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Nel cuore verde d’Europa c’è una strada tutta da gustare

Immaginate uno splendido itinerario ciclabile immerso nella natura, dove rilassarsi ammirando panorami spettacolari e dando sfogo a tutte le proprie energie sui pedali, per poi fare tappa per andare alla scoperta delle prelibatezze tipiche locali: è così che nasce la Green Gourmet Route, un vero e proprio viaggio sensoriale nel cuore della Slovenia più incontaminata.

La Green Gourmet Route, in Slovenia

In un periodo storico in cui sono sempre più i viaggiatori che sentono l’esigenza di riconnettersi con la natura e di concedersi un’esperienza slow, è ancora la Slovenia ad offrire un’avventura che unisce la bellezza delle giornate trascorse all’aria aperta con la riscoperta di eccellenze gastronomiche tutte da assaporare. La Green Gourmet Route è un lungo viaggio su due ruote che ci sorprende per la meraviglia dei paesaggi attraversati, tra rigogliose foreste e antichi borghi da visitare, ma anche per la ricchezza delle proposte culinarie che è alla base della sua nascita.

L’idea è quella di un percorso che risponde alla sempre più grande richiesta di concentrarsi su un turismo slow, che rispetti ritmi più lenti con l’obiettivo di tutelare non solo l’esperienza dei viaggiatori, ma anche – e soprattutto – l’ambiente naturale in cui è immerso. La Green Gourmet Route è un itinerario di ben 11 giorni che attraversa la Slovenia da un capo all’altro, con numerose tappe gastronomiche progettate appositamente per offrire il meglio della tradizione e dell’innovazione culinaria di un Paese che, nell’anno 2021, ha sostenuto fieramente il titolo di Regione Gastronomica Europea.

Lungo il viaggio, i turisti potranno così concedersi soste gourmet alla scoperta di tantissime pietanze locali, rigorosamente realizzate con prodotti di agricoltura biologica, a filiera corta e stagionali. Il tutto accompagnato da pregiati vini provenienti dai tanti vigneti della regione, una vera full immersion enologica in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. E, a questo proposito, non mancano tappe dedicate ad una cucina gourmet: sono ben 6 i ristoranti stellati Michelin tra cui poter scegliere, per vivere un’esperienza più sofisticata – ma sempre all’insegna della sostenibilità.

Le tappe della Green Gourmet Route

Il lungo percorso della Green Gourmet Route si snoda tra tantissime meraviglie slovene tutte da scoprire. Si parte da Lubiana, la capitale vivace ed elegante che unisce storia, cultura e gastronomia in un bellissimo paesaggio da cartolina, adagiato lungo le sponde del fiume Ljubljanica. Lasciataci la città alle spalle, su due ruote ci dirigiamo verso la Valle dell’Isonzo e i suoi panorami da sogno: incastonata tra le Alpi Giulie, è la meta preferita per chi ama l’avventura outdoor. Ma questa è solo una delle prime tappe di un viaggio che ha ancora molto da offrirci.

Brda, importante regione viticola che si dipana tra mare e montagna, è un capolavoro di natura ed esperienze sensoriali che ci lasceranno a bocca aperta. E per soddisfare il palato non resta che dirigersi verso Nova Gorica e la Valle del Vipara, dove trova luogo la più autentica cucina slovena. Una volta fatto il pieno di prelibatezze locali, è la volta di concentrarsi sugli splendidi paesaggi offerti dalla natura: nella regione del Carso potremo scoprire un mondo sotterraneo ricco di sorprese. L’itinerario prosegue poi verso alcune città affascinanti: è il caso di Sevnica, dove visitare il suo splendido castello, Podčetrtek con le sue rinomate acque termali e Ptuj, il borgo più antico della Slovenia. L’ultima tappa è quella che ci porterà sino a Maribor, una città meravigliosa attraversata dalla Drava.

Green Gourmet Route

La Green Gourmet Route

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Il luogo più romantico del mondo è un tunnel incantato immerso nella natura

Ci sono dei luoghi che sembrano creati appositamente per incantarci, come se fossero delle destinazioni turistiche da raggiungere per celebrare la bellezza, l’amore e il romanticismo. E invece, in molti casi, si tratta di una serie di combinazioni casuali che hanno lasciato sì che la natura regnasse sovrana creando paesaggi di immensa bellezza, come nel caso del Tunnel dell’Amore in Ucraina.

Un luogo che sembra uscito da uno dei film più romantici di sempre o da una fiaba a lieto fine, proprio come quelle che piacciono a noi. Un tunnel, interamente ricoperto da rami, foglie e cespugli che crea un’atmosfera incanta e fiabesca. Un piccolo eden dell’amore che, col tempo, di è trasformata in un luogo dove incontrarsi e scambiarsi promesse di amore eterno.

Ucraina: il Tunnel dell’Amore

Quello che è stato ribattezzato come il Tunnel dell’Amore (Tunel Kokhannya), in realtà, è un vecchio binario dismesso dove un tempo, neanche troppo tempo fa, si muoveva sui binari un treno che trasportava il legno in una fabbrica di Klevan. Con gli anni, la sua funzione originaria, è venuta meno e questo tratto di ferrovia è stato abbandonato.

Lungo circa 5 km, il tunnel oggi è considerato uno dei luoghi più romantici dell’Ucraina e forse del mondo intero. E basta guardare le istantanee immortalate dai fotografi e dai viaggiatori di tutto il mondo per comprendere tutto il fascino che si nasconde dietro a questo luogo suggestivo.

Anche se situato al di fuori dei sentieri turistici più battuti, il Tunnel dell’Amore non smette di essere un richiamo per gli innamorati del mondo. Non solo per la sua bellezza, ma anche per le storie e le leggende romantiche che sono state tramante per anni.

Oggi l’usanza è proprio quella di recarsi qui, insieme alla propria dolce metà, per esprimere un desiderio d’amore che poi si avvererà.

Come in una fiaba: tra storie e leggende

Quello che si palesa davanti agli occhi dei visitatori come un bosco incantato, in realtà è un fenomeno botanico che si può spiegare proprio grazie alle origini di questo tunnel. Il passaggio regolare del treno, per molti anni, in questa fitta boscaglia ha creato un un sentiero a forma di arco immerso nel verde.

Se nel primo tratto del Tunnel dell’Amore, questo paesaggio sembra piuttosto lineare, proseguendo si vede come, invece, la natura abbia preso il sopravvento in maniera selvaggia e bellissima.

La versione più romantica e suggestiva della nascita di questo tunnel è fatta risalire alla storia d’amore di due ragazzi che si è consumata nello scorso secolo. Un ingegnere polacco di Orživ, giunto qui per lavoro, si innamorò perdutamente di una ragazza di Klevan, ma il loro grande amore era ostacolato dai genitori di lei che non approvavano la relazione. Così, approfittando delle sue abili doti, il giovane fece costruire una piccola rete ferroviaria che collegasse Orživ e Klevan. Il Tunnel dell’Amore, appunto, che divenne il loro nascondiglio segreto.

L’altra storia, quella reale e meno romantica, anche se non del tutto accreditata, vuole che la costruzione della galleria immersa nella natura sia stata una scelta strategica per nascondere gli spostamenti tra un villaggio e l’altro agli occhi delle basi militari del territorio circostante.

Indipendentemente dalla versione in cui sceglie di credere, il Tunnel dell’Amore resta uno dei luoghi più affascinanti, romantici e suggestivi del mondo intero.

tunnel dell'amore

Tunnel dell’Amore, Ucraina

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Sembra un dipinto: lo spettacolo del risveglio della natura

La foto fa emozionare: sembra di trovarsi davanti a un dipinto che ha preso in prestito i colori dai campi e dai fiori e non è certo l’unico in questo periodo. Sono dei veri e propri capolavori artistici da contemplare questi paesaggi che si palesano all’improvviso davanti ai nostri occhi. Quadri di immensa bellezza che portano la firma di Madre Natura proprio ora che lei si prepara alla sua grandiosa e straordinaria rinascita.

La primavera non la si può non amare, perché è questa la stagione che ci ricorda quanto è meraviglioso il mondo che abitiamo quando è la natura a dominarlo. Così ecco che i mesi che vanno da marzo a giugno si trasformano per noi in grand tour che attraversano il mondo in lungo e in largo tra fioriture lussuose e infinte che si perdono a vista d’occhio.

Il risveglio della natura si trasforma in un capolavoro, come dimostra questa fotografia scattata a Longyan dove i fiori di ciliegio si alternano alle foglie di tè. Un’opera d’arte che si può osservare e attraversare, per perdersi e immergersi in tutta questa meraviglia.

Fioritura di ciliegi a Longyan

Fioritura di ciliegi a Longyan

I ciliegi fioriscono e danno spettacolo

È difficile scegliere un’istantanea, e una soltanto, che sappia rappresentare al meglio tutto ciò che sta per accadere intorno a noi. Eppure la fotografia dei ciliegi che stanno fiorendo in un giardino di tè a Longyan, in Cina, è il perfetto preludio a tutto ciò che ci prepariamo a vivere.

È la natura che si riappropria dei suoi spazi dopo un lungo e doveroso letargo. Lo fa attraverso le meravigliose fioriture che si susseguono in tutto il mondo, che invadono i campi infiniti che splendono sotto al sole e persino i deserti più aridi, quasi a ricordarci che non c’è nulla che essa non possa fare.

La fioritura degli alberi di ciliegio, poi, è una vera e propria esperienza per i sensi che ogni anno mette in moto viaggiatori da ogni parte del mondo pronti all’osservazione. Si tratta dell’Hanami, un termine giapponese che fa riferimento alla tradizione locale di osservare la bellezza della fioritura primaverile degli alberi, diffusasi poi in tutto il mondo.

Questo spettacolo, però, non è prerogativa del Giappone, come dimostra la bellezza mozzafiato dei campi da tè delle colline in provincia di Fujian. In questa zona, infatti, ogni primavera fioriscono circa diecimila alberi di ciliegio che, messi in fila, appaiono dall’alto come dei nastri rosa che avvolgono il territorio circostante.

Il panorama si tinge di rosa mentre il profumo inebriante dei fiori di ciliegio si diffonde nell’aria. Lo show ha inizio.

Fioritura di ciliegi a Longyan

Fioritura di ciliegi a Longyan

Dove ammirare i ciliegi in fiore

Il Giappone è sicuramente il regno dei ciliegi in fiore, qui ogni anno i cittadini, affiancati dai turisti, si riuniscono per le strade, per i parchi e nei luoghi più diversi per ammirare i sakura, i boccioli di ciliegio, in tutto il loro splendore.

Ma l’Hanami è un’esperienza sensoriale che si può vivere anche in altre parti del mondo. A Washington, per esempio, sono tantissimi gli alberi di ciliegio piantati sulle rive del fiume Potoma che ogni anno danno spettacolo.

A Bonn, in Germania, c’è un tunnel di ciliegi che esplode in tutta la sua bellezza quando la primavera arriva. Anche l’Italia, però, offre la possibilità di praticare l’Hanami a Roma, con le fioriture del laghetto dell’Eur e quelle del Giardino Giapponese all’interno dell’Orto Botanico, e a Milano nel Giardino Zen in Piazza Piola.

Fioritura di ciliegi a Longyan

Fioritura di ciliegi a Longyan

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Il villaggio Svizzero che profuma di fiori e farina

Incastonato tra i paesaggi idilliaci e incontaminati della Valle Onsernone, considerata la più selvaggia di tutta la Svizzera, passando tra risalti, paesaggi isolati e strutture antiche e abbandonate, si arriva a Vergeletto, un piccolo e delizioso villaggio abitato solo da 64 persone.

Le poche case in pietra che si affiancano una all’altro si palesano come una poetica visione, la vita che pullula all’interno dei boschi della valle fatta di flora e fauna selvaggia, qui lascia spazio a quella umana che scorre lenta, secondo tradizioni antiche e secolari.

Vergeletto: la patria dell’anima e della farina

Situato proprio sotto il grazioso laghetto alpino di Salei, raggiungibile imboccando i sentieri montani, questo villaggio si palesa davanti agli avventurosi, abituati ad attraversare la natura e null’altro per chilometri, come un miraggio. Lontano dai sentieri più battuti dal turismo, Vergeletto è un luogo appartato, selvaggio e incontaminato, dove la vita scorre seguendo i ritmi scanditi dalla natura.

La visione è idilliaca e sicuramente inedita, eppure a guardare Vergeletto non si può non desiderare di tornare ancora, e a guardare le fotografie che lo ritraggono il motivo sembra piuttosto intuibile. Sembra quasi di poterla attraversare quell’atmosfera silenziosa e surreale in cui tutto è rimasto sospeso nel tempo e nello spazio. Un luogo in cui è possibile dare voce alle emozioni e ascoltarle, data l’assenza di traffico, caos e disordine che contraddistinguono i giorni della società contemporanea. Un luogo dell’anima, come lo ha definito lo scrittore Max Frisch.

Ma Vergeletto è anche il luogo che profuma di mais e pop corn, di farina. Non una qualsiasi ma quella di quella bóna, oggi diventata una preziosa testimonianza del tempo passato nonché ingrediente strategico e speciale per le preparazioni di birre, biscotti, torte e gelati.

Vergeletto e la farina bóna

Come un antico scrigno volto a conservare un prezioso tesoro, così è Vergeletto. La memoria degli anziani, che vivono ancora nel villaggio, è preziosa, sono loro i custodi di questa antica preparazione. La testimonianza più antica della produzione della farina bóna risale agli ultimi decenni del 1800.

Una preparazione, questa, che rischiava di essere perduta per sempre durante gli anni ’60 dello scorso secolo a causa dei cambiamenti delle abitudini alimentari e dell’assenza dei mugnai. A partire dagli ultimi anni del 1900, però, anche a seguito della ristrutturazione del mulino di Loco, la memoria dell’antico prodotto è tornata in auge e Vergeletto ha ricominciato la sua produzione.

L’impegno dei mugnai per la produzione di farina di mais è forte del ricordo di Nunzia Terribilini, la donna alla quale è attribuita l’idea di tostare il mais fino a che almeno un terzo dei chicchi non scoppiassero. Ora sono gli abitanti della Valle Onsernone a dover continuare quel lavoro iniziato tanti anni fa, lo stesso destinato a essere tramandato da generazioni.

Così ecco che un viaggio a Vergeletto si trasforma, come per magia, in un’avventura che attraversa il tempo e lo spazio, che permette di entrare nelle viscere della natura incontaminata e da questa lasciarsi accarezzare, che consente ai viaggiatori di esplorare tradizioni antiche e straordinarie. Pronti a partire?

Vergeletto

Vergeletto

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Tra divinità, natura e magia: l’isola nascosta della Grecia

Meravigliosa è la Grecia, già destinazione prediletta di viaggiatori e vacanzieri di tutto il mondo, con le sue isole e gli isolotti sparsi per il Mar Egeo e il Mar Ionio. Secondo l’ente del Turismo greco sono circa 6000 i lembi di terra che affiorano dal mare, e che conservano un patrimonio storico, culturale e naturale immenso.

Ed è proprio tra questi che c’è un’isola segreta, quasi nascosta alla stregua di un tesoro prezioso. Essa sorge nel mare Egeo settentrionale, a pochi chilometri dalla linea di confine con la terra di Turchia ed è meravigliosa.

Già meta frequentata dagli appassionati di archeologia, l’isola di Samotracia è celebre anche per la sua Nike, la scultura alata trovata proprio sull’altare dei Grandi Dei nel 1863 e ora esposta all’interno del museo del Louvre a Parigi. Ma è anche l’isola della natura selvaggia, degli scenari lussureggianti e delle cascate. Un’isola da scoprire per innamorarsi, ancora una volta, della Grecia.

Cascate di Samotracia

Cascate di Samotracia

Samotracia, l’isola del Mare Egeo

A Samotracia non ci sono le casette bianche con le finestre blu, non ci sono neanche tutti quei turisti a godere del clima da vacanza perfetta e della movida che le altre isole della Grecia offrono. Ci sono però i tetti rossi, le influenze turche e i balconi in legno che si affacciano dalle case in pietra. Ci sono i massicci montuosi che circondano le spiagge, quelle dalle quali è è possibile raggiungere i boschi e scoprire fiumi, laghi e cascate, piscine naturali all’interno delle quali rigenerarsi e meravigliarsi.

Un vero e proprio paradiso di serenità, un’oasi di pace che ha preso in presto dalla natura i suoi colori più belli per dipingere l’isola intera. Il verde e l’azzurro sono gli assoluti protagonisti di questo scenario incantato, come se gli antichi dei avessero plasmato questo luogo immaginandolo come una dimora paradisiaca in cui vivere eternamente.

Non ci sono locali notturni e discoteche, neanche nei villaggi più turistici. Ma la loro assenza è ripagata dai torrenti, dai fiumi e dalle cascate, dalla natura silenziosa che scandisce i ritmi nuovi del tempi, quelli che scorrono lentamente. Le spiagge sono poche, ma quelle che ci sono bastano a godere della grande bellezza dell’isola.

Samotracia

Samotracia

Cosa vedere e cosa fare a Samotracia

Negli ultimi anni Samotracia è stata scelta come meta di vacanza per un turismo alternativo, hippie e fuori dall’ordinario, ma anche come destinazione per scoprire il perfetto connubio esistente tra storia e natura. L’itinerari sull’isola comincia dal monte Fengari, dalla sua cima per ammirare tutto lo splendore del territorio, per poi scendere tra sentieri e canyon, vallate e gole.

È proprio percorrendo questi sentieri che si aprono davanti allo sguardo degli scenari da fiaba: sono le cascate e le piscine naturali che si trovano sui fiumi Arapis, Platia e Agistros. La più celebre, la cui fotografia è spesso utilizzata per raccontare la grande bellezza di Samotracia, è la cascata Gria Vathra. Qui il paesaggio è in continuo movimento tra salti d’acqua e fruscio delle foglie: uno spettacolo inebriante in cui immergersi e perdersi.

La vita cittadina, o meglio turistica, si svolge a Loutrá. È questo il punto di partenza per la gran parte dei viaggiatori che scelgono di scoprire l’isola. Nonostante la presenza dei turisti, però, la località mantiene la sua intatta atmosfera isolana, quella fatta di cose semplici come taverne, locali all’aperto e passeggiate tra la natura.

Imperdibile è anche Hora, il capoluogo dell’isola, nonché una pittoresca cittadina protetta naturalmente da due falesie che incorniciano una visione idilliaca. Ovviamente, immancabile, è una tappa al Santuario dei Grandi Dei, lì dove si trovano gli enigmi mai risolti, dove è conservato tutto il fascino di culti e riti antichissimi che sembrano fissare un legame eterno e indissolubile con l’isola greca.

Santuario dei Grandi Dei

Santuario dei Grandi Dei

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Ingria, il micro borgo è tra i più belli d’Italia

Porta d’ingresso della Val Soana, tra il verde e la tranquillità dei castagneti a 827 metri di altezza, Ingria è uno dei borghi più piccoli (e belli) d’Italia con soli 46 abitanti e 21 frazioni, molte delle quali oggi disabitate.

A 57 chilometri da Torino, il borgo accoglie in un’atmosfera bucolica e ideale per rilassarsi lontano dalla folla e dalla frenesia di tutti i giorni: attrae gli amanti della montagna, delle lunghe passeggiate nel cuore della natura, delle escursioni e del trekking.

Il suggestivo sfondo del Gran Paradiso aggiunge fascino a questa raccolta ma vivace realtà la cui Pro loco è molto attiva e organizza numerose manifestazioni nel corso dell’anno.

ingria piazza

La piazza di Ingria

Ingria, il meglio del fiabesco borgo

Immerso nella quiete e nella meraviglia della Val Soana e del Parco Nazionale del Gran Paradiso, Ingria è il borgo perfetto per chi ama le attività sportive all’aria aperta, sia a livello amatoriale che agonistico.

È, infatti, lo scenario più adatto per praticare trekking, alpinismo, scialpinismo, escursionismo, arrampicata, passeggiate a piedi o in mountain bike, scalate di cascate di ghiaccio, kayak e canoa.

Ma non è tutto perché vanta alcuni punti di interesse che non lasciano indifferenti a partire dalle tipiche e pittoresche case in pietra con i tetti a “lose”, le scalette, i ballatoi e le arcate.
Nelle frazioni di Rivoira e Campovardo, a causa del terreno ripido, alcune case sono state costruite a tre o quattro vani sovrapposti e, se di un solo vano, si mostrano con un particolare “effetto torre”.

Il centro storico è poi un autentico “museo a cielo aperto” grazie alla brillante iniziativa “Le case raccontano“: sulle abitazioni, infatti, una serie di pannelli narrano la storia degli edifici indicando, ad esempio, quale era la vecchia scuola o l’osteria di un tempo.
Le vetrine illustrano gli antichi mestieri con allestimenti (anche multimediali) e materiale informativo per ricordare la storia di Ingria, le lavorazioni artigianali e le tradizioni.

Degni di nota la Chiesa Parrocchiale di San Giacomo, risalente al XVI secolo, divenuta parrocchia nel 1708, e l’abitato di Pasturera a 996 metri di altitudine dove si staglia il campanile solitario costruito su un roccione e sgorga acqua fresca e leggera dall’antica fontana.

Infine, nella frazione Bech, si trova il bivacco ed ecomuseo “Valverdassa” che, con otto posti letto, offre ospitalità tutti i giorni dell’anno previa prenotazione.

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Il Municipio di Ingria

Le escursioni alla scoperta del magnifico territorio

Partendo da Ingria si ha la fantastica occasione di fare rigeneranti passeggiate tra boschi, mulattiere, corsi d’acqua e caratteristiche borgate: raggiungendo la frazione di Camprovardo potrete ammirare la fontana del 1858 e le caratteristiche case di tre o quattro piani collegate da scale esterne di legno.

Altro itinerario da non perdere è quello che si snoda lungo il Vallone di Codebiollo o di Verdassa con partenza dalla frazione di Frailino: la mulattiera scende verso il torrente Soana, lo attraversa su una passerella e incontra la frazione Bettassa con le tipiche abitazioni alpine e la Cappella di Santa Liberata del 1764.
Si conclude ai 1025 metri di Beirasso, borgata ormai disabitata.

Per lasciarsi incantare da tutta la bellezza del paesaggio montano, si può anche risalire il vallone e raggiungere il Lago della Mionda e proseguire fino ai Laghetti di Canaussa, specchi di acqua blu che riflettono le cime delle montagne tutt’intorno.

Ingria - accesso in piazza del Municipio

Ingria – accesso in piazza del Municipio – Ph Antonio Luna

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Questo treno con la locomotiva a vapore attraversa paesaggi iconici

Il Treno Natura che sta per partire attraversa uno dei paesaggi più iconici d’Italia: la Val d’Orcia. Dal 2014, questa valle toscana è tutelata dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E un viaggio a bordo di questo treno è un’esperienza unica.

Si viaggia a bordo di un treno a vapore che percorre una suggestiva linea ferroviaria, chiusa all’esercizio ordinario nel 1996 e mantenuta in vita come linea a esclusivo uso turistico fino ai nostri giorni. Oggi, la Ferrovia della Val d’Orcia, con i suoi 51,2 chilometri che collegano le province di Siena (Asciano) e Grosseto (Monte Antico), rappresenta il miglior modo per trascorrere una giornata nel cuore più autentico della Toscana e provare un’esperienza di viaggio “slow”.

Salire a bordo del Treno Natura significa viaggiare all’insegna della storia e delle tradizioni gastronomiche, da Siena attraversando il cuore di questo spettacolare territorio che offre infinite attrattività turistiche, tra incantevoli borghi medievali, luoghi da visitare e percorsi di turismo esperienziale.

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L’iconica Val d’Orcia, in Toscana

L’itinerario del Treno Natura

Tante sono le attrattive turistiche in poco più di 50 km. Il percorso a bordo del treno d’epoca ha origine a Siena, “Città del Palio”, a bordo delle antiche carrozze “Centoporte”, trainate da locomotive a vapore finemente restaurate dalla Fondazione FS. La prima stazione che s’incrocia è quella del borgo trecentesco di Buonconvento, da cui è facilmente raggiungibile San Quirico d’Orcia, punto di partenza di una delle tappe più belle e suggestive della Via Francigena, la famosa via di pellegrinaggio che parte a Canterbury e arriva fino a Roma. Siamo immersi tra distese di grano, vigneti e campi di girasoli, in uno scenario di impareggiabile bellezza che si apre a borghi antichi abbarbicati sulle colline e distese pianeggianti dai colori uniformi.

Il tragitto continua piegando verso Sud-Ovest dove, da Monte Antico, inizia il viaggio lungo la ferrovia storica e, costeggiando la linea del fiume Ombrone, si giunge a Monte Amiata. A pochi chilometri dalla stazione, si trova la splendida Abbazia di Sant’Antimo, un complesso monastico il cui primo nucleo risale all’VIII secolo, uno degli esempi più importanti del romanico toscano. Proseguendo per alcuni chilometri, attraversando i vigneti del rinomato Brunello, è possibile raggiungere in bus Montalcino, piccolo gioiello medievale che s’affaccia sul panorama spettacolare delle crete senesi e delle colline maremmane.

Montalcino

Panorama di Montalcino

Risalendo verso Siena, s’incrocia la stazione di Torrenieri, anch’essa collegata da bus di linea a San Quirico d’Orcia, ma dalla quale sono anche facilmente raggiungibili altre meraviglie toscane, come il complesso termale della frazione Bagno Vignoni, con la sua vasca rettangolare di origine cinquecentesca, e Castiglione d’Orcia, il cui centro abitato sorge ai piedi della suggestiva Rocca degli Aldobrandeschi.

Da Torrenieri a Trequanda si risale la valle del torrente Asso, per rimmergersi in un panorama che, tra gallerie e viadotti, attraversa calanchi e paesaggi collinari aspri e arriva ad Asciano, l’antico borgo di origini etrusche, dove termina il tratto lungo la ferrovia storica.

La piazza termale di Bagno Vignoni

La famosa piazza termale di Bagno Vignoni

Quando parte il Treno Natura

Il Treno Natura della Toscana percorre diversi itinerari a seconda della data di partenza. Quello del 27 marzo è il “Treno Natura: il tartufo marzolo” che, da Siena, arriva a S. Giovanni d’Asso, attraversando la Valle dell’Arbia e la valle dell’Ombrone. Dopo aver attraversato il Parco della Val d’Orcia, le zone del Brunello di Montalcino e le Crete Senesi, il convoglio sosterà alla stazione di San Giovanni d’Asso. I viaggiatori potranno fare visita al castello, dove per l’occasione si svolgerà la mostra “Mercato del Tartufo”. Nelle vie del paese saranno allestiti dei mercatini con prodotti tipici dell’artigianato locale accompagnati da spettacoli itineranti.

Il 18 aprile partirà il “Treno Natura: fiera regionale antiquaria” che, sempre da Siena, arriva a Buonconvento. Dopo aver attraversato le Crete Senesi, il Parco della Val d’Orcia e le zone del Brunello di Montalcino, il convoglio sosterà alla stazione di Buonconvento, un piccolo paese fortificato che sorge lungo l’antica Via Francigena. Sarà possibile visitare la Fiera regionale dell’antiquariato, attraverso le vie del borgo, ma anche i musei cittadini. In alternativa, su prenotazione, i viaggiatori potranno partecipare a un trekking.

Il 23 aprile si potrà salire a bordo del “Treno Natura: festa del vino” che giunge a Torrenieri e a S. Quirico d’Orcia, dove i passeggeri del treno storico potranno partecipare alla festa dedicata al nettare degli dèi.

Invece, il 25 aprile partirà il “Treno Natura: primavera in Val d’Orcia” alla volta di Torrenieri e poi, in pullman, di Castiglione d’Orcia. Nel centro cittadino sarà possibile gustare i prodotti tipici della gastronomia locale e visitare il mercatino di prodotti locali e intrattenersi con la musica degli artisti di strada.

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La fortezza di Castiglione d’Orcia

Cosa sapere prima di partire

Per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio essere il possesso di Green Pass Rafforzato valido, a esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. È obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP2 o superiore per la protezione del naso e della bocca. La violazione di tali obblighi comporta l’intervento delle forze dell’ordine e l’interruzione del servizio alla prima stazione utile.

A seguito delle disposizioni emanate dalle autorità competenti, al fine di massimizzare la tutela della salute di viaggiatori e dipendenti, la Fondazione FS ha attivato misure e iniziative in materia di prevenzione della diffusione del Coronavirus. In particolare, sono state potenziate le attività di sanificazione e disinfezione dei treni, sono stati installati a bordo dei treni dispenser di disinfettante per le mani ed è stato introdotto un nuovo criterio di prenotazione dei posti a bordo che garantisce il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle autorità sanitarie.

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Tutti i colori della primavera: le esplosioni floreali

C’è qualcosa di meraviglioso che accade intorno a noi quando il sole diventa protagonista delle giornate e le temperature sono miti. Dopo mesi di letargo la natura lentamente si sveglia e si prepara alla rinascita. Lo fa attraverso un’esplosione di colori e profumi che ci incantano e ci stupiscono e ci confermano che la primavera, quella fatta di nuovi viaggi, esperienze e avventure, è arrivata.

È la stessa primavera che ci permette di assistere agli spettacoli più belli messi in scena da Madre Natura, quelli delle grandi fioriture in Italia, in Europa e nel mondo, le stesse che ci ricordano che la Terra che abitiamo è un luogo meraviglioso.

Le grandi fioriture di primavera nel mondo

Esistono fioriture straordinarie che, da sole, valgono l’intero viaggio, anche se questo vuol dire spostarsi dall’altra parte del mondo. Ed è il caso di quella dell’Antelope Valley in California. Dal periodo che va da fine marzo a inizio maggio, una distesa coloratissima di papaveri ricopre oltre 5000 chilometri di superficie. Nella riserva, protetta alla stregua di un tesoro prezioso,  quando la primavera arriva la magia ha inizio.

Antelope Valley in California

Antelope Valley, California

Esiste un altro luogo in California dove lasciarsi stupire dalla natura, stiamo parlando di Carrizo Plain, la prateria più grande del Paese. È qui che, tra i mesi di marzo e maggio, la fioritura delle specie selvatiche mette in scena uno spettacolo meraviglioso. Un capolavoro artistico dipinto da Madre Natura con i colori del giallo, dell’arancione e del viola.

In Cina, invece, già da fine febbraio la contea di Luoping si trasforma in un mare giallo. Tutto merito della fioritura della canola che, con la sua nuance accesa e cangiante, illumina i campi pianeggianti del territorio.

Se pensiamo alla primavera nel mondo non possiamo non parlare dell’Hanami e del Giappone, della tradizione millenaria che celebra la bellezza della rinascita quando la primavera arriva. È questo il periodo in cui i cittadini e i viaggiatori del mondo si riuniscono nei viali dei parchi e per le strade della città per ammirare la fioritura dei ciliegi.

Viaggio in Europa e in Italia tra le fioriture più belle

Il periodo primaverile in Europa ci spinge a organizzare nuovi viaggi. Tra le mete predilette di questa stagione troviamo l’Olanda, e come potrebbe essere altrimenti? È qui che la grande bellezza prende forma, in quei sterminati campi multicolore tra i mulini a vento che si perdono all’orizzonte. La stagione dei tulipani – che va da fine marzo a maggio – mette in scena uno spettacolo incredibile che lascia senza fiato.

stagione dei tulipani in olanda

Stagione dei tulipani in Olanda

Nelle Isole Azzorre, invece, durante il mese di maggio una meravigliosa e straordinaria fioritura di ortensie dà spettacolo. Il luogo migliore dove osservarle è l’isola Faial, chiamata anche l’isola blu delle Azzorre. Il motivo è presto detto: durante i mesi più caldi della primavera le ortensie crescono e popolano i prati e le strade colorando di blu l’intero territorio.

Anche l’Italia ha le sue fioriture, quelle da guardare anche a testa in su. Sono gli alberi in fiore a dare spettacolo, come i mandorli di Agrigento che iniziano a fiorire già a febbraio o quelli dei meli in Alto Adige, che trasformano i frutteti in distese eteree di bianco e di rosa.

E poi c’è lei, la più celebre fioritura d’Italia e del mondo intero, quella di Castelluccio di Norcia sui Monti Sibillini in Umbria. Uno spettacolo, questo, che lascia senza fiato ogni anno, un tripudio di colori che trasforma l’altopiano in un mosaico di colori che si incastra perfettamente nella scenografia dei monti circostanti.

Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia

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La foresta di bambù che sembra un dipinto fatato

È nelle favole e nell’immaginario fiabesco che ci rinchiudiamo ogni qualvolta abbiamo bisogno di ispirazioni creative, ma in realtà basta guardare il mondo che abitiamo per scoprire che le meraviglie incantate che appartengono ai cartoni o ai libri che abbiamo letto da bambino esistono, e sono straordinarie.

Come la splendida foresta di bambù di Arashiyama, situata a pochi chilometri da Kyoto, che racconta l’anima più vera e autentica del Giappone. Lì, dove la natura regna incontrastata e splende sotto i raggi del sole.

Arashiyama: la foresta di bambù

Si tratta di uno dei luoghi più celebri di Kyoto, perché è qui che attraversando la foresta, si ha come l’impressione di passeggiare in un luogo che non conosce le leggi del tempo, né quelle dello spazio, ma solo quelle scritte da Madre Natura.

Incastonata tra montagne lussureggianti, che la proteggono da secoli alla stregua di un tesoro prezioso, troviamo la foresta di bambù di Arashiyama. Un luogo che col tempo ha saputo aprirsi al turismo, dato che qui ogni giorno si recano migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, e che al contempo ha preservato l’anima più autentica del Paese.

E la foresta è bella in ogni momento della giornata, in ogni periodo dell’anno. È straordinaria quando le infinite file di verse brillante svettano verso il cielo e si stagliano sull’azzurro, è incantevole quando in primavera fioriscono i ciliegi e il panorama diventa poetico. Ed è quasi surreale, quando, la neve scende lentamente abbracciando con il suo candido bianco i fusti. Questa è la foresta di bambù, un luogo fatato che sembra dipinto, da visitare almeno una volta nella vita.

Oltre la foresta: il tempio Gio-Ji e il giardino incantato

Di meraviglie, il mondo ne è pieno, e quella di Arashiyama, probabilmente, non è neanche la più grande foresta di bambù che esiste, eppure è unica. Lo è perché grazie al sentiero che è stato creato, e che permette di percorrerla, si ha quasi l’impressione di entrare nel ventre della natura, di far parte di essa.

Sembra che tutti ci inviti a entrare in connessione con Madre Natura, il vento che muove i fusti e avvolge i corpi, il verde che circonda tutto intorno, i suoni, i profumi e i raggi del sole che penetrano tra le fitte file di bambù e riscaldano il viso. L’esperienza è straordinaria perché ci permette di toccare con mano l’immensità della natura.

La foresta di bambù di Arashiyama, come dicevamo, non è molto grande. È possibile percorrerla interamente in pochi minuti e restare tra le perenni legnose per ore se si vuole vivere un’esperienza di rigenerazione totale per corpo e mente. Ma basta una passeggiata di pochi minuti per andare alla scoperta di un altro luogo meraviglioso.

Proprio al confine della foresta, infatti, si erge solitario e quasi mistico il tempio Gio-Ji. Si tratta di uno dei luoghi più straordinari e sacri della città di Kyoto. L’edificio, incorniciato dalla natura rigogliosa e lussureggiante sembra quasi un’estensione della foresta.

Qui, nel sottobosco, è ancora la natura a farla da protagonista e a definire tutto il paesaggio circostante. Il giardino del tempio, conosciuto anche come giardino del muschio per la presenza massiccia di queste piccole piante, ospita felci, alberi di acero e di ciliegio che fioriscono in primavera e che regalano uno spettacolo incantato.

La foresta di bambù di Arashiyama

La foresta di bambù di Arashiyama

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Offline e felice: è questo il viaggio perfetto

Cosa cerchiamo nelle destinazioni che scegliamo per i nostri viaggi? Probabilmente la risposta è comune ed è da ritrovarsi nella voglia del contatto con la natura, per esempio, o in quella di vivere esperienze autentiche e primordiali. Il nostro modo di viaggiare, infatti, è cambiato molto rispetto a qualche anno fa e questo non stupisce.

In una quotidianità caratterizzata da tempi sempre più veloci e vorticosi, da stress e disordine, dalle esigenze personali e professionali di restare sempre connessi, il viaggio si configura come un’oasi nel deserto, un piccolo miraggio da vivere per ritrovare le energie e anche se stessi.

Ed è a partire da questa consapevolezza che le nuove tendenze hanno preso piede già da qualche tempo, le stesse che abbiamo accolto con grande entusiasmo. Ad aiutarci in questa impresa ci hanno pensato poi le aziende impegnate nel turismo e le strutture ricettive hanno messo a punto esperienze per rendere migliore le nostre vacanze che, per funzionare, devono essere offline e felici.

Vacanze no wi-fi

Le vacanze, cosiddette digital detox, non sono fatte solo di intenzioni, ma anche di fatti. Già da qualche tempo, nell’hotel di lusso Mandarin Oriental di New York, sono state proposte agli ospiti delle esperienze di totale disconnessione. Dalla possibilità di alloggiare in camere no wi-fi, passando per percorsi SPA appositamente pensati per eliminare tutto lo stress accumulato a causa della tecnologia.

Ma quello di New York non è certo l’unico caso. Le strutture ricettive della catena di lusso Wyndham Grand Hotels hanno proposto interessanti sconti a tutti coloro che hanno scelto di affrontare la permanenza senza smartphone, e non sono state le uniche.

Anche gli Hotel Concordia e al Lac Salin SPA & Mountain Resort hanno proposto una vacanza digital detox offrendo degli sconti a tutti gli ospiti capaci di rinunciare al proprio smartphone. Per non rischiare di cadere in tentazione all’arrivo tutti i viaggiatori sono invitati a riporre i loro telefoni all’interno di una cassaforte.

In vacanza senza smartphone

Vivere senza smartphone, anche per pochi giorni, è possibile. E lo dimostrano proprio i viaggi all’insegna dell’assenza del nostro inseparabile telefono. Questo è quello che succede nell‘Eremito di Parrano, per esempio. In questo eremo laico, nonché eco resort, sono proposti diversi pacchetti silenzio, ai quali si affiancano rituali di benessere e immersioni nella natura. Il wi-fi, ovviamente, è assente.

Anche un viaggio sull’Isola del Giglio può trasformarsi in una vacanza all’insegna della disconnessione. Ad aiutarci nell’impresa non è solo lo splendido panorama che si apre davanti ai nostri occhi, ma anche i corsi digital detox proposti dal Faro di Capel Rosso.

Una vacanza digital detox è possibile anche senza ulteriori aiuti, basta solo un po’ di volontà. Glamping e camping immmersi nella natura ci aiutano a vivere esperienze autentiche e primordiali, come quelle di un tempo. Basta solo mettere da parte l’ossessione dei selfie e dei social network.

Si prestano alla stessa missione anche le vacanze rurali, quelle dove tutte le energie sono ritrovate attraverso esperienze sensoriali semplici e genuine. Infine, ma non meno importanti, sono le destinazioni celebri dell’astroturismo. Qui, dove il firmamento brilla più che mai grazie all’assenza dell’inquinamento doveroso, lasciare lo smartphone spento sembra quasi un obbligo. Siete d’accordo?