tempo, Borbeth è la dea del Sole che si indentifica con la vita e la morte, mentre Ambeth è  la prima dea della Terra, progenitrice e madre che simboleggia il ciclo a cui tutti si è destinati di vita, morte e rinascita. Leggende e saperi antichi, preservati nel tempo e tramandati con cura di generazione in generazione. Come lascito e monito a cura del luogo e delle sue incredibili bellezze.

Un sentiero che affascina a ogni passo, pieno di misteri e di tesori, come le tante erbe alpine dalle infinite proprietà che qui crescono spontaneamente e che nei tempi antichi (ma anche oggi) vengono usate per la realizzazione di succulente pietanze, distillati, grappe e per le loro proprietà officinali, da quelle digestive a quelle depurative e fino a quelle antinfiammatorie.

Non c’è che dire, la Valle Aurina e il suo incantevole sentiero Anna valgono davvero la pena di essere visitate e scoperte in ogni singola sfaccettatura. Regalandosi un viaggio di vera scoperta e che tocca l’anima, unendo la natura alla parte più intima di sé e alla voglia di profondità e di vera pace dei sensi.

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La Strada dei Re in Giordania, una meraviglia da percorrere

La Giordania da qualche anno a questa parte è una delle mete più gettonate dai viaggiatori italiani. Ma del resto non c’è da sorprendersi: questo è un Paese davvero splendido e la cui ospitalità è particolarmente calorosa e invitante. Nella sua area di 89.342 km², le attrazioni – naturali e non – da fermarsi a visitare sono davvero numerosissime, ma oggi vogliamo farvi percorrere un itinerario eccezionale e, dal nostro punto di vista, imperdibile: la Strada dei Re.

Da Amman a Petra solcando la Strada dei Re

Facciamo una premessa: se la vostra intenzione è quella di fare un viaggio itinerante in Giordania, la miglior soluzione è affittare un’automobile. Mezzi pubblici ce ne sono, ma pochi e non del tutto affidabili.

Tra i percorsi da intraprendere su quattro ruote svetta per pura meraviglia la Strada dei Re che consente persino di fare un viaggio nel viaggio, catapultandovi contemporaneamente indietro nel tempo.

Correndo lungo la spina dorsale dell’altopiano centrale della Giordania, conta oltre 5.000 anni e all’epoca rappresentava la via di commercio principale che collegava l’Africa con la Mesopotamia. Ma non solo. Nel corso dei secoli è stata anche utilizzata come importante via di pellegrinaggio per i cristiani, tanto che la “Bibbia” la ricorda per il divieto di percorrerla imposto dal Re di Edom a Mosè.

tappe strada dei re giordania

Fonte: iStock

Luogo la Strada dei Re

Cosa vedere lungo la Strada dei Re

La Strada dei Re in Giordania, detta anche King’s Highway, permette di approdare in luoghi biblici in posizione panoramica, districarsi tra raffinati mosaici romani, rimanere affascinati dai ben conservati castelli dei crociati e ammirare alcuni spaccati della vita comune del Paese.

In realtà questo tragitto leggendario passa in mezzo ad altre due strade: la Strada Panoramica del Mar Morto e la Desert Highway, l’autostrada che attraversa il deserto. È fondamentale, quindi, non confondersi e prendere il giusto percorso per fare un viaggio on the road tra curve e scenari lunari. Ma quali sono le tappe da fare lungo la Strada dei Re?

Madaba, la città dei mosaici

Partendo da Amman, la fascinosa Capitale della Giordania, la prima sosta da fare lungo la Strada dei Re è Madaba. Essa si distingue per essere una graziosa cittadina che conserva gelosamente dei preziosi mosaici di epoca bizantina. Il più famoso riveste il pavimento della Chiesa di San Giorgio e rappresenta una carta geografica.

Madaba è anche una delle città più accoglienti di tutta la Giordania, così come un caso esemplare di tolleranza religiosa. Altre  attrazioni da non perdere da queste parti sono il suo mercato zeppo di gente e di bambini che corrono per strada, e il suo Parco Archeologico che possiamo definire un vero e proprio museo a cielo aperto.

Monte Nebo, dove Mosè contemplò la terra promessa

Come vi abbiamo accennato in precedenza, percorrere la Strada dei Re in Giordania vuol dire anche ritrovarsi al cospetto di luoghi biblici. Uno di questi è il Monte Nebo dove, secondo la tradizione, Mosè contemplò per la prima volta la Terra Promessa.

Monte Nebo giordania

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Il panorama dal Monte Nebo

Si narra che Mosè fu sepolto nei pressi del monte, anche se al momento gli studiosi non concordano su dove si trovi esattamente la sua tomba. Non a caso sulla vetta prende vita un Memoriale dedicato a lui che, al contempo, permette di ammirare un paesaggio sublime che riesce persino a raggiungere Israele e i Territori Palestinesi.

Wadi Mujib, un panorama da non perdere

A seguito del Monte Nebo, dopo aver guidato tra una curva e un’altra, arriverete sopra alle gole del Wadi Mujib. Il paesaggio che si aprirà di fronte ai vostri occhi sarà surreale: è orgogliosamente definito “il Grand Canyon della Giordania”. Ma non solo. È importante anche per il significato storico in quanto anticamente segnava il confine tra il regno degli amoriti e quello dei moabiti. Si ritiene, inoltre, che Mosè lo abbia attraversato a piedi.

Continuando a solcare la serie di tornanti che caratterizzano questo tratto di strada, arriverete alla diga di Wadi Mujib, per poi continuare tra scenari desertici di incontaminata bellezza.

La soluzione migliore sarebbe scendere dall’auto e attraversare la gola, ma se il tempo a vostra disposizione sarà poco vale comunque la pena viaggiare lungo il bordo del canyon.

Le imponenti rovine di Ar-Rabba

Un’altra tappa da fare lungo la Strada dei Re sono le imponenti rovine di Ar-Rabba, una città santa dove poter contemplare quel che rimane di un tempio romano risalente alla fine del II secolo d.C. e altri edifici di epoca romana e bizantina.

Il Castello di Karak

Degna di nota è anche una sosta anche presso il Castello di Karak, risalente al 1142, che a suo tempo fu teatro degli scontri tra i crociati e le truppe musulmane di Saladino.

Castello di Karak giordania

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Il Castello di Karak

Oggi ridotto in rovina, consente di scoprire i suoi sotterranei, un paio di passaggi segreti, qualche stanza e il Museo Archeologico di al-Karak. Senza dimenticare che si trova in un’invidiabile posizione panoramica con scenari completamente diversi rispetto ad altri castelli che sorgono nel deserto.

Dana con la sua Riserva

Arroccato su un profondo precipizio, il grazioso villaggio in pietra di Dana regala una vista straordinaria e anche la possibilità di visitare la sua Riserva della Biosfera: una serie di gole impreziosite da una rigogliosa vegetazione e paesaggi di rocce calcaree e sabbiose.

Questa è la più grande Riserva Naturale della Giordania ed è famosa anche per i molti sentieri escursionistici. Ciò vuol dire che tale tappa si rivela un posto perfetto per trascorrere qualche giorno, soprattutto durante la primavera poiché le sue colline sono tutte in fiore.

L’importante Castello di Shobak

Siamo quasi arrivati al termine della Strada dei Re, ma prima di giungere alla tappa finale è necessario fare una sosta presso il Castello di Shobak che è noto per essere il più importante tra i castelli crociati.

Sfortunatamente oggi resta solo una piccola parte di tutto l’antico complesso, ma passeggiare tra le sue mura è comunque un’esperienza da provare, anche solo per il favoloso panorama che si osserva da lassù.

Piccola Petra e Petra

La Strada dei Re in Giordania termina con due mete a dir poco sublimi: Piccola Petra e Petra. La prima vi consentirà di scoprire edifici scolpiti nelle pareti dei canyon di arenaria che non hanno niente da invidiare a quelli presenti in zona.

La seconda, invece, è forse la destinazione più famosa di tutto il Paese, un luogo spettacolare tanto da essere Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1985. Dal 2007, inoltre, Petra è una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno, un incanto da scoprire almeno una volta nella vita.

Petra strada dei re

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Il Tesoro di Petra
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Passerelle del Vero, un incredibile percorso tra gole profonde

Alquézar, uno dei borghi medievali più affascinanti della Spagna, custodisce uno degli itinerari più famosi dell’Aragona nonché uno dei più mozzafiato.

Si tratta delle “Passerelle del Vero“, un adrenalinico sentiero sopraelevato che consente di rimanere estasiati dinanzi all’ultimo tratto della Gola del fiume Vero attraversando passerelle spettacolari e sicure.

Passerelle del Vero, impossibile non emozionarsi

L’incredibile percorso di montagna semi attrezzato, lungo tre chilometri e con un dislivello di 180 metri, ha inizio dal centro del borgo e conduce alla scoperta di un ambiente idilliaco che riassume in sé l’essenza paesaggistica, culturale e ambientale del Parco Naturale della Sierra y los Cañones de Guara.

Il primo tratto: la discesa al fiume Vero attraverso il Barranco de la Fuente

Si parte dalla piazza Rafael Ayerbe (ex Plaza Mayor) accanto al municipio, sotto alla Collegiata, dove è possibile acquistare il biglietto d’ingresso al tour (disponibile anche online).

Si scende da Alquézar al fiume Vero attraversando il rigoglioso Barranco de la Fuente, incastonato tra imponenti pareti calcaree, con la Collegiata di Alquézar in alto a destra e la Peña Castibián a sinistra, dove gli arrampicatori si esercitano lungo le pareti e cavità.

Questa discesa è la parte più tecnica del percorso a causa del costante dislivello e del terreno sconnesso: in alcuni tratti è attrezzata con passerelle in legno.

È un tratto che in estate, durante le giornate roventi, diventa molto piacevole grazie all’ombra perenne e all’umidità che emana.

Occorre prestare molta attenzione nei giorni di pioggia o subito dopo: il terreno diventa scivoloso e vi è la possibilità che l’acqua scorra lungo la strada.

È anche importante rispettare il silenzio della zona, fermandosi ad osservare il fogliame che adorna il burrone e l’intenso lavoro che l’acqua e il vento hanno svolto per migliaia di anni. Alzando lo sguardo, non è difficile notare grandi rapaci come il grifone volteggiare in aria.

Il secondo tratto: il fiume Vero

Raggiunto il greto del fiume, prima di imboccare le passerelle aeree sulla destra, è vivamente consigliata una visita alla Cueva de Picamartillo (che dista circa 100 metri), una curiosa cavità formata dall’erosione dell’acqua.

Ammirata la grotta, tornando sui propri passi è il momento di percorrere il primo tratto delle passerelle aeree, per poi scendere nel greto del fiume, fino a sentire il fragore della cascata dell’Azud.

È zona più bella del tour, dove si svela l’infrastruttura della vecchia centrale idroelettrica: si parte dal canale dell’Azud, costruito per raccogliere l’acqua che, in basso, generava elettricità per la Centrale Elettrica e si giunge al Canyon del Vero, plasmato da maestosi blocchi di roccia, cavità, pozze e acqua dallo spettacolare colore turchese in primavera.

Dall’edificio della vecchia Centrale elettrica si sale dolcemente lungo un sentiero che, svoltando a sinistra, conduce all’ultimo tratto delle passerelle, il più moderno: da qui si arriva alla piattaforma Mirador del Vero con una vista sensazionale sul fiume, sul burrone e sullo storico borgo di Alquézar.

Il terzo tratto: ritorno ad Alquézar

Seguendo un sentiero piuttosto ripido, tra mandorli, ulivi e frutteti, si ritorna ad Alquézar, nel parcheggio appena sotto la chiesa di San Miguel.

Informazioni pratiche

Per effettuare il tour, dai 12 anni in su è prevista una quota di partecipazione pari a 4 euro. Al momento dell’acquisto del biglietto, è possibile scegliere l’orario preferito per iniziare l’entusiasmante percorso.

Il contributo serve per il servizio di manutenzione e pulizia delle infrastrutture dei camminamenti e dei loro dintorni.

Il tour è aperto tutto l’anno, tranne in caso di lavori di manutenzione programmati (i giorni vengono segnalati sul sito ufficiale) e se il personale di controllo rileva che l’accesso potrebbe essere pericoloso (a causa, ad esempio, di una piena del fiume o di lavori di riparazione d’emergenza).

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Cina, una rotonda sul vuoto: il ponte di vetro è spettacolare

Chiudete gli occhi e immaginate di essere sospesi a un’altezza mozzafiato, proprio lì dove è possibile sfiorare il cielo con un dito, sempre lì circondati tutto intorno da natura incontaminata e selvaggia che pulsa di vita. Sotto di voi, invece i zampilli di una cascata maestosa che si diffondo in ogni dove e che bagnano gli arbusti e la terra.

Ora apriteli, perché questo sogno è una realtà. Per viverlo dovete recarvi nel territorio della Cina Meridionale, e più precisamente nella provincia del Guangdong. È qui che è stato creato un hotspot panoramico unico al mondo che vi permetterà di vivere l’esperienza più straordinaria e incredibile di una vita intera.

Molto più di un semplice ponte di vetro, il Gulongxia Glass Grand Canyon è una rotonda sul vuoto sospesa tra cielo e terra, e immersa completamente nella natura più selvaggia. Pronti a vivere l’avventura più adrenalinica di sempre?

Gulongxia Glass Grand Canyon: chi ha il coraggio di salire quassù?

Sono tanti i motivi che spingono i viaggiatori ad attraversare il globo, a raggiungere destinazioni lontane per vivere esperienze straordinarie e mozzafiato. E se è un po’ di adrenalina che volete aggiungere al vostro viaggio, accompagnata dalla possibilità di godere di una vista privilegiata sulla natura più selvaggia, allora la Cina è davvero il luogo giusto da raggiungere.

Qui esistono dei percorsi sospesi nel vuoto, ponti meravigliosi che hanno attirato l’attenzione e la curiosità degli avventurieri più temerari e di tutti coloro che hanno desiderato, almeno una volta, di provare quella sensazione di stare sulla cima nel mondo.

Ed è proprio nella provincia del Guangdong che si può vivere questa esperienza. Qui, infatti, esiste una piattaforma di osservazione che affaccia direttamente sulla Gulong Gorge (Gulongxia), una gola profondissima piena di alberi e di arbusti, sulla quale si staglia una meravigliosa e maestosa cascata. Da qui è possibile ammirare la natura che fa il suo corso da un punto di vista privilegiato: una passerella di vetro che culmina con una rotonda sospesa nel vuoto, tra cielo e terra, a un’altezza vertiginosa che supera i 72 metri.

Gulongxia Glass Grand Canyon

Fonte: Getty Images

Gulongxia Glass Grand Canyon

La rotonda sospesa nel vuoto

Il Gulongxia Glass Grand Canyon, conosciuto anche con il nome di Yuntian Boba, è uno dei punti di osservazione più spettacolari del mondo. Si tratta di una piattaforma di vetro sospesa a 72 metri di altezza sopra la gola, che si dirama in due passerelle parallele e che culminano proprio in una rotonda mozzafiato. Osservare il panorama da qui si traduce in un’esperienza senza uguali destinata a incantare e ad emozionare.

La lunghezza totale del percorso sospeso è di 1300 metri, mentre l’area del Gulong Canyon si snoda per 12000 metri quadrati, tra i quali si alternano diversi punti di osservazione. Il più spettacolare è, ovviamente, quello del Gulongxia Glass Grand Canyon. Percorrendo questo chilometro delle meraviglie, infatti, è possibile ammirare cascate, rocce e alberi, e poi ancora quella gola profondissima sulla quale si staglia una natura rigogliosa e selvaggia. Un’esperienza, questa, destinata solo ai cuori impavidi, e a chi non soffre di vertigini.

Per raggiungere la piattaforma sospesa, i viaggiatori hanno due possibilità. La prima è quella di percorrere le numerose scale che partono dal fondo e conducono fino in cima, la seconda invece è destinata solo ai più coraggiosi, ed è quella che prevede di attraversare il vuoto con la zipline.

Gulongxia Glass Grand Canyon

Fonte: Getty Images

Gulongxia Glass Grand Canyon
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Quiraing, dove fare l’escursione più bella della Scozia

Famosissima e magica, affascinante e selvaggia: sono tutti aggettivi che servono a descrivere la bellissima Isola di Skye, in Scozia. Non a caso, la più grande delle Ebridi Interne vanta alcuni dei paesaggi più iconici della Scozia, tanto che da queste parti è possibile fare l’escursione più bella di tutto il Paese più settentrionale del Regno Unito: quella in Quiraing.

Quiraing, cosa sapere

Il Quiraing è un imperdibile sentiero escursionistico isolato che si sviluppa nell’omonimo e meraviglioso altopiano e che si snoda attraverso una catena di montagne impetuose dell’Isola di Skye.

Di origine vulcanica, si trova per la precisione nella penisola di Trotternish dove alcune antiche frane avvenute nel tempo ci hanno oggi regalato guglie e torrioni suggestivi che si stagliano verticali sul verde.

Il sentiero si caratterizza per non essere molto lungo. In soli 3 chilometri, da condurre però su una strada tortuosa, avrete modo di passare dalla costa a un paesaggio montano selvaggio. Non da meno è la camminata che dal parcheggio sale fino al Quiraing, un’escursione di media difficoltà che va necessariamente compiuta con condizioni meteo favorevoli.

Quello che vi ritroverete di fronte sarà l’immagine che avete sempre sognato della Scozia: vette scoscese, cascate, vallate verdi e in lontananza l’infinità del mare.

In sostanza, gli amanti delle escursioni e dei paesaggi maestosi non potranno assolutamente rimanere indifferenti mentre compieranno questa esperienza. Due sentieri straordinari di cui uno fa il giro delle falesie, mentre l’altro permette di salire direttamente sull’altopiano regalando, al contempo, una vista mozzafiato sul mare e sui paesaggi circostanti.

Altre meraviglie da vedere sull’Isola di Skye

A detta di molti, il Quiraing è l’escursione più bella da fare in tutta la Scozia, ciò non toglie che questa isola mistica e selvaggia regali altrettanti siti d’interesse spettacolari.

Uno di questi è l’Old Man of Storr, una straordinaria formazione rocciosa che si affaccia sul Sound of Raasay. Alto ben 55 metri, si è formato nei secoli a causa dell’erosione dovuta agli agenti atmosferici. Inoltre, è anche  il punto più alto di tutta Skye.

Da non perdere è anche il Castello di Dunvegan, il più antico della Scozia e che si trova racchiuso in un paesaggio fiabesco: tra il mare e la roccia. Da queste parti è anche custodita la Fairy Flag, un drappo che si dice abbia sempre aiutato il clan MacLeod in battaglia.

Poi ancora il tramonto presso Neist Point, la punta occidentale dell’Isola di Skye. Qui svetta fiero un faro che mostra il suo aspetto più irresistibile proprio al calar del sole.

Infine, vi consigliamo di fare un salto alle meravigliose Fairy Pools, una straordinaria serie di avvallamenti, cascate e piccoli stagni cristallini. Si trovano ai piedi dei Monti Cuillins, vicino alla Glen Brittle Forest e sono davvero mitiche. Raggiungibili a piedi tramite un sentiero di ghiaia in buone condizioni per la maggior parte del tragitto, vi regaleranno alcuni dei ricordi più speciali del vostro viaggio nell’Isola di Skye.

Non resta che organizzare un’avventura in Scozia per scoprire il Quiraing, la sua escursione più bella, e tutte le meraviglie della rinomata Isola di Skye.

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Avventure sotto lo zero: la più bella fiaba sotto la neve si vive qui

Il mondo che abitiamo, lo sappiamo, è pieno di meraviglie straordinarie che aspettano solo di essere scoperte in ogni giorno dell’anno e in tutti i periodi. I luoghi che conosciamo, infatti, non restano mai uguali a come li abbiamo lasciati, perché cambiano e si modificano con l’alternarsi delle stagioni.

L’inverno, per esempio, è quel periodo che ci permette di scoprire e riscoprire il volto più bello e suggestivo delle nostre destinazioni preferite. Tutto merito della neve che, con il suo abbraccio soffice e candido, imbianca di meraviglia piazze, quartieri e città, trasformandole in cartoline di immensa bellezza.

Se siete quindi appassionati di sport invernali, o semplicemente non siete immuni al fascino dei paesaggi innevati, allora il posto giusto da raggiungere è la Norvegia. Proprio qui, infatti, è possibile vivere la più bella fiaba sotto la neve.

Norvegia: avventure sotto lo zero

Ci troviamo in uno dei Paesi più affascinanti del mondo intero, celebre per quei paesaggi sconfinati e mozzafiato che ospitano montagne, ghiacciai e fiordi che si snodano lungo la costa.

Organizzare un viaggio in Norvegia è sempre un’ottima idea, in ogni stagione e in tutti i periodi dell’anno. Tuttavia è in inverno che il territorio si trasforma in un vero e proprio paradiso degli sport invernali. Quando la neve inizia a fioccare, infatti, le stagioni sciistiche diventano il luogo perfetto per vivere avventure mozzafiato ed entusiasmanti sotto lo zero.

Durante i mesi invernali, la Norvegia si trasforma in un paesaggio da favola completamente ricoperto di neve soffice e bianca, un destino, questo, che accomuna le montagne e le valli e che invita cittadini e viaggiatori a indossare gli scarponi da scii per raggiungere le piste.

Le stazioni sciistiche da raggiungere sono diverse, e tutte si adattano alle differenti esigenze e preferenze dei viaggiatori di ogni età. Trisil, per esempio, è un comprensorio perfetto per le famiglie, che garantisce un divertimento sotto la neve senza eguali. Con 31 impianti di risalita e 68 piste che si snodano sui tre lati del monte Trysilfjellet, Trysil è la stazione sciistica più grande della Norvegia.

C’è poi il comprensorio di Hemsedal, considerato un vero e proprio paradiso per gli amanti degli sport invernali. Qui i viaggiatori possono scoprire i paesaggi innevati norvegesi muovendosi tra i 21 impianti di risalita e le 53 piste adatte a ogni livello di difficoltà. C’è anche uno snowpark per il divertimento dei più piccoli.

Per gli sciatori più esperti, invece, consigliamo di raggiungere il comprensorio di Hafjell Alpinsenter. Non è solo uno degli impianti più grandi del Paese, con i suoi oltre 50 chilometri di piste, ma è anche il luogo migliore per mettere alla prova le proprie capacità. La stagione, qui, è lunghissima, ed è possibile sciare fino ad aprile inoltrato.

Trysil

Fonte: Visit Norway/Ola Matsson

Trysil

Una fiaba sotto la neve

Non è solo la destinazione degli amanti degli sport invernali, però. La Norvegia, infatti, in questo periodo si trasforma in una cartolina invernale splendida che trasforma i viaggiatori nei protagonisti di una fiaba sotto la neve.

In questo periodo, infatti, è possibile raggiungere i luoghi più belli del Paese che vengono illuminati di notte dai colori strabilianti dell’aurora boreale e ammirare così lo spettacolo naturale più straordinario del mondo. Si possono, inoltre, scoprire e riscoprire i bellissimi fiordi circondati da maestose montagne e spettacolari ghiacciai.

Oltre ai paesaggi mozzafiato, è possibile organizzare dei city break per scoprire il cibo e la cultura locale di alcune città bellissime, come Oslo, Bergen o Tromsø, che coperte e avvolte dalla neve sono più belle che mai.

Costa di Oldervik

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Costa di Oldervik
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Lo spettacolare canale che attira visitatori da tutto il mondo

Probabilmente non tutti sanno che non troppo distante dal nostro Paese esiste un canale che attira i turisti di tutto il mondo. Chi lo visita, infatti, sostiene che attraversarlo sia una delle esperienze più incredibili da fare nella vita. Una vera e propria meraviglia dalla storia millenaria che vale la pena scoprire.

La storia del meraviglioso Canale di Corinto

Pariamo del Canale di Corinto, caratterizzato da strette e alte pareti rocciose che dividono in due la Grecia. Esso, infatti, è un alveo artificiale che collega il golfo Saronico, nel mar Egeo, con il golfo di Corinto, nel mar Ionio. Costruito tra il 1881 e il 1893, vanta una lunghezza di 6.343 metri, una larghezza minima di 24,6 metri al livello del mare e una larghezza di 21 metri alla profondità di 8 metri.

A renderlo particolarmente sorprendente è che è caratterizzato da un percorso rettilineo quasi completamente racchiuso da alte pareti rocciose a picco. La sua ristretta larghezza, tuttavia, non consente il transito alle moderne navi transoceaniche, ma allo stesso tempo è comunque molto solcato dalla navigazione da diporto con un transito annuo stimato di 11.000 imbarcazioni.

Nonostante sia stato costruito nell’Ottocento del secolo scorso, l’idea del taglio dell’istmo comparve già nel VII secolo a.C. al tiranno di Corinto Periandro. Un progetto che venne però abbandonato preferendo al suo posto la costruzione di una strada pavimentata, chiamata diolco, che consentiva il trasporto di merci o di intere navi evitando la circumnavigazione del Peloponneso. Non è un caso, quindi, che vestigia della strada siano ancora oggi visibili in prossimità del canale navigabile.

Canale di Corinto grecia

Fonte: iStock

L’incredibile Canale di Corinto

Come si attraversa il Canale di Corinto oggi

Quella del Canale di Corinto è una storia molto travagliata, ma per fortuna oggigiorno è possibile attraversarlo. Vi basti sapere che nel 1988 le due estremità del canale sono state unite da due ponti stradali, costruiti a quota del mare, che consentono ad auto e pedoni di passarvi sopra.

Il collegamento sitato a Nord-Ovest si chiama ponte di Poseidonia, mentre quello che si trova a Sud-Est è il ponte di Isthmia. Ma non solo. Questi ponti, infatti, hanno una caratteristica unica al mondo: permettono alle imbarcazioni di entrare o uscire dal canale immergendosi completamente in acqua, per poi riemergere una volta che il transito navale è avvenuto.

Quel che è bene sapere, però, è che per vivere questa esperienza è necessario rispettare precise regole di navigazione, pagare un pedaggio e mettere in atto una serie di precauzioni.

Inoltre, occorre compilare dei moduli con diverse indicazioni, come il porto di provenienza e destinazione e attendere l’autorizzazione. Superati questi piccoli ostacoli, avrete modo di vivere un’avventura decisamente soddisfacente.

Perché vale la pena attraversare il Canale di Corinto

Per chi non ama il mare, molto probabilmente, la traversata del Canale di Corinto potrebbe sembrare una banalità. Ma la verità è che è un’esperienza unica in grado di conquistare chiunque. Questo perché la navigazione si rivela sorprendente e per certi versi surreale in quanto si procede al centro del canale sovrastati da pareti che diventano sempre più alte, fino a raggiungere i 90 metri.

Vi si procede abbastanza lentamente, e per questa ragione si ha tutto il tempo di contemplare l’eccezionale prospettiva e la lunghezza di 6 chilometri di questo capolavoro architettonico. Sarà come sentirsi piccolissimi di fronte all’immensità di questo canale.

Canale di Corinto a piedi

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I ponti costruiti sul Canale di Corinto

Cos’altro fare a Corinto

Grazie alla sua una storia millenaria, la Corinto di oggi è una piccola cittadina portuale ricca di attrazioni. Il Muro di Esamilo, per esempio, è una fortificazione che risale alla fine dell’Impero romano e che all’epoca sbarrava l’istmo di Corinto.

Costruita tra il 408 e il 450, aveva 153 torrette difensive durante il regno dell’imperatore Giustiniano e attualmente si possono ancora ammirare i rivestimenti e alcuni dettagli delle fondamenta.

Molto interessante è il museo archeologico della città antica che è dedicato alle scoperte  fatte sull’Acrocorinto, ovvero l’acropoli dell’antica Corinto, e agli oggetti ritrovati nei sotterranei della città.

Vi basti pensare che alcuni di questi hanno più di 2000 anni ma che, incredibilmente, non hanno ancora perso i loro vivaci colori. Vicino al museo da non perdere è il Tempio di Apollo, costruito nel VI secolo, e di cui oggi sono visibili 7 colonne su 38 che sembrano esprimere l’inquietudine dell’architetto di fronte ad un primo edificio costruito interamente in pietra. Esso, tra le altre cose, presenta elementi canonici del tempio greco e numerosi particolari dorici.

Corinto cosa vedere

Fonte: iStock

Le rovine del Tempio di Apollo

Di fronte al tempio, ecco a voi l’immensa agorà che rappresenta uno dei siti archeologici di maggior interesse dell’intera città. L’agorà di Corinto è delimitata nella parte meridionale dalle fondamenta di un antico portico costruito per accogliere le personalità politiche, mentre tutto intorno si possono trovare diversi resti di antichi monumenti, tra i quali le botteghe in cui si svolgevano numerosi scambi commerciali.

Poi ancora la fontana di Pirene la cui versione attuale risale a Erode Attico. Un’attrazione  da non perdere in quanto è uno dei monumenti più ricchi di mitologia si può trovare a Corinto: Pirene era una naiade amante di Poseidone, dal quale ebbe due figli. Alla morte di quest’ultimo, ucciso per mano di Artemide, Pirene pianse talmente tanto che si tramutò in una fonte dai poteri magici.

Essa era, inoltre, una delle mete preferite dai poeti dell’antica Grecia, i quali vi si recavano per bere la sua acqua e ricevere l’ispirazione.

Continuando l’esplorazione di questa città da non perdere è, senza ombra di dubbio, l’Acrocorinto. Qui, infatti, avrete la possibilità di scoprire un’incredibile fortezza costruita su uno sperone di roccia, nel VI secolo, circondata da ben 2 chilometri di mura.

Inoltre, sulla cima dell’Acrocorinto avrete modo di scoprire anche un antico tempio, dedicato ad Afrodite, che è stato tramutato in chiesa durante le Crociate medievali e, successivamente, in moschea.

Bellissima anche Isthmia, una cittadella situata a Sud della foce del canale che si distingue per essere una piccola stazione balneare e per avere un museo archeologico di tutto rispetto in cui ammirare pitture a colori e mosaici in avorio e vetro.  Imperdibile, da queste parti, è anche il Tempio di Poseidone.

Infine Lecheo, un paradiso di acque turchesi e cristalline che lambiscono spiagge sabbiose che si trovano a pochi chilometri a Ovest di Corinto.

Insomma, Corinto con la sua storia e il suo affascinante canale è una località di i grande interesse storico e artistico.

Isthmia grecia

Fonte: iStock – Ph: ARK NEYMAN

Un angolo di Isthmia
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Benvenuti sull’itinerario migliore d’Europa

L’itinerario per trekking, gite in mountain bike o escursioni a cavallo migliore d’Europa si cela nelle Fiandre, nel cuore del Parco Hoge Kempen, l’unico parco nazionale belga, dove la natura si mostra in tutto il suo splendore.

Il Parco, infatti, ha ricevuto, per la prima volta nella storia delle Fiandre, il riconoscimento di “Leading Quality Trail – Best of Europe” per il suo itinerario “National Park Trail”, certificazione assegnata dalla European Ramblers Association (ERA), organizzazione internazionale che rappresenta oltre 60 membri attivi nel settore dell’escursionismo.

L’ambito riconoscimento, che ha una validità di tre anni, viene conferito a seguito di un’attenta valutazione basata su rigorosi criteri di qualità, che ne garantiscono l’eccellenza sia in termini di qualità paesaggistica che di valore esperienziale e di segnaletica.

National Park Trail, il percorso migliore in Europa

Nationaal_Park_Hoge_Kempen

Il National Park Trail, accessibile da giugno 2022 e considerato l’itinerario europeo migliore, è una piacevole passeggiata ad anello che si sviluppa su 110 chilometri, suddivisa in 5 tappe di 20 chilometri ciascuna, comodamente percorribile in 4/5 giorni e, quindi, l’ideale per una breve vacanza o un weekend lungo all’aria aperta.

La facilità con cui si raggiunge (dista un’ora e mezza dalla capitale Bruxelles), le ottime condizioni del percorso, la varietà e la bellezza del paesaggio, e la dotazione di infrastrutture quali i pannelli informativi, la segnaletica e i punti di sosta hanno valso al parco fiammingo la certificazione che lo incorona sul podio d’Europa.

La passeggiata ad anello conduce alla scoperta dei luoghi più affascinanti del Parco Nazionale Hogen Kempen e ha in serbo molte sorprese: sette salite, vaste brughiere in fiore, splendide paludi, ampi laghi aperti, sinuose dune di sabbia e boschi profumati.
Ma non solo: è una delle poche zone delle Fiandre dove dimenticare il traffico e la frenesia della vita di tutti i giorni per più di 100 chilometri.

Gli escursionisti possono decidere a loro piacimento il numero di tappe e di chilometri, la direzione, la partenza e il punto di arrivo scegliendo se percorrere l’intero anello di 110 chilometri oppure varianti più brevi.

Inoltre, sia presso ogni cancello d’ingresso del Parco che lungo il percorso, sono disponibili parcheggio, servizi igienici, punti ristoro, pannelli informativi e strutture ricettive per il pernottamento: hotel, campeggi, B&B, villaggi vacanze, pole camping, case vacanza e altro ancora per andare incontro a tutte le esigenze.

Le cinque tappe da non perdere

Cycling couple with childeren near Nete_ Lier _ Sofie Coreynen

Le tappe ideali per ammirare i punti salienti del Parco Hoge Kempen sono cinque, tutte con inizio e arrivo presso un cancello d’ingresso.

Il punto di partenza ufficiale del National Park Trail è Kattevennen che si raggiunge facilmente attraversando il Molenvijver Park e la foresta.

Prima Tappa: KATTEVENNEN – PIETERSHEIM (23,8 chilometri)

Il percorso si snoda principalmente al cospetto di vasti boschi alle pendici meridionali dell’altopiano di Kempen.

Seconda Tappa: PIETERSHEIM – TERHILLS (23,9 chilometri)

Camminando da sud a nord lungo il bordo dell’altopiano di Kempen, si apre il favoloso paesaggio della brughiera e della valle di Ziepbeek.

Sul Mechelse Heide si gode di incredibili viste panoramiche e si intravedono le prime colline.

Terza Tappa: TERHILLS – DUINENGORDEL (22,6 chilometri)

Proprio come la seconda tappa, anche la terza si snoda da sud a nord lungo il bordo dell’altopiano di Kempen.

Il cammino inizia con tre salite e poi prosegue, attraversando la foresta Dilser, fino a Bergerven e Bosbeek.

Quarta Tappa: DUINENGORDEL – THORPARK (26,8 chilometri)

Il percorso inizia con una serie di dune sabbiose e paludi e continua immergendosi tra brughiere e foreste fino a raggiungere le colline minerarie di Thorpark da cui ammirare magnifici panorami.

Quinta Tappa: THORPARK – KATTEVENNEN (11 chilometri)

Infine, camminando lungo la valle Stiemerbeek e l’area forestale si raggiunge di nuovo Kattevennen.