Categorie
Arte e cultura cicloturismo Idee di Viaggio isole Isole Baleari primavera trekking vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

Perché la primavera è la stagione ideale per scoprire le Isole Baleari

Le Isole Baleari sono spesso associate alle classiche estati mediterranee, tra spiagge dove prendere il sole, tramonti mozzafiato e feste con DJ in terrazza. Eppure, la bassa stagione ha il potere di rivelare l’anima più tranquilla di queste mete spagnole, in particolare la primavera: in questo periodo potrete godervi i percorsi di trekking e di cicloturismo, scoprire le zone umide, considerate un vero paradiso per gli amanti del birdwatching, e approfondire il loro patrimonio culturale.

Temperature ideali per fare trekking

D’estate, le temperature alle Isole Baleari possono diventare particolarmente elevate e non proprio adatte per fare trekking, a meno che non decidiate di cominciare alle prime ore del mattino! In primavera, invece, le temperature medie si aggirano intorno ai 18-25 gradi, perfetti per intraprendere i sentieri costieri o quelli che attraversano i paesaggi costellati di uliveti.

Tra questi, vi consigliamo la lunga Ruta de Pedra en Sec a Maiorca, che vi permetterà di immergervi nella selvaggia Serra de Tramuntana, protetta dall’UNESCO, combinando panorami mozzafiato, villaggi artistici e paesaggi montuosi.

Oppure, a Menorca potreste percorrere tutto o una parte del Camí de Cavalls, un sentiero storico che segue la costa dell’isola da cima a fondo per ben 185 chilometri suddivisi in 20 tappe segnalate. Il percorso, fattibile sia a piedi che in bicicletta o a cavallo, offre l’opportunità di scoprire le calette e le spiagge più idilliache, spazi naturali come s’Albufera des Grau o il Cap de Favaritx, torri difensive o zone umide.

Trekking Maiorca

Fonte: iStock

Sentiero panoramico a Maiorca

Visitare le città senza troppa folla

Bassa stagione significa anche meno turismo. Le temperature piacevoli e le strade non ancora troppo affollate, vi permetteranno di assaporare la bellezza delle vie di Palma, Alcúdia o Pollença a Maiorca e di gustare una meravigliosa paella in riva al mare o su una delle terrazze della città.

Anche Ibiza inizia a risvegliarsi in primavera: le giornate si allungano e si fanno più calde, rendendo possibile un tuffo nelle sue calette paradisiache. Questo è anche il periodo perfetto per visitare i monumenti, come le mura rinascimentali di Dalt Vila, l’insediamento fenicio di Sa Caleta o il Puig des Molins. Inoltre, una visita ai suoi mercatini hippy è d’obbligo.

Prezzi bassi suoi voli: l’offerta easyJet

La primavera è considerata bassa stagione, ciò significa che potrete organizzare il vostro viaggio alle Isole Baleari con un budget ridotto rispetto all’estate, soprattutto in destinazioni molto visitate come Maiorca e Ibiza. Inoltre, potete sfruttare anche le offerte sui voli, come quelle proposte dalla compagnia easyJet: con la promozione appena lanciata, potrete volare verso Maiorca, Minorca e Ibiza con voli a partire da 23,99 euro.

Alcuni dei voli più economici sono diretti a Palma di Maiorca e partono da Milano Linate (da 32,99 euro nel mese di giugno) e da Milano Malpensa (18,99 euro a maggio). Se invece volete volare a Ibiza, le offerte più convenienti partono ad aprile da Napoli, con biglietti da 27,99 euro, e a maggio da Milano Malpensa, con biglietti a partire da 18,99 euro.

Categorie
Arte e cultura Perù Posti incredibili Sud America tradizioni trekking vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

Canyon del Colca, il gigante delle Ande dove la Terra sussurra leggende

Se state organizzando un viaggio in Perù e volete inserire nel vostro itinerario qualche tappa meno conosciuta, vi consigliamo di scegliere il Canyon del Colca. Questo è uno dei canyon più profondi del mondo, in alcune zone persino più profondo del Grand Canyon, dove avrete l’opportunità di ammirare paesaggi spettacolari durante trekking che sono considerati a tutti gli effetti una delle esperienze incredibili da fare almeno una volta nella vita. Anche perché qui, oltre alle viste mozzafiato, è possibile avvistare il maestoso condor andino, uno degli uccelli più grandi al mondo.

Oltre a offrire esperienze naturali, il Canyon del Colca rappresenta anche un’opportunità per i viaggiatori che vogliono immergersi nella cultura del posto grazie alla presenza di villaggi tradizionali che ospitano diverse comunità indigene. Storia, natura, cultura, resti archeologici e tradizioni: ecco cosa vi aspetta se pianificherete un viaggio in questo gigante delle Ande.

Dove si trova il Canyon del Colca

Il Canyon del Colca si trova in Perù, a 160 chilometri dalla città di Arequipa, raggiungibile con un autobus in circa 3 ore e 45 minuti. Seppur possa essere visitato in ogni periodo dell’anno, il periodo migliore per organizzare il vostro viaggio va da maggio a ottobre/novembre. Con i suoi 3270 metri è considerato il secondo canyon più profondo al mondo ed è abitato da oltre 2000 anni dai discendenti degli Aymara, oggi conosciuti come Collaguas.

A questo luogo è legata anche una leggenda: gli Inca credevano che il fiume Majes potesse fluire nella Via Lattea. A causa di questa credenza locale, gli Inca ponevano doni e sacrifici per gli dei nel fiume e li lasciavano scorrere a valle.

Canyon del Colca: altitudine

Visitare il Canyon del Colca significa vivere un’esperienza unica nel suo genere, ma bisogna fare attenzione a una cosa: gli effetti dell’altitudine. Chivay, per esempio, si trova a 3632 metri e il mal di montagna rappresenta un rischio non poco comune tra i viaggiatori. I sintomi lievi che potreste avere includono stanchezza e affanno, mentre quelli più gravi sono mal di testa, vertigini, difficoltà a dormire, problemi respiratori, perdita di appetito, nausea e vomito.

Per questo motivo, consigliamo di prendervi il tempo necessario per organizzare il vostro viaggio attraverso un periodo di acclimamento: per dare al vostro corpo il tempo di abituarsi, soggiornate un paio di notti ad Arequipa, situata a un’altitudine di 2325 metri, prima di cominciare la vostra avventura al Canyon del Colca. Ricordatevi che, se non vi sentite bene, il miglior rimedio è tornare in un punto dove l’altitudine è minore.

Villaggio Canyon del Colca

Fonte: iStock

Il villaggio peruviano di Yanque

Cosa vedere e cosa fare nel Canyon del Colca

Dai villaggi dove l’atmosfera è ancora autentica agli avvistamenti dei condor, fino ai trekking dentro ai meandri più profondi del canyon. Solo leggendo cosa fare e cosa vedere nel Canyon del Colca vi renderete conto del perché è considerato uno dei luoghi più incredibili del mondo.

I villaggi tradizionali

Tra le colline terrazzate e i paesaggi agricoli vi imbatterete nei villaggi tipici, alcuni un po’ più turistici perché facilmente accessibili, e altri più autentici. Uno di questi è Chivay, punto di appoggio strategico per scoprire gli altri paesini della valle. Lasciatevi avvolgere dalle sue atmosfere: sedetevi in un punto e guardatevi attorno, davanti a voi troverete la vivacità del mercato e della piazza principale unita alle donne con indosso i vestiti tradizionali.

Partendo da Chivay potrete raggiungere il villaggio di Yanque dove, ogni mattina alle 7, un gruppo di danzatrici intrattiene i turisti interpretando una danza tradizionale. Qui, da vedere, c’è la Iglesia de la Inmaculada Concepción e un piccolo museo archeologico. Se invece cercate un’esperienza autentica, spingetevi oltre verso il villaggio di Cabanaconde, dove il Canyon del Colca comincia a essere molto più profondo.

Il punto panoramico dove avvistare i condor

C’è chi organizza un viaggio al Canyon del Colca solo per un motivo: avvistare il maestoso condor. Si tratta di un’esperienza emozionante perché qui, essendo presente una famiglia di condor andini che nidifica sull’affioramento roccioso, i visitatori, se sono fortunati, potranno vederli volteggiare a poca distanza dalle loro teste! Il tutto in uno scenario mozzafiato, con il belvedere che si affaccia su un precipizio alto 1200 metri e con vista sul Nevado Mismi che si erge sul lato opposto.

Il momento ideale per avvistarli è la mattina, tra le 8 e le 9, oltre che durante la stagione secca, in quanto i condor non volano con la pioggia.

Condor canyon colca Perù

Fonte: iStock

Il belvedere dove avvistare i condor

Trekking circondati da paesaggi pazzeschi

Al Canyon del Colca è possibile fare diversi trekking, alcuni facili e altri molto più difficili che richiedono una preparazione adeguata. Molti di questi, inoltre, vengono suddivisi in più giorni, come ‘El Clásico’, un percorso ad anello che richiede da due a tre giorni e comprende i tratti più belli della metà inferiore del canyon del Colca, tra Cruz del Cóndor e Cabanaconde.

Categorie
giardini Idee di Viaggio primavera vacanze avventura Viaggi Viaggi in camper Viaggi On the Road Viaggi Relax

Viaggio on the road di primavera: i giardini italiani più belli da raggiungere in camper

Sempre più persone scelgono di acquistare o noleggiare un camper per le loro vacanze. Questa modalità di viaggio permette di vivere l’esperienza pervasi da un particolare senso di libertà dove l’itinerario, molto spesso flessibile, comprende anche ore tranquille trascorse semplicemente a fissare il panorama che scorre fuori dal finestrino.

Tra tutte le stagioni dell’anno, una delle più belle per fare un viaggio in camper è la primavera. Non solo perché in questo periodo ci sono diversi ponti festivi da sfruttare per allungare le proprie vacanze, ma anche grazie ai paesaggi che fioriscono rendendo ogni destinazione ancora più magica e affascinante. Se non volete guidare troppo lontano, qui vi consigliamo alcuni dei giardini italiani più belli da raggiungere in camper.

Campo Imperatore, Abruzzo

Seppur molto sottovalutata, l’Abruzzo è una di quelle regioni italiane ideali per un viaggio on the road. Tra le destinazioni da inserire nel vostro itinerario di primavera consigliamo Campo Imperatore dove, quando il sole comincia a sciogliere la neve invernale, appaiono i Crocus. Questi fiori selvatici dal caratteristico colore viola, dipingono l’altopiano nei mesi di marzo e aprile in base alle condizioni climatiche e alla presenza o meno di neve.

Campo Imperatore è l’altopiano abruzzese situato ai piedi del Corno Grande, in un angolo del Parco Nazionale del Gran Sasso. Con il camper potete parcheggiare e dormire nelle diverse aree sosta attrezzate.

Parco Giardino Sigurtà, Veneto

Il Parco Giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, è sicuramente uno dei gioielli verdi d’Italia visitabile tutto l’anno, anche se offre il meglio di sé soprattutto in primavera. Questo perché, nei mesi di marzo e aprile, esplode di colori grazie al festival Tulipanomania: per l’occasione, oltre un milione di tulipani, ma anche giacinti e narcisi, colorano i 60 ettari del parco offrendo uno scenario suggestivo dove passeggiare e visitare le diverse esposizioni allestite per l’evento.

Fuori dal parco è presente un ampio parcheggio dove potete lasciare il camper, ma è vietato dormirci la notte. L’area sosta autorizzata più vicina si trova a Borghetto sul Mincio, a 2,5 chilometri di distanza.

Norcia e Castelluccio, Umbria

Tra la fine di maggio e i primi di luglio, in base alle condizioni climatiche, si può assistere alla splendida fioritura delle lenticchie a Norcia e Castelluccio. Ogni anno gli agricoltori seminano e disegnano la piana in modo diverso, come fosse una tela d’artista, rendendo la fioritura sempre unica e diversa. Anche qui troverete diversi parcheggi e aree sosta dove lasciare il camper: durante il periodo della fioritura, essendo un evento molto atteso che attira numerosi turisti ogni anno, consigliamo di chiamare in anticipo per prenotare un posto per la vostra casa mobile.

Val di Non, Trentino

Dalla prima settimana di aprile ai primi di maggio, le alture dell’Alta Val di Non si trasformano in immensi giardini fioriti e viene celebrato il dente di leone (Taraxacum officinale) con tanti eventi, escursioni e degustazioni. Il dente di leone cresce nei prati fino a 2000 metri di altitudine e viene utilizzato sia come erba officinale per le sue proprietà terapeutiche e curative che come condimento culinario.

Se volete partecipare a “Le Settimane del Dente di Leone” con il vostro camper, in zona troverete diverse aree sosta dove parcheggiare e godervi gli eventi senza preoccupazioni.

Giardino di Ninfa, Lazio

Considerato uno dei giardini più belli e romantici del mondo, oltre che uno dei migliori dove assistere alle fioriture primaverili in Italia, il Giardino di Ninfa è l’oasi verde e floreale creata dalla famiglia Caetani situata ai piedi dei monti Lepini, in provincia di Latina. Negli anni ha conquistato anche numerosi scrittori come Virginia Woolf, Truman Capote, Ungaretti e Moravia.

Entrando all’interno del giardino di 8 ettari si possono ammirare oltre 1300 specie di piante, tra cui 19 varietà di magnolia, betulle, iris acquatici e aceri giapponesi. In primavera, i ciliegi ornamentali fioriscono creando un’atmosfera davvero fiabesca.

Arrivando con il camper, potete parcheggiare nell’area apposita fuori dal giardino, mentre per dormire potete fare affidamento sui campeggi della zona.

Vignola, Emilia-Romagna

L’ultima fioritura che vi consigliamo per i vostri viaggi on the road di primavera è quella dei ciliegi a Vignola, in provincia di Modena. I ciliegi arricchiscono il paesaggio tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, colorando le campagne per chilometri. Per ammirarli in tutta la loro bellezza potete percorrere la “Via dei Ciliegi”, un percorso che attraversa coltivazioni di ciliegi, susine, pere e mele, lungo il fiume Panaro. È possibile percorrere questo itinerario anche in bicicletta grazie al Percorso Natura Panaro, che coincide con la ciclabile Eurovelo 7.

Oppure partecipare alla Festa dei Ciliegi in Fiore che animerà la città con eventi enogastronomici e culturali. Anche qui potrete parcheggiare nelle aree sosta apposite.

Categorie
Arte e cultura Calabria escursioni Idee di Viaggio montagna vacanza natura vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

Monte Tre Pizzi, il balcone affacciato sulla Costa dei Gelsomini

Esiste un angolo della Calabria dove la montagna si trasforma in palcoscenico naturale e lo sguardo si perde tra cielo e mare. Si tratta del Monte Tre Pizzi, che svetta maestoso tra i comuni di Antonimina e Ciminà, nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte, e lo fa con una forma inconfondibile: tre vette che si ergono fiere come dita di una mano che indicano l’infinito. E non è soltanto la struttura a renderlo affascinante, ma anche la sua doppia identità.

C’è chi sostiene che la vetta centrale, chiamata Monte di Mezzo, raggiunga i 1.426 metri, mentre altre fonti la collocano più in basso, intorno ai 720 metri. Una cosa, però, è certa: da quassù la vista abbraccia l’intera Riviera dei Gelsomini e arriva fino allo Jonio, con una delle vedute più suggestive dell’intera regione.

Le tre punte che danno il nome al monte (Monte S. Michele, Monte di Mezzo e Monte Catiello) sembrano dialogare tra loro in un eterno equilibrio roccioso. Alcuni dicono che “Tre Pizzi” significhi semplicemente “tre cime”, altri preferiscono credere che derivi da “monte bianco”, un appellativo evocativo come le nuvole che talvolta si adagiano sulle sue sommità. In ogni caso, il Monte Tre Pizzi è una meta perfetta per chi ama camminare, respirare a pieni polmoni e sentirsi parte della natura.

Escursioni al Monte Tre Pizzi

Salire al Monte Tre Pizzi significa ritrovarsi in un “mosaico naturale” che cambia colore e consistenza a ogni passo. I percorsi invitano a lasciarsi sorprendere dalla bellezza autentica dell’Aspromonte per un’esperienza visiva, sensoriale e quasi spirituale.

Dalla vetta, il panorama si apre come una mappa incantata: le pendici ondulate dell’Aspromonte accompagnano lo sguardo verso le fiumare, quelle distese bianche e increspate che solcano la terra come vene d’acqua. Poi, d’improvviso, la vista si spalanca sul mare, sulla Costa dei Gelsomini che brilla sotto il sole. Da qui si distinguono chiaramente Roccella Ionica, il castello che la sovrasta, e le vette più alte che disegnano l’orizzonte calabrese. Uno spettacolo che regala la sensazione di aver raggiunto la cima del mondo.

Escursione da Antonimina (Reggio Calabria)

Partendo da Antonimina si entra subito in un paesaggio rurale che racconta la vita di chi abita questi luoghi. I primi passi si muovono tra campi coltivati a cereali, foraggi per il bestiame e colline addolcite da muretti a secco che sostengono uliveti e appezzamenti ordinati. Salendo, la macchia mediterranea comincia a farsi più fitta e profumata: erica, mirto, ginestra e corbezzoli disegnano un quadro che cambia, fino a lasciare spazio al bosco, fatto di lecci, querce e pini che si alternano in un gioco di ombre e luci.

Quando si raggiunge quota 752 metri, il sentiero diventa più dolce, con qualche saliscendi che anticipa l’arrivo alla cima. E da lassù, dalla cosiddetta “Terrezza”, si apre una visione che lascia senza fiato: Gerace con la sua rocca, Pietra Cappa che emerge come un gigante di pietra, la cima di Montalto e la Limina. È un susseguirsi di vertici, creste e promontori che compongono la vasta sinfonia dell’Aspromonte Ionico.

Nel viaggio di ritorno si cambia versante e si attraversa una zona ancora più selvaggia. La macchia mediterranea torna a farsi protagonista, insieme ad alcuni allevamenti di capre e pecore che pascolano in libertà. Passando per la “Grutta du mutu”, rifugio leggendario di un pastore eremita, il sentiero conduce fino alla località Zefrò, con i suoi campi coltivati a ulivi e cereali. Da lì, un’ultima discesa riporta ad Antonimina, dove si chiude il cerchio di un’escursione lunga circa sei ore, impegnativa ma colma di meraviglia.

Escursione da Ciminà (Reggio Calabria)

Chi preferisce una versione più breve e immediata dell’escursione può scegliere di partire da Ciminà. Si arriva in auto fino alla Strada Provinciale SP36 e, dopo circa dieci minuti, si lascia la macchina in uno spiazzo segnalato.

Poco distante, nei pressi di un’edicola votiva, inizia il sentiero CAI 213, ben indicato dai cartelli. Da qui il cammino richiede poco più di un’ora per l’andata e il ritorno, donando comunque la possibilità di godere di panorami spettacolari e della pace che solo la montagna sa donare.

Escursione da Piano di Moleti

Infine, se desiderate allungare il piacere del cammino, la partenza da Piano di Moleti è la scelta giusta. Il sentiero CAI 213 in questo tratto lambisce le fragorose Cascate Caccamelle, per un tocco di magia alla camminata.

La durata complessiva dell’escursione si aggira intorno alle cinque ore, per un totale di otto chilometri, in un susseguirsi di paesaggi che affascinano passo dopo passo.

I punti di interesse del Monte Tre Pizzi

Il Monte Tre Pizzi non è solo natura: è anche memoria, spiritualità e testimonianze di un tempo che fu. Le tre punte, che si stagliano come sentinelle granitiche, si affacciano su un paesaggio che è insieme ruvido e poetico. Le fiumare di Condoianni, Antonimina e Gerace serpeggiano sotto lo sguardo attento del monte, che le domina con la calma solenne di chi ha visto passare secoli.

Salire alla cima significa conquistare una delle vedute più spettacolari della regione: da Capo Spartivento a Punta Stilo, passando per la Rocca di Gerace, Pietra Castello, Pietra Lunga, fino a Montalto e alla Limina, l’Aspromonte si svela in tutta la sua maestosità. Un panorama a 360 gradi che scalda il cuore.

Ma ai piedi del gigante roccioso si cela anche una storia antica, di preghiera e pellegrinaggi. Alcuni ruderi, ancora visibili, testimoniano la presenza di un convento di frati eremiti, forse risalente al XII secolo. Un tempo, la montagna era meta di devoti provenienti da tutta la Locride che si radunavano qui per l’annuale fiera di bestiame in onore di San Pietro.

Ancora oggi i suoi sentieri raccontano antiche memorie, tra il profumo di lentisco e il fruscio delle foglie di leccio.

Categorie
Arte e cultura escursioni Europa montagna primavera vacanza natura vacanze avventura Vacanze natura Viaggi Viaggi Avventura

Dove andare in montagna in primavera? I luoghi migliori in Italia e in Europa

Nella stagione in cui la natura torna a rivivere e le ultime nevi salutano l’inverno, sulle montagne più suggestive d’Italia e d’Europa prende vita la danza delle fioriture più colorate e profumate, cullate dalla brezza tiepida e dai primi raggi di sole primaverili. Ci si ritrova così immersi in panorami meravigliosi in cui fare piacevoli escursioni e toccare con mano tutta la forza della natura.

Ecco una selezione dei migliori luoghi di montagna da raggiungere in primavera, da soli, in coppia o in famiglia, tra le vette più incantevoli del Bel Paese e di altre destinazioni europee facilmente raggiungibili anche dal confine italiano.

Dove andare in montagna in primavera in Italia

Quanto scoppia la primavera, in Italia, inizia il periodo perfetto per esplorare i sentieri che si snodano tra alpeggi e valli fiorite, dove la natura veste un nuovo abito profumato e l’aria fresca invita a respirare a pieni polmoni. Ecco la nostra selezione di mete montane italiane ideali per escursioni, avventure, relax e momenti unici da condividere con chi amiamo.

San Vito di Cadore (Veneto)

Cercate una meta alternativa (e bellissima) alla celebre Cortina d’Ampezzo? Vi consigliamo San Vito di Cadore, da cui dista solo 10 km: un piccolo comune incastonato in una conca nel cuore delle Dolomiti bellunesi. A sorvegliarlo ci sono le cime delle Marmarole Occidentali, dell’Antelao, del Pelmo e della Croda Marcora. Il paesaggio montano è immerso in boschi di conifere e latifoglie e in primavera sembra uscire direttamente da una favola.

Cosa fare in Cadore in primavera? Innanzitutto, passeggiare immersi nei prati fioriti e i pascoli, ammirando da vicino il risveglio della natura. Raggiungendo il Lago di Mosigo, poi, si possono trascorrere piacevoli momenti in famiglia, con un chiosco e una zona barbecue attrezzata con tavoli per una grigliata in compagnia. Non può mancare la passeggiata attorno al lago, facilmente percorribile anche con passeggini.

A caratterizzare questo luogo è anche la lunga tradizione enogastronomica: non possono mancare momenti conviviali in cui potrete assaggiare, ad esempio, dei vini con le spezie molto particolari, formaggi e gelato. Ebbene sì, proprio a Pieve di Cadore (dove tra l’altro nacque e visse il pittore d’arte rinascimentale Tiziano), sarebbe nato il gelato.

Lago di San Vito di Cadore, Veneto

Fonte: iStock

Lago di San Vito di Cadore in Veneto

Trekking ed escursioni: i percorsi che si snodano sui pendii di San Vito di Cadore sono diversi e adatti a tutti. Tra i migliori sentieri da percorrere in primavera segnaliamo:

  • Sentiero delle Orchidee: in 1 ora e mezza di facile camminata con numerose finestre panoramiche sulle Dolomiti, incontrerete diverse specie di orchidee spontanee più o meno rare;
  • Escursione a Socol: adatta alle famiglie con passeggini, il percorso si snoda tra i boschi di San Vito e di Cortina, sul versante destro del fiume Boite. Si percorre in circa 2 ore e mezza;
  • Escursione a Taulà de la regoietes: sentiero CAI n. 458, sterrato, che si immerge nel bosco e dona scorci meravigliosi sulle Dolomiti per circa 3 km.

Attività per bambini: oltre alle passeggiate facili tra i sentieri alla scoperta di prati fioriti e boschi rigogliosi, i bambini possono divertirsi nel parco giochi del Lago di Mosigo.

Come arrivare: in auto, da Sud si percorre l’A27 fino a Pian di Vedoja (Belluno), si continua sulla SS51 d’Alemagna e si seguono le indicazioni fino a San Vito. Chi viene da Nord deve prendere l’autostrada del Brennero fino a Bressanone, poi la SS49 direzione Dobbiaco. Giunti a Cortina d’Ampezzo si segue la SS51 fino a destinazione.

Bormio (Lombardia)

È uno dei luoghi più affascinanti d’Italia, immerso in un territorio, quello della Valtellina, molto amato anche fuori dai confini italiani: Bormio, in provincia di Sondrio, è un gioiello ricco di attrattiva che in primavera veste il suo abito più colorato.

Dalle lunghe passeggiate ammirando panorami mozzafiato sulle Alpi Retiche ai momenti di relax coccolati dalle calde acque termali, Bormio promette esperienze memorabili per tutti, dagli adulti ai bambini. Non solo. Qui gli amanti degli sport invernali possono continuare a sciare anche a fine aprile nei comprensori posti sulle cime più alte.

Le sue terme sono le più famose d’Italia: da quelle più antiche (i Bagni Vecchi di Bormio) fino ai due centri più recenti (i Bagni Nuovi e Bormio Terme) in cui i bambini possono divertirsi nelle piscine a loro dedicate. Infine, per gli appassionati, è possibile anche visitare la cantina Braulio, che produce uno degli amari più famosi del Bel Paese, durante una camminata tra le viuzze che attraversano il centro storico del Comune.

Trekking ed escursioni: Le cime che abbracciano Bormio sono un vero incanto da esplorare durante la primavera. Tra i percorsi facili, adatti a tutti, vi suggeriamo 3 esperienze da provare:

  • Panoramica sulla Val Viola: seguendo i sentieri n. 148, n. 128 e n. 290, tra boschi e pascoli, si attraversano paesaggi incontaminati che aprono la vista sulla Val Viola e sulle cime circostanti. Percorso adatto anche ai meno esperti;
  • Passeggiata al parco dei Bagni: facile camminata di circa 1 ora che dai Bagni Nuovi di Bormio conduce alla Fonte Pliniana, in cui sgorga acqua termale custodita da una grotta naturale;
  • Tour delle chiese: passeggiata (da fare anche in bici) che unisce la natura della Valfurva alle testimoniante culturali e storiche. Il percorso dura 1 ora e tocca: Chiesa del Santo Crocifisso, Chiesa Beata Vergine del Sassello, Chiesa di S. Rocco, Chiesa della Madonnina della Misericordia e Chiesa parrocchiale di Bormio.

Attività per bambini: dalle camminate facili alle giornate sull’ultima neve della stagione, fino al relax alle Terme. Ma c’è un’attività ancor più curiosa: qui vengono organizzate anche camminate con i tenerissimi Alpaca per tutta la famiglia.

Come arrivare: in auto, da Milano, Lecco o Como, si imbocca la SS38, mentre da Bergamo o Brescia, si passa dal Passo Aprica o dal Passo Gavia. Dal Trentino si arriva dal Passo Stelvio o dal Tunnel Munt La Schera di Livigno. Con i mezzi pubblici, si può prendere il treno Trenord che ferma a Tirano e da lì si prende il bus di linea Perego fino a Bormio.

Parco Naturale Locale del Monte Baldo (Veneto)

Quali migliori mete in primavera se non quelle che permettono di ammirare la rinascita della natura dopo l’inverno e di respirare a pieni polmoni i profumi delle fioriture? Tra i luoghi imperdibili che vi consigliamo c’è anche il Parco Naturale Locale del Monte Baldo, sempre in Veneto, chiamato il “Giardino d’Italia”.

Situato tra la Vallagarina e il Lago di Garda, a poca distanza da Torbole, è un’oasi famosa tra i botanici di tutta Europa grazie alla sua straordinaria biodiversità con numerose specie endemiche. Tra maggio e giugno, qui, è tutto un tripudio di fioriture che creano bellissime distese colorate sui pendii: arnica, gigli, genziane, orchidee, botton d’oro e gerani argentati sono i protagonisti indiscussi. Una destinazione ottima per il turismo lento e sostenibile, e ideale per fare camminate primaverili anche con i bambini, vista la facilità dei percorsi.

Trekking ed escursioni: ecco gli itinerari più belli per scoprire questa perla sul Monte Baldo.

  • Trekking delle malghe e dei fiori del Baldo: composto da 4 percorsi (rosso, verde, giallo, azzurro), che permettono di ammirare distese dorate di botton d’oro, tappeti di bucaneve e tanti altri colorati prati tra i boschi del monte;
  • Trekking Torbole – Altissimo: sentiero (n.601) che in circa 5 ore di camminata da Nago porta a uno dei punti panoramici sul Lago di Garda più incredibili, sul monte più alto del Baldo trentino (2.090 metri). Lungo il percorso si avvistano i resti delle trincee della Prima Guerra Mondiale.

Attività per bambini: oltre ai piacevoli picnic in famiglia da organizzare tra i piati fioriti del Monte Baldo, i più piccoli possono provare bellissime avventure cimentandosi nell’arrampicata assistita e facile ai Massi delle Traole, oppure possono emozionarsi al Busatte Adventure Park, un parco avventura con diversi percorsi a varie altezze con piattaforme, carrucole, corde..pronti a per mettere alla prova abilità e coraggio?

Come arrivare: in auto, da Nord si esce dall’A22 a Rovereto Sud – Lago di Garda Nord e si prosegue fino a Nago-Torbole seguendo le indicazioni; da Sud si esce dall’A4 a Sirmione e si segue la SR 249 che risale lungo il Lago di Garda. A Torbole si seguono le indicazioni per la frazione di Nago-Torbole. Con i mezzi pubblici, si può scendere alla stazione ferroviaria di Rovereto e da lì si prende un autobus di Trentino Trasporti fino a Torbole. Da Sud, si può scendere alle stazioni ferroviarie di Desenzano, Peschiera del Garda o Verona e poi proseguire con l’autobus dell’Azienda Trasporti di Verona.

Parco delle Madonie (Sicilia)

Anche la Sicilia, in Sud Italia, ha luoghi montani splendidi da raggiungere, meno conosciuti, ma che non hanno nulla da invidiare alle più famose catene montuose dello Stivale. Tra questi troviamo il Parco delle Madonie, un’area naturale protetta che comprende quindici comuni della città metropolitana di Palermo e il massiccio montuoso delle Madonie, sulla costa settentrionale siciliana.

In questo contesto naturale, la primavera trasforma le pendici montuose in spettacolari distese di fiori selvatici, che si possono ammirare facendo trekking ed escursioni in mountain bike, oppure da una prospettiva diversa: dalla seduta dell’altalena più alta d’Europa. Dondola tra cielo e terra a 1.050 metri di altitudine e 300 di strapiombo ed è un’attrazione che lascia senza fiato. Da lassù, lo sguardo si apre verso le Madonie a ovest, le Nebrodi a est, mentre a nord il Mar Tirreno si perde all’orizzonte.

Trekking ed escursioni:

  • Sentiero ai ruderi dell’Abbazia di San Giorgio: 1,7 km di sentiero facile che parte da Gratteri, nei pressi dei ruderi del castello, e va verso Sud fino ai resti dell’Abbazia di San Giorgio immersi nella vegetazione;
  • Sentiero Geologico Rocca di Sciara: escursione di 2 km ricca di spunti naturalistici, geologici e storico culturali, come la Rocca di Sciara, un imponente massiccio calcareo che sovrasta l’abitato di Caltavuturo.

Attività per bambini: anche i più piccoli possono vivere l’esperienza dell’altalena più alta d’Europa (a partire dagli 8 anni) e della zip line con viste mozzafiato. In località Petralia Sottana, inoltre, possono divertirsi nel Parco avventura, con percorsi acrobatici, piste per mountain bike, sensazionali percorsi tattili e gare di orientamento.

Come arrivare: in auto, da Palermo si segue l’A19 e da Messina l’A20 e si seguono le indicazioni in base al punto di accesso al grande Parco delle Madonie. In treno si può arrivare comodamente da Palermo, Catania e Messina, scendendo alle stazioni di Cefalù e Castelbuono.

Dove andare in montagna in Primavera in Europa

Anche sulle montagne europee confinanti, o facilmente raggiungibili dall’Italia, la primavera tinge tutto dei colori della meraviglia. Scopri le destinazioni consigliate per una vacanza in montagna in Europa adatta a tutti, dagli sportivi a chi cerca il puro relax, fino ai bambini più avventurieri.

Bohinj (Slovenia)

Tra ripide montagne della Slovenia e le acque color smeraldo, spicca la paradisiaca valle Bohinj, che ospita l’omonimo lago glaciale, il più grande del Paese.

Se d’inverno gli appassionati della neve vi si recano per raggiungere il comprensorio sciistico, durante la primavera il paesaggio si tinge di colori vividi e sono tante le attività che si possono svolgere in questa perla slovena, dal trekking sui pendii alla pesca sulle sponde del lago (qui si trova la rinomata trota di Bohinj), fino agli eventi più imperdibili. Tra questi, l’annuale Festival Internazionale dei Fiori Selvatici, che ogni anno nei mesi di maggio e giugno offre tour botanici, eventi unici ed esperienze culinarie dedicate alla ricchezza floreale di Bohinj.

Bohinj, luogo splendido in primavera in Slovenia

Fonte: iStock

Bohinj e il suo lago, in Slovenia

Trekking ed escursioni: a Bohinj si possono ammirare panorami sorprendenti durante le escursioni a piedi o in bicicletta. Ecco alcuni dei migliori sentieri.

  • Percorso Savica Waterfall: itinerario ad anello abbastanza facile e lungo poco più di 1 km;
  • Giro del Lago di Bohinj: percorso facile ad anello di circa 12 km;
  • Mostnica Gorge: percorso di circa 12 km con un dislivello di più o meno 300 metri;
  • Trekking al Monte Vogel: a bordo della funivia del Lago di Bohinj, si raggiunge a 1.500 metri di altezza il Vogel Sky Resort, che regala una vista mozzafiato su Bled, Bohinj e tutte le Alpi Giulie. Da qui proseguono diversi sentieri di trekking.

Attività per bambini: per i più piccoli, Bohinj è una sorta di paradiso in terra, soprattutto grazie alla presenza dello splendido lago, che in primavera merita di essere esplorato a bordo di una barca. Un’altra idea è quella di noleggiare delle biciclette per fare il giro del lago (con la possibilità di aggiungere seggiolini per bambini), per godere pienamente nel paesaggio.

Come arrivare: in auto, si percorre la strada 209 fino a Ribčev Laz, villaggio che si trova all’ingresso del Lago di Bohinj, immerso nel Parco nazionale del Triglav.

Hintersee (Germania)

Tra le più pittoresche zone montane delle Alpi bavaresi (e d’Europa), quella del Lago Hintersee, in primavera, è un tripudio di fiori sbocciati, colori vividi e un paesaggio mozzafiato, dove la natura sembra uscire direttamente da un dipinto perfetto.

Situato a Ramsau, in Germania, ai piedi del Reiter-Alm, Hintersee è abbracciato da vette imponenti e promette momenti indimenticabili da vivere in compagnia e in famiglia. Trekking, picnic nella natura, viaggi in funivia e panorami unici: sono tante le esperienze che si possono vivere in questo luogo paradisiaco.

Lago Hintersee, meta montana in primavera in Germania

Fonte: iStock

Lago Hintersee, in Germania

Trekking ed escursioni: 

  • Escursione nel Bosco di Hintersee: camminata facile adatta a tutti che attraversa la foresta incantata;
  • Percorso facile alla Cascata di Golling: da lì si può raggiungere il Rifugio di Golling;
  • Giro del lago Hintersee: percorso ad anello che parte da Ramsau, immerso nel verde.

Attività per i bambini: oltre alle passeggiate attorno al lago e lungo i pendii circostanti ammirando la flora e la fauna locali, i bambini possono divertirsi con una divertente gita in barca sul lago.

Come arrivare: in auto, arrivando dal Nord Italia, si prende la A4 e poi da Brescia la A22 verso Verona/Bolzano fino all’uscita per Brennero. In Austria, si continua sulla A13 verso Salisburgo e poi si prende la B311 in direzione di Fuschl am See, seguendo infine le indicazioni per Hintersee. In treno, con un Frecciarossa o Eurocity, si scende a Verona o a Bolzano, poi si prende un treno per Innsbruck, dove si cambia con un treno per Salisburgo. Infine, si prenede un autobus o un treno fino a Hallein o Fuschl am See, e un altro autobus fino a Hintersee.

Zermatt (Svizzera)

Famosa perché baciata dal sole per ben 300 giorni all’anno e completamente pedonale (sì, qui non circolano auto e mezzi a motore), Zermatt è la meta da raggiungere in primavera a due passi dall’Italia.

Situata in Svizzera, ai piedi del Monte Cervino (Matterhorn), questa meta green del Canton Vallese offre a chiunque attività, escursioni e avventure unite a paesaggi da cartolina. Da qui partono 400 km di sentieri escursionistici e ci si può rilassare sulle sponde del Lago Schwarzsee (o Lago Nero), da raggiungere con una comoda e suggestiva funivia. Consigliata è anche la visita al Museo del Cervino (Zermatlantis Matterhorn Museum) sulla storia del borgo e del monte che gli conferisce il nome. In primavera, gli amanti dello sport sulla neve possono anche sfruttare le ultime piste imbiancate per sciare.

Trekking e percorsi:

  • Escursione alle Gole del Gorner (Gornergrat): sentiero ad anello di 2,3 km facile, percorribile in circa 40 minuti;
  • Trekking al Matterhorn glacier paradise (3.883 metri): adatto anche a famiglie con bambini. La vetta permette di sciare anche durante la primavera e l’estate nella stazione di montagna più alta d’Europa. Qui in cima si trova la Galleria del Breithorn, dove è situato il Cinema Lounge;

Attività per bambini: i più piccoli avventurieri non si annoiano di certo a Zermatt. Tra le varie attività, possono cimentarsi nell’avvistamento delle marmotte seguendo un percorso adatto alle famiglie, oppure esplorare il tunnel di ghiaccio del Cervino Glacier Paradise, ammirando diverse sculture di ghiaccio.

Come arrivare: essendo pedonale, il Comune di Zermatt è raggiungibile tramite auto fino al vicino borgo di Täsch, mentre gli ultimi 7 km si percorrono in treno o in taxi. Da lì, infatti, parte un treno navetta h24 che impiega 15 minuti. In treno, invece, dall’Italia il collegamento ferroviario più comodo è quello da Milano Centrale: un treno diretto vi porterà a Visp, da cui potrete proseguire verso Zermatt.

Categorie
Arte e cultura Curiosità escursioni montagna Nuova Zelanda Oceania vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

In Nuova Zelanda c’è una montagna che ha gli stessi diritti delle persone

Il parlamento della Nuova Zelanda ha approvato una legge che conferisce la personalità giuridica al Monte Taranaki, un vulcano dormiente alto più di 2.500 metri.

Si tratta di una decisione storica che segna un punto di svolta nella tutela dei diritti delle comunità indigene e nell’approccio alla difesa dell’ambiente.

Il Monte Taranaki è, infatti, di grande importanza per la comunità maori, che lo considera un antenato e un simbolo di cultura e tradizione. Inoltre, rappresenta ormai anche una popolare destinazione turistica, apprezzata da escursionisti e alpinisti.

La montagna come soggetto giuridico

Grazie alla nuova legge, il Monte Taranaki viene equiparato a una persona giuridica.

Ciò significa che può possedere beni, essere parte di un contratto, contrarre debiti o persino intentare cause legali contro individui o entità che minacciano la sua integrità.

La misura non ha soltanto implicazioni pratiche, ma anche un forte valore simbolico: offre un riconoscimento alle comunità maori che abitavano la regione prima dell’arrivo dei colonizzatori europei e garantisce una maggiore tutela di un territorio legato a doppio filo alla loro storia e al loro patrimonio culturale.

Riparare le ingiustizie del passato

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di riconciliazione tra il governo neozelandese e le popolazioni indigene.

Da anni, la Nuova Zelanda sta lavorando per restituire ai maori il controllo delle terre che furono sottratte con la forza o tramite acquisizioni illecite. Nella regione di Taranaki, nella seconda metà dell’Ottocento, i colonizzatori europei confiscarono quasi 5mila chilometri quadrati di territorio appartenente alle comunità maori. Queste terre furono poi assegnate ai militari che avevano combattuto contro i maori, alimentando un conflitto che ha lasciato ferite ancora aperte.

La legge approvata di recente riconosce ufficialmente che quelle confische violarono il trattato di Waitangi, un accordo firmato nel 1840 tra i capi delle comunità maori e i rappresentanti del Regno Unito. Il trattato stabiliva i rapporti di potere tra la corona britannica e i maori, garantendo a questi ultimi gli stessi diritti dei sudditi britannici.

Tuttavia, a causa di una doppia traduzione del testo e di interpretazioni scorrette, i maori furono spesso privati dei diritti loro riconosciuti.

Oggi, il trattato di Waitangi costituisce la base giuridica su cui le comunità indigene fanno leva per rivendicare autonomia, ricevere compensazioni per le discriminazioni subite e riottenere il possesso delle terre degli antenati.

Un fenomeno globale

Il caso del monte Taranaki non è isolato. In Nuova Zelanda, altri elementi naturali hanno ottenuto la personalità giuridica in passato, tra cui un fiume e un parco naturale. Esperienze simili si sono verificate anche in Bolivia, Messico, Colombia, Australia e Bangladesh, spesso grazie alla pressione esercitata dalle comunità indigene per la salvaguardia dei loro territori e dell’ambiente.

In alcuni casi, il riconoscimento giuridico ha avuto un ruolo chiave: un esempio recente arriva dall’Ecuador, dove nel 2024 un tribunale ha riconosciuto i diritti giuridici del fiume Machángara sulla base della Costituzione ecuadoriana, che garantisce protezione alla “Pacha Mama”, ovvero la “Madre Terra” nella lingua quechua. I giudici hanno utilizzato tale norma in varie sentenze per affrontare questioni ambientali.

Nel luglio dello stesso anno, un tribunale ha stabilito che il comune di Quito aveva violato i diritti del fiume permettendone l’inquinamento e ha ordinato alle autorità locali di intervenire per ripulirlo.

Un modello per il futuro

L’attribuzione della personalità giuridica a elementi naturali rappresenta un nuovo approccio nella cura dell’ambiente e nella protezione dei diritti delle popolazioni indigene, con una visione che riconosce come un’entità con diritti propri, che deve essere difesa dagli abusi umani.

Il caso del monte Taranaki dimostra come la legislazione possa essere impiegata per correggere le ingiustizie del passato e, allo stesso tempo, creare nuovi strumenti per la salvaguardia dell’ambiente.

Se un simile modello si diffonderà in altre parti del mondo, potrebbe segnare un cambiamento significativo nel nostro rapporto con la natura e trasformare il modo in cui le società affrontano i problemi ambientali e i diritti delle popolazioni indigene.

Categorie
Arte e cultura Hawaii Luoghi da film Paesaggi vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

Jurassic World, le location mozzafiato del colossal di Colin Trevorrow

Come per il primo Jurassic Park del 1993 anche in Jurassic World le Hawaii sostituiscono la fittizia Isla Nublar dove si è sviluppato il progetto di John Hammond, al largo di Costarica. Nell’avventura sequel con Chris Pratt e Bryce Dallas Howard sono passati 22 anni dagli eventi del primo film di Spielberg e il parco a tema dinosauri è operativo e attira molti visitatori, ma la gestione non si accontenta e vuole dar vita a una nuova specie di dinosauro mai esistita prima, l’Indominus Rex. Qualcosa ovviamente non va secondo i piani e una minaccia mette in pericolo tutte le persone presenti sull’isola.

Il film di Colin Trevorrow del 2015 ha riacceso il fascino per i dinosauri rinnovando il franchise, ma ha anche regalato al pubblico dei paesaggi mozzafiato sul grande schermo con la bellezza lussureggiante e selvaggia delle Hawaii che sono la location principale. Conosciute per i loro paesaggi spettacolari, dalle giungle verdeggianti alle spiagge incontaminate, le Hawaii sono da tempo uno sfondo preferito dai registi che cercano di catturare l’essenza dell’avventura e della meraviglia.

Dove è stato girato

Le meraviglie naturali delle Hawaii hanno svolto un ruolo fondamentale nel dare vita al mondo di Jurassic World, consolidando ulteriormente la reputazione dell’isola come paradiso cinematografico. Il fascino delle Hawaii per i registi è profondamente radicato nei suoi paesaggi e climi sorprendentemente diversi, offrendo un arazzo scenico che spazia da giungle lussureggianti e cascate imponenti a scogliere spettacolari e spiagge rilassanti. Questa diversità naturale consente alle Hawaii di fungere da sfondo camaleontico per una miriade di generi cinematografici, passando senza soluzione di continuità dal mondo preistorico dei dinosauri in Jurassic World alle pittoresche ambientazioni delle commedie romantiche. la luce vibrante, le ambientazioni lussureggianti e la comunità locale solidale hanno trasformato queste sfide in opportunità, consentendo la creazione di un’esperienza cinematografica visivamente sbalorditiva e immersiva che ha affascinato il pubblico di tutto il mondo.

Chris Pratt Jurassic World

Fonte: Ansa

Chris Pratt in Jurassic World

Il fascino delle Hawaii

Tra le location usate per girare Jurassic World c’è il Kualoa Ranch a Oahu, un luogo che non solo ha fornito lo sfondo per numerose scene chiave, ma è anche diventato sinonimo dell’eredità del franchise. Nel ranch sono stati costruiti l’eliporto in montagna del proprietario Masrani (Irrfan Khan), il bungalow fatiscente dell’addestratore di rapaci Owen Grady e il recinto ottagonale sicuro in cui è ospitato il super, nuovo, geneticamente modificato Indominus Rex. Le sue vaste valli e la fitta vegetazione tropicale hanno sostituito la selvaggia e maestosa Isla Nublar, dove i dinosauri hanno nuovamente vagato liberamente nell’immaginazione del pubblico di tutto il mondo. Un parco giochi avventuroso che si estende dai monti Koolau al mare tropicale per 1619 ettari ed è diviso in due aree: la valle settentrionale di Kaaawa con molte location cinematografiche e la valle di Hakippu fronteggiata dal lago hawaiano che si è formato 800 anni fa e la Secret Island Beach.

Oltre al Kualoa Ranch, Jurassic World ha utilizzato altre location degne di nota in tutta Oahu e nelle isole vicine per dare corpo al suo mondo vivido. Tra queste le giungle verdeggianti della Manoa Valley di Honolulu, che rispecchiavano gli habitat preistorici delle star del film, e le coste frastagliate che hanno incorniciato gli incontri epici tra umani e dinosauri. Oahu è la terza più grande isola delle Hawaii e gli appassionati di storia possono visitare Pearl Harbour e la USS Arizona. Ogni location alle Hawaii è stata attentamente selezionata per contribuire alla narrazione del film di bellezza impressionante e pericoli indicibili, mostrando la diversità naturale delle isole e riaffermando il loro status di destinazione di prim’ordine per i registi che cercano di catturare l’essenza di un mondo perduto.

Honolulu

Fonte: iStock

Panorama di Honolulu

L’enorme set della Main Street del parco nel film è stato costruito nel parco a tema chiuso e abbandonato Six Flags New Orleans, gravemente danneggiato dall’uragano Katrina nel 2005 e mai riaperto. Six Flags è stato anche un set per le riprese di Killer Joe e L’Alba del pianeta delle scimmie ma, anziché rinnovare le giostre abbandonate e dall’atmosfera suggestiva, è stato costruito da zero nell’ampia area di parcheggio del parco. La barca piena di visitatori entusiasti arriva al molo di Makai, Waimanalo, sulla Kalanianaole Highway, appena a nord del Sea Life Park Hawaii, a sud-est di Oahu. Un lungo molo di cemento costruito dallo Stato delle Hawaii per facilitare la ricerca marina nelle isole hawaiane, ospita diverse aziende di ingegneria marina commerciale e HURL (Hawaii Underwater Research Laboratory), anche se, in certi periodi, alcune aree sono aperte al pubblico per la pesca.

Kualoa Ranch Oahu

Fonte: iStock

Kualoa Ranch a Oahu

Non lontano da Honolulu, il centro di accoglienza e l’hotel di Isla Nublar sono l’Hawaii Convention Center, 1801 Kalakaua Avenue, a Kapiolani Boulevard nel cuore della città e alle porte di Waikiki. Lo zoo di Honolulu, 151 Kapahulu Avenue, è diventato lo “zoo di animali domestici” di Jurassic World, dove i bambini possono avvicinarsi ai dinosauri più piccoli, teneri e vegetariani.

Fuggendo per salvarsi la vita, Jake e Gray saltano giù dalle Manoa Falls di Oahu, in una foresta pluviale tropicale tra le montagne Ko’olau. Alte circa 45 metri si possono raggiungere a piedi attraverso il Manoa Falls Trail, un sentiero di circa 2 km e mezzo immerso nella natura del luogo. Lungo il sentiero, si passa per l’abbandonato Paradise Park, 3737 Manoa Road, un tempo un santuario per uccelli, che è in rovina dal 1994. Questo è stato utilizzato come i resti del vecchio parco del 1993, dove i ragazzi ottengono una delle vecchie jeep in ordine di lavoro. Lo spettacolare skyline dell’isola visto dal mare è la magnifica costa di Na Pali sulla costa settentrionale di Kauai. Più piccola e meno sviluppata commercialmente di Oahu, la “Garden Isle” di Kauai, tutta cime frastagliate e valli scoscese, ha fornito i paesaggi più aspri di Isla Nublar, con riprese a Lawai a sud dell’isola, oltre a scorci di siti utilizzati nel primo film tra cui Olokele Valley, a pochi km a nord-ovest di Waimea, Blue Hole (l’area del recinto dei tirannosauri) e Manawaiopuna Falls nella valle di Hanapepe (dove l’elicottero di Hammond è atterrato per la prima volta tanti anni fa).

Categorie
escursioni Idee di Viaggio itinerari culturali montagna vacanze avventura Viaggi Viaggi Avventura

Cosa fare a Roccaraso per vivere la montagna in ogni stagione

Il grazioso borgo medievale di Roccaraso è una meta che incanta in ogni periodo dell’anno, grazie alla felice unione di paesaggi naturali, sport all’aria aperta e testimonianze storiche.

Apprezzata per il comprensorio sciistico tra i più importanti dell’Appennino, sa tuttavia offrire molto più di piste innevate e impianti di risalita. Escursioni, avventure in bicicletta, trekking tra i boschi, storia e cultura rendono viva e attrattiva una località abruzzese che non smette mai di sorprendere.

Dove si trova Roccaraso

Nel cuore dell’Appennino abruzzese, Roccaraso sorge a 1.236 metri di altitudine, incastonata tra due aree naturali a dir poco straordinarie: il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

A 100 chilometri da L’Aquila, 200 da Roma e 143 da Napoli, la sua posizione la rende facilmente raggiungibile sia dal centro che dal sud Italia, con una viabilità che consente di accedere in tutta comodità a un simile paradiso montano in ogni stagione dell’anno.

Cosa fare a Roccaraso

Roccaraso, uno dei centri dell’Altopiano delle Cinque Miglia, grazie all’invidiabile patrimonio naturalistico e alle moderne infrastrutture, sa venire incontro a ogni esigenza e preferenza.

Se l’inverno è il regno dello sci e degli sport sulla neve, la primavera, l’estate e l’autunno svelano una natura incontaminata, ideale per il trekking, le escursioni in mountain bike e le esperienze all’aria aperta.

Le attività da non perdere in inverno

L'inverno a Roccaraso

Fonte: iStock

Il borgo di Roccaraso in inverno

Quando la neve ricopre le montagne, il borgo abruzzese si trasforma in un vero e proprio paradiso per gli appassionati degli sport invernali. Il comprensorio sciistico dell’Alto Sangro, di cui fa parte, vanta oltre 110 chilometri di piste, con discese adatte a tutti gli sciatori, dai principianti ai più esperti.
In più, gli impianti di risalita collegano Roccaraso a Rivisondoli-Monte Pratello, per una vacanza sulla neve varia e avvincente.

Anche gli snowboarder trovano il loro spazio lungo le piste attrezzate, mentre chi ama le discipline nordiche può cimentarsi negli anelli dedicati allo sci di fondo, percorrendo tragitti immersi in scenari che tolgono il fiato. Le alternative non mancano neanche per chi desidera “qualcosa di diverso”: le emozioni del snowkite sono ricche di adrenalina, mentre lo sci escursionistico permette di esplorare il lato più selvaggio dell’Appennino.

Uno dei luoghi simbolo della stagione invernale è poi l’area di Pizzalto, che si estende dai 1.500 ai 2.195 metri di altezza e ospita il Rifugio Toppe del Tesoro, il più alto del comprensorio. Qui, tra il candore delle vette e il sole che illumina i pendii, si può gustare un pasto all’aria aperta, ammirando un favoloso panorama che si perde all’orizzonte.

Infine, per una giornata da trascorrere lontano dalle piste non manca il Palaghiaccio “Giuseppe Bolino“, una moderna struttura che ospita eventi internazionali di pattinaggio e hockey, ma che è perfetta anche per semplici momenti di svago sui pattini.

Cosa fare in primavera, estate e autunno

Nel momento in cui la neve lascia spazio ai verdi pascoli e ai fitti boschi, Roccaraso cambia volto e rivela il suo lato più avventuroso. Chi desidera cimentarsi in rigeneranti percorsi da trekking troverà ad attenderlo una vasta rete di sentieri che attraversano paesaggi idilliaci, alcuni facili e adatti alle famiglie, altri più impegnativi e riservati agli escursionisti esperti.

Uno degli itinerari più affascinanti è il sentiero n°102, che porta tra le vestigia di postazioni belliche della Seconda Guerra Mondiale, per una prospettiva inedita su storia e natura. Per chi, invece, cerca un’esperienza più rilassante, la seggiovia dell’Ombrellone è attiva anche nei mesi estivi e conduce al Rifugio Belisario, punto di partenza privilegiato per passeggiate panoramiche e tour in mountain bike.

A questo proposito, per i ciclisti Roccaraso è una destinazione da mettere in lista. Non a caso, il Bikepark propone tracciati per freeride e downhill, regalando entusiasmanti discese tra i boschi, mentre la rete sentieristica è ottima per conoscere da vicino la zona con mountain bike ed e-bike. Itinerari come quello ad anello tra Roccaraso e Rivisondoli sono il top per un’escursione su due ruote immersi nella tranquillità della natura.

Per chi viaggia con bambini, il Parco Avventura di Roccaraso è la prima scelta per trascorrere una giornata tra ponti sospesi, percorsi sugli alberi e giochi all’aria aperta: il divertimento si unisce alla scoperta e dona ai più piccoli la gioia di un’avventura che non potranno dimenticare.

Infine, u’esperienza dal forte valore storico e simbolico è la salita al Monte Zurrone, dove si trova il Sacrario ai Caduti Senza Croce, memoriale dedicato a coloro che persero la vita durante il conflitto senza ricevere una degna sepoltura. La vista dalla cima è impareggiabile, un panorama a 360 gradi che abbraccia le vette dell’Appennino e racconta la storia di un territorio segnato dal passato, ma proiettato verso il futuro.

Cosa vedere a Roccaraso

Oltre alla vocazione sportiva e naturalistica, Roccaraso custodisce un patrimonio storico e culturale che merita di essere scoperto.

La Chiesa di San Rocco

Chiesa di San Rocco, Roccaraso

Fonte: Ph @lucamato – iStock

Interno della Chiesa di San Rocco

L’unico edificio storico sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale è la Chiesa di San Rocco, costruita nel 1656 come ex voto per la fine della peste. La facciata in pietra, sormontata da un timpano spezzato, conserva lo stemma del paese e un’iscrizione del 1743 che testimonia la devozione della comunità.

All’interno, un’abside semicircolare e un coro ligneo fanno da sfondo alla statua di San Rocco, protettore del borgo.

La Chiesa di San Bernardino

Secondo la tradizione, San Bernardino da Siena avrebbe fatto tappa a Roccaraso durante i suoi viaggi apostolici. La chiesa a lui dedicata è un luogo di pace e raccoglimento, dove l’arte sacra e la spiritualità si incontrano in un ambiente semplice ma suggestivo.

La Chiesa di Santa Maria Assunta

Ricostruita negli Anni Cinquanta dopo i danni subiti in guerra, la Chiesa di Santa Maria Assunta conserva ancora oggi il fascino della sua struttura originale del XVI secolo.

I pregevoli affreschi e le decorazioni architettoniche raccontano una storia di fede e rinascita e la rendono una delle soste obbligate per chi visita Roccaraso.

Il Museo del Parco

Per chi vuole scoprire le tradizioni locali, il Museo del Parco è una tappa fondamentale, dove vedere con i propri occhi le antiche arti e mestieri, la vita dei pastori e il legame indissolubile tra l’uomo e queste terre meravigliose.

Categorie
Borghi cascate Marche trekking vacanza natura vacanze avventura Vacanze natura Viaggi

Marche: la Via delle Cascate Perdute di Sarnano

Come una cittadella di pietra, Sarnano si staglia, arroccata sulla vetta di un colle al centro di una valle popolata da ampi pascoli e campi coltivati e fitti boschi. Sullo sfondo le austere cime dei Monti Sibillini fanno bella mostra di sé.

Un territorio che si risveglia in primavera dal proprio torpore invernale, ripopolandosi di verde man mano che la stagione avanza. La zona meridionale delle Marche, dove si trova Sarnano, è una destinazione ideale per il ritorno del clima più propizio alle attività nella natura: alla visita di un borgo medievale dalla storia affascinante e con un grande patrimonio architettonico e artistico consente infatti di abbinare un percorso di trekking alla scoperta di alcune splendide cascate formate dai torrenti che percorrono la valle.

La chiamano la Via delle Cascate Perdute, un itinerario alla portata di tutti, che si compie agevolmente in mezza giornata e che prende le mosse dal centro storico di Sarnano per inoltrarsi nelle vicinanze e portare alla scoperta dei tesori di acqua dolce nascosti tra pietre, querce e faggi.

Il borgo medievale di Sarnano

Sarnano sorge a ridosso delle vette dei Monti Sibillini, in una sorta di culla tra le colline, con le sue torri medievali che svettano in cima al colle a oltre 500 metri di altitudine dov’è seduta.

Il centro storico della cittadina è tutto edificato in pietra cotta, donando un aspetto peculiare al borgo, con le mura degli edifici nelle tonalità dell’ocra e dell’arancio.

Una volta che si entra nel centro del borgo, la cosa migliore da fare è perdersi fra i labirintici vicoli lastricati che salgono e scendono questo piccolo capolavoro del Medioevo, in un alternarsi di diversi livelli fra piazzette, scorci e scalinate.

La Piazza Alta è il cuore della Sarnano medievale, animata dalle sagome del basso Palazzo dei Priori, la bella torre del Palazzo del Popolo (oggi trasformato in teatro),  il Palazzo del Podestà e la Chiesa di Santa Maria Assunta con i suoi affreschi.

Scorcio del borgo di Sarnano nelle Marche

Fonte: iStock

Piazzette, scale, vicoli: la meraviglia medievale del centro storico di Sarnano

Da qui le vie del borgo scendono come cerchi concentrici fino ad arrivare alla base del colle, dove si è poi sviluppata la Sarnano contemporanea. La perfetta conservazione e la cura con cui viene mantenuto il centro storico permette di entrare appieno nell’atmosfera medievale del luogo: costituitosi come libero comune a metà del Duecento, Sarnano ha conservato la fierezza delle proprie origini e le sfoggia ancora con orgoglio.

Se il borgo è completamente costruito in pietra, i dintorni del paese offrono invece un ritorno alla natura, con una grande quantità di attività outdoor a portata di mano. Percorsi ciclistici, sentieri escursionistici, avventure in parapendio, terme naturali: chi più ne ha, più ne metta.

La Via delle Cascate Perdute

La Via delle Cascate Perdute di Sarnano è un percorso escursionistico di livello molto semplice, lungo circa sei chilometri, che parte dal centro del borgo e conduce per una passeggiata per lo più pianeggiante a tre splendidi, potenti e affascinanti salti che il torrente Tennacola compie nelle vicinanze del paese.

Il tempo di percorrenza dell’intero sentiero, aperto nel 2020, è di poco meno di un paio d’ore, al quale aggiungere il tempo di permanenza presso ciascuna cascata, che offre a suo modo il proprio spettacolo.

Il percorso parte da Piazza Perfetti, ai piedi del centro storico, e unisce tre cascate: la Cascata dell’Antico Mulino, Lu Vagnatò e le Cascatelle di Sarnano. Gli escursionisti più brillanti possono inoltre proseguire per raggiungere due altre cascate, poco più lontane: le Pozze dell’Acquasanta e la Cascata del Pellegrino.

Il bel sentiero, che si snoda tra boschi e campagna, per raggiungere queste due ultime destinazioni richiede ulteriori due ore di cammino, una per l’andata e una per il ritorno.

La Cascata dell’Antico Mulino

La Cascata dell'Antico Mulino a Sarnano

Fonte: Lorenzo Calamai

La Cascata dell’Antico Mulino a Sarnano

La prima cascata che si incontra lungo la Via delle Cascate Perdute è forse anche la più suggestiva. Ci si giunge rapidamente, in appena dieci minuti di camminata, lasciandosi alle spalle il centro storico di Sarnano e dirigendosi verso est.

Nei pressi degli edifici scolastici della cittadina, una lingua d’asfalto scende verso il basso e si inoltra in una rada boscaglia: dopo poche decine di metri, improvvisamente, l’aria si fa umida e il rumore dell’acqua si fa notare. I ruderi di un antico mulino, da cui il nome della cascata, sono avvolti dalla vegetazione a fianco del sentiero.

Quando la traccia piega verso destra, ecco che si apre allo sguardo la possente conca della doppia cascata del torrente Tennacola: una passerella in legno conduce alla spiaggetta di fronte alla polla d’acqua formata dal salto, che si abbatte con tutta la sua potenza dall’alto di una dozzina di metri.

La Cascata Lu Vagnatò

Cascata Lu Vagnatò sulla Via delle Cascate Perdute Sarnano Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Lu Vagnatò

Il sentiero che collega la Cascata dell’Antico Mulino a Lu Vagnatò si percorre in circa mezz’ora.

Dopo aver superato un ponticello e sceso una scalinata in legno che porta sul letto del torrente, si arriva al cospetto di questo bel salto. Luogo di balneazione e refrigerio durante l’estate, in primavera sfoggia tutta la propria potenza.

In passato le lavandaie sarnanesi utilizzavano questo tratto del torrente per lavare i panni, come testimonia l’antica vasca che campeggia in fondo al sentiero.

Le Cascatelle di Sarnano

Cascatelle di Sarnano Via delle Cascate Perdute Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Le Cascatelle di Sarnano

Con un’altra mezz’ora di cammino si arriva fino alle Cascatelle di Sarnano, in località Romani. Si raggiungono seguendo il corso del torrente, con il sentiero che si snoda lungo le anse del Tennacola, prima che imbocchi una strada bianca. Da qui si giunge all’imbocco dell’ultimo tratto di percorso per arrivare al luogo.

Per arrivare alle Cascatelle si deve risalire il corso del torrente proprio sul bordo del suo letto nel tratto finale, inoltrandosi nel bosco. Qui tutto diventa acquatico: il rombo della cascata in sottofondo, l’acqua nebulizzata che rende umida l’aria che si respira, il torrente che corre sulle rocce e le leviga.

È la destinazione più selvaggia delle tre previste dal percorso e l’atmosfera che la cascata regala è davvero profondamente silvana, tra muschi e tronchi contorti.

Le cascate bonus: le Pozze dell’Acquasanta e la Cascata del Pellegrino

Dalle Cascatelle si può tornare al centro di Sarnano in appena una mezz’oretta, accorciando il percorso fatto all’andata. Per chi però non è stanco di esplorare questo splendido contesto naturale all’ombra dei boschi e tra il fluire dell’acqua dolce, c’è la possibilità di allungare l’escursione fino a una ultima destinazione.

Tra sentieri comodi, larghe strade bianche e tracce ben segnalate nel bosco, il percorso prosegue fino alle Pozze dell’Acquasanta. Non si tratta di una vera e propria cascata, ma di una serie di piccoli balzi che il torrente Acquasanta, affluente del Tennacola, compie in una zona dove la sua azione erosiva finisce per creare delle marmitte dei giganti, profonde polle d’acqua.

Panorama monti sibillini Sarnano Marche

Fonte: Lorenzo Calamai

Tornando a Sarnano dalle Pozze dell’Acquasanta il panorama regala scorci splendidi sui Sibillini

La caratteristica saliente delle Pozze dell’Acquasanta è che le acque del torrente provengono dalle vette innevate dei Sibillini, e sono pertanto estremamente pure e cristalline. In estate il corso d’acqua viene presto prosciugato dal caldo, lasciando a testimonianza solo alcune cavità molto profonde riempite di acqua incredibilmente chiara, che lascia intravedere il fondale. In primavera, invece, lo scenario è ancora più bello perché il torrente è vivo, e si formano una serie di rapide e cascatelle tra una marmitta e l’altra.

A cinque minuti dalle Pozze dell’Acquasanta, tramite un breve sentiero, si arriva alla Cascata del Pellegrino, alimentata dall’omonimo fosso. Si tratta di un salto non molto alto ma estremamente suggestivo per come l’acqua ha scavato in maniera particolare le rocce.

Dalle Pozze dell’Acquasanta il ritorno al centro storico di Sarnano comporta circa un’ora e quarantacinque minuti.c

Categorie
Costa Azzurra Idee di Viaggio spiagge sport acquatici vacanze avventura Viaggi

Queste sono le spiagge più belle di Saint-Tropez per vivere a pieno la Costa Azzurra

Pochi luoghi evocano il fascino dell’estate come Saint-Tropez. Questo piccolo angolo di Provenza, un tempo semplice villaggio di pescatori, si è trasformato in uno dei luoghi più iconici della Costa Azzurra. Le sue stradine acciottolate, i bistrot sul porto e le boutique esclusive raccontano una storia di glamour e spensieratezza, in cui il sole brilla quasi tutto l’anno e il mare si tinge di infinite sfumature di blu. Ma il vero tesoro di Saint-Tropez sono le sue spiagge. Lontane dal caos dei boulevard e immerse in una natura spettacolare, offrono scenari paradisiaci perfetti per chi cerca relax, sport acquatici o anche solo un tuffo nelle acque più cristalline della Costa Azzurra. Dalle spiagge celebri frequentate dalle star alle calette nascoste, scopriamo insieme le spiagge più belle di Saint-Tropez.

Pampelonne: l’icona assoluta del jet set

Se parliamo di una vacanza al mare in Francia la Costa Azzurra vince su tutto e a Saint-Tropez è la spiaggia di Pampelonne ad attirare l’attenzione. Ben cinque chilometri di spiaggia dorata bagnata da un mare trasparente come quello tipico della zona. Tra gli stabilimenti più esclusivi? Nikki Beach e Bagaelle Beach spesso paparazzati per la presenza di VIP che li scelgono per le proprie vacanze. Oltre al lusso del jet set internazionale qui c’è anche un’area di spiaggia libera. La bellezza naturale che circonda Pampelonne, con la vegetazione tipica della Costa Azzurra che si fonde con il mare cristallino, la rende una delle spiagge più belle del Mediterraneo.

Plage de l’Escalet: un paradiso nascosto

Per chi cerca un angolo di natura incontaminata, la Plage de l’Escalet è una perla da non perdere. Situata a pochi chilometri dal centro di Saint-Tropez, questa spiaggia è un susseguirsi di calette di sabbia e scogliere, con acque incredibilmente limpide.

Perfetta per lo snorkeling, offre fondali ricchi di vita marina e panorami da cartolina. Il sentiero costiero che la costeggia regala viste mozzafiato sul Mediterraneo e le calette più nascoste, raggiungibili solo a piedi o via mare, la rende una delle mete preferite dagli amanti delle passeggiate nella natura e una destinazione ambita per chi vuole immergersi completamente nella natura incontaminata. In questa zona, è facile dimenticare la frenesia della vita quotidiana e ritrovare il proprio angolo di ritmo. La Plage de l’Escalet è il posto ideale anche per un picnic, lontano dai rumori della città, e per chi ama la tranquillità di una spiaggia naturale.

Le spiagge più belle della località balneare di Saint Tropez

Fonte: iStock

La località balneare di Saint Tropez vista dall’alto

Plage des Salins: autentica e selvaggia

Se vuoi scoprire un lato più autentico di Saint-Tropez, la Plage des Salins è il posto giusto. Meno affollata rispetto a Pampelonne, questa spiaggia conserva un’atmosfera rilassata e selvaggia, con dune di sabbia soffice e una vegetazione mediterranea rigogliosa.

Questa spiaggia è amata da chi cerca la tranquillità, ma non rinuncia alla bellezza della natura. Il paesaggio di Salins è dominato da una macchia mediterranea che sembra tuffarsi nel mare, mentre le onde che si infrangono sulle sue rive offrono una sensazione di pace e serenità. Il ristorante sulla spiaggia offre ottimi piatti di pesce da gustare con i piedi nella sabbia, mentre il tramonto qui è tra i più suggestivi della regione. Le luci calde del tramonto che si riflettono sul mare cristallino sono un’esperienza che vale la pena vivere, soprattutto per chi cerca una spiaggia più intima e lontano dai riflettori. Perfetta per una giornata di relax, la Plage des Salins è anche il luogo ideale per chi ama passeggiare lungo la riva e raccogliere conchiglie.

Plage de la Ponche: un tuffo nella storia

Chi soggiorna in centro storico ha una fortuna: a pochi passi si trova plage de la Ponche, un angolo di mare che sembra uscito da un dipinto impressionista. Un tempo era l’approdo dei pescatori, ma oggi è un angolo pittoresco per chi vive la cittadina di mare sulla Costa Azzurra. Perché sceglierla? Ci si può godere un apertiivo sul lungomare, un bel bagno rilassante e fare il pieno di vitamina D.

Plage de Tahiti: esclusività e atmosfera vintage

Un’altra spiaggia da non perdere? Plage de Tahiti. Si trova nella zona settentrionale ed è diventata famosa negli anni ’50 per aver ospitato star del cinema francese quali Brigitte Bardot. Oggi continua ad avere un’aura esclusiva e un fascino vintage irresistibile. Perché la consiglio? Si tratta di una sosta top per godersi sole, mare e un bell’aperitivo in uno dei numerosi bistrot e locali proprio sul lungomare. Poi la posizione è prestigiosa, seppur sia più piccola delle altre.

Plage de Tahiti

Fonte: iStock

Plage de Tahiti, la bellissima spiaggia di Saint Tropez frequentata in passata da Brigitte Bardot

Plage de Canebiers: tranquillità e charme locale

Chi cerca una soluzione glamour ma lontana dalla mondanità il suggerimento è Plage de Canebiers. Si tratta di una baia dall’atmosfera intima e familiare, qui le acque sono calme e alle spalle è presente una pineta che regala ombra nelle ore più calde. La consiglio specialmente per chi viaggia con i bambini, così da allontanarsi dagli esclusivi beach club affollati, potendosi godere finalmente un po’ di relax nel cuore della Costa Azzurra.

Plage des Graniers: il lato più selvaggio di Saint-Tropez

Un altro angolo di paradiso che racconta la zona costiera della Francia e il cuore pulsante di Saint Tropez è plage des Graniers; si tratta di una delle meno note ma molto apprezzate dai local. Si trova nella zona ovest del porto ed è protetta da un paesaggio più selvaggio; proprio la presenza di scogliere e vegetazione che si estende fino al mare la rende così unica e particolare. Sebbene non sia facilmente raggiungibile, la sua bellezza naturale vale sicuramente la visita.

Plage de la Moutte: la spiaggia nascosta

Ultima opzione? Plage de la Moutte: si trova vicino alla Pampelonne che abbiamo citato ad inizio articolo eppure, nonostante ciò, è meno conosciuta e decisamente più nascosta. Qui intimità, vegetazione, relax fanno da leitmotiv in una vacanza al mare esclusiva senza rinunciare alla privacy.

Le spiagge di Saint Tropez hanno davvero molto da offrire e sono tante le opportunità per chi desidera trascorrere una vacanza nel cuore della Costa Azzurra scoprendo una delle località più glamour ed esclusive della zona francese.