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Cosa vedere nel Québec, lo stato più francese del Canada

Cosa immaginate quando pensate al Canada? La maggior parte delle risposte guarda al fascino naturale di questo Paese: infinite foreste, laghi dai colori turchesi, corse in motoslitta, montagne. Eppure il Canada è più complesso, la sua personalità è divisa tra la natura selvaggia dei territori del Nord-Ovest e il suo appeal culturale fatto di metropoli cosmopolite dove si cela un angolo d’Europa. Quest’angolo è la provincia del Québec, la più estesa per superficie e la seconda per popolazione dopo l’Ontario, ma non solo. È una nazione dentro la nazione, con un’identità ben precisa che si esprime attraverso una lingua, una cultura e un’istituzione proprie.

Colonia della Francia per oltre due secoli, il Québec appartiene al Canada francese: qui, nell‘unica regione del Paese in cui l’inglese non è la lingua ufficiale, le persone sono francofone, e gli anglofoni una minoranza riconosciuta dalla legge. Cosa vedere nel Québec e cosa fare per scoprirlo al meglio in ogni sua splendida sfaccettatura? Da una visita a Montréal e a Québec City fino all’osservazione delle balene sul fiume San Lorenzo, dalle partite di hockey sul ghiaccio alle cascate di Montmorency, questi sono i consigli di SiViaggia per aiutarvi a organizzare il vostro viaggio.

Il distretto storico di Québec City

Traboccante di delizie architettoniche e strade acciottolate che le hanno valso il riconoscimento come Patrimonio UNESCO, Québec City merita sicuramente una visita durante il vostro viaggio in questa zona del Canada. Culla della civiltà francese in Nord America, è una città ricca di cose da vedere, dalle cattedrali ai giardini. Situata sulle rive del fiume San Lorenzo, la sua fondazione risale al 1608 e il suo centro fortificato è di origine coloniale.

Passeggiare tra il Vieux-Québec, antico di 400 anni, e la Place Royale significa camminare in strette vie ricche di caratteristici edifici in pietra, per poi raggiungere i luoghi simbolo della città: l’hotel Château Frontenac, che somiglia a un enorme castello ed è considerato il più fotografato al mondo, la Citadelle of Québec con la sua storia, la cattedrale di Notre Dame de Québec, che risale al XVII secolo e che ospita al suo interno un baldacchino dorato. E poi, poco fuori dalla città, il Montmorency Falls Park con le sue splendide cascate, immerse in una natura rigogliosa.

Hotel Quebec City

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Chateau Frontenac, l’hotel più fotografato al mondo

Cosa vedere a Montréal

Montréal rientra sicuramente tra le città più affascinanti del Canada. Situata come Québec City sul fiume San Lorenzo, è in genere la città da cui i viaggiatori partono per andare alla scoperta delle meraviglie del Québec. Il suo nome deriva dal Mont Royal, la montagna a tre punte sopra cui è stata costruita, e il suo territorio è tutto da scoprire.

Ed è proprio dalla cima della collina del Mont Royal che si può godere di un panorama straordinario sulla città, con i monumenti in lontananza e uno skyline che abbraccia alla perfezione la storia e il futuro. Un soggiorno a Montréal non può prescindere da una visita al suo Giardino Botanico, il terzo più grande del mondo, da una passeggiata per le vie della Città Vecchia e da qualche minuto trascorso all’interno della Basilica di Notre Dame, un vero e proprio gioiello dell’architettura neogotica.

Per chi fosse in cerca di mete fuori dalle classiche rotte turistiche, è possibile organizzare un giro alla scoperta delle tante opere di street art che affollano la città oppure assistere a un’esibizione del Cirque du Soleil, il cui quartier generale si trova proprio poco fuori dal centro.

Safari al Parco Omega

Situato a un’ora di distanza da Ottawa, il Parco Omega è la tappa perfetta per chi ama gli animali che qui vagano indisturbati nell’ambiente naturale offerto dalla Valle dell’Outaouais. Potete esplorarlo in auto o con un tour guidato lungo un percorso lungo 15 chilometri durante il quale potrete avvistare diverse specie come alci, lupi, orsi, cervi, volpi artiche e bisonti. Non mancano anche tante altre attività, perfette soprattutto se viaggiate con i bambini. Potete acquistare del cibo da dare ad alcuni animali, mangiare nel ristorante presente in loco o alloggiare in una delle strutture per immergervi totalmente nella natura che vi circonda.

Il Golfo di San Lorenzo e le Isole della Maddalena

Il Québec soddisfa sia i viaggiatori urbani che gli amanti della natura. Quest’ultimi non possono farsi scappare la bellezza del Golfo di San Lorenzo, dal quale emergono maestose le meravigliose Isole della Maddalena. Conosciute come Magdalen Islands, attirano viaggiatori provenienti da tutto il mondo con il loro incantevole mix di bellezza naturale e patrimonio culturale. L’arcipelago, non lontano dalla Nuova Scozia e dall’isola del Principe Edoardo, con le sue scogliere di arenaria, le spiagge di sabbia bianca e le dolci colline punteggiate dalle case dai vivaci colori pastello, offrono la fuga perfetta per chi è alla ricerca di tranquillità.

Spostandovi a piedi o in bici, potrete immergervi nella cultura locale, soprattutto gastronomica a base di birra artigianale e pesce. Se cercate viste mozzafiato, invece, dirigetevi verso il faro L’Étang-du-Nord: le scogliere assumono colori bellissimi soprattutto all’orario del tramonto. Per visitare questa dozzina di isole, con le loro splendide spiagge e un mare in cui d’estate è possibile fare il bagno, si può navigare ogni giorno dalla città di Souris e, una volta alla settimana, da Montréal e Chandler. Una volta raggiunte, si possono organizzare poi tutta una serie di escursioni alla scoperta della loro natura selvaggia.

Scogliere Isole Maddalena Quebec

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Le scogliere e il faro a Etang du Nord.

Mont-Tremblant, il paradiso degli sci e degli sport invernali

Per chi ama gli sport invernali, il Québec offre un luogo davvero imperdibile: è Mont-Tremblant, la destinazione perfetta, in inverno, per vacanze con gli sci ai piedi. Se d’estate si presta per escursioni a piedi e in bicicletta, e per giorni di relax circondati dalla natura, è infatti d’inverno che Mont-Tremblant si trasforma in una meta turistica per appassionati sciatori e snowboarder da tutto il mondo.

Qui si può sciare tra i chilometri di piste da sci, oltre che organizzare escursioni e praticare numerose attività: uscite sulle slitte trainate dai cani o sulle carrozze coi cavalli, dune buggy, percorsi in fatbike, arrampicata sul ghiaccio, pesca d’altura. Una miriade di proposte, sia per grandi che bambini.

Dove vedere le balene in Québec

Se siete alla ricerca di esperienze che vi cambiano la vita, in Québec ci sono due luoghi dove ammirare uno degli animali più belli al mondo: la balena. Ammirare il gigante gentile che emerge dall’acqua nel suo habitat naturale è un momento che toglie il fiato. Per viverlo vi basterà andare, tra giugno e ottobre, a Tadoussac, una pittoresca cittadina situata alla confluenza del fiume Saguenay e del fiume San Lorenzo. Questo è considerato uno dei migliori punti di osservazione perché la sua posizione geografica attira diverse specie di cetacei, come le balene blu e le megattere.

A Tadoussac potrete osservarle sia prenotando un’escursione in barca che da terra. Se l’emozione di quest’esperienza non vi ha travolto completamente, dedicatevi anche alla scoperta della cittadina dove si trova un grazioso centro storico con la Chapelle de Tadoussac, la più antica chiesa in legno del Nord America, costruita nel 1747. Inoltre, se avete più giorni a disposizione e amate le attività all’aria aperta, potete valutare un’escursione tra i sentieri del Parc National du Fjord-du-Saguenay.

Megattera Tadoussac Quebec

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Una megattera avvistata a Tadoussac

Quando visitare il Québec

Ma qual è il periodo migliore per visitare il Québec? Il clima, qui, è di tipo continentale, solo un poco più umido con precipitazioni di circa 1000 mm annui, ben distribuite nei vari mesi. L’inverno è molto freddo, con giornate secche e soleggiate che si alternano ad abbondanti nevicate e a episodi di maltempo, a cui segue una primavera fresca e tardiva e un’estate breve, fatta di giornate calde e afose e altre fresche e piovose. A Montréal, la temperatura media in inverno è di -10.5°C, mentre l’estate somiglia al giugno italiano.

La scelta del periodo giusto dipende molto dai vostri interessi perché il Québec offre attività uniche durante tutto l’anno. Se amate sciare e godervi i paesaggi innevati, il momento migliore è compreso tra i mesi di dicembre e marzo, soprattutto nella zona di Mont-Tremblant di cui vi abbiamo raccontato in uno dei paragrafi precedenti. Il Québec e il Canada in generale sono famosi anche per la bellezza del foliage quindi, se non resistete a questo genere di paesaggi, vi consigliamo di organizzare il vostro viaggio in autunno. L’estate, invece, è l’ideale per dedicarsi alle attività all’aria aperta con un clima piacevole.

Come arrivare in Québec

Il Québec è collegato al resto del mondo da voli intercontinentali, operati da numerose compagnie aeree. Da New York dista solo un’ora, da Roma 9. Dove si atterra? Al Pierre-Elliot-Trudeau di Montréal oppure al Jean-Lesage di Québec City. Per entrare avrete bisogno solo di un passaporto valido almeno per i 6 mesi successivi, mentre a scopi turistici non sarà necessario richiedere il visto. Inoltre, quando state organizzando il vostro viaggio, tenete a mente che potreste subire le conseguenze del jet leg perché sarete sei ore indietro rispetto all’Italia.

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A Rio di Pusteria nasce un magico percorso tra natura e accessibilità

Nel cuore della verdissima e spettacolare regione del Trentino-Alto Adige, in provincia di Bolzano, è appena nato un nuovo percorso panoramico volto a unire il concetto di natura a quello di accessibilità, dedicato soprattutto ad escursionisti e ciclisti. L’itinerario si trova nell’Area Vacanze Sci e Malghe Rio Pusteria, una zona che abbraccia otto località: Maranza, Rio di Pusteria, la Val di Fundres con Vallarga, Rodengo, Spinga, Terento, Valles e Vandoies.

Dal mese di ottobre, arriva quindi una novità per i turisti e gli appassionati di trekking nella natura che potranno scoprire le bellezze del territorio da un nuovo punto di vista. Scopriamo insieme di che si tratta e quali sono le principali tappe di questo magico percorso montano.

Il nuovo percorso a Rio di Pusteria

La strada forestale che congiunge Rio di Pusteria alla frazione di Valles è ora aperta ai visitatori che vogliono percorrerla a passo di trekking: si tratta di un itinerario emozionante di 7,8 chilometri che regala scorci splendidi, immersi a 360° nella natura più verde e pura, da esplorare anche in sella alla bicicletta.

Il cammino ha inizio dal centro del villaggio e si sviluppa lungo la Via Valles: dopo un primo tratto in cui bisogna confrontarsi con una salita, si giunge a un tradizionale ponte di legno che conduce nel cuore della strada forestale. Da questo tratto il percorso si fa meno complicato, mentre nei pressi della fattoria Untereggerhof la strada si interseca con la linea principale, per poi proseguire su un marciapiede lungo il bacino idrico. Il tratto finisce nei dintorni di Valles, a breve distanza dalla stazione della funivia Jochtal.

Il tempo di percorrenza di questo incantevole nuovo percorso alpino è di circa 2 ore se in bici, mentre con il trekking occorrono circa 2 ore e 45 minuti.

Rio di Pusteria, malghe

Fonte: iStock

Malghe tradizionali lungo il percorso nei pressi di Rio di Pusteria

Rio di Pusteria, un accogliente villaggio alpino

Il Comune di Rio di Pusteria è un incantevole villaggio alpino che avvolge il visitatore in un’atmosfera calda e accogliente. Le strutture ricettive sono tantissime e variano da hotel di lusso a piccoli appartamenti, per cui è certo che ogni visitatore qui può trovare un alloggio adatto alle proprie esigenze. La comunità nel cuore del villaggio è molto attenta all’ospitalità e si impegna a garantire che ogni visitatore si senta a casa.

L’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria è facilmente accessibile sia in auto sia con i mezzi pubblici, grazie a una rete di trasporti ben sviluppata. In linea con le attuali tendenze di sostenibilità, molte strutture promuovono pratiche ecologiche e incentivano l’uso dei mezzi pubblici per ridurre l’impatto ambientale.

Una delle caratteristiche più affascinanti di quest’area è, però, la tradizione delle malghe. Questi rifugi di montagna, dove in estate si producono formaggi e altri prodotti tipici, offrono un’opportunità unica di assaporare la cucina locale. Durante l’inverno, molte malghe rimangono comunque aperte, permettendo ai visitatori di gustare prodotti tradizionali come speck, canederli e strudel di mele.

L’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria

L’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria, in Alto Adige, è una meta imperdibile per gli amanti degli sport invernali e della natura. Quest’area offre un mix perfetto di paesaggi spettacolari, attività all’aperto e una cultura locale affascinante, tutti elementi che, insieme, la rendono un luogo ideale per una vacanza indimenticabile all’insegna del relax e degli sport outdoor.

Per gli amanti degli sport sulla neve c’è l’area sciistica di Rio Pusteria, che parte del comprensorio sciistico dell’area sciistica del Plan de Corones, ideale con le sue piste ben curate e le moderne strutture di risalita. Con oltre 90 chilometri di piste, l’area è adatta a tutti i livelli di abilità, dai principianti agli esperti. Gli sciatori possono godere di un’ampia varietà di tracciati, che si snodano attraverso boschi dal fascino fiabesco e panorami mozzafiato sulle montagne circostanti.

Oltre allo sci, si possono fare passeggiate con le racchette da neve, un modo perfetto per esplorare i paesaggi innevati e godere della tranquillità della natura. Ci sono diversi sentieri segnalati che si snodano attraverso la foresta e che permettono di scoprire angoli nascosti e panorami spettacolari.

Paesaggio innevato, Rio di Pusteria

Fonte: Ufficio Stampa

I paesaggi innevati nei dintorni di Rio di Pusteria

Per chi cerca un’avventura diversa, d’altra parte, il tubing e il bob sono opzioni divertenti per tutta la famiglia. Gli amanti del freddo polare possono anche provare l’emozione del pattinaggio su ghiaccio nei pittoreschi laghetti gelati della zona.

Avete sentito parlare dei Big Five? Ci rivolgiamo agli appassionati di scalate in montagna: qui, infatti, coloro che non riescono a fare a meno della sensazione di libertà che si prova in vetta, possono osservare il mondo ai propri piedi da cinque vette imperdibili.

Ecco quali sono i Big Five dell’Area Vacanze Sci & Malghe Rio Pusteria:

  • Il Picco della Croce, la vetta più alta dei monti di Fundres a 3.132 metri, richiede un’escursione di circa sei ore su un percorso di oltre 9 chilometri, con un dislivello di 1.393 metri.
  • La Cima Cadini, a 2.888 metri, è conosciuta come “montagna panoramica” e offre viste spettacolari sui ghiacciai. Questa escursione richiede circa cinque ore, con un dislivello di 1.440 metri su un percorso di nove chilometri.
  • La Cima di Terento, alta 2.740 metri, si trova presso Terento e si raggiunge in circa quattro ore, affrontando un itinerario di 13 chilometri con 1.316 metri di dislivello.
  • Anche la Cima di Campolago, a 2.715 metri, offre splendidi panorami e si può scalare in circa quattro ore, con un dislivello di 1.285 metri.
  • Infine, il Giogo d’Asta, noto come il “Trono del re” dell’Alpe di Rodengo e Luson, si erge a 2.194 metri e richiede circa tre ore per essere scalato, con un dislivello di 463 metri su un percorso di otto chilometri.
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La fioritura dello zafferano è spettacolare: ecco dove possiamo ammirarla

Gli spettacoli che regala la natura sono preziosi e vanno attesi con pazienza, perché si concedono ogni tanto offrendo allo sguardo meraviglia e stupore. Accade con l’autunno, che restituisce agli occhi una suggestiva palette di colori che si riflettono nel mondo intorno a noi. Accade con le fioriture, che ammantano i prati e gli alberi con i loro colori.
E sono uno stimolo a partire, a viaggiare alla ricerca della bellezza, che resta impressa tra i ricordi più belli. La fioritura dello zafferano è uno di quei momenti speciali e che incantano: i fiori regalano all’ambiente circostante una vera e propria esplosione di colori, dal viola dei petali al rosso intenso dei pistilli.

Ed è uno spettacolo che si concede per poco tempo: i luoghi in Italia e nel mondo che devi raggiungere tra metà ottobre e i primi giorni di novembre per fare il pieno di meraviglia e vedere da vicino come nasce l’oro rosso.

Italia, le regioni dove ammirare la fioritura dello zafferano

Partire per un viaggio significa farsi un regalo: donarsi esperienze e conoscenza. Partire alla ricerca della bellezza significa ricordarsi quanta meraviglia ci sia nel mondo. Magari non lontano da casa. La fioritura della zafferano, infatti, avviene anche in Italia dove ci sono diversi posti da raggiungere per poter ammirare dal vivo lo spettacolo.

Le località in Italia e nel mondo per la fiortitura di zafferano

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Fioritura di zafferano: le località in Italia e nel mondo

Abruzzo, la fioritura dello zafferano che leva il fiato

Tra i posti più celebri vi è senza dubbio la Piana di Navelli, qui si coltiva lo zafferano dell’Aquila DOP tra i più pregiati della penisola. La fioritura avviene tra la metà del mese di ottobre a novembre, periodo in cui viene anche raccolto. Siamo in Abruzzo, a circa 700 metri d’altitudine tra il massiccio del Gran Sasso e quello del Sirente – Velino e vale la pensa visitare questa zona non solo per ammirare la fioritura che porta alla realizzazione di questo prodotto così prezioso, tanto da essere chiamato oro rosso, ma anche perché è un’area molto interessante dal punto di vista naturale e culturale.

Durante il periodo della raccolta (da metà ottobre ai primi giorni di novembre) si può sperimentare questa esperienza in prima persona e, quindi, non limitarsi ad ammirare lo spettacolo ma viverlo pienamente.

Sardegna, per lasciarsi incantare dall’oro rosso

Tra le destinazioni non può mancare la Sardegna, in particolare San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca. Qui l’appuntamento avviene sempre in autunno, tra la metà di ottobre e il mese di novembre, ed è possibile anche per i visitatori partecipare alla raccolta e alla pulitura dei fiori, che andranno poi a dare vita allo zafferano di Sardegna Dop. Ci troviamo nel sud dell’isola, zona dove la tradizione ha origini antiche. Da visitare non solo per questo, ma perché sono tre località che regalano bellissimi scorci: da San Gavino Monreale con i suoi murales, a Villanovafranca dove si possono vedere importanti resti nuragici, per concludere con Turri e le sue ricchezze come i suoi ulivi secolari.

le località della fioritura di zafferano

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Le destinazioni dello zafferano: le fioriture

Umbria, sulle tracce dello zafferano

Anche l’Umbria è una regione in cui è possibile ammirare la fioritura dello zafferano. Le località sono Città della Pieve, Cascia, Gubbio e Spoleto. E nella prima, ad esempio, la tradizione è davvero antica e pare poter essere fatta risalire al XIII secolo, così come si può risalire all’epoca antica anche a Cascia dove in anni recenti è nata anche un’associazione. Tanti gli eventi che vogliono valorizzare la produzione di questa zona, in una regione già di per sé meravigliosa da visitare.

Le altre località italiane per ammirare la fioritura di zafferano

Ci sono anche altre località in Italia dove poter ammirare la fioritura dello zafferano. Ad esempio, l’Emilia Romagna dove si può trovare in diverse zone come Faenza e alta Valmarecchia, solo per citarne alcune. È nella provincia di Siena, invece, che lo si può trovare in Toscana, o in alcune zone del grossetano o intorno a Firenze. Tutti posti che vale la pena visitare, non solo per ammirare la meraviglia di questa fioritura ma anche per esplorare i dintorni e le sue tante ricchezze.

Dove ammirare le fioriture di zafferano nel resto del mondo

Dall’Italia viaggiamo alla volta della Francia, qui – una zona dove poter ammirare le fioriture di zafferano – è quella del dipartimento dell’Aveyron dove pare ci sia una tradizione antica di coltivazione di questi fiori.

Se ci spostiamo a cavallo tra Italia e Slovenia, invece, troviamo le Valli del Natisone dove poter ammirare questa esplosione di colori: una terra di confine affascinante che merita una gita non solo per vedere lo spettacolo che regala la natura tra ottobre e novembre. Restiamo in Europa e in Slovenia anche con l’altopiano Velika planina.

Fioritura zafferano a Velika planina in Slovenia

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Fioritura zafferano spettacolare a Velika planina in Slovenia

E, poi, vale la pena raggiungere la Svizzera dove pare che ci siano aree in cui viene coltivato sin dal XIV secolo: nello specifico nell’Alto Vallese, a Mund, per poi espandersi anche in altre zone. Arrivare a Mund significa raggiungere un luogo di grande bellezza a 1200 metri di altitudine, da cui si dipanano anche delle belle escursioni. La fioritura dell’oro rosso si può vedere ai piedi del borgo montano.

Ma il Paese che produce un quantitativo notevole di zafferano resta l’Iran, in particolare nella zona nordorientale.

Tante località, da raggiungere per un viaggio non solo per colmare lo sguardo dei dipinti meravigliosi che vengono realizzati da Madre Natura, ma anche alla scoperta di un prodotto di altissima qualità e amato, alla base di tanti piatti diversi. Un viaggio immersi nella cultura e nella bellezza, sulle tracce delle fioriture di zafferano più belle.

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Le più belle spiagge di Budoni: un angolo di paradiso in Sardegna

Budoni è un piccolo gioiello sulla costa nord-orientale della Sardegna, in provincia di Sassari, tra la Gallura e le Baronie, ed è una meta imperdibile per chi ama le spiagge da cartolina. Noto per la sua bellezza naturale e le sue spiagge mozzafiato, circondato da colline verdeggianti e affacciato su un mare cristallino, il suo piccolo centro mantiene un’atmosfera accogliente e intima, nonostante in estate richiami migliaia di turisti e visitatori amanti della vita da spiaggia. Questa località vanta spiagge spettacolari, caratterizzate da sabbia finissima e fondali bassi, ideali per le famiglie e per tutte le età, e la sua posizione strategica permette di esplorare facilmente destinazioni come l’Arcipelago della Maddalena e il Golfo di Orosei, ma anche di vivere esperienze più locali, come escursioni in barca alla scoperta dei delfini o tour enogastronomici per conoscere i sapori autentici della Sardegna. Pronti a sognare? Ecco le spiagge di Bodoni, davvero per tutti i gusti, più intime e tranquille in primavera e autunno; più movimentate e attrezzate in estate.

Spiaggia di Porto Ainu

La Spiaggia di Porto Ainu, tra la Punta del Pedrami e la Punta del Nuraghe, si distingue per il suo arenile di sabbia grigio chiaro, lungo circa 300 metri, bagnato da acque dai riflessi caraibici, che vanno dal turchese alle sfumare in blu scuro nei fondali più profondi. Se a ridosso della spiaggia l’acqua sembra quella di una piscina, man mano che ci si allontana i fondali diventano rocciosi e molto interessanti per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. La spiaggia è incorniciata da una fitta vegetazione boschiva, con un piccolo stagno, quasi sempre secco durante i mesi estivi, che sfocia in mare dividendo in due la spiaggia. La spiaggia è in parte attrezzata con ombrelloni e sdraio e c’è un parcheggio a pagamento per chi arriva in auto (in alternativa ci si arriva con navetta).

Budoni, spiagge Sardegna

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Budoni vanta spiagge spettacolari, caratterizzate da sabbia finissima e fondali bassi

Spiaggia di Porto Ottiolu

Porto Ottiolu è una splendida baia situata a metà strada tra Budoni, di cui è frazione, e San Teodoro, al confine tra le regioni di Baronìa e Gallura. Questo litorale offre un arenile di finissima sabbia chiara, lungo circa mezzo chilometro, che si estende tra piccole dune coperte di bassa vegetazione mediterranea. Le sfumature del mare, che spaziano dal blu al verde smeraldo, insieme al fondale basso e sabbioso, rendono la spiaggia perfetta per le famiglie e per la balneazione sicura dei bambini.

Sul lato sinistro si trova un porto turistico, realizzato negli anni Ottanta, che può ospitare oltre 400 imbarcazioni, e rappresenta un punto di riferimento per chi ama la navigazione o per organizzare qualche gita in mare. La spiaggia è ben attrezzata e offre numerosi servizi, tra cui parcheggio, punti di ristoro, negozi, e la possibilità di noleggiare attrezzature per sport acquatici. Immersa in un paesaggio caratterizzato da colline ricoperte di macchia mediterranea, Porto Ottiolu è una meta imperdibile per chi cerca bellezza naturale e comfort.

Cala di Budoni

Cala di Budoni, una delle spiagge più affascinanti della costa nord-orientale, si estende per quasi quattro chilometri tra le punte di Li Cucutti e Porto Ainu. Questo lungo arenile di sabbia chiara e fine è bagnato da un mare cristallino con fondali bassi, ideale per chi viaggia coi bambini o per chi desidera godere e rilassarsi sul bagnasciuga. Durante la sua estensione, Cala di Budoni prende nomi diversi a seconda del tratto, tra cui Sa Capannizza, Li Salineddi, Salamaghe e Lido del Sole, ed è attrezzata con vari servizi, come noleggio di attrezzature balneari, alberghi, campeggi e accessi facilitati per persone con disabilità. Questo angolo di costa è apprezzatissimo dagli appassionati di snorkeling, proprio per le sue acque limpide e i fondali ricchi di vita marina.

Baia di Sant’Anna

La Baia di Sant’Anna, situata nell’omonimo villaggio, è una spiaggia di sabbia dorata circondata da una pineta profumata. Le acque azzurro-turchesi sono perfette per chi ama le immersioni subacquee, anche perché i fondali diventano profondi molto velocemente. Questa spiaggia è particolarmente tranquilla, anche in alta stagione e questo la rende ideale per chi desidera una giornata di mare in totale relax. Davanti alla costa si può ammirare un piccolo isolotto, detto dei Pedrami, colonizzato da diverse specie di uccelli marini; mentre il molo della spiaggia abbandonato è una scenografia perfetta per scattare foto mozzafiato all’alba o al tramonto.

Spiaggia di Matta ‘e Peru

Per chi cerca situazioni più selvagge, rinunciando alle comodità e ai servizi per i turisti, la Spiaggia di Matta ‘e Peru è la scelta giusta. Sabbia chiara e fine, acque trasparenti, una vegetazione verde e la pineta alle spalle sono gli elementi che rendono questo angolo di costa autentico, con giochi di ombre, contrasti e sfumature davvero da sogno. I fondali bassi sono perfetti per il bagno in sicurezza dei bambini che possono giocare in riva. La spiaggia non dispone di alcun servizio e non è consentito l’accesso ai cani.

Spiaggia Sa Marina

Concludiamo il tour delle spiagge di Budoni con la Spiaggia di Sa Marina, situata sul litorale sud della Costa di Budoni. Raggiungibile solo via mare o a piedi, questa spiaggia – poco frequentata proprio per il difficile accesso- è conosciuta anche come “La Spiaggia Rosa“. Questo nome non deve trarre in inganno: qui il colore rosa non è dovuto alle sfumature dei granelli di sabbia, ma ai fiori primaverili che si depositano sulla sabbia bianca, creando un ambiente davvero suggestivo e particolare. In estate non rimane nulla del rosa, ma chi capita qui fuori stagione, durante la primavera, può passeggiare su un tappeto di fiori per un’esperienza unica.

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Viaggio in Val Senales, un gioiello tra le Alpi

Se amate la natura e siete alla ricerca di un posto lontano dalla frenesia della vita moderna, dove il tempo sembra essersi fermato, dovete impostare il navigatore per la Val Senales. Questa valle ancora molto selvaggia che si trova nelle Alpi Retiche meridionali, in Trentino-Alto Adige, dista 10km da Merano e prende il nome dal comune omonimo e il fiume che scorre a fondovalle. Si estende dai vigneti di Castel Juval fino ai ghiacciai e garantisce ai visitatori un soggiorno tranquillo immersi nella natura. Gli amanti dello sci e snowboard possono trovare sicuramente pane per i loro denti con piste attrezzate a 3200 m di quota aperte fino all’estate ogni anno.

La Val Senales raggiunge i confini con l’Austria e regala paesaggi suggestivi con fitti boschi, meleti, larici e una ricca vegetazione che incanta chiunque passi da quelle parti. Quindi anche chi ama il trekking e le escursioni all’aria aperta può metterla nella lista di posti da vedere. Ma vediamo insieme cosa non dovete perdere se decidete di trascorrere alcuni giorni in questa zona del nord Italia.

Monte Santa Caterina: il paese di Messner

Immerso nel verde, Monte Santa Caterina è un piccolo centro a 1245 metri in Val Senales con una chiesa parrocchiale dedicata a Santa Caterina d’Alessandria e tante fattorie dove vivono e lavorano i locali. Molto tempo fa sulle rocce si ergeva una fortezza, il castello Schnalsburg, che poi è stato abbattuto dall’ordine dei Certosini nel 1350 e oggi ne resta solo una torre trasformata in un campanile. Il paese offre una vista suggestiva sulla Val Senales e la Valle dell’Adige, fino a Castel Juval nei pressi di Castelbello, residenza di Reinhold Messner. Molti escursionisti e appassionati del trekking o di Mountain bike possono trovare tanti percorsi molto belli per esplorare i dintorni e godere del paesaggio alpino evocativo.

Il silenzioso borgo di Certosa

Se hai in programma un viaggio in Val Senales devi assolutamente visitare Certosa, un paese affascinante con le rovine delle antiche mura di cinta ben fortificate che circondano ancora oggi il piccolo paesino. Una volta queste proteggevano il monastero di Monte degli Angeli, che venne abbandonato nel 1782. Oggi è possibile visitare il chiostro, la grotta, la casa del priore, le cucine, il portale e la chiesa di Sant’Anna. Un luogo avvolto nel silenzio che è alla base del progetto Silentium, con cui Certosa attira l’attenzione su di se nel settore turistico.

Nel 1325 fu il conte del Tirolo a voler erigere il monastero in un luogo isolato dove poi i monaci imposero la regola del silenzio che viene rispettata ancora oggi. Per 450 anni è stato operativo e poi l’imperatore Giuseppe II ne ha ordinato la chiusura nel 1782, fino a quando alcune famiglie povere del posto ne acquistarono delle parti poichè nessuno si fece avanti con un’offerta. Un incendio nel 1924 distrusse gran parte di Certosa che poi piano piano fu ricostruita e oggi molti visitatori la scelgono come meta in Val Senales per escursioni, cultura e natura.

chiesa Val Senales

Fonte: 123RF

Piccola chiesa alpina nel paese più antico della Val Senales

Madonna di Senales

Madonna di Senales è il paese più grande della Val Senales e da lontano si vede una piccola chiesa arroccata su una roccia che è il Santuario della Madonna di Senales. In questo borgo, noto luogo di pellegrinaggio da oltre 700 anni, da Aprile a Novembre, si consiglia di visitare l’archeoParc, un museo a cielo aperto sull’affascinante scoperta della mummia Otzi.

Il ritrovamento di una statua della Madonna nel XVI secolo ha reso questo paese meta di pellegrini devoti, mentre le montagne intorno sono state esplorate da Otzi 5000 anni prima e nel 1991 il ghiacciaio ha riportato alla luce la mummia sul Giogo di Tisa. Le escursioni che partono da qui raggiungono Malga Lafetz e Similaun, anche grazie all’uso delle ciaspole.

Il mistero del lago artificiale di Vernago

Il lago di Vernago è un lago artificiale nei pressi dell’omonimo paese in Val Senales con una storia che lo avvolge nel mistero. Creato negli anni ’50 da una diga a gravità in terra terminata nel 1963, ricoprendo otto edifici e una chiesa, questa distesa d’acqua custodisce un vissuto da raccontare. Infatti ancora oggi quando il livello d’acqua è basso, si riesce a vedere il vecchio campanile della chiesa del paese circondato dal verde smeraldo. Molti sentieri di montagna amati dagli escursionisti partono da qui, come quello che porta fino al ghiacciaio di Senales dove è stata rinvenuta la mummia di Otzi.

Maso Corto: il paradiso dello sport

A circa 2000 metri di altezza si trova Maso Corto, il paese più antico della Val Selanes  che da Settembre a Maggio attira molti appassionati di vari sport invernali fin dagli anni ’50 per il suo complesso sciistico Ghiacciaio Val Senales. Circondato da montagne alte 3000 metri, questo paese dalle origini antiche è un buon punto di partenza per alcune escursioni molto apprezzate che possono durare fino a 7 ore per raggiungere Vent.

Per chi vuole camminare con moderazione, tuttavia, da Maso Corto è possibile anche passeggiare fino al Lago di Vernago o rilassarsi nella piscina con sauna, bagno turco e whirlpool. Tra gli edifici storici che si possono visitare ancora oggi a Maso Corto c’è la piccola chieda all’entrata del paese e il maso Kurzhof della famiglia di Leo Gurschler. In primavera e autunno si può assistere anche alla transumanza delle pecore che percorrono lunghe distanza tra i prati.

Iceman Otzi Peak

Per chi ama le altezze una meta obbligata è l’Iceman Otzi Peak, la piattaforma panoramica più alta d’Europa da cui si possono scorgere ben 126 vette sopra i 3000 metri. Non serve un’attrezzatura speciale o professionale per godersi questa esperienza, ma basta non soffrire di vertigini e avere voglia di vivere un’emozione tangibile e indimenticabile. Si può raggiungere l’Iceman Otzi Peak con una scala di acciaio sicura e solida, progettata da tecnici e aziende altoatesini per omaggiare la natura del luogo e Otzi, il famoso “uomo venuto dal ghiaccio”. Una volta saliti in cima la vista si apre proprio sul nevaio del Similaun dove nel 1991 venne trovata la mummia di quest’ultimo.

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Cuneo è Città Alpina 2024 e debutta su Topolino

Grazie al suo impegno nel campo della sostenibilità e all’obiettivo – ampiamente raggiunto – di unire natura e cultura, ecologia ed economia, lo scorso maggio Cuneo ha ottenuto il riconoscimento di Città Alpina 2024. A parlarne sono stati la Direttrice dell’ATL del Cuneese Daniela Salvestrin con l’Assessore al Turismo della Città di Cuneo con delega alla Metro Montagna Sara Tomatis, in compagnia di Alessandro Zanon Direttore di VisitPiemonte e del Presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo all’ultimo TTG di Rimini.

Che cos’è una Città Alpina

“Città Alpina” è un riconoscimento che viene conferito alle città dello spazio alpino in Italia che si distinguono per il loro impegno nell’attuazione della Convenzione delle Alpi e nel campo dello sviluppo sostenibile. Il titolo viene assegnato annualmente dall’Assemblea dei soci in base a criteri quali sostenibilità ecologica, sociale ed economica dei progetti e dei programmi dei candidati.

Per Cuneo rappresenta un riconoscimento molto importante perché testimonia come la vicinanza della città alle montagne giochi un ruolo strategico per la promozione di uno sviluppo sostenibile delle regioni alpine. In particolare, la città piemontese ha dimostrato di poter promuovere il territorio senza intaccare il forte legame che possiede con le proprie radici e con le proprie tradizioni. Sono tante le iniziative presentate al TTG per raccontare Cuneo e, la più divertente, vede la città protagonista su due numeri del settimanale Topolino.

Cuneo raccontata su Topolino

Presentata ufficialmente al TTG di Rimini presso lo stand della Regione Piemonte, l’iniziativa che vede Cuneo all’interno del settimanale Topolino ha un obiettivo ben preciso: quello di parlare direttamente ai più piccoli e alle loro famiglie, trasmettendo il significato profondo dello “spirito alpino”. Quest’ultimo è anche il titolo della storia a fumetti dedicata alla città con protagonisti Zio Paperone e le Giovani Marmotte. Tra le pagine sono raffigurati diversi ambienti della città: piazza Galimberti e la torre civica, il Parco fluviale con l’ascensore, i marroni e i boschi da tenere puliti, i portici con alcuni negozi “iconici” e l’invito a provare le specialità locali.

All’interno della storia ci sono chiari riferimenti a Cuneo Città Alpina 2024: uno delle Giovani Marmotte afferma che “L’ambiente naturale delle Alpi è inestimabile!” e che “Spetta alle città alpine averne cura!”. Nel dettaglio, i numeri di riferimento del settimanale sono il 3.593 del 2 ottobre, dov’è presente un redazionale dedicato a Cuneo Città Alpina, e il numero 3.594 del 9 ottobre, con la storia a fumetti.

Cuneo Città Alpina Topolino

Fonte: Ufficio Stampa

I numeri di Topolino dove compare Cuneo Città Alpina 2024

Capitale verde del Piemonte

Non stupisce che Cuneo abbia ottenuto il riconoscimento di Città Alpina 2024, soprattutto considerando il titolo come capitale verde del Piemonte. Alla città viene riconosciuta un’alta qualità della vita, tanto verde pubblico e soluzioni di trasporto sostenibili, come l’efficace rete di piste ciclabili che le hanno permesso di collocarsi nelle prime posizioni di Ecosistema Urbano 2023, la classifica green di Legambiente e Ambiente Italia.

Per chi ama le attività all’aria aperta, da Cuneo è possibile immergersi nella natura passeggiando, per esempio, lungo il viale degli Angeli, o fare escursioni al Parco Fluviale Gesso e Stura, che con le sue bellezze circonda la città. Per raggiungerlo basta poco, perché dovrete semplicemente salire sull’ascensore panoramico, attrezzato anche per ospitare i ciclisti che vogliono scoprire il parco pedalando. Cuneo è il regno dell’outdoor e il suo impegno per preservarlo è stato finalmente premiato.

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Sicurezza in viaggio: quando è pericolosa La Papua Nuova Guinea?

La Papua Nuova Guinea è un Paese che evoca immagini di foreste vergini, tribù remote e non da meno, paesaggi unici e indimenticabili. Pur essendo un territorio amatissimo, quando si parla di viaggiare in questa terra affascinante una delle domande più frequenti è ‘’la Papua Nuova Guinea è pericolosa?’’. Come per ogni destinazione ci sono aspetti da considerare con molta attenzione; oggi cercheremo di esplorare ogni principale precauzione e offrirvi consigli utili e dare risposte alle vostre domande così che possiate vivere un’avventura in Papua Nuova Guinea indimenticabile.

Papua Nuova Guinea, cosa sapere prima di partire

Quando si affronta la panoramica della sicurezza per viaggiare in Papua Nuova Guinea, è essenziale capire che ogni Paese  presenta sfide particolari e questo Paese non fa eccezione. Come ogni viaggio in terre poco conosciute, è importante adottare alcune precauzioni per garantirsi un’esperienza piacevole e sicura. Le grandi città come Port Moresby e Lae possono presentare alcune sfide ma con una pianificazione attenta e il rispetto delle consuetudini locali, si vive il Paese con molta serenità. 

Ricordate sempre che sarebbe meglio evitare di passeggiare da soli di notte soprattutto nelle zone isolate e che è meglio prediligere i trasporti organizzati, ad esempio i taxi o le navette fornite spesso dagli hotel stessi. È consigliabile sempre chiedere al personale del vostro alloggio quali siano le aree più sicure da visitare e come muoversi con tranquillità. La pianificazione è cruciale: affidatevi ad una guida locale esperta e informatevi su eventuali consigli di sicurezza dettati anche dalle Ambasciate. Il tasso di criminalità è piuttosto alto e bisogna anche tenere in considerazione la popolazione indigena che fino al XX secolo ha praticato cannibalismo.

Consigli pratici per un viaggio sicuro in Papua Nuova Guinea

Per viaggiare e visitare la Papua Nuova Guinea in tranquillità è importante adottare alcune misure pratiche. Prima di partire è meglio assicurarsi di avere un’assicurazione di viaggio completa che comprenda anche l’eventuale copertura per ritardi, imprevisti e emergenze mediche. Altrettanto ovvio è fare una copia, anche digitale, di ogni documento importante in caso di furto o smarrimento; informarsi di particolari requisiti per il visto  e accertarsi sulle vaccinazioni obbligatorie richieste ed avere con sé un kit di primo soccorso.

È consigliabile anche consultare le raccomandazioni di viaggio di Ambasciate e Consolati, prima di partire e una volta sul posto, mantenere un comportamento rispettoso verso le tradizioni e gli usi locali. Le connessioni telefoniche potrebbero essere scarse in alcune zone, è utile avere con sé un dispositivo di comunicazione satellitare. Non dimenticate un repellente per insetti e di bere solo acqua imbottigliata.

Guide locali: supporto fondamentale per la sicurezza

Se state programmando un viaggio in Papua Nuova Guinea e avete espletato le formalità burocratiche, sappiate che siete a buon punto per godervi il Paese in serenità, ma non dimenticate di affidarvi a guide locali esperte, esse sono il modo migliore per garantirvi un viaggio in Papua Nuova Guinea. Le guide locali conoscono perfettamente le aree da visitare, in questo modo assicureranno di vivere esperienze autentiche, aprendo le porte a comunità che altrimenti non potreste conoscere. Sono inoltre in grado di consigliare i comportamenti da adottare in specifiche situazioni; viaggiare con una guida locale non solo aumenterà la sicurezza personale ma arricchirà l’esperienza.

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Viaggio lungo la rotta delle castagne in Italia: dove trovarle regione per regione

Sono uno dei tanti tesori che regala l’autunno e si trovano nei boschi, preziosi frutti dal sapore gustoso e dalle tante varietà: stiamo parlando delle castagne, che si trovano in tutte le regioni d’Italia e sono l’ingrediente perfetto per tante preparazioni diverse.

Dal nord al sud della penisola, si può organizzare una gita per andare alla ricerca delle regine della stagione, perché l’autunno è proprio così: regala tantissimi colori e sapori. E, allora, vale la pena partire inseguendo alcuni degli spettacoli più belli: da quello del foliage, che ammanta con i suoi colori la natura, fino alla ricerca dei frutti speciali che ci riserva. Poi, passeggiare nel mezzo dei boschi è rigenerante e per questo è sempre un’ottima idea programmare una piccola fuga nel fine settimana.

Per quanto riguarda la raccolta delle castagne è sempre bene informarsi per capire se è libera, se vi è il divieto, oppure se si deve richiedere un permesso e il relativo costo.

Viaggio lungo la rotta delle castagne, tra le regioni italiane da raggiungere per fare il pieno di questo prodotto speciale, con il vantaggio di scoprire luoghi nuovi e bellissimi.

Valle d’Aosta

Il viaggio alla ricerca delle castagne nelle regioni italiane parte dalla Valle d’Aosta, lì nella zona della bassa valle del Lys, dove si trovano meravigliosi castagneti. Siamo tra Châtillon e Pont-Saint-Martin dove si concentra la maggior parte di questi alberi maestosi. Inoltre, vi è una cooperativa, Il Riccio, che si trova a Lillianes che non a caso è conosciuto come paese delle castagne, che si occupa della loro raccolta e della commercializzazione in varie forme, oltre ad aver allestito un piccolo museo dedicato a quello che – un tempo – veniva chiamato il “pane dei poveri”. Al suo interno è stata ricostruita un’antica gra, dove venivano fatte essiccare, e il resto di una vecchia casa.

A quanto pare, la varietà che si trova in questa regione è di piccole dimensioni e molto saporita, viene utilizzata per molte preparazioni come la crema o il liquore, si trovano anche castagne sciroppate alla grappa, al naturale e al miele, oppure una sorta di corn flakes realizzati proprio con i marroni.

Lillianes, alla ricerca di castagne in Valle d'Aosta

Fonte: iStock

Lillianes, il paese delle castagne in Valle d’Aosta

Piemonte

Un’altra regione d’Italia da raggiungere, per tutti coloro che amano i boschi e le castagne, è il Piemonte e, in particolare, la zona di Cuneo dove (in un centinaio di comuni circa) si trova quella con il marchio Igp: dal sapore molto delicato, si può assaporare fresca, ma anche bollita oppure arrosto. Inoltre, è alla base di molte ricette di dolci. L’area è quella che va dalla Valle del Po alla Valle del Tanaro e i boschi si trovano tra i 200 e i 1000 metri circa. Un appuntamento imperdibile che si tiene ogni anno a Cuneo è la Fiera Nazionale del Marrone.

Restiamo in Piemonte, ma ci spostiamo in Val di Susa dove è celebre il Marrone della Valle di Susa Igp, con le sue varietà. Lo si può trovare in 28 comuni della provincia di Torino, ha una polpa croccante e viene usato per molti piatti, compresi i celebri marron glacés. Ad esempio, si può raggiungere San Giorio di Susa e andare in esplorazione nei bellissimi boschi che fanno da contorno.

Piemonte, castagne in Val di Susa dalla Sacra di San Michele

Fonte: iStock

La Val di Susa (qui la Sacra di San Michele) è una zona celebre per le castagne in Piemonte

Lombardia

La Lombardia è un’altra zona ricca di castagne, in particolare nel Parco Regionale Campo dei Fiori che si trova in provincia di Varese. Qui ci sono numerosi percorsi soprattutto a bassa quota, ma il posto perfetto è Brinzio da dove si diramano alcuni sentieri che vale la pena percorrere alla ricerca di questo gustoso frutto.

Un altro luogo speciale di questa regione è il Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, che si trova in Brianza e – più precisamente – nella zona tra Lecco e Monza: si parte da Sirtori per immergersi in una natura che lascia senza fiato. E, poi, Colle Brianza: comune affascinante e ricco di storia, oltre che punto di partenza per un percorso tra i castagni.

E, infine, in Val Trompia nella zona di Brescia vi sono tantissimi castagni anche secolari.

In Lombardia si preparano numerosi piatti a base di castagne, tra cui il castagnaccio che qui si prepara con uvetta, pinoli e brandy. Tra le altre preparazioni non mancano gli gnocchi e quelle cotte nel latte.

Liguria

Ci sono tantissimi luoghi in Liguria in cui andare alla ricerca di castagni. Nel genovese vi è un percorso che parte da San Martino di Struppa e va verso Canate di Marsiglia, oppure si può raggiungere Torriglia e la piccola frazione di Péntema e, ancora, nell’Alta val Trebbia a Fontanigorda nel Bosco delle Fate. Da non perdere anche la Val Graveglia, alle spalle di Chiavari.

Nel Parco Nazionale delle 5 Terre si trovano anche castagni e il loro frutto tipico è la castagna Brodasca tipicamente molto scura. Così come vale la pena raggiungere la Valle Arroscia nell’imperiese e Urbe in provincia di Savona, dove i marroni sono storicamente importanti. Tra i piatti tipici il castagnaccio e le trofie impastate con la farina di castagne.

Trentino-Alto Adige

Pronti per un viaggio in Trentino? Per andare alla ricerca di castagne si deve raggiungere la Valle Isarco dove si trova il Keschtnweg, il sentiero delle castagne che si snoda per novanta chilometri da Verna fino a Castel Roncolo. Si può suddividere in tappe. Frutti gustosi con cui si preparano piatti altrettanto buoni come i dolci cuori di castagne, o il tronco, oppure la zuppa.

Castagne in Trentino Alto Adige la strada fino a Castle Roncolo

Fonte: iStock

In Trentino Alto Adige c’è il sentiero delle castagne che arriva a Castel Roncolo

Veneto

In Veneto la castagna è un prodotto importantissimo che si trova in alcune zone, come quella della provincia di Treviso dove c’è il famoso il Marrone di Combai Igp, dalla polpa molto croccante. Si può mangiare arrostito oppure bollito, ma anche per il tiramisù alla crema di marroni. Lo si trova nei boschi di località come Vittorio Veneto, Fregona e Follina su un’area di oltre 270 chilometri quadrati. Vengono anche organizzate passeggiate. Nella stessa zona vi è anche il Marrone del Monfenera igp, dal sapore dolce sono perfetti cucinare gustose ricette, biscotti compresi. Si trova in 19 comuni tra la pedemontana del Grappa e il Montello.

Infine, i marroni di San Zeno Dop, dal gusto dolce che si trova nella zona del Monte Baldo, tra il Lago di Garda e la Vallagarina.

Friuli-Venezia Giulia

Nelle provincie di Udine e Pordenone si possono trovare boschi di castagni per una gita fuori porta. In particolare, nella Valle di Soffumbergo dove si tiene anche una festa dedicata. E poi a Dardago, frazione del comune di Budoia. In Friuli-Venezia Giulia le castagne – ad esempio – possono accompagnare piatti della tradizione come il frico.

Emilia-Romagna

Sono ben tredici le tipologie di castagne che si possono trovare in Emilia-Romagna, tra cui ricordiamo il Marrone Igp di Castel del Rio e il Marrone di Pavullo.

E i luoghi da esplorare per la ricerca di questo prezioso frutto sono davvero tanti. Vale la pena, ad esempio, raggiungere la provincia di Parma e percorrere la Via del Castagno in Val di Taro: si snoda per otto chilometri e si parte da Borgo Val di Taro. Tra Modena e Bologna, invece, c’è un tratto della Via Europea del Castagno e, ancora, a Carpineti nel Parco Nazionale Tosco-Emiliano vicino a Reggio Emilia, dove vi sono bellissimi alberi nella zona dell’Abbazia di Marola. Le specialità di questa regione sono tante come i tortelli con un ripieno di castagne o la minestra.

Carpineti, zona dove cercare le castagne in Emilia Romagna

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Carpineti, nei suoi dintorni alla ricerca delle castagne in Emilia Romagna

Toscana

Altra regione amata da chi va alla ricerca di castagne è la Toscana: qui, ad esempio si trova il Marrone del Mugello Igp una varietà tipica solo di questa area che si trova in una parte della provincia di Firenze. Da visitare Marradi senza dimenticare di assaggiare la sua celebre torta di marroni.

Tra le località da raggiungere vi sono il Monte Amiata, in particolare tra i 500 e i 1000 metri di altitudine, e il Monte Pisano. Da assaggiare – ad esempio – il castagnaccio e i necci (crepes di farina di castagna).

Marche

Nelle Marche ci sono due aree che sono meta prediletta per tutti coloro che amano le castagne: si tratta dei Monti Sibillini – ad esempio a Montemonaco – e l’alta Valmarecchia a cavallo tra Marche, Toscana ed Emilia-Romagna. Tra i piatti tipici i ravioli fritti di castagne.

Castagne, da cercare in alcune località dei monti Sibillini nelle Marche

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Nelle Marche le castagne si possono trovare in alcune località dei monti Sibillini

Abruzzo

La castagna Roscetta si trova in Abruzzo in diversi comuni in provincia dell’Aquila, come Balsorano e Canistro, ha dimensioni medio grandi e un sapore delicato. Ma questo non è l’unico luogo in cui trovare il tesoro. Ad esempio, si può raggiungere il Parco nazionale del Gran Sasso e, in particolare, il comune di Valle Castellana: basti pensare che in una sua frazione si può ammirare un castagno secolare. Merita una visita anche Castelvecchio Calvisio con i suoi bellissimi boschi. Una delle ricette tipiche è la zuppa di ceci e castagne.

Lazio

Tra le mete più celebri da raggiungere nella regione Lazio ci sono i Monti Cimini, in provincia di Viterbo, soprattutto vale la pena raggiungere i boschi di alcune località come Ronciglione e Soriano nel Cimino. Da provare anche la Castagna di Vallerano Dop, dell’omonimo comune. Oppure esplorare i Monti Lepini e il piccolo comune di Cori in provincia di Latina. Anche nel Lazio una delle ricette da fare con le castagne è il castagnaccio.

Vallerano nel Lazio, alla ricerca di castagne

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Nel Lazio è celebre la castagna di Vallerano

Umbria

Se si vogliono ammirare i boschi di castagni in Umbria, la zona da raggiungere è quella di Spoleto, poco distante – infatti – si trovano gli antichi alberi di quel sito noto con il nome di Boschi di Montebiblico, i cui frutti sono di ottima qualità. Oppure la zona della Vallocchia. Anche qui è diffusa la zuppa di ceci e castagne.

Molise

Il borgo in provincia di Campobasso è di piccole dimensioni ma è tra i luoghi del Molise prediletti da chi ama le castagne: si tratta di San Massimo con i suoi boschi dove è possibile trovare questi tesori d’autunno. Merita una menzione anche Bojano dove si trova quello che viene considerato il castagno più vecchio di Italia. Le caggiunitte sono dolci che vengono preparati in questa regione.

Bojano, nel Molise arra ricerca delle castagne

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Bojano, borgo del Molise famoso per i castagni

Campania

Un viaggio in Campania alla ricerca di uno dei tesori d’autunno ci porta direttamente nel Parco regionale dei Monti Piacentini, dove si trova in diverse località la Castagna di Montella Igp, di dimensioni abbastanza piccole e dal sapore dolce.

Un’altra area, poi, è quella che interessa una settantina di comuni in provincia di Salerno dove si trova il Marrone di Roccadaspide IG, castagna molto zuccherina. Nella zona di Benevento ci sono diversi boschi di castagni, mentre in quella di Caserta il prodotto top è la castagna di Roccamonfina Igp, con queste – ad esempio – si prepara il risotto. Tra i comuni da raggiungere si possono ricordare Caianello, Conca della Campania e Teano.

Puglia

In Puglia si può andare a caccia di castagne in provincia di Foggia, raggiungendo i Monti Dauni, oppure in quella di Bari nella Murgia Barese. Una ricetta antica di questa regione è la minestra di castagne secche.

Basilicata

Ci sono alcune zone della Basilicata dove imbattersi in castagneti, ad esempio nei pressi di alcuni luoghi che si trovano in provincia di Potenza come Brienza, Armento e Albano di Lucania: tutti piccoli comuni. Se ci spostiamo nella zona di Matera, invece, troviamo Bernalda. Da assaggiare il calzoncello, ripetono di marroncino di Melfi, che si trova nel Parco nazionale regionale del Vulture.

Brienza, paese della Basilicata dove cercare castagne

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Brienza, il paese in Basilicata è un luogo dove cercare castagne

Calabria

Anche la Calabria regala alcuni tesori: aree dove è possibile andare alla ricerca di castagne e, in particolare nella zona del Pollino e della Sila.  Ma anche Vibo Valentia, raggiungendo il Parco Regionale delle Serre, mentre il Parco Nazionale d’Aspromonte è un’altra meta da esplorare in zona Reggio Calabria. Vale la pena assaggiare i pistiddri, castagne secche bollite.

Nell'area del Pollino in calabria si possono trovare le Castagne

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In Calabria una delle zone da raggiungere per scovare castagne è il Pollino

Sicilia

Ci spostiamo in Sicilia, in provincia di Palermo, dove si trova la Rocca Busambra con il bosco della Ficuzza e il Bosco del Cappelliere: qui vale anche la pena visitare Mezzojuso. Da non perdere il Parco delle Medonie e il Parco dell’Etna. In Sicilia le castagne vengono messe in forni alti, con una base bucherellata, e il sale grosso viene gettato nel fuoco, facendole diventare bianche: davvero particolari.

Sardegna

Concludiamo il viaggio alla scoperta dei luoghi dove cercare le castagne in Italia con la Sardegna. Gli alberi si trovano soprattutto nella Barbagia-Mandrolisai-Gennargentu e in particolare nei comuni che fanno parte di questo territorio, dove pare ci sia il 90% degli esemplari. Si trovano sia di grandi dimensioni, che di piccole. Tra le ricette vale la pena provare la zuppa di fagioli e castagne.

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Giornate FAI d’autunno, i luoghi da vedere

Il 12 e 13 Ottobre 2024 avranno luogo le Giornate FAI d’autunno, l’evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi, giunto alla 13° edizione. L’obiettivo del FAI è prendersi cura del patrimonio artistico, storico e paesaggistico dell’Italia e in queste due giornate autunnali si celebreranno i tesori del paese con tante iniziative. Da Nord a Sud ben 700 luoghi d’arte, storia e natura che solitamente sono inaccessibili al pubblico, apriranno le porte in 360 città anche grazie all’impegno di migliaia di volontari in ogni regione.

Il programma completo dell’edizione 2024 si può trovare sul sito ufficiale http://www.giornatefai.it con visite a monumenti, paesaggi sconosciuti, edifici architettonicamente degni di nota, e altri luoghi che custodiscono una ricchezza artistica e culturale con una storia antica. Il FAI invita a intraprendere un viaggio sulle tracce di palazzi storici, ville, chiese, collezioni d’arte, laboratori artigiani, siti archeologici e produttivi, borghi, e aree naturalistiche che tolgono il fiato. Vediamo insieme alcuni dei luoghi da non perdere.

Le giornate FAI a Roma

Nella capitale si potrà visitare Palazzo Sciarra, sede della Fondazione Roma che al suo interno presenta ambienti molto eleganti come il Gabinetto degli Specchi e la Biblioteca del Cardinale. Inoltre si potrà ammirare la Fontana dell’Acqua Paola voluta da Papa Paolo V Borghese nel ‘600 che molti oggi chiamano anche il Fontanone del Gianicolo. Sempre nei dintorni sarà aperta al pubblico l’American Academy of Rome fondata nel 1894 e il Bosco Parrasio dove si sono riuniti i poeti dell’Accademia Arcadia per circa tre secoli.

La Tomba degli Scudi a Tarquinia

Dalle 10 alle 17 del 12 e 13 Ottobre sarà possibile visitare la Tomba degli Scudi a Tarquinia. Lo splendido ipogeo etrusco sarà visitabile per due giorni sotto la supervisione della delegazione Fai Viterbo. “La Tomba degli Scudi è il nostro “luogo del cuore” – ha detto la capodelegazione del Fai Viterbo Lorella Maneschi – Un gioiello artistico che abbiamo reso nuovamente alla città, tra il 2016 e il 2018, con un complesso restauro che ha interessato la camera centrale e ha consentito di rendere l’ipogeo fruibile dopo decenni di chiusura a causa del suo precario stato di conservazione. Il recupero ha permesso ai dipinti murali e alle rare epigrafi in lingua etrusca, che decorano questo importante sepolcro gentilizio di età ellenistica, di tornare a splendere. L’intervento è stato realizzato grazie ad un contributo assegnato a seguito della settima edizione dei Luoghi del Cuore e al cofinanziamento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, a cui si sono aggiunti altri piccoli contributi ricevuti da partner locali”.

La Tomba degli Scudi si trova nella Necropoli etrusca di Monterozzi, inserita nel 2004 nel Patrimonio Unesco. La posizione precisa è nella porzione di necropoli chiamata “Primi Archi”, fuori dal recinto della Necropoli a cui si accede con biglietto. Si trova nelle vicinanze della città che vanta un bellissimo borgo medievale, importanti chiese romaniche e il palazzo Vitelleschi, sede di uno dei più importanti musei nazionali archeologici che raccoglie i reperti provenienti dalla città e dalla necropoli etrusca. Scoperta nel 1870, la Tomba degli Scudi è una delle più grandi tombe di Tarquinia, definite il primo capitolo della pittura italiana e che rappresentano un documento eccezionale per la pittura e la cultura del mondo etrusco. La Tomba degli Scudi sarà visitabile dalle 10 alle 17. È consigliato lasciare l’auto nel vicino parcheggio del cimitero moderno “San Lorenzo”.

Le giornate FAI in Lombardia

In occasione delle giornate FAI d’autunno a Milano si potrà visitare il Palazzo Melzi d’Eril, sede della Fondazione Cariplo e Palazzo Cusani. Poi aprirà le porte il Campus Bovisa del Politecnico in via La Masa che ospita la Scuola di ingegneria industriale e dell’informazione. In Lombardia si può approfittare anche per visitare il Castello di Valverde affacciato sulla Città Alta a Bergamo, restaurato tra il 1926 e il 1930.

Le giornate FAI a Torino

Come perdere l’occasione di visitare la Villa d’Agliè a Torino, rimasta quasi immutata da inizio ‘600 con soffitti a cassettoni, sale con carta da parati cinese e un parco storico di ippocastani e tigli. O al centro Palazzo Graneri della Roccia, sede del Circolo dei Lettori con un gabinetto cinese molto curioso che risale a metà ‘700 ed è stato recentemente restaurato. In Provincia di Torino, a Susa, poi si apriranno i Campanili di San Giusto e di Santa Maria Maggiore.

castello Bergamo

Fonte: Ufficio Stampa

Il castello di Valverde a Bergamo

Le giornate FAI in Emilia Romagna

A Bologna apre eccezionalmente Palazzo Grassi, sede del Circolo Ufficiali che di solito non è aperto al pubblico. A Modena invece si potrà visitare il Collegio dei Nobili di San Carlo nato nel 1926 per educare i giovani aristocratici che oggi invece è destinato alla formazione accademica di eccellenza nei campi della filosofia, scienze umane, sociali e religiose.

Le giornate FAI a Napoli

Palazzo San Giacomo apre le porte a Napoli per le giornate FAI d’autunno il 12 e 13 Ottobre. Un palazzo comunale degli anni ’30 realizzato dall’architetto Marcello Piacentini, da cui si può godere di una bellissima vista sulla Piazza del Municipio stando sui balconi della Sala della Giunta. Si vede persino il Vesuvio che domina il panorama. Per chi è incuriosito dalla “Napoli sotterranea” si può approfittare per vedere l’Ipogeo di Piazza del Plebiscito che si trova sei metri sotto la Basilica di San Francesco di Paola.

Le giornate FAI a Genova

L’Istituto Idrografico della Marina aprirà le porte a Genova, all’interno di Forte San Giorgio, uno dei bastioni della cinta muraria del ‘500 con le cartografie e le mappe dei fondali e di navigazioni che hanno ancora un estremo fascino. I visitatori potranno entrare persino nella Stanza del Tempo dove si trovano conservati gelosamente pendoli e orologi di epoche lontane.

Le giornate FAI a Perugia

L’Oratorio San Francesco dei Nobili sarà aperto al pubblico a Perugia, come testimonianza del primo barocco perugino. Si potrà ammirare il complesso pittorico di Giovanni Antonio Scaramuccia, che risale al 1611 e 1625.

Le giornate FAI in Sicilia

A Palermo sarà possibile entrare nella Sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia all’interno dell’ex Palazzo Florio, oggi Palazzo Wirz all’Olivuzza dove aprirà l’appartamento privato della famiglia Mannella. Invece a Messina si potrà visitare la sede della Gazzetta del Sud, nata nel 1952.

Le giornate FAI a Bari

La Banca d’Italia, uno degli edifici più monumentali della città pugliese che ha visto la luce nel 1932, aprirà le porte per l’evento FAI e i visitatori potranno ammirare le vetrate liberty del Salone del Pubblico e lo scalone in marmi pregiati che porta fino alla Sala del Consiglio.

Torino Villa d'Agliè

Fonte: Ufficio stampa

Villa d’Agliè aperta per le Giornate FAI d’autunno

Altri luoghi da non perdere

Oltre alle grandi città anche i piccoli comuni parteciperanno a questa iniziativa del FAI aprendo al pubblico luoghi che raccontano storie poco note ma di valore. Per citarne alcuni la Villa del Castellaccio a Uzzano, Villa Forni Cerato a Montecchio Precalcino, il Santuario della Via Crucis a Cerveno. O i borghi suggestivi e tradizionali come Tellaro, Valmontone, Sinalunga. E infine alcune aperture in nome della sostenibilità per conoscere la natura del nostro paese come Villa d’Ayala a Valva, Il Complesso di Santa Croce di Campese a Bassano del Grappa, La Riserva Laghi Lungo e Ripasottile a Rieti, le Gole di Candela a Rotondella. Per l’elenco completo potete visitare il sito delle Giornate FAI e non perdervi nessuna apertura speciale in queste due giornate ricche di storia, cultura e divertimento.

Le Giornate FAI d’autunno chiudono la Settimana di sensibilizzazione RAI dedicata ai beni culturali che si svolge dal 7 al 13 Ottobre da più di dieci anni e coinvolgono molti giovani su tutto il territorio. “Il bello, la forza, l’originalità delle Giornate FAI d’Autunno consiste proprio nella straordinaria e inaspettata varietà delle scelte, nella sorpresa che sempre si rinnova di ciò che la nostra Rete Territoriale identifica per le aperture; e ancora e soprattutto questo “bello” sta nella fantasia di una schiera di italiani civili ed energici che si mettono al servizio del Patrimonio comune attraverso il FAI. Questo è il senso più profondo della tredicesima edizione delle Giornate FAI; un grande segnale di ottimismo, di vigore, di fratellanza civile di tanti cittadini – delegati, volontari e “Apprendisti Ciceroni” – per i loro concittadini”, ha dichiarato il Presidente del FAI Marco Magnifico.

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Stati Uniti nella top list dei viaggiatori italiani

Il sogno americano continua ad affascinare i viaggiatori italiani, con un incremento significativo delle prenotazioni e nuove tendenze di viaggio. È quanto risulta dai dati di Visit USA Italia, secondo cui l’estate 2024 ha segnato la ripresa decisa del turismo italiano verso gli Stati Uniti. Gli italiani quest’estate sono andati soprattutto nelle grandi città americane, nei parchi nazionali e hanno optato per esperienze immersive.

Le mete più amate dagli italiani negli Stati Uniti

Le grandi città come Los Angeles, Miami, New York, San Francisco e Las Vegas sono state le protagoniste per la maggioranza dei viaggi, anche in quanto punto di partenza per itinerari immersivi alla scoperta dei parchi americani o di un’America più selvaggia e iconica, come testimoniano le tante miglia percorse dai turisti che hanno scelto la formula Fly & Drive sulle interminabili Highways, doppiando, quasi, il tour guidato in termini di prenotazioni assolute. Questa formula del viaggio on the road ha portato anche alla scoperta di nuove ed affascinanti sistemazioni come i glamping e i bed & beakfast, garantendo, soprattutto su rotte storiche come l’intramontabile Route 66 (che nel 2026 festeggerà il centenario), alternative più immersive e local rispetto ai più classici motel o alle catene alberghiere.

On the road

La strada, il viaggio itinerante, la scoperta pianificata rimangono una costante del viaggio negli Stati Uniti d’America. Il viaggiatore italiano vuole scoprire la destinazione, immergersi nella vita locale ottimizzando un tempo medio di vacanza che va dai dieci ai 15 giorni di permanenza media.

Fuori dalla rotte più battute

Prendendo in considerazione sempre più la Real America, l’estate 2024 ha generato un interesse crescente verso itinerari meno battuti che hanno spinto il turista italiano alla scoperta di Stati alternativi rispetto ai soliti e maggiormente battuti circuiti turistici. Primo fra tutti, il blocco degli stati del Great American West che include gli stati di Idaho, North Dakota, South Dakota e Wyoming, così come le mete più “selvagge” come l’Alaska, l’Oregon e lo Stato di Washington.

Considerato un viaggio importante, da organizzare per tempo, gli Stati Uniti hanno generato un buon trend di advance booking fissando il periodo di prenotazione ideale tra i 4 ed i 6 mesi prima della partenza. Senza dubbio un dato interessante, spiegano da Visit USA, che permette di annoverare il turista italiano nella sezione “viaggiatore moderno”, quello in grado di acquisire le giuste informazioni, utilizzare le nuove tecnologie e far tesoro del supporto necessario alla creazione di un viaggio interessante e soddisfacente da parte di consulenti specializzati quali tour operator e agenzie di viaggio ma che vuole lasciarsi uno spazio libero per l’esplorazione personale.

Cosa dicono gli esperti

Il 2024 fornisce anche un dato molto chiaro in termini di scenario di mercato. Stiamo assistendo al ritorno degli specialisti, quei piccoli tour operator sempre più preparati e sempre più interessanti in termini di offerta, che propongono esperienze di viaggio originali e molto spesso impegnandosi in prima persona nell’attività di tour leader. Fenomeno, questo, che non impatta ma arricchisce e completa il lavoro dei grandi tour operator nazionali che su volumi importanti hanno determinato il successo della destinazione. L’estate americana per gli italiani è iniziata presto, con molte partenze già nel mese di giugno, seguite dai periodi più classici di luglio e agosto, ma con una buona coda su settembre. Anche le compagnie aeree confermano il trend positivo sul 2023 e l’introduzione di nuove rotte dirette, vedi Boston, per esempio, sono il risultato di un mercato che ha ritrovato lo slancio giusto per tornare ad essere tra i primi in Europa.