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Roadsurfer: la soluzione perfetta per viaggi in camper e campeggi

Roadsurfer, il partner per i viaggi outdoor

Roadsurfer conta una flotta di ben 5 mila camper attrezzati per offrire il meglio e andare incontro ai gusti di tutti. Cerchi un mezzo maneggevole? Prova i van camperizzati, piccoli e pratici. Cerchi un modello iconico? Prova quelli trendy di VW come la Surfer Suite ed il Beach Hostel. Siete in tanti? Opta per un camper grande e spazioso, come per esempio la Road House! I mezzi a disposizione sono così tanti che avrai l’imbarazzo della scelta!

I vantaggi offerti dalla piattaforma roadsurfer sono davvero tanti. Prima di tutto un servizio attivo 24 ore 24 con pacchetti campeggio pronti all’uso. In più la piattaforma offre modifiche e cancellazioni gratuite sulle prenotazioni sino a 48 ore prima della partenza, oltre al chilometraggio illimitato.

In Italia roadsurfer ha iniziato la sua avventura aprendo una filiale a Roma e una a Milano, mentre di recente la rete è stata ampliata con un nuovo spot a Torino. Presente in oltre 12 paesi d’Europa, roadsurfer ha inaugurato una sede anche negli Stati Uniti, a Los Angeles.

Una vacanza da sogno fra campeggi e camper

Lanciata nel 2021, la piattaforma roadsurfer spots offre la possibilità di vivere un soggiorno unico mettendoti in contatto con host privati in Italia ed Europa. I proprietari degli spots offrono a camperisti e amanti del campeggio la possibilità di dormire in un bosco, in uno splendido vigneto o in una caratteristica fattoria, tutto a prezzi contenuti.

Non solo: gli host hanno la possibilità di offrire dei servizi aggiuntivi con esperienze che vanno dalla colazione con prodotti tipici sino alle degustazioni. Un’occasione per chi abita in un posto speciale e vorrebbe offrire ospitalità a viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Da un piccolo giardino a un angolo caratteristico di città: tutte le location sono benvenute sulla piattaforma!

Prenota in un click con l’app

L’app di roadsurfer spots consente di prenotare il proprio viaggio on the road in modo semplicissimo, sicuro e veloce. Offre infatti una panoramica completa degli spots, consente di filtrare per destinazione, per tipologia di veicolo, ma anche per attività praticabili nelle vicinanze ed equipaggiamento presente in loco. In questo modo potrai trovare subito il luogo perfetto per iniziare la tua vacanza e prenotarlo direttamente dalla nostra app senza bisogno di effettuare prima una richiesta di disponibilità!

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“Senti-Ieri”, i nuovi percorsi del Museo Diffuso dell’Abbandono

Un museo senza pareti, immerso nella natura che ha da tempo riconquistato gli spazi una volta appartenuti all’uomo: è questa l’idea alla base del Museo Diffuso dell’Abbandono, che raccoglie memorie di un passato non troppo lontano. In un’ampia regione ricca di sorprese, “Senti-Ieri” ci porta alla scoperta di luoghi ormai dimenticati, di rovine che una lussureggiante vegetazione ha quasi interamente ricoperto, dove sono persino tornati a vivere animali che avevano inizialmente ceduto il passo all’uomo.

Cos’è il Museo Diffuso dell’Abbandono

La Romagna abbandonata è il fulcro di un’iniziativa che da qualche anno ha visto molti volontari riportare la vita là dove da tempo la natura aveva (ri)preso il sopravvento. Dalle montagne al mare, il Museo Diffuso dell’Abbandono ci conduce tra vecchie rovine che raccontano una storia difficile e tormentata, iniziata nel periodo del secondo dopoguerra, quando moltissime persone furono costrette a lasciare case e fabbriche per una speranza di sopravvivenza.

Il loro passaggio non è però andato del tutto cancellato: in un viaggio della memoria, In Loco (organizzato dall’associazione Spazi Indecisi) dà nuovo valore a questi luoghi rimasti a lungo inosservati. Per arrivare ad oggi, c’è stato bisogno di un lavoro imponente che ha portato alla riscoperta di spazi che hanno rischiato di restare dimenticati, fin quando la natura non avesse compiuto il suo lavoro portandone via anche le poche tracce rimaste.

E il risultato è incredibile: una rete di percorsi nel verde collega alcune delle più suggestive testimonianze dell’uomo e della sua esigenza di abbandonare luoghi che considerava il suo mondo. Si tratta non solamente di un viaggio tra rovine ricche di storia e paesaggi naturali, ma anche tra antiche tradizioni e sapori indimenticabili.

Val di Covile

Fonte: Ufficio Stampa | Ph. Stefano Belacchi

Val di Covile

“Sent-Ieri”, percorsi incredibili in Romagna

Tra i diversi itinerari proposti da In Loco, ora si aggiunge “Sent-Ieri”: un suggestivo cammino che lascia la celebre Riviera Romagnola per addentrarsi tra le montagne della dorsale appenninica. Siamo al confine tra l’Emilia Romagna e la Toscana, dove si snoda l’incantevole Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Qui più che mai si può ripercorrere le tracce dell’esodo postbellico, vivendolo non solo nelle rovine di casette in pietra abbandonate in tutta fretta (e talvolta ridotte ad una manciata di sassi), ma anche nei racconti di quelli che sono stati i loro abitanti, un vero e proprio tuffo indietro nel tempo.

Da Val di Covile a Villaneta, da Ronco del Cianco a Ca’ Franchetto: luoghi che un tempo furono vivaci, e che oggi raccontano una storia fatta di tradizioni quasi dimenticate e paesaggi bellissimi. Immersi nella natura più incontaminata, tra castagneti e marronete, antichi villaggi ci offrono il loro volto più inedito.

E per un’esperienza a tutto tondo, l’app In Loco permette di accedere a tantissimi contenuti gratuiti come mappe degli itinerari, luoghi d’attrazione da visitare e documentari che, durante il cammino, ci consentono di scoprire molto di più su ciò che abbiamo davanti agli occhi. Con le voci di chi ha vissuto davvero questi posti magnifici, non potremo che lasciarci trasportare dalla magia. Non manca naturalmente la possibilità di assaporare specialità tipiche del luogo, approfittando di alcuni punti di ristoro dove trovare cibi della tradizione che ci riportano indietro nel tempo.

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Croazia Europa Idee di Viaggio parchi naturali vacanza natura Viaggi

Scopriamo la Lika-Senj! Riposa la mente nella natura incontaminata

National Park Plitvice Lakes archive

La Croazia è una terra piena di meraviglie, molte delle quali si trovano nella sua regione dalla superficie più grande – quella della Lika e di Segna (Ličko-senjska županija). Qui si possono ammirare meravigliosi altopiani caratterizzati da campi attraversati da fiumi sotterranei e montagne che si fondono con il cielo e il mare. Mentre dalle cime si gode di una vista mozzafiato sulle isole.

Motorcycle and islands – TB Lika-Senj County

Nonostante sia la regione croata con la superficie più grande, la Lika è contemporaneamente quella meno popolata. Chi volesse esplorare i suoi luoghi d’interesse naturale e culturale potrà farlo senza affollamenti. In ogni angolo di questa regione, caratterizzata da due parchi nazionali, regna infatti un’atmosfera tranquilla. Con una delle montagne più alte e più belle al suo centro, il Velebit, la regione della Lika e di Segna, è come una barriera che protegge l’Adriatico dal freddo clima continentale. Se non conoscete la regione della Lika e di Segna, lasciatevi ispirare da quest’ambiente e scoprite quale personaggio geniale vi nacque.

Un parco nazionale in ogni angolo

Una delle tante meraviglie della natura in questo territorio sono i laghi e le cascate che rappresentano un connubio affascinante tra Carso e acqua. Il Parco nazionale dei laghi di Plitvice fa parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. I suoi sedici laghi di colore verde-azzurro creano un panorama assolutamente indimenticabile ed è impossibile decidere se questa meraviglia, con la sua ricca flora e fauna, sia più affascinante in una giornata serena o di neve. I ponticelli di legno conducono a piedi attraverso questo fantastico parco mentre i laghi si possono visitare con un battello turistico oppure con un trenino.

View from Velebit mountain to Adriatic cost and Islands – TB Lika-Senj County

“Una vita non basta per il Velebit”: gli appassionati di questa montagna descrivono così la sua rigogliosa maestosità. Il Parco nazionale del Velebit settentrionale è solamente una fra le perle di questa catena montuosa che comprende anche il Parco nazionale di Paklenica. Il Parco nazionale del Velebit settentrionale presenta una moltitudine di diversità naturali con i suoi boschi, i prati, le rocce e gli animali, ma anche le tracce della presenza umana con i muretti a secco e le tradizionali dimore dei pastori. Oltre all’escursionismo e al trail running, il Velebit suscita emozioni anche per ciò che si trova al di sotto. Provate lo speleoturismo ed esplorate il suo sottosuolo alla scoperta di grotte, caverne, corridoi, fiumi e laghi sotterranei.

In bicicletta o a piedi attraverso la natura, la storia e le leggende

Cycling on Velebit – TB Lika-Senj County

Dal Velebit al Podgorje, sino a Novalja, sull’isola di Pago (Pag) ci sono numerosi percorsi ciclabili. La varietà del terreno e del paesaggio offrono a ciclisti ricreativi e professionisti la possibilità di vivere interessanti escursioni sia in biciletta da corsa che in mountain bike.

Fra i percorsi a disposizione anche i sentieri di Winnetou, il personaggio principale del leggendario romanzo. Infatti, il Velebit è stato scelto per le riprese dell’omonimo film proprio grazie a un ambiente che si adatta perfettamente allo scenario di un classico film western. Il territorio della Lika è ideale da percorrere a piedi, praticando attività come il trail running, il trekking o l’escursionismo. In questo modo potrete ammirare il paesaggio, respirando a pieni polmoni.

In quest’ambiente, che invita a passeggiare, è nato il Festival croato della camminata che si svolge a Gospić e Otočac su due percorsi di varia lunghezza. Sull’isola di Pago potete percorrere uno dei percorsi trekking più belli della Croazia, quello in cui si svolge la gara trail Life on Mars. Il vostro impegno per ogni chilometro percorso verrà ripagato da un panorama stupendo. Perché la gara si chiama proprio così? Questo dovrete scoprirlo da soli!

Cratia walking festival – TB Lika-Senj County

L’adrenalina sgorga anche dall’acqua: potete sentirla durante le varie attività acquatiche come il rafting o il torrentismo. Infatti, proprio la natura incontaminata offre le condizioni migliori per praticare degli sport estremi e adrenalinici. Per ammirare la Lika dall’alto c’è il parapendio, mentre per un ottimo team building – oltre alle attività già nominate – ci sono lo sci, la fotografia e altri sport adrenalinici.

Sapori di montagna e di mare

Traditional food – National Park Plitvice Lakes archive

La Regione della Lika e di Segna sono il luogo in cui s’incontrano i profumi del mare, della salvia, delle olive e della bora, ma anche quelli dell’erba, del fieno e del bosco. Nel litorale o sull’isola di Pago potete assaporare il pesce, il sale, l’olio d’oliva, il rosmarino e la salvia, accompagnati dal prosciutto crudo stagionato al vento di bora e dai formaggi locali. Nell’entroterra troverete invece il latte fresco, i formaggi come lo “škripavac”, la carne d’agnello allo spiedo o cotta sotto il coppo, le patate arrostite, il cavolo cappuccio, la trota del fiume Gacka, il granoturco e la farina. E ancora le prugne e i funghi che giungono dalla parte continentale della regione. Molte ricette provengono da una cucina tradizionale e contadina e testimoniano le usanze e il modo di vivere di un tempo, mantenendo così la tradizione e sperimentando tutte le meraviglie della Lika.

Un ambiente che ispira

La tranquillità e la natura incontaminata fanno di quest’ambiente una fonte d’ispirazione. Infatti, un piccolo paese della Regione della Lika e di Segna è il luogo in cui nacque Nikola Tesla, uno dei più grandi visionari del XX secolo che, con le sue riflessioni e invenzioni, cambiò e segnò per sempre la storia. Il Centro memoriale di Nikola Tesla è costituito da edifici tradizionali e da strutture nuove, fra questi ll casa natale in cui si trova un’esposizione multimediale. Il centro si trova a Smiljan, un paese vicino a Gospić: in questa destinazione meravigliosa potrete scoprire tutto sul genio che ha cambiato il mondo.

Nikola Tesla – TB Lika-Senj County

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Un parco artistico magico colora l’entroterra calabro

Nel cuore della Calabria, a Mammola, nella parte più a sud della provincia di Reggio Calabria e nascosto ai piedi dell’Aspromonte c’è MuSaBa, un parco museo a cielo aperto immerso nella vallata del Torbido e a circa una decina di chilometri dalle acqua cristalline del Mar Ionio. Un progetto nato nel 1969 per opera di due artisti visionari, Nick Spatari e Hiske Maas che, dopo diverse collaborazioni di pregio con personaggi di spicco del panorama artistico contemporaneo, tra cui Picasso, Sartre, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, ecc., decisero di donare una nuova vita a un posto abbandonato della Locride, sul versante Ionico della Calabria. Nel cuore di un’area dalle bellezze mozzafiato.

Un parco museo e laboratorio di arte contemporanea, nato intorno ai resti di un antico monastero del X secolo. E un luogo che unisce tra loro il moderno all’antico, in un turbinio di emozioni da vivere e in cui immergersi totalmente sperimentando in prima persona l’arte e l’universo di colori, materie, forme, tecniche e genialità creativa che lo caratterizzano.

La storia

MuSaBa, Parco Museo Laboratorio Santa Barbara, nasce sul finire degli anni ’60 inizialmente come associazione Museo Santa Barbara per poi diventare, nel corso del 2014, MuSaBa Fondazione Spatari/Maas. Un sogno che è stato reso reale dalla volontà di due giovani artisti, Nick Spatari, di origine calabrese e nato proprio a Mammola (scomparso a 91 anni nel 2020) e la moglie e artista olandese Hiske Maas, conosciuta nel periodo in cui i due vissero a Parigi.

Dopo qualche anno trascorso a Milano, dove aprirono la Galleria Studio Hiske, accessibile ad artisti e non, i due decisero di tornare al paese natale di lui, appunto Mammola e ritrovandosi immersi in un luogo in cui la natura aveva preso il sopravvento, piena di bellezza, energia e mistero. E fu esattamente qui che, ammaliati dal posto, decisero di stabilirvisi e di iniziare la realizzazione di un progetto visionario, audace ma carico dei sogni di entrambi, il Museo Santa Barbara, pensato per essere un mix tra parco-museo-scuola e laboratorio d’arte.

Un progetto che di fatto, riporta l’artista alle sue origini, nel luogo in cui si sviluppò la sua vena artistica che proprio qui si mostra in tutta la sua forza e creatività.

Il progetto

Inizialmente, quando i due giovani arrivano nel 1969, quello che trovarono non era altro che un insieme di resti abbandonati, testimonianza di un’epoca passata e, fino a quel punto, dimenticata. Un rudere, certo, ma carico di storia, di fascino e di magia.

Circondato dalla natura selvaggia ma anche di un’atmosfera magnetica e di straordinaria potenza di cui i due artisti si innamorano all’istante, decidendo di donare nuova vita alla zona e iniziando la promozione un progetto di recupero durato circa cinquant’anni. L’obiettivo era quello di realizzare delle iniziative culturali per la promozione del patrimonio architettonico e ambientale calabrese e che oggi si snoda all’interno di bellissimo parco di 7 ettari in cui poter ammirare le opere realizzate nel corso del tempo da Nik e Hiske e da altri artisti contemporanei internazionali.

Il tutto in un museo d’arte a cielo aperto dal fascino suggestivo e dall’alto valore artistico immerso in un contesto naturale di pura bellezza e tra i ruderi del monastero sul quale è nato.

Cosa vedere a MuSaBa

Un piano ampio, che si sviluppa in un concentrato d’arte a 360° e che, tra le altre, ha visto la creazione di opere e progetti volti all’arricchimento di tutti.

Come la foresteria, una delle opere più imponenti del MuSaBa, nata per assolvere alle diverse esigenze funzionali del parco museo. Un luogo realizzato ispirandosi alla vita monastica, in cui sono presenti delle stanze o “celle”, con ben 22 posti letto, decorate secondo il genio creativo dell’artista. Qui, nel chiostro della foresteria stessa, è possibile ammirare il Mosaico Monumentale ad opera dello stesso Spatari. Un produzione artistica carica di colori (segno distintivo dell’artista), architettura e geometrie, e che raffigura una serie di scene tratte dalla tradizione cristiana e alla civiltà sumera.

Un’opera magistrale e in cui le migliaia di piastrelle colorate utilizzate per la composizione del mosaico danno vita a uno spettacolo senza fine che vi rimarrà nel cuore per sempre.

Musaba mosaico

Fonte: Wikipedia

Il Mosaico Monumentale

All’interno del chiostro, poi, è possibile vedere anche L’Ombra della sera, una scultura alta ben 15 metri realizzata interamente in ferro che raffigura la sagoma di un uomo sottile, come una sorta di guardia posta a difesa del museo e dell’arte tutta.

Altra opera da non perdere e che rende MuSaBa un luogo carico di vitalità, energia, magia e avanguardia artistica, poi, è il laboratorio di sperimentazione artistica realizzato dal recupero dell’ex stazione ferroviaria Santa Barbara. Patrimonio per artisti e per chiunque voglia cimentarsi nell’arte e dar sfogo alla propria creatività. Ma non solo. Perché le opere da ammirare a MuSaBa sono davvero tante e una più affascinante dell’altra.

Come, per esempio, La farfalla, un’opera iconica posta all’esterno della foresteria, il Concetto universale che nelle forme richiama una piramide, così come la chiesa di Santa Barbara, dove fermarsi ad ammirare rapiti Il sogno di Giacobbe, opera di Spatari che ricopre quelle che un tempo furono l’abside e la volta della chiesa e la Rosa dei Venti, l’ultimo grande lavoro di Nik e Hiske che venne ultimata nel corso del 2013.

Oltre alle innumerevoli opere dei due creatori del luogo e di altri numerosi artisti del panorama internazionale. Che nel corso degli anni hanno visitato, abitato e donato il loro contributo, lasciando al parco museo opere e interventi artistici di puro splendore e che potete trovare disseminate in tutto il parco.

Un viaggio nella bellezza, che racconta la storia d’amore vissuta dai due artisti e l’amore e totale devozione verso l’arte, in ogni sua forma, colore o dimensione. E di cui, grazie al MuSaBa e alla determinazione di chi ne ha consentito la nascita, è possibile godere in un’esperienza emozionale e visiva a 360°. Lasciandosi trasportare dalle sensazioni che solo il connubio armonioso tra arte e natura sanno suscitare. Il tutto unito dallo spirito libero di entrambe e dalla magia della terra che le ospita.

Non resta che correre a vistare questo luogo dai tratti surreali.

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L’orso che guarda verso il mare è un capolavoro della natura

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie da raggiungere e scoprire. Alcune di queste sono così straordinarie e surreali da sembrare un sogno a occhi aperti che si avvera.

E questo accade soprattutto quando ci troviamo davanti a quelle incredibili opere che portano la firma di Madre Natura, autentici capolavori che ci spingono a viaggiare fino in capo al mondo. Eppure non abbiamo bisogno di andare così lontano per osservarli, perché alcuni di questi sono propio qui, nel nostro Belpaese.

Come quello straordinario orso che guarda e sorveglia uno dei mari più belli d’Italia e che sembra reale. E invece è un capolavoro della natura che incanta e che stupisce, che lascia senza fiato.

La Roccia dell’Orso

È la Roccia dell’Orso la protagonista di questo articolo, nonché una delle mete più amate e raggiunte dai turisti di tutto il mondo. Ci troviamo nei pressi di Palau, una delle più celebri località turistiche della Sardegna.

Questa insenatura situata a pochi passi dalla Costa Smeralda, e bagnata da acque limpide e cristalline, ospita una roccia scolpita dalla natura, una delle icone più celebri a livello internazionale di tutto il territorio sardo.

La roccia dell’Orso, ufficialmente Capo d’Orso, è situata in cima a un promontorio che domina dall’alto il mare e la terra e che restituisce una visione quasi surreale che si perde nell’infinito. È lì da quando si ha memoria, da quando gli antichi marinari avvistarono da lontano la sagoma di un orso.

Lo chiamavano promontorium arcti – promontorio dell’orso – in riferimento alla presenza della figura dell’animale che appariva da lontano, e da quel momento il nome è rimasto inalterato. La prima documentazione storica è firmata dal geografo greco Tolomeo che, oltre a fornire le coordinate esatte, ha raccontato di come i navigatori del tempo provavano sentimenti contrastanti, tra fascino, seduzione e inquietudine, davanti a quella visione.

Un capolavoro leggendario firmato da Madre Natura

Capo D’orso ha fatto anche da sfondo a uno dei più grandi poemi epici della storia. Secondo lo scrittore Victor Berard, studioso di Omero e dell’Odissea, il promontorio sardo è l’unico luogo di tutto il Mediterraneo che può essere identificato con certezza nel poema.

Capo d’Orso, infatti, sarebbe la terra dei Lestrigoni, quella in cui Ulisse sbarcò insieme al suo equipaggio per cercare acqua e cibo nel libro X dell’Odissea. La roccia corrisponderebbe alla fonte Artacia, dell’orso appunto. L’alone leggendario che circonda il promontorio lo rende ancora più affascinante e seducente, ma la verità è che la sua bellezza è indiscussa da ogni punto di vista.

Anche se potrebbe sembrare un’opera d’arte creata dall’uomo, in realtà quella meravigliosa scultura naturale che assomiglia a un orso e che guarda verso il mare è stata plasmata dai venti e dagli agenti atmosferici per milioni di anni. Sono stati loro a modellare la roccia granitica e a creare quella sagoma così riconoscibile e suggestiva.

La Roccia dell’Orso oggi rappresenta uno dei monumenti naturali più belli della Sardegna e dell’Italia intera ed è visitata ogni giorno da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

La scultura è situata su un rialzo che svetta verso il cielo e raggiunge i 120 metri d’altezza e che sembra vegliare su tutta Palau e sul mare. È raggiungibile percorrendo un sentiero in pendenza di breve durata che porta fino in cima. Da qui è possibile ammirare la roccia, perfettamente scolpita e levigata, in tutto il suo splendore. Ma guardate anche verso il mare per scorgere il meraviglioso parco dell’arcipelago della Maddalena che si trova proprio di fronte alla scultura. Godetevi la vista, da qui è meravigliosa.

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Il Canyon delle Timpe Rosse, opera della natura modellata dal tempo e dall’acqua

Mare, sole e tante spiagge stupende: la Calabria è una meta perfetta per l’estate, e il turismo balneare in effetti è una delle sue prerogative più celebri. Tuttavia, basta addentrarsi un pochino per scoprire che le bellezze di questa regione non si limitano assolutamente solo all’incantevole litorale. La natura offre il meglio di sé tra suggestivi parchi ricchi di vegetazione e impetuosi corsi d’acqua che si snodano in un paesaggio da favola. Ed è proprio la forza dell’acqua ad averci regalato un piccolo capolavoro assolutamente da esplorare: il Canyon delle Timpe Rosse.

Canyon delle Timpe Rosse, bellezza della natura

Immaginate un piccolo torrente dalle acque cristalline, che scorre vivace in mezzo ad una rigogliosa vegetazione, attraversando per pochi chilometri l’entroterra calabrese per poi gettarsi nel mar Ionio lungo quel bellissimo tratto di litorale chiamato Costa degli Aranci. Ecco, questo è il torrente Uria: uno dei tantissimi brevi corsi d’acqua che affollano questa regione, ma che si distingue per una particolarità. Nei millenni, il suo incessante lavorio sulla roccia ha dato vita al Canyon delle Timpe Rosse, una perla quasi sconosciuta e dal fascino rarissimo.

Qui i colori sono incantevoli, una visione che toglie il fiato. L’area è caratterizzata dalla presenza di imponenti rocce di arenaria rossa, la cui sfumatura così particolare è dovuta alla ricchezza di ferro nel terreno. Il contrasto con il verde della natura lussureggiante che circonda il canyon è davvero suggestivo: una meraviglia che si amplifica al tramonto, quando gli ultimi raggi tiepidi del sole riflettono ancor di più il rosso delle rocce facendole sembrare quasi in fiamme. E ad aver dato origine a questo spettacolo unico al mondo è stato proprio il torrente Uria, che ha modellato le pareti in geometrie bizzarre e ricche di fascino.

Canyon delle Timpe Rosse

Fonte: Wikimedia | Ph. Timpano Gianfranco

Il Canyon delle Timpe Rosse

Escursione al Canyon delle Timpe Rosse

Il Canyon delle Timpe Rosse offre un’escursione assolutamente imperdibile, ma decisamente ardua. Si tratta di un percorso breve, che si può effettuare in circa un paio d’ore, ma prevede una discesa piuttosto ripida che non è adatta ai meno esperti. Il paesaggio è bellissimo, impreziosito da graminacee, giaggioli siculi e fichi selvatici: colori e profumi, soprattutto in primavera e in estate, regalano la prima grande emozione di questo piccolo viaggio. Il sentiero conduce velocemente verso il basso, presso l’alveo del fiume, dove il canyon si apre in tutto il suo splendore.

Qui, maestosi pinnacoli più chiari, che madre natura ha realizzato con la roccia calcarea, puntano verso il cielo formando bizzarre sculture che mente umana non avrebbe mai potuto ideare. Una volta guadato il corso d’acqua, non resta che addentrarsi tra le imponenti pareti rocciose di un rosso meraviglioso. Questo è il canyon vero e proprio, dove il silenzio è interrotto solamente dallo scrosciare dell’acqua sulle pietre e dagli sporadici rumori degli uccelli. Tra le rocce, è possibile infatti avvistare numerosi buchi che offrono riparo ai tanti rapaci che nidificano in questa zona, tra cui il capovaccaio. Mentre le pareti si restringono sempre di più, il paesaggio si fa via via più incantevole. E alla fine ecco il sole brillare di nuovo su un’ampia distesa interrotta, anche qui, da pinnacoli scolpiti mirabilmente dal vento.

Canyon delle Timpe Rosse, come raggiungerlo

Dove si trova questa bellezza della natura? Il Canyon delle Timpe Rosse sorge a poca distanza dal borgo di Zagarise, in provincia di Catanzaro: questa è un’area ancora prevalentemente selvaggia e incontaminata, nel cuore del Parco Nazionale della Sila. Boschi lussureggianti si aprono a pochi passi dal paese, offrendo ai turisti una splendida esperienza a contatto con la natura. Addentrandosi un po’, è possibile trovare panorami incantevoli tutti da scoprire. Tra il mare e le montagne, incastonato in mezzo a campagne ricche di uliveti e verdi pascoli, si apre il paesaggio del Canyon delle Timpe Rosse.

Cosa vedere nei pressi del Canyon delle Timpe Rosse

Dopo aver ammirato il canyon e aver esplorato le sue profondità, resta sicuramente un po’ di tempo per andare alla scoperta dei dintorni. A partire proprio dal borgo di Zagarise, il cui centro storico racchiude splendide testimonianze architettoniche di un passato molto remoto. Assolutamente da vedere è la Torre Normanna, imponente fortificazione eretta probabilmente in un periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo. Per chi vuole invece fare un viaggio indietro nel tempo, si può visitare il Museo dell’Olio d’Oliva e della Civiltà Contadina: allestito in un antico frantoio nel cuore del paese, permette di scoprire usi e tradizioni della popolazione calabrese.

Ovviamente, al di là del piccolo borgo calabrese, ciò che di più bello c’è da vedere è l’incredibile spettacolo naturale offerto da questa regione. L’acqua è un elemento fondamentale del paesaggio, ed è qui che dà vita a delle cascate deliziose. Una delle più suggestive è la Cascata del Campanaro, dove un piccolo torrente si getta sulle rocce ricoperte di felci sottostanti, creando un laghetto graziosissimo incastonato tra il verde. È una vera e propria oasi di serenità, raggiungibile mediante un bel sentiero che permette di ammirare anche un antico ponte e un pagliaro contadino.

Un altro angolo da fiaba è quello dove nasce la Cascata dell’Inferno. Il suo nome suscita inquietudine: il corso d’acqua cristallina e freddissima ha origine da una spaccatura nelle rocce e si insinua in un canyon alto ben 27 metri, attraversando due pareti ripide e vicinissime. Ai suoi piedi, una minuscola piscina naturale sembra sprofondare nelle viscere della terra, tanto che in passato si riteneva questa potesse essere una delle porte dell’inferno. In realtà, si tratta di un paesaggio sublime in grado di dare grande tranquillità, l’ideale dove trascorrere qualche ora in pieno relax dopo aver affrontato una lunga scarpinata per raggiungere la cascata.

Infine, per gli amanti del trekking ad alta quota, ci si può dedicare ad una suggestiva escursione sul Monte Gariglione. Stiamo parlando della vetta più alta della Sila, con i suoi oltre 1.750 metri: dall’alto, dopo aver camminato a lungo tra pini e faggi, si può godere di un panorama mozzafiato che si spinge sino al mare Ionio e, addirittura, al mar Tirreno. L’area attrezzata per i picnic è un piccolo angolo di paradiso, perfetto per riposarsi un po’ e godersi l’aria fresca in estate. Mentre, durante la stagione delle nevi, i più sportivi possono concedersi un po’ di sci di fondo.

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Vacanze da “nomadi”: dormire nella natura selvaggia sotto i cieli stellati

Sono le esperienze, quelle autentiche, vere e genuine, che ci spingono a viaggiare dall’altra parte del mondo con un solo e unico obiettivo: quello di vivere avventure straordinarie in grado di arricchire il nostro bagaglio culturale ed emozionale.

E se è una vacanza lontano da tutto e da tutti che sogniamo di vivere, per sfuggire dal caos e dal disordine dei giorni, per perderci e ritrovarci, allora c’è solo un posto in cui rifugiarsi, ed è tra le braccia della natura.

È proprio qui, dove Madre Natura è regina incontrastata, che possiamo vivere esperienze uniche fuori dall’ordinario in grado di nutrire l’anima e di avvolgere i sensi. Dormendo in alloggi senza pareti, illuminati solo dalla luce delle stelle, o in giardini, praterie e campi lontani dal traffico e dal caos cittadino. Luoghi remoti, selvaggi e straordinari per vivere un’avventura da veri nomadi.

Camping sotto le stelle e vacanze da “Nomady”

L’esigenza di vivere esperienze autentiche e a contatto con la natura ha trasformato il nostro modo di viaggiare negli ultimi anni. A confermarlo sono i dati dall’Osservatorio del l turismo outdoor di Human Company, realizzato in collaborazione con Thrends, che ha rivelato che, secondo le previsioni, nel 2022 il settore dei campeggi registrerà tra i 48 e i 45,5 milioni di presenze in Italia, vedendo quindi incrementare la richiesta. Una tendenza confermata anche nel resto d’Europa.

Con l’aumento delle richieste, anche le offerte si sono adeguate, adattandosi sempre di più alle esigenze e alle preferenze dei viaggiatori. Oggi, infatti, è ancora più facile vivere avventure selvagge nella natura, meglio ancora se con vista cielo grazie alla possibilità di poter alloggiare il location eccezionali e poco battute dal turismo di massa.

A metterle a disposizione è Nomady, una piattaforma di origine svizzera che è recentemente approdata in Italia e che, come il nome stesso suggerisce, ha come obiettivo quello di far vivere avventure da veri nomadi.

Per farlo la piattaforma si avvale della sharing economy mettendo in collegamento i turisti che cercano luoghi unici e particolari dove pernottare e i proprietari di terreni e appezzamenti così da creare una nuova forma di camping  sostenibile e inedita.

Che si tratti di vacanze brevi o di viaggi più lunghi non importa, tutto quello che i viaggiatori devono fare è scegliere la destinazione, preparare il sacco a pelo o caricare il camper e partire all’avventura.

I luoghi dove fare camping sono tantissimi – si contano oltre 500 spazi disponibili tra la Svizzera e l’Europa – e tutti diversi tra di loro. Si può dormire in una tenda o in un furgone camperizzato, in un camper oppure in un letto in mezzo al nulla.

In Italia si contano già una cinquantina di camp che si snodano tra Piemonte, Marche, Toscana, Abruzzo e Sardegna: luoghi incantevoli e spesso sconosciuti che diventano il perfetto punto di partenza per una vacanza al di fuori dell’ordinario.

Camp La Casina

Fonte: Ufficio Stampa Nomady

Camp La Casina

Una vacanza straordinaria

Come abbiamo anticipato le proposte, in Italia e in Europa, sono tantissime e tutte situate nei luoghi meno battuti dal turismo di massa. Ci sono stanze davvero particolari che non hanno pareti e che sono rigorosamente a cielo aperto, con vista sul firmamento.

Ci sono poi camper e tende che vengono stazionati in terreni lontano dal traffico e dal caos cittadino, immersi nella natura selvaggia e lussureggiante. Non mancano neanche le bubble room, per vacanza romantiche di coppia, i letti matrimoniali, situati in giardini silenziosi, le case sull’albero e le tende sospese. I camps, inoltre, sono spesso attrezzati con bracieri, tavoli di legno e panchine, come pure non mancano i servizi igienici essenziali.

Insomma, dimenticate i campeggi tradizionali e le vacanze turistiche e partite per un’avventura da veri nomadi. La semplicità, l’essere lontani dal mondo, la pace e la natura sono il vero lusso.

Zwischä See und hechä Bärgä

Fonte: Ufficio Stampa Nomady

Zwischä See und hechä Bärgä
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L’isola-museo che dovresti scoprire quest’estate

Forse la Finlandia non vi sembra una meta estiva, eppure per gli abitanti del posto i mesi caldi sono motivo di festa e celebrazioni. Un luogo ricco di natura, paesaggi meravigliosi e una cultura di scoprire. Per vivere al meglio le vacanze estive finlandesi la meta perfetta da visitare è Seurasaari. Un’isola e un distretto di Helsinki, nota soprattutto come sede del Museo all’aperto di Seurasaari, un complesso di vecchi edifici in legno trapiantati da altre parti della Finlandia e collocati nel fitto paesaggio forestale dell’isola.

L’isola di Seurasaari

Su questa piccola isola l’estate è vivace e piena di eventi e momenti speciali, da godere in compagnia. Infatti, moltissimi abitanti di Helsinki vengono a Seurasaari per godersi l‘atmosfera rurale e pacifica e l’aria aperta fresca e pulita. L’isola ospita anche una grande varietà di fauna selvatica, in particolare uccelli, ma anche scoiattoli rossi e lepri, un luogo bulico e da favola.

L’estate sull’isola

L’isola di Seurasaari si anima soprattutto è a metà estate, quando un enorme falò viene costruito su un isolotto appena al largo della costa dell’isola e acceso da una coppia di sposini. Una tradizione che attira sempre migliaia di persone, sia turisti che abitanti di Helsinki, ad assistere dallo spettacolo suggestivo. Per godere al meglio l’evento, la gente si raduna sulle sponde di Seurasaari oppure si serve di alcune barche di legno, che rendono il tutto ancora più magico.

L'estate a Seurasaari

Fonte: 123RF

L’estate a Seurasaari, in Finlandia, dove non cala mai il sole

Il sole di mezzanotte a Seurasaari

Il momento più unico e speciale di tutta la Finlandia è il sole di mezzanotte, quel fenomeno astronomico che si manifesta nelle regioni polari quando il sole non cala mai resta lì, ad illuminare l’orizzonte, permettendoci di godere la luca anche di notte. Seurasaari è il posto ideale, dove stendere un telo mare e sedersi ad ammirare il regalo che la natura ci fa ogni estate.

La celebrazioni di mezza estate

Nei Paesi del Nord Europa tra il 20 e il 25 giugno si festeggia, il solstizio d’estate è un momento molto sentito. Non fa eccezione la Finlandia, che in queste settimane si trasforma in un luogo magico, allegro, pieno di brio ed entusiasmo. In questo periodo notte e giorno si confondono, la luce del sole predomina e i finlandesi ne approfittano per festeggiare.

Il museo a cielo aperto

Il Museo all’Aperto di Seurasaari è una celebrazione della varietà di stili architettonici che compongono il Paese. Il complesso consta di 87 strutture trasferite sull’isola che dà il nome al museo che illustrano come si viveva nelle campagne locali tra il XVIII e il XX secolo. Si sono possono ammirare chiese, fattorie e residenze signorili, un vero assaggio degli usi finlandesi.

Un’isola adatta a tutti

Seurasaari è selvaggia, ricca di natura, animali, piante e spiagge. Pensate che proprio qui si trova una delle sole due spiagge per nudisti di Helsinki e una delle sole tre nell’intero paese. A differenza delle altre spiagge per nudisti, la spiaggia è segregata per uomini e donne separatamente senza area nudista unisex ed è a pagamento. Ma questo rende il posto ancora più unico.

Una meta da raggiungere per godere l’estate in modo diverso, alternativo, con tanta magica e un’atmosfera unica.

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C’è una Hogwarts in Italia: dov’è la scuola di Harry Potter

C’è una scuola di magia e stregoneria come quella di Harry Potter anche qui in Italia. La Hogwarts nostrana è alle porte di Milano e i fan del maghetto ne vanno pazzi.

Si trova immersa nel famoso e gigantesco Parco di Monza, il più grande parco recintato d’Europa, famoso perché ogni anno vi si disputa il Gran Premio di Formula Uno.

La Hogwarts italiana

La scuola di magia viene ospitata all’interno di un’antica costruzione che un tempo serviva come scuderia reale per l’adiacente Villa Reale di Monza, mentre oggi che è stata restaurata Cascina Costa Alta ospita un ostello e diverse sale per eventi.

L’evento a tema Harry Potter

Nel weekend del 24 e16 giugno, questo luogo si trasforma per tre giorni nel Castello di Hogwarts. La scuola di Harry Potter e dei suoi amici, Hermione Granger, Ron Weasley e gli altri.

È il tema della quarta edizione di “Giocolandia, la fiera per i bambini” con tantissime attività che comprendono una ventina di laboratori tra scuola di magia e travestimenti da Harry Potter, durante i quali i bambini e i ragazzi incontreranno e giocheranno con il mezzogigante guardiacaccia Hagrid, Custode delle chiavi e dei luoghi ad Hogwarts, e con il professor Silente, preside della Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Il biglietto d’ingresso costa 15 euro per gli adulti e 5 euro per i bambini dai 4 ai 12 anni (per i più piccoli l’entrata è libera). Per chi si trattiene tutta la giornata saranno disponibili stand di street food.

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Viaggio alla scoperta del borgo italiano delle cascate

L’immenso patrimonio paesaggistico italiano annovera alcune delle cascate più belle del mondo: imponenti tuffi d’acqua che si gettano in limpidi laghetti, scrosciando tra le rocce in una natura incontaminata. E c’è persino un piccolo borgo che ne vanta addirittura 13, offrendo ai suoi visitatori un panorama di assoluto fascino che è davvero difficile trovare altrove. Andiamo alla scoperta di questo incantevole paesino e delle sue meraviglie.

Chiusaforte, il borgo delle 13 cascate

È una natura selvaggia e rigogliosa, quella che circonda il grazioso borgo di Chiusaforte: situato nel cuore della Valle del Fella e affacciato lungo l’omonimo fiume, il paesino si trova a pochissimi chilometri dal confine con la Slovenia, in una cornice suggestiva di montagne e paesaggi d’acqua che suscitano grande suggestione. Nei suoi dintorni, tutte a breve distanza l’una dall’altra, nientemeno che 13 splendide cascate assolutamente da scoprire. Raggiungerle è abbastanza facile, e nella maggior parte dei casi non richiede che una breve camminata nel verde incontaminato: l’ideale per una giornata da trascorrere in famiglia, all’aria aperta.

La cascata più famosa è sicuramente il Fontanone di Goriuda, uno spettacolare salto d’acqua gelida che sgorga dalle rocce: ad oltre 800 metri d’altezza, sul versante sinistro della Val Raccolana, si apre una grotta scavata dalle nevi e dalle piogge che si raccolgono sulle cime circostanti, dopo aver viaggiato sotto terra per lunghissimi chilometri. Il panorama è davvero mozzafiato, con acque cristalline che scrosciano in un laghetto delizioso. Scendendo lungo uno stretto sentiero, si può raggiungere una seconda cascatella ancora più magica, il luogo perfetto dove riposarsi un po’ ammirando il paesaggio.

Fontanone di Goriuda

Fonte: iStock

Il Fontanone di Goriuda

Un altro panorama decisamente da non perdere è quello della Cascata di Rio Repepeit. Dopo una breve passeggiata tra i boschi, si apre una vista incredibile: il fiume è sormontato da un suggestivo ponte romano, dietro il quale si può godere del primo tuffo d’acqua cristallina. La vera cascata, tuttavia, si trova appena poco più avanti, dove appare un laghetto (perennemente caratterizzato da una temperatura quasi glaciale) che raccoglie un grande salto spumeggiante. In inverno, qui giungono molti escursionisti che si cimentano nell’ice-climbing, affrontando l’impervia arrampicata sulla cascata ghiacciata.

Il borgo di Chiusaforte e le sue bellezze

Se le cascate sono il fiore all’occhiello di Chiusaforte, non possiamo proprio esimerci dal raccontare le bellezze del suo centro storico: un agglomerato di casette in pietra che da tempo ha assunto vocazione turistica, soprattutto durante la stagione invernale. Tra le sue strette viuzze, si possono ammirare splendide architetture come la Chiesa di San Bartolomeo, che con il suo campanile spicca nel cuore del paese.

Chiusaforte

Fonte: iStock

Chiusaforte

A poca distanza dal centro abitato, invece, ecco spuntare il Forte di Col Badin. Costruito all’inizio del ‘900, oggi è sede di un museo dedicato alle battaglie di un passato non troppo lontano, e rappresenta una delle più importanti testimonianze della Prima Guerra Mondiale. Al suo interno si trovano il deposito delle munizioni e la postazione di artiglieria, che un tempo ospitava quattro imponenti cannoni in ghisa. Nel cortile si può invece ammirare l’accesso alla polveriera sotterranea, con le antiche rotaie utilizzate per trasportare le munizioni. Da qui il panorama è bellissimo, e lo sguardo si spinge sino alle Alpi Giulie.